Ticino Management: Novembre 2023

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Anno XXXV n. 11 • Novembre 2023 Svizzera: Fr. 12.-

Wealth Management

E il cliente divenne Sole Aziende

Agire dalla superficie per trovare la nicchia

Orologi

Complicazioni lunari, prodezze spaziali

Immobiliare

Lotta alle emissioni: fatti e non chiacchiere

Arte

Un Politecnico da scoprire

Finanza

Il successo inatteso di un outsider

Auto

Il 2024 è segnato, ma da quali tendenze?


Cosa spinge una persona a ricercare la grandezza? Ad affrontare l’ignoto, ad avventurarsi nell’inesplorato e ad accettare ogni sfida? È lo spirito da cui nasce TUDOR. Lo spirito che ogni orologio TUDOR incarna. Alcuni sono nati per seguire. Altri sono nati per osare.

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ISSN 1664-3798

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Veronica Farruggio · grafica@eidosmedia.ch Pubblicità

Coordinamento interno pubblicita@eidosmedia.ch · Tel. 091 735 70 00 Agenzia esterna Claus Winterhalter · winterhalter@ticino.com Coordinamento Produzione

Roberto Musitano · rmusitano@eidosmedia.ch Abbonamenti

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amministrazione@eidosmedia.ch Chiusura redazionale: 14 novembre 2023


Editoriale

Caro lettore, Al centro di questa edizione novembrina si trovano i delicati equilibri di un’industria fondamentale per lo sviluppo della Svizzera, e che per diverse ragioni sta uscendo da una lunga fase di difficili traversie. Quale? Quella del Wealth Management, una branca sempre più decisiva dell’elefantiaco settore finanziario, scivolato non da ultimo poche settimane addietro su diverse bucce di banana. A prescindere dalle difficoltà, un tema ampiamente trattato e dibattuto in diverse altre edizioni, in questo caso l’analisi è andata a focalizzarsi su quali siano le nuove tendenze in atto, date soprattutto da una drastica revisione del paradigmatico rapporto Cliente-Gestore. Per decine di anni il Sole è sempre stato il gestore, con un cliente dipendente e con uno scarso potere negoziale, poche conoscenze in ambito finanziario, e sotto molti aspetti nemmeno troppo interessato a saperne di più. Oggi, ormai nell’imminenza del passaggio delle fortune alle generazioni successive, il gestore si riscopre Luna, come mai prima nella storia, ed ecco che è chiamato a prendere iniziative decisive per tutelarsi. In primis andando incontro a quelle che sono legittime pretese di un cliente, elevatosi a Sole e consapevole di esserlo, che vuole essere maggiormente coinvolto nella Gestione di ciò che è suo. Come sta reagendo la tripartita Piazza elvetica a questa grande rivoluzione? Probabilmente sorprendentemente bene, tutto considerato. I grandi Gruppi si stanno riarmando, gli indipendenti sono in fermento; i concorrenti esteri non dormono. Il binomio Sole-Luna è però anche l’essenza di un orologio che non a caso qui si presenta. Un segnatempo che armonizza calendario gregoriano - esclusivamente solare - e calendario cinese, principalmente lunare. Lunisolare, questo segnatempo è la prova di come dimensioni apparentemente lontane o contrapposte possano trovarsi e armonizzarsi. Federico Introzzi


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sommario /novembre 2023 Cover Story

p. 24

E il Sole si riscoprì Luna

Il rapporto cliente-gestore in tempi molto celeri si sta ribaltando, nell’imminenza di quella che è una fase critica della vita di un patrimonio: la sua trasmissione. Le nuove generazioni avanzano richieste, e attendono diverse risposte.

Da sinistra, Gabriele Gallotti, Ceo di Novum Capital Partners, Alida Carcano, Managing Director di Bg Valeur, Giovanna Lagutaine, Managing Director di Rothschild&Co, e Severino Pugliesi, Ceo di Lagom.

Opinioni

Osservatorio

14 Ettore Accenti. L’Ia è sulla cresta dell’onda dal 1956, e ci si riunisce puntualmente per parlarne, da allora. 16 Stelio Pesciallo (in foto). Sottoporre agli obblighi antiriciclaggio anche la consulenza fa discutere. 18 Fabrizio Ammirati. Il tasso di copertura è tra gli indici più importanti dello stato di salute di una Cassa pensione. Eppure non sono in molti a preoccuparsene... nemmeno vagamente. 20 Marco Robbiani. Cosa si può dire del rischio aziendale rispetto alle chiusure avvenute durante la pandemia? Il Tribunale federale si è pronunciato di recente. 22 Carlo Secchi. Il rischio di singolarità tecnologica fa discutere ed è al centro del dibattito. Che fare?

77 Sfama. Il mercato svizzero dei fondi di settembre. 78 Alternativi. I mercati privati restano un’interessante classe da considerare. 81 Obbligazionario. Il mutato contesto macro che effetti avrà sul reddito fisso? 83 Sostenibili. La grande favola della sovraperformance misteriosamente calata dal cielo sugli investimenti Esg sembra infine non trovare più conferma nei dati. La fine di un mito? 84 Settori. Il peso del consumatore americano sull’economia mondiale è dei più notevoli, ma non scherza nemmeno quello della massa corporea. 86 Strategie (Marc Urquhart, in foto). Credere sin da subito in progetti visionari paga nel lungo periodo.

Economia e Sanità 36 Testimonianze. La Svizzera è tra le giurisdizioni al mondo più favorevoli ai token. E la Spagna? 38 Immobiliare. Chi è che domina il mercato degli appartamenti in affitto? Le logiche cambiano molto. 46 Immobiliare. Applicare il principio del crowdfunding al mattone quali risultati potrebbe sortire? 6 · TM Novembre 2023

54

Aziende. Il vetro di quarzo è un materiale che non dovrebbe essere sottovalutato. Parola del Ticino.

Eureka e Digitale 57 Editoriale. Il quinto capitolo. 58 Start up. Applicare la tecnologia dei droni alla logistica e concentrarli sull’ultimo miglio.

60 Premi. Top100 è più di una semplice competizione tra start up. 62 Digitale. Al via il Multi, un museo multimediale per comunicare il patrimonio della lingua italiana. 64 Lo studente. Diritto d’autore e intelligenza artificiale: lo scontro è garantito. Quale la soluzione? 66 Digitale. Breve storia di come gli Nft sono diventati grandi e famosi. 68 Crypto. Apologia del bitcoin.


Azzerare le emissioni

p. 42

Prodezze lunisolari

p. 92

Il settore immobiliare nei prossimi anni dovrà dar prova di straordinarie abilità per centrare gli obiettivi climatici. Ma quanto è stato fatto? A lato, Andrea Boschetti, Manager di Wüest Partner.

Si può trovare un punto d’equilibrio tra calendario gregoriano e cinese, lunare e dei segni zodiacali, e al tempo stesso segnare l’ora giusta. A lato, Edouard Meylan, Ceo di Moser & Cie.

Innovativi e sostenibili

ETH Zürich in bella mostra

Quali sono le ragioni alla base dell’acquisizione della ticinese Riri dal colosso industriale Oerlikon? A lato, Markus Tacke, Ceo di Oerlikon Surface Solutions.

300 opere della prestigiosa collezione grafica del Politecnico di Zurigo in mostra a Lugano. Un’occasione unica per entrare nel suo scrigno. A lato, un’incisione di Albrecht Dürer, Adamo ed Eva, 1504.

p. 48

Finanza d’impresa

p. 98 Auto d’artista

Alla base del successo di una boutique della Piazza luganese un approccio imprenditoriale ai problemi, e l’essere outsider. A lato, Alessandro Beggio, Ceo di Vector Wealth Management.

In termini di ultime tecnologie e tendenze per il settore dell’Automotive, cosa aspettarsi per il 2024 in Svizzera? A lato, Luca Delfino, responsabile Maserati Emea.

p. 72

p. 106

Finanza 70 80

88

90

Analisi. Il cash management non è una cosa da sottovalutare. Settori. Che ruolo gioca la tecnologia nell’evolversi del rapporto tra cliente e consulente nel Pb? Alternativi. I prestiti diretti sono sempre più richiesti, opzioni interessanti e dai rischi gestibili. Macro. È ritorno al passato?

Cultura & Società Alta Orologieria. È l’ora di premiazioni e riconoscimenti per i chirurghi del tempo, e la loro straordinarie abilità di intervenire nell’incredibilmente piccolo. 102 Mostre. Un secolo dopo la sua scomparsa, Luigi Rossi torna protagonista indiscusso della Pinacoteca Züst di Rancate. 94

104 Mostre. Roger de La Fresnaye? Chi era costui che il tempo ha condannato all’anonimità? A Mendrisio il tentativo di rivalutarne l’estro tra cubismo e neoclassicismo.

Rubriche 10 Appuntamenti 110 Auto Novembre 2023 TM · 7


sommario digitale /novembre 2023

Cover story Wealth Management, sta evolvendo e velocemente, ma la Svizzera si conferma apripista.

Economia Tutti gli articoli dedicati all’analisi di temi economici dalle aziende alla consulenza.

Finanza Riflettori accesi su indipendenti, banche e asset management.

Opinionisti Le voci degli esperti che accompagnano i lettori con costanza.

Eureka La nuova sezione dedicata all’innovazione, alla tecnologia e al Venture Capital.

Osservatorio La rubrica di approfondimento finanziario si amplia.

Cultura I protagonisti del grande mondo dell’arte, della cultura e del lifestyle.

Eventi La sezione web-only dedicata a pre e post eventi.

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La perfetta guida dell’internauta. Un vivace dialogo è iniziato, da un lato Ticino Management cartaceo dall’altro suo fratello minore digitale, l’obiettivo? Che siano sempre più connessi. Tra l’uscita di un’edizione e la successiva tutti gli articoli del cartaceo saranno pubblicati a cadenza regolare, insieme a contenuti studiati appositamente per essere nativamente digitali.


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appuntamenti

di Mirta Francesconi

Milano

In questa stagione espositiva, Milano impone un’eccezione: con un cartellone di mostre impressionante, obbliga a consacrarle l’intera sezione degli “Appuntamenti con l’Arte”, che di solito spaziano dalle capitali europee ai musei locali.

Gabriele Basilico. Le mie città “Negli anni Milano è diventata per me come un porto di mare, un luogo privato dal quale partire per altri mari, per altre città, per poi ritornare e quindi ripartire”: così Gabriele Basilico racconta il rapporto con la sua città che, a dieci anni dalla scomparsa, rende il primo grande omaggio al fotografo che qui è nato e ha vissuto. L’ampia mostra dedicatagli si articola in due sedi espositive: complessivamente circa 500 opere, partendo dall’attraversamento di Milano, in Triennale, con 13 serie, per guardare e arrivare al Mondo, a Palazzo Reale. Più di ogni altra città, Milano ha offerto a Basilico la possibilità di sperimentare, di intraprendere ricerche con ampiezza di temi, nel corso di quasi 40 anni, raccontandone l’architettura, il tessuto edilizio, i monumenti, lo sviluppo urbano e le trasformazioni della sua area metropolitana. Le si affiancano oltre altre 40 città, da Shanghai a Rio de Janeiro, San Francisco, Mosca, Istanbul, Tel Aviv, Boston, ... immortalate in occasione di prestigiosi incarichi internazionali: una foresta di visioni che lo spettatore scopre come fosse perduto dentro un film, dove ogni fotogramma è simile eppure diverso. Triennale, Ma-Do, 11-20 Fino al 7 gennaio 2024 Palazzo Reale Ma-Do, 10-19.30; Gi, 10-22.30 Fino all’11 febbraio 2024 10 · TM Novembre 2023

Sopra, Gabriele Basilico, Milano 2011, in mostra alla Triennale che, insieme a Palazzo Reale, omaggia il ‘suo’ fotografo a 10 anni dalla scomparsa. Sotto, Giorgio Morandi, Natura morta,1957, olio su tela, Vevey, Musée Jenisch, Fondation pour les Arts et les Lettres, fra le 120 opere che ripercorrono cinquant’anni di attività dell’artista bolognese.

Morandi 1890-1964 Era convinzione di Giorgio Morandi come dichiarava nel 1955 - che “le immagini e i sentimenti suscitati dal mondo visibile, che è un mondo formale”, siano “inesprimibili a parole”, riconoscendo all’arte il compito di “far cadere quei diaframmi” che si frappongono tra l’artista e la realtà. Il suo universo simbolico costituito da oggetti tra i più comuni, scelti

© Giorgio Morandi, by SIAE 2023

©Gabriele Basilico/Archivio Gabriele Basilico

Grandi nomi valorizzati dall’alta qualità dei progetti curatoriali e dalla sensibilità degli allestimenti, in grado di aprire nuove prospettive, grazie a collaborazioni prestigiose che permettono di presentare al pubblico opere di grande rilevanza. Protagonisti i maestri della pittura, ma non solo. E se Palazzo Reale cala un poker d’assi, il Mudec rilancia le danze con un Rodin sperimentale e il Museo Poldi Pezzoli racconta la classica modernità della Manifattura Ginori. Non è che una selezione…


per la loro immutabilità, sospesi della loro funzione, è pretesto per disvelare ciò che della realtà è astratto. Uno scavo profondo dentro la realtà con la variazione di temi ripresi lungo tutta una vita, illustrato dalla mostra di Palazzo Reale ripercorrendo l’intera opera dell’artista bolognese - dal 1913 al 1963 - con un corpus di circa 120 opere provenienti da importanti istituzioni pubbliche e da prestigiose raccolte private di studiosi e ammiratori dell’artista, a partire dal Museo Morandi di Bologna. Il percorso espositivo segue un criterio cronologico proponendo accostamenti mirati e inediti che documentano l’evoluzione stilistica e il modus operandi del pittore, nella variazione dei temi prescelti - natura morta, paesaggio, fiori e solo raramente figure - e delle tecniche - pittura, acquaforte e acquerello. Palazzo Reale Ma-Do, 10-19.30; Gi, 10-22.30 Fino al 4 febbraio 2024

El Greco Altra primizia a Palazzo Reale, la mostra dedicata a El Greco. Frutto di una profonda e innovativa riflessione storico-critica, propone un’attenta riconsiderazione dell’impatto dei modelli italiani nella formazione dell’artista e un’interpretazione dell’ultimo periodo toledano in termini di consapevole recupero di un’impostazione compositiva in senso lato bizantina. Il percorso espositivo è articolato in sezioni pensate in modo da tenere a fuoco il rapporto dell’artista con i luoghi in cui ha vissuto e offrire ai visitatori con immediatezza una precisa ricostruzione storico-biografica. Parallelamente, una serie di stringenti confronti con la grande pittura romana e veneziana fa emergere il potente tema del labirinto, a sottolineare come la vita di El Greco sia stata una sorta di immenso romanzo di formazione ambientato tra le capitali culturali del Mediterraneo. In mostra 41 opere dell’artista cretese, con prestigiosi prestiti internazionali. Palazzo Reale Ma-Do, 10-19.30; Gi, 10-22.30 Fino all’11 febbraio 2024

©Courtesy National Gallery of Art, Washington

El Greco, Laocoonte, 1610-14, olio su tela, 137 x 172 cm, National Gallery of Art Washington.

Goya. La ribellione della ragione

Dalla Spagna a Palazzo Reale giunge anche il genio di Goya, con la sua arte di matrice illuminista, una lucida interpretazione etica e morale della società del tempo, frutto della ragione ma allo stesso tempo espressiva e profondamente emotiva, tanto da risultare ancora assolutamente moderna. La mostra va però oltre, nel suo concept inusuale: attraverso una settantina di opere propone i dipinti di Goya in dialogo con alcune delle più importanti incisioni che lo resero maestro assoluto di quest’arte, affiancate dalle loro originali matrici di rame. Un’occasione unica resa possibile grazie alla preziosa collaborazione con la Real Academia de

Bellas Artes de San Fernando, a Madrid, che - con la sua Calcografia Nacional ha appena terminato a giugno 2023 di restaurare le matrici, in un progetto di recupero che non ha precedenti per complessità ed entità del lavoro e che per la prima volta in una mostra permette di ammirare le lastre di rame post restauro, nei loro originari dettagli ritornati alla luce e a confronto diretto con le stampe. Palazzo Reale Ma-Do, 10-19.30; Gi, 10-22.30 Fino al 3 marzo 2024

Goya, Il manicomio, 1808-12, olio su tavola, Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, Madrid.

Novembre 2023 TM · 11


Una selezione delle più importanti opere realizzate dalla Manifattura Ginori, attraverso tre secoli, presenta le fasi salienti della sua prestigiosa produzione, a partire Settecento quando, sotto la guida del fondatore, il marchese Carlo Ginori (1702-1757), si distingue per sculture in porcellana di dimensioni significative che guardano sia all’arte antica che alla tradizione fiorentina rinascimentale e tardobarocca. Capolavori assoluti, come la monumentale Venere de’Medici del Museo Ginori e raffinati accostamenti di sculture in porcellana esposte per la prima volta insieme ai rispettivi archetipi in bronzo come la Menade danzante a confronto con l’Anfitrite in bronzo dello Studiolo di Francesco I de’ Medici, il Laocoonte del Museo Poldi Pezzoli con il bronzetto da cui è tratto, l’Atlante che regge il mondo dalle gallerie di Palazzo Madama di Torino con Ercole che regge il globo di Ferdinando Tacca, dalle collezioni dei principi del Liechtenstein. La produzione del XIX secolo è rappresentata da alcuni vasi realizzati per le grandi esposizioni e dal servizio da tavola per il Kedivé creato attorno al 1872, in stile neo-egizio. Nel 1896 la Manifattura si espande e diventa la Società Ceramica Richard Ginori con sede a Milano, che allo stabilimento di Doccia aggiunge, tra gli altri, quello di San Cristoforo sul Naviglio grande. Il percorso si conclude con una sezione dedicata alla direzione artistica di Gio Ponti (1923-1933), che pur guardando verso nuovi orizzonti non abbandona i riferimenti all’antico, tratto distintivo nei secoli della Manifattura: tra le sue opere in mostra, due eccezionali Ciste realizzate appositamente per Fernanda e Ugo Ojetti. In totale 60 le opere esposte, conservate in diversi musei italiani ed europei, oltre che al Poldi Pezzoli, al Museo Ginori, al momento chiuso per restauro, e in collezioni private. Museo Poldi Pezzoli Me-Lu, 10-18; Fino al 19 febbraio 2024 12 · TM Novembre 2023

Rodin e la danza

© Agence photographique du Musée Rodin - Jérôme Manoukian

Oro bianco. Tre secoli di porcellane Ginori

Sopra, Rodin, Movimento di danza I con testa della Donna slava, 1911, terracotta, 35,2 x 19,7 x 12,5 cm Parigi, Musée Rodin. Sotto, Laocoonte, Manifattura Ginori di Doccia, 1750 ca, porcellana, Milano, Museo Poldi Pezzoli, inv. 4641.

Avvalendosi della preziosa collaborazione del Museo Rodin, da cui provengono 53 opere, e di un allestimento scenografico multimediale e interattivo appositamente disegnato e realizzato dallo studio di design Dotdotdot, il Mudec espone in serie per la prima volta in Italia 15 statuine di danzatrici dell’insieme di sculture sperimentali e disegni dell’artista francese noto come Mouvements de danse, realizzato nel 1911, che rappresenta l’estrema sintesi e l’acme della ricerca del Maestro sulla danza. Quattordici provengono dal museo parigino, nucleo al quale viene affiancata una quindicesima statuetta, conservata presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. La mostra diventa inoltre l’occasione per confrontare le statuette con una selezione di diciassette disegni dell’artista e cinque fotografie, provenienti dalla stessa collezione. È questo il cuore del progetto espositivo frutto di un lavoro di attenta ricostruzione filologica del percorso di sperimentazione plastica che Rodin portò avanti per tutta la vita e che il museo parigino conduce da anni, insieme al restauro e alla conservazione di queste fragilissime terrecotte. Insieme a questa raccolta, il fascino che Rodin nutrì per la danza viene illustrato anche dal racconto - vero e proprio storytelling multimediale - dei suoi incontri con i più grandi ballerini dell’epoca, come Isadora Duncan, Loïe Fuller, le danzatrici del balletto reale cambogiano e la giapponese Hanako. Questo, infatti, profondamente connesso al primo, è il secondo grande tema/sezione della mostra: il rapporto che Rodin ebbe con la cultura extraeuropea del sud-est asiatico e l’influenza che questa esercitò su un sostanziale ripensamento del concetto di corpo in movimento all’interno della sua personalissima ricerca artistica. Mudec Lu, 14.30-19.30; Ma/Me/Ve/Do, 09.30-19.30 Gi-Sa, 9.30-22.30 Fino al 28 gennaio 2024


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opinioni /l’esperto di tecnologia

Consessi intelligenti È dal 1956 che ci si riunisce per discutere di Intelligenza Artificiale, dunque non proprio una novità. La strada percorsa è stata lunga, perché non guardarla da più vicino? Ettore Accenti, esperto di tecnologia. Blog: http://bit.ly/1qZ9SeK A lato, Bletchley Park, 2023. Il primo Summit mondiale sull’Ia. Obiettivo dichiarato: identificare i prossimi passi per lo sviluppo sicuro dell’Ia, la protezione dei dati, la privacy ed evitare lo sfruttamento dei lavoratori, e i pregiudizi.

E

cco che inizia una nuova serie di comiche Cop in cui la Politica si appropria di un argomento scientifico! Certo che per averle viste tutte da decenni viene da ridere. Per i cambiamenti climatici si è giunti alla ventottesima Cop a Dubai dove è prevista la presenza del Romano Pontefice. Grandi incontri con sontuosi pranzi tra i potentati della Terra che da decenni predicano ‘cosa bisognerebbe fare’ ma che poi... Ora si è invece alle riunioni planetarie sull’intelligenza artificiale e quello dell’Ai Safety Summit svoltosi al Bletchley Park, nel Regno Unito, tra il 1 e il 2 novembre è stato il primo in cui si è discusso sul ‘cosa fare’ con quella che è una branca altisonante dell’informatica che si sta sviluppando dal 1956. Tranquilli, ve ne saranno molti altri, con altrettanto comiche conclusioni. E ora, per i grandi decisori terrestri ci voleva l’intelligenza artificiale 14 · TM Novembre 2023

per scoprirne i rischi?! Inizia una nuova carrellata di cui ci si divertirà a leggere conclusioni per il “bene dell’umanità”! Per capire quanto tardivi siano questi interventi, ecco gli importanti precedenti, non politici, forieri del grande sviluppo di una tecnologia che oggi è sotto gli occhi di tutti a partire da ChatGpt, per giungere alle utilissime applicazioni in medicina, seppure con quei rischi che gli scienziati avevano già individuato. - 1956: Dartmouth College, New Hampshire (Usa). Dieci scienziati riunitisi durante le vacanze estive fondarono quella che definirono “Intelligenza Artificiale” come naturale sviluppo del mondo dei computer basati sull’idea di Alan Turing che nel 1936 intuì come qualsiasi informazione potesse essere ridotta a una serie di ‘1’ e ‘0’, poi pubblicata in: Su numeri calcolabili, con un’applicazione al problema della decisione.

In quell’occasione giunsero all’incredibile necessità di un ‘summit’ con lo scopo di: Valutare sulla base dell’ipotesi che ogni aspetto dell’apprendimento e qualsiasi altra funzione d’intelligenza possa, in linea di principio, essere descritta con una tale precisione che una macchina possa venir creata per simularla. Si dovrà tentare di trovare il modo di fabbricare macchine che utilizzino il linguaggio, che siano capaci di astrazione e formulare concetti, di risolvere problemi ora riservati agli esseri umani ed in grado di migliorarsi autonomamente. Riteniamo che un avanzamento efficace possa essere ottenuto in uno o più di questi campi se un gruppo selezionato di scienziati lavorerà per un’intera estate. Questo fu il summit degli scienziati John McCarthy, Marvin Minsky, Nathaniel Rochester e Claude Shannon, a cui si aggiunsero Arthur Samuel, Allen Newell e Herbert Simon che portò a un documento di 17 pagine nel quale per la prima volta si citava il termine ‘Intelligenza Artificiale’ anzi, pare che proprio il matematico John McCarthy lo abbia coniato per primo in quest’occasione. - 2006: Asilomar, California (Usa). Esattamente cinquanta anni dopo il primo incontro, 175 tra scienziati e industriali presentarono un centinaio di lavori e offrirono interessanti considerazioni ancora


Dall’alto, gli altri tre summit decisivi. Dartmouth, Agosto 1956. A questo summit tra dieci scienziati si fa risalire la nascita dell’Ia basata sull’intuizione del 1936 di Turing. Asilomar, 13-15 luglio 2006. Nel 50esimo dell’Ia si è tenuta una grande conferenza intitolata Dartmouth Artificial Intelligence Conference: The Next Fifty Years (AI@50) 175 partecipanti tra scienziati e industriali e cinque scienziati del gruppo originario. Ascona, 9-14 luglio 2006. Sempre in memoria del 50esimo della prima riunione fondativa dell’Ia. Tra gli obiettivi, oltre ai festeggiamenti, valutare il punto d’arrivo dell’Ia alla data e, soprattutto, attrarre giovani ricercatori per favorirne lo slancio in un emozionante campo delle scienze. In particolare si sono analizzate le correlazioni interdisciplinari per i futuri sviluppi. Fu finanziato da molte entità private quali il centro svizzero Stefano Franscini, Neuronics, Swisscom Innovations, Matek, e il Gruppo Migros.

attuali. Vi parteciparono anche cinque dei dieci fondatori del 1956 nelle loro nuove posizioni: John McCarthy, professore emerito di Computer Science presso la Stanford University, Marvin Minsky, professore di Media Arts and Sciences e professore di ingegneria informatica presso il Mit, Ray Solomonoff, professore presso il Centro Ricerche di apprendimento Informatica presso l’Università di Londra e, Oliver Selfridge, ex direttore scientifico ai Gte Laboratories. In questa conferenza si valutarono le conquiste raggiunte e si formularono importanti conclusioni e proposte tra cui: le fondamentali decisioni che devono essere prese in considerazione dell’influenza dell’Intelligenza Artificiale sui nostri comportamenti. Numerosi furono i lavori pubblicati tra cui alcuni che oggi, molto in ritardo, i politici dovrebbero leggersi prima di pontificare sul da farsi per “il bene dell’umanità” senza inventare cose strane! - 2006: Conferenza di Ascona (Ch). È tra il 9 e il 14 luglio del 2006 che si è tenuta in Europa, presso il Centro Stefano Franscini, Monte Verità, una conferenza in memoria del cinquantesimo della prima riunione fondativa dell’Ia. I contenuti

non furono meno importanti per quanto riguarda l’Ia e sarebbe veramente utile rileggersene i documenti. Fu finanziato da entità private quali il centro svizzero Stefano Franscini, Neuronics, Swisscom Innovations, Matek e Migros. Una conclusione stupefacente fu l’affermare: Quello che manca non è la tecnologia, ma il capire come effettuare il “reverse

engineering” della nostra mente. Si sottolineò come solo dal 1980 si sia cominciato a capire meglio l’interazione tra il corpo, il cervello e l’ambiente e di come l’intelligenza emergesse da tale interazione, ma come bisognasse percorrere questa lunga strada. Una meraviglia! Tutto quello che riguarda le problematiche dell’etico impiego dell’Ia è già scritto da decenni, basta leggerlo. Novembre 2023 TM · 15


opinioni/il consulente legale

Nuovi obblighi non risolutivi Le proposte messe in consultazione dal Consiglio federale intendono sottoporre agli obblighi di diligenza antiriciclaggio anche le attività di mera consulenza. Molti però gli interrogativi.

I

l 30 agosto di quest’anno il Consiglio federale ha messo in consultazione l’avanprogetto di legge volto a rafforzare la lotta contro il riciclaggio di denaro. I punti più rilevanti di questa ennesima proposta prevedono l’introduzione generalizzata di un registro degli aventi economicamente diritto di ditte e altre persone giuridiche e l’assoggettamento anche di determinate attività di consulenza, in particolare nel campo legale. Questo progetto viene ripresentato a distanza di alcuni anni dal suo rigetto da parte del Parlamento federale ed è il risultato delle pressioni esercitate a livello internazionale dal Gruppo di azione in materia finanziaria (Gafi), emanazione dell’Ocse, che intende imporre in tutti i Paesi uno standard unico in materia di lotta al riciclaggio. Con la proposta tendente all’assoggettamento dell’attività di consulenza, in particolare legale, si estende una volta di più l’applicazione della legislazione in materia anche ad attività che nulla hanno a che fare con l’intermediazione finanziaria, come già era stato il caso dei commercianti per transazioni in contanti superiori a centomila franchi. Il disegno di legge prevede pertanto una revisione della Legge federale sulla libera circolazione degli avvocati al fine di imporre agli stessi ulteriori obblighi di diligenza. Come ha messo in rilievo il Prof. Fabian Teichmann di Zurigo in un recente lavoro apparso nella rivista giuridica Jusletter del 30 ottobre 2023, numerosi studi hanno dimostrato che è al di fuori del settore bancario, già fortemente regolato, che si celano i rischi più grandi di lavaggio di denaro e finanziamento del terrorismo e ciò con minime possibilità di essere sco16 · TM Novembre 2023

perti. È quindi plausibile che si ritenga necessario estendere la diligenza richiesta per lottare contro il riciclaggio di danaro anche a fattispecie che non sono di mera intermediazione finanziaria. Nell’Unione europea da tempo sono in vigore per consulenti legali e avvocati analoghe normative, rese vieppiù incisive. Ciononostante la loro applicazione non ha dato grandi risultati. In effetti, secondo alcuni analisti, tutti i Paesi dell’Ue, in particolare la Germania, presentano ampi spazi per le attività di riciclaggio. Non dovrebbe però sorprendere. L’obbligo di documentare più volte quanto già documentato da altri sulle medesime persone e attività non costituisce un valore aggiunto. In effetti l’attestazione dell’avente diritto economico sulle persone giuridiche viene documentato già dalle banche nell’ambito della loro attività di apertura e condotta della relazione bancaria per il tramite della sua registrazione nel ben noto ‘Formulario A’. Inoltre le stesse banche e gli altri intermediari finanziari devono allestire e aggiornare un’ampia documentazione concernente tutte le attività del cliente e dell’avente economicamente diritto (meglio conosciuta come Kyc - Know your customer) nella quale deve essere riportato il background del cliente e delle sue transazioni. Le società operative già ora sono chiamate a tenere un registro degli aventi diritto economici e la proposta di legge, come detto sopra, prevede l’introduzione di un registro centrale degli aventi economicamente diritto. È difficile capire come un’ulteriore documentazione sull’avente diritto economico, una documentazione quindi di una fattispecie già attestata tre volte, possa costituire un valore aggiunto nella lotta al riciclaggio e al finanziamento del

Stelio Pesciallo, avvocato e notaio presso lo Studio 1896, Lugano.

terrorismo. Il problema è quello dell’attestazione errata o incompleta dell’avente economicamente diritto, che nell’Ue si ritiene avvenga spesso nella redazione del registro centrale. È però illusorio pensare che la redazione di un’ulteriore documentazione possa correggere questa situazione. Chi volutamente fornisce dati falsi è illusorio pensare che possa fornire dati veri a un ulteriore controllo. Chi intende riciclare il provento di un reato fa uso di un prestanome che viene pagato appunto per fornire informazioni errate. È quindi una vana speranza ritenere che ciò possa cambiare introducendo l’ulteriore obbligo documentale nell’ambito della consulenza legale. Questa ulteriore riforma è quindi inadatta a perseguire i fini che si propone. Per contro il suo risultato sarà di imporre alla categoria legale ulteriori, gravosi e sproporzionati obblighi di documentazione inclusi invalicabili conflitti di interesse nella misura in cui non solo l’avvocato ma anche tutti gli altri consulenti legali si troverebbero obbligati a operare una scelta tra la consulenza del cliente e l’esercizio degli obblighi di compliance. Ciò a meno di una separazione organica e materiale tra l’attività di consulenza e quella di compliance, il che causerebbe ulteriori costi a carico, in ultima analisi, dello stesso cliente. Altri sono i settori che richiederebbero maggiore attenzione, come quello dell’attività delle valute virtuali (le criptovalute) e quelle del settore extra-bancario con il sistema della compensazione nell’ambito del trasferimento di valuta.


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opinioni/il consulente previdenziale

Dialoghi previdenziali Tra i parametri più importanti di una Cassa pensione si trova il tasso di copertura, che è però spesso anche tra quelli che passano più facilmente sotto silenzio.

P

ur rispettando la stessa legge e svolgendo la stessa funzione, le strutture previdenziali non sono tutte uguali. Così come gli individui possono essere più o meno in forma o performanti, le strutture previdenziali possono essere più o meno sane oppure più o meno adatte alle esigenze dell’assicurato o del futuro pensionato. Per i non addetti ai lavori apprezzare le differenze tra le varie offerte previdenziali è spesso arduo. Inoltre per gli assicurati, ossia i lavoratori dipendenti, l’adesione a una cassa pensione è una decisione quasi automatica. Si risponde a un annuncio di ricerca del personale, si fanno colloqui, si discute la funzione e il salario e alla fine si finisce per essere assicurati a una forma previdenziale con delle condizioni prestabilite, a cui magari si apporta pure il capitale di libero passaggio già accumulato. Tuttavia, tra le domande che vengono poste al momento dell’assunzione, i parametri relativi alla Cassa pensione dovrebbero essere compresi. Ci si dovrebbe infatti informare su una serie di parametri che permettono di capire a chi si sta affidando la propria pensione. Anche il datore di lavoro, spesso, risolve la questione previdenziale in maniera passiva, pur costituendo un elemento importante del rapporto contrattuale. Per il collaboratore è una parte significativa della remunerazione diretta, i contributi, e indiretta, la remunerazione dei contributi accumulati; per l’impresa, invece, un modo per attrarre personale qualificato. Per questi motivi e per il peculiare interesse per la materia mi trovo spesso a chiedere informazioni ad amici o conoscenti in merito alle caratteristiche della loro Cassa pensione. Inizio sempre con: Quanto ha fatto la tua Cassa l’anno scorso? 18 · TM Novembre 2023

In questo caso si parla della performance realizzata. A questa domanda quasi tutti hanno una risposta. Anzi a volte si crea quasi una competizione per vedere chi ha guadagnato di più nell’anno. In realtà la performance di una forma previdenziale non corrisponde a quanto accreditato agli averi dell’assicurato, essendo la differenza spesso rappresentata dalla quota che la forma previdenziale destina alle riserve contabili, spesso necessaria per far fronte a possibili performance negative. Iniziata la conversazione passo frequentemente alla seconda domanda: Sì,

«Il tasso di copertura, che si esprime in percentuale, è il parametro più importante di una struttura previdenziale. Dice se ci sono abbastanza soldi (gli attivi), per soddisfare le prestazioni promesse (gli averi degli assicurati attivi e le pensioni da erogare)»

d’accordo, la tua performance è migliore (nel caso), ma quanto ti hanno accreditato? Qui le risposte si diradano. Solo i più attenti si cimentano nell’analisi del certificato previdenziale per vedere quale sia stata l’effettiva remunerazione dell’anno. Peccato, perché il certificato previdenziale riassume una serie di informazioni molto interessanti per la pianificazione futura. Si vede l’accredito dei contributi, degli interessi e la proiezione della pensione o del capitale al momento del pensionamento. Ci si può dunque fare un’idea su come si andrà in pensione. Rimane il fatto che una Cassa in salute normalmente ‘paga’

Fabrizio Ammirati, Vicedirettore di Banca del Ceresio.

di più rispetto a una meno sana. Dopo le premesse, l’ipotetico dialogo previdenziale si fa molto intrigante, perché mi spingo a investigare quanto sana sia la forma previdenziale dell’interlocutore attraverso una domanda molto diretta: Che tasso di copertura ha la tua cassa? La domanda, oltre a essere di fondamentale importanza, presuppone la lettura del bilancio del fondo pensione. Ma chi va a leggere il bilancio? In pochi. Eppure è il parametro più importante di una struttura previdenziale. Dice, in sostanza, se ci sono abbastanza soldi (gli attivi), per soddisfare le prestazioni promesse (gli averi degli assicurati attivi e le pensioni da erogare). Il tasso di copertura si esprime in percentuale e sopra il 100% significa che la Cassa ha abbastanza attivi per soddisfare gli impegni. Il tasso non è solo importante per valutarne la solidità, ma anche per capire quanto la stessa è capace di remunerare il capitale. Infatti più alto è il valore del tasso di copertura e più vicino al livello obiettivo, più alta è la probabilità che la remunerazione annua degli averi sia superiore al minimo di legge. L’ipotetica conversazione potrebbe proseguire all’infinito, volendo si possono chiedere informazioni sul tasso tecnico utilizzato, sul tasso di conversione attuale e prospettico sulla quota sovra obbligatoria degli averi previdenziali, sul rapporto tra assicurati attivi e pensionati, sull’asset allocation strategica... Ma domande di questo genere si possono fare solo durante le pause caffè dei seminari dedicati, in altri contesti non è evidentemente opportuno.



opinioni/lo studio legale

Straordinarietà e rischio Con una sentenza dello scorso 30 agosto, il Tribunale federale ha chiarito un importante aspetto inerente al rischio aziendale in relazione alle chiusure decretate durante la pandemia.

S

enza voler oggi troppo rievocare uno dei momenti più difficili e grigi della nostra storia recente, appare utile porre brevemente l’attenzione su quanto statuito dall’Alto Tribunale federale con sentenza attraverso deliberazione pubblica del 30 agosto 2023 (4A_53/2023, la cui motivazione scritta non è ancora stata redatta), laddove - in poche parole - è stato stabilito che, in caso di chiusure aziendali decretate dall’autorità pubblica per combattere il coronavirus, il datore di lavoro non è tenuto a continuare a versare il salario agli impiegati, se la perdita di salario non è coperta dall’indennità per lavoro ridotto. Innanzitutto, prima di entrare maggiormente nel merito di quella puntuale fattispecie, il primo spunto è di carattere temporale e di reazione di dottrina e giurisprudenza a determinati accadimenti straordinari. Come infatti spesso succede, anche in momenti caratterizzati da urgenza e instabilità, sia sociale, sia giuridica, non vi sono purtroppo - ma è inevitabile che sia così - linee guida giuridiche granitiche, ma piuttosto delle norme, si spera almeno basate su buon senso, coerenza del diritto e pragmatismo, da interpretare e applicare in base alla situazione di fatto, quindi con successiva evoluzione e impatto potenzialmente ancora da definire. Esempio ne è questo caso, laddove oltre tre anni dopo gli accadimenti, con una crisi sociale e sanitaria percepita ormai lontana, vengono definiti dei parametri giuridici sicuramente determinanti per quel momento storico, forse ora vissuti nello specchietto retrovisore, ma da non dimenticare anche in ottica futura. Come si può ben apprendere dal comunicato stampa rilasciato dal medesimo 20 · TM Novembre 2023

Tribunale, il caso concerne tre docenti di una scuola privata del Canton San Gallo, i quali nel gennaio 2020 hanno disdetto il proprio contratto di lavoro con effetto a partire da fine agosto 2020. A metà aprile, in piena emergenza sanitaria, la datrice di lavoro li ha informati della sospensione delle attività scolastiche nell’ambito delle misure decretate dall’autorità pubblica per combattere il coronavirus, con precisazione che il loro salario sarebbe stato ridotto proporzionalmente al lavoro non effettuato, ciò che la datrice di lavoro ha poi effettivamente applicato. Una particolarità della fattispecie in esame sta nel fatto che, ritenuto come i tre docenti interessati avevano già rassegnato le dimissioni, non era più possibile pretendere, e quindi ricevere, una corrispondente indennità per lavoro ridotto. L’iter procedurale in prima e seconda istanza ha visto, dapprima il Tribunale distrettuale di San Gallo e il Tribunale cantonale poi, accogliere l’azione dei tre dipendenti, con ingiunzione alla datrice di lavoro di versare i salari arretrati. La motivazione è stata piuttosto semplice, ovvero che la chiusura di un’attività rientra nel rischio aziendale, pertanto i tre docenti avevano diritto alla continuazione del pagamento del salario. Il Tribunale federale è stato però di altro avviso e, seppur abbia condiviso che la dottrina è concorde nell’affermare che una chiusura aziendale decretata dall’autorità non rientri nella sfera di rischio degli impiegati, ha pure indicato che non era tuttavia manifestamente intenzione del legislatore far ricadere necessariamente sui datori di lavoro qualsiasi rischio non attribuibile ai lavoratori. In questa interessante analisi, l’Autorità giudicante di terza e ultima istanza ha precisato che rientrano nella sfera di ri-

Marco Robbiani, avvocato e notaio, studio legale Barchi Nicoli Trisconi Gianini, Lugano.

schio aziendale, quindi del datore di lavoro, motivi inerenti alla persona del datore di lavoro, ma non invece motivi oggettivi che concernono tutti allo stesso modo, e quindi non solo specificamente il datore di lavoro stesso. Tra questi motivi oggettivi, quindi esterni alla sfera di rischio aziendale, sono già stati in passato riconosciuti i disordini bellici o le misure d’economia di guerra. In ragione di quanto sopra, e a mio modo di vedere correttamente, è quindi stato definito che anche le chiusure aziendali decretate dall’autorità per combattere il coronavirus sono da considerarsi un motivo oggettivo, poiché coinvolgevano tutti e i datori di lavoro si sarebbero esposti a rischi legali notevoli se si fossero opposti alla misura disposta dall’autorità. Da ciò, l’Alto Tribunale federale desume quindi sia un dovere di competenza della Confederazione, ad esempio con l’utilizzo dello strumento del lavoro ridotto, compensare laddove possibile gli svantaggi economici subiti dai lavoratori a causa delle chiusure aziendali decretate. Per dovere di cronaca, è altresì corretto indicare che Tribunale federale, accogliendo il ricorso della datrice di lavoro, non ha chiuso definitamente la procedura, ma ha rinviato il tutto per nuovo giudizio al Tribunale cantonale sangallese, il quale dovrà ancora chiarire se a suo tempo sarebbe stato possibile svolgere comunque tutte le lezioni, ad esempio online, evitando così di fatto una riduzione dell’attività aziendale nonostante le chiusure decretate. Questo sì, era compito del datore di lavoro.


Il Gruppo VECO festeggia i 50 anni di una storia nata a Lugano il 3 ottobre 1973. In 50 anni di relazione con clienti, banche, fiduciarie, avvocati e partner abbiamo compreso come la fiducia sia la ricchezza più importante su cui investire. Siamo pronti ad affrontare con esperienza, consapevolezza, determinazione ed entusiasmo le nuove sfide che ci accompagneranno nel prossimo futuro.

Oggi. Domani. Sempre.


opinioni/l’esperto di telecomunicazioni

Se poi però non sono io Se ne dibatte. Il rischio di singolarità tecnologica non è più allarmante di una dipendenza dalla tecnologia che potrebbe atrofizzare l’umana crescita cognitiva. Che fare?

Q

uesto non sono io. È l’avvertimento con cui una persona di mia conoscenza ha pubblicato un articolo sui social media. Sopra la didascalia, in un video appare il volto a me noto dell’autore dell’articolo che illustra i servizi offerti dalla sua azienda in un insolito ‘Hochdeutsch’. Stupito, leggo l’articolo in cui il protagonista del video spiega, con dovizia di particolari, di aver prodotto il video in questione grazie a una soluzione di intelligenza artificiale generativa, a cui ha fornito la propria immagine, la voce e i testi del sito internet della sua azienda. Che meraviglia - ho pensato. Salvo, un attimo dopo, immaginare scenari futuri, tanto spettacolari quanto inquietanti. Sì, perché il mio conoscente, concentrato sulla dimostrazione di quanto la tecnologia stia evolvendo in un lasso di tempo brevissimo, si è sentito in dovere di avvertire che il protagonista del video sembra lui ma non lo è. Il dubbio, affiorato subito dopo il mio entusiasmo iniziale, ha generato una riflessione: tante altre persone, concentrate sull’espansione delle proprie capacità oratorie e linguistiche, non avvertiranno invece che il loro video è un artefatto. Che futuro ci attende se ciascuno di noi potrà elaborare un alter ego con conoscenze pressoché illimitate e capacità linguistiche e oratorie espanse? Cosa ne sarà del talento e del sacrificio formativo che molti di noi hanno compiuto per tanti anni della propria vita? La democratizzazione artificiosa delle competenze non rischia di portarci all’appiattimento delle capacità individuali e di conseguenza, prima o poi, all’annientamento della creatività e dell’ingegno umano così come li intendiamo oggi? In un articolo pubblicato in questo titolo, 22 · TM Novembre 2023

qualche mese fa, abbiamo elencato alcuni esempi che dimostrano l’uso ‘buono’ dell’intelligenza artificiale. Si tratta di casi in cui dalla capacità analitica e di elaborazione degli algoritmi, può derivare un supporto decisivo all’essere umano. Del resto, affrontando il tema della trasformazione digitale applicato all’industria, nella quinta fase della rivoluzione industriale si parla di robotica e intelligenza artificiale a supporto dell’essere umano il quale, superati i preoccupanti scenari che preco-

nizzavano la sua sostituzione con i robot, torna a occupare la scena da protagonista coadiuvato da squadre di aiutanti digitali. Ma cosa succede quando il presunto aiuto induce l’essere umano a rinunciare all’uso delle proprie capacità? Ammettiamo ad esempio che la guida autonoma sia più sicura di quella umana, che determinati calcoli siano più precisi, che la sicurezza in casa e sul posto di lavoro affidata alla tecnologia sia più affidabile rispetto al controllo umano e che potersi esprimere in qualsiasi idioma presente sul pianeta possa favorire la coesione tra popoli. Quante attività saremo portati a

Carlo Secchi, Head of Sales Ticino di Sunrise Business.

dimenticare? Quale possibilità di crescita cognitiva ci rimarrà? Qualche anno fa si è tenuto un evento in cui, incluso tra gli organizzatori, ho assistito ad un appassionato dibattito sulla ‘singolarità tecnologica’ ovvero sul momento in cui, in un ipotetico futuro, le macchine prenderebbero il sopravvento sull’uomo. Nell’immaginario collettivo, si pensava allora a macchine senzienti che avrebbero dominato il pianeta. Scene già viste in diversi film di fantascienza. Ma il pericolo per il genere umano potrebbe essere diverso, costituito da una tecnologia da cui diventiamo sempre più dipendenti e che rischia di atrofizzare la nostra crescita cognitiva. È già successo, se pensiamo alla semplicità dei calcoli che affidiamo alla calcolatrice dei nostri smartphone. Nel frattempo, dopo le prime discussioni nell’ambito del diritto d’autore, l’Ai generativa ha finalmente destato l’attenzione dei ‘grandi’ della terra (politici, dirigenti e pensatori) che si sono riuniti lo scorso ottobre a Bletchley Park (sede del gruppo di lavoro guidato da Alan Turing, colui che aveva decifrato la criptografia della macchina ‘Enigma’); tuttavia, non sono riusciti a sintetizzare una presa di posizione comune. La comunità tecnologica è divisa tra chi teme che l’intelligenza artificiale possa spazzare via l’umanità e chi ritiene esagerate queste paure esistenziali, riconoscendo però un pericolo più immediato rappresentato dall’eccesso di disinformazione e dalle possibili ripercussioni sulle prossime tornate elettorali. Pensandoci bene, non è però detto che le due ipotesi si escludano a vicenda.


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cover/finanza

a cura di Federico Introzzi

Quando il cliente si fece Sole L’industria del Wealth Management sta cambiando rapidamente pelle, al pari della sua clientela, è infatti in atto un processo che vedrà in pochi anni il passaggio di consegne alle generazioni successive delle fortune accumulate nel corso dell’ultimo mezzo secolo. Un processo che vede Svizzera e Occidente al centro della scena. Le generazioni più giovani rivendicano un ruolo inedito nella storia, ed è bene che l’industria entri nel giusto mood.

T

radizionalmente se si pensa al Wealth Management, o anche soltanto all’amministrazione di patrimoni di una certa dimensione, con dunque tutte le complicazioni del caso, almeno sino a qualche anno fa sarebbe venuta altrettanto facilmente in mente la Svizzera, con la sua tripartita Piazza. Nonostante dai primi anni Duemila sia iniziato un lento processo di erosione dell’aura di invincibilità che l’industria finanziaria elvetica si era costruita nei decenni precedenti, sotto molti aspetti rivaleggiando anche con i giganti di Wall Street, la Confederazione rimane leader mondiale nell’amministrazione di patrimoni transfrontalieri, e pur dovendo temere oggi la concorrenza di sempre più agguerriti Hub esteri, come l’astro di Singapore in Asia, tautologicamente la Svizzera è ancora la stessa. 24 · TM Novembre 2023

I punti di forza elvetici che la tradizione ha ampiamente snocciolato nell’arco dell’ultimo mezzo secolo di fervente attività sono noti, e nonostante alcuni siano venuti ormai meno, altri sono stati reinterpretati e riletti alla luce di un mondo moderno completamente diverso dal Dopoguerra, ma in cui domanda e offerta non sono poi così evolute. Del resto, se i bisogni delle persone non si sono stravolti nel corso dei secoli, pur assumendo priorità differenti, è anche vero che la causa prima di tutto sia nota: le persone sono sempre le stesse. Si susseguono le generazioni, certo, ma dovendo andare a caccia di differenze, cosa è davvero cambiato? Lato cliente, spostando le lancette a qualche anno fa, non molto. La famiglia tradizionale è andata certamente sfoltendosi, quella ‘allargata’ si è invece velocemente ampliata grazie a frequenti

‘acquisizioni’. Sotto molti aspetti si potrebbe affermare che tutto stia rientrando nei ranghi, in questo caso romani, dopo un’ubriacatura durata diversi secoli. Al pari del tempo il patrimonio rimane nelle mani del capostipite, molto spesso sino all’ultimo, ma diversamente da allora le pratiche successorie si sono complicate. Lato gestore, dunque chi questo patrimonio dovrebbe gestirlo, e farlo rendere abbastanza da coprire le necessità della famiglia più o meno allargata che sia, qualcosa è invece sicuramente cambiato. Geograficamente negli ultimi anni si è tornato ad avvicinare al cliente finale, ha dunque lasciato per alterne vicende la Svizzera nel caso di molti, dialoga molto più spesso con il suo assistito e cerca di relazionarsi anche con la generazione successiva con crescente interesse, dopo aver ‘aggiornato’ e migliorato la sua offerta di


servizi. Ma come se la sarebbe cavata l’antenato di questo gestore? A dipendenza del secolo la sua fisionomia, e per certi versi anche la sua specializzazione, sarebbero radicalmente cambiate, a fronte di un mutamento ancor più radicale dei mercati di riferimento in cui avrebbe operato. Un primo dato importante, da non dimenticare, è che un ricco senatore romano, e dunque spesso anche generale, come potrebbe essere il caso di Publio Cornelio Scipione (Africano), non si sarebbe mai rivolto a un suo pari. I costumi dell’epoca proibivano categoricamente alle classi più alte, e la Gens Cornelia era tra le più nobili e antiche di Roma, di gestire il proprio patrimonio, che gli usi invece volevano fosse interamente investito in immobili e tenute agricole. Dunque quale sarebbe stata la funzione di Marco Licinio Crasso, il potenziale gestore di Scipione? Crasso in quegli anni sarebbe stato con ogni probabilità un astuto e rispettato mercante appartenente al ceto equestre, dunque un medio borghese, ma incredibilmente benestante, spesso molto più del suo ‘cliente’. Il tipico pragmatismo latino avrebbe spinto Scipione a trovare, e in fretta, entrate stabili per fronteggiare spese esorbitanti derivanti dal suo status sociale, prima di finire in miseria. Altra eventualità abbastanza frequente. Il rendimento da immobili era tra i più bassi dell’epoca, si sarebbe dunque rivolto a Crasso perché, solo sotto anonimato, gli investisse una parte del patrimonio in mercati pubblici, dunque azioni od obbligazioni, o privati, Private Debt o Equity, ad esempio qualche redditizio affare in un mercato di frontiera, ancora vergine della dominazione romana. Partecipe del segreto, oltre ai due interessati, il banchiere di Publio, noto per la discrezione. In periodo monarchico, quando Roma si stava ancora affermando, Crasso sarebbe stato inevitabilmente un cittadino romano, e avrebbe con ogni probabilità investito nelle regioni vicine, in particolare nella Magna Grecia, dunque nel meridione della Penisola e in Sicilia. A distanza di pochi secoli avrebbe assunto nazionalità italica, ma con residenza molto probabilmente a Roma, e già attivo nella Spagna orientale, nel sud della Francia e nel Nord Italia. Nel corso del I a.C. tutto sarebbe stato stravolto. Il discendente di Crasso sarebbe stato molto probabilmente un immigrato greco, con attività

Le principali rotte commerciali dell’impero romano

Principali città Campi legionari Arterie comm.

L’epopea di Roma

nell’intero bacino del Mediterraneo, e con succursali concentrate in Medio Oriente. Anche le banche depositarie si sarebbero mano mano allontanate dall’Italia, al pari degli investimenti, sempre più finanziariamente sofisticati e arditi, risalendo ad esempio le vie della seta, ma difesi da un Impero che nel frattempo era nato. A prescindere dal secolo, se la relazione tra cliente e gestore continua ad avere un che di mistico o alchemico, domanda e offerta dei servizi proposti nella loro essenza non sono cambiati. Hic, et nunc. A distanza di diversi secoli, nella medesima area geografica, qualche ulteriore sviluppo c’era già stato, ben prima di arrivare alle molte noie del XX secolo, ma proprio questo evidenzia anche una prima domanda: cos’è il Wealth Management? Che fine hanno fatto il Publio e il Crasso di allora? «È in seguito al tramonto dell’era napoleonica, dunque al Congresso di Vienna nel 1815, che contestualmente al riconoscimento internazionale della neutralità elvetica

■ 218 a.C. ■ 133 a.C. ■ 44 a.C. ■ 14 d.C. ■ Dopo il 14 d.C. ■ 115-117 d.C.

Materie prime: ● Oro ● Zolfo ● Argento ● Carbone ● Rame ● Piombo ● Legname ● Stagno ● Ferro

L’antesignano romano dell’attuale Gestore patrimoniale sarebbe stato un mercante, intraprendente e riservato, in grado di far fruttare fortune altrimenti sterili.

le banche svizzere hanno iniziato a ritagliarsi un ruolo nella gestione patrimoniale, attraendo capitali dal resto d’Europa. E a distanza di due secoli resistono ancora nella Top10 mondiale. Il Wealth Management non è dunque un concetto nuovo, è stato reso popolare agli inizi del Novecento da Goldman Sachs e Morgan Stanley per segregare i loro clienti finanziari regolari da quelli privati benestanti», esordisce così Elena Guglielmin, Cio di Ubs Wealth Management. Nel corso degli ultimi anni, con un’accelerazione agli inizi del nuovo millennio, i cambiamenti sono andati poi moltiplicandosi, spingendo l’industria a evolvere. «La concorrenza all’interno del settore è aumentata esponenzialmente, e in tempi Novembre 2023 TM · 25


«La Svizzera continua a essere la culla perfetta per il Wealth Management del nuovo millennio, è una giurisdizione accogliente, efficiente e solida, ma naturalmente predisposta all’innovazione. Chiunque oggi voglia fare Wealth Management non può non prenderla almeno in considerazione» Andrea Ferraretti, Presidente e fondatore di Riva Reno Fiduciaria

Cambia il vento I principali Hub di capitali crossborder (dati in usd trl, salvo eccezioni)

Svizzera Hong Kong Singapore Stati Uniti Regno Unito Isole del Canale e Isola di Man Emirati Arabi Uniti Lussemburgo Isole Cayman Bahamas

2017

2022

2027

2.1 1.2 0.9 0.9 0.7 0.6 0.4 0.4 0.3 0.3

2.4 2.2 1.5 1.1 0.9 0.6 0.5 0.5 0.4 0.4

2.8 3.1 2.3 1.3 1.0 0.7 0.8 0.6 0.5 0.4

Rank. ‘27 2 1 3 4 5 7 6 8 9 10

Cagr 22-27 3.0 7.6 9.0 3.6 2.6 2.2 9.6 3.1 4.0 4.3

Regione di riferimento ‘22 Europa Occ. Asia (ex. Jap) Asia (ex. Jap) Latam Europa Occ. Europa Occ. Medio Oriente Europa Occ. Nord America Nord America

Fonte: Bcg Global Wealth Report 2023

Top10 Paesi di residenza degli Uhnw Distribuzione globale della popolazione, e del relativo patrimonio (dati in usd) Ranking

Paesi

Popolazione di Uhnw

Patrimonio Tot.

Patr. medio

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Usa Cina Germania Giappone Hong Kong Uk Canada Francia Svizzera Italia

121,465 51,145 19,870 16,585 15,235 14,885 13,060 12,150 9,090 8,500

13.4 trl 5.6 trl 2.2 trl 1.4 trl 1.0 trl 1.1 trl 1.1 trl 1.2 trl 1.0 trl 1.1 trl

110.4 mln 109.6 mln 112.0 mln 85.1 mln 64.1 mln 76.9 mln 87.4 mln 102.4 mln 106.4 mln 126.4 mln

Fonte: World Ultra Wealth Report 2022

Dati alla mano quelle che erano certezze restano tali, e dunque la Svizzera resta al vertice quale Hub di gestione dei patrimoni crossborder, ma non mancano anche alcune sorprese, ad esempio in termini di classifica dei Paesi di residenza della popolazione Uhnwi. Italia e Germania si confermano saldamente al comando per patrimonio procapite, inseguite dai soliti nomi. 26 · TM Novembre 2023

molto ristretti, segnando una netta cesura con il passato. Oggi sul mercato si confrontano direttamente grandi operatori, emanazioni spesso di istituti finanziari globali, con realtà nuove e giovani, ma proprio per questo atavicamente efficienti e ricche di nuove idee. La spinta a declinare una nuova dimensione per il Wealth Management viene proprio dagli indipendenti, che per primi ne hanno colto il senso più moderno, in cui a contare è

il patrimonio nella sua interezza, e non la sua sola componente bancabile, e in cui il vero protagonista è il cliente. È così che Family Office, Club deal, Spac, Trustees, fiduciarie… si sono imposti», rileva Andrea Ferraretti, Presidente e fondatore di Riva Reno Fiduciaria. Se da un lato si è dunque avvertita forte la necessità di riconsiderare alcune definizioni del passato, dall’altro a essere cambiata è anche l’arena, e le regole del gioco, in cui tali operatori sono chiamati a confrontarsi. «L’evoluzione che ha toccato i servizi offerti dall’industria finanziaria, a partire da quella elvetica, elevandoli a uno status analogo a quello di beni raffinati e di lusso, è andato a innescarsi però in una fase di già profondo cambiamento, e tra gli altri aspetti di un’importante riduzione dei margini. Maggior concorrenza e margini più bassi non possono che spingere a una rapida razionalizzazione dei costi, e quindi al consolidamento dell’industria. Tutto questo unito alla legittima richiesta di servizi migliori da parte del cliente, che ha alzato e di molto l’asticella, implica investimenti in capitale umano e tecnologie che nei fatti hanno mandato fuori mercato un numero importante di operatori, assorbiti da realtà più efficienti», mette in evidenza Giovanna Lagutaine, Managing Director di Rothschild&Co. A cosa porti il consolidamento, almeno letterale, dell’industria non è però così scontato. «Sono molti i fattori che sono andati a fare pressione sui costi, dallo scambio di informazioni all’aumento di controlli e regolamentazione, dalla vigilanza alla tecnologia. Il numero di istituti attivi, ad esempio in Svizzera, è dunque diminuito, compensato solo parzialmente dalla crescita di altri operatori. Al capitale umano oggi vengono richieste più competenze, flessibilità e adattabilità, a fronte però di una diminuita sicurezza. Questo ha spinto gli operatori a diversificare servizi e mercati, personalizzando quanto offerto in esclusiva alla clientela più facoltosa, sia in termini di advisory che discretionary. A modo loro Esg, digitalizzazione, private market, cryptovalute e Ia hanno la stessa funzione, sono strumenti interessanti per differenziarsi, creando se possibile efficienze», prosegue Severino Pugliesi, Ceo di Lagom Family Advisors. Sono molti i modi in cui possono essere create le efficienze necessarie a far quadrare i bilanci, alcune migliori di altre. «L’estrema complessità dei mercati


finanziari oggi impone una certa sofisticazione anche dei prodotti, e maggiori competenze degli addetti, per quanto in molti casi sia una semplice scusa per gonfiare i margini. Nessuno ha inventato l’acqua calda, quanto viene oggi proposto standardizzato, nel 2005 era offerto da Jp Morgan ai suoi clienti più sofisticati. Se la strada maestra per compensare il calo dei margini è l’efficienza, questa può essere ottenuta standardizzando, cercando scalabilità. Il 2008 ha offerto la scusa perfetta, è infatti nell’interesse della stabilità del sistema, dunque del regolatore, ma anche dei margini del sistema finanziario, e del calo dei rischi, ma non del cliente. Solo gli Uhnwi sono ancora liberi di agire, ma se nel 2005 per esserlo era sufficiente un patrimonio di 5 milioni di dollari, già oggi siamo sopra i 50, e si arriverà a superare i 100», sottolinea Gabriele Gallotti, Ceo di Novum Capital Partners. Il vero spartiacque di molte cose è stato proprio il 2008, l’alibi perfetto per accelerare tendenze in atto forse da diverso tempo. «Improvvisamente divenne evidente a tutti che sia gli individui che le aziende avessero bisogno di molta più consapevolezza, e dunque conoscenza, nella gestione del proprio patrimonio. Si sono dunque imposti trend ancora oggi in essere: l’evoluzione digitale, una stringente attenzione alle normative, un radicale cambiamento nei comportamenti e nelle richieste dei clienti. Le banche sopravvissute alla Crisi hanno cambiato le proprie priorità strategiche, adeguando molto spesso i business model per recepire le lezioni imparate dagli errori di quel recente passato», chiosa il Cio di Ubs. Wealth che? Dunque standardizzazione nel caso dei più grandi, totem aggirabile dai più piccoli, a loro volta confrontati con altri problemi. Quale l’alternativa? «Il tema dei margini non è un’esclusiva dell’industria finanziaria, ma al pari di altrove anche nel nostro caso la tecnologia può aiutare a efficientare. Offrire servizi nuovi, e a più alto valore aggiunto, è il passo successivo, nell’ottica di rafforzare ulteriormente la fidelizzazione della clientela. È per questo che negli ultimi anni, sulla scia dei grandi istituti, anche i gestori indipendenti hanno iniziato a offrire servizi di Wealth Planning, soluzioni che soddisfano tali requisiti», nota Alida Carcano, Managing Director di Bg Valeur. Come in molti altri casi, la Svizzera si conferma essere un interessante mercato

«Tanti anni fa il rapporto tra gestore e cliente aveva un che di sacrale, era la stessa persona a seguire per decenni quel dato cliente, ne era il ‘confessore’, si sviluppava un rapporto di sincera amicizia e fiducia, in alcuni casi analogo a una parentela. Un bravo consulente poteva tutto» Alfonso Rivolta, Group Head Wealth Solutions di Pkb Private Bank

Gli Uhnwi nel mondo Distribuzione della popolazione (unità) e dei patrimoni (trl usd)

$16,47 -4.3% Nord America

$12,13 -10.6% Asia 108,370 -10.9%

Europa $11,73 -7.1% 100,850 142,990 -7.1% Middle East -4.0% 21,640 15.7% 5.5% Africa America Latina e Caraibi $2,70 3,020 11,560 13.0% -4.4% 17.5% $0,36 $1,43 -3.9% 13.8%

Pacific 6,640 -4.6%

395,070 Popolazione Uhnw -5.4% sul 2021 $45,43 Patrimonio totale -5.5% sul 2021

$0,59 -4.2%

Fonte: World Ultra Wealth Report 2023

Le metropoli preferite dagli Uhnwi Ranking globale e confronto con gli anni precedenti Londra

4 12

Francoforte 22 17 Zurigo 14 7 Milano 16 13 Vancouver 24 20 Europa Monaco 6 6 Tokyo 15 8 Barcellona 5 11 New York 19 16 Shangai 8 3 Miami 10 18 7 14 Dubai 2 1 Tapei Hong Kong 3 4 Manila 20 21 Città del 21 22 18 24 Mumbai Messico Bangkok 11 15 1 5 Singapore Jakarta 12 19 San Paolo 9 12 Johannesburg 25 23 Sydney 17 9 Santiago del Cile 23 NA 13 10

Miglioram.

Invariato

Peggior.

Parigi

3 Ranking 2022

3 Ranking 2023

Fonte: Julius Baer

proxy delle tendenze in atto nell’industria. «Quando sono arrivato nel 2010 in Svizzera, il Wealth Planning era già una prassi consolidata, nota al cliente, e ben conosciuta dal consulente, mentre nella vicina Repubblica non era ancora entrato nei radar. Si tratta di un servizio fondamentale per il cliente, che sta tutto nel capire quali siano le sue vere esigenze, e dunque chi sia necessario coinvolgere per risolverle. L’idea tutta svizzera è di

La distribuzione della popolazione Uhnwi è molto difforme nel mondo, Nord America ed Europa restano le dimore preferite di sempre, ma specie nel caso delle giovani generazioni l’attrattiva di nuove metropoli inizia a farsi sentire, uscendo da molti consolidati schemi. La cavalcata degli Emergenti sta gettando un po’ di scompiglio, ma una rivoluzione non è iniziata, presto tornerà la calma. Novembre 2023 TM · 27


«In termini assoluti un deciso miglioramento dell’alfabetizzazione c’è stato, il problema è che in termini relativi questo miglioramento non si vede, il livello di sofisticazione dei mercati è oggi tanto più alto rispetto a 25 anni da spiazzare gli stessi operatori, dunque il gap si è ulteriormente allargato» Gabriele Gallotti, Ceo di Novum Capital Partners

mettere a disposizione del cliente il proprio know-how gratuitamente, sperando di poter poi guadagnare dalle successive richieste. Il cliente di una banca svizzera ha già maturato la consapevolezza di potersi rivolgere al proprio istituto per una consulenza, senza l’obbligo di dover acquistare un prodotto, che deriva da decenni di buone prassi, negli altri Paesi questo non c’è ancora, e forse non ci sarà mai», rileva Alfonso Rivolta, Group Head Wealth Solutions di Pkb Private Bank. Gli acciacchi del sistema bancario, e le molte pezze messe successivamente alla Grande Crisi, di fatto stanno con-

tribuendo nel ridimensionarne il dominio. A vantaggio inevitabilmente di qualcuno. «La Svizzera è il luogo ideale, una fucina d’innovazione, specie per gli indipendenti. È dove si stanno formando le giuste alchimie perché tali operatori possano dimostrarsi interessanti per una nuova tipologia di clientela, ma anche per consulenti e professionisti di lungo corso. La scommessa è che riescano, come sembra, ad attrarre giovani talenti, a offrire agli addetti ai lavori nuove prospettive e un approccio più moderno alla relazione con il cliente. Si tratta di trovare la quadra tra esperienze e professionalità indiscusse,

Segreta, non troppo L’ombra lunga della Crisi del 2008 ha assunto nel corso degli anni sfumature per certi versi sorprendenti e impreviste, soprattutto rispetto al da dove si partiva, e dagli obiettivi che ci si era prefissati. Ma sino a che punto è lecito stupirsi? «Quello che è sensibilmente palpabile è che negli istituti più grandi e strutturati ci si diverta molto meno che in passato, ossia che si apprezzi davvero il proprio lavoro, vivendolo come si sarebbe fatto sino a pochi anni fa. Oggi il timore è quello di sbagliare: il collaboratore perché perderebbe il lavoro; l’istituto perché perderebbe una reputazione costruita a caro prezzo. Ogni istituto deve avere nei confronti del mercato una postura irreprensibile e immacolata, trincerandosi dietro a molta più forma, sia nei confronti del proprio capitale umano, sia nei confronti del cliente, sia verso gli investitori», rileva Gallotti. Il maggior formalismo, per quanto ritenuto indispensabile, quali vincitori e vinti ha portato? «Sotto molti aspetti ad averci perso sono tutti, ma forse principalmente il cliente. I diritti che ha ottenuto sono molto meno rilevanti di quelli che ha perso, in primis la libertà di rivolgersi alla sua banca con una richiesta. Le regole sempre più stringenti che sono state introdotte nei fatti scontentano sia i collaboratori che i clienti, e hanno costretto gli istituti ad allestire fitte reti di controlli incrociati: una moderna forma di ‘polizia segreta’.

28 · TM Novembre 2023

forti competenze tecniche e un entusiasmo ritrovato, elementi che la Svizzera ha», prosegue il Presidente di Riva Reno. Se quanto a esperienza non c’è discussione, entusiasmo e competenze possono venire dai più giovani, e anche in questo la Confederazione ha diverse carte da giocare, come la forte immigrazione dimostra. Non mancano però i ‘considerando’. «Trattenere i giovani talenti è tra le più ardue delle sfide. Le figure Senior sanno cosa vogliono, e sono molto meno mobili ma più ‘sicure’, i Junior invece cambiano idea con una certa frequenza, e spesso non sanno cosa cercano. Il futuro dell’industria è nelle loro mani, una fortuna, dalla loro hanno infatti competenze tecniche invidiabili, oltre a una leggerezza nell’approccio alla materia tutte da ammirare. Ciononostante è terribilmente complesso investire in tali persone, per quanto anche necessario», riflette Gallotti. La Luna... Quello che per oltre mezzo secolo è stato l’indiscutibile Sole del comparto, il gestore, a fronte di una limitata concorrenza e uno scarso potere negoziale dall’altro lato della scrivania, nel corso degli ultimi anni si è trovato a ridimensionarsi fortemente. Ma quanto è cambiato? «Il cambiamento è un processo ancora in atto, tutti ne percepiscono la

Compliance Mi aspetto che i costi in 12 mesi... (% intervistati) 50%

50%

50%

40% 30% 20% 10% 0%

17% 5% 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023

Calino significativamente Calino leggermente Siano costanti Aumentino leggermente Aumentino significativamente Fonte: Thomson Reuters

Del resto all’interno di una banca sempre più grande e universale il peso specifico del singolo addetto è minore, ma è anche sufficiente che sia meno bravo di prima, dunque anche meno remunerato ma facilmente sostituibile, lasciando che sia l’istituto a supportarlo maggiormente, ad esempio tecnologicamente», riflette il Ceo di Novum. Mettere in piedi questa fitta rete di controlli ha richiesto tempo, l’onda è partita nel 2008, ma ha anche assorbito incredibili ammontare di risorse, in parte ottenute efficientando il servizio, che ha scontentato il cliente. Ciononostante non sembra il trend sia destinato a invertirsi, sia in termini di numero di nuove norme, sia dei costi per gestirle.


necessità, ma in molti casi non è ancora così chiaro il come. Lo svilupparsi di una concorrenza extrasettoriale, ad esempio da parte del FinTech e dei colossi del digitale, e il sofisticarsi delle esigenze della clientela lo rende inevitabile, obbliga l’industria a evolvere. Al gestore sono oggi richieste nuove competenze, tecniche e tecnologiche, ma anche gestionali e relazionali, che tengano conto di un contesto normativo impensabile sino a pochi anni fa. Il che implica continui investimenti nel capitale umano, in termini di formazione», nota il Ceo di Lagom. Un processo ancora in corso, con equilibri ben lungi dall’essersi assestati, ma con differenze già oggi macroscopiche. «Tanti anni fa il rapporto tra gestore e cliente aveva un che di sacrale, era la stessa persona a seguire per decenni quel dato cliente, ne era il ‘confessore’, si sviluppava inevitabilmente un rapporto di sincera amicizia e fiducia, in alcuni casi analogo a una parentela. Un bravo consulente poteva tutto, era in grado di spostare masse ingenti e portafogli importanti, ed è stata la fortuna degli indipendenti, e dunque della vitalità della Piazza. Altrove questo non c’è mai stato, e anche in Svizzera molto è cambiato, in alcuni casi sopravvive, ma non è paragonabile al passato. Oggi è tutto molto più fluido a prescindere dal fatto che sia in atto la staffetta generazionale», precisa l’esperto di Pkb. Anche in questo caso lo scarto tra forma e sostanza sta diventando importante, con differenze sostanziali tra diverse tipologie di cliente. «Proprio per ridimensionare il ruolo del consulente, sono le banche per prime a incentivare il ricambio, ponendo tutta una serie di vincoli anche alla mobilità del cliente, la cui domanda è molto cambiata. Il gestore non è cambiato abbastanza, né per competenze né in mentalità, e una buona parte degli operatori è bullish per definizione, non ha mai vissuto la vera normalità del mercato, che da oltre 15 anni è addomesticato dalle Banche Centrali. Per molti versi l’eccesso di formalismo introdotto ha anche fatto perdere, almeno parzialmente, la capacità di ascolto del cliente, e dunque anche di comprensione delle sue reali esigenze, in una fase in cui queste si stanno invece sofisticando», prosegue il Ceo di Novum. Il testimone. Il profondo cambiamento in atto in molte dimensioni del mondo moderno va a convergere in una fase altrettanto critica di avvicendamento tra

«Siamo passati da un’industria costruita sul segreto bancario, a una in concorrenza con il resto del mondo ‘alla pari’. Professionalità, competenze e tradizione ci hanno consentito di reggere l’urto, e ripartire dal vertice. E il Private Banking è evoluto in un prodotto sofisticato e di lusso» Giovanna Lagutaine, Managing Director di Rothschild&Co

La ricchezza globale

L’apice della piramide

Distribuzione per fasce di patrimonio (usd)

Distribuzione per fasce di patrimonio (usd)

59.4 mln (1.1%) 208.3 trl (45.8%) >1 mln Da 100k a 1 mln

Da 10k a 100k

<10k

>50 mln

642 m 178.9 trillion (39.4%) (12.0%)

243,060

Da 10 a 50 mln

2,510,320

Da 5 a 10 mln

5,087,930

61.9 trl 1,844 mln (34.4%) (13.6%)

2,818 mln (52.5%)

Per fascia

5.3 trl (1.2%) % del tot. globale

Da 1 a 5 mln

51,549,760

Per fascia

Nr. adulti

Nr. di adulti (e % popolazione globale) Fonte: Global Wealth Report, Ubs 2023

Fonte: Global Wealth Report 2023, Ubs

Distribuzione della ricchezza Composizione regionale della distribuzione della ricchezza nel 2022 (% tot) 100% America Latina

90% 80%

Nord America

Africa

70%

Europa

60% 50%

Cina

India

40% 30% 20%

Asia Pacifica

10% 0%

10

20

30

40

50

60

70

80

90

95

99 100 Per percentile

Fonte: Global Wealth Report 2023, Ubs

generazioni molto diverse tra loro. Una coincidenza, certo, ma significativa e che complica ulteriormente i giochi. «Se a essere cambiato è il settore, e dunque a doversi adeguare sarà il gestore, sono in atto importanti cambiamenti anche tecnologici e sociali. Quello che in gergo viene definito The great wealth transfer, il trasferimento alle nuove generazioni dei patrimoni delle precedenti è solo iniziato. I più giovani stanno ereditando le fortune

La distribuzione della ricchezza globale resta particolarmente problematica, con un lento ma costante ingigantirsi delle disuguaglianze, senza particolari differenze tra regioni. Sono i grandi patrimoni, particolarmente concentrati, a poter beneficiare in larga misura di servizi finanziari sofisticati, e ancora personalizzati, dinamica che non si arresterà. Novembre 2023 TM · 29


«Per preservare i rapporti d’affari oggi in essere, è fondamentale iniziare a relazionarsi con la generazione successiva, idealmente si dovrebbe partecipare alla sua ‘formazione’ finanziaria e patrimoniale, iniziando in tale occasione un dialogo costruttivo» Severino Pugliesi, Ceo di Lagom Family Advisors

Gli Uhnwi Background professionale della popolazione (in % del totale) Uhnw Imprenditori

Uhnw Manager

Finanza

Finanza

Beni e servizi di consumo 13.1% Immobiliare 6.6% Non-profit e sociale 7.2% Tecnologia 6.7% Hotellery e tempo libero 6.1% Salute 5.1% Agroalimentare 3.7%

25.3%

Uhnw eredi Non-profit e sociale

Beni e servizi di consumo 11.5% Immobiliare 7.5% Manifatturiero 5.6% Tecnologia 4.8% Conglomerati industriali 3.7% Agroalimentare 4.5% Salute 4.7%

25.5%

22.1%

Finanza

12.0% Beni e servizi di consumo 10.4% Immobiliare 7.4% Agroalimentare 5.6% Manifatturiero 6.7% Conglomerati industriali 4.7% Hotellery e tempo libero 4.7%

Fonte: World Ultra Wealth Report 2023

Gli Uhnwi negli Emergenti Occupazione della popolazione Uhnwi (51.145 unità) cinese (in % tot) Imprenditori di I generazione

25

Top Manager di aziende e multinazionali

16

Altri manager

15

Imprenditori di II generazione

12

Liberi professionisti

12

Vedove ed ereditiere Altri

11 8

Fonte: China Private Wealth Report, China Merchant Bank 2022

Tra Uhnwi le differenze non mancano a dipendenza della provenienza, e questo porta a differenze culturali delle più notevoli. Lungo il percorso di evoluzione delle industrie della finanza nazionali, molte pietre miliari gli Emergenti non le hanno ancora passate, e questo si ritrova anche nella domanda e offerta di servizi. Ciononostante non mancano i parallelismi e le somiglianze. 30 · TM Novembre 2023

accumulate dai baby boomer nel Dopoguerra; l’ambizione della nuova generazione è dimostrare la capacità di gestirle e accrescerle, investendo consapevolmente. Almeno in Occidente, il focus si è spostato dalla creazione della ricchezza, tipico dei più anziani, al conservarla e svilupparla, e in questo la finanza può dare il suo contributo, come i più giovani si aspettano», chiarisce l’esperta di Rothschild&Co. Tendenze in atto già da tempo, che

viaggiano dunque con il pilota automatico e vengono da lontano, che vanno a sommarsi tra loro. «L’effervescenza del settore, e il democratizzarsi di molti servizi sino a pochi anni fa inavvicinabili per molti, sta avvenendo in una fase fondamentale della ‘vita’ di un patrimonio, la sua trasmissione. I giovani investitori, e imprenditori, sono portati a inseguire nuove idee, agiscono secondo nuovi paradigmi frutto di competenze, cultura e desideri diversi dai loro genitori, con bene in mente una concezione, e dunque anche percezione, di ‘rischio’ ed ‘efficienza’ stravolte rispetto al passato; da qui la necessità di rinnovarsi profondamente per il settore e i suoi addetti, per abbracciare una nuova realtà», mette in evidenza Ferraretti. Sotto al termine ‘nuove generazioni’ si nasconde però una geografia molto varia e articolata, e in molti casi un unico interlocutore quale riferimento. «Si tratta di un tema fondamentale per la nostra Piazza, i cui clienti sono spesso in età avanzata, ma ancora con le redini saldamente in mano. Non è insolito che il gestore si trovi confrontato con tre o quattro generazioni diverse, le cui priorità, esigenze e linguaggio sono differenti. Secondo un’analisi di Credit Suisse entro il 2030 il 30% dei patrimoni internazionali saranno passati di mano, con una partecipazione femminile cresciuta esponenzialmente, l’industria sarà dunque molto sollecitata. Nell’immediato è però altrettanto fondamentale approcciare gli eredi per non trovarsi spiazzati, anche alla luce delle evidenze di molti studi: il livello di fedeltà della clientela nel corso del tempo si sta riducendo», sottolinea l’esperta di Bg Valeur. I numeri sul tavolo sono dei più notevoli, ma il processo è terribilmente in ritardo. Rischio od opportunità? «Sono in pochi ad aver davvero pianificato le modalità e le conseguenze di questa trasmissione, i possibili freni sono molti, dalle dinamiche familiari all’incertezza delle decisioni da prendere, in presenza di vincoli fiscali e civilistici obiettivi. Tali freni possono rivelarsi però un’opportunità per quegli operatori che sapranno facilitare il processo, con competenza. Per preservare i rapporti d’affari oggi in essere, è fondamentale iniziare a relazionarsi con la generazione successiva, idealmente si dovrebbe partecipare alla sua ‘formazione’ finanziaria e patrimoniale, iniziando in tale occasione un dialogo costruttivo, approfondendo tematiche


nuove e indagandone i potenziali desiderata», commenta Pugliesi. Ognuna delle rare occasioni di interazione dovrebbe essere sfruttata per portare avanti una discreta, ma chiave, ‘indagine di mercato’, gettando delle premesse. «È rilevante domandarsi quale tipo di servizio desiderino ricevere, e dunque come la figura dell’esperto debba evolvere. Un servizio più interattivo, legato a un contenuto tecnologico molto più marcato, e un’attenzione più pronunciata verso ambiti d’investimento Esg, dai risvolti più etici, appaiono quali evidenze imprescindibili, all’interno di una timida dinamica di riallineamento del ritorno finanziario con i principi valoriali del cliente. Al pari, il rapporto che ha con il consulente rimane imperniato direttamente sulla sua professionalità e competenza, e nella fiducia riposta indirettamente nell’istituto che rappresenta», prosegue Guglielmin. …il Sole. Se a essersi ribaltato è il mondo, anche il nuovo Sole del sistema, dunque il cliente, non può che essere cambiato, questo a prescindere dalla demografia. Ma quanto è cambiato rispetto alla Luna di oggi, il suo Sole? «Non cerca più un amico, ma un professionista competente che possa supportarlo in un universo, quello finanziario, complicatosi esponenzialmente. Ha aspettative diverse dai suoi genitori, si aspetta vicinanza e accessibilità soprattutto quando le cose non vanno bene, ma anche una certa lungimiranza e una fonte affidabile di informazioni, sia rispetto alle mode del momento, sia rispetto al più duraturo Esg. È più difficile forgiare il rapporto di fiducia, ma rimane la pietra angolare intorno cui costruire una relazione analoga nella sua sostanziale diversità a quella della generazione precedente, che ben altro domandava e necessitava», evidenzia Gallotti. Qualcosa di quello che è stato però sopravvive, e in molti casi è quello che può fare ancora la differenza. «Un bravo consulente deve dimostrare di avere empatia con il cliente, e questo viene forse anche prima delle imprescindibili competenze tecniche. La parte difficile del lavoro è infatti ascoltare, capire e spesso anche aiutare a maturare una maggior consapevolezza. Determinate le esigenze, al cliente non interessa come vengano risolti i problemi, che sotto molti aspetti è diventata la parte più semplice. Un cliente più consapevole e informato è però nell’interesse di tutti, in primis degli operatori migliori,

«Temi quali l’orizzonte temporale o il ruolo della diversificazione, sono tra le informazioni più importanti che un consulente bravo dovrebbe sforzarsi di riuscire a trasmettere specie alle generazioni più giovani che in più d’un modo stanno segnalando l’interesse a essere maggiormente coinvolte» Alida Carcano, Managing Director di Bg Valeur

La direzione dell’Emea Priorità degli operatori del Wm nella regione (in % tot) Miglioramento dell’affidabilità dei servizi, resilienza, e cybersecurity

31%

Miglioramento dell’utilizzo dei dati nel decision making

29%

Miglioramento della strategia circa la centralità del cliente

28%

Iniziative di investimenti Esg

27%

Miglioramento dell’efficienza operativa

26% 24%

Riduzione dei costi Fonte: Kpmg 2021

Questione di priorità Confronto tra obiettivi della clientela per profilo e per anno (in %) 2023

Protezione del capitale Garantire un rend. adeguato Raggiungimento degli obiettivi

Aumento del ritorno degli investimenti Riduzione imposizione fiscale Diversificazione del patrimonio Indipendenza finanziaria Trapasso generazione 2019

16%

43% 41%

28%

Riduzione imposizione fiscale Diversificazione del patrimonio Trapasso generazionale

Fonte: Ey 2023

40%

25% 23% 21%

Garantire un rend. adeguato Protezione del capitale Raggiungimento degli obiettivi

43%

32%

25%

37% 36%

44%

Percentuale di clienti per profilo di rischio: Aggressivo Difensivo

di cui può apprezzare il valore aggiunto. Quando si entra nell’ambito del Wealth Management si toccano spesso servizi molto raffinati, dunque è inevitabile che a beneficiarne sia una persona consapevole quanto meno di avere un problema, se anche non ben definito», riflette Rivolta. Un cliente più informato, spesso implica che voglia essere maggiormente coinvolto anche da un punto di vista più strategico o tattico, con discutibili risul-

Gli sconvolgimenti che hanno investito il Wealth Management in un periodo incredibilmente breve non sono pochi, e hanno visto la Svizzera in particolare al centro del vortice. Anche a fronte di un ricambio della clientela in atto da qualche anno le priorità degli operatori stanno mutando, ma il cambiamento è solo iniziato. Il bello deve ancora venire, e... Novembre 2023 TM · 31


Soddisfatti, ma di quale fornitore? Clienti Wm che valutano il servizio superiore a 5 in una scala da 1 a 7 (% del totale) La client experience è semplice e funzionale

L’offerta risponde alle mie esigenze

Mi sono garantite informazioni accurate e accesso privilegiato

90 87

84

82 78

Il mio wealth manager mi capisce completamente

89

88

86

85 82

81

79

Il mio advisor è in grado di supportarmi

86

84 80

80

79

76 73 70

■ Fornitore completo (eg. Morgan Stanley) ■ Banche Universali (eg. Citibank) ■ Fornitore diretto (eg. Charles Schwab) ■ Fornitore digitale (eg. Robinhood) Fonte: Bain Nps Prism survey

Chi scegliere e perché? Principali fattori a contare nella scelta del gestore/consulente (in %) 46%

50%

43%

40%

Percentuale di clientela

36% 31%

30% 19%

17%

20%

17% 12%

12%

10%

10%

10% 2%

Prodotti Performance Offerta It Accessibilità Opzioni Esg Team Commissioni Reputazione Referenze pers. Recensioni Referenze prof.

0%

Altro

Top driver

Fonte: Ey 2023

Fisarmonica settoriale Se a essere profondamente cambiato è il contesto, anche all’interno della stessa industria il mood è mutato, e questo con particolare enfasi negli ultimi anni. Gli equilibri di forza rispetto al cliente sono sensibilmente mutati, ma non solo, anche con il datore di lavoro. «Il rapporto tra istituti bancari e collaboratori è soggetto a corsi e ricorsi storici. Solitamente si verifica una prima fase di forte intesa tra tutte le parti in causa, dunque istituto - capitale umano - cliente, in cui la banca fornisce tutti i servizi richiesti perché i suoi addetti possano soddisfare completamente le esigenze della clientela, entro certi limiti ‘non badando a spese’, il che spesso si verifica in fasi di crescita economica», rileva Rivolta. Quando però l’espansione si blocca, ecco che iniziano i problemi. «Ad esempio in concomitanza con il passaggio di consegne a un nuovo Ceo, molti dei precedenti equilibri vengono messi in discussione e le priorità dell’istituto cambiano. La razionalizzazione dei costi, e il perseguimento di una maggiore efficienza, rendono insoddisfatti collaboratori e clienti, e iniziano i deflussi. È la fase in cui si appura a cosa fosse dovuta la permanenza del cliente: al consulente o ai serviti. Prima di arrivare all’estremo, solitamente il Ceo lascia l’incarico, e il ciclo ricomincia, nel tentativo di riguadagnare clienti e collaboratori», nota l’esperto di Pkb. Nel caso di questa seconda fase, il 2008 ha sicuramente giocato un ruolo. «La Grande Crisi ha insegnato agli istituti i molti vantaggi che si possono ottenere uniformando i servizi offerti. Studio un modello, ad esempio su base nazionale, che tenga conto dei rischi, eliminandoli, e nell’uniformare il trattamento di ogni cliente si è guadagnato anche in efficienza, il che compensa il calo dei margini. Certo, a perdere è stato il cliente, ma è solo l’inizio», chiosa Gallotti.

32 · TM Novembre 2023

tati. «Al pari di altri ambiti è venuta meno una forma di rispetto e riverenza legata a un contesto ormai passato, oggi il cliente è più assertivo, conscio del proprio potere e anche con una maggior facilità nel confrontare controparti diverse. Cambiare gestore è una pratica ancora relativamente rara, e non per forza legata alle performance, ma specie nel caso dei clienti più ‘importanti’ è particolarmente evidente che qualcosa nei rapporti di forza sia davvero cambiato», rileva il Ceo di Lagom. Di per sé maggior consapevolezza, un potere negoziale più forte, e una maggiore concorrenza sono tutti elementi che dovrebbero dare un esito positivo, ma resistono comunque alcune eccezioni. «Il fatto che i nostri clienti abbiano un accesso molto maggiore alle informazioni, non è necessariamente una buona notizia. Per loro, perché potrebbero finire con il farsi allettare da promesse di rendimenti irrealistici, e per i consulenti, è più difficile fare la differenza, e aiutare il cliente a discernere le informazioni più utili dalle altre. A questo si è aggiunta l’esplosione della difficoltà nell’Asset Allocation; rispetto al classico cash-obbligazioni-azioni di qualche anno fa, oggi è necessario fare asset allocation all’interno del segmento stesso, distinguendo tra decine di strumenti diversi, che avrebbe comunque significativamente complicato il processo decisionale», sintetizza Carcano. Alfabetizzazione? Sino a che punto c’è stata una marcata evoluzione della consapevolezza e preparazione in materia da parte del cliente? In una logica sempre più spinta di ‘società della conoscenza’ questo potrebbe infatti apparire quanto meno controproducente. «In termini assoluti un deciso miglioramento c’è stato, molto spesso i figli sono arrivati in fondo a percorsi formativi completi e complessi, molto più frequenti che non le generazioni precedenti. Il problema è che in termini relativi questo miglioramento non si vede, il livello di sofisticazione dei mercati è oggi tanto più alto rispetto a 25 anni fa che molto spesso a risultarne spiazzati sono gli stessi operatori, dunque il gap che c’è oggi si è ulteriormente allargato.

La clientela si rivela essere sempre più sensibile a cambi di umore e a piccolezze del servizio. Ma quali sono gli elementi che contano ancora molto nella scelta?


La percezione di una maggior conoscenza anche finanziaria può invece dar luogo a un falso senso di sicurezza nel caso del cliente, il che ovviamente crea altri problemi», prosegue il Ceo di Novum. Una presa di posizione forte, certo, ma di per sé anche non priva di conseguenze non esclusive per la sola industria. «Al pari di molti altri ambiti, quello che era un rapporto di dipendenza sino a pochi anni fa, è diventato di empowerment, l’informazione finanziaria è oggi articolata, ma anche più accessibile, come lo sono i servizi bancari e di trading. Le nuove generazioni stanno sviluppando la tendenza a farne pieno utilizzo, specie online, mentre gli istituti si stanno specializzando in servizi e prodotti complementari a questa offerta di base. Proprio perché più alfabetizzati, gli investitori cercano prodotti più sofisticati per completare la loro Asset Allocation, e nel caso degli Uhnwi il ruolo dell’istituto sarà sempre più spesso quello di cabina di regia, fornendo al cliente una view globale, contribuendo a determinare l’Asset Allocation corretta, offrendo ‘prodotti’ per realizzarla», rileva Lagutaine. Mercati più complessi, strumenti che si adeguano, e competenze in ogni caso migliori pongono i requisiti per un’evoluzione anche nei rapporti tra le parti in causa. «L’evolversi della domanda della clientela, più esigente nei confronti dei servizi offerti, a fronte di prodotti più complessi e specifici, accresce ulteriormente la rilevanza di una consulenza altamente qualificata, e di un approccio ancor più specialistico alla gestione di portafoglio. Da qui la necessità per i gestori di sviluppare continuamente le proprie competenze per rimanere rilevanti per il cliente, offrendo servizi più completi e sfaccettati, come il Wealth Planning, definendo una strategia per la gestione del patrimonio in un’ottica di breve, medio e lungo termine», nota il Cio di Ubs. Tutto questo grazie a maggiori competenze, seppur sempre di base, in capo al cliente, con effetti positivi sul sistema nel suo insieme. «Una maggior alfabetizzazione migliora la trasparenza del mercato, e stimola la concorrenza, e dunque anche l’efficienza degli operatori. Restringendo il campo alla sola gestione patrimoniale la nuova sfida sarà dimostrare il valore aggiunto di quella attiva, per giustificarne in primis i costi. La domanda di prodotti passivi è particolarmente forte, e sta crescendo rapidamente, specie nel caso delle

«Gli strumenti messi a diposizione dalla tecnologia possono migliorare la comunicazione con il cliente più giovane, rendere più precise le analisi, accrescere l’efficienza del lavoro. Tutti i dati derivanti dovrebbero essere analizzati, imparando quanto possono insegnare del cliente e dei mercati» Elena Guglielmin, Cio di Ubs Wealth Management

Svizzera

Svizzera

Segmentazione dell’AuM delle banche (chf) 1,4 trl Asset privati domestici

Le competenze Core della Piazza

4,2 trl Asset corporate e istituzionali

Ricerca 4 3

Alto

Documentaz.

Asset Management 2 1 Basso

Wealth Monitoring & Reporting

2,3 trl Asset privati Cross-border Fonte: Future of Wealth Management

Client Relationship Management

Rilevanza strategica

Competenze

Fonte: Future of Wealth Management

Visto da Hong Kong Ranking mondiale degli Hub di Wealth Management per funzione I

V

Facilità dell’onboarding della clientela

Hk

Sing.

Ch

Uk

Usa

Facilità delle operazioni di trading

Hk

Varietà delle opzioni d’investiment

Hk

Sing.

Ch

Usa

Uk

Sing.

Usa

Ch

Requisiti nel reporting delle transazioni personali

Uk

Hk

Sing.

Ch

Uk

Usa

Varietà del sottobosco nella Piazza

Hk

Sing.

Ch

Uk

Usa

Protezione legale degli investitori

Hk

Sing.

Ch

Uk

Usa

Prossimità e connessione con la clientela

Hk

Sing.

Ch

Uk

Usa

Giurisdizione e impianto normativo

Hk

Sing.

Ch

Uk

Usa

Stabilità politica e istituzionale

Sing.

Ch

Hk

Uk

Usa

Fonte: Hong Kong Private Wm report 2023

nuove generazioni, attratte dai bassi costi, dalla semplicità dei prodotti, e dalle non trascurabili performance riportate negli ultimi anni», chiarisce Pugliesi. A fronte di un cliente più consapevole e informato, anche il ruolo del gestore indipendente potrebbe evolvere. «Temi quali l’orizzonte temporale come elemento cardine nella definizione del profilo di rischio, o il ruolo della diversificazione nel mitigare i rischi, sono tra le informazioni

L’industria evolve, gli elementi critici di successo della Piazza elvetica cambiano, ma la competitività sopravvive, pur al netto di diversi acciacchi e problemi ancora in gran parte da risolvere. È ancora il principale Hub globale nella gestione di capitali crossborder, e anche vista dall’Asia sembra funzionare. Dunque non è solo autocompiacimento della sua storica ma gelosa industria? Novembre 2023 TM · 33


La Svizzera Distribuzione della ricchezza bancabile della popolazione (per fascia, in mia chf) 2.5%

7.5%

10.6% 23.6% 12.8%

11.1%

5,42 mln

2,01 trl Chf

Nr. di individui

Totale asset bancabili 54.8% 26.6%

■0 ■ >0-200 ■ >200-500 ■ >500-2000 ■ >2000

50.5% Fonte: Ust 2023

La Svizzera Distribuzione del patrimonio bancabile per fascia e per anno (in trl chf) 2018 0.140.22

0.53

1.10

2.01

2019

0.140.22

0.54

1.14

2.04

2020

0.140.22

0.56

2021

0.14 0.23

0.58

1.31

2022

0.14 0.23

0.60

1.41

2023

0.15 0.24

0.62

2024

0.15 0.24

0.65

2025

0.15 0.25

0.67

1.22

Fascia 2018-’25 (mia chf) Cagr ■ >0-200 1.0% ■ >200-500 1.9% ■ >500-2000 3.9% 7.2% ■ >2000

2.15 +5%

2.26 2.38

1.51

2.52

1.62

2.66

1.74

2.80

Fonte: Usd, Deloitte 2022

Nel caso della Svizzera un forte elemento di forza, spesso sottovalutato, è il mercato domestico. Concentrarsi sulla popolazione locale può dare ancora non poche soddisfazioni. Meglio non scordarlo, specie in questa delicata fase.

più importanti che un consulente bravo dovrebbe sforzarsi di riuscire a trasmettere al cliente. Il passo successivo rimane saper porre le domande giuste, capirne le vere esigenze, e individuare di conseguenza le soluzioni d’investimento più adatte, a fronte di generazioni, quelle più giovani, che in più d’un modo stanno segnalando l’interesse a essere maggiormente coinvolte per poter fare scelte migliori e più oculate. Un segnale fondamentale, specie in un mondo in cui i sistemi previdenziali sono sempre più sotto pressione, che deve essere recepito dagli operatori», sintetizza l’esperta di Bg Valeur. La morte… e le tasse. Se di certezze al mondo sembra ve ne siano sempre meno, almeno su alcune si può contare. 34 · TM Novembre 2023

Certamente più che in passato, quando risultavano più che dimezzate, per molti. «Nell’era della trasparenza totale, la gestione della fiscalità specie nel caso degli Uhnwi è fondamentale, ed è un elemento di cui tener conto in tutte le decisioni sia di portafoglio, sia in una dimensione più multi-giurisdizionale. Si tratta anche di quei servizi impossibili da automatizzare, e ‘scalare’, e dove si sta andando a concentrare il Private Banking. Nel caso della Svizzera le competenze multi-giurisdizionali in prospettiva assumeranno ancor più rilevanza, essendo quelle più richieste da un certo tipo di clientela», sottolinea l’esperta di Rothschild&Co. Fiscalità che ha segnato il tramonto di un’epoca, specie nel caso della Piazza elvetica, con molte conseguenze, spesso legali, ancora ben lungi dall’essere concluse. «Il ruolo della variabile fiscale negli ultimi vent’anni è stata dirompente, e ha rivoluzionato il percorso della nostra Piazza. Seppur in un contesto meno emergenziale, il tema continua a rimanere sul tavolo in una dimensione più operativa, con la consulenza chiamata inevitabilmente a

misurarsi e ottimizzarlo il più possibile. Se da un lato un vero esperto in questo ambito può creare vero valore aggiunto per il cliente, dall’altro improvvisazione o leggerezza possono dar luogo a danni e costi indesiderati, difficilmente scusabili», riflette il Ceo di Lagom. Una dimensione polivalente, quella fiscale, in rapido sviluppo, e ancora ben lungi dall’essersi assestata. «La fiscalità è la variabile che è più evoluta negli ultimi anni, e che in una fase di rendimenti particolarmente bassi assumeva maggiore rilevanza. La totale trasparenza costringe a valutarla in quasi qualunque circostanza, sia per il presente che per il futuro. Le generazioni più anziane si trovano confrontate anche con tasse di successione molto importanti, e dunque le eredità devono risultare fiscalmente efficienti, e non troppo onerose per gli eredi, oltre che funzionali agli obiettivi prefissati. E nel corso dei prossimi anni assorbirà maggiori risorse e sforzi, anche a fronte di un molto probabile aumento della pressione fiscale per smaltire i debiti lasciati dalla pandemia, con rare eccezioni, tra cui la piccola Svizzera», chiosa Gallotti. Il cuore dell’Europa. Pur al netto di qualche nodo tutto previdenziale da sciogliere, la Confederazione gode infatti di dati macroeconomici, e non solo, più che invidiabili. Un trend destinato almeno in apparenza a sopravvivere. «La Svizzera continua a confermarsi quale culla perfetta per il Wealth Management del nuovo millennio, è una giurisdizione accogliente, efficiente e solida, ma con una predisposizione naturale all’innovazione. Per ragioni diverse, è stata pioniera sia nell’offrire servizi in ambito fiscale, che di compliance, settori in cui oggi agisce da innovativo protagonista, continuando a rimanere attrattiva verso tutti i nuovi attori del settore. Il risultato è che chiunque voglia fare Wealth Management declinato nelle sue molte forme non possa non prenderla almeno in considerazione quale giurisdizione naturale da cui operare», evidenzia il Presidente di Riva Reno. Specie a fronte della difficile situazione da cui muoveva, un segnale forte e chiaro c’è stato. E non è passato inosservato. «Siamo passati in tempi molto serrati da un’industria costruita sul segreto bancario, a una in concorrenza con il resto del mondo ‘alla pari’. Professionalità, competenze e tradizione ci hanno consentito di reggere l’urto, pur al netto di qualche


acciacco, e ripartire dal vertice. Il Private Banking è evoluto in un prodotto sofisticato e di lusso, adatto a un certo target di clientela, con la Svizzera che si conferma una destinazione interessante per famiglie e patrimoni importanti, cosa che non era scontata per molti», rileva Lagutaine. La vera abilità è stata del resto declinare gli atout di sempre in una dimensione più adatta al presente. Semplice a dirsi, difficile a farsi, ma riuscito. «La Svizzera rimane la stessa di sempre, ma per motivi diversi dal passato. È una Piazza che riesce a fare di savoir faire, confidenzialità, flessibilità, approccio al cliente, resilienza, know-how, presenza di istituti internazionali, storicità e tradizione, oltre alla stabilità la sua forza. Come, e forse anche più di prima», nota il Ceo di Novum. Il destino di una Piazza è indistricabilmente legato a quello dei suoi operatori, in una direzione ma anche nell’altra. Un dato da non dimenticare. «È difficile dire se sia la Svizzera a fare il successo di quanti vi operino, o viceversa, ma nonostante i molti cambiamenti degli ultimi anni continua a mantenere un ruolo importante nel settore. Accanto a tradizione, e knowhow nella gestione dei patrimoni privati, a contare significativamente è anche l’abilità dimostrata nel riuscire a disegnare una legislazione chiara ed efficiente, pur rispettando i molti diktat arrivati dalle istituzioni internazionali», rileva Guglielmin. Con un ruolo, specie in chiave futura, ricoperto dallo sviluppo tecnologico, da qui la necessità di rimanere innovativi. «Avere una proposta digitale competitiva e all’altezza delle aspettative delle nuove generazioni sarà fondamentale, gli istituti dovranno imparare a conoscere meglio la clientela, ad esempio utilizzando i Big Data, smettendo di ‘offrire il caffè, anche a coloro cui non è mai piaciuto’, mentre i fornitori di servizi ricorrendo ad esempio all’Ia, una rivoluzione ancora tutta da venire», riflette Carcano. Anche in questo caso ‘chi prima arriva, meglio alloggia’, è dunque ora il momento in cui conquistare uno stabile e durevole vantaggio competitivo, cavalcando sviluppi che vengono da molto lontano. «Gli strumenti messi a diposizione dal progresso tecnologico sono straordinari, ma non dovrebbero né essere sovrastimati, né sottovalutati. Possono infatti migliorare la comunicazione con il cliente più giovane, rendere più precise e migliori le analisi, accrescere l’efficienza del lavoro

Stati Uniti Divisione del patrimonio per asset class tra generazioni (dati in trl. usd) 24.6 19.0

20

18.3

16.2

13.6

15

5

9.5

8.8

10 5.3

14.1

6.5

4.8

5.0

2.0

0.8

0 Silent Generation

Baby Boomer

■ Fondi

■ Immobiliare

Generazione X ■ Schemi previdenziali

5.0 2.5

Millennial ■ Altro

Fonte: Franklin Templeton

Visto da Hong Kong Gap tra domanda e offerta di profili professionali (var. y/y) 86% 82%

Relationship manager Specialisti di prodotto (eg. Alternativi)

43%

Compliance

41% 33% 22% 30% 38% 27% 27% 24% 16% 21%

Specialisti di controllo del rischio Specialisti It e digitale (eg. Cybersecurity) Specialisti Esg Portfolio manager Project / change management Consulenti in filantropia Altri

55%

15% 8% 6% 5% 6%

■ 2022 ■ 2023 Fonte: Hong Kong Private Wealth Management Report 2023

degli operatori, dunque diminuirne il costo. Tutti i dati prodotti da tali tecnologie dovrebbero essere analizzati, imparando quanto possono insegnare del cliente, applicando poi lo stesso principio ai mercati finanziari. Si tratta di abbracciare la tecnologia, in qualità di operatori, al pari di un nuovo collega con cui condividere la scrivania, massimizzandola nell’interesse del cliente», commenta il Cio di Ubs. I motivi che lasciano pensare la Svizzera possa rimanere in sella sono del resto molti, e ben diversificati. «Anche andando oltre quelli che sono giustamente ritenuti vantaggi storici del Paese, la Confederazione dalla sua ha atout impressionanti. Oltre a essere una piattaforma da cui operare verso l’estero, è un mercato di sbocco interessante e vitale, ricco di attori di rilevanza globale in più d’un settore, dalle start up alla tecnologia, ha un real estate solido e florido, ha expertise nel campo degli investimenti etici e sostenibili, oltre che nel non profit, è uno dei primi mercati al mondo per arte e materie prime, è forte nel manifatturiero avanzato, dal Pharma all’orologiero. Un Eden per gli

Il caso degli Stati Uniti è emblematico del resto dell’Occidente: nonostante se ne parli tanto il passaggio di testimone tra generazioni non è ancora avvenuto. Le somiglianze non si fermano qui, anche verso più lontano.

operatori del Wealth Management, siano essi consulenti o Family Office, gestori o fiduciari, ma in una forma diversa dal passato, più nuova e innovativa, al passo con i tempi», conclude Andrea Ferraretti. E così, in mezzo al guado, qualcosa di sostanziale è successo anche nell’industria della finanza, facilitato certo dall’inizio del passaggio generazionale, ma non solo. A essere cambiata è la consapevolezza e la postura di un cliente che ha riagguantato il bastone del comando, dismettendo i panni blu di Prussia della Luna, e ha rivendicato il suo diritto a tornare a essere il Sole del sistema. In questa nuova era, di un Wealth Management diverso, sorge però un interrogativo: l’industria l’ha davvero capito? Forse no. ❏ Novembre 2023 TM · 35


economia /testimonianze

Un vantaggio che va mantenuto Tokenmania: la Svizzera è partita in pole position e ha raggiunto importanti obiettivi creando un ambiente favorevole, ma la Spagna è pronta al sorpasso... Il 1 agosto 2021, la Svizzera è stato tra i primi Paesi al mondo a introdurre disposizioni legali per la tecnologia blockchain. Intanto, la situazione legale e regolatoria del Regno promette bene. E la ‘Finma spagnola’ ha appena autorizzato la prima piattaforma di ‘crowdfunding’ con tokenizzazione di azioni o prestiti.

R

educe dal Plan-B Forum tenutosi in ottobre a Lugano e testimone del gran successo dell’evento, ho avuto modo di riflettere sulla scommessa della Città di Lugano in particolare, ma della Svizzera in generale, sulla promozione dell’adozione della tecnologia blockchain sia dal punto di vista delle criptomonete (da noi soprattutto Bitcoin e Tether) che dei cripto attivi e specialmente dei risultati del processo denominato ‘tokenizzazione’ (definito dall’Accademia della Crusca: “Processo di assegnazione di un token a un dato bene, che comporta la rappresentazione digitale di asset fisici su un registro distribuito oppure l’emissione di classi di asset tradizionali sotto forma di token”). Secondo la Segretaria di Stato per le questioni finanziarie internazionali Sfi: “La Svizzera ricopre un ruolo preminente nell’ambito delle tecnologie di registro distribuito (Trd) e blockchain. Nel settore finanziario, in particolare, si è affermato un ecosistema

36 · TM Novembre 2023

della tecnofinanza e della blockchain. Per la piazza svizzera è di fondamentale importanza che il quadro giuridico favorisca l’innovazione e consenta di sfruttare al meglio il potenziale delle nuove tecnologie. Allo stesso tempo, è riconosciuta l’importanza di preservare l’integrità e la reputazione della piazza svizzera anche in questo ambito. (…) La Svizzera è uno dei centri finanziari più avanzati nel campo della fintech e della blockchain, con più di 1’000 aziende e condizioni quadro favorevoli all’innovazione. Il 1° agosto 2021, la Svizzera è stato uno dei primi Paesi al mondo a introdurre disposizioni legali per la tecnologia blockchain. Questo crea sicurezza giuridica e permette l’innovazione e la crescita”. Nel suo rapporto annuale del 2015 la Finma manifestava di essere “interessata a una piazza finanziaria svizzera innovativa e concorrenziale” ed informava che “nel contesto di ‘bitcoin’ e ‘crowdfunding’, sin dal 2013 si occupa dell’ambito tematico della tecnologia finanziaria e della digitalizzazione”.

Nel 2017 la Finma mette in guardia gli investitori dai rischi legati alle Ico (Initial Coin Offering) e l’anno seguente definisce il 2018 come “l’anno della tecnologia blockchain”. Con la guida pratica pubblicata il 16 febbraio 2018, la Finma ha definito le informazioni minime necessarie per il trattamento delle richieste di assoggettamento riguardanti progetti Ico e i principi in base ai quali vengono fornite le risposte. Nel 2019 il Parlamento approva la creazione di una nuova categoria di autorizzazione per le imprese fintech e il Consiglio federale adegua le disposizioni concernenti lo spazio esente da autorizzazione (sandbox). Finalmente il 10 settembre 2021 la Finma ha autorizzato Six Digital Exchange (Sixd), la prima borsa valori e il primo depositario centrale di titoli (Csd) completamente regolamentato al mondo. Questa autorizzazione consente a Sdx di entrare in funzione con un’infrastruttura di trading, regolamento e custodia completamente regolamentata e integrata, basata sulla tecnologia di registro distribuito per i titoli digitali. Secondo una pubblicazione del 10 agosto 2023 di Moody’s Investor Service: “In its regulation of digital assets, Switzerland is ahead of even some larger developed economies, such as the US which has not yet formed a federal legal framework,


instead utilizing enforcement actions and the court systems while legislation is under development. Switzerland’s approach to digital assets and crypto services is comparatively collaborative. In contrast to other, larger jurisdictions in which multiple government agencies are involved in regulation of digital assets, FINMA is the main regulatory body in Switzerland. Market participants can collaborate on potential projects or licensing arrangements with FINMA in a streamlined manner. (…) A few other jurisdictions have developed similarly comprehensive legal frameworks, such as Luxembourg, Liechtenstein, Germany and France, which are also actively facilitating digital bond issuances. Switzerland is an example of a jurisdiction that was early in adapting to the dematerialization of securities, provided guidance on security tokens, is collaborative with market participants, and has formed a robust digital finance ecosystem that is attractive to crypto service providers and businesses”. Moody’s non cita la Spagna ma, come constaterà il lettore, la situazione legale e regolatoria del Regno promette più che bene. In realtà la Spagna ha proceduto ad adeguare la propria legislazione interna a quella comunitaria che sta portando la Ue ad un livello normativo simile a quello vigente in Svizzera. Così con la ‘Ley 6/2023, de 17 de marzo, de los Mercados de Valores y de los Servicios de Inversión’, viene recepita anche la direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che accompagna le proposte di regolamento dell’Ue sui mercati delle cripto-attività, il regime temporaneo per le infrastrutture di mercato basate sulla tecnologia di registro distribuito (Dlt) e la resilienza operativa digitale. Tali regolamenti mirano a stabilire le norme fondamentali che disciplinano i) l’emissione, l’offerta e l’ammissione alla negoziazione di cripto-attività, ii) i fornitori di servizi per le cripto-attività, iii) le condizioni del regime pilota per le infrastrutture di mercato Dlt e iv) la gestione dei rischi relativi alle Tic (tecnologie dell’informazione e della comunicaaazione), la segnalazione di incidenti, le prove e la vigilanza. Si modificano anche le attuali direttive al fine di includere disposizioni sulla continuità e regolarità della prestazione di servizi e dello svolgimento delle attività di investimento, sulla resilienza e sulla capacità sufficiente dei sistemi di negoziazione, meccanismi efficaci di continuità operativa e di gestione del rischio così come di chiarire il trattamento giuridico delle crip-

to-attività che possono essere considerate strumenti finanziari. A tal fine, si modifica la definizione di ‘strumento finanziario’ della direttiva per chiarire, senza alcun dubbio giuridico, che tali strumenti possono essere emessi mediante la tecnologia del registro distribuito. Nella nuova legge sono integrate le norme necessarie per garantire la certezza del diritto nella rappresentanza dei titoli negoziabili attraverso sistemi basati sulla tecnologia di registro distribuito, per consentire l’applicazione in Spagna del regolamento (Ue) 2022/858 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2022, relativo a un regime pilota per le infrastrutture di mercato basate sulla tecnologia di registro distribuito e che modifica i regolamenti Ue n. 600/2014 e n. 909/2014 e della direttiva 2014/65/Ue. In tal modo si adempie al mandato conferito agli Stati membri di cui all’articolo 18, paragrafo 2, di detto regolamento. Le disposizioni contenute nel presente regolamento, relative alla rappresentazione dei valori mobiliari mediante la tecnologia del registro distribuito, si applicano a quelli che sono considerati titoli negoziabili conformemente alle disposizioni della legge. Si dispone parimenti la Cnmv (‘Comisión Nacional del Mercado de Valores’, ossia la Finma spagnola) quale autorità competente per la vigilanza sull’emissione, l’offerta e l’ammissione alla negoziazione di determinate criptoattività che non sono strumenti finanziari. Nonostante la legge sia del marzo di quest’anno, la Cnmv sta già lavorando su sei progetti nella sandbox per gestire infrastrutture di mercato nell’ambito di questo regime pilota Dlt ognuno con le proprie particolarità. Uno con una blockchain privata, con accesso tramite intermediari e specializzato in partecipazioni in UCITs. Gli altri utilizzerebbero reti pubbliche, autorizzate o meno, con diverse particolarità di accesso. I numeri dei progetti presentati sotto l’egida del sandbox finanziario promosso con la ‘Ley 7/2020, de 13 de noviembre, para la transformación digital del sistema financiero’ sono interessanti: in un totale di 4 coorti (delle sei in corso), sono stati presentati 91 progetti dei quali 30 sono stati selezionati e 22 hanno firmato il protocollo e concluso il periodo di prova. Nella prima coorte troviamo un progetto presentato dalla Sociedad de Bolsa Sa, società del Gruppo Bme, società del nostro gruppo Six, volto a creare una Sixd spagnola (or-

David Mülchi, Avvocato e Socio dello Studio Legale Mülchi & Asociados, Madrid e Lugano.

mai possibile definitivamente grazie agli adeguamenti normativi sanciti dalla legge 6/2023). Ma i progetti di piattaforme basate sulla Dlt spaziano in settori molto diversi: fondi d’investimento, prestiti, immobili, assicurazioni, tokenizzazione, ecc. È notizia di questi giorni l’autorizzazione da parte della Cnmv della prima piattaforma di’crowdfunding’ con tokenizzazione di azioni o prestiti. Il preventivo della ‘Comunidad de Madrid’ per il 2024 (in approvazione) per la ‘consejeria de digitalización’, di nuova creazione, è di 512 milioni di euro con una decisa scommessa sia sulla digitalizzazione dell’amministrazione (che si vuole anche proattiva) sia sulla creazione di un ambiente favorevole agli investimenti e di posti di lavoro. Come altri Paesi dell’Ue, comunque in vantaggio anche su colossi come gli Stati Uniti d’America, la Spagna ha colto l’occasione di partire ed accelerare sulla normativa legale e fiscale, così come sulla regolamentazione finanziaria dei progetti basati sulla Dlt. La Svizzera è partita per prima e ha sicuramente raggiunto importanti obiettivi creando un ambiente favorevole per progetti a livello internazionale. È però assolutamente fondamentale mantenere il vantaggio ed ottenere il maggior sostegno possibile da parte delle amministrazioni a tutti i livelli per promuovere sia gli investimenti esteri che l’esportazione delle nostre tecnologie e ‘know how’ soprattutto nei mercati più ricettivi e ambiziosi come la Spagna, per esempio, evitando o ritardando un frustrante sorpasso. Novembre 2023 TM · 37


economia/immobiliare

Chi meglio alloggia Il mercato svizzero degli appartamenti in affitto è dominato da locatori privati, orientati al rendimento, anche se nei maggiori centri un ruolo da non sottovalutare spetta ai committenti di utilità pubblica. Gli interessi e le condizioni dei diversi operatori si traducono in scelte e comportamenti nettamente differenti, anche per quanto riguarda l’adeguamento degli affitti.

© FFS - Pont12 Architectes

Le Ferrovie federali svizzere sono il secondo maggior proprietario immobiliare in Svizzera dopo l’esercito. Nei prossimi 10 anni intendono costruire tra 3 e 4mila alloggi con un investimento annuo tra 500 e 600 milioni Chf. Insieme ad assicurazioni e casse pensioni, le FFS sono fra il 34% di istituzionali che investono in immobili, dietro gli operatori privati (47%).

D

i principio, in Svizzera l’offerta di spazio abitativo spetta all’economia immobiliare privata, che si trova a garantire la creazione, la manutenzione e la gestione delle abitazioni in un contesto di mercato fortemente regolamentato. Accanto all’elaborazione del quadro normativo, la mano pubblica si limita invece in sostanza a promuovere puntualmente abitazioni a buon mercato. A fare il punto, il focus dello studio immobiliare del III trimestre di Raiffeisen, “Esistono locatori migliori?”. Dall’analisi risulta che nel 2022 solo il 4% circa degli appartamenti in affitto apparteneva a Confederazione, cantoni o comuni, e anche la quota delle cooperative di costruzione di alloggi, promosse a vario titolo dalla mano pubblica, non andava oltre l’8%. Altrettanto esigua la percentuale di oggetti locati appartenenti a società immobiliari e imprese di costruzioni classiche (7%). La maggioranza degli appartamenti in affitto appartiene invece a 38 · TM Novembre 2023

Appartamenti in locazione secondo il proprietario e l’anno

34% 32% 23%

0% 0% 3%

47% Interno: 2000 49% Medio: 2017 6% Esterno: 2022 57% 8% 7% 3% 7% 7% 4% 8% 4%

■ Privati ■ Mano pubblica ■ Istituzionali ■ Cooperative ■ Imprese di costruzioni o immobiliari ■ Altro tipo di proprietario Fonte: UST, Raiffeisen Economic Research

operatori privati, orientati al rendimento, e tra questi dominano nettamente le economie domestiche private, che però tra il 2000 e il 2022 sono scesi dal 57% al 47%, vedendo prendere il largo gli istituzionali, oggi al 34%. Tendenza che pare destinata a indebolirsi leggermente, risentendo dell’inversione dei tassi. Oggi

casse pensioni e assicurazioni sono molto meno spinte a investire nel mattone e dispongono nuovamente di alternative più attrattive. Alla loro passata avanzata ha probabilmente contribuito anche la crescente complessità nell’ambito di costruzioni e ristrutturazioni degli edifici residenziali: molti privati si trovano in difficoltà di fronte alla marea di leggi e normative e tendono pertanto ad affidare i loro oggetti a operatori professionali. De gustibus. Se si guarda alle preferenze delle parti in causa, emerge un evidente fossato città e campagna. Nei comuni rurali e turistici circa due terzi degli appartamenti in locazione appartengono a privati, che nelle cinque maggiori città (Basilea, Berna, Ginevra, Losanna e Zurigo) ne possiedono invece solo il 35%. Nei comuni urbani la quota di abitazioni in mano ad attori istituzionali supera un terzo - più del doppio rispetto alle regioni più rurali – in virtù di un profilo rischio/ rendimento nettamente più appetibile. Probabilmente anche il capitale molto più cospicuo necessario per acquistare immobili più costosi e mediamente più grandi in questi comuni avvantaggia le imprese rispetto alle economie domestiche private, per non parlare del knowhow richiesto per l’attività edilizia nelle zone urbane, su cui possono contare soprattutto i proprietari professionali. Dalla


ripartizione regionale emerge anche che le abitazioni di cooperative sono un fenomeno anzitutto urbano, laddove lo spazio abitativo vantaggioso è particolarmente scarso e richiesto. Circa due terzi degli oggetti costruiti nell’anteguerra sono in mano a privati, mentre più recente è l’abitazione, più è probabile che appartenga a un’impresa, confermando come i professionisti dominino sempre più l’attività di costruzione. La loro preferenza è accordata in genere alle superfici più piccole, che rispecchiano la maggior concentrazione sulle zone urbane e su nuovi oggetti, oltre a tradursi in maggiori ricavi al metro quadrato. Le cooperative sono invece più presenti nel segmento medio-grande, che proprio nelle zone urbane è spesso inaccessibile a molte famiglie. Adeguamenti di affitto. Accanto a queste conseguenze principalmente strutturali delle differenti condizioni quadro e degli specifici interessi dei proprietari di appartamenti in locazione, si osservano variazioni significative anche nel comportamento nei confronti dei locatari, in particolare per quanto riguarda la fissazione dell’affitto, con le cooperative a offrire i più vantaggiosi, scarto che però può in parte essere ricondotto a fattori di ubicazione, stato e qualità degli oggetti. In ogni caso, con il passare degli anni gli affitti sono aumentati per tutti i tipi di proprietario, in particolare per le nuove costruzioni, probabilmente soprattutto a causa del forte incremento dei prezzi dei terreni e dei costi di costruzione, tendenza cui si sottraggono solo le cooperative (+1% confrontando 2018-2022 con 2010-2015) che dal canto loro possono beneficiare di allettanti condizioni preferenziali all’acquisto di terreni in zona urbana (sussidi) nonché di una spiccata concentrazione sulle ristrutturazioni e le nuove costruzioni sostitutive. Sarà da vedere come la possibilità di aumentare gli affitti a partire da questo mese di ottobre (che tocca molti dei contratti in essere a seguito del primo rialzo nella storia del tasso ipotecario di riferimento, deciso a inizio giugno) verrà colta dai diversi operatori. Si può supporre che verosimilmente, come nel caso dei precedenti abbassamenti, si comporteranno secondo le loro diverse logiche, con in particolare evidenziando le differenze fra il rapporto più personale che si crea tra affittuario e locatore privato rispetto a quello che

«La maggioranza degli appartamenti in affitto appartiene a operatori privati, orientati al rendimento, tra cui dominano le economie domestiche, scese però dal 57 al 47% tra 2000 e 2022, vedendo prendere il largo gli istituzionali, oggi al 34%. Tendenza che pare destinata a indebolirsi, risentendo dell’inversione dei tassi» Michel Fleury, economista Raiffeisen Svizzera

Il fossato città-campagna Quota appartamenti in locazione secondo tipo di proprietario e di comune, 2022 100% 80%

34%

35%

33%

60%

7% 9%

8% 5%

40%

5% 15% 7%

20%

35%

41%

46%

Grandi centri

Centri

Urbani

15% 7% 5%

12%

64%

68%

Rurali

Turistici

6%

0%

■ Altro tipo di proprietario/sconosciuto ■ Cooperative

■ Istituzionali

■ Imprese di costruzioni o immobiliari

■ Mano pubblica

■ Privati

Fonte: UST, Raiffeisen Economic Research

Largo al nuovo

Il piccolo rende

% app. in locazione per tipo proprietario ed età, 2022

% app. in locazione per tipo proprietario ed età, 2022

100% 80%

4% 6%

20%

6%

36%

37%

45%

45%

7%

18%

60% 40%

6% 10%

100%

7%

80%

7.8% 4.1% 5.0%

43%

60%

38.2%

34.0%

44.9%

46.1%

1-2 locali

3-4 locali

12%

6.6% 3.7% 9.6%

4.0% 4.9% 6.8% 22.7%

40%

67% 35%

0% ante 1946 1946-1980 1981-2000 dal 2000 ■ Imprese costruzioni o immobiliari ■ Cooperative ■ Privati ■ Mano pubblica ■ Istituzionali Fonte: UST, Raiffeisen Economic Research

intercorre con un’amministrazione altamente professionalizzata. Da molti punti di vista, i ‘migliori’ locatori sembrerebbero essere i committenti non orientati al rendimento. Rappresentano però soltanto un segmento di nicchia, spesso non accessibile a tutte le famiglie. Attraverso questi committenti, manifestamente vengono raggiunti risultati auspicabili dal profilo della politica sociale, in particolare nelle posizioni ur-

20%

61.7%

0% 5-6 locali

■ Imprese costruzione o immobiliari ■ Mano pubblica ■ Cooperative ■ Privati ■ Istituzionali Fonte: UST, Raiffeisen Economic Research

Le predilezioni delle varie tipologie di proprietari di alloggi in affitto rispecchiano i loro obiettivi: investitori e professionisti si concentrano su edifici recenti, in aree urbane e con alloggi di piccole dimensioni, a maggior rendimento. Dal canto loro, le cooperative permettono di mantenere un’offerta nei centri anche per i più svantaggiati, svolgendo dunque un fondamentale ruolo sociale. Novembre 2023 TM · 39


Istituzionali e operatori immobiliari classici in testa al caro affitti Affitto mensile secondo proprietario, mediana, per 80-110m², in centro, < 5 anni

Reazioni al tasso di riferimento Riduzioni di affitto nei 4 trimestri dopo abbassamento del 03.03.2020 100%

2.159

80% 60%

1.500 1.000

40%

500

20%

■ 2010-2015

■ 2018-2022

Fonte: UST, Raiffeisen Economic Research

Differenze significative si osservano anche nel comportamento nei confronti dei locatari, in particolare per quanto riguarda l’adeguamento dell’affitto. Così come diversa è stata la reazione alle passate riduzioni del tasso di riferimento, allo stesso modo diverse saranno le logiche a seguito del recente rialzo, di solito con una chiara divergenza tra amministrazione professionale e proprietario privato.

at i

14%

67%

75%

33%

25%

■ Riduzione dell'affitto

76%

73%

24%

27%

■ Nessuna riduzione

Fonte: UST, Raiffeisen Economic Research

bane più ambite, dove altrimenti sarebbe praticamente impossibile garantire un mix equilibrato. L’intervento dello stato rappresenta quindi un aspetto imprescindibile dell’offerta di spazio abitativo, soprattutto per i più svantaggiati, anche se metà circa dei locatari di abitazioni di cooperative risulta rientrare nei tre quintili di reddito superiori, che non avrebbe bisogno di questa promozione. È quindi lecito chiedersi se, alla fine, una promozione imperniata in modo specifico sui

Investimenti delle casse pensioni La forte flessione del numero di transazioni 25 25% sul mercato degli im20 20% mobili a reddito è do15 15% vuta soprattutto alla 10 10% domanda inesistente 5 5% 0 0% da parte degli investi2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 tori istituzionali. Con ■ Quota ipoteche CH sugli attivi (dx) ■ Quota di immobili CH sugli attivi (dx) l’inversione dei tassi ■ Nuovi investimenti ipoteche in mld. Chf (sx) ■ Nuovi investimenti immobili CH, in mld. Chf (sx) hanno infatti registrato Fonte: UST, IAZI, Raiffeisen Economic Research correzioni di valore in parte cospicue sui loro portafogli azionari e obbligazionari, mentre gli immobili detenuti direttamente mantengono stime praticamente sempre alte, il che fa lievitare le quote immobiliari in parte oltre il valore target strategico. Viste le quote d’investimento in molti casi già esaurite, attualmente il capitale iniettato nel settore è quindi scarso. Negli ultimi anni, tuttavia, le casse pensioni hanno investito in immobili in media ben 10 miliardi di franchi di nuovo capitale all’anno. Una domanda che ora manca. Difficile pensare che il crollo di richieste da parte dei principali attori non avrà un impatto sui prezzi e sulle stime. Tuttavia, secondo lo studio “Immobili in Svizzera” del IV trimestre appena pubblicato da Raiffeisen, non c’è ragione di farsi prendere dal panico. Un crollo consistente dei prezzi resta infatti poco probabile. In cambio, il rendimento relativo degli investimenti immobiliari rimane interessante. Rispetto alle obbligazioni societarie, il mattone consente ancora di realizzare un sovrarendimento, seppur molto al di sotto della media dell’ultimo decennio con i suoi tassi ultra-bassi. In media 10 mld. Chf di nuovo capitale all’anno investito in immobli dalle casse pensioni

40 · TM Novembre 2023

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soggetti - dunque un sostegno diretto alle famiglie bisognose - non potrebbe produrre risultati ancora più auspicabili rispetto all’attuale strumento della promozione di oggetti. La domanda è legittima, tanto più che la trasparenza sui sussidi versati indirettamente ai committenti di utilità pubblica lascia parecchio a desiderare. Indagini rivelano che la rinuncia all’aggiudicazione dei terreni edificabili a prezzi di mercato e tassi d’interessi conformi al diritto della costruzione va di pari passo con elevati costi di opportunità. Mediante una promozione imperniata sui soggetti - leggi sussidio casa - questi fondi potrebbero invece sostenere in modo mirato le famiglie bisognose, garantendo un’efficacia ancora maggiore. Pertanto finché non sarà raggiunta una maggior verità dei costi sulla promozione dei committenti di utilità pubblica, questi ultimi sembreranno sì i ‘migliori’ locatori, ma non quelli più efficienti. A prescindere da questo discorso, nel futuro prossimo l’offerta di spazio abitativo per l’intera popolazione resterà però compito prevalentemente degli attori che operano in base all’economia di mercato, che svolgono quindi un ruolo sociale da non sottovalutare e i cui interessi non possono assolutamente essere ignorati. In ogni caso, le grandi sfide attuali sul mercato degli appartamenti in locazione non potranno essere risolte mettendo in concorrenza i vari operatori: la penuria di terreni edificabili, l’incremento delle spese di costruzione e finanziamento, l’ondata di ricorsi o, ancora, problemi di diritto della locazione e della costruzione sono aspetti che li riguardano tutti, pertanto il dibattito pubblico dovrebbe concentrarsi soprattutto sulla ricerca di soluzioni a questi problemi strutturali.


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economia/immobiliare

Un parco ancora poco verdeggiante Per soddisfare gli obiettivi di politica energetica della Confederazione, il settore immobiliare, fra i più inquinanti, dovrà pressoché azzerare le emissioni. A che punto si è oggi? E quali sono le misure di ristrutturazione energetica più efficaci per proprietari, inquilini e ambiente?

D

al 2050, le emissioni di CO2 in Svizzera non dovranno superare quelle assorbite dallo stoccaggio naturale e tecnico. A oggi il parco immobiliare nazionale è responsabile del 26% delle emissioni. In futuro, dunque, non solo dovranno essere costruiti edifici nuovi a impatto zero, ma anche quelli esistenti dovranno essere energeticamente più efficienti. Solo una solida base di dati potrà consentire ai responsabili politici di procedere in modo differenziato e prendere decisioni a lungo termine. Infatti, per il risanamento di edifici è importante stabilire i giusti incentivi, determinando le corrette priorità e facendo leva laddove è possibile ottenere il massimo più rapidamente possibile. Per pianificare il percorso verso l’obiettivo bisogna innanzitutto sapere a che livello ci si colloca e, quando si è in viaggio, poter verificare direzione e velocità di avanzamento. Sono dunque necessari parametri di riferimento non solo per misurare i progressi generali, ma che consentano a ogni proprietario di confrontare i propri immobili con quelli analoghi e di adottare le giuste misure. Status quo. In media, un edificio svizzero riscaldato emette ca. 33 kg di CO2 per metro quadro di superficie di riferimento energetico (Sre) all’anno, di cui 42 · TM Novembre 2023

circa 73% sono emissioni generate sul posto dalla produzione di calore fossile (Scope 1). Notevole però la variazione fra le regioni, con le aree montane penalizzate dalla maggiore altitudine, da temperature esterne più rigide e più giorni di riscaldamento. Inoltre, le reti di teleriscaldamento sono qui ancora poco diffuse e le pompe di calore aria-acqua diventano tanto più inefficienti quanto più freddo è il luogo in cui si trova l’immobile. Non sorprende quindi che nelle zone montane, oltre ai sistemi di riscaldamento a combu-

stibili fossili, vi sia un numero superiore alla media di sistemi a legna ed elettrici. In cima alla classifica degli edifici più inquinanti sono gli immobili residenziali, responsabili del 18% delle emissioni totali di CO2, case unifamiliari in testa, mentre fanno meglio le plurifamiliari, a fronte del risparmio di calore interno garantito dalla maggiore densità di occupanti per metro quadro e dall’inferiore perdita di calore grazie alla costruzione più compatta (minore superficie di involucro esterno rispetto allo spazio abitativo).

Una nuova base di riferimento Nel suo Immo-Monitoring 2024/01 (pubblicato questo ottobre e fonte del presente articolo) per la prima volta Wüest Partner segue un approccio bottom-up per stimare le emissioni di CO2 del patrimonio immobiliare svizzero (Scope 1, 2 e 3.3), creando una nuova e importante base di dati e valori di riferimento. Successivamente al controllo e al completamento dei dati mancanti dal Registro federale degli edifici e delle abitazioni, Wüest Partner è stata in grado di determinare la fonte di produzione di calore per quasi il 96% dei casi. Per il calcolo delle emissioni è stato impiegato il modello “CO2 Calculator” sviluppato internamente che simula il fabbisogno energetico per ogni edificio. • Scope 1: Emissioni fossili dirette in loco (p. es. riscaldamento a olio o a gas). • Scope 2: Emissioni derivanti dalla produzione di energia importata come l’elettricità (ad es. per far funzionare una pompa di calore) o il teleriscaldamento (ad es. quando si bruciano i rifiuti). • Scope 3.3: Emissioni derivanti dai processi per estrazione, produzione e trasporto del vettore energetico (petrolio, gas) o per gli impianti di produzione e il trasporto di energia elettrica (p. es. la manutenzione delle reti elettriche).


Poiché però il 57% di Sre degli edifici residenziali è rappresentato da abitazioni plurifamiliari, in termini assoluti causano maggiori emissioni a livello complessivo. Quasi la metà degli edifici residenziali è costituita da abitazioni in locazione, per due terzi (circa 215 milioni di mq di Sre) ancora riscaldate con combustibili fossili. La scelta di risanarle energeticamente è quindi molto importante per la transizione energetica, e la fattibilità economica gioca un ruolo fondamentale per incentivare i proprietari a investire. Tre le principali misure possibili: 1) sostituzione di un sistema di riscaldamento fossile con uno non fossile (da olio o gas a pompa calore o teleriscaldamento); 2) maggiore isolazione termica dell’involucro esterno: riduzione del consumo e aumento del comfort abitativo; 3) installazione di un impianto fotovoltaico: minori spese e grazie all’auto-approvvigionamento e riduzione delle emissioni derivanti dalla produzione di energia importata, come l’elettricità o il teleriscaldamento (Scope 2). Vantaggi per tutti. Se, a fronte dell’investimento, il vantaggio per i proprietari si traduce in un reddito netto da locazione più elevato e nell’aumento del valore di mercato dello stabile, per gli inquilini da una parte comporta una riduzione delle spese accessorie, ma dall’altra può giustificare un aumento della pigione netta a seguito del trasferimento di parte degli investimenti sostenuti dal proprietario. Tuttavia un leggero aumento del canone di locazione lordo risulta ben accetto da molti locatori. Infatti, il risanamento energetico non solo porta a un migliore equilibrio ambientale dell’edificio, ma in molti casi aumenta anche il comfort abitativo (ventilazione confortevole, nuove finestre che riducono l’inquinamento fonico, ecc.). Indiscutibile che l’ambiente ne tragga beneficio, ma l’efficienza (riduzione effettiva delle emissioni e risparmio energetico rispetto all’investimento) resta un fattore cruciale: ad esempio, a parità di investimento, il risultato per un edificio relativamente nuovo e relativamente ben isolato è inferiore a quello di un edificio la cui ristrutturazione è necessaria da tempo. Meccanismi economici. Il fatto che un risanamento energetico produca effettivamente vantaggi dipende da molti fattori differenti. Fra i numerosi meccanismi di impatto economico, di seguito i principali.

«Sia per i proprietari (ritorno sull’investimento), sia per gli inquilini (affitto lordo) che per l’ambiente e i benefici sociali, la sostituzione del riscaldamento è la misura energetica più efficiente, da privilegiare se le risorse finanziarie sono limitate, effettuando l’adeguamento dell’isolamento soprattutto negli immobili particolarmente mal isolati» Andrea Boschetti, Manager di Wüest Partner

Il 56% scalda ancora con olio o gas % sistemi di riscaldamento in Svizzera, 2023

Emissioni di gas serra per sistema di riscaldamento in kg CO2-equivalenti per mq Sre e anno

0,4% 4,3% 7,2%

Olio da riscaldamento Gas

11,1% 39,2%

Elettricità Calore a distanza

21,0% 16,8%

Legna Pompa di calore

■ Riscaldamento a olio ■ Riscaldamento a gas ■ Pompa di calore ■ Riscaldamento a legna ■ Elettricità ■ Calore a distanza ■ Altro Fonte: REA; Wüest Partner 2023

• Aumento del valore di mercato: gli immobili risanati hanno generalmente un valore di mercato più elevato rispetto a quelli non ristrutturati. Ciò può essere ricondotto ai maggiori ricavi da pigioni (trasferimento di parte dei costi di investimento sui canoni di locazione in essere netti e canoni di locazione netti più elevati in caso di nuova locazione), ai ricavi dalla vendita dell’elettricità in esubero prodotta dall’impianto fotovoltaico e al tasso di capitalizzazione più basso. • Incentivi: lo Stato concede incentivi per i risanamenti energetici che possono essere ‘diretti’ (partecipazione a parte dei costi sostenuti) o ‘indiretti’ (deducibilità fiscale). Entrambi contribuiscono a ridurre i costi di investimento. • Diritto di locazione: il diritto locativo regola l’entità della quota di investimenti a valor aggiunto che può essere trasferita agli inquilini esistenti. Il reddito netto da locazione aumenta così grazie al (parziale) trasferimento dei costi.

10

20

30

40

50

60

70

■ Scope 1 ■ Scope 2 ■ Scope 3.3 Fonte: REA; Wüest Partner 2023

Inversione di tendenza N. alloggi in affitto (migliaia) per periodo costruzione e fonte di riscaldamento Prima 1919 1919-1945 1946-1960 1961-1970 1971-1980 1981-1985 1986-1990 1991-1995 1996-2000 2001-2005 2006-2015 2011-2015 Dal 2016 100

200

300

400

■ Riscaldamento fossile ■ Non-fossile Fonte: REA; Wüest Partner 2023

Oltre metà dei sistemi di riscaldamento installati in Svizzera sono a olio o a gas. Più recente è la costruzione, più si opta per le fonti non fossili. In media, un edificio riscaldato emette ca. 33 kg di CO2 per mq l’anno: il 73% generato sul posto dalla produzione di calore fossile, il 24% deriva dai processi di estrazione, produzione e trasporto del vettore energetico, il 3% dalla produzione di energia importata. Novembre 2023 TM · 43


Emissioni medie gas serra di un edificio riscaldato per regione In kg CO2 equivalenti per mq di superficie e anno

■ < 25 ■ 25-30 ■ 30-35 ■ 35-40 ■ 40-45 ■ > 45

Fonte: REA; Wüest Partner 2023

Emissioni per tipologia di edificio in kg CO2-equivalenti per mq Sre e anno N. edifici

Luoghi di incontro, Ristoranti Edifici sportivi

20.000 4.000

Unifamiliari

1.307.000

Case plurifamilairi

413.000

Edifici industriali

62.000

Negozi

14.000

Scuole

13.000

Uffici

27.000

Ospedali Magazzini, garage ed edifici agricoli

3.000

Sono gli immobili residenziali a inquinare di più, all’interno di un parco immobiliare he genera in Svizzera un quarto del totale delle emissioni di CO2. Paradossalmente si potrebbe dire che più si sale in quota, più l’aria peggiora: temperature rigide, più giorni di riscaldamento, scarsa resa delle pompe di calore al freddo, penalizzano le zone montane.

984.000 0 10 20 30 40 50

■ Scope 1 ■ Scope 2 ■ Scope 3.3 Media ponderata di tutti edifici riscaldati Fonte: REA; Wüest Partner 2023

• Nuove locazioni: riaffittando un appartamento quando l’edificio viene ristrutturato, il proprietario può trarre vantaggio dal fatto che la disponibilità a pagare degli inquilini si basa sull’affitto lordo. Ciò significa che l’affitto netto può essere aumentato in misura pari ai minori costi accessori. • Riduzione dei rischi: l’aumento dei prezzi dell’energia, la diminuzione dell’attrattiva del mercato e della disponibilità delle risorse o l’aumento delle normative sono rischi che possono essere contrastati (anche) con procedendo a un risanamento energetico, riducendo così le incertezze e aumentando la commerciabilità. • Capitale terzi: il finanziamento con capitale terzi degli investimenti può avere un importante impatto sulla redditività e il proprietario può impegnare meno risorse finanziarie proprie, a loro volta utilizzabili per progetti con maggiore redditività. Non da ultimo, i costi per gli interessi sul capitale terzi ridurrebbero l’onere fiscale. Benefici sociali. L’inquinamento ambientale e i danni climatici causano alti 44 · TM Novembre 2023

costi sociali: calcolando 230.- franchi per tonnellata di CO2, l’ammontare dei costi sociali risparmiati corrisponde all’incirca all’importo degli incentivi diretti erogati. Aggiungendo i benefici fiscali, in genere i contributi statali superano notevolmente i costi sociali. Questo vale soprattutto per le ristrutturazioni complete. Nel caso della semplice sostituzione dell’impianto di riscaldamento, invece, i costi sociali risparmiati tendono a essere significativamente superiori ai contributi statali. Pertanto, la promozione della sostituzione degli impianti di riscaldamento è anche la misura più efficiente dal punto di vista sociale. Detrazioni fiscali. I risanamenti energetici offrono la possibilità di richiedere detrazioni fiscali: i costi di ristrutturazione, al netto delle sovvenzioni, riducono il reddito imponibile per le persone fisiche e l’utile netto per quelle giuridiche. In quest’ultimo caso, tutte le spese sono deducibili, mentre per le persone fisiche lo sono unicamente gli investimenti che mantengono il valore. Tuttavia, i risanamenti energetici godono di uno status speciale e sono completamente deducibili, rendendoli ancora più interessanti. Inoltre, nel caso di costi di investimento maggiori rispetto al reddito imponibile dell’anno di ristrutturazione, possono essere riportati agli anni successivi (per un

massimo di tre anni per le persone fisiche e sette per le giuridiche). In generale, il risparmio fiscale è quindi maggiore quanto più denaro viene investito, meno sovvenzioni si ricevono, più elevato è il livello di tassazione e più alto è il reddito lordo (a causa della tassazione progressiva delle persone fisiche). Siccome nella maggior parte dei comuni l’aliquota dell’imposta sul reddito per le persone fisiche è superiore a quella sugli utili per le persone giuridiche, le prime possono ottenere un maggiore risparmio fiscale per un risanamento energetico, anche se un caso come quello della città di Zurigo offre un controesempio, con l’aliquota dell’imposta sui profitti, pari al 23,8%, più alta di quella dell’imposta sul reddito della maggior parte dei proprietari privati. Nel caso invece di immobili residenziali occupati dal proprietario, il valore locativo aumenta dopo la ristrutturazione comportando un onere fiscale (leggermente) maggiore. Quali priorità? Pur richiedendo importanti investimenti, i risanamenti energetici sono da accogliere con favore in virtù dei loro benefici ambientali e climatici. Uno slancio che lo Stato promuove fornendo incentivi finanziari. Tuttavia, le risorse finanziarie disponibili non consentono di realizzare immediatamente tutto quanto auspicabile. È quindi necessario stabilire delle priorità. Sia dal punto di vista dei proprietari (ritorno sull’investimento), sia degli inquilini (affitto lordo) come pure dell’ambiente e dei benefici sociali, la sostituzione del riscaldamento è la misura energetica più efficiente, quindi da privilegiare quando le risorse finanziarie sono limitate, effettuando invece l’adeguamento dell’isolamento soprattutto negli immobili particolarmente mal isolati. Bisogna però ricordare che quando si passa da un sistema di riscaldamento fossile a uno alternativo, mentre vengono azzerate le emissioni di CO2 in loco (Scope 1), non lo sono quelle generate altrove (Scope 2). Allo stesso tempo, la domanda di elettricità è in aumento. Sostituendo solo gli impianti di riscaldamento su larga scala senza effettuare l’isolamento, il rischio è quello di non riuscire a coprire il fabbisogno energetico totale. È quindi evidente che, oltre alla riduzione delle emissioni di CO2 in cui l’immobiliare deve impegnarsi, anche una sensibilizzazione sulla riduzione dei consumi energetici è un importante obiettivo per promuovere la sostenibilità.


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economia/immobiliare

La via collettiva all’investimento Il principio del crowdfunding applicato all’immobiliare: una soluzione innovativa ed efficace che, grazie agli strumenti della comproprietà e del prestito partecipativo, democratizza l’accesso agli investimenti nel real estate e offre una valida alternativa di finanziamento ai professionisti.

G

ià ben consolidato nei Paesi anglosassoni, in Germania e in Francia, il crowdfunding immobiliare, che include investimenti partecipativi in comproprietà e prestiti partecipativi (crowdlending), sta raccogliendo crescente attenzione anche in Svizzera, sebbene lo sviluppo sia stato più lento, in parte a causa dei vincoli normativi. Da 35,2 milioni di franchi nel 2016 le campagne di raccolta di fondi immobiliari sono passate a 560,2 milioni nel 2021. Con la formula della comproprietà si possono acquistare direttamente immobili da investimento e ricevere il reddito da locazione, con una possibile plusvalenza quando l’immobile viene rivenduto, mentre tramite il crowdlending si possono finanziare progetti immobiliari e ricevere interessi fissi.

«Da una parte, si offre l’occasione per democratizzare gli investimenti nel settore abbattendo le alte barriere d’accesso. Dall’altra parte, ai professionisti del real estate viene messa a disposizione una fonte di finanziamento complementare ai prestiti bancari. È dunque l’applicazione dell’adagio “l’unione fa la forza” al settore immobiliare», commenta Dan Amar, Ceo Foxstone. Fondata nel 2018 a Ginevra, questa piattaforma digitale pioniera del crowdfunding immobiliare in Svizzera riunisce già una comunità di oltre 20mila investitori che hanno concluso una cinquantina di operazioni per un valore di oltre 220 milioni di franchi. Nell’attuale contesto di aumento dei

costi di costruzione, alti costi di finanziamento, crescenti barriere amministrative ed elevati costi di opportunità, gli sviluppatori immobiliari hanno difficoltà a finanziare i loro progetti, il che rappresenta un ostacolo alla creazione di nuovi alloggi in un territorio dove già scarseggiano. «Fornendo una nuova fonte di finanziamento, gli investitori di Foxstone contribuiscono dunque alla creazione di nuove abitazioni e posti di lavoro in Svizzera per soddisfare le esigenze della popolazione locale. Non sostituiscono i finanziamenti bancari, ma forniscono agli sviluppatori fondi aggiuntivi, permettendo loro di rifinanziare un’attività esistente o di limitare l’apporto di capitale proprio a un progetto

Volumi in crescita per il crowdfunding immobiliare in Svizzera 2016-2021

Sul totale di 792 milioni di franchi raccolti in Svizzera nel 2021 dalle 28 piattaforme di crowfunding attive, 607 provenivano da investimenti nell’immobiliare, in crescita del 35% dall’anno predente. Sopra, un edificio industriale a Ginevra i cui lavori di ristrutturazione, ampliamento e conversione sono stati parzialmente finanziati da investitori di Foxstone. 46 · TM Novembre 2023

Milioni di CHF

600 ■ Crowdinvesting

■ Crowdlending

500 400 300 200 100 0

23.1 2.9 32.3

116.2

2016

2017

70.5

191.0

174.5

121.4

2018

2019

Fonte: Crowdfunding Monitor 2021, Institute of Financial Services Zug IFZ

296.7

418.0

69

142.2

2020

2021


di sviluppo, mantenendo l’intero margine della transazione, con una maggiore flessibilità finanziaria per diversificare meglio i loro progetti immobiliari. L’inasprimento delle condizioni di prestito delle banche, e in particolare la riduzione del loan-to-value ratio sta portando molti sviluppatori a utilizzare la nostra soluzione», spiega il Ceo di Foxstone. Alla confluenza tra proptech e fintech, la tecnologia gioca un ruolo fondamentale nella sua offerta: facilitando il flusso di informazioni e dematerializzando il round di finanziamento, permette di ampliare la cerchia dei potenziali investitori e di rendere accessibili e trasparenti le offerte immobiliari diversificate. Inoltre consente di digitalizzare l’intero processo di sottoscrizione, senza doversi spostare. «I prestiti azionari sono strutturati sotto forma di emissioni obbligazionarie con le garanzie necessarie a proteggere gli investitori, come note ipotecarie e pegni su azioni di società immobiliari. Selezioniamo progetti validi, strutturiamo i prestiti obbligazionari e raccogliamo i fondi dai nostri investitori. In seguito, rendiamo conto dello stato di avanzamento dei progetti, paghiamo gli interessi e rimborsiamo gli investitori alla scadenza», sottolinea Dan Amar. Nel caso di investimenti azionari, Foxstone gestisce e monitora l’intera transazione: dall’analisi, alla valutazione, alla riunione degli investitori, alla negoziazione dei finanziamenti bancari e all’acquisizione. «Manteniamo poi la responsabilità di amministrare la comproprietà e di prendere decisioni strategiche per aumentare il valore dell’edificio, la cui gestione quotidiana è delegata a una società di gestione immobiliare. I comproprietari hanno la possibilità di partecipare alle principali decisioni relative alla gestione dell’edificio in occasione di un’assemblea generale annuale che si tiene in formato digitale», specifica il Ceo. Dopo una prima fase di lancio in Svizzera francese, la piattaforma ginevrina sta estendendo le sue attività alla Svizzera tedesca. Obiettivo finale è coprire tutta la Svizzera, Ticino compreso, appoggiandosi a partner differenti per presentarsi sui diversi mercati. «Per gli investimenti in comproprietà, ci orientiamo su immobili multiresidenziali o commerciali, da 5 a 20 milioni di franchi. Concediamo prestiti di capitale tra 1 e 8 milioni di franchi per progetti che vanno dalla

«Da una parte, il crowdfunding immobiliare offre l’occasione per democratizzare gli investimenti nel settore abbattendo le alte barriere d’accesso. Dall’altra parte, ai professionisti del real estate viene messa a disposizione una fonte di finanziamento complementare ai prestiti bancari» Dan Amar, Ceo di Foxstone

Uniti nel mattone L’investimento partecipativo in comproprietà consiste nel riunire gli investitori per consentire loro di acquisire congiuntamente un immobile d’investimento esistente già affittato. Gli investitori vengono iscritti nel registro fondiario come proprietari dell’immobile e ricevono il reddito da locazione su base trimestrale. In media, nel caso di Foxstone, ogni immobile è finanziato per il 40% da fondi propri degli investitori e per il 60% da un’ipoteca bancaria suddivisa tra ciascun comproprietario, in modo che la responsabilità sia limitata in proporzione all’investimento, effettuato in tranche da 25mila franchi svizzeri. Il tasso ipotecario è fissato a 7 anni per proteggere dalle future oscillazioni e garantire rendimenti stabili per tutta la durata dell’investimento. Il crowdlending invece consiste nel riunire investitori che concedono un prestito a una società immobiliare per realizzare uno sviluppo immobiliare o rifinanziare un bene esistente, in tranche da 10mila franchi nella proposta di Foxstone. In cambio, ricevono un interesse fisso, pagato periodicamente o alla fine della durata del prestito, che varia da 12 a 36 mesi. Gli investitori non si sostituiscono alle banche, ma integrano i fondi del promotore sotto forma di prestito subordinato.

costruzione di nuove unità residenziali al rifinanziamento di beni esistenti alla conversione. Quest’estate abbiamo anche offerto una prima proprietà interamente commerciale a Ginevra. Per farsi un’idea, in questo caso, tenendo conto di un accantonamento per gli affitti, del versamento al fondo di ristrutturazione che serve a preservare il valore dell’edificio a lungo termine e dell’ammortamento del debito ipotecario - complessivamente il 2,75% sul patrimonio netto - risulta un rendimento annuo distribuito del 6,33%, pagato trimestralmente», illustra Dan Amar. A seconda dell’importo per raccogliere i fondi possono occorrere da pochi giorni a diverse settimane. Un caso emblematico è un prestito di 2 milioni per il rifinanziamento di un edificio residenziale nel Canton Soletta, che ha individuato tutti gli interessati in meno di 24 ore, concludendo la raccolta fondi in poco più di una settimana.

L’intenzione è quella di abbassare ulteriormente la soglia di accesso. «Il nostro obiettivo è continuare a muoverci verso una maggiore democratizzazione del settore, il che significa abbassare le quote minime per investimenti e prestiti partecipativi, oggi rispettivamente di 10mila e 25mila franchi, mantenendo un elevato standard di servizio», conclude il Ceo di Foxstone. Una soluzione win-win nel pieno senso del termine, tanto per i professionisti del settore, quanto per gli investitori, ma anche per i tanti locatari che in Svizzera continuano a costituire la maggioranza del mercato immobiliare, con una delle più elevate quote di affittuari nel confronto internazionale che, attualmente messa sotto pressione dalla scarsità dell’offerta e dal rincaro dei canoni, non potrà che beneficiare di un rinnovato dinamismo. Susanna Cattaneo Novembre 2023 TM · 47


economia/aziende

Dalle superfici, in profondità

© Oerlikon

Trasversale a tutti i settori che serve come leader dell’ingegneria delle superfici, della lavorazione dei polimeri e della produzione additiva, Oerlikon si proietta ora anche nella nicchia del lusso, grazie all’acquisizione di Riri Group, promettendo insieme di far splendere l’alta moda ben oltre la superficie. Il tassello mancante in una strategia ad alta intensità di innovazione e sostenibilità.

L

e sue soluzioni sono presenti in uno spettro di applicazioni e settori talmente ampio che si può dire non ci sia non solo giorno, ma addirittura ora in cui non si entri in contatto con una sua tecnologia. Oltre metà delle maggiori case automobilistiche si affida ai materiali avanzati, ai rivestimenti funzionali o alle tecnologie di processo di Oerlikon, così come i principali produttori di motori aeronautici e apparecchiature per la produzione di energia e, mutatis mutandis, un ambito estremamente esigente come il medicale, che richiede una strumentazione ‘chirurgica’ in tutti i sensi. Dalle semplici applicazioni meccaniche all’ingegneria dei semiconduttori e all’elettronica di alto livello, l’industria in ogni suo segmento ne è cliente e partner. Insieme alle aziende della lavorazione dei metalli e dei polimeri sviluppa le migliori soluzioni per gli utensili del processo produttivo ed è leader di mercato nei sistemi per la produzione di fibre artificiali.

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Il Gruppo con sede a Pfäffikon (Canton Svitto), quotato alla borsa di Zurigo, è una potenza globale dell’ingegneria delle superfici, della lavorazione dei polimeri e della produzione additiva: 2,9 miliardi di franchi di fatturato nel 2022, sostanzialmente equipartiti fra le due divisioni Surface Solutions e Polymer Processing Solutions, in totale oltre 12.100 dipendenti e 205 sedi dislocate in 37 Paesi. «Il nostro obiettivo è quello di consentire ai nostri clienti, ai loro e alle industrie che servono di ‘ottenere di più con meno’. In particolare: maggiori risparmi, efficienza e produttività, utilizzando meno risorse come energia e materiali. In questo modo, li supportiamo nei loro obiettivi di sostenibilità ed economici, qualificandoci come un’autentica enabling company. Il nostro know-how e le nostre tecnologie consentono ad esempio di sviluppare e migliorare materiali, processi e attrezzature progettati per estendere la durata degli utensili, di ridurre il consumo di carburante nell’industria automobilistica e

aerospaziale, facendo da pionieri nelle tecnologie che consentono la mobilità futura, di risparmiare energia e ridurre i rifiuti», sottolinea Markus Tacke, Ceo di Oerlikon Surface Solutions (Oss). La nicchia del lusso. Accanto ai tre marchi tecnologici Oerlikon Balzers, Oerlikon Metco and Oerlikon AM (additive manufaturing), la divisione che sviluppa le soluzioni di rivestimenti superficiali ha varato questa primavera Oerlikon Luxury, la nuova business unit leader mondiale nella produzione di parti metalliche per l’industria della moda di lusso. Una nicchia di grande prestigio e di notevole interesse, considerata l’eccellente tenuta delle sue performance anticicliche, con lo zoccolo duro europeo e il volano di sviluppo del mercato asiatico e mediorientale. I rivestimenti superficiali sono parte essenziale della produzione di accessori, gioielli e componenti di lusso, che hanno bisogno di trattamenti che li proteggano dall’usura e dalle abrasioni e che conferiscano loro una finitura lucente.


«Ci siamo però resi conto che per poter mettere il nostro portfolio di soluzioni a servizio di questo particolare mercato avevamo bisogno di partner che ne conoscessero il linguaggio, le dinamiche e le esigenze. Nel 2021 abbiamo compiuto un primo passo con l’acquisizione di Coeurdor, azienda francese specializzata nella fabbricazione di finiture in metallo per la pelletteria di lusso. Questo marzo abbiamo poi completato l’acquisizione del Gruppo Riri, punto di riferimento di molti top player del fashion, degli accessori di lusso, dell’outdoor e del denim grazie ai suoi cinque brand, fra cui l’iconico marchio omonimo di cerniere con sede

«Obiettivo è consentire ai nostri clienti e ai loro di ‘ottenere di più con meno’. In particolare: maggiori risparmi, efficienza e produttività, utilizzando meno risorse come energia e materiali. Li supportiamo così nei loro obiettivi di sostenibilità ed economici, qualificandoci come un’autentica enabling company» Markus Tacke, Ceo Oerlikon Surface Solutions

I numeri di Oerlikon 2022

Ordinativi (Chf)

Vendite (Chf)

1,4 mld 1,6 mld

1,4 mld 1,5 mld

■ Surface Solutions Ebitda

17,7% 16,0%

■ Polymer Processing Solutions

Collaboratori (Fte)

Siti

167 36

Spesa R&D (Chf)

7.519 4.329

73 mio 40 mio

Fonte: Oerlikon

C’è ma non si vede. Le soluzioni di Oerlikon servono praticamente tutte le industrie: aerospaziale, automotive, energia, tooling, tessile, medicale… una potenza globale dell’ingegneria delle superfici, della lavorazione dei polimeri e della produzione additiva. Sfuggiva ancora la nicchia del lusso, dove la proietta l’acquisizione di Riri Group, che insieme a Coeurdor ha dato vita alla nuova business unit Luxury, numero uno al mondo nella produzione di bottoni e seconda nelle cerniere, dove rifornisce le griffe più prestigiose ed esigenti.

a Mendrisio», spiega Markus Tacke. Una liaison che sembrava predestinata: coincidenza vuole che i loghi dei due gruppi utilizzino persino lo stesso Pantone! L’operazione giunge per Riri a compimento di un percorso di sviluppo iniziato una quindicina di anni orsono: «Punto di partenza è stato l’interesse da parte di un private equity fund, Sofipa (Unicredit),

Oerlikon Luxury, leader mondiale nella produzione di parti metalliche per l’industria della moda di lusso Leadership di Riri nella produzione mondiale di bottoni

Riri secondo produttore mondiale di cerniere

Fornitore unico di metallerie (cerniere, hardware in metallo e gioielli di moda) per il segmento del lusso

N.2

N.1

12

N.1

Dipendenti in 6 Paesi nel mondo

Anni di Heritage

Clienti High-end luxury & premium

>85

~150

Specialisti R&D dedicati

Totale brevetti detenuti

~1,450 Fatturato 2022

Sedi basate in Svizzera, Italia, Francia e Portogallo

€ 212 milioni

>70

>75

Fonte: Oerlikon

che ha compreso che sul mercato mancava un fornitore a 360 gradi di accessori ed elementi decorativi per il mondo della moda. Ha quindi iniziato a costituire una costellazione di aziende con competenze specifiche. Nel 2008 ha visto l’alba Riri Group con l’acquisizione di Meras e Cobrax, due realtà italiane con sede rispettivamente a Tirano e a Padova che hanno

consentito di ampliare la nostra gamma produttiva ai bottoni a pressione e alle cerniere in plastica», sottolinea Renato Usoni, già Ceo di Riri e ora Presidente di Oerlikon Luxury. I due successivi partner finanziari - nel 2014 il fondo private equity svizzero-olandese Gilde Buyout Partners e nel 2018 il francese Chequers Capital - hanno permesso di concentrarsi Novembre 2023 TM · 49


«Utilizzando le nostre tecnologie e le innovazioni future, saremo in grado di trasformare praticamente qualsiasi materia prima in un prodotto finale ecologicamente interessante. Questo dimostra ancora una volta come la tecnologia permetta di creare un mondo migliore» Georg Stausberg, Ceo Oerlikon Polymer Processing Solutions

Polymer Processing Solutions Ripartizione vendite per mercato, 2022

Surface Solutions Ripartizione vendite per settore, 2022 5%

38%

28% 26%

Totale Chf 1,5 mld

Totale Chf 1,4 mld

62% 13%

28%

■ tessuto non-tessuto (ad es. tappeti, filtri, geotessili, airbag, vele, imballaggi, parti in polimero leggero, articoli per l'igiene, pannolini, salviette,... ) ■ tessuto (fibre artificiali utilizzate nell'abbigliamento)

■ Ingegneria industriale (incl. luxury) ■ Energia ■ Tooling ■ Automotive ■ Aviazione Fonte: Oerlikon

Fonte: Oerlikon

Vendite per regione 2022 17% 55% Totale Fatturato 2022 Chf 2,9 mld

28%

■ Europa ■ Asia-Pacifico ■ Americhe Fonte: Oerlikon

Sostanzialmente equipartito fra le due divisioni Surface Solutions (Oss) e Polymer Processing Solutions (Pps), il fatturato di Oerlikon nel 2022 ha sfiorato i 3 miliardi di franchi. Sul medio-lungo periodo, le opportunità più interessanti si attendono dalle nuove generazioni di veicoli, metallurgia di lusso, semiconduttori, biopolimeri, materiali riciclabili e produzione additiva. Trend sottostante: la sostenibilità. 50 · TM Novembre 2023

sull’integrazione verticale e sull’innovazione proseguendo la strategia di crescita e successo. Lo standard del futuro. «Ma era ormai giunto il momento di trovare un partner industriale per un nuovo salto di categoria, individuato nella possibilità di accedere a una tecnologia di rivestimento avanguardistica come la Physical vapor deposition (Pvd, deposizione fisica in fase vapore), di cui Oerlikon è fra i pionieri. Una soluzione molto più efficiente rispetto ai tradizionali trattamenti galvanici, di cui grazie a questa nuova sinergia ambiamo a fare il nuovo standard del settore», commenta Renato Usoni. Il Pvd presenta numerosi vantaggi: depone sull’oggetto uno strato sottilissimo (0,003 mm contro 0,05 per un capello), ma estremamente duro e resistente, in grado di sopportare molto meglio frizione e ossidazione a cui tipicamente sono esposti gli inserti metallici a contatto con la pelle di capi e accessori che viene trattata con agenti aggressivi. «Inoltre permette di contenere la quantità di materiale applicato che, quando si lavora con metalli preziosi come oro

o palladio, non significa soltanto risparmio economico, ma anche certificazione dell’approvvigionamento per garantire migliori condizioni di produzione e il rispetto degli standard ambientali. Infine l’intero processo di trattamento, che avviene in una camera chiusa sotto vuoto spinto, risulta molto più ecocompatibile rispetto al trattamento galvanico, senza consumo d’acqua, né emissioni chimiche, richiedendo temperature meno elevate e con un netto miglioramento anche sulla salute dei lavoratori», spiega Markus Tacke. Inoltre, con questa tecnica di coating si amplia la gamma di sfumature ed effetti, moltiplicando le possibilità di collaborazione con i creativi. Dunque per Oerlikon un ulteriore modo di perseguire la sostenibilità nell’industria della moda e per il Gruppo Riri la possibilità di intercettare l’interesse emergente della sua clientela di alta gamma, alla ricerca di durevolezza e sostenibilità. La nuova business unit Oerlikon Luxury - 1.450 dipendenti in 12 sedi - si qualifica come il più importante produttore di bottoni al mondo, con centinaia di milioni di unità all’anno, e il numero 2 nelle cerniere: un piazzamento più che ragguardevole se si considera che si scontra con un colosso come la giapponese Ykk, forte di una produzione di massa a basso costo che ha chiaramente un altro target e altri prezzi. «Per farsi un’idea, produciamo in media 20 milioni cerniere all’anno, mentre la nostra rivale nipponica ne fa altrettante in un mese. Ma bisogna calcolare che un nostro lotto medio è di sole 60 unità, per cui immaginatevi quanto lavoro c’è dietro ai nostri volumi», esemplifica Renato Usoni. Cerniere che possono arrivare a costare diverse migliaia di franchi per pezzi pregiati in metalli preziosi. Nella ristrettissima fascia premium delle più iconiche griffe Oerlikon Luxury conta circa 150 clienti. Tanto che informalmente la presenza di una sua cerniera è un trucco per verificare che il prodotto non sia un falso. Accessori iconici, che si devono tramandare per generazioni, richiedono dettagli all’altezza. Per fare un solo esempio, se lo standard esige che una zip venga testata per 500 aperture e chiusure, Riri nell’haut de gamme arriva a 5mila per assicurarsi che sia impeccabile. Alla ricerca della sostenibilità. Operativa, ambientale, sociale, ... è la sostenibilità il driver che orienta la crescita di Oerlikon, in tutte le sue dimensioni: ma


prima tutto il Gruppo di Pfäffikon è un numero uno dell’R&D a livello mondiale, con decine di siti dedicati e un migliaio fra ingegneri e ricercatori. Non è un caso che dei 113 milioni di franchi investiti l’anno scorso in R&D, la metà sia andata a progetti inerenti la sostenibilità. «Ad esempio, nell’industria della lavorazione dei polimeri ci muoviamo per rispondere all’esigenza di un’economia circolare sostenibile e chiusa per materiali da imballaggio e prodotti tessili, sia espandendo intensamente il riciclaggio dei materiali utilizzati, sia guardando a nuovi materiali», commenta Georg Stausberg, Ceo di Oerlikon Polymer Processing Solutions (Pps), che è leader nel mercato globale dei sistemi utilizzati per la produzione di fibre artificiali, come poliestere, poliammide o nylon, offre tecnologie che vanno dalla fusione al filato, alle fibre e ai non-tessuti. Ne beneficia non il solo abbigliamento, ma anche tappeti, pneumatici, cinture di sicurezza, airbag, geotessili per l’edilizia, corde, nastri trasportatori, vele e filtri per la depurazione di acqua e aria, … insomma tutti i prodotti che si affidano alle fibre. Il riciclo dei capi usati, per ora a percentuali ancora irrisorie, potrebbe rappresentare la chiave di volta per un’industria inquinante come la moda, ma ancora occorre lavorare sull’automatizzazione dei processi e sulla qualità dei materiali recuperati che devono essere idonei al nuovo ciclo di filatura e tintura. Oerlikon fa corsa in testa. «Rispetto ai polimeri non biodegradabili di origine petrolchimica come il Pet, però i prezzi dei polimeri biobased o biodegradabili non sono ancora competitivi. Al contrario, le proprietà dei materiali biobased utilizzati per i prodotti di consumo, in particolare nell’industria dell’imballaggio, già lo sono. Se al momento sembra che i tessuti compostabili rimarranno un mercato di nicchia, una cosa è certa: utilizzando le attuali tecnologie Oerlikon e le innovazioni future, saremo in grado di trasformare praticamente qualsiasi materia prima in un prodotto finale ecologicamente interessante. Questo dimostra ancora una volta come la tecnologia permetta di creare un mondo migliore», sottolinea Georg Stausberg. Evolvere diversificando. Anche a livello di portafoglio, già da un paio di anni Oerlikon ha iniziato a diversificare per ridurre la dipendenza da singole linee di prodotti forti. Ad esempio, nel settore automobi-

«Per Riri era il momento di un altro salto di categoria. Oerlikon è pioniere della tecnologia Physical vapor deposition, molto più efficiente dei tradizionali trattamenti galvanici. Insieme ambiamo a farne il nuovo standard per il rivestimento delle superfici di accessori metallici di lusso della moda» Renato Usoni, Presidente di Oerlikon Luxury

Riri-voluzionaria dalle origini Con le sinergie che si profilano grazie all’acquisizione da parte di Oerlikon, Riri prosegue lo slancio innovativo che la contraddistingue fin dalle origini, grazie alla genialità del suo fondatore Martin Othmar Winterhalter. Nel 1936, in fuga dalle persecuzioni naziste, trasferì da Halle a Mendrisio (era già di origini svizzere), la sua fabbrica, la prima in assoluto a industrializzare la produzione di cerniere lampo. Di immenso talento, con studi in diritto ma il pallino dell’ingegneria, aveva saputo trasformare il fallimentare brevetto per cerniere lampo che aveva acquistato da un inventore svedese in un successo mondiale. Di brevetti, nella sua non lunga e intemperante vita, ne avrebbe a sua volta depositati una sessantina, visionario nel suo slancio inventivo, che andava dai macchinari a tecniche di costruzione come un originale assemblaggio di mattoni ad incastro, analogo a una cerniera, che sperimentò nella strada che portava al Parco San Grato di Carona, sua proprietà come l’originale Villa Ri-Rita a Vico Morcote, teatro della sua condotta libertina quanto della sua genialità. Nei decenni Riri non ha mai smesso di innovare un prodotto che mantiene tutta la sua rivoluzionaria funzionalità. Fra i tanti traguardi simbolici, si può citare quello dell’America’s Cup, tagliato nel 2003 come sponsor del team Alinghi, vincitore della competizione. Occasione in cui è stata lanciata la zip Storm, tuttora prodotto di punta della linea tecnica Riri, che ha dato da un lato l’opportunità di entrare anche nel segmento tecnico (dove oggi realizza anche prodotti avveniristici, come la cerniera gigante che permette di fermare le perdite d’acqua all’interno di canali di irrigazione profondi oltre 20 metri senza svuotarli) e, al contempo, è stato un investimento molto produttivo in termini di brand recognition, proiettandola nei mercati di Stati Uniti, Australia, Giappone e Corea. Leader nella produzione di accessori metallici, il Gruppo Riri, oltre all’omonimo brand (il nome viene dal tedesco “Ripple und Rille” concavo e convesso, come i denti della cerniera) ha poi riunito quattro marchi: Cobrax (Padova), celebre firma di bottoni a pressione, jeans e rivetti; Cobrax Metal Hub (Poggio a Caiano) e Dmc (a Scarperia e San Piero a Sieve), specializzate in progettazione, sviluppo e produzione di componenti metallici per pelletteria; Amom (Badia al Pino/ Arezzo), focalizzato su accessori per calzature, abbigliamento e bijoux.

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listico, con Balinit Dlc Star Oerlikon, rivestimento in carbonio modificato, simile al diamante, è entrata con successo nel mercato degli iniettori per i veicoli pesanti, inoltre è riuscita a espandersi ulteriormente nel mercato dei motocicli, soprattutto in India. Ma soprattutto guarda con crescente interesse ai Bev, per cui ha sviluppato nuovi rivestimenti. Inoltre, stanno facendo breccia anche le sue soluzioni innovative per lo scudo termico, ultrasottili e leggere, che forniscono un eccellente isolamento termico e aumentano la sicurezza dei sistemi di batterie per veicoli elettrici: nel 2022, la divisione ha aperto un laboratorio a Shanghai per il mercato cinese. E, dopo il contraccolpo pandemico, è proseguita la ripresa nell’aerospaziale, con una serie di progetti strategicamente importanti, tra cui la fornitura del rivestimento Balinit C - fiore all’occhiello di Oerlikon Balzers - per i componenti di precisione, come deflettori e propulsori, della navicella Orion nella missione lunare Artemis della Nasa. «In parallelo la divisione Polymer Processing Solutions si sta trasformando da costruttore di macchine a unico fornitore al mondo di impianti completi per fibre artificiali e ora a fornitore di soluzioni produttive sostenibili chiavi in mano nella lavorazione dei po-

Quando un secolo fa è iniziata l’era delle fibre artificiali, l’azienda tedesca Barmag, dal 2007 sotto Oerlikon, era all’avanguardia, ad esempio con questa macchina per la filatura del rayon. Oggi i sistemi di filatura vanno a ritmo di 480 km/h e la strada punta a sostenibilità e digitalizzazione.

limeri. Ad esempio, nel 2015 abbiamo investito nella policondensazione attraverso la joint venture con il gruppo Huitong

Industrializzare la produzione additiva Nella strategia di Oerlikon, rientra anche l’interesse per l’additive manufacturing in cui si è lanciata nel 2016 come logica estensione delle sue competenze in ambito di materiali e superfici, creando Oerlikon Am. Una tecnologia che ribalta il modo di progettare e produrre delle tecniche tradizionali, permettendo invece di ottenere da zero - a partire da un modello digitale - forme complesse ottimizzate per la loro funzione. Evidenti i vantaggi in termini di costi, tempi, resistenza, performance, personalizzazione e localizzazione. Fra le principali aziende di stampa 3D in metallo, Oerlikon Am ne sta guidando l’evoluzione. Da una parte, ci sono le importanti partnership industriali, fra le più recenti i contratti per fornire componenti al razzo vettore di Ariane 6 e con Airbus per la produzione additiva industriale di componenti satellitari. Sul fronte della ricerca, ha unito invece le sue forze con l’Università Tecnica di Monaco (Tum) fondando del Tum-Oerlikon Advanced Manufacturing Institute. Per superare gli ostacoli tecnici ed economici lungo il percorso verso l’industrializzazione della produzione additiva, si sta lavorando su nuove leghe per costruzioni leggere a base di alluminio, altamente stabili e molto richieste, su nuovi metodi di simulazione per la previsione del processo di fusione e solidificazione delle polveri metalliche e sulla certificazione dei prodotti per l’industria aerospaziale. Questa primavera hanno anche posto le fondamenta del Bavarian Am Cluster, con al loro fianco Audi, Eos, Ge Additive, Linde, Mtm Aero Engines e Siemens. Oerlikon sta inoltre collaborando a diversi progetti di ricerca europei avviati nel 2022.

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di Yangzhou, in Cina. Questo è stato fondamentale per espandere le nostre soluzioni a monte. Più recentemente, nel 2021, abbiamo acquisito la tecnologia dei canali caldi da INglass, con sedi in Italia, Usa e Cina. Intendiamo espanderci in nuove aree di business e in nuovi mercati. L’India, il Bangladesh, il Vietnam e l’Indonesia sono Paesi emergenti nel campo della produzione di fibre artificiali, che attualmente non producono al livello dei mercati consolidati di Cina e Turchia», spiega il Ceo della divisione Polymer Processing Solutions. Pipeline promettente. Se gli ultimi risultati trimestrali presentati da Oerlikon a inizio novembre hanno evidenziato l’attuale debolezza dei principali mercati finali e il perdurare dei contraccolpi valutari, tuttavia i fondamentali rimangono forti e i fattori di domanda a lungo termine sono intatti. La pipeline di innovazione per i prossimi trimestri infonde fiducia, fitta di soluzioni che promettono di aumentare il valore dei clienti. «Sul medio-lungo periodo, invece, per quanto riguarda le soluzioni per le superfici, vediamo in particolare interessanti opportunità per i veicoli del futuro, la metallurgia di lusso e i semiconduttori, ad esempio con le nostre lastre per l’isolamento termico che favoriscono la sicurezza o i rivestimenti per la produzione di semiconduttori per soddisfare l’accelerazione dell’Ia, della robotica e di altri prodotti elettronici industriali e di consumo», anticipa Markus Tacke, cui fa eco Georg Stausberg: «Per le soluzioni Pps, l’attenzione è rivolta ai biopolimeri e ai materiali riciclabili, che stimoleranno ulteriormente l’attuale domanda di polimeri grazie alla loro durata, elasticità, versatilità e migliore impatto ecologico rispetto ai filati naturali». Benché ormai si pontifichi di industria 5.0, smart manufacturing e lotti di dimensione uno, almeno nel medio termine la produzione industriale dovrà incrementare per soddisfare la crescente domanda di prodotti, dall’automotive, all’abbigliamento, dall’elettronica di consumo ai beni di lusso; lo stesso dicasi per consumi energetici e spostamenti dalla quotidianità delle vetture ai viaggi di piacere. E Oerlikon, come leader innovativo e tecnologico è in pole position per sfruttare il potenziale di crescita. Susanna Cattaneo


Quanto è veramente resiliente la vostra impresa? The Deloitte Resilience Barometer presenta gli impatti economici derivanti da geopolitica, avvenimenti climatici e pandemie. Deloitte.com/ch/resilienz

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economia/aziende

Virtù che irradia Per le sue straordinarie proprietà meccaniche, elettriche, termiche, chimiche e ottiche, il vetro di quarzo è un materiale unico. La sua versatilità, interpretata da Helios Quartz, con quartier generale in Ticino e presenza su scala internazionale.

S

ono bastate due generazioni per passare da azienda di famiglia a Gruppo internazionale. Il nome è esemplificativo dell’attività aziendale: Helios Quartz - di Novazzano - è infatti specializzata nella lavorazione del vetro di quarzo e nella produzione di lampade Ir e Uv. Impresa di famiglia fondata nel 1940, è oggi guidata dalla terza generazione rappresentata dai fratelli Armando e Virginia Giro. L’azienda, che ha il suo head quarter in Canton Ticino, ha due stabilimenti produttivi (uno a Novazzano, l’altro vicino a Milano) e filiali negli Stati Uniti e in Cina. Ne parla il suo amministratore delegato, Armando Giro. Qual è il core-business del Gruppo? Tutto parte dal vetro di quarzo: una materia prima molto resistente dal punto di vista fisico, chimico e meccanico nonché completamente trasparente ai raggi Uv (ultravioletti) e ai raggi Ir (infrarossi). Partendo da questa materia prima, ci siamo specializzati nello sviluppo e nella produzione di lampade Ir e Uv, ma anche di materiale da laboratorio e di apparecchi scientifici. Le lampade si suddividono in base alla lunghezza d’onda della loro radiazione: abbiamo quindi onde medie, onde corte e onde medie veloci. I settori di applicazione sono davvero tanti. Tra questi, vetro, legno, stampa, plastica, tessile, automotive, fotovoltaico. Che ruolo giocano, la ricerca e l’innovazione nella vostra attività? Un ruolo fondamentale. Il nostro obiettivo non è limitarsi alla vendita, bensì creare una relazione di lunga durata con i nostri clienti, lavorare con i loro dipartimenti di Ricerca & Sviluppo per trovare la soluzione migliore, in relazione al loro 54 · TM Novembre 2023

prodotto e alla loro applicazione produttiva. Attraverso questo modus operandi si possono sviluppare soluzioni altamente customizzate. Lavoriamo costantemente su nuovi metodi produttivi e nuove soluzioni, da presentare poi ai nostri clienti. Grazie alla varietà dei settori in cui operiamo, facendo tesoro delle esperienze raccolte in un determinato campo è possibile usarle, come ispirazione tecnologica, anche in altri settori. Quali tipologie di profili professionali impiegate? Nella sede di Novazzano impieghiamo operai specializzati, che ricevono una formazione tale da permettere loro di arrivare a padroneggiare tutte le tecniche di produzione; negli uffici, il personale multilingue opera sia per la parte logistica e commerciale, sia per la gestione contabile e finanziaria. Per mia esperienza personale - determinata dall’essere presente in realtà diverse (Italia, Svizzera, Usa, Cina) e dal confronto con altri imprenditori, clienti o fornitori -, ho maturato la consapevolezza di quanto sia difficile oggi trovare personale qualificato e con le giuste competenze trasversali, che sono alla base di un corretto approccio al lavoro. Considerata la versatilità dei vostri prodotti, avrete acquisito clienti in ogni area geografica. È così. Con l’insieme delle aziende del Gruppo, e con distributori esclusivi in contesti strategici, siamo presenti nei cinque continenti. Per mercati particolari come gli Stati Uniti, la Turchia e la Cina, abbiamo nostri uffici con personale locale, in modo da superare eventuali ostacoli che potrebbero presentarsi a causa di incomprensioni linguistiche, di mentalità o di modi diversi di fare business. Rispetto ad altri Paesi in cui siamo presenti, fare im-

Armando Giro, amministratore delegato di Helios Quartz.

presa in Ticino si caratterizza per diversi aspetti positivi, tra cui una maggiore stabilità del sistema dal punto di vista fiscale e normativo, una maggiore flessibilità del mercato del lavoro e, in generale, una burocrazia più snella. Nonostante la caratura internazionale, la vostra rimane un’azienda a conduzione familiare. È, questo, uno dei nostri punti di forza. Siamo abituati ad un’attività nel contesto internazionale ma, internamente, rimaniamo flessibili: i collaboratori delle varie aziende del Gruppo si conoscono, comunicano tra loro, condividono. Siamo facilitati dall’avere una struttura e una burocrazia interna meno rigide rispetto a quelle tipiche delle multinazionali. E d’altro canto, realizzare tutti i nostri prodotti in-house permette di essere agili e flessibili, di adattare la produzione alle specifiche esigenze del cliente: con rapidità di decisione e di cambiamento. Simona Galli


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Peter Pan – Il Musical Edoardo Bennato Giò Di Tonno

PFM canta De André Anniversary

Relative Calm Robert Wilson Lucinda Childs

West Side Story Leonard Bernstein

West Side Story © Johan Persson

Uno straordinario viaggio verso “l’isola che non c’è” da condividere con tutta la famiglia: in scena 21 artisti animano un mondo magico arricchito di effetti speciali, con le musiche indimenticabili di Edoardo Bennato e la voce potente di Giò Di Tonno.

Eclettica ed esuberante, PFM Premiata Forneria Marconi celebra il glorioso tour del ’79 e quel connubio, fino a quel momento inedito, in cui il rock progressive della band si sposò con i capolavori di uno dei più grandi cantautori italiani, Fabrizio De André.

Tra gli artisti visivi e teatrali più importanti del mondo, Robert Wilson torna a collaborare con Lucinda Childs per Relative Calm, spettacolo multimediale sulle musiche di Jon Gibson, John Adams e su Pulcinella di Stravinsky, che vede protagonisti 12 giovani danzatori.

Il numero uno dei musical americani, qui diretto dal regista di Broadway Lonny Price, vede in scena un cast di 34 performer danzare le coreografie originali sulle musiche di Bernstein e cantare i celebri brani accompagnati da un’orchestra di 20 elementi.

Un autunno di grandi eventi

LAC Lugano Arte e Cultura

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La prima generazione genera ricchezza, la seconda la gestisce, la terza studia storia dell’arte e la quarta va in rovina.

Rothschild Partnership Agreement (1810), Archivo Rothschild

Così recita una delle citazioni più celebri di Otto von Bismarck. La corretta gestione e conservazione del patrimonio di famiglia nell’arco di diverse generazioni richiede un bagaglio di esperienze e conoscenze molto articolate. La lungimiranza e l’apertura a queste tematiche da parte della famiglia stessa sono qualità indispensabili al mantenimento del patrimonio nel tempo. L’errore più grande che si può commettere è infatti quello di non pianificare correttamente il passaggio della ricchezza alla generazione successiva.

Una famiglia incredibilmente armoniosa I beni di famiglia sono spesso causa di litigi tra familiari. La soluzione è impostare una family governance. Ciò richiede uno spirito di apertura e un coinvolgimento nel dialogo da parte di tutti i componenti della famiglia. Sfide interne ed esterne Il patrimonio di una famiglia viene spesso identificato con le risorse investibili. Tuttavia, questa è solo una parte (a volte nemmeno la più importante) degli attivi patrimoniali effettivi. Ai fini di una pianificazione finanziaria strategica e a lungo termine, è importante tenere presente la visione d’insieme: ad esempio, molte famiglie sono composte da imprenditori e possiedono quindi una o più aziende, alle quali si aggiungono immobili, soluzioni previdenziali private e altri beni materiali come opere d’arte, imbarcazioni o automobili. Le sfide più grandi relative all’evoluzione del patrimonio spesso non sono di natura finanziaria o politica, ma sono piuttosto inerenti alle relazioni interpersonali o agli eventi che hanno luogo all’interno della famiglia. Ne sono esempi la malattia o la morte di un familiare, i conflitti interni o il trasferimento di domicilio. Tutte queste situazioni possono modificare le esigenze dei familiari e hanno grandi conseguenze sulla strutturazione a lungo termine e la conservazione del patrimonio per le generazioni future. Cosa serve in concreto Una pianificazione patrimoniale di successo per un’intera famiglia si basa, in primo luogo, sul fatto che ogni familiare venga coinvolto e sia aperto ad abbracciare il processo. Questo richiede un confronto su tutti gli argomenti rilevanti connessi al patrimonio e la disponibilità ad affrontare anche tematiche delicate. Questo scambio di vedute deve includere, ad esempio, la discussione sui ruoli dei vari familiari, l’analisi di possibili conflitti nonché la definizione congiunta di obiettivi e aspettative riguardo al patrimonio e al suo utilizzo.

Per facilitare questo processo molte famiglie scelgono di affidarsi a strutture che hanno esperienza con il concetto di family banking. Una banca privata che accompagna le famiglie in questo percorso dispone di esperti in temi quali la family governance, la strutturazione del patrimonio, la filantropia, la fiscalità internazionale, la consulenza aziendale, i finanziamenti, la strategia finanziaria e l’implementazione degli investimenti. Sono necessarie empatia e passione Il referente principale della banca privata deve instaurare un rapporto di fiducia stretto con tutti i membri della famiglia. Ciò diventa particolarmente necessario nel caso, ad esempio, di un servizio di pianificazione successoria. In questo contesto il consulente può assumere una sorta di ruolo di moderatore. La sua esperienza e la sua visione obiettiva e neutrale consentono di orientare le discussioni verso degli obiettivi concreti. Una buona dose di empatia è fondamentale per un buon esito del processo. Sono necessarie evidentemente abilità analitiche e una buona capacità di comunicazione dato che spesso le persone che ricevono la consulenza sanno bene quali sono i loro obiettivi, ma hanno difficoltà a concretizzarli. Si tratta quindi di elaborare congiuntamente un piano globale relativo ai beni di famiglia in un processo opportunamente equilibrato. Chi lo predispone e lo realizza correttamente deve essere certo che la soluzione proposta includa tutti gli aspetti importanti, tenga conto delle diverse esigenze dei familiari e crei così le condizioni adatte per una pianificazione patrimoniale fruttuosa e sostenibile. Solo in questo modo è possibile confutare la citazione di Otto von Bismarck, in modo che anche la terza o la quarta generazione possano godere e accrescere ulteriormente il patrimonio creato.

In cerca di empatia e professionalità?


Eureka! Il quinto capitolo di un’epica avventura...

Cosa unisce la rivoluzione che sta forse già vivendo, seppur inconsapevolmente, la logistica dell’ultimo miglio, con la regina mondiale delle premiazioni del Venture Capital, e un museo multimediale che ripercorre i primi passi della nascita dell’italiano, dunque tornando ai fantasticamente remoti tempi di Dante? Semplicemente Eureka, che prosegue nel viaggio del criptico mondo di valute che non sono monete, ma che ambirebbero a diventarlo, pur nella consapevolezza che mai potranno esserlo. Federico Introzzi Novembre 2023 TM · 57


eureka/start up

Atterraggi a domicilio La logistica dell’ultimo miglio si dimostra tradizionalmente essere la più insidiosa, non da ultimo in termini ecologici. E se vi fosse un sistema semplice ed efficace per aggirarla?

Sostenibili? La dipendenza dai combustibili fossili per le consegne di piccoli oggetti è stata a lungo data per scontata, ma se fosse tempo di sfidare lo status quo? Le soluzioni di consegna con droni completamente integrate sono progettate con una mentalità “network-first”, consentendo una transizione verso consegne più sostenibili, efficienti ed economiche. Questo cambiamento ha il potenziale per rivoluzionare la logistica dell’ultimo miglio e ridurre drasticamente le emissioni di carbonio e la congestione del traffico urbano.

Sopra, un drone che vola sul lago di Ginevra, per una consegna. A lato da sinistra, i fondatori di RigiTech, Oriol Lopez, Adam Klaptocz, David Rovira.

U

n giovane team di ingegneri potrebbe cambiare il futuro della routine quotidiana di molte persone. Se pensare che ordinare un caffè via drone o far consegnare le medicine sulla veranda di casa sia futuristico, bene significa che si sta vivendo ancora nel passato. Le consegne sostenibili via drone sono già un fatto,

58 · TM Novembre 2023

e un team svizzero sta implementando reti di consegna via drone per forniture sanitarie, pacchi e riparazioni industriali. In un’epoca definita da rapidi progressi tecnologici e da crescenti preoccupazioni per la sostenibilità ambientale, RigiTech si distingue quale azienda svizzera di logistica aerea che sta riscrivendo le regole del trasporto. Fondata nel 2018 nell’area

di Losanna, l’approccio visionario dell’azienda alle consegne via drone, unito a una tecnologia all’avanguardia, l’ha posizionata come un’opportunità di investimento che promette di rimodellare il panorama della logistica. Uno dei risultati più significativi di RigiTech è rappresentato dalle operazioni “Beyond Visual Line of Sight” (Bvlos). «Le autorizzazioni a volare in Bvlos in Europa, Asia, America Latina, Stati Uniti e Medio Oriente, sono la miglior dimostrazione dell’efficiacia e dell’affidabilità che i nostri sistemi di droni possono garantire non solo sulla carta, ma anche nella pratica. Siamo un’azienda particolarmente dedita al rispetto delle normative


vigenti, e di tutti gli standard di sicurezza, elementi che aiutano a distinguerci quali leader nel settore della logistica aerea» mette in evidenza Adam Klaptocz, Ceo e co-fondatore di RigiTech. Il forte impegno per la sicurezza si traduce anche nell’avere un esperto interno dedicato: il responsabile delle operazioni, Alejandro del Estal Herrero. La sua profonda conoscenza delle normative è determinante per il successo di RigiTech in questo settore in rapida evoluzione. In qualità di partecipante a organizzazioni come Eurocae, Jarus e al consiglio di amministrazione di Dias (Drone Industry Association Switzerland), contribuisce a mantenere la società all’avanguardia circa le modifiche normative, delineando il futuro delle operazioni Uas e la roadmap tecnologica, compresi i necessari progressi nelle capacità Bvlos. «Recentemente Alejandro ha discusso pubblicamente con esperti come Maarten Bonnema, elemento di spicco dell’aviazione civile olandese al Forum europeo sui droni in Germania. Queste interlocuzioni sono fondamentali per consentirci di portare sul mercato nuovi prodotti eccezionali, migliorando al tempo stesso le misure di sicurezza e mantenendo un forte vantaggio competitivo» nota il Ceo. I droni Eiger non sono però semplici gioielli ad alta tecnologia, ma sono anche flessibili e adattabili. La loro tecnologia consente di decollare e atterrare in ambienti diversi senza infrastrutture aggiuntive, aprendo un mondo di possibilità per le consegne in luoghi remoti e difficili. Che si tratti di una struttura sanitaria in un’area rurale, di una piattaforma offshore o di un complesso residenziale urbano, i droni sono progettati per arrivare e servire ovunque sia necessario. Lavorando per l’automazione, il produttore svizzero ha anche sviluppato l’infrastruttura software proprietaria RigiCloud: una piattaforma di controllo a terra che consente di pianificare e supervisionare a distanza le operazioni di più droni. «Questo sistema centralizzato garantisce comunicazioni affidabili, un preciso monitoraggio dei voli e una gestione efficiente della manutenzione della flotta. Consente anche di gestire le operazioni di più droni, permettendo la supervisione e il coordinamento a distanza. RigiCloud è più di una soluzione software; è un vantaggio strategico che pone RigiTech all’avanguardia nel settore

«Le autorizzazioni a volare in Bvlos in Europa, Asia, America Latina, Stati Uniti e Medio Oriente, sono la miglior dimostrazione dell’efficacia e dell’affidabilità che i nostri sistemi di droni possono garantire non solo sulla carta, ma anche nella pratica» Adam Klaptocz, Ceo e co-fondatore di RigiTech

Secondo l’investitore Investire in una startup attiva in drone delivery in Svizzera rappresenta un’opportunità convincente grazie a diversi fattori che si allineano alle caratteristiche uniche del Paese, tra cui un approccio regolatorio relativamente progressista. L’accettazione pubblica così come la valutazione della fattibilità economica dei servizi di consegna tramite droni, è cruciale per queste tecnologie. La Svizzera ha fornito un terreno relativamente fertile per lo sviluppo di soluzioni per scopi commerciali, ad esempio partnership con piattaforme di e-commerce. Nonostante una morfologia del territorio molto sfavorevole, la Confederazione vanta un numero significativo di aziende attive nel settore, su livelli pari a Paesi europei molto più grandi. Le aziende svizzere hanno dimostrato di essere in grado di raccogliere più capitale rispetto ai loro rivali europei, anche grazie a un’attenzione maggiore riservata al settore, e questo spinge a credere possano maturare un vantaggio competitivo importante, e dunque valutazioni più elevate.

delle consegne via drone» rileva Klaptocz. Nel corso dello sviluppo è stato possibile anche prevedere una componente ecologica. L’attenzione verso le forniture sanitarie, i campioni di laboratorio, i pezzi di ricambio industriali, i pacchi e i prodotti di e-commerce si allinea con la crescente necessità di soluzioni sempre

più efficienti e dunque anche ecologiche. Riducendo l’impronta di carbonio dei trasporti, l’azienda ha infatti trovato un modo di migliorare la sostenibilità del sistema, non limitandosi a facilitare il commercio e gli scambi. Emanuele Pizzatti Novembre 2023 TM · 59


eureka/start up

Il parco degli unicorni È la regina delle competizioni dedicate alle Start up svizzere, ed è in grado di radunare ogni anno a Zurigo centinaia di esperti e investitori a caccia di nuovi promettenti... progetti. Il team di Haya Therapeutics, primo classificato dell’edizione 2023 del Top100 Swiss Startup Award, concorso di riferimento per il settore.

I

l Top100 Swiss Startup Award è ormai giunto alla sua 13esima edizione, e come ogni anno dal 2011, anche nel 2023 ha maturato un vincitore, la BioTech Haya Pharmaceutics, attiva nello sviluppo di farmaci di precisione, e già classificatasi ottava nella precedente edizione. L’evento si è svolto i primi di settembre presso lo Startup Space di Schlieren, e come da tradizione ha visto la partecipazione di un pubblico molto più che selezionato, formato da fondatori di start updi successo, partner dell’Award, ma soprattutto tanti potenziali investitori che frequentano ormai da diversi anni l’evento a caccia di nuovi promettenti progetti. La forza della competizione, aperta alle sole start up svizzere, sta tutta nei numeri. Sono 553 le realtà che dalla prima edizione del concorso vi hanno preso parte, tutte ad alto contenuto tecnologico, che sono state in grado di generare quasi 18mila posti di lavoro in Svizzera, raccogliendo 12,7 miliardi di franchi. A complemento del successo di alcuni progetti sono state 79 le exit riuscite, e ben 9 le Ipo. 60 · TM Novembre 2023

Tra gli obiettivi della competizione il formarsi e il consolidarsi di una comunità dinamica di realtà altamente innovative, che si ritrova e riunisce sotto l’ombrello dell’Award, cementando relazioni com-

«La presenza sul podio di tre realtà appartenenti a settori diversi, BioTech, FoodTech e FinTech, è la prova provata della forza che il nostro ecosistema sta maturando, esaltandone la diversità e il notevole sostrato tecnico» merciali e legami, rafforzando il network dell’innovazione svizzero. «La presenza sul podio di tre realtà appartenenti a settori diversi, BioTech, FoodTech e FinTech, è la prova provata della forza che il nostro ecosistema sta maturando, esaltandone la diversità e il notevole sostrato tecnico», evidenzia Stefan Steiner, direttore del programma Top100.

Sono del resto le start up i poli intorno cui è possibile costruire qualcosa, in chiave futura. A patto di credervi e volervi investire. «Sono veri e propri motori dell’innovazione, contribuiscono direttamente e indirettamente alla prosperità presente e futura del nostro Paese, e mai come oggi sono fondamentali per tenere il passo di un mondo sempre più veloce. Il CleanTech ha ad esempio ben 17 rappresentanti nella Top100, e 3 nella Top10, il che conferma gli incoraggianti segnali emersi nel corso degli ultimi anni, e irrobustitosi nel 2023», nota Steiner. Le cifre mosse dalla competizione si confermano importanti, le tre vincitrici dell’attuale edizione, Haya Therapeutics, Planted Foods, e Yokoy hanno una media di quattro anni di vita, ma hanno già creato 520 posti di lavoro, e raccolto 237 milioni di franchi. Comunque nulla rispetto ai partecipanti del Top100 Investor Summit, che rappresentano collettivamente oltre 22,3 miliardi di capitale d’investimento. Si tratta infatti di Angel internazionali, grandi investitori di Venture Capital, rappresentanti di importanti Family Office europei, tutti riuniti a caccia della nuova generazione di unicorni svizzeri. L’obiettivo di quella nata nel 2011 quale idea di Beat Schilling e Jordi Montserrat, sotto l’ombrello di VentureLab, è infatti di riuscire a mettere intorno a un tavolo i migliori investitori internazionali, con i più promettenti imprenditori di Start up svizzere per sviluppare nuovi modelli di business e strategie d’investimento. Achille Barni


Da generazioni per le generazioni future

Il vostro patrimonio, i vostri obiettivi, la nostra competenza. Vi aspettiamo nelle nostre sedi di Lugano e di Locarno. vontobel.com/wealthmanagement

Wealth Management

La presente pubblicazione rientra nella classificazione di materiale di marketing ai sensi dell’art. 68 LSerFi svizzera e svolge una funzione esclusivamente informativa.


eureka/digitale / interaction design

Là dove il sì è virtuale

Un museo multimediale per preservare, contestualizzare e comunicare il patrimonio della lingua italiana, permutando l’offerta dei musei fisici con le opportunità del digitale. Il Multi. Immagini, animazioni, riproduzioni di documenti e manoscritti in alta qualità, registrazioni audio e video, mappe interattive, attività ludiche, articoli, … costituiscono i ‘reperti’ del Multi (multi.unipv.it). Inseriti nella narrazione dei sei percorsi, possono essere recuperati attraverso la collezione del Museo dove, corredati di didascalie e dati tecnici, si combinano in nuove geometrie fra accostamenti e salti temporali, oltre a una serie di “bonus” utili agli approfondimenti individuali.

I

ndividuare modi nuovi di raccontare la storia della lingua italiana, rivolgendosi a un pubblico più ampio possibile. Una sfida alla quale risponde il Multi - Museo multimediale della lingua italiana, un’esperienza totalmente digitale e autonoma, seppur inserita nel più ampio progetto che vedrà la nascita del museo Mundi, a Firenze, nella primavera del 2024. Specializzato in Exhibition e Interaction Design, lo studio milanese Dotdotdot ha messo a disposizione le sue competenze sia dal punto di vista dell’esperienza dell’utente (museografia e narrazione spazi museali), sia della progettazione digitale. Il suo co-fondatore Alessandro Masserdotti - laureato in filosofia ma che a otto anni già si dilettava a programmare i primi giochi su commodore 64 - illustra le particolarità di questa sfida. Alessandro Masserdotti, come portare la storia della lingua italiana nella dimensione del virtuale andando al di là della traslazione di materiali analogici? Proprio per la sua natura multimediale, il Multi ha permesso di andare ben oltre la semplice ‘digitalizzazione’ dell’espe62 · TM Novembre 2023

rienza. I sei percorsi creati sono arricchiti da curiosità e approfondimenti, ci sono molteplici tipologie di media (video, audio, testi, animazioni, giochi) che rendono il museo ‘accogliente’ e offrono diversi livelli di lettura. I contenuti sono organizzati con la tecnica dello scrolly-telling: è il visitatore che dà vita a ogni percorso andando a popolare una storia che può essere approfondita con i contenuti per lui più interessanti. Come avete immaginato la struttura? Abbiamo guardato alla struttura sociale per eccellenza: la città. Abbiamo restituito una tridimensionalità che offre la percezione della stratigrafia e della multidimensionalità della lingua. Un sistema ben definito ma al tempo stesso perennemente incompiuto, pianificato ma spontaneo in cui il passato storico si somma al linguaggio che evolve costantemente. Il Multi vuole essere “inclusivo, interattivo e gratuito”: ciò allarga a dismisura il pubblico di riferimento, per di più anche con una versione in inglese. Come catturare disparate tipologie di fruitori? Uno degli aspetti che più ci appassiona è proprio immaginare come un visitatore


si muove nello spazio, e cosa possiamo fare per rendere l’esperienza di visita interessante, piacevole e divertente, oltre che utile. Il percorso è costruito in approfondimenti e il ruolo della narrazione è determinante. Siamo partiti dagli obiettivi e dalle funzionalità propri di un museo fisico che - come da definizione dell’International Council of Museums - ha il ruolo di raccontare, preservare e contestualizzare un patrimonio, nel nostro caso un patrimonio immateriale unico come quello della lingua italiana. Dopo una prima fase di studio e ricerca abbiamo tradotto in modalità multimediale l’articolazione dei musei, cogliendo le opportunità portate dal digitale: se i musei hanno una collezione permanente, noi abbiamo immaginato dei percorsi narrativi curatoriali; là dove i musei presentano archivi e biblioteche, noi proponiamo una collezione digitale; mentre al posto di laboratori e workshop si trovano giochi interattivi sparsi nei percorsi, e tutta la parte di attività come conferenze e talk viene coperta da una sezione di articoli e dalla possibilità di avere video o podcast. In questo modo siamo riusciti a restituire una multidimensionalità che potesse destare curiosità e interesse in diverse tipologie di pubblico: da un livello narrativo superficiale, per raccontare la lingua italiana agli studenti nelle scuole, fino a diventare uno strumento dedicato ai ricercatori perché analizza e conserva una collezione di reperti in alta risoluzione. Come avete trovato l’equilibrio fra le esigenze tecniche, gli obiettivi divulgativi e la coerenza scientifica? Essenziale è stato il dialogo costante con la curatela. La nostra metodologia presuppone fasi di testing e prototipazione per far comprendere alla committenza la direzione che stiamo intraprendendo e discuterne ogni aspetto. Alla realizzazione del Multi hanno collaborato 12 professionisti del nostro team, con una formazione che spazia dall’ambito tecnico a quello umanistico, interfacciandosi puntualmente con una ventina di ricercatori, professori ed esperti dei tre

atenei coinvolti: l’Università di Pavia, con la direzione del Professor Giuseppe Antonelli, ha coordinato il progetto, mentre L’Orientale Napoli e l’Università degli studi della Tuscia e di Viterbo si sono occupate della curatela scientifica mettendo a disposizione i contenuti che hanno arricchito i percorsi narrativi del Museo. Può svelare qualche curiosità? Il Multi contiene una selezione di reperti scelti tra i più rappresentativi della storia dell’italiano, ricca anche di aneddoti curiosi, che in alcuni casi ci siamo divertiti a raccontare attraverso l’animazione. Le miniature medievali si sono prestate particolarmente a diventare quasi dei fumetti. Si attraversano i secoli: dagli autografi di Dante e Petrarca, al memoriale scritto

di proprio pugno nel Cinquecento da una donna accusata di stregoneria; dalla versione in alta definizione della prima edizione del Vocabolario della Crusca fino a Nel blu, dipinto di blu di Modugno e Migliacci o a una tavola di Zerocalcare. Come verrà dinamizzata e aggiornata l’offerta per tenere vivo l’interesse? Il Multi è pensato per essere un museo vivo, così come viva è la nostra lingua. Di recente sono state aperte anche le pagine social media del Multi proprio per avvicinare diversi pubblici e creare un dialogo costante con i più giovani. Si arricchirà inoltre dei contributi scientifici redatti dalle Università che hanno curato il progetto e, nelle sue sezioni più interattive, come giochi e contenuti multimediali, come podcast e video.

Alessandro Masserdotti, co-fondatore di Dotdotdot e supervisore del progetto digitale del Multi.

Chi si occupa di interaction design deve avere la flessibilità per confrontarsi con progetti molto variegati. Qual è il minimo comun denominatore su cui si fonda l’expertise di Dotdotdot? Siamo un team multidisciplinare di oltre 30 persone - architetti, designer, interaction designer, sviluppatori, ingegneri, sound designer, esperti di storytelling e design strategy - in grado di gestire la complessità a 360°, dalla ricerca, allo sviluppo al design. Questo bilanciamento fra componenti tecniche e umanistiche, ci permette di entrare in dialogo con persone con formazioni anche molto diverse dalla nostra, come confermano i progetti curati. Fra gli ultimi, il nuovo sistema di esperienza museale per la Fondazione Luigi Rovati di Milano, che prevede sia un’applicazione che funge da audioguida Context Aware (consapevole della posizione dei visitatori) sia la strutturazione della digital governance che offre uno strumento di monitoraggio dell’audience e dei flussi dei visitatori in grado di integrarsi con servizi digitali come il ticketing. Molto recente è la progettazione dell’allestimento immersivo per la mostra Rodin e la danza, in corso al Mudec di Milano: luce, suono e materiali mettono in scena un racconto emozionale in cui si rivive la fascinazione che la danza ebbe sul genio artistico dello scultore. Susanna Cattaneo Novembre 2023 TM · 63


eureka/associazioni studentesche

Ia e proprietà intellettuale Il caso dei diritti d’autore, qualora venga impiegato un software di intelligenza artificiale, sottolinea la necessità di definire linee guida più chiare per le sfide giuridiche dell’era digitale.

L

’indiscussa rilevanza della proprietà intellettuale come principio generale è innegabile. In una società in cui il diritto alla proprietà di beni materiali è uno dei pilastri fondanti, è logico sostenere che la difesa di un’idea sia altrettanto, se non addirittura maggiormente importante. Questo argomento può essere sostenuto considerando l’intimità e il legame personale con un bene che scaturisce direttamente dalla creatività e dalla forza del pensiero. Si potrebbe quindi affermare che un bene intellettuale sia ancor più indivisibile dal suo possessore rispetto a un oggetto materiale. Il furto di un’idea costituisce pertanto un atto estremamente grave che richiede una adeguata tutela. Nell’era digitale, l’importanza di regolamenti protettivi in questo campo è in costante crescita. Il mondo digitale ci espone a un ambiente in cui il plagio e l’appropriazione indebita di beni intellettuali altrui sono facilitati dalla vasta disponibilità di dati presenti online. Di conseguenza, è essenziale adattare costantemente le leggi. Ciò che rende la questione ancor più complessa è la rapidità del cambiamento nell’ambito digitale. Le tecnologie evolvono in maniera sempre più veloce, richiedendo un adattamento legale altrettanto rapido che non è sempre facile vista la complessità del processo legislativo. La Svizzera è custode di un’eredità simbolica nel campo della proprietà intellettuale, è infatti stata la culla del primo, e ancor oggi uno dei più influenti, trattati internazionali concernenti questo campo giuridico: la convenzione di Berna per le opere letterarie e artistiche. Firmata nel 1886 e sviluppatasi nel corso del secolo passato, ha posto le basi fondamentali per 64 · TM Novembre 2023

la protezione dei diritti d’autore che sono una branca del diritto alla proprietà intellettuale, noto più comunemente come “Copyright”. La convenzione è al giorno d’oggi sottoscritta da 181 Paesi e la sua sottoscrizione è condizione necessaria per aderire al Wto. Nella convenzione di Berna viene per esempio descritto cosa definiamo come oggetto di protezione, e quindi ‘degno’ di copyright. Un’organizzazione che si confronta con queste tematiche è la Wipo (World Intellectual Property Organisation), agenzia specializzata affiliata alle Nazioni Unite con sede a Ginevra. Essa si occupa proprio di tutelare e sviluppare i diritti nel campo della proprietà intellettuale. Tiene regolarmente le cosiddette “Wipo conversations”, ossia forum globali di incontro in cui esperti, accademici, professionisti e rappresentanti di vari ambiti espongono le loro considerazioni e condividono le loro conoscenze sulle varie questioni legate alla proprietà intellettuale. Nei dibattiti dell’organizzazione spicca tra tutti un tema in costante trattativa, ossia il complesso ed esponenziale sviluppo del rapporto tra intelligenza artificiale e proprietà intellettuale. Parte fondamentale della discussione è infatti determinare con più chiarezza possibile l’assegnazione dell’arbitrio sui diritti d’autore tra le parti in gioco. Trattasi del software di intelligenza artificiale oppure della persona che ne ha usufruito, un’unica e oggettiva soluzione non esiste tutt’ora. Secondo legge e giurisprudenza vigenti in Svizzera, viene riconosciuto il diritto d’autore solamente alle opere create da esseri umani. Tuttavia, quando una persona si avvale di strumenti tecnologici dotati di “autonomia creativa” per ideare un’opera, diviene complesso determinare

Tobias Lotti, membro del Circolo Giovani Giuristi Zurigo.

in che misura il risultato finale sia attribuibile al lavoro umano rispetto a quello della macchina utilizzata come strumento. A livello nazionale, si è già confrontato con questa tematica l’Ipi (Istituto federale della Proprietà Intellettuale) che ha ribadito il concetto chiave di ‘contributo creativo’. Questo criterio si basa sulla valutazione del grado in cui la persona che ha utilizzato l’Ia abbia effettivamente contribuito in modo personale alla componente creativa dell’opera. Solo in presenza di tale contributo personale, l’opera può essere considerata come prodotto dell’individuo e, di conseguenza, coperta dai diritti d’autore. È evidente che, come spesso accade nel diritto, il termine ‘creativo’ richiede una definizione più precisa. Tale definizione viene fornita mediante l’interpretazione delle norme e l’analisi della giurisprudenza, che in questo ambito risulta ancora come già detto in fase di sviluppo. In conclusione, l’esempio concreto dei diritti d’autore legati all’Ia sottolinea l’urgente necessità di definire linee guida legali più chiare per affrontare le nuove sfide giuridiche legate all’era digitale che soddisfino le aspettative normative dei cittadini. In un mondo altamente interconnesso come quello del web, casi di questa natura coinvolgono spesso attori provenienti da diverse giurisdizioni internazionali. L’esistenza di organizzazioni internazionali come la Wipo è quindi fondamentale per facilitare lo scambio tra le legislazioni dei vari paesi che, confrontandosi poi con i singoli istituti e legislatori nazionali, contribuiscano a creare un quadro giuridico armonizzato.


Venia Dimitrakopoulou, Towards Light 2009, detail

PHOSPHOR ASSET MANAGEMENT S.A. La nostra missione è racchiusa nel nostro nome: lavorare con chiarezza e trasparenza

Towards Light (in greco Phosphorus; φῶς = luce, φέρω =portare) si chiama la scultura da cui prende il nome la nostra società

Via P. Peri 15 – 6900 Lugano (Svizzera) phosphoram.ch


eureka/digitale

La curiosa storia degli Nft Passare dall’hype dello scambio di artwork digitali alla creazione di uno strumento di ingaggio e protezione del consumatore. Ecco una breve storia degli Nft.

U

n Nft, ovvero un gettone non fungibile, è un’unità digitale registrata su blockchain che certifica il passaggio di un asset. È quindi la rappresentazione digitale e certificata di qualcosa, i cui movimenti si possono tracciare in virtuale, per difenderne l’autenticità e provare la bontà dello scambio tra due attori, non è un contratto di proprietà, e non mette un prodotto dentro la blockchain, per garantirne lo storage, che avviene comunque su server decentralizzati e protetti. Associato a uno smart contract, contiene un ‘pointer’ (un link) per recuperare beni e benefici acquistati, e ridistribuisce il ricavato di ogni transazione, in automatico e per sempre, come dagli accordi codificati alla sua creazione, secondo il principio ‘code is law’. Diventati popolari con i ‘cripto-gattini’, ovvero immagini digitali in due dimensioni usati sui social media o venduti su Open Sea, gli Nft si sono arricchiti di contenuti, benefici e diritti, andando a governare il rapporto tra azienda e fan, e permettendo a marche o artisti di beneficiare dall’enorme mercato secondario, oggi in mano a speculatori e piattaforme. Quello che si è verificato negli ultimi 12-18 mesi è il passaggio dell’Nft da veicolo di protezione di asset puramente digitali, alla cura di asset fisici e digitali, ovvero phygital. Renault ha svelato durante Viva Tech il progetto ‘Human 1st’, cioè un’autovettura elettrica, che si accompagna a un Nft dinamico, capace di recepire e proteggere tutte le informazioni dell’auto, risolvendo una volta per tutte l’asimmetria di informazione che si verifica a ogni passaggio di proprietà e, in ultima 66 · TM Novembre 2023

analisi, rendendo certo il valore residuo del veicolo durante tutta la sua esistenza. Renault diventa l’arbitro dell’esistenza di ogni ‘H1’, condividendo in trasparenza i dati della propria creatura ‘live’ con il primo proprietario, il secondo, e così via, ed efficientando tutta la rete di assicurazioni e mercato dell’usato, oltre a stimolare il

rientro della vettura nei propri dealer per ogni passaggio significativo nell’esistenza dell’automobile. Un’intera industria viene bonificata ed efficientata grazie ad uno strumento che tutela marca e fan. L’Nft è diventato uno strumento B2B. È sicuramente uno strumento che necessita di regolamentazione e che si svilupperà ulteriormente, ma che ha già cambiato il mondo. ‘La potenza è nulla senza controllo’ recitava un vecchio slogan degli pneumatici Pirelli. Gli Nft sono strumenti fluidi e veloci, potenti in tutte le loro più svariate applicazioni. Ed è per questo motivo che hanno bisogno di

Frank Pagano, azionista di Tokenance, Senior Partner di Jakala, Contributor de Il Sole 24 Ore.

regole, soprattutto nella parte di comunicazione al consumatore, al fine di essere chiari sulle loro promesse, e per gestire al meglio potenziali speculazioni nel mercato secondario, attraverso un giusto set-up dello smart contract. Le verifiche su identità degli utenti (Kyc) e regole antiriciclaggio (Aml), sono un must. Poi, chiarezza sulla proprietà intellettuale di un asset, la presenza di un programma di assicurazione sugli Nft contro qualsiasi errore, e un ottimo servizio di customer service. Le regole ci vogliono, ma senza rallentare la crescita, con anche gli operatori consapevoli che non tutto debba diventare un Nft. Passino i gattini, se portano traffico e affari, ma gli Nft possono affinarsi per diventare uno strumento di condivisione del valore, e di gestione efficiente delle spese di marketing, in tutta sicurezza. L’arte ha fatto un passo in avanti grazie agli Nft, se si pensa alle royalties che gli artisti possono continuare a collezionare, senza i filtri dei galleristi e con visibilità sul mercato secondario. Il commercio si svilupperà grazie a un rapporto più diretto tra brand e fan. Gli Nft hanno il potenziale di efficientare e velocizzare tutti i mercati, dalla finanza a quello dell’energia o della mobilità, se si pensa a gemelli digitali dinamici, collegati con Ai e IoT al mondo fisico, di appartamenti, condutture, sistemi complessi come autostrade e traffico aereo, e così via. Se dunque ora si è imparata l’arte, è già tempo di metterla da parte.


T I M E TO R E AC H YO U R S TA R

Z E N I T H - W AT C H E S . C O M

DEFY SK YLINE SKELE TON T H E F U T U R E O F S W I S S WATC H M A K I N G S I N C E 18 6 5


eureka/crypto

Illusione o rivoluzione? Il rapido diffondersi di Bitcoin e i tentativi occorsi di fermarlo, poi rivelatisi inutili, sollevano qualche quesito, cui è però necessario rispondere con onestà intellettuale.

È

passato un mese dalla seconda edizione di PlanB, la controversa manifestazione che ha riunito a Lugano crypto entusiasti, curiosi e massimalisti Bitcoin di tutto il mondo. Fomentate da media e stampa, ancora non si sono placate le polemiche tra denigratori e sostenitori dell’iniziativa... Da una parte chi afferma che il Bitcoin sia solo un vile strumento speculativo, uno schema Ponzi ‘globale’, un non regolamentato strumento, dedito al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. Un mix di illusione e criminalità, insomma. Dall’altra, chi ritiene lo stesso un’invenzione geniale, rivoluzionaria, di portata storica e baluardo di tutte le libertà, non solo di quella finanziaria. La tematica è decisamente attuale e merita un approfondimento senza preconcetti ideologici. L’argomentazione preferita dei detrattori, è che i pagamenti effettuati tramite la rete Bitcoin garantiscano una certa forma di anonimato. Questo è tendenzialmente vero. L’indirizzo del wallet (che può essere paragonato a un Iban bancario) che ha disposto o ricevuto l’operazione, rimane infatti sempre noto, senza però che ne sia automaticamente svelata l’identità del proprietario. Quello che non sempre è chiaro, è che se anche il Bitcoin viene spesso definito come contante ‘digitale’, a differenza di esso, che una volta passato di mano in mano ne viene persa la tracciabilità e l’origine, i suoi spostamenti da un wallet all’altro lasciano sempre una traccia immutabile sulla blockchain. Questo nonostante esista anche la possibilità di utilizzare i cosiddetti ‘mixer’, software ‘open source’ che rendono più difficile e complicato il tracciamento. Tale ‘pseudo’ anonimato, favorirebbe quindi per i suoi critici, operazioni crimi68 · TM Novembre 2023

nali, alla stessa stregua del caro vecchio ‘cash’. Come tale, e come auspicato da gran parte della nomenclatura politico-finanziaria, dovrebbe quindi essere limitato, controllato se non addirittura abolito. Che il Bitcoin sia servito per finanziare anche attività illegali è evidente e incontestabile. Basti guardare al suo passato utilizzo su ‘Silk Road’, piattaforma che permetteva traffici illeciti nel dark web, prontamente chiusa poi dalle autorità. Altrettanto innegabile però, è che sia i circuiti finanziari tradizionali che qualsia-

«Bitcoin incorpora allo stesso tempo le tre caratteristiche fondamentali della moneta: mezzo di pagamento, unità di conto e riserva di valore. È insieme all’oro fisico, l’unica risposta possibile al continuo svilimento valutario perpetrato dalle Banche Centrali»

si valuta ‘fiat’ (come euro o dollaro), siano sempre stati usati per identici scopi. Cosa si propone allora? Si aboliscono le valute e si chiudono tutte le banche perché qualcuno le ha utilizzate per fini illeciti? Non è la pistola che fa o meno di un uomo un criminale, ma il suo utilizzo. La schiera dei sostenitori replica invece enfatizzandone proprio la ‘privacy finanziaria’ e l’anonimato che tale sistema di pagamento garantisce, issandolo a strumento di libertà, resiliente a censura e necessaria per tutte le persone che vivono sotto Governi dispotici e oppressivi, nonché indispensabile riserva di valore invece,

Thomas Zara, Managing Partner di Arkadia Digital Advisory.

per tutti quei popoli che risiedono in Paesi afflitti da iperinflazione. Il Bitcoin è concettualmente difficile da comprendere proprio perché richiede un approccio interdisciplinare che abbraccia diversi ambiti apparentemente non correlati (matematica, termodinamica, crittografia, sociologia e storia della moneta). È ‘contante’ digitale, scarso, totalmente decentralizzato, ‘peer to peer’, che permette una disintermediazione totale delle autorità, che nulla possono in termini di controllo. Si dovrebbe spegnere internet per poterlo fermare. La Cina, ha già dimostrato come provare a vietare il Bitcoin sia una strada non percorribile e come la strategia ottimale, sia quella di accettarlo, abbracciarlo e tentare, per quanto possibile, di regolamentarlo. El Salvador invece l’ha addirittura elevato a moneta a corso legale (‘legal tender’). Il Bitcoin incorpora allo stesso tempo le tre caratteristiche fondamentali della moneta: mezzo di pagamento, unità di conto e riserva di valore. È insieme all’oro fisico, l’unica risposta possibile al continuo svilimento valutario perpetrato dalle Banche Centrali; un’invenzione ‘impossibile’, straordinaria, capace di coniugare il concetto di trasferimento di valore in ambito digitale con quello di scarsità e in grado di cambiare per sempre la storia della moneta e della stessa umanità. In altre parole, il più importante e riuscito esperimento sociale della storia. Illusione utopica o vera rivoluzione? Si vedrà. Arrivati a questo punto è però evidente una cosa: qualcuno si sta sbagliando. Chi? Ai posteri l’ardua sentenza.


L’ECCELLENZA VIENE CON L’ESPERIENZA STRATEGIE DI INVESTIMENTO INDIPENDENTI E DI NICCHIA DAL 1971


finanza /analisi

Liquidità, a portata di clic Specie nel caso di aziende con numerose relazioni bancarie in essere, il lavoro necessario a gestire il traffico dei pagamenti e il cash management non è poco. Una piattaforma che garantisca una panoramica completa della liquidità può dimostrarsi un aiuto importante. La sede del gigante elvetico dell’edilizia, e la foto dei titolari.

S

e si pensa ai ponteggi in Svizzera, probabilmente viene subito in mente una scritta bianca su sfondo rosso: il logo di Roth Gerüste. L’azienda di Soletta è il maggiore costruttore di ponteggi del Paese. Un gruppo di clienti importante è costituito dall’industria della finanza. «Le banche investono spesso in immobili, e gli edifici hanno bisogno di ponteggi», rileva il di70 · TM Novembre 2023

rettore finanziario Alexander Lehmann. Per motivi strategici l’azienda ha quindi molte relazioni bancarie. «Attualmente sono 15», afferma Lehmann. Fino a poco tempo fa, questo cospicuo numero di partner bancari comportava per Roth Gerüste un elevato carico di lavoro nel traffico dei pagamenti: «Per attivare pagamenti e scaricare i movimenti in entrata servivano ogni volta fino a 15 lo-

gin», racconta Lehmann. L’integrazione e il collegamento dei nuovi collaboratori risultavano inoltre complessi e dispendiosi in termini di tempo. «Per le autorizzazioni individuali servivano spesso tre o quattro contratti per ogni persona e banca», prosegue il Cfo. La piattaforma. Serviva una soluzione che permettesse di semplificare e rendere più efficiente la gestione del traffico dei pagamenti. L’azienda ha vagliato diversi sistemi optando infine per la piattaforma Pmi eServices di Raiffeisen. «La nuova soluzione ci consente di risparmiare ogni giorno circa 30 minuti», afferma Jonas Büttler, responsabile del progetto presso Roth Gerüste. «La piattaforma è abilitata al multibanking, ciò significa che con un solo login si può avere completo accesso a tutti i nostri conti», spiega il responsabile. «E quando nuovi collaboratori iniziano a lavorare con noi, vengono attivati nel giro di un giorno». Ma non si limita a semplificare l’accesso ai conti bancari: agevola anche il cash management. «Anche in questo contesto la piattaforma ci consente di risparmiare tempo e denaro», afferma il direttore finanziario. A tale scopo, dall’offerta modulare di Pmi eServices, Roth Gerüste ha scelto il ‘Cash management’. «Ciò significa che ora un solo login è sufficiente per gestire, a livello centrale e in modo semplice, la liquidità distribuita su 15 banche», spiega Lehmann. Il sistema elabora proposte per il cash pooling. L’accesso uniforme rappresenta


però solo un aspetto. «Grazie al collegamento in tempo reale, la piattaforma offre anche un quadro generale di tutte le consistenze dei conti più aggiornato rispetto al passato», afferma Lehmann. Infatti, diversamente dal sistema Erp, Pmi eServices considera in ogni momento anche tutte le transazioni intraday, ovvero i movimenti di conto giornalieri. La funzione di cash pooling della piattaforma, contenuta nel modulo di cash management, assicura una maggiore efficienza. «Essa ci consente di evitare facilmente gli interessi passivi», spiega Lehmann. Il rischio di costi per consistenze di conto negative incombe soprattutto nell’ambito di pagamenti più cospicui. Al fine di garantire saldi sempre positivi, Roth Gerüste ha definito su Pmi eServices per diversi conti importi minimi (importi di base). Quando sono in programma pagamenti più consistenti, si può immetterli nella funzione di cash pooling in forma di dati pianificati. Sulla base dei pagamenti in uscita, dei saldi correnti dei conti nonché degli importi di base stabiliti, il sistema elabora una proposta su quanto denaro ridistribuire tra i conti per far sì che nessuno di questi vada in rosso. Se il reparto finanziario approva la proposta, basta un click per attivare i trasferimenti necessari. Condizioni interessanti e accesso diretto agli specialisti. Roth Gerüste utilizza attualmente la liquidità eccedente per ridurre i finanziamenti con capitali di terzi. «In alternativa l’azienda potrebbe anche raggruppare la liquidità eccedente sul conto principale e investirla in modo produttivo», spiega Tiziano Altieri. Lo specialista in materia di traffico dei pagamenti presso Raiffeisen Svizzera ha supportato l’azienda lungo l’intera fase di introduzione del servizio. «L’assistenza professionale ci è piaciuta molto», sostiene il responsabile progetto Jonas Büttler, che continua «Il collegamento di banche terze alla piattaforma, ad esempio, è stata un’operazione molto tecnica e Raiffeisen ci ha dato un grande aiuto». Nel giro di appena tre mesi la piattaforma era in funzione. Il team di specialisti del Gruppo Raiffeisen, capeggiato da Tiziano Altieri, rimane anche in futuro il punto di riferimento diretto per Roth Gerüste. «Si tratta senza dubbio di un bel vantaggio offerto dalla banca», ritiene il Cfo Alexander Lehmann. Tuttavia, a determinare la

«Grazie alla piattaforma che abbiamo sviluppato, tutta la liquidità eccedente può essere ora raggruppata comodamente sul conto principale e da lì utilizzata poi in modo redditizio, semplificandone non di poco la gestione» Tiziano Altieri, Specialista di traffico dei pagamenti e cash management di Raiffeisen Svizzera

Sostenibile carenza Il problema della carenza di manodopera specializzata è un tema trasversale a molte industrie, e che accomuna molti settori e cantoni, dal terziario avanzato di Zurigo, al manifatturiero di Soletta. Roth Gerüste è leader di mercato in Svizzera nel settore di ponteggi per facciate, coperture temporanee e ponteggi speciali. Gli affari vanno bene, tuttavia la carenza di manodopera specializzata rappresenta una sfida per l’azienda. Il direttore finanziario Alexander Lehmann parla di contromisure, crescita e sostenibilità. Ma come si è sviluppata l’attività negli ultimi anni? «Negli ultimi 25 anni Roth Gerüste è costantemente cresciuta, ma soprattutto vogliamo continuare a farlo anche in futuro. Abbiamo appena aperto a Visp la nostra 21esima filiale. È ancora relativamente piccola ed è indicativa del modo in cui portiamo avanti la crescita: con moderazione e a livello regionale», chiarisce Lehmann. Crescere, ma con quale posizionamento sul mercato? «La nostra attenzione è focalizzata chiaramente su qualità e sicurezza. In quanto azienda con circa 650 collaboratori siamo in grado di offrire alla clientela un pacchetto completo, che comprende anche un proprio ufficio tecnico con ingegneri civili e strutturisti. Inoltre, investiamo continuamente in nuovi sistemi di ponteggi. Grazie a una struttura modificata, questi diventano sempre più leggeri pur garantendo lo stesso standard di sicurezza. I materiali più leggeri, a loro volta, accelerano la velocità di montaggio, il che si ripercuote positivamente sui costi», rileva il Cfo. Oltre ai costi, qual è attualmente la sfida maggiore? «È particolarmente impellente il problema della carenza di manodopera specializzata. Vi facciamo fronte con buoni salari e buone condizioni di lavoro, tra cui, ad esempio, l’home office e il lavoro a tempo parziale (entrambi non scontati nel settore), nonché la formazione e il perfezionamento professionale a ogni livello. Vogliamo essere un datore di lavoro attrattivo e orientato alla sostenibilità», nota Lehmann. Quali sforzi supplementari servono per incrementare la sostenibilità? «Dal punto di vista ecologico abbiamo il vantaggio che i nostri materiali principali, acciaio e alluminio, sono quasi completamente riciclabili. In futuro vogliamo però riciclare anche il resto, ad esempio la plastica, impiegata per la protezione anticorrosione. I dettagli relativi ai nostri obiettivi specifici sono riportati nel primo rapporto sulla sostenibilità che sarà pubblicato quest’anno», conclude il Cfo.

decisione di optare per il servizio sono stati altri due fattori: «Le condizioni sono più che competitive», afferma Lehmann, «ma date le nostre esperienze con l’e-ban-

king di Raiffeisen, eravamo certi che anche la piattaforma multibanking sarebbe stata molto semplice da usare. E Abbiamo avuto ragione». Novembre 2023 TM · 71


finanza/indipendenti

Imprenditoria finanziaria Una giovane boutique della Piazza continua a crescere, e guarda con ottimismo al lungo periodo, con obiettivi ambiziosi ma realistici. In una fase profondamente incerta del ‘domani non v’è certezza’, ma le opportunità per fare bene si rivelano delle più incredibili. 50 clienti

Fondazione

2009

2017

2018

Apertura modello di business a RM esterni

L

a storia è maestra di vita, lo è sempre stata; il passato ha nella maggior parte dei casi qualcosa da dire sul come evolva il presente, seppur in presenza dell’elevato rischio di essere frainteso. Cercare parallelismi è però un’arte scivolosa, dai risultati ampiamente discutibili anche a distanza di secoli, e al centro dell’arena ideale degli storici. Figurarsi dunque con quali esiti nella contemporaneità. Ciononostante, conserva un significato e continua ad avere senso ancora oggi, duemila anni dopo le celebri parole dell’oratore latino Marco Tullio Cicerone: Historia magistra vitae. Espressione ormai ampiamente abusata, ma tutt’oggi attuale. Se sono dunque trascorsi diversi secoli da uno dei primi tentativi di analisi e confronto tra biografie celebri della storia, Plutarco scrive Vite parallele nel I secolo d.C., oggi il filone sembra essersi stabilmente insediato tra i best seller degli ultimi anni; è dunque il caso di Steve Jobs di Isaacson, Leonardo Del Vecchio di Ebhardt, Jeff Bezos di Brad Stone, e molti altri. Evidentemente a non mancare sono gli estimatori, e i detrattori. «Adoro leggere biografie, in un modo o nell’altro ti lasciano sempre qualcosa, che in molti casi può tornare utile anche a distanza di anni, e nel più imprevedibile

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Ottenimento licenza Finma

150 clienti

2020

100 clienti

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200 clienti

dei frangenti. Pur avendo poco tempo da dedicarvi, ma essendo altresì convinto che nei limiti del possibile ci si debba sforzare ogni giorno di imparare qualcosa, anche leggere un buon libro può fare la sua parte e diventare parte di un mosaico che non si credeva possibile. Del resto, il nostro è un lavoro fatto di relazioni e persone, dei rapporti che tra queste sbocciano, e degli equilibri che il tempo crea», esordisce così Alessandro Beggio, Ceo e fondatore di Vector Wealth Management, boutique finanziaria luganese che ha da poco passato il traguardo dei 14 anni dalla fondazione. Dunque, una giovane realtà della Piazza, specie se confrontata a società con mezzo secolo di storia alle spalle, ma che in pochi anni ha saputo comunque lasciare il segno. «Vector nasce nel 2009 su insistenza del mio socio di allora, purtroppo venuto presto meno per una malattia improvvisa, con il quale rileviamo la fiduciaria di un suo amico. Avevamo degli asset depositati qui a Lugano per conto di clientela anche anglosassone, ed è iniziata così l’avventura, una start up nella logica del Family&Friends. Se si considera poi che all’epoca facevo la spola tra Milano e Londra, ed ero attivo in una società specializzata in operazioni di finanza straordinaria per conto di fondi d’investimento esteri interessati al mer-

2022

2022

Espansione uffici

cato italiano, il tutto assume sfumature ancor più singolari», nota il fondatore. Un viaggio, almeno in termini geografici, iniziato molto prima in una città veneta dal pedigree importante: Padova. Ma anche con quello che in molti potrebbero vedere come uno sgarbo, specie rispetto all’università di cui è sede, tra le più antiche del mondo. «Provengo da una famiglia d’imprenditori padovani del calzaturiero, si può dunque dire che a casa nostra si respirasse qualcosa di più dell’economia reale, e che la stessa fosse vissuta quotidianamente con l’indispensabile appassionato pragmatismo tipico italiano. Terminati gli studi scientifici, decido di iscrivermi a un corso di economia e mercati finanziari, in Bocconi a Milano. Ed è lì che è nato tutto, prima un settennato nella consulenza, poi l’approdo a Lugano in quella che sin dal principio è stata Vector, dove è ancora oggi, abbracciando quello che era già il nome della holding di famiglia del mio socio di allora, venuto meno in tempi celeri», riflette Beggio. Alla base una singolarità, un profilo non bancario, nell’era delle banche quali alfieri di un sistema bancario sempre più anglofono e globalizzato, ma destinata a rimanere. «Per certi versi mi porto dietro un retaggio familiare di matrice molto più imprenditoriale, rimarcato dal non aver


mai maturato un’esperienza in ambito bancario, e degli attuali collaboratori della società sono quasi rimasto l’unico. E questo è altrettanto importante. Si tratta infatti sempre di poter confrontare il punto di vista di un imprenditore, o sicuramente figlio di tali, con quello invece di persone che hanno già vissuto nella quotidianità l’evoluzione normativa che ha interessato gli istituti bancari nell’ultimo decennio, e che sta arrivando oggi anche sugli indipendenti. Il nostro obiettivo è conciliare queste due visioni, senza preconcetti, nell’interesse del cliente» prosegue il Ceo. Una realtà dunque giovane, esogena alla Piazza per retroterra culturale, ma che non per questo non ha saputo fare bene negli ultimi anni. «Sino al 2018, dunque il primo decennio della nostra attività, abbiamo lavorato molto intensamente per strutturarci al meglio, monitorando da vicino l’evolvere delle normative e rimanendo estremamente reattivi, lasciando che la crescita fosse prevalentemente organica. Da lì in poi, consolidate le fondamenta, abbiamo iniziato a crescere anche per linee esterne, acquisendo nuove persone, sia relationship manager, sia per rafforzare la struttura complessivamente. Dedico personalmente molto tempo alla selezione del capitale umano, sono sempre stato dell’avviso che sia meglio fare tutte le valutazioni del caso prima, che non pentirsi poi, pur al netto dei vantaggi delle economie d’esperienza. Si tratta di investire tempo e risorse subito, valutare attentamente non da ultimo l’affinità che i nuovi entranti possano avere con la nostra struttura, e procedere», chiarisce Beggio. Che il tempo non debba essere un limite viene da sé, specie laddove quello che si vuole garantire è un servizio di qualità, e nei limiti del possibile sempre migliore. «Ci muoviamo seguendo logiche imprenditoriali, con un’ottica di lungo periodo. Investiamo molto nella società, e lo facciamo dall’origine, anticipiamo quelli che sono costi, inseguendo quelli che secondo noi saranno potenziali ricavi. Per soddisfare le esigenze del cliente bisogna avere capitale umano di qualità già presente, in molti casi prim’ancora della richiesta, se non anche prima del cliente stesso, ma questo significa anche accettare di sopportare costi aggiuntivi nel presente, il che non è scontato avvenga. Vogliamo crescere, e lo stiamo facendo, ma senza scendere a compromessi in termini di qualità e personalizzazione dell’offerta.

«Ci muoviamo seguendo logiche imprenditoriali, con un’ottica di lungo periodo. Investiamo molto nella società, ad esempio nel capitale umano, e lo facciamo dall’origine, anticipiamo quelli che sono costi, inseguendo quelli che secondo noi saranno potenziali ricavi» Alessandro Beggio, Ceo e fondatore di Vector Wealth Management

Anni di buona crescita Evoluzioni delle controparti nel corso dell’ultimo lustro (in unità) 300 250 200 150 100 50 0 2023

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2021

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2018

■ Banche ■ Assicurazioni ■ Clienti Fonte: Vector Wm

I mandati Per tipologia (in % del totale)

■ Linea conservativa ■ Linea moderata ■ Linea bilanciata ■ Linea aggressiva ■ Mandati personalizzati

Fonte: Vector Wm

Riuscire ad attrarre determinati profili e clienti, al pari di realtà storiche della Piazza, è il migliore dei segnali, e quello che più mi inorgoglisce», rileva il Ceo. Se però ‘anticipare’ nell’immediatezza è un costo, garantisce anche il giusto margine per valutazioni più attente, e decisioni meglio ponderate. Un modo come un altro, seppur indubbiamente costoso, di ridurre il rischio di fare passi falsi.

L’apertura del business model a linee esterne, dunque l’acquisizione di relationship manager esterni, ha nei fatti portato ad anni di buona crescita per la società, che ha visto quindi aumentare il numero di clienti, ma anche delle controparti. Tra gli elementi distintivi la Gestione si conferma tra i principali, insieme al vasto mondo degli alternativi. Novembre 2023 TM · 73


La sede della società a Lugano.

«Stiamo crescendo, in termini di clienti, masse e dunque anche struttura. Dopo una prima breve fase, dal 2012 siamo nello stesso palazzo, e siamo più che triplicati in termini di superficie, con un forte balzo l’anno scorso. Ci stiamo preparando per crescere ancor più velocemente, ma anche riflettendo le mutate necessità. Abbiamo raccolto importanti expertise in più d’un ambito e rapidamente, non lesinando in middle e back office, o infrastruttura informatica. Del resto il nostro è un settore che risponde a esigenze del cliente in un ambito molto importante della sua vita, dunque è indispensabile saper conciliare forma e sostanza, tenendo la giusta armonia anche nel comunicarle internamente, ed esternamente», evidenzia Beggio. Se crescere non è più un desiderata, ma una necessità per l’intero settore, confrontato con una crescente pressione normativa e un rapido contrarsi dei margini, le alternative per farlo sono comunque diverse. Quale la migliore? «In linea di principio restiamo opportunistici, e ben disposti a valutare ogni possibilità. Qualche anno fa non è andata a buon fine una fusione alla pari a tre, tra strutture complementari, ed è lì che abbiamo deciso di concentrarci sull’acquisizione di singoli relationship manager o team più articolati, compatibili con la nostra cultura. Credo nella dimensione umana che ogni squadra deve avere, dedico tempo alle persone, e cerco un confronto piano e trasparente sui problemi che emergono. Al tempo stesso delego facilmente, pro74 · TM Novembre 2023

prio perché sono convinto che chi lavora con me nel suo ambito d’attività debba essere molto più preparato di quanto non sia io. Se ognuno fa il suo creiamo quel valore aggiunto cui è interessato il cliente, con tale obiettivo ben presente guardiamo oltre i protagonismi», riflette il Ceo. Un turnover il più basso possibile, e un’età anagrafica contenuta sono due ulteriori indicatori che quanto meno la direzione è molto probabile sia quella giusta. «Siamo una squadra giovane, ma di esperienza. Nessuno è ancora andato in pensione, per quanto a livello di relationship manager l’età sia un po’ più alta, a livello di back e middle office siamo molto giovani. Il paragone è molto importante specie rispetto al resto del mercato, e alla nostra Piazza, motivo per cui ci stiamo ad esempio rivolgendo a profili di lungo corso o strutture di 1-2 persone, che accarezzino l’idea di poter traguardare con noi il graduale passaggio di consegne. Il focus rimane il lungo periodo, quello che facciamo ha senso all’interno di una strategia complessiva ed è fatto per durare, deve portare risultati, anche tra qualche anno. Ai nostri collaboratori garantiamo serenità, tempo per fare e agire, con obiettivi di medio termine», rileva Beggio. In un tempo relativamente breve, rispetto a un settore in cui convivono istituti plurisecolari con realtà più ruspanti, molti equilibri sono cambiati. Su tutti la pressione normativa, sull’onda lunga della Crisi del 2008. Ma come sta evolvendo? «Acquisire profili con esperienza bancaria è particolarmente utile nel caso di un indipendente perché gli istituti hanno già toccato con mano quanto succederà a noi nel

prossimo biennio, e dunque ne conoscono logiche, modelli e normative. Siamo stati tra i primi a richiedere e ottenere la licenza Finma, con un importante investimento di tempo e lavoro il cui processo ha impiegato circa un anno. Ritenevamo che il processo di autorizzazione fosse più selettivo ma probabilmente qualcosa è cambiato in corso d’opera, e il regolatore ha delegato al mercato la scrematura tra quegli operatori che potranno proseguire, e quelli che dovranno aggregarsi o chiudere. Un approccio nello spirito anche condivisibile, e ‘svizzero’», precisa il Ceo. Per quanto siano discutibili i risultati ottenuti, gli obiettivi iniziali del legislatore erano del resto condivisibili. «Il nostro settore si occupa di una materia estremamente sensibile per il benessere e la tranquillità delle persone, avere introdotto regole più stringenti e un quadro normativo più chiaro non è sicuramente un male. Induce le società a strutturarsi meglio, accresce la selezione naturale, tutela maggiormente il cliente, e a patto di evitare gli eccessi sono tutti aspetti positivi. La normativa definisce oggi meglio quali strumenti possano essere presenti nei portafogli, e questo è soprattutto nell’interesse degli investitori più piccoli, in altre parole sono un argine ai risultati estremi che la fiducia illimitata che un cliente riserverebbe al suo gestore potrebbero originare», prosegue Beggio. Che dire però degli effetti collaterali dell’intera operazione? «L’intensificarsi dell’attività normativa a nostro parere eserciterà una pressione a che il mercato si consolidi: ad oggi non sta accadendo ma nei prossimi mesi prevediamo si intensificherà. Che qualcosa stia succedendo sono i dati a dirlo, se sino a 18 mesi fa acquisivamo il 75% del nuovo personale dall’industria bancaria, negli ultimi mesi il rapporto si è invertito, e nei prossimi prevediamo si intensificherà ancora. Molti operatori che hanno fatto bene nel recente passato, si trovano ora confrontati con una fase di mercato ‘nuova’ e più normale, fatta di tassi più alti, più volatilità, e in cui una Gestione attiva tornerà a fare la differenza. E ovviamente questo non sarà privo di conseguenze sugli equilibri del settore, a prescindere dall’evoluzione del quadro normativo», nota il Ceo. A evolvere, e con obiettivi per quanto discutibili, sono dunque le normative, ma è pur vero che in tempi relativamente brevi a essere profondamente cambiata


è la Piazza stessa, e in tempi ancor più sorprendentemente contratti, il mercato. «I cambiamenti non si fermano qui, il cliente di oggi è completamente diverso da quello di vent’anni fa, le nuove generazioni stanno man mano subentrando, e ragionano in modo diverso, hanno interessi ed esigenze differenti dai loro genitori. Hanno una cultura finanziaria più profonda rispetto al passato, e vogliono essere molto più coinvolti, e partecipi della filosofia d’investimento. Quello che offriamo sono estrema personalizzazione del servizio, e soluzioni ad personam, ma anche competenze specifiche che ci differenziano dal mercato, ad esempio in materia di alternativi. Siamo molto attivi a livello di club deals, in start up e mercati privati, così come nel settore dei certificati», mette in evidenza Beggio. La staffetta generazionale è destinata a rimanere l’elefante nella stanza per ancora diversi anni, seppur con differenze anche importanti a dipendenza di Paese e cultura, ma anche con qualche punto in comune. «Se è indubbiamente una fase molto delicata per noi, sia in termine di cliente che di relazione, è ancor più decisivo in seno alle stesse famiglie. La pianificazione è tutto, al pari della conoscenza delle persone e della presenza di un ‘piano’, un passaggio non andato a buon fine ha molto spesso effetti devastanti sulla vita delle persone, e sui rapporti familiari, che inevitabilmente si ripercuotono negativamente anche sul gestore, il cui principale compito è incalzare e far riflettere per tempo il cliente su questo argomento. Siamo concentrati sull’Unione Europea, e negli anni abbiamo sviluppato anche una buona componente domestica, diversificando con nuovi relationship manager, e siamo sempre attenti e desiderosi di ampliare la nostra offerta anche con l’apertura di nuovi mercati», riflette il Ceo. Diversamente dal passato, lo sviluppo tecnologico consente oggi di raggiungere mercati più lontani, scendendo a qualche compromesso, non troppo sentito. «La relazione con il cliente è vissuta oggi molto più intensamente, ma anche più a distanza. Ci si sente spesso, e ci si tiene aggiornati costantemente, per quanto si stringano meno mani, trend che può accelerare nei prossimi anni anche se per quello che è il nostro modello di business la relazione con il cliente e la personalizzazione sono cardini sui quali siamo nati e puntiamo. Sia nei confronti dei clienti,

Questione di esperienza

Una squadra giovane

Anni nel settore del personale

Età anagrafica del personale

450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 ■ Anni di esperienza cumulata Fonte: Vector Wm

che dei relationship manager, mettiamo in chiaro che la nostra progettualità viva nel lungo periodo, siamo una squadra giovane, che vuole quindi guardare lontano, gettando oggi le fondamenta per un futuro ricco di soddisfazioni, che è anche il mio obiettivo. Ci siamo posti il traguardo del miliardo di gestito quale prerequisito per aprire una seconda sede, probabilmente a Ginevra o Zurigo, e nei prossimi 6-12 mesi dovremmo raggiungerlo», nota il fondatore. Qual è l’ingrediente alla base di questi contestualizzati e sorprendenti risultati? «Non sono lo specialista di un preciso ambito, mi piace il rapporto con le persone, l’adrenalina quotidiana dell’avere a che fare con i mercati finanziari, e i risultati che dobbiamo comunque raggiungere. Arrivo con piacere ogni mattina in ufficio, e lavoro intensamente, anche grazie al supporto che ricevo dalla mia famiglia, per costruire una squadra sempre migliore, imparando qualcosa da chi è più bravo di me. Ci sono ampi margini

■ 26-35 ■ 36-45 ■ 46-55 ■ 56-65 Fonte: Vector Wm

Una squadra giovane e dinamica segnala la società rispetto ai competitor della Piazza luganese.

di miglioramento, e vogliamo fare sempre meglio. Vector ha maturato, e sta continuando a farlo, una reputazione solida e l’obiettivo è divenire un operatore di riferimento per la Piazza e non solo, senza scendere a compromessi sulla qualità che già oggi assicuriamo al nostro cliente. O almeno questo è il nostro obiettivo», conclude Alessandro Beggio. In un settore in cui forma e sostanza sono chiamate sempre più spesso a incontrarsi a metà strada, ancor più singolare è la capacità di coniugare un’impronta spiccatamente imprenditoriale con gli arabeschi di un’industria finanziaria andata sofisticandosi esponenzialmente in pochi decenni. Eppure non mancano le dimostrazioni a che anche questo succeda. Federico Introzzi Novembre 2023 TM · 75


Una vera esperienza da favola Lasciatevi sorprendere da un’atmosfera magica e dalla terrazza con vista mozzafiato

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2012


Osservatorio

di Federico Introzzi

Deriva monetaria Alla chiusura del III trimestre è quasi tempo di tirare le somme di un anno comunque complesso, ma sino ad ora abbastanza positivo, all’insegna di tassi e inflazione.

I

l mercato svizzero dei fondi nel corso del mese di settembre ha registrato un leggero arretramento, dovuto in larga misura a una correzione dei principali listini azionari, riportandosi, alla chiusura del trimestre, sui livelli di sei mesi prima. Ad accusare il colpo i fondi azionari, che rispetto a una perdita di masse di poco inferiore ai 13 miliardi si fanno carico di ben 9,2 miliardi di franchi svizzeri. In controtendenza, come ormai abitudine, i fondi monetari che crescono di 3,6 miliardi, gli unici a mettere a segno una performance positiva. Interessante guardare alla raccolta; se anche in questo caso sono i monetari gli unici a registrare cifre nere, per 725 milioni, e l’intera industria lascia invece sul terreno 4,2 miliardi, sono gli obbligazionari a fare peggio, con flussi in uscita tali da giustificare quasi totalmente la perdita di masse amministrate. Osservando invece il quadro più in prospettiva si può affermare che i protagonisti degli ultimi mesi si confermino i fondi monetari che segnano una raccolta alla chiusura del III trimestre di oltre 15,5 miliardi, e a 12 mesi più che doppia, con 31,2 miliardi di new money, a seguire solo gli azionari mantengono una raccolta positiva, con 1,8 miliardi. In profondo rosso gli obbligazionari, che accumulano deflussi netti pari a 8,8 miliardi, e tali da coprire buona parte del calo di quasi 13 miliardi del gestito per l’intera Asset Class. In termini assoluti, l’industria dei fondi continua a riscuotere apprezzamento da parte degli investitori, anche internazionali, nonostante infatti riporti deflussi nel mese di settembre per 4,2 miliardi nell’arco di 12 mesi vanta al proprio attivo new money pari a 15,5 miliardi, o un ancor più significativo +79,8 miliardi negli ultimi 36 mesi, quando il gestito complessivo era superiore agli 1,27 trilioni. La vera domanda è ora come si chiuderà il 2023, dopo i risultati dell’anno scorso.

Il mercato svizzero dei fondi (Dati Morningstar in mln di franchi) Categoria fondi

Asset under Management IX-2023 VIII-2023

Var.

Sottoscrizione al netto dei riscatti

Fondi azionari

592.157

601.418

-9.261

-373,9

Fondi obbligazionari

370.849

374.645

-3.796

-3.305,3

Fondi misti

166.730

169.402

-2.672

-981,0

Fondi mercato monetario

137.933

134.314

3.619

725,9

Fondi immobiliari

52.519

52.492

0.027

-6,0

Materie prime

27.434

27.918

-0.484

-137,5

Investimenti alternativi

11.050

11.226

-0.176

-150,0

Altri fondi

2.083

2.177

-0.094

-13,5

1.360,755

1.373,592

-12,837

-4.241,3

Totale mercato

Raccolta per Asset class (in milioni di franchi) 1 mese

3 mesi

6 mesi

1 anno

-3.305,3

-4.705,7

-4.080,3

-8.854,3

Misti

-981,0

-1,358,8

-2.099,2

-3.302,2

Materie prime

-137,5

-300,2

-795,4

-2.026,5 -783,0

Obbligazionari

Immobiliari

-6,0

-132,9

-327,5

Altro

-13,5

-577,5

-652,2

-810,1

Alternativi

-150,0

-431,3

-904,2

-1.784,1

Monetari

725,9

4,856,7

11.839,7

31.214,9

Azionari

-373,9

129,1

-3.548,15

1.883,2

Osservatorio 4.0 Caro lettore, L’Osservatorio sta infine sfondando la famosa terza dimensione, l’online, per essere sempre più completo e aderente all’evoluzione vorticosa dei mercati finanziari, tenendo il passo. Una parte dei contributi dei numerosi Partner che da anni contribuiscono alla sua ricchezza, e che molti apprezzano, inizieranno a essere web-only, specie per quelle tematiche molto più ‘liquide’. Buona meta-lettura

FI

L’Angolo dell’investitore: (Industrials, IT, Commodities): ▲ Siemens

▲ Cisco Systems

▲ BP PLC

▲ Flughafen Zurich

▲ Microsoft

▲ Tenaris

▲ Schneider Electric

▲ Intel Corp

▲ Enel

(DE0007236101) (CH0319416936) (FR0000121972)

(US17275R1023) (US5949181045) (US4581401001)

(GB0007980591) (LU0156801721) (IT0003128367)

Novembre 2023 TM · 77


osservatorio/alternativi

Mercati da non ignorare Gli investitori in titoli azionari europei si lasciano scappare un’occasione se si concentrano solo sui titoli quotati, in particolare nel caso del settore delle mid-cap.

L’industria del Private Equity europeo Andamento del fundraising per tipo di fondo (in mld eur)

170.3 7.3 8.5

114.5 96.6

82.7

84.1

6.8

6.8

60.8 40.1

65.9

25.9

7.1

28.5

5.7 10.4

7.3 11.6

23.9

17.8

2009

2010

2011

21.2 6.2

2008

5.7 5.9

2012

■ Venture Capital

44.1

2013

57.0

5.3 7.4

11.0

7.8

38.0

62.7

5.5 10.9

110.4 7.4 18.2

6.8 25.9

10.1

110.9

54.7

8.3

72.7

68.3

80.9

68.4

77.0

33.5

5.2

2014

■ Buyout

102.9

130.8

20.7

6.7

9.1

10.3

12.6

16.7

16.0

20.3

23.0

2015

2016

2017

2018

2019

2020

2021

2022

■ Growth

■ Mezzanino

■ Generalista

Fonte: Invest Europe, Edc

Mercati privati Rendimento Private Equity globale per fase (Irr lordo, in %) 25 20 15 10 5 0

Pre recessione, anni 2004-08

Durante la recessione, 2009-13

Post recessione, 2014-18

Fonte: McKinsey

R

allentamento della crescita economica, calo degli utili societari, inflazione elevata. Gli investitori azionari hanno molte ragioni per essere inquieti. Eppure esistono sempre opportunità di investimento, anche quando le condizioni economiche sono difficili. Tra le Pmi europee non quotate queste sicuramente non mancano. Sono aziende che hanno già dimostrato il loro potenziale e che ora cercano di compiere il passo successivo: 78 · TM Novembre 2023

Edmund Buckley, Global Co-Head Private Equity & Head Direct Private Equity di Pictet Asset Advisors. A lato, anche grazie alla crescita e maturazione degli operatori di settore nel corso degli anni il rendimento del Pe è andato fortemente migliorando. Al tempo stesso una raccolta massiccia pone non poche sfide in termini di investimento degli asset, con le imprese target che si diradano.

professionalizzarsi e crescere. Gli investitori nel Private Equity (Pe) possono aiutare tali aziende a progredire su questa strada, con nuovi capitali e, cosa altrettanto importante, fornendo competenze strategiche e operative. È un universo d’investimento molto vasto. In Europa ci sono circa 63mila società con fatturati compresi tra 30 e 300 milioni di euro. È una risorsa, a tutt’oggi, ampiamente inutilizzata: solo circa l’1,5% di esse riceve annualmente investimenti di

Pe. Il potenziale di crescita sembra ancora maggiore se si guarda agli Stati Uniti come riferimento. Aggiustato per il Pil, il mercato del Pe statunitense delle small e medium cap è quattro volte più grande di quello europeo. Le aziende europee si stavano già aprendo al coinvolgimento del Pe con l’emergere di una nuova generazione di imprenditori (solo in Francia, l’investimento in asset non quotati è triplicato negli ultimi tre anni). Con l’aumento dei costi di finanziamento e la crescente difficoltà ad accedere ai mercati pubblici, le aziende non quotate hanno visto aumentare anche gli stimoli a collaborare con i gestori del Pe. Ma l’ampliamento del mercato europeo non è l’unica attrattiva per gli investitori in cerca di occasioni. L’esperienza suggerisce che questa particolare fase del ciclo economico è estremamente favorevole agli investimenti nel Private Equity. Storicamente, i fondi di Pe creati durante o immediatamente dopo le crisi economiche tendono a registrare le performance migliori, in particolare quelli con strategie incentrate sulle mid-cap. In tali periodi, allocare il capitale in


società di medie dimensioni può dare i suoi frutti, ed è qui che i finanziamenti diretti in Pe possono godere di un vantaggio. Questo è in parte dovuto al fatto che condizioni macroeconomiche difficili possono creare opportunità di ingresso allettanti per gli investimenti. Ma soprattutto è in questi periodi che una gestione aziendale coraggiosa e avveduta può davvero dimostrare il proprio valore, tramite competenze che i gestori del Private Equity sono in grado di offrire. Assimilare i megatrend. Molte delle piccole e medie imprese private europee operano in modo non ottimale. Spesso non riescono a sfruttare appieno l’efficienza operativa e non dispongono di una presenza globale, di un focus strategico e di risorse gestionali. Questo accade soprattutto quando si tratta di affrontare alcune delle sfide più pressanti di oggi, come la digitalizzazione dell’economia o la transizione energetica green. Naturalmente, questi problemi riguardano anche le quotate. Nei mercati privati, però, gli investitori hanno la possibilità di partecipare direttamente alla progettazione delle trasformazioni necessarie. L’espansione del mondo digitale, ad esempio, avrà un forte impatto sul modo in cui le imprese opereranno, sfrutteranno i dati, segmenteranno i clienti e gestiranno gli ordini, e questo lungo tutta la catena del valore. Ciò può rappresentare una sfida per le aziende di medie dimensioni, in cui le risorse sono spesso concentrate sulla gestione quotidiana dell’attività, lasciando limitate energie e competenze da poter investire in nuove iniziative digitali. Alla fine del 2019 solo tre aziende europee su dieci erano riuscite a digitalizzare in modo significativo i loro modelli di business. Durante il Covid è stata recuperata un po’ di strada, ma resta ancora molto lavoro da fare. È necessario che i

Il peso dei mercati privati Gestito e rendimento degli investimenti alternativi (trl, mld usd) AuM globale per segmento (trl)

Rendimento per segmento (mld)

4

7

9

19

20

29

2022–2027 Cagr (%)

4

8

5 5 5

4 6 6

4 6 6

4 7 7

4.0

5 28

42

21

21

24 28

25

19

16

31 23

21

26

5.7 9.6

3.2 36

43

4.7 9.0

73 3

47

45

103

172

3

4 32

49

22

15

26

31

193

258

3

3

4

29

5

2.1 3.1

11

6.4 9.9

12 46

2022–2027 Cagr (%)

22 9

12

10.1

24 39

42

in %

27

in %

Nonostante gli alternativi ricoprano un ruolo minore all’interno della asset allocation della maggior parte dei portafogli il contributo in termini di rendimento è dei più sostanziali, capace di ribaltare le sorti anche di un anno particolarmente deludente. Nel corso della lunga stagione degli interessi negativi avevano acquisito molta visibilità, forse anche eccessiva, con una crescita molto importante delle masse.

50

58

0.1 1.8

29

2005 2010 2015 2021 2022 2027e 2005 2010 2015 2021 2022 2027e ■ Liquidi alternativi ■ Materie prime ■ Infrastrutture ■ Private debt ■ Hedge fund ■ Immobiliare ■ Private equity

9.4

Fonte: Bcg Global Am 23

‘ritardatari digitali’ accelerino i loro investimenti tecnologici, che si tratti della creazione di App per dispositivi mobili, dell’adesione al metaverso o dell’adozione dell’automatizzazione. Ancora più urgente è probabilmente la transizione energetica green. Mitigare il cambiamento climatico è già una priorità per i Governi e le autorità di regolamentazione ed è sempre più importante anche per i consumatori. Quasi la metà delle più grandi aziende mondiali si è impegnata a raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni, guidate dall’Europa (Germania e Regno Unito in particolare). Un problema particolarmente spinoso per le small e medium cap è rappresentato dal fatto che ora le autorità di regolamentazione e gli investitori sono molto più attenti all’impronta di carbonio del mondo aziendale. L’adozione crescente di Scope 3 (un parametro che punta a rilevare l’impronta di carbonio dell’intera filiera di un’azienda) peserà in modo particolare sulle piccole e medie imprese europee, poiché sono loro a fornire i materiali e a distribuire i prodotti delle maggiori aziende della regione. Ma la transizione energetica green creerà anche opportunità per le imprese. L’economia sostenibile avrà bisogno, ad esempio, di aziende di software che gestiscano le reti elettriche intelligenti e di società del comparto delle infrastrutture che interrino i cavi che trasportano l’elettricità dai parchi eolici alle città. Secondo BloombergNef, la decarbonizzazione del sistema energetico europeo rappresenta, nel complesso, un’opportunità di investimento da 5.300 miliardi di dollari. Partnership attiva. Con l’espansione delle opportunità di investimento nel mercato privato europeo, si potrebbe cedere alla tentazione di allocare i capitali in un’am-

pia gamma di settori. Tuttavia, poiché è probabile che le condizioni economiche saranno volatili per un certo periodo di tempo, sembra più saggio concentrare gli investimenti in settori in grado di affrontare gli alti e i bassi del ciclo economico e di offrire quella che si può definire ‘protezione dai ribassi’. Si tratta di quei settori che continuano a investire anche quando l’economia rallenta, dove i margini di profitto sono interessanti e resilienti e che hanno flussi di cassa ben prevedibili per il futuro. Quello dell’istruzione e della formazione è uno di questi settori anticiclici, in quanto le persone tendono a spendere di più in questi ambiti quando i mercati del lavoro si indeboliscono. In generale, il modo migliore per gestire il rischio e ottimizzare i profitti è la partnership attiva con i fondatori, le famiglie e i team di gestione delle aziende in cui si investe. Assumendo una quota consistente in queste piccole e medie imprese e diventando un loro partner fidato, si può contribuire a trasformare in eccellenti quelle che sono già buone aziende. A tal fine è anche importante aiutare le società in cui si investe a migliorare le loro credenziali ambientali, sociali e di governance (Esg). Per noi significa concentrarsi sulle prestazioni ambientali e migliorare il modo in cui un’azienda gestisce la propria forza lavoro, tra l’altro prendendo in considerazione la diversità della sua leadership e l’impegno dei suoi collaboratori. Oltre a creare valore, l’approccio attivo offre anche protezione dai ribassi: il maggior coinvolgimento dell’investitore aumenta le possibilità di riconoscere eventuali problemi, dandogli l’opportunità di affrontarli per tempo. Novembre 2023 TM · 79


osservatorio/settori

Impatto tecnologico Lo sviluppo di nuove potenti tecnologie che impatto potrebbe avere sul Private Banking e sulle sue dinamiche? Il rapporto tra cliente e gestore è davvero destinato a cambiare?

I

l settore bancario è sempre stato propenso a investire massicciamente nelle nuove tecnologie, ma specie negli ultimi anni l’accelerazione dell’adozione di tali tecnologie e i relativi impatti, hanno raggiunto livelli senza precedenti. Il Private Banking in particolare sta cambiando rapidamente. Diverse importanti innovazioni, tra cui il cloud, l’intelligenza artificiale e la blockchain, stanno avendo già oggi un profondo impatto sul modo in cui vengono forniti i servizi finanziari e, contemporaneamente, cambiano anche il rapporto in essere tra clienti e gestori patrimoniali. La rivoluzione dell’intelligenza artificiale e l’avvento di ChatGpt nella sfera pubblica sono solo all’inizio. Il chatbot di OpenAi ha impiegato solo 2 mesi per superare i 100 milioni di utenti, sorprendendo tutti gli esperti del settore. Ia trasformativa. L’Ia trasformerà il modo in cui i gestori patrimoniali interagiscono con i clienti e prendono decisioni finanziarie. Grazie alle sue capacità di analisi ed elaborazione dei dati, offre numerosi vantaggi: - L’Ia consentirà ai Gestori patrimoniali di vagliare grandi quantità di dati in tempo reale. Utilizzando sofisticati algoritmi, è in grado di fornire raccomandazioni personalizzate basate sul profilo, gli obiettivi e la propensione al rischio di ciascun cliente; - I robo-advisor che utilizzano l’Ia hanno faticato a entrare nell’arena del Private Banking, ma i progressi tecnologici sono innegabili. Le piattaforme online consentono agli investitori di beneficiare della gestione automatizzata del portafoglio. Grazie all’Ia, i robo-advisor possono monitorare i mercati, adeguare i portafogli 80 · TM Novembre 2023

ed effettuare transazioni in tempo reale. - La tecnologia Blockchain avrà a sua volta un impatto significativo sul Private Banking, in particolare per quanto riguarda la sicurezza e la maggiore trasparenza delle transazioni finanziarie. Più tracciabilità e sicurezza. La blockchain usa protocolli crittografici avanzati per proteggere le transazioni e registrarle in modo immutabile. I dati

«La blockchain potrebbe permettere di conservare le informazioni sulla compliance, come le procedure di verifica Kyc, in modo sicuro e trasparente. Diverse parti interessate, preventivamente autorizzate, potrebbero accedere a tali informazioni, facilitando la condivisione dei dati tra le istituzioni finanziarie e migliorando l’efficienza dei processi di verifica»

vengono archiviati su una rete decentralizzata, che riduce significativamente il rischio di frode e falsificazione delle informazioni. L’integrazione di questa tecnologia avrà un impatto significativo sull’efficienza. La velocità di esecuzione e i bassi costi dell’intera catena di esecuzione/consegna tramite queste tecnologie spingeranno naturalmente tutte le banche verso tale sviluppo. La blockchain potrebbe permettere di conservare le informazioni sulla conformità, come le procedure di verifica Know Your Customer (Kyc), in modo sicuro e

Frédéric Le Hellard, Chief Information Officer di Reyl Intesa Sanpaolo.

trasparente. Diverse parti interessate, preventivamente autorizzate, potrebbero accedere a tali informazioni, facilitando la condivisione dei dati tra le istituzioni finanziarie e migliorando l’efficienza dei processi di verifica. Consente inoltre la tokenizzazione degli asset, semplificando il commercio e la gestione di varie classi di asset, come titoli finanziari, immobili e opere d’arte. Attraverso la tokenizzazione, la proprietà degli asset può essere suddivisa in frazioni, fornendo nuove opportunità di investimento e liquidità. Inoltre, le transazioni effettuate con blockchain sono trasparenti, tracciabili e immutabili, il che rafforza ulteriormente la fiducia e la sicurezza degli scambi. L’intelligenza artificiale e la blockchain stanno rapidamente cambiando il mondo della finanza. La creatività e l’effervescenza attorno a queste tecnologie sembrano illimitate. Gli istituti finanziari in grado di adottare queste tecnologie beneficeranno innegabilmente di una maggiore competitività e di una migliore esperienza del cliente nell’arco dei prossimi anni. Tuttavia, è essenziale trovare il giusto equilibrio tra l’uso di queste tecnologie e la conservazione invece di un rapporto umano di fiducia, che rimane un elemento chiave nel settore del Private Banking. Combinando intelligenza artificiale, blockchain e competenze umane, gli operatori del Private Banking possono creare una proposta di valore unica, offrendo servizi su misura, sicuri e trasparenti ai propri clienti.


osservatorio/obbligazionario

Chiave fissa di lettura Gli sviluppi del contesto macroeconomico degli ultimi mesi quali effetti avranno sul mercato obbligazionario nell’arco dei prossimi? Pericolose tendenze sono in atto, ma... Nikolaj Schmidt, Chief International Economist, T. Rowe Price.

A

fine ottobre, si è visto il rendimento dei titoli di Stato americani a 10 anni superare nuovamente il 5%, mentre il tasso di un mutuo ipotecario a 30 anni negli Usa ha raggiunto l’8%. Il mercato si aspetta che i livelli elevati dei tassi di interesse creati dai rialzi storicamente aggressivi degli ultimi anni durino più a lungo del previsto. Questo sviluppo ha riportato le obbligazioni al centro dell’interesse. Per alcuni anni, sembrava che non esistesse una vera alternativa all’azionario. Tuttavia, azioni e obbligazioni non sono indipendenti... Turbolenze di mercato. L’anno scorso, così come quest’anno, si è assistito a turbolenze e correzioni nell’obbligazionario. Se il ritiro del 2022 è avvenuto in un contesto di inflazione galoppante e di stretta monetaria accelerata, il 2023 ha visto una diversa evoluzione del mercato obbligazionario, caratterizzata da un’inflazione più moderata e dalle Banche Centrali che hanno indicato di essere vicine alla fine del ciclo di stretta monetaria.

Due lezioni principali possono essere tratte dagli sviluppi obbligazionari negli ultimi anni. Primo, nel 2022, si è assistito a un calo dell’attività economica: le Banche Centrali stavano frenando l’economia e avrebbero dovuto rapidamente cambiare rotta e ridurre drasticamente i tassi di interesse una volta arrivata la recessione. Da allora, l’evoluzione dei dati chiave ha modificato il discorso: il mercato ora pensa che l’economia americana, e il mondo, possano funzionare bene con un tasso di interesse direttivo superiore al 5%. Questo ha portato a una rivalutazione del tasso di interesse direttivo, che dovrebbe essere applicato a lungo termine. La seconda lezione è che i tassi di interesse elevati e gli sviluppi economici hanno modificato l’offerta di titoli di stato. Negli ultimi anni, i Governi di tutto il mondo hanno visto aumentare i loro costi per interessi, creando deficit più grandi, e dunque più obbligazioni. In parallelo, si è visto un calo della domanda. Le Banche Centrali ne sono infatti divenute i principali venditori. Di conseguenza, il mercato

è stato inondato di titoli di stato che altri hanno esitato ad acquistare. Quale impatto sull’economia? Per valutare l’impatto del rallentamento attuale dell’obbligazionario sull’economia, è necessario verificare se la valutazione attuale della politica monetaria da parte del mercato è coerente con la dinamica economica sottostante. La percezione del mercato secondo cui l’economia americana e mondiale può funzionare correttamente con un tasso direttivo americano superiore al 5% è una grossolana incomprensione della dinamica economica attuale. Il recente ritiro del mercato obbligazionario non è in linea con i tassi direttivi e si rivelerà molto dannoso per l’economia mondiale. Per il rafforzarsi del dollaro americano e il calo delle azioni che ne sono seguiti, l’impulso positivo alla crescita sta svanendo e si trasformerà in un vento contrario. Sebbene, inizialmente, gli asset rischiosi come le azioni possano beneficiare della ripresa dell’obbligazionario, a lungo termine lo scenario probabile è quello di una correzione. D’altra parte, le Banche Centrali hanno ora aumentato così tanto i tassi che saranno in grado di ridurli. Tuttavia, tale allentamento interverrà solo dopo una significativa correzione degli asset rischiosi. E mentre questa correzione avrà luogo, aumenterà la domanda di obbligazioni. L’attuale squilibrio tra offerta e domanda verrà riequilibrato. Ancora una volta, gli Stati Uniti dovrebbero essere meglio posizionati per resistere alla pressione di tassi più elevati, e gli asset americani dovrebbero, continuare a sovraperformare tutti gli altri. Novembre 2023 TM · 81


osservatorio/fondi

Strategie già definite Continua a correre il mercato degli strumenti passivi, Etf in testa. Le ragioni sono molte, a partire dalla crescente richiesta di opzioni utilizzate in altri strumenti finanziari. Alexander Roll, vice stratega degli investimenti in Europa, di Global X. A lato, l’andamento del prezzo dell’uranio sui mercati spot segnala la delicatezza della fase.

Interesse nucleare Andamento del prezzo dell’uranio sul mercato spot (usd/libbra) 80 70 60 50 40 30

3

23

t-2 Se

3

2

2

-2

uGi

ar M

c-2 Di

22

t-2 Se

2

1

1

-2

uGi

ar M

c-2 De

t-2 Se

1

21 uGi

0

0

-2 ar M

c-2 Di

20

t-2 Se

0

Gi

u-

-2 ar M

Di

c-1

9

20

Prezzo spot dell’uranio Fonte: Bloomberg

S

econdo Etfgi, da inizio anno a gli afflussi globali negli Etf hanno raggiunto quasi 600 miliardi di dollari, il secondo dato più alto mai registrato. Il dato include i 68 miliardi di settembre. Il numero totale di attivi investiti ha superato i 10 trilioni, con un aumento dell’11% nel 2023. Tra questi, gli azionari hanno rappresentato la parte più consistente: 43 miliardi a settembre, rispetto ai 13 del reddito fisso. Questi afflussi sono stati relativamente concentrati tra i maggiori fondi. Affrontare la volatilità. Dato l’attuale livello di incertezza dei mercati, le strategie a risultato definito offrono agli investitori modi interessanti per ridurre la volatilità del portafoglio e attenuare il rischio di duration. Queste strategie utilizzano le opzioni per offrire un certo grado di protezione contro il rischio di ribasso, a fronte della limitazione del potenziale di rialzo. Ad esempio, una strategia buffer può fornire difesa contro le perdite su un attivo sottostante, in cambio di guadagni limitati. Gli Etf a risultato definito, pertanto, possono offrire agli investitori un 82 · TM Novembre 2023

modo semplice e liquido per mantenere un’esposizione lunga sul mercato, controllando al contempo il rischio. Inoltre, una strategia a risultato definito potrebbe potenzialmente integrare un tradizionale portafoglio 60/40 riducendo il beta complessivo del portafoglio e il rischio di duration sul reddito fisso a lungo termine. Di conseguenza, la domanda di queste strategie è aumentata in modo significativo negli ultimi anni e gli emittenti di Etf, in particolare, stanno offrendo possibilità sempre più nuove di accesso al mercato delle opzioni, grazie ai vantaggi fiscali e di efficienza di un Etf. Le miniere di uranio. Per quanto riguarda gli investimenti tematici, l’uranio sta svolgendo un ruolo sempre più chiave nella transizione energetica globale. I mercati europei, specie nel contesto delle tensioni in Europa orientale, stanno arrivando a riconoscere i vantaggi del nucleare. È il caso di mosse nell’ambito da parte di Italia, Polonia, Germania, Francia. La Cina intende costruire oltre 150 nuovi reattori, che rappresentano un forte aumento della crescita nucleare globale,

e 60 reattori sono già in costruzione a livello globale, con un aumento del 17%. Tuttavia, sebbene l’energia nucleare sia una soluzione energetica sostenibile e a basse emissioni di carbonio, ottenere un’esposizione alla stessa può essere difficile in quanto l’uranio viene scambiato con una scarsa liquidità nelle borse dei futures, ed è qui che entrano in gioco i titoli delle miniere di uranio. I titoli e gli Etf delle miniere d’uranio offrono un’esposizione con leva finanziaria e facilmente accessibile su un materiale relativamente illiquido il cui prezzo sta aumentando, che è necessario per i reattori nucleari e che sembra destinato a godere di una domanda sostenuta. Il cloud computing e l’Ia. Un altro spazio tematico interessante è quello del cloud computing, dove dopo 18 mesi di condizioni macroeconomiche difficili e di budget in contrazione, le aziende stanno sperimentando una significativa spinta propulsiva grazie all’Ia generativa. Sempre più, le grandi aziende riconoscono i vantaggi dell’efficienza dell’Ia, dalla semplificazione dei processi on-line ripetitivi per i clienti e l’ottimizzazione dei flussi di lavoro al miglioramento della sicurezza informatica, e questi modelli sono ospitati su piattaforme cloud in grado di gestire enormi quantità di dati. Quest’anno, la spesa per il cloud computing sembra destinata a crescere del 22%, eppure, la penetrazione complessiva rimane bassa, inferiore al 20%.


osservatorio/sostenibili

Esg: la fine di un mito? Gli investimenti sostenibili garantiscono una netta sovraperformance al portafoglio. O forse no? La vulgata comune e i dati statistici raccontano storie opposte. Giacomo Malinverno, analista di Lagom Family Advisors. A lato, un confronto tra Etf sostenibili e non.

Confronto tra Etf Esg e non Esg Performance cumulativa aggiustata per il rischio di Etf Esg (Etf non Esg: 1) 1.02 1.01 1.00 0.99 0.98 0.97

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2019

2020

2021

2022

0.96 2022

Performance cumulata Fonte: Scientific Beta

L

a tesi secondo cui l’applicazione dei ‘filtri’ Esg sia in grado di fornire una sovraperformance al portafoglio è circolata soprattutto a partire dal 2020. Il racconto è noto: escludere le aziende mal gestite e fortemente inquinanti, sovrappesando i “vincitori” di domani, dovrebbe condurre a una migliore redditività del portafoglio. Il racconto sembra trovare conferma tramite una semplice intuizione logica, trattandosi di aziende meglio posizionate per soddisfare requisiti etici e ambientali, la conclusione più diffusa è la seguente: “sono aziende migliori, quindi genereranno rendimenti più elevati”. Il buon senso e la semplificazione hanno portato molti a credere a queste affermazioni. Tuttavia, i dati statistici raccontano un’altra realtà. In particolare, l’analisi di Scientific Beta, fornitore di indici e società di consulenza collegata all’Edhec-Risk Climate Impact Institute, suggerisce che gli Etf Esg hanno leggermente sottoperformato quelli tradizionali. Scientific Beta ha analizzato i dati relativi a Etf azionari (domiciliati in Europa e

Usa) classificati da Bloomberg come Esg, sul periodo che va dal 2012 alla fine del 2022. Il risultato è che gli Etf Esg non hanno battuto il mercato. Solo nel 2020 l’Esg ha restituito una sovra performance, ma nell’intero arco temporale è emerso che i rendimenti medi annuali sono stati addirittura inferiori di 0,2 punti percentuali. La lieve sottoperformance potrebbe essere dovuta al costo dei prodotti: gli Esg sono leggermente più costosi dei fondi concorrenti. È quindi possibile che il 2020 sia stato sostanzialmente un ‘outlier statistico’, e che la buona performance sia dovuta a ‘pregiudizi’ settoriali, con i fondi Esg tipicamente sovrappesati nella tecnologia e sottopesati nell’energia. La narrazione suggerisce che dovrebbe esserci una sovra performance, ma questa non c’è. Il documento di Scientific Beta, allo stesso tempo, permette di confutare le critiche sul fatto che i fondi Esg siano semplicemente degli ‘indicizzatori’, che fanno pagare di più per portafogli che si discostano poco dal mercato sottostante. I veicoli Esg investono in modo diverso

rispetto agli indici tradizionali; potenzialmente potrebbero quindi sovraperformare, ma non sono in grado di distinguere i vincitori dai perdenti. Questa evidenza dovrebbe quindi essere incoraggiante per chi investe in strategie Esg anche per motivi non finanziari. Per gli investitori che desiderano integrare gli obiettivi Esg nel proprio processo di investimento, è fondamentale chiedersi quali strategie perseguano questi strumenti. In alcuni casi si tratta di strategie quantitative, ma non sempre considerano le analisi fondamentali e qualitative. Alcuni sostengono che per ottenere un reale vantaggio e battere il mercato sia necessario un livello di analisi e di approfondimento a oggi ancora molto o troppo difficile da condurre. Altri evidenziano come, in un mondo in cui tutti fossero realmente preoccupati della sostenibilità, il rendimento atteso potrebbe diminuire, perché questi avrebbero un rischio percepito più basso. Una volta che i prezzi si saranno adeguati, gli investitori potrebbero attendersi rendimenti inferiori dai titoli con credenziali di sostenibilità più elevate. L’analisi potrebbe avere però anche un altro tipo di lettura, infatti, se da un lato non vi è evidenza di sovraperformance, dall’altro non vi è neanche evidenza del costo dell’investimento Esg. Gli investitori possono considerare l’applicazione dei criteri Esg una ‘opzione a costo zero’, utile per allineare i portafogli ai valori degli investitori, nonché per preparali agli impatti di una regolamentazione ambientale e sociale potenzialmente più impattante. Novembre 2023 TM · 83


osservatorio/settori

Salute, non finanziaria Se si guarda al consumatore americano, non si può non valutarne il peso, economico ma anche di semplice massa. L’obesità non però un problema solo statunitense, anzi...

L’obesità negli Stati Uniti Quota di popolazione giovane (2 - 19 anni) obesa per etnia e sesso (% del totale) Ragazzi bianchi non ispanici Ragazze bianche non ispaniche Ragazzi neri non ispanici Ragazze nere non ispaniche Ragazzi asiatici non ispanici Ragazze asiatiche non ispaniche Ragazzi ispanici Ragazze ispaniche Ragazzi americani messicani Ragazze americane messicane 0

5

10

15 20 Percentuale

25

30

35

Fonte: Nhanes 2023 Usa

L

’emergenza obesità non è un fenomeno nuovo. Le organizzazioni di salute pubblica locali e internazionali hanno suonato il campanello d’allarme per anni, sottolineando l’insostenibile onere economico dell’obesità, con il 9% della spesa sanitaria globale (circa 2.000 miliardi di dollari) legata alle malattie connesse all’obesità. Di fatto, diversi esperti hanno avvertito che, se non controllata, l’obesità potrebbe mandare in bancarotta il sistema sanitario. Questi costi non rappresentano solo una pressione sui sistemi sanitari, ma hanno anche implicazioni di vasta portata per la produttività, la crescita economica e il benessere generale. Sette fatti sul problema dell’obesità: 1. A livello globale è aumentata di quasi tre volte dal 1975; 2. Nel 2016, più di 1,9 miliardi di adulti (39%) di età superiore ai 18 anni erano in sovrappeso, e oltre 650 milioni (13%) erano classificati come obesi; 3. Secondo i dati dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), colpisce attualmente 4 americani su 10; 84 · TM Novembre 2023

4. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno muoiono 4 milioni di persone per sua causa; 5. Nel 2020, ben 39 milioni di bambini di età inferiore ai 5 anni erano in sovrappeso o obesi; 6. Le spese mediche per le persone affette da obesità negli Stati Uniti tendono a essere dal 30 al 40% più alte rispetto a quelle per le persone senza; 7. Secondo l’atlante 2023 della World Obesity Federation, nel 2030 più di 4 miliardi di persone (il 51% della popolazione mondiale) saranno obese o in sovrappeso. Tuttavia, i recenti sviluppi suggeriscono un cambiamento significativo nel panorama, guidato dai progressi dei farmaci anti-obesità, dai cambiamenti demografici e dal cambiamento dei comportamenti dei consumatori. Molti sono probabilmente ben consapevoli dell’entusiasmo che circonda i farmaci Glp-1 iniettabili, come Wegovy di Novo Nordisk e Mounjaro di Eli Lilly, che hanno contribuito direttamente all’aumento vertiginoso dei prezzi delle azioni di queste due società. Meno noto agli investitori è l’impatto negati-

Vittorio Treichler, Cio di Novum Capital Partners. A lato, l’obesità negli Stati Uniti è un problema che affligge sempre più persone, trasversalmente alle etnie, grave soprattutto tra i più giovani.

vo che questi farmaci hanno avuto sulle azioni delle aziende potenzialmente danneggiate, come quelle del settore alimentare, farmaceutico e MedTech. Morgan Stanley stima in 600 miliardi di dollari l’oscillazione del valore di mercato, da un anno all’altro, tra i titoli in crisi e quelli dei produttori di Glp-1. È altrettanto vero che a non mancare sono anche le criticità connesse: - La soluzione elegante: in passato, l’esercizio fisico e la dieta erano le soluzioni migliori per combattere l’obesità. Oggi, i nuovi farmaci iniettabili funzionano in modo tale da non richiedere ai pazienti la disciplina necessaria per seguire un regime di esercizi o di diete. La prima cosa che i Glp-1 fanno è rallentare lo svuotamento gastrico, ossia aumentano la sazietà e riducono l’assunzione di cibo. Poi attivano i recettori cerebrali per sopprimere l’appetito, le voglie e i comportamenti di dipendenza; - Prezzo e realtà: Novo Nordisk ha indicato che 45 milioni di persone sono coperte dal trattamento dell’obesità con Wegovy (quasi lo stesso numero di persone con diabete negli Stati Uniti). I Glp-1 costano circa 1.349 dollari al mese negli Stati Uniti, ma l’80% dei 45 milioni di pazienti paga 25 dollari o meno al mese. Le compagnie assicurative pagano infatti un prezzo “netto” che di solito è notevolmente inferiore al prezzo di listino; - L’accelerazione delle dimensioni del


mercato è ancora precoce: Il mercato dell’obesità è passato da 3,28 miliardi di dollari nell’agosto 2022 a 7,67 miliardi nell’agosto 2023, con una crescita del 108% circa. Morgan Stanley stima che il mercato globale raggiungerà i 77 miliardi di dollari nel 2030, suddivisi tra 51 negli Stati Uniti e 26 nel resto del mondo. Ciò implica che il numero di pazienti approvati per le terapie Glp-1 per l’obesità crescerà dagli attuali 800.000 a circa 24 milioni entro il 2035, pari al 30% della popolazione totale affetta da obesità; - Potenziale copertura Medicare non prevista: I produttori di Glp-1 hanno fatto molti progressi dimostrando che questi farmaci possono ridurre gli esiti cardiovascolari di oltre il 20% e che possono avere miglioramenti nelle malattie epatiche, renali, ecc. Questo potrebbe aprire la strada alla copertura di Medicare, attraverso il Treat and Reduce Obesity Act del 2023, attualmente in discussione al Congresso, se il Congressional Budget Office si convincerà che un maggiore uso dei Glp-1 da parte delle persone affette potrebbe: migliorare la loro salute, ridurre l’uso di altri prodotti e servizi sanitari e diminuire la spesa federale per altri tipi di assistenza sanitaria. In genere, se un farmaco è coperto da Medicare, le assicurazioni commerciali lo seguono. Questo sarebbe un importante catalizzatore a medio termine; - Ricavi ricorrenti: gli studi clinici dimostrano che un paziente potrebbe potenzialmente perdere il 15-20% del proprio peso corporeo utilizzando i Glp-1. Quando il paziente smette di assumere questi farmaci, è probabile che riacquisti circa il 50% della perdita di peso. Non tutti i pazienti riescono a mantenere questa perdita modificando lo stile di vita. La probabilità di riprendere l’assunzione dei Glp-1 dipenderà probabilmente dall’accessibilità economica di ciascun paziente e dalla copertura assicurativa; - Opportunità del mercato globale del diabete: escludendo l’opportunità del mercato dell’obesità, la penetrazione del Glp-1 nel mercato statunitense del diabete è di circa il 23%, contro il 5 al di fuori degli Stati Uniti. Il potenziale di recupero al di fuori degli Stati Uniti è significativo. Guardando agli sviluppi futuri della distribuzione di questi farmaci, ci sono due aspetti da considerare. a) I colli di bottiglia nella capacità produttiva hanno limitato l’offerta di Glp-1. Si prevede un aumento sostanziale dei volumi nel prossimo anno.

Eli Lilly ha due impianti di produzione aggiuntivi che entreranno in funzione nel 2024 e che aumenteranno la capacità di picco di tre volte rispetto al livello attuale. Novo Nordisk sta investendo oltre 3,6 miliardi di dollari all’anno in investimenti per garantire la capacità di soddisfare la domanda futura. b) L’introduzione delle pillole orali sarà un fattore chiave per la crescita del mercato dell’obesità, non solo dal punto di vista dell’adozione da parte dei pazienti, ma anche perché questa soluzione elimina i vincoli di fornitura che i farmaci iniettabili devono affrontare a causa dei dispositivi di iniezione.

Nelle ultime settimane, l’entusiasmo per il tema dell’obesità si è leggermente affievolito, come dimostrano le correzioni dei prezzi delle azioni di Novo Nordisk ed Eli Lilly, da -8 a -10% circa rispetto ai massimi. Anche l’interesse dei consumatori sembra diminuire, come dimostra Google Trends. Sebbene fattori quali i vincoli dell’offerta e l’accessibilità economica possano togliere un po’ di brillantezza alla tesi d’investimento, il tema è tutt’altro che concluso per i produttori di Glp-1. Sarebbe dunque utile aggiungere ai portafogli tali titoli, quali migliori proxy di questo tema di lungo periodo.

Perché la SICUREZZA non è un caso


osservatorio/strategie

Investire nella crescita Se il mondo cambia, anche l’approccio degli investitori deve adeguarsi. I fatti dimostrano che spesso crederci ‘paga’, specie nel caso di progetti sostenuti da imprenditori visionari. Tech: ora e sempre? Confronto tra indici e titoli tecnologici (1-I-2019 - XI-2023) +2'000% +1'500% +1'000% +500% 0% -500%

2019

2020

2021

2022

2023

■ Nasdaq100 (+151.18%) ■ Tesla 214.65 (+906.90%) ■ Netflix 447.24 (+81.52%) ■ Apple 186.40 (+394.66%) ■ Dj Industrial 34'283.10 (+52.74%) ■ Microsoft 369.67 (+276.33%) ■ Meta 328.77 (+163.12%) Fonte: Bloomberg

Q

ando ho avuto bisogno di un impiego dopo l’università, mi sono rivolto ai dipartimenti di orientamento professionale e sono andato a caccia di elenchi di aziende in grandi cartelloni ad anelli. Non avrei mai immaginato che 27 anni dopo avrei investito in cloud computing, microchip e razzi spaziali. Nel corso della mia carriera c’è stato un enorme cambiamento negli investimenti growth, ma ho imparato di più negli ultimi cinque anni che nei venti precedenti. Perché? All’epoca, una buona azienda destinate alla crescita offriva una solida crescita composta di circa il 10-15% all’anno Lloyds Bank, Bp o Vodafone. In cinque anni, poteva raddoppiare il valore di mercato. Ma nel nuovo secolo sono emerse aziende in grado di crescere esponenzialmente in mercati molto ampi. Si trova un nuovo tipo di azienda che cresceva costantemente del 25, 30, anche 35%. In cinque anni potrebbero quintuplicarsi. È una differenza enorme e un modo completamente nuovo di guardare alle opportunità. Internet, la connettività 86 · TM Novembre 2023

«In 27 anni di carriera ho vissuto almeno dieci diverse crisi. Il mercato ti lancia sempre addosso qualcosa. Ho imparato che non si possono controllare i prezzi delle azioni (sono gli attivi più facili da vendere in assoluto), ma che l’unica cosa che si può fare è concentrarsi sui progressi operativi di un’azienda»

e la possibilità di avere un supercomputer in tasca hanno cambiato tutto. Acquistare Bill Gates. Quando iniziai a lavorare presso Baillie Gifford nel 1995, condividevamo un computer in fondo alla scrivania, guardandolo con sospetto. Ero il tirocinante, quello che poteva capire questa nuova macchina e il relativo termine ‘software’. In effetti, Microsoft è stato il caso di investimento più facile

Mark Urquhart, Partner di Baillie Gifford. A lato, i titoli tecnologici negli ultimi anni hanno fatto molto più che bene, crescendo esponenzialmente rispetto a tutto il resto del mercato. In molti casi vengono pagate più le prospettive future, che non tanto i dati attuali, com’è il caso di Tesla, pioniera nel campo della mobilità elettrica.

che abbia mai scritto. Su ogni computer venduto era installata Microsoft. Aveva una quota di mercato del 90%, enormi margini operativi e un fondatore visionario, Bill Gates. Ho consigliato l’acquisto del titolo, e il responsabile delle azioni statunitensi ha approvato rapidamente l’operazione. Quell’esperienza è stata istruttiva: ho constatato che si possono trovare aziende che crescono rapidamente, poi raddoppiano e raddoppiano ancora. Ed è una mentalità che ho cercato di mantenere per tutta la mia carriera. La digitalizzazione non ha rivoluzionato le borse. Tuttavia, a volte le aziende storiche sono in grado di resistere. Si prenda il caso di Hermès: non dovrebbe essere in grado di vendere borse al prezzo che invece applica. E sempre in teoria, altre aziende dovrebbero essere in grado di concorrere: si tratta solo di pelle e chiusure metalliche. Ma la qualità iconica e il fascino globale di Hermès dal 1837 non possono essere replicati. Un nuovo concorrente non avrebbe il patrimonio e la stessa esclusività. Questo ha portato a margini e flussi di cassa straordinari. Come investitori, siamo entusiasti quando troviamo azien-


de con questi ostacoli all’accesso che si esprimono in risultati finanziari solidi e sostenibili. Cerchiamo una crescita sana, e durevole. Golf cart e Tesla. Negli anni ’90 e nei primi 2000, le auto elettriche sembravano più che altro dei gloriosi ma costosi golf cart. Poi Tesla è entrata nel mercato, ma c’erano ancora molti scettici perché le auto non avevano chissà quale autonomia di viaggio. Anche se avessero avuto successo, i grandi marchi come Vw, Ford e Bmw si sarebbero aggregati al carro e avrebbero eventualmente preso il loro posto? Il mercato ha sottovalutato Elon Musk, un altro ricco anticonformista con un’idea. Ma si trattava di un imprenditore in grado di assumersi dei rischi, di andare fino in fondo e di ottenere risultati. Tesla produce auto belle e con un’importante autonomia che la gente vuole guidare. Dal punto di vista operativo, è riuscita a scalare magnificamente. Ci voleva un individuo coraggioso per mettersi in gioco, insieme al suo patrimonio. Aveva guadagnato milioni vendendo PayPal e avrebbe potuto invece godersi dei cocktail su uno yacht. Invece, ha deciso di continuare a farlo con altre aziende, come SpaceX. C’è qualcosa di particolare a proposito di persone di questo tipo. Ma non bisogna comunque aspettarsi che siano esseri umani perfetti. Volatilità e crisi. In 27 anni di carriera ho vissuto almeno dieci diverse crisi. Il mercato ti lancia sempre addosso qualcosa. Ho imparato che non si possono controllare i prezzi delle azioni (spesso le azioni ne subiscono le conseguenze perché sono più facili da vendere), ma che l’unica cosa che si può fare è concentrarsi sui progressi operativi di un’azienda. Durante la crisi finanziaria, il prezzo delle azioni Apple si è dimezzato da 200 a 100 dollari. Perché? L’iPhone era stato lanciato nel 2007 e l’azienda stava funzionando a pieno ritmo, trasformando completamente il mercato dei cellulari. Non aveva senso. Il mercato azionario era totalmente scollegato dai progressi fondamentali compiuti dall’azienda. Questa è stata una vera lezione. E a volte il macro invade il micro, quando l’inflazione, il costo della vita o i tassi di interesse influenzano i modelli imprenditoriali delle società. In questo caso, il segreto per investire è mantenere le proprie idee con passione ma anche con leggerezza. Il cambiamento degli am-

bienti competitivi o esterni può limitare le prospettive di un’azienda, soprattutto se questa non è in grado di finanziare la propria crescita. I preferiti della pandemia. Prendendo il caso della recente pandemia, che sarà studiata nei decenni a venire. Il libero commercio, la circolazione internazionale, le economie globali - tutto bloccato. Un’azienda come Peloton si stava sviluppando bene, in cinque o sei Paesi. Poi le palestre sono state chiuse e la gente ha deciso di allenarsi a casa. Peloton ha scalato velocemente per soddisfare la domanda. Ma quando la società ha riaperto, sono emersi problemi di fornitura. E la gente è tornata numerosa in palestra. È un peccato perché avrebbe potuto scalare gradualmente, ripetendo il successo iniziale, solo in più Paesi. Netflix è stato un altro favorito del “rimanere a casa”. In seguito ha subito un forte calo del prezzo delle azioni, ma ora è tornata finalmente a crescere. Ha il bilancio più solido del settore e sta sviluppando diversi flussi di reddito. Agli investitori piacciono le aziende che si adattano: Netflix è stata disposta a cambiare il proprio modello di business quando le circostanze sono cambiate. Crescita nel futuro. Sulla base di tutte queste esperienze, ho riflettuto sul futuro del growth investing. Le aziende che uniscono la tecnologia all’assistenza sanitaria potrebbero ottenere ottimi risultati in futuro. Prendiamo ad esempio Dexcom, che produce un monitor per il glucosio. Si tratta di un minuscolo sensore inserito nell’addome che indica ai diabetici se il livello di glucosio è alto o basso, ogni cinque minuti. Questo monitor è in grado di salvare delle vite. L’idea di trasmettere dati del corpo a un telefono sembra fantascienza, ma siamo alla vigilia di un’enorme esplosione grazie a sequenze genetiche più veloci e meno costose. Il Santo Graal sarà la lotta contro il cancro, una malattia dovuta a mutazioni genetiche. Ridurre i costi dei trattamenti medici, creare terapie individuali e la prevenzione: tutto questo è oggi alla portata di una mano. Ci saranno imprenditori oggi non ancora conosciuti, che risolveranno alcuni dei più grandi problemi del mondo: energia pulita, accesso al servizio sanitario, infrastrutture migliori, comunità connesse. Anche dopo 27 anni, ho il grande obiettivo di trovarli.

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Il leader del mercato svizzero per il business software arriva in Ticino

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osservatorio/alternativi

Opportunità private I prestiti diretti sono una soluzione finanziariamente sempre più richiesta, il cui rischio è agilmente mitigabile. Meglio osservare ora il mercato, e interessarsene, che non aspettare... Godot. Kirsten Bode, co-head Private Debt, pan-European, di Muzinich&Co. A lato, nel finanziamento delle imprese il sistema bancario continua a perdere in rilevanza.

Boom del Private Debt Origine del finanziamento dei deal privati chiusi in Europa (in % del totale) 90% 80%

2010; 79% 2023 Ytd; 78%

70% 60% 50% 40% 30% 20%

2023 Ytd; 22% 2010; 21%

10% 0

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

Sistema bancario

2017

2018

2019

2020

2021

2022

2023

Operatori Private

Fonte: Preqin

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entre il direct lending quale asset class è ben consolidato negli Stati Uniti, in Europa è diventato davvero mainstream solo dopo il 2008, quando l’inasprimento degli standard di prestito ha portato le banche a ritirarsi dal panorama dei prestiti. Dopo l’evoluzione dell’asset class in Europa, ora sta crescendo anche in Asia, sebbene sia ancora in una fase iniziale e nascente. A livello globale, il direct lending ha rappresentato una quota del 48% della raccolta fondi nel primo trimestre del 2023. Posizionamento migliore. Il ritiro delle banche dal mercato dei prestiti è una tendenza a lungo termine che probabilmente rimarrà tale. Le banche erogano prestiti; per le aziende che cercano un prestito per il capitale circolante quotidiano, le banche sono ancora l’opzione migliore. Tuttavia, sono meno propense a concedere prestiti alle aziende che cercano finanziamenti per la crescita o l’acquisizione o che richiedono rimborsi aggressivi. I finanziatori diretti tendono a essere più costosi, ma sono in una posizione miglio88 · TM Novembre 2023

re per fornire una soluzione strutturata e personalizzata e possono essere più rapidi nel fornire il capitale. L’aumento dei tassi d’interesse ha determinato un ritorno dei rendimenti sia nelle obbligazioni governative che in quelle societarie. Tuttavia, i rendimenti del direct lending continuano a essere elevati grazie al ‘premio di illiquidità’ che compensa gli investitori per la natura illiquida dell’investimento. Il set di opportunità è considerevole, in particolare nel mercato medio-basso (aziende con ricavi compresi tra 25 e 250 milioni di euro), dove si concentrano i nostri sforzi di prestito. In Europa, si stima che ci siano oltre 175mila imprese. Negli Stati Uniti il numero si avvicina a 200mila. In entrambi, le aziende del segmento forniscono un importante contributo economico. Un mercato poco servito. Nonostante le numerose opportunità, il mercato medio-basso tende a essere poco servito dal punto di vista dei finanziatori, soprattutto in Europa, in quanto la maggior parte della concorrenza si concentra sulle aziende più grandi dei mercati mid (Ebitda di

circa 25-75 milioni di euro) e large cap (Ebitda >75 milioni di euro). In effetti, questa mancanza di concorrenza significa che i finanziatori possono essere sempre più selettivi e spingere verso strutture più conservative e condizioni migliori per quanto riguarda i prezzi. Un attributo d’investimento interessante. In un panorama di investimenti così ampio, le barriere all’ingresso sono molteplici, tra cui le differenze linguistiche e culturali e le sfide giurisdizionali. Tuttavia, una presenza in loco in ogni regione può certamente contribuire a mitigare questi rischi. Una ricerca approfondita sul credito e una solida due diligence rimangono fondamentali, dato l’ampio set di opportunità per identificare il flusso di transazioni. Si continuano a vedere opportunità in entrambi i segmenti del mercato. Negli Stati Uniti, il ritiro delle piccole banche dal mercato medio-basso, unito al continuo bisogno di capitale per la crescita, potrebbe creare un ‘vuoto di capitale’ per il mercato medio-basso, aumentando così le opportunità per i prestatori alternativi. In Europa, dopo una certa esitazione da parte degli investitori nel 2022, la raccolta di fondi sta riprendendo, poiché l’aumento dei tassi di base sta creando interessanti metriche di rischio-rendimento e la volatilità limitata è vista come un’interessante caratteristica d’investimento. Allo stesso tempo, il volume delle operazioni è sano e offre numerose opportunità.


osservatorio/obbligazionario

Difese convertibili Il vasto comparto delle obbligazioni convertibili offre ottimi rendimenti e un’esposizione difensiva a settori molto interessanti, specie in prospettiva. Alcuni i rischi. Arnaud Brillois, Managing Director e Portfolio Manager/analista, di Lazard Asset Management. A lato, volatilità e rendimento annualizzato delle obbligazioni convertibili a 5 anni.

Un’interessante alternativa? Rendimento e volatilità delle obbligazioni convertibili a 5 anni 18.0%

18% 16%

13% 8%

4.8%

6.9%

4.8%

3% -2%

-1.6%

-7%

Rendimento ■ Tr Global Convertible Bonds (Usd)

Volatilità ■ Msci Acwi (Usd) ■ Barclays Bloomberg Global Agg (Usd)

Fonte: Lazard

L

e tensioni geopolitiche, l’incertezza politico-monetaria, la ripresa da una pandemia globale e un’inflazione a livelli record sono solo alcune delle numerose sfide che gli investitori di oggi devono affrontare. In questo contesto, le obbligazioni convertibili – titoli ibridi a reddito fisso convertibili in azioni – offrono un’interessante opportunità di partecipare ai rialzi dell’azionario quando il prezzo delle azioni di un’azienda sale e di fare affidamento sulle caratteristiche simili alle obbligazioni nei periodi di difficoltà. Le obbligazioni convertibili possono anche offrire una possibilità di accesso unica in determinati settori, poiché, ad esempio nel settore tecnologico, non sono generalmente emesse dalle grandi imprese, bensì dalle piccole e medie in crescita, possono dunque offrire un’esposizione più difensiva al settore tecnologico rispetto alle azioni. Anche il (quasi) picco del ciclo di rialzo dei tassi gioca a loro favore, al pari dell’esposizione più difensiva in settori e imprese che attualmente affrontano delle difficoltà, ad esempio a

causa di problemi nelle catene di approvvigionamento, e dunque temporanee. Come funzionano in termini di diversificazione dell’asset allocation? Offrono una protezione analoga alle obbligazioni contro le perdite dei corsi, abbinata alla possibilità di partecipare ai rialzi del mercato azionario, anche se con una volatilità nettamente inferiore. L’aumento del corso dell’azione sottostante si ripercuote direttamente sul valore dell’opzione su azioni, mentre le caratteristiche simili alle obbligazioni ammortizzano le perdite dell’investitore se il corso dell’azione sottostante scende. Nel lungo periodo, a fronte di una volatilità inferiore, hanno sempre conseguito rendimenti superiori rispetto alle obbligazioni tradizionali. Troppo bello per essere vero? ‘Il meglio di entrambi i mondi’ delle obbligazioni convertibili solleva naturalmente la domanda: dov’è il trucco? La risposta è semplice: non c’è. Le obbligazioni convertibili sono un’opzione d’investimento come qualsiasi altra, che offre una serie di vantaggi specifici sia ai venditori che agli acquirenti. Sono vantaggiose per gli

emittenti e i venditori, in quanto possono costituire una fonte di finanziamento a basso costo. Sono generalmente dotate di cedole inferiori rispetto alle tradizionali senza opzione su azioni. Diversificano gli impegni di un emittente e, quando gli obbligazionisti esercitano le loro opzioni di acquisto, diversificano la base azionaria dell’emittente. Inoltre, quando vengono esercitate le opzioni incorporate, comportano automaticamente una riduzione della quota del capitale di terzi nel bilancio dell’emittente. Per gli acquirenti non sono completamente esenti da rischi. Ad esempio, se il mercato azionario crolla e allo stesso tempo si verifica una crisi del credito, questa combinazione di flessione causa una perdita di valore del titolo convertibile. Per massimizzare il rendimento delle obbligazioni convertibili sono necessarie una profonda conoscenza, una costante ricerca, un’analisi del credito qualificata e un’analisi delle azioni sottostanti. Quali sono le prospettive? È probabile che nei prossimi mesi si presenteranno notevoli opportunità per le obbligazioni convertibili globali. Sono state duramente colpite sia dalla volatilità dei tassi nel 2022 sia dal calo dei corsi azionari, in particolare nel settore tecnologico. Per il futuro ci si aspetta una minore volatilità degli interessi non appena termineranno i cicli di rialzo, il che dovrebbe avere effetti positivi per le imprese di medie dimensioni e a forte crescita. Novembre 2023 TM · 89


osservatorio/macro

Ritorno al passato Nei prossimi anni si potrebbe verificare con sempre maggior frequenza uno scenario molto simile agli anni Ottanta, con tassi più alti e inflazione più alta. Quali i rischi? Shamik Dhar, capo economista di Bny Mellon Im. A lato, l’andamento dei tassi d’interesse reali.

Questione di interessi Andamento dei tassi d’interesse reali per regione (in %) 10

5

0

–5

–10 1991

94

97

00

03

06

Usa

09

12

15

18

21 22

Eurozona

Fonte: Fed, Ihs Markit

U

na generazione di lavoratori dovrà abituarsi a un contesto di tassi d’interesse globali fino a cinque volte più alti di quelli a cui erano abituati. I tassi si assesteranno probabilmente tra il 4,5 e il 5,5%, una forbice che non si vedeva dal 2008 e che ricorda più da vicino gli anni Ottanta e Novanta. Molti think tank ritengono che torneranno a scendere non appena saranno evidenti gli effetti del Covid sul sistema finanziario globale. Tuttavia, la situazione attuale non è dovuta al troppo Qe e alla pandemia. Tassi più elevati. I fattori alla base di questa situazione sono molteplici, non ultimi gli effetti dell’inflazione, l’aumento della produttività e i costi della trasformazione dell’economia in senso climatico. A questi si aggiungono la difficile demografia e l’elevato livello del debito pubblico. Questi fattori aumentano la probabilità che i tassi rimangano più alti per qualche tempo, e avrà un impatto corrispondente su opportunità e rischi d’investimento. Il tasso d’interesse medio a lungo termine è una variabile economica estrema-

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mente importante sia per i responsabili delle politiche economiche che per gli investitori. Per gli investitori, il ‘tasso d’interesse sicuro’ è il tasso da cui dipendono i prezzi di tutte le altre attività, ed è quindi fondamentale essere in grado di prevedere il livello medio a lungo termine. I futuri shock inflazionistici. Di conseguenza, anche il tasso nominale necessario per garantire la stabilità dei prezzi potrebbe essere più elevato. La legge delle conseguenze indesiderate afferma che il passaggio all’inflation targeting negli anni Ottanta ha portato anche a un abbassamento dei tassi di interesse di riferimento, oltre alle tendenze prevalenti di disinflazione a lungo termine. In generale, gli obiettivi di inflazione potrebbero dover essere rivisti e persino innalzati in futuro. Anche se non innalzati de jure, le Banche Centrali potrebbero essere disposte a tollerare più a lungo le deviazioni dall’obiettivo, soprattutto se i costi economici del suo raggiungimento aumentano. Questi target potrebbero diventare obsoleti e l’ingerenza della Politica potrebbe aumentare. Esiste un dibatti-

to legittimo sul giusto livello di inflazione programmata. Dopo tutto, per gran parte del periodo successivo alla crisi finanziaria, molti economisti hanno sostenuto che l’obiettivo del 2% era troppo basso, con il rischio di finire spesso in negativo. Coda grassa. Negli ultimi anni si sono verificati diversi eventi che hanno colpito i mercati e l’economia globale, come una guerra e una pandemia. Queste perturbazioni del loro normale funzionamento spesso determinano una maggiore probabilità di esiti estremi, che gli economisti definiscono ‘code grasse’. La volatilità può essere più diffusa in un mondo come l’attuale, caratterizzato da ‘shock da coda grassa’, ma potrebbe rivelarsi meno efficace come freno ai tassi. Man mano che l’economia globale subisce una serie di cambiamenti tecnologici, demografici, geopolitici e climatici, i rischi di crescita dovrebbero cambiare in modo tale da ridurre la pressione al ribasso sui tassi reali. In futuro la crescita sarà probabilmente soggetta a maggiori fluttuazioni a causa della frequenza e dell’entità degli shock e della politica fiscale e monetaria proattiva delle autorità. Allo stesso tempo, però, ci sarebbe anche un maggiore equilibrio tra i rischi di ribasso e di rialzo. Questione di transizione. La sostituzione del capitale “sporco” con capitale verde nei prossimi anni dipende da molti fattori, molti dei quali difficili da prevedere. Tuttavia, la dinamica della tendenza generale suggerisce che l’impatto porterà a una modesta pressione al rialzo sui tassi di interesse reali nei prossimi 20-30 anni.


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cultura /haute horlogerie

Prodezze lunisolari L’audacia dell’alta orologeria sfida il tempo. I mesi e i giorni del calendario cinese, i giorni del calendario gregoriano, le fasi lunari e i segni zodiacali associati a ciascun anno cinese racchiusi in un unico orologio, al passo con tutti i tempi.

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uella di misurare il tempo e di diventarne padrone è un’esigenza che l’essere umano avverte da sempre. Ha utilizzato i corpi celesti per determinare cicli e calendari basati sul sole, sulla luna o su entrambi. Il calendario gregoriano, che è esclusivamente solare. Il calendario cinese, che è invece principalmente lunare, segue i cicli della luna, pur tenendo conto del sole. Proprio per questo più complicato, è un calendario lunisolare. Ricco di simbolismi culturali e tradizionali, permette di seguire il ritmo dei termini lunari solari e delle quattro stagioni, da sempre di fondamentale importanza per la cultura tradizionale cinese. Si tratta di un sistema di calcolo del tempo complesso e antico. Con l’Endeavour Chinese Calendar Limited Edition, prodotto in 100 esemplari da H. Moser & Cie. in collaborazione con Agenhor, i mesi e i giorni del calendario

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Sopra, da sinistra, Edouard Meylan, amministratore delegato di H. Moser & Cie., con Laurent e Nicolas Wiederrecht, co-proprietari di Agenhor.

cinese, i giorni del calendario gregoriano, le fasi lunari e i segni zodiacali associati a ciascun anno cinese si ritrovano tutti, eccezionalmente e non senza una certa


arditezza tecnica, in un unico orologio. «La complessità del calendario cinese è racchiusa in un segnatempo, in realtà facile da leggere e regolare», nota Edouard Meylan, amministratore delegato di H. Moser & Cie, azienda fondata nel 1828. «È un’interpretazione contemporanea e occidentalizzata della cultura tradizionale cinese». Nel calendario lunare, i mesi cinesi hanno ventinove o trenta giorni, in accordo con le fasi della luna, che impiega 29,53 giorni per orbitare intorno alla Terra. Ci sono dodici mesi lunari, il che significa che un anno lunare dura in media 354,36 giorni, quindi 10,88 giorni in meno rispetto a un anno solare (che dura 365,25 giorni). In un calendario esclusivamente lunare, i mesi si spostano rispetto alle stagioni; ogni mese inizia infatti circa undici giorni prima ad ogni nuovo anno solare. Al fine di evitare un’eccessiva discrepanza con l’anno solare, i calendari lunisolari prevedono un tredicesimo mese ogni due o tre anni. Questi mesi sono detti ‘embolismici’ e vengono aggiunti per mantenere gli anni lunari allineati con le quattro stagioni. L’Endeavour Chinese Calendar Limited Edition indica questo mese in più e tutte le informazioni del calendario lunisolare per periodi di 12 anni

I calendari lunisolari prevedono un tredicesimo mese ogni due o tre anni, un’aggiunta volta a mantenere gli anni lunari allineati con le quattro stagioni. Tali prodezze sono rachiuse nell’Endeavour Chinese Calendar Limited Edition, referenza 1210-0400, in oro rosso 5N, quadrante blu notte fumé, cinturino in pelle di alligatore marrone.

senza alcuna correzione; una vera e propria impresa, resa possibile da due camme che lavorano in parallelo e trasmettono informazioni sul numero e sulla durata dei mesi cinesi tramite sensori. L’Endeavour Chinese Calendar Limited Edition tiene conto anche del numero dei mesi lunisolari cinesi e della loro durata, dei mesi embolismici, dell’anno lunisolare cinese e del corrispondente animale dello zodiaco cinese, delle fasi lunari e delle date del calendario gregoriano, per una durata di 12 anni, per quanto concerne gli elementi lunisolari. Simona Manzione

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cultura/haute horlogerie/eventi

È l’ora dei riconoscimenti I bravi orologiai sono alla stregua di eccellenti chirurghi. Realizzando ingranaggi dello spessore di un capello o pignoni grandi come granelli di sabbia, creatività, tecnica e gusto decorativo avanzano verso l’infinitamente piccolo per renderlo straordinariamente grande.

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© Miguel Bueno

AUDEMARS PIGUET

P François-Henry Bennahmias, Audemars Piguet.

resieduta da Nick Foulkes, la giuria 2023 e l’Accademia Gphg-Grand Prix d’Horlogerie de Genève, composta da 847 membri, hanno premiato l’eccellenza e la creatività dell’orologeria contemporanea. Nel corso di una cerimonia che si è tenuta il 9 novembre al Théâtre du Léman di Ginevra. Novanta i segnatempo nominati, in concorso per l’assegnazione di 19 premi, tra cui il prestigioso Grand Prix ‘Aiguille d’Or’, andato quest’anno ad Audemars Piguet per l’orologio Code 11.59 by Audemars Piguet Ultra-Complication Universelle RD#4, orologio dotato di 40 funzioni, comprese 23 complicazioni, che riunisce il savoir-faire orologiero della manifattura in un unico movimento con oltre 1.100 componenti.


ULYSSE NARDIN TUDOR

DIOR MONTRES

VOUTILAINEN

Mentre ha ricevuto il riconoscimento come Rivelazione Orologiera Simon Brette, Chronomètre Artisans, «un orologio semplice ma pienissimo di dettagli, che mostra come il lavoro degli artigiani d’eccezione possa mostrare l’eccellenza orologiera», ha sottolineato lo stesso Simon Bette, orologiaio indipendente. L’Orologio femminile 2023 è Piaget, Hidden Treasures: lanciato quest’anno, in occasione di Watches and Wonders 2023, con questo segnatempo Piaget è tornato alle sue radici nell’eccellenza dell’orologeria e della gioielleria, con un cenno ai suoi design esuberanti ed evocativi degli anni ’60 e ’70. Altro premio importante, quello per la Complicazione Orologio Donna è andato a Dior Montres, Grand Soir Automate Etoile de Monsieur Dior, testimone della tendenza della Maison a concentrarsi, nel settore ‘Montres’ proprio sugli orologi femminili.

PETERMANN BÉDAT

LAURENT FERRIER

Il Premio Speciale della Giuria, dedicato ad una personalità o un’istituzione di spicco nel mondo dell’orologeria, è stato assegnato a Svend Andersen e Vincent Calabrese per la creazione dell’Ahci (Comunità di orologiai indipendenti, fondata nel 1985, con il desiderio di preservare le tradizioni dell’orologeria e la comprensione del pericolo che gli orologiai indipendenti, custodi di queste tradizioni, potessero scomparire come individui all’interno di grandi marchi e corporazioni).

Anche i marchi Bovet 1822, Bulgari, Christopher Ward, Dior Montres, Ferdinand Berthoud, Hautlence, L’Epée 1839, Laurent Ferrier, Maison Alcée, Petermann Bédat, Piaget, Raymond Weil, Simon Brette, Tudor, Ulysse Nardin e Voutilainen sono stati premiati dalla Giuria e dall’Accademia. In dettaglio, sono stati premitati: per l’Innovazione, Hautlence, Sphere Series 1 (spingendo i limiti in tutte e tre le dimensioni, La Sfera offre una performance ipnotica per rivelare l’ora corrente ruotando su più assi); per l’Audacia, Maison Alcée, Persée Azur (la ‘pendulette’ scelta come modello emblematico della Maison Alcée per il suo colore blu, che ricorda le profondità del Mediterraneo, un orologio che viaggia oltre gli orizzonti) e, per la Cronometria, Ferdinand Berthoud, Chronomètre FB 3SPC, segnatempo che celebra il suo primo anniversario con un nuovo look, contemporaneo.

BOVET 1822

PIAGET Annualmente a Ginevra, il Gran Premio dell’Orologeria affida a una giuria di 850 esperti provenienti da tutto il mondo un - non facile processo di selezione. Dopo un tour internazionale, gli orologi nominati per uno dei 19 premi del concorso arrivano a Ginevra.

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MAISON ALCÉE 96 · TM Novembre 2023

RAYMOND WEIL HAUTLENCE

CHRISTOPHER WARD

PIAGET Per l’Artigianato Artistico la scelta è caduta su Piaget, Altiplano Métiers d’Art - Undulata (comprendente una dozzina di strati di paglia, sicomoro pergamenato, pelle ed elitron, pazientemente assemblati a mano per creare un’immagine ipnotica intorno al contatore decentrato delle ore e dei minuti e alla sottilissima gabbia del

tourbillon volante). Della ‘Petite Aiguille’ il vincitore è stato Christopher Ward London, C1 Bel Canto. L’Orologio Challenge è stato individuato in Raymond Weil, Millésime automatic small seconds; un bel riconoscimento per questa Maison indipendente e di famiglia (oggi alla terza generazione), all’alba del suo cinquantesimo anno di vita. Una dinastia che si è inventata e reinventata con coraggio nel corso degli anni. Mentre Orologio Meccanico per l’edizione 2023 di questo premio considerato ‘l’Oscar dell’orologeria’ è stato designato

SIMON BRETTE

Laurent Ferrier, Grand Sport Tourbillon Pursuit è stato premiato, invece, per la categoria Tourbillon: i due fondatori del marchio, Laurent Ferrier e François Servanin, che hanno entrambi pilotato più volte sul Circuito delle 24 ore di Le Mans, hanno voluto ricordare con il rosa

FERDINAND BERTHOUD

BULGARI L’EPÉE 1839

Sul fronte della Complicazione Orologio Uomo, il premio è andato a Voutilainen, World Timer, mentre l’Iconico 2023 è Ulysse Nardin, Freak One, la quintessenza di Freak: discendente diretto dell’originale Freak 2001, presenta le sue tre caratteristiche distintive: niente corona, niente lancette e niente quadrante.

di questo segnatempo il colore dell’alba, un momento del giorno in cui hanno sempre amato pilotare, assicurandosi un’esperienza incredibile. Bovet 1822, Récital 20 Astérium è stato premiato per il Calendario e Astronomia e Petermann Bédat, Chronographe rattrapante come Cronografo. Come Orologio Sportivo è stato premiato Tudor, Pelagos 39, mentre l’Orologio Gioiello di quest’anno è Bvlgari, Serpenti Cleopatra (l’anno scorso il marchio si era aggiudicato proprio questo premio con Serpenti Misteriosi High Jewellery).

L’Epée 1839, Time Fast II Chrome, che celebra le linee iconiche delle auto da corsa degli anni Sessanta. I vincitori di quest’anno saranno presentati al Kunsthaus di Zurigo dall’1 al 3 dicembre 2023. Simona Manzione



cultura/collezioni/mostre

Le superlative carte Se già il suo patrimonio di 160mila opere su carta qualifica la Graphische Sammlung ETH Zürich fra le collezioni di arte grafica più importanti, l’appartenenza a un’università di orientamento tecnico-scientifico ne fa un unicum. Da non perdere, la rarissima occasione di ammirarne fuori sede un’ampia selezione di 300 opere, con capolavori da Dürer a Warhol, fino alle sperimentazioni più recenti. In esclusiva, a Lugano.

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Una realtà che si inscrive perfettamente nella concezione che ha portato l’Eth Zürich a distinguersi come eccellenza, ricordando sin dalle sue origini a studenti e ricercatori come prima ancora che ingegneri fossero uomini, per riprendere la celebre esortazione di Francesco De Sanctis nella sua prolusione nel 1856, tanto programmatica da essere stata incisa su una targa commemorativa, tuttora conservata nell’edificio principale. La vocazione a fornire una formazione armoniosa di mente e spirito, stimolando il pensiero critico e le abilità creative, si è tradotta da subito nell’offerta di corsi che esulassero dai tipici curricula di una scuola politecnica: lingue e letterature, diritto, economia politica, fino all’antichità

classica. Spetta proprio all’Eth Zürich il merito di aver creato, fra le prime istituzioni universitarie in area germanofona, una cattedra di Storia dell’arte e architettura. Quasi subito si dotò di un Kupferstichkabinett con una sua collezione di disegni e stampe che, proprio come quelle di mineralogia o geologia, doveva fungere da risorsa didattica, per lo studio e l’insegnamento.

© ETH Zürich / Alessandro Della Bella

M

iglior ateneo europeo secondo il Times Higher Education World University Rankings 2024, che lo colloca all’undicesimo posto a livello mondiale, e settimo del prestigioso QS Quacquarelli Symonds, il Politecnico federale di Zurigo oltre a presidiare la vetta delle classifiche di formazione e ricerca vanta fra i tanti atout anche una collezione di arte grafica fra le più vaste e rinomate a livello internazionale: 160mila opere su carta che, dalle xilografie a foglio singolo alle tecniche basate sul computer, comprendono disegni, taccuini di schizzi, libri d’artista e fotografie. Accanto a nomi celebri come Dürer, Rembrandt, Goya, Munch, Picasso o Giacometti, comprende disegni e stampe di epoche passate, dai naturalisti ai vedutisti alle illustrazioni più popolari, arrivando fino ai massimi esponenti della contemporaneità come Louise Bourgeois, Andy Warhol o Miriam Cahn, e alle ultime sperimentazioni di giovani emergenti svizzeri.


© Succession Picasso / 2023, ProLitteris, Zurich

© The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. / 2023, ProLitteris,Zurich

dell’ETH Zürich

© Foto Ernst Rüst, ETH Zürich, Archivio Immagini

Sopra, una carrellata di alcune fra le più iconiche opere della Graphische Sammlung ETH Zürich. Da sinistra, Albrecht Dürer, Rhinocerus,1515, xilografia e stampa tipografica; Rembrandt, Autoritratto con Saskia, 1636, acquaforte; Maria Sibylla Merian, Da Metamorphosis Insectorum Surinamensium,1730, acquaforte colorata a mano; Edvard Munch, Angoscia, 1896, litografia a colori; Andy Warhol, Campbell’s Soup - Cream of Mushroom, 1968, serigrafia; Pablo Picasso, Femme au corsage à fleurs, 27.12.1958, litografia. Sotto, una foto del 1926 ca. del Deposito che fungeva da sala espositiva e della collezione.

Forse oggi, in un’epoca che ci sommerge di immagini digitali, si tende a dimenticare, ma dal Rinascimento al tardo Ottocento, prima della diffusione su larga scala della fotografia, le stampe hanno svolto un ruolo fondamentale nella condivisione della conoscenza, tanto in campo artistico, grazie alla cosiddetta “incisione di traduzione” usata per riprodurre dipinti e opere d’arte, quanto in quello scientifico per rappresentazioni naturalistiche e tecniche. Se le primissime opere della Graphische Sammlung Eth Zürich provenivano dai depositi delle botteghe di oggetti di arte locale, ben presto la qualità è decollata grazie a importanti acquisizioni, a partire dalle 10mila opere dei principali esponenti della grafica del XVI-XVIII secolo raccolte dal vedutista Johann Rudolf Bühlmann, appassionato collezionista: il suo fondo fu comprato per 40mila franchi, grazie al lascito del sindaco zurighese Johann Jakob Hess e alle risorse messe a disposizione da Città,

Cantone e dall’Associazione degli Zürcher Kunstfreunde. Il salto decisivo è arrivato con la donazione da parte del banchiere zurighese Heinrich Schulthess-von Meiss: oltre 12mila fogli, fra incisioni a bulino, acqueforti e xilografie. Una raccolta straordinaria che includeva i maggiori nomi della grafica, da Schongauer a Goya, tra cui 291 opere di mano del solo Rembrandt, costituita non unicamente grazie alla sua disponibilità finanziaria, ma anche ad approfondite conoscenze e non comuni abilità di negoziatore. Un lascito che ha proiettato la fama della Collezione ben al di fuori delle mura del Politecnico e anche dei confini nazionali, iniziando ad attirare appassionanti e curiosi. Sono anche gli anni in cui il Kupferstichkabinett viene trasferito nell’edificio principale progettato da Gottfried Semper, dove oggi si trova nell’ala sudovest. Le mostre monografiche e tematiche una volta allestite direttamente nel deposito, dal 1969 passate alla sala d’angolo che, dopo il recupero degli arredi originali, è tornata a mostrare l’impronta dei suoi elementi caratteristici con le boiseries e i soffitti a cassettone. A un secolo e mezzo di distanza, rimane intatta la duplice vocazione che vede la Collezione rivolgersi tanto alla comunità di studenti e ricercatori dell’Eth Zürich, Novembre 2023 TM · 99


© MASI - Lugano / Foto Gabriele Spalluto

A Lugano, ospite d’eccezione

Di solito custodite con estrema cura negli armadi e nelle cassettiere di archivio della Graphische Sammlung Eth Zürich, solo per brevi periodi le sue opere di arte grafica vengono portate alla luce, e ancor più di rado abbandonano la loro sede per esposizioni esterne. Ragioni che rendono imperdibile la mostra proposta dal Museo d’arte della Svizzera italiana (Masi Lugano). Fino al prossimo 7 gennaio, presenta una selezione di trecento capolavori della Graphische Sammlung Eth Zürich, offrendo uno spaccato quantomai rappresentativo della sua ampiezza e rilevanza. Un viaggio lungo sei secoli, dal Cinquecento a oggi, che allinea in un percorso cronologico esponenti di spicco della storia dell’arte europea - da Albrecht Dürer a Rembrandt, da Goya a Maria Sibylla Merian, Pablo Picasso e Edvard Munch - accanto ai lavori di creativi viventi, come John M Armleder, Olivier Mosset, Candida Höfer, Susan Hefuna, Shirana Shahbazi o Christiane Baumgartner. Da questo raro ed eccezionale confronto tra gli antichi maestri e le creazioni più contemporanee emergono connessioni inaspettate e sorprendenti: temi come il processo di creazione dell’opera d’arte, il rapporto tra copia e originale, la trasmissione di motivi e iconografie, ma anche la collaborazione tra professionalità diverse in campo artistico attraversano la storia della grafica fin dalla sua nascita e toccano aspetti oggi ancora attuali. Oltre a mettere in luce l’ampio spettro delle tecniche grafiche - dalla xilografia all’incisione a bulino fino all’acquaforte e alla serigrafia - la mostra del Masi presenta anche disegni, fotografie e multipli. Il progetto espositivo propone inoltre informazioni e curiosità su origini, funzioni e importanza delle opere attraverso i secoli. Ad aprirlo la grande parete su cui, secondo lo ‘stile Pietroburgo’, sono appesi autoritratti o ritratti di artiste e artisti: Antoine Watteau, Angelika Kauffmann, Rembrandt e la moglie Saskia, Anton van Dyck, Maria Sibylla Merian, Max von Moos, Meret Oppenheim, Markus Raetz e tanti altri ancora sembrano invitare i visitatori a scoprire la Collezione del Politecnico di Zurigo che a Lugano trova una vetrina d’eccezione, per un Ticino che con questa esposizione si dimostra punto di incontro privilegiato fra Nord e Sud.

quanto al grande pubblico con una ricca programmazione di esposizioni (però di breve durata, considerata la fragilità del supporto cartaceo), incontri, visite alla sala studio e un catalogo online che conta ormai 50mila voci. Nel frattempo ha continuato a popolarsi per colmare le lacune e restare al passo con i tempi, inte100 · TM Novembre 2023

grando attraverso l’acquisizione mirata di opere d’arte contemporanea i più recenti sviluppi nel campo dell’arte su carta. Accanto a capolavori di grandi artisti del passato e contemporanei, con la nicchia della grafica di autore, si trovano illustrazioni che descrivono il mondo in tutti i suoi aspetti, come le raffigurazioni

di insetti del Suriname di Maria Sibylla Merian, imprenditrice e insegnante annoverata tra i maggiori entomologi del Settecento, le scenografie dei Bibiena che attestano la novità della prospettiva diagonale, a doppio punto di fuga, le vedute scientifiche delle Alpi di Hans Conrad Escher von der Linth (ben settecento nella Collezione) o i progetti architettonici di Peter Zumthor che nel 1997 si è affidato alle tecniche tradizionali dell’acquatinta e dell’acquaforte per i piani del museo d’arte da costruire sulle rovine della chiesa di Santa Colomba a Colonia. Non minor importanza per la loro rappresentatività storica e sociale viene riconosciuta alle stampe popolari, sebbene siano state realizzate in serie a basso costo e siano circolate per anni prima di essere acquistate dai collezionisti. Ampio spazio è riservato all’arte svizzera del Sette-Ottocento, con circa 30mila opere, ma anche ad excursus sulla scena emergente. Altro caposaldo sono i libri di artista, nutrito da donazioni di bibliofili e degli stessi artisti. Proprio in questa varietà e nel suo respiro transdisciplinare risiede il fascino di una collezione di arte grafica. All’intersezione fra arte e scienza, materiale e immateriale, sollecita lo scambio di prospettive fra mondi altrimenti distanti. Le crescenti collaborazioni fra la Graphische Sammlung Eth Zürich, i diversi Dipartimenti del Politecnico, la sua Biblioteca e anche istituzioni esterne ribadisce la convinzione dell’importanza delle sinergie fra insegnamento e ricerca così come con altre realtà, per contribuire a una formazione diversificata. Ricordando - come ha sottolineato il presidente dell’Eth Zürich Joël Mesot - che il progresso tecnologico merita questo nome soltanto quando si pone a servizio dell’uomo e garantirlo dipende dal continuo dialogo fra scienza e società. Oltre al suo valore artistico e storico, una collezione di arte grafica come questa, che spazia dai tempi del torchio di Gutenberg all’odierna smaterializzazione della riproducibilità tecnica all’infinito, può anche diventare un monito a non trascurare complessi interrogativi come quelli sollevati dalle mistificazioni dei deepfakes ma anche essere un invito a esplorare le nuove frontiere dell’imaging di cui il Politecnico federale di Zurigo, non a caso, è fra i protagonisti. Mirta Francesconi


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cultura/arte/mostre

La forza di uno spirito misurato A cento anni dalla scomparsa, Luigi Rossi è protagonista alla Pinacoteca Züst di Rancate di una retrospettiva che conferma il respiro europeo della sua opera, capace di elaborare in modo personale gli stimoli che sollecitavano alla transizione dal realismo al simbolismo. Sempre con quel garbo e quell’autenticità che ne contraddistinguono la misurata poetica.

Proprietà della Confederazione Svizzera, UFC, Berna.

Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, si affiancano alle otto opere qui conservate, insieme a una quindicina di capolavori della Collezione del Masi e ai sette quadri di Cornèr Banca. Proprio con l’acquisizione di un dipinto di Rossi l’istituto bancario ha inaugurato nel 1987 la sua Collezione di arte ottocentesca e, dopo aver promosso nel 1999 il catalogo ragionato dell’artista (sempre curato da Matteo Bianchi), ora è sponsor principale di questa esposizione, arricchita inoltre da ulteriori opere conservate in raccolte private, alcune delle quali recentemente riemerse.

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Collezione Cornèr Banca, Lugano

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lvetico, milanese, parigino: è un passaporto pienamente europeo quello che va riconosciuto a Luigi Rossi. E in effetti l’artista al quale, a un secolo dalla scomparsa, torna a rendere omaggio la mostra antologica alla Pinacoteca Züst di Rancate, in corso fino al prossimo 25 febbraio, conferma un’apertura che ha saputo guardare oltre i confini geografici per interiorizzare gli stimoli che sollecitavano la pittura del secondo Ottocento a muovere dal realismo al simbolismo. Un’evoluzione perfettamente illustrata da questa esposizione sotto la curatela di Matteo Bianchi. A distanza di 45 anni dalla prima monografia che nel 1979, allora giovane storico dell’arte, aveva dedicato insieme a Rossana Bossaglia all’artista di cui è anche pronipote, torna a riprendere un discorso che, con affetto e competenza, ha continuato a sviluppare, anche istituendo la casa-museo nella Capriasca dove sono conservate opere e archivio del bisnonno. Benché Luigi Rossi sia un nome ben noto alle nostre latitudini, era ormai da

inizio anni ’80 che non gli veniva consacrata una mostra monografica. Per l’occasione, la Pinacoteca Züst presenta una quantomai esaustiva scelta di opere: i capolavori provenienti dalle Collezioni della Confederazione, dal Musée d’Art et d’Histoire di Ginevra, dalla Galleria d’Arte Moderna di Milano e dalla Galleria

Sopra, le atmosfere simboliste di Plenilunio (1910-15) della Collezione Cornèr Banca, sponsor principale della mostra e grande promotrice della memoria di Luigi Rossi, di cui possiede 7 dipinti. In alto, l’iconico L’Armée du travail (1898) immortala la civiltà contadina ormai in declino.


Collezione privata, Francia

Pinacoteca cantonale Giovanni Züst, Rancate

Due opere legate all’esperienza francese di Luigi Rossi: a fianco, il Ritratto di Daudet (1887), eccezionale ritrovamento che conferma l’amicizia fra lo scrittore e il suo illustratore di sette libri. Sopra, La raccolta delle ostriche (1905-10), soggetto ispirato alla costa atlantica, dove aveva collaborato con l’autore Pierre Loti.

Nato nel 1853 a Cassarate da una famiglia legata all’ambiente degli esuli italiani e figlioccio di Carlo Cattaneo, Luigi Rossi cresce a cavallo fra due realtà culturali, in un clima di profondi valori liberali, formandosi come tanti ticinesi a Brera, nel solco della tradizione verista, rispecchiata dalle opere iniziali che dedica al mondo contadino portando sulla tela i paesaggi dell’Alto Ticino. Stessa epoca a cui risalgono i primi ritratti d’impronta scapigliata oppure legati a figure emblematiche come il sindaco liberale di Lugano Carlo Battaglini o i fratelli Ciani, raffigurati nel loro parco davanti alla Desolazione del Vela: quadro che, tornato a metà anni ’80 in mano ai legittimi proprietari, collezionisti piemontesi, in questi mesi è eccezionalmente possibile rivedere in Ticino. Di impronta scapigliata è anche un’altra chicca, il Ritratto di Alphonse Daudet, di cui sinora circolava soltanto la riproduzione in bianco e nero pubblicata nella monografia di Bianchi. Dalla Borgogna è giunto per la mostra a Rancate l’originale, segnalato un paio di anni fa dal proprietario. È stato collocato in balconata, dove si testimonia un momento fondamentale nell’evoluzione del Rossi, il suo soggiorno a Parigi, teatro dell’incontro con i fratelli Guillaume, editori di provenienza svizzera che avevano messo a punto un innovativo metodo di riproduzione fotografica a partire da acquerelli. L’intensa collaborazione decreta la fama di illustratore del Rossi a partire dal suc-

cesso di Tartarin sur les Alpes, una sorta di Pinocchio transalpino, segnando anche l’inizio dell’amicizia con il suo autore, appunto Alphonse Daudet, del quale illustrerà altre sei opere, così come sue sono le vignette, per fare solo un altro esempio, della Madame Chrysanthème di Pierre Loti - sarà la Butterfly di Puccini, altro suo illustre amico). Ma è come pittore che raggiunge i risultati più alti. Al suo rientro definitivo dalla Francia, nel 1889, comincia a muoversi fra gli ambienti culturali milanesi e quelli della sua Lugano, partecipando anche a rassegne nazionali di arte svizzera e alla Commissione federale di Belle Arti, dove si avvicina ad artisti come Anker, Hodler e Welti. Incontri che, unitamente alla mediazione del suo amico poeta Gian Pietro Lucini, lo portano a confrontarsi con la lezione del simbolismo. Rossi ne dà un’interpretazione depurata da preziosismi e misurata nelle scelte formali. Con lo stesso garbo, esprimerà successivamente la sua adesione ai valori del socialismo umanitario. La misura è la sua caratterista distintiva: mai sdolcinato quando dipinge un quadro sentimentale, mai militante quando affronta un tema sociale, né banalmente decorativo quando sperimenta gli stilemi liberty; sempre di grande freschezza e immediatezza comunicativa, realizza opere che sanno toccare le corde intime del cuore. In mostra viene ricordata anche la sua attività di educatore: per oltre un decennio Luigi Rossi insegna gratuitamente

all’Umanitaria a Milano, ispirata alle Arts & Crafts inglesi. In Ticino, oltre all’impegno per le Scuole di Disegno del Cantone, si fa apprezzare come membro, dal 1904 al 1922, della Commissione del Museo Caccia, difendendo la qualità artistica (e il cachet) anche di colleghi distanti dal suo gusto estetico. Se un capitolo importante dell’età matura è dedicato all’infanzia, in primis i ritratti della figlia Gina Maria, dagli anni Dieci dipinge scene allegoriche ambientate nell’amata Pieve Capriasca. Simbolicamente con questa retrospettiva su Luigi Rossi si conclude il percorso di Mariangela Agliati Ruggia alla guida Pinacoteca Züst. Una fine che è anche il ritorno a un autore da lei molto amato, sotto il cui segno si può dire che abbia esordito. Proprio la monografia di Matteo Bianchi del 1979, primo vero studio scientifico su un pittore ticinese dell’Ottocento, ha rappresentato per lei, allora studentessa alle prese con la tesi di laurea su Ernesto Fontana, pittore ticinese di una quindicina di anni più anziano del Rossi, un caposaldo e, successivamente, lo stimolo per avviare la lunga serie di rassegne dedicate agli artisti dell’Ottocento ticinese. Mostre che hanno segnato stagione dopo stagione il territorio, supportate da un lavoro di ricerca di alta qualità, portando avanti un impegno di mediazione culturale di esemplare valore. Susanna Cattaneo Novembre 2023 TM · 103


cultura/arte/mostre

La parabola di un artista inafferrabile La (s)fortuna critica ha consegnato all’oblio il nome di Roger de La Fresnaye, scontando un’opera difficilmente categorizzabile, tra i poli di cubismo e neoclassicismo. La mostra che gli dedica il Museo d’arte di Mendrisio segna un passo capitale nella sua rivalutazione.

© Centre Pompidou, MNAM-CCI, Dist. RMN Grand Palais © Philippe Migeat

Natura morta? Ritratto di ispirazione cubista? Difficile assegnare Le Prestidigitateur,1921-22, a un genere, proprio come il suo autore, Roger de La Fresnaye, non è ascrivibile a una categoria in base agli ‘ismi’ della storia dell’arte.

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na meteora dell’arte moderna. Eppure, figura di spicco del cubismo, Roger de La Fresnaye (1885-1925) era stato al centro della scena, esponendo al Salon d’Automne, al Salon des Indépendants, addirittura selezionato per la mostra-evento all’Armory Show di New York del 1913 che portava oltreoceano la pittura moderna europea. Ma nel volgere di poco più di una generazione dalla sua scomparsa, avvenuta nel 1925 a soli 40 anni, tempo le prime importanti retrospettive nel dopoguerra e la pubblicazione del suo catalogo ragionato, il suo nome è scivolato fra le note di pagina dei manuali e le sue opere sono state relegate nei magazzini dai musei che invece se le erano inizialmente contese. 104 · TM Novembre 2023

Per quanto rivoluzionarie, anche le avanguardie dimostrano di avere un loro canone: non riconducibile al radicalismo di Braque e Picasso se si esce dalla manciata di anni in cui in effetti si cimenta con il loro cubismo analitico, l’opera di Roger de La Fresnaye risulta difficilmente classificabile. Di un movimento in realtà già di per sé composito come il cubismo, sperimenta le diverse evoluzioni, dai prodromi della lezione geometrizzante di Cézanne, al cubismo sintetico di Juan Gris, all’orfismo di Delaunay con la sua felice apertura cromatica. Ma nemmeno basta parlare di cubismi al plurale nel caso di questo artista inafferrabile. L’iniziale formazione accademica tradizionalista all’École des Beaux-Arts di Parigi, poi l’introduzione a forme e colori della modernità mediata

dai nabis, sono altrettanti linguaggi che entrano in conto. Nell’attuale momento storico in cui il dibattito culturale torna a riaccendersi, ecco che fondamentale quanto l’attenzione tributata alla provenienza delle opere o alle questioni di inclusione, resta la capacità di portare uno sguardo critico anche su classificazioni troppo spesso passivamente acquisite e tramandate. Un impegno che si è assunto il Museo d’arte di Mendrisio che, nell’alternanza di mostre dedicate alla valorizzazione del patrimonio locale e di riscoperta di esponenti europei dell’arte del Novecento, ha svolto un importante lavoro di ricerca su Roger de La Fresnaye, coronato dalla mostra attualmente in corso, fino al prossimo 4 febbraio, la prima in Svizzera e in ambito culturale italiano. Non è stata unicamente la versatilità espressiva a penalizzare Roger de La Fresnaye, ma contro hanno giocato anche i suoi nobili natali: se come rampollo di una famiglia aristocratica ha il privilegio di potersi dedicare senza troppe preoccupazioni all’arte (benché l’ardire di farne più che un passatempo non fosse consueto), elegante, colto, con il suo fisico atletico, modi e guardaroba raffinati, non si integra mai completamente negli ambienti bohémien, pur prendendo parte attiva alle discussioni che animano la rivoluzione artistica dell’epoca, staccando anche in-


carichi organizzativi ai Salon. gersi al cavalletto: nature morte Altrettanto scomodo è risuldal cubismo raffinato, disegni tato, ex post, il nazionalismo in cui la rappresentazione della di alcune sue importanti opere sofferenza fisica viene elevata in cui glorifica icone patriota elemento artistico e introtiche come Giovanna D’Arco spettivo, o ancora una serie o imprese tecnologiche come enigmatica come quella dei La conquista dell’aria (1913), Palafrenieri, in cui riecheggia uno dei suoi dipinti più noti, la metafisica di De Chirico, a monumentale tela verticale incarnare la prospettiva arcaica che celebra i primi successi e intima di un uomo che sta dell’aeronautica francese in morendo, con il solo sollievo modo però del tutto originale del suo compagno Jean-Louis e anacronistico: nessun aereo, © Photo Alexandra Dautel Gampert. ma due uomini che giocano Certo, si potrebbe insinuare Alcune fasi dell’evoluzione di Roger a carte, seduti su sedie invisiche dimenticato Roger de La bili, e in cielo un puntino giallo che rap- de La Fresnaye nei primi anni Dieci, Fresnaye lo sia stato perché nella sua proquando esplora le sfacettature del presenta una mongolfiera, invenzione duzione manca l’iconicità del capolavoro appunto francese, ma di fine Settecento. cubismo. Sopra, Paysage de la Fertéfacilmente memorabile. In realtà, la forza In mostra a Mendrisio ne sono presenti sous-Jouarre (1911). e il significato della sua opera risiedono uno studio preparatorio e una proprio nello sviluppo comPhoto © Christie’s Image limited 2023 xilografia, mentre l’originale plessivo, dal quale emerge una resta confinato, ormai dal traiettoria singolare. 1996, nei depositi del MoMa Senza cadere nella tentazione che l’aveva acquistato nel di una compartimentazione 1947. Dal Centre Pompidou scolastica, ma seguendo un anproviene un’altra opera cedamento essenzialmente crolebrativa, Le Quatorze Juillet nologico che ripercorre le sta(1914), emblematica perché gioni della folgorante carriera rimasta incompiuta a causa dell’artista approfondendone i dello scoppio del primo condiversi nuclei tematici, l’alleflitto mondiale che segna uno stimento proposto dal Museo spartiacque nella vita dell’ard’arte di Mendrisio sa garantire tista, allontanandolo bruscail necessario sguardo, sia di inmente dalla pittura: figlio di sieme sia di dettaglio. Lungo un militare, seppur riformato il percorso viene inoltre dato per problemi polmonari, non spazio alla produzione plastica, può moralmente sottrarsi al anche se ristretta, e all’attività fronte, dove non resta che la carta a rac- Sopra, La vie conjugale (1912-13). di illustratore, di carattere non secondacogliere disegni e acquerelli dedicati ai Sotto, Le Quatorze Juillet (1914), rio, in sintonia con la natura di raffinato commilitoni. L’esposizione ai gas peg- opera che segna il brusco commiato intellettuale di questo artista. Una mostra giora le sue condizioni, lasciandogli in dell’artista dalla pittura che si arruola che apre a nuovi orizzonti critici, grazie eredità una grave forma di tubercolosi. lasciando incompiuto il suo quadro. al lavoro di ricerca che la precede e al La convalescenza nei paesaggi catalogo che riunisce contributi bucolici di Grasse si trasforma dei suoi massimi studiosi. Un’iin una lenta agonia, lontano niziativa applaudita anche dalle dalla vivacità della scena paistituzioni francesi, offrendo rigina, alleviata solo da rari l’occasione di colmare un’ormomenti di miglioramento in mai ingiustificata lacuna, tanto cui realizza lavori ambivalenti, che sulle cento opere esposte, muovendosi sul doppio regiben dieci provengono dal Censtro fra avanguardia e ritorno tre Pompidou, cui si uniscono al neoclassicismo, frutto di una altri importanti prestiti dai più necessità tanto estetica quando prestigiosi musei francesi e svizsimbolica per ripartire dopo il zeri tra dipinti, sculture, disegni disordine della guerra, che lo e importanti pubblicazioni oripreserva dal puro astrattismo. ginali e documenti. Quasi tutte queste opere sono su carta, impossibilitato a regSusanna Cattaneo Centre Pompidou, Donazione Germain Seligman, 1949 Novembre 2023 TM · 105


società /auto

L’auto come opera d’arte

Quali sono le tendenze e le tecnologie dirompenti che avranno il maggiore impatto sull’industria automobilistica, guardando anche al mercato svizzero, nel prossimo anno? Un punto di vista iconico…

I

l passaggio globale alle auto elettriche sta accendendo il futuro della mobilità. A confermarlo, anche i dati di uno studio condotto da Deloitte, nell’autunno 2022, intervistando oltre 26mila consumatori in 24 Paesi. Dati che rivelano le posizioni rispetto ad una serie di questioni critiche che influenzano il settore automobilistico, tra cui l’interesse dei consumatori per l’adozione di veicoli elettrici, la percezione del marchio e la diffusione di tecnologie avanzate. Il passaggio globale ai veicoli elettrificati sta avvenendo a velocità diverse a seconda dei singoli mercati. Nonostante i messaggi governativi sulla necessità di affrontare il cambiamento climatico, il passaggio ai veicoli elettrici da parte dei consumatori si basa principalmente su scelte orientate alla possibilità di ridurre significativamente i costi di gestione dei veicoli. Ad 106 · TM Novembre 2023

eccezione del Giappone, dove le caratteristiche del veicolo sono la forza trainante della scelta di un marchio, i consumatori decidono per un acquisto basandosi generalmente sulla percezione della qualità del prodotto. Secondo Auto Schweiz, dall’inizio del 2023, le nuove auto immatricolate sono 182.906; le elettriche (19,8%, +3,5 punti percentuali) e le ibride plug-in (8,9%, +0,5 punti percentuali) faranno la parte del leone sul mercato. Per le auto di lusso: stando ai dati diffusi da Auto Schweiz, per alcuni marchi, come per esempio Maserati, si sono registrati risultati molto interessanti: le aziende del lusso potrebbero aumentare le vendite nel 2023. Il rapporto tra la storica Casa automobilistica e la Svizzera è un rapporto «forte e di lunga data», esordisce Luca Delfino, a capo di Maserati Emea (la

regione comprendente Europa, Medio Oriente e Africa). «Il mercato svizzero, uno dei pochi in cui abbiamo un ufficio di rappresentanza nazionale, è per noi particolarmente importante. E proprio questi numeri delle vendite sono eloquenti e, più in generale, lo è la percentuale di penetrazione nel mercato. In Svizzera abbiamo un’ottima quota rispetto alla media e alla presenza globale. I buoni numeri e le buone prospettive sono a nostro avviso riconducibili alle specificità del cliente svizzero. Un cliente che si informa e che è, pertanto, molto preparato; un cliente che ha un forte legame con il marchio,

In alto, GranTurismo Folgore, la prima vettura nella storia di Maserati ad adottare un powertrain 100% elettrico a batteria.


sensibile alle prestazioni e all’esclusività. Due interessi che trovano corrispondenza nelle caratteristiche intrinseche del nostro marchio», aggiunge Delfino, che prosegue: «Spostando l’attenzione dal cliente alla vettura, possiamo senza dubbio affermare che a generare buoni numeri ha contribuito anche il recente lancio sul mercato di modelli che, in particolare il Suv Grecale, sono in grado di rispondere puntualmente alle esigenze del loro target». Con Germania e Austria, la Svizzera fa parte della regione Dach, nella quale si profila con varie peculiarità. «Questa regione presenta diversi ‘colori’», sintetizza Roland Staehler, alla guida delle attività di Maserati nella regione, «La Svizzera è molto ben posizionata e forte. La Germania è un mercato molto più competitivo: del resto è il mercato di origine di altri marchi automobilistici, ai quali i clienti sono fortemente legati. A Maserati è richiesto uno sforzo maggiore per avere successo in questo mercato. Mercato tuttavia irrinunciabile in quanto, molto più grande di quello svizzero, racchiude un grande potenziale. Per quanto riguarda poi il terzo mercato parte del gruppo, quello austriaco, la prospettiva a cortissimo termine è di una vera e propria svolta

pevolezza ambientale e alla necessità di ridurre l’inquinamento atmosferico. Oggi, il mercato delle auto elettriche propone un numero in costante crescita di modelli disponibili per i consumatori, con la conseguenza - anche - di una più fitta concorrenza che, tuttavia, contribuisce alla progressiva diminuzione dei costi delle auto stesse. Secondo un rapporto di BloombergNef, entro il 2027 i veicoli elettrici avranno un prezzo inferiore rispetto a quelli con motore a combustibili fossili. Stando alle previsioni, le auto elettriche rappresenteranno una quota significativa

Le immatricolazioni di nuove vetture negli ultimi tredici mesi Unità vendute 30k

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Fonte: Auto Schweiz

quando, nel 2024, lanceremo i nostri modelli completamente elettrici. L’Austria è infatti il primo mercato per quanto riguarda i Bev (veicoli completamente elettrici) e l’ingresso in tale mercato con i nostri nuovi modelli Bev è una prospettiva decisamente allettante», conclude Staehler. Negli ultimi anni, l’industria automobilistica si è impegnata sempre di più nello sviluppo di modelli di auto elettriche, in risposta all’aumentata consa-

del mercato automobilistico globale nei prossimi decenni. L’Europa si muove verso l’elettrico non senza polemiche, con la proposta di mettere definitivamente al bando a partire dal 2035 la vendita di nuovi veicoli leggeri a motore termico. «ll 2024 porta con sé anche un cambio di strategia», nota Luca Delfino, «Certamente, il lancio tra qualche mese di una nuova motorizzazione apre nuove possibilità. Nel primo

Sopra, a sinistra, Luca Delfino, a capo di Maserati Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) e, a destra, Roland Staehler, il nuovo managing director alla guida delle attività di Maserati nella regione Dach - Germania, Austria e Svizzera.

quarter del prossimo anno, sarà lanciata la Grecale completamente elettrica, un’auto capace di generare volumi. E poi sarà la volta della GranTurismo, che segna un nuovo capitolo in una storia nata 75 anni fa, con la Maserati A6 1500», prosegue Delfino. Iconica tra i modelli, dal 2007 e poi dopo il suo aggiornamento nel 2022: «La nuova GranTurismo Folgore è la prima vettura nella storia di Maserati ad adottare un powertrain 100% elettrico a batteria. Il sistema Folgore si basa sulla tecnologia 800V ed è stato sviluppato con soluzioni tecniche all’avanguardia derivate dalla Formula E. Offre prestazioni superlative, unite al comfort e all’eleganza tipici del Tridente, rese possibili dai tre potenti motori a magneti permanenti da 300 kW», prosegue il Manager. Sviluppata presso il Maserati Innovation Lab, la GranTurismo è il risultato di un progetto innovativo che fa ampio uso di materiali leggeri come l’alluminio e il magnesio, insieme all’acciaio ad alte prestazioni. «Questo approccio multi-materiale ha richiesto la creazione di nuovi processi produttivi, che hanno permesso di raggiungere i livelli di peso migliori della categoria», precisa Luca Delfino, aggiungendo: «Una delle caratteristiche principali della GranTurismo è la nuova architettura elettrica/elettronica Atlantis High, basata su messaggi canFD inviati Novembre 2023 TM · 107


A sinistra, GranTurismo Trofeo e, in basso, GranTurismo Folgore; il sistema Folgore si basa sulla tecnologia 800V ed è stato sviluppato con soluzioni tecniche all’avanguardia derivate dalla Formula E.

a velocità fino a 2 ms. Il sistema è inoltre dotato di funzioni avanzate di cyber-security di livello 5 e di flash-over-the-air. Il fulcro è il controller principale Vehicle Domain Control Module (Vdcm), con un software, progettato al 100% da Maserati, che fornisce un controllo a 360° di tutti i sistemi più importanti della vettura, per la migliore esperienza di guida in tutte le condizioni». La novità elettrica dettata dalla GranTurismo Folgore è importante; ancora di più pensando alla decisiva scadenza del 2035. «Abbiamo iniziato con le versioni mild hybrid della Ghibli e della Levante e, come anticipato poc’anzi, siamo prossimi al lancio delle versioni full electric della Grecale e della GranTurismo. Passo dopo passo, continueremo l’elettrificazione in modo che, entro il 2025, tutti i modelli Maserati saranno disponibili anche in versione completamente elettrica

e, entro il 2030, l’intera gamma Maserati funzionerà solo con l’elettricità. Tra i punti di forza dell’auto Maserati c’è il suo eccezionale motore. Dopo lo storico V8, è stata la volta del motore V6 Nettuno: «È un motore incredibilmente potente, con 630 Cv per 3 litri. Si tratta quindi di una potenza specifica di 120 Cv per litro, molto elevata nel settore. È una tecnologia brevettata da Maserati, che resta l’unica Casa a poterla costruire; deriva dalla tecnologia della Formula 1. Si tratta di un’applicazione per prestazioni estremamente elevate. «Abbiamo realizzato un V6 speciale e questo è anche il motivo per cui lo abbiamo chiamato Nettuno. Non è comune dare un nome ai motori. Ma questo motore è così particolare da meritarsene uno e, ovviamente, deriva dalle nostre origini. È il nostro modo di mantenere le prestazioni nell’ambiente Ice (motore a combustione interna)».

Tuttavia, Maserati non è solo soluzioni tecniche eccezionali, ma anche approcci personalizzati per ogni modello, al fine di fornire ad ogni cliente l’auto dei suoi sogni. Il programma di personalizzazione si chiama ‘Fuoriserie’. E personalizzare le vetture per soddisfare le richieste dei clienti più esigenti diventa un’avventura sempre nuova e diversa: «Maserati, alle sue origini, produceva solo auto personalizzate. Si realizzavano auto, ad esempio, per re e regine di diverse nazioni, e anche le cosiddette ‘one-off-cars’. Fa parte del nostro dna. L’azienda nel tempo è cresciuta e non possiamo pertanto prescindere dall’avere una produzione standard, senza tuttavia dimenticare il ‘tailor made’. Per questo motivo, abbiamo lanciato il programma ‘Fuoriserie’, una produzione - appunto - ‘Fuori serie’, vale a dire extra-ordinaria. Si tratta di un programma che permette al consumatore di personalizzare l’auto fin nei minimi dettagli. Abbiamo un catalogo specifico dal quale i nostri clienti possono trarre ispirazione. Possiamo naturalmente spingerci oltre. Grazie al lavoro dei designer del nostro centro di progettazione siamo in grado di soddisfare richieste ad hoc, realizzando specifici desideri di personalizzazione. È capitato, per esempio, che un cliente avesse la predilezione per un famoso pittore e noi abbiamo realizzato una Maserati con lo stesso stile del pittore. Così, l’auto sembra un’opera d’arte». Il primo, nuovissimo, concept store svizzero, inaugurato il 2 novembre a Zurigo, arriva proprio quando il fatturato in Svizzera del marchio italiano del lusso registra una crescita costante e la Casa si accinge all’attesissimo lancio della gamma Folgore 100% elettrica. La nuova sede nel cuore di Zurigo, che si distingue per l’ambiente accogliente e contemporaneo, incarna l’attenzione del brand nei confronti di innovazione, lusso e un’esperienza indimenticabile per il cliente. Secondo tradizione. Simona Manzione

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società/auto

Quaranta anteprime per le quattro ruote La 36esima edizione Auto Zürich, dal 2 al 5 novembre, ha schierato ben 60 marchi, che ne fanno non solo il più grande evento automobilistico in Svizzera, ma anche il Salone dell’auto con la maggiore varietà in Europa. Una quarantina le anteprime e oltre 63mila visitatori, un assoluto record. Promettenti prospettive per un settore che ha iniziato a riprendere velocità.

BMW X2

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el mese di ottobre il mercato dell’auto svizzero con 20.355 vetture vendute ha segnato un risultato assai positivo che si rispecchia in un +18,4% rispetto al medesimo mese del 2022. Segno di una situazione economica robusta malgrado le prospettive congiunturali poco positive per quest’anno e il prossimo. In quanto alle immatricolazioni delle utilitarie si è ormai tornati a livelli prepandemia, mentre per i veicoli di trasporto passeggeri e i camper addirittura si gira al di sopra delle cifre del 2019. Per le auto invece, con 203.261 nuove immatricolazioni, l’aumento cumulato nei primi 10 mesi è del 13,1 %, ancora in leggero ritardo, ma sulla giusta strada.

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MINI Countryman


Auto Zürich ha presentato diversi nuovi modelli che potrebbero dare un’ulteriore spinta. L’attenzione raccolta, attirando ben 63mila visitatori, un record assoluto, e 60 marchi che lo qualificano come il Salone automobilistico più attrattivo di Europa per i protagonisti stessi dell’industria, dimostrano da un lato il momento promettente per la ripresa del settore, dall’altro che, anche nell’era digitale, le fiere reali che soddisfano le esigenze degli espositori e del pubblico, con contenuti di qualità e un’organizzazione efficiente, hanno il loro posto, contraddicendo la presunta tendenza del declino del format dei saloni dell’auto. Soprattutto si denota grande l’interesse per la mobilità del futuro, tanto da parte del pubblico quanto dell’industria automobilistica, che con i suoi nuovi modelli conferma la volontà avanzare in direzione di un’auto sostenibile e digitale, e di avere la forza innovativa per rendere la trasformazione un successo. In quanto alle numerose anteprime esposte, ecco le principali novità. Tra gli highlight della Casa degli anelli l’elettrizzante Audi SQ8 E-Tron con triplo motore elettrico da ben 503 cavalli e 973 Nm che promette anche una ricarica superveloce, dal 10 al 80% in 31 minuti. In anteprima europea, Bmw ha presentato la X2 di seconda generazione, Suv compatto con perfetto equilibrio tra lusso, performance e versatilità, dal design grintoso con linee marcate e atletiche. Completamente elettrica invece, al suo debutto in Svizzera, la Bmw i5 M60 xDrive con 601 Cv e 795 Nm che promettono un’accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 3,8

Toyota C-HR

Volkswagen Tiguan

Volkswagen ID7 secondi assieme a una velocissima ricarica dal 10 al 80% in soli 30 minuti. Molto elettrizzante anche la nuova Mini Cooper electric e, in anteprima svizzera, la terza generazione della Mini Countryman che oltre a motori elettrificati offre anche una versione completamente elettrica.

Première svizzera anche per la Ferrari Roma Spider lunga quasi 4 metri e 70 che reinterpreta lo stile degli anni ’50 e ’60 ma con motore V8 4.0 Biturbo da 620 Cv e tettuccio che si apre fino a 60 km/h. Sullo Stand di Abarth, Alfa Romeo e Fiat invece val la pena dare un’occhiata alla Abarth 500e, tra gli highlight esposti. In anteprima svizzera la nuovissima Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio con nuovo look ancora più grintoso e ben 520 cavalli, mentre l’elettrizzante Fiat 600e lunga 4 metri e 18 è un crossover compatto elettrico e compagno di avventura ideale, carico di stile, tecnologia e spirito libero, con oltre 400 km di autonomia. Dalla Germania, la nuova Mercedes Classe E di sesta generazione con ricca scelta di motori benzina e diesel elettrificati e versioni Plug-in hybrid con un centinaio di chilometri in pura modalità elettrica. Anteprima europea invece per la terza generazione della Volkswagen Tiguan che mondialmente da anni è uno tra i modelli più venduti e quindi davvero importante Novembre 2023 TM · 111


Lexus LBX

per il Gruppo. Elettrizzante debutto europeo anche per la ID 7, prima limousine Volkswagen di classe media completamente elettrica. Dalla Svezia, la EX30 la Volvo ha portato il modello elettrico più piccolo della sua gamma e il più scattante di tutti i tempi, mentre sempre svedese l’anteprima svizzera della Polestar 3 da 489 o 517 Cv e 910 Nm con accelerazione 0-100 km/h in 5 secondi per la prima e 4,7 secondi per la seconda. La coreana Kia ha presentato il EV9 Maxi Suv con oltre 500 km di autonomia, dimensioni importanti e uno stile deciso e squadrato a trazione posteriore con motore elettrico 204 Cv o integrale con due motori da 385 Cv. È il primo modello della gamma con tecnologia V2G che permette un flusso bidirezionale dell’energia che può accumulare o ridare alla rete. L’interno offre sei posti con sedili centrali girevoli oppure sette con due

Cupra Tavascan

un secondo motore elettrico sull’assale posteriore. Assai più grande e progettata per Vip e dirigenti aziendali invece la monovolume Lexus LM 350h è chiaramente incentrata sui viaggi di lusso con sontuosi sedili in pelle e interni con un’atmosfera davvero esclusiva. Offre una trasmissione ibrida di nuova generazione con unità termica 2.5 litri e due motori elettrici della Rx con 250 Cv. Dalla Spagna invece in anteprima svizzera la Cupra Tavascan, secondo modello

panchine e offre ampio spazio ai passeggeri grazie al passo di oltre 3 metri. Altra anteprima svizzera per la seconda generazione della Toyota C-HR, che aggiunge Lexus LM 350h l’ibrido plug-in alle motorizzazioni e per la prima volta anche la trazione interale. Lexus ha portato la nuova Lbx, la più piccola Lexus di tutti i tempi ma con medesimo livello di comfort e tecnologia dei suoi modelli di categoria superiore, naturalmente con motore full hybrid. Progettata in Europa per l’Europa Lexus entra a gamba tesa in uno dei segmenti più popolari con questo crossover compatto di 419 cm 100% elettrico del marchio e con forma per aumentare la sua diffusione sui nostri di Suv Coupé proposta in due versioni, mercati. Dotato di motore full hybrid è con motore singolo da 286 Cv a trazione disponibile anche a trazione integrale con posteriore oppure VZ 4x4 con doppio motore e 340 cavalli, la prima con 550 km di autonomia che diventano 520 per la versione integrale. Si distingue per uno stile assai aggressivo e molto personale, concepito per fare breccia tra i giovani. Debutto svizzero anche per la Skoda Kodiaq di seconda generazione con la versione top di gamma Sportline, che spicca per aspetto deciso, nuove funzionalità innovative e ancora più spazio e esterni con i primi elementi del nuovo linguaggio stilistico Modern Solid. I motori disponibili per la Svizzera sprigionano una potenza tra 193 e 204 cavalli, compresa una versione Plug-In Hybrid con oltre 100 chilometri di autonomia elettrica. Claus Winterhalter

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