Come vincere gli attacchi di panico

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COME VINCERE GLI ATTACCHI DI PANICO

Il panico non è un nemico che vuole farci del male, ma un amico che viene per invitarci ad avere cura di noi stessi. Nel libro troverete i consigli e gli esercizi utili per far sì che la crisi diventi un mezzo di crescita. In più i rimedi naturali e i cibi più adatti per prevenire e alleviare i sintomi fisici del panico.

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Comincia con un senso di agitazione che colpisce senza motivo e all’improvviso; il cuore batte forte, il respiro si fa affannoso, ci prende la paura di un rischio imminente: così si manifesta l’attacco di panico. La prima reazione è di combatterlo, ma lottare è la cosa più sbagliata; quando si avverte la crisi in arrivo non bisogna cercare di opporsi, ma cedere e assecondarne il flusso.

COME VINCERE GLI ATTACCHI DI PANICO

VENGONO DAL PROFONDO PER RICORDARTI LA TUA UNICITÀ E I TUOI TALENTI Il panico ci chiede di prenderci cura di noi stessi. Così guarisce per sempre

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COME VINCERE GLI ATTACCHI DI PANICO VENGONO DAL PROFONDO PER RICORDARTI LA TUA UNICITÀ E I TUOI TALENTI

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Come vincere gli attacchi di panico Editing: Giuseppe Maffeis Grafica di copertina: Roberta Marcante Immagine di copertina: Alberto Ruggieri Foto: 123rf, Fotolia © 2015 Edizioni Riza S.p.A. via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it Tutti i diritti riservati. Questo libro è protetto da copyright ©. Nessuna parte di esso può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore.

Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono a scopo informativo e divulgativo: pertanto non intendono sostituire, in alcun caso, il consiglio del medico di fiducia.


SOMMARIO

CAPITOLO 1

Come e perché si presenta l’attacco di panico.................................... 7 CAPITOLO 2

Il senso profondo e l’identikit di chi è a rischio .............. 33 CAPITOLO 3

Consigli e tecniche per riuscire a placare la mente ...........57 CAPITOLO 4

I rimedi “verdi” più efficaci contro il panico ..................................... 105 CAPITOLO 5

L’alimentazione più adatta per rilassarti........................................... 139



CAPITOLO 1

Come e perché si presenta l’attacco di panico Il panico è un insieme di sintomi fisici che sembrano nascere all’improvviso spiazzando chi viene colpito: ecco le origini fisiologiche, i disturbi che genera e le soluzioni riconosciute dalla medicina allopatica.


Capitolo 1

Una prima analisi del disturbo

L’

attacco di panico è uno dei disturbi più rappresentativi della modernità. Interessa migliaia di persone, di ogni età e professione. Chi ne viene colpito la prima volta, spesso, tende a fraintendere ciò che sta accadendo, perché gli attacchi di panico sono tanto sconvolgenti da indurre un disorientamento psicologico, molto profondo, in chi li subisce. Anche le crisi d’ansia vengono “confuse” con altri disturbi e curate senza una ricerca specifica della loro origine. La medicina “liquida” questo disturbo come una “forma ansiosa”, senza riuscire però a conoscerne a fondo i meccanismi e soprattutto senza comprendere appieno l’impatto così totale che un attacco di panico può avere su chi ne soffre. Questo limite della medicina si riflette anche sulle pratiche cliniche, dato che ancora non esiste una cura specifica per gli attacchi di panico. L’attacco di panico a volte però può non rappresentare un reale disturbo. È il caso, per esempio, di tutte quelle reazioni che si producono in seguito a eventi ben definiti, che implicano un cambiamento emotivo profondo, come ad esempio una trasformazione nella vita affettiva: separazioni, lutti, licenziamenti… In tali situazioni, secondo la medicina, gli attacchi di panico sono una rispo8


Come e perché si presenta l’attacco di panico

sta fisiologica “normale” dell’organismo che non riesce a gestire lo stress a cui è sottoposto. Inoltre gli attacchi di panico non devono essere confusi con le crisi di ansia e di angoscia scatenate da certe situazioni o determinate attività. Appartengono a questo ambito le fobie, cioè le forme d’ansia che sono connesse a certe attività come il camminare in strada (agorafobia) o lo stare dentro luoghi angusti (claustrofobia).

Usiamo le parole giuste Le parole “panico” e “paura” indicano due situazioni notevolmente diverse tra loro. Il panico può essere considerato una sorta di “inganno” che il cervello tende a se stesso: si azionano tutti i meccanismi di allarme che possiede il nostro organismo, eppure non c’è nessun pericolo effettivo. La paura, invece, è un’emozione che risponde a una situazione reale, che mette seriamente a rischio la nostra sicurezza e la nostra incolumità. Spesso la confusione tra questi due concetti provoca un grosso equivoco nei confronti di chi soffre di attacchi di panico, a cui viene chiesto: “Ma di che cosa hai paura?”. Niente di più sbagliato, perché chi soffre di panico non ha una paura specifica.

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Capitolo 1

L’ORIGINE del disturbo profondo In medicina ci si riferisce agli attacchi di panico usando la sigla DAP (disturbo da attacchi di panico). L’origine della parola “panico”, però, è ben più antica e risale ai greci, e più precisamente al dio Pan, lo spirito di tutte le creature naturali. Si racconta che Pan si arrabbiasse terribilmente con chi lo disturbava, emettendo delle urla terrificanti che spaventavano i viandanti. In greco antico, tuttavia, la parola “pan” significa anche “tutto”. Ecco perché il dio Pan era rappresentato mezzo uomo e mezzo animale, a personificare un’idea di totalità che

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Come e perché si presenta l’attacco di panico

unisce il lato animale con quello umano e divino. Ciò spiega perché questo termine possa avere un’accezione positiva: il panico era considerato un breve momento in cui ci si rapportava al mondo in maniera più profonda, vera e “totale”.

IL QUADRO ORGANICO: il cortocircuito dell’organismo Il nostro cervello si compone di varie parti che si sono sviluppate in differenti periodi evolutivi. Il cervello dei primi esseri umani, il paleoencefalo, funzionava attraverso reazioni emotive legate alla sopravvivenza. In epoche più recenti, invece, si è formata la corteccia cerebrale, che seleziona gli innumerevoli stimoli che ci giungono dall’esterno. Ciò ha ridotto l’attività del paleoencefalo: le uniche occasioni in cui lo utilizziamo ancora sono le situazioni di pericolo, quando lo stimolo è troppo rapido perché la corteccia riesca a bloccarlo e quelle in cui il nostro organismo richiede una risposta istintiva e non “ragionata”. L’attacco di panico non è altro che questo: un’improvvisa e inspiegabile attivazione del paleoencefalo. Ciò spiega anche i sintomi fisiologici del panico, come tachicardia, mancanza di respiro e affanno: la parte istintiva del nostro cervello libera le energie di riserva per affrontare un pericolo (l’attacco di panico appunto), ma in realtà il pericolo non è reale, non esiste, e l’organismo intero va in tilt. 11


Capitolo 1

Un comportamento diverso L’attacco di panico si manifesta quasi sempre con le stesse modalità e attraverso gli stessi sintomi fisici. Ciò rassicura il paziente, che impara a “riconoscere” i propri sintomi e a non spaventarsi al loro insorgere. Alcune volte, tuttavia, l’attacco può subdolamente manifestarsi in maniera inconsueta, diversa dal normale. A quel punto il paziente, terrorizzato, si sente in pericolo, convinto di essere affetto da una nuova e terribile patologia. Questo spiega come mai chi soffre di attacchi di panico si rechi così spesso al pronto soccorso.

Il soffocamento parte dal cervello La sensazione di soffocamento che caratterizza gran parte degli attacchi di panico è provocata da uno stato di attivazione del tronco dell’encefalo, un’area del cervello che regola il battito cardiaco e la respirazione.

Se si interviene con la chimica Quando si cerca di intervenire chimicamente contro l’attacco di panico si utilizza con maggiore frequenza l’alprazolam, che rinforza l’azione del neurotrasmettitore GABA e in questo modo fa diminuire l’eccitabilità dei neuroni e favorisce il rilassamento muscolare. Molto spesso però la reazione organica all’intervento farmacologico è quella di “congelamento” dei sintomi: apparentemente la manifestazione dell’attacco sembra placata ma dal punto di vista organico il processo viene soltanto “rimandato”. 12


Come e perché si presenta l’attacco di panico

Così il successivo attacco spesso avviene con un’intensità ancora maggiore rispetto al precedente, che era stato “soffocato” chimicamente.

La popolazione femminile è più colpita Le donne sono le più colpite dagli attacchi di panico, a causa di una maggiore predisposizione genetica e anche di un più complesso sistema ormonale. Ma intervengono anche motivazioni sociali. Se è vero che l’assetto neurologico femminile è più ricettivo rispetto a quello maschile, anche l’ambiente sociale (famiglia e lavoro prima di tutto) in cui la popolazione femminile si muove è tale da dare un carico di pressioni maggiore. Così le dimensioni psichica e organica si caricano di forti tensioni che spesso trovano uno sfogo nell’attacco di panico.

Il legame con l’ipertensione L’attacco di panico può simulare delle vere e proprie crisi ipertensive a causa di forti oscillazioni della pressione arteriosa. In questo caso è necessario sovrapporre le due terapie, quella contro gli attacchi di panico e quella contro l’ipertensione. Un altro disturbo cronico comune nei soggetti affetti da disturbo di panico è la cefalea, di tipo sia tensivo che emicranico.

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Capitolo 1

SINTOMI E CARATTERISTICHE: ci toglie l’aria dai polmoni Gli attacchi di panico sono episodi di paura improvvisa e intensa, accompagnati da sintomi somatici, come palpitazioni, sudorazione improvvisa, tremore, dolore al petto, brividi e vampate. Già dopo il primo episodio, la paura di un nuovo attacco diventa incontrollabile e dominante. È in questo modo, infatti, che il singolo attacco sfocia in un vero e proprio disturbo da panico: si soffre più per “paura della paura” che per altri motivi fisiologici. La persona si trova intrappolata in un circolo vizioso che le fa evitare tutti i luoghi e le situazioni dai quali sarebbe difficile allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile un aiuto nel caso di un attacco di panico. Per chi soffre di attacco di panico diventa difficoltoso uscire di casa da soli, viaggiare in treno, in autobus o guidare l’auto, stare in mezzo alla folla… Per diagnosticare un “disturbo da panico” è necessario che si alternino numerosi episodi, seguiti da almeno un mese di preoccupazione persistente di avere un nuovo attacco. Il problema principale di fronte a cui si trovano i medici è quello di riuscire a diagnosticare con precisione un disturbo da attacchi di panico, distinguendolo dalle altre patologie di origine ansiosa, che hanno sintomi simili.

Quella paura di morire È forse il sintomo principe della crisi: non ha caratteristiche precise ma interessa tutto il corpo. In generale tutti i sintomi degli attacchi di panico con14


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corrono a un’unica sensazione: quella di poter morire da un momento all’altro. Le manifestazioni di questo disturbo, infatti, raggiungono una tale intensità da far credere a chi ne è colpito di essere affetto da una grave patologia, come un ictus, un’embolia polmonare o un infarto cardiaco. Oltre a difficoltà a respirare e tachicardia si avverte un’impossibilità di muoversi e forti dolori allo stomaco. Ciò spiega le frequenti visite al pronto soccorso durante le crisi di panico.

I “biglietti da visita” della crisi Potremmo definire gli attacchi di panico come una manifestazione inattesa di ansia intollerabile, che si accompagna a sintomi fisici neurovegetativi e ad un vissuto psicologico di terrore e morte imminente. I sintomi? Palpitazioni, tremore, nausea, vertigini e sensazione di soffocamento, oltre alla paura di perdere totalmente il controllo sui propri pensieri e sulle proprie azioni. Al suo apparire l’attacco di panico viene spesso confuso con un attacco cardiaco, dato che i sintomi sono molto simili a quest’ultimo. Vediamo quali sono i sintomi più significativi. Tachicardia e “scompensi” cardiaci - Si percepisce il

proprio cuore battere con troppa fretta o troppa forza a livello di torace, gola o collo. Il metodo per capire se la tachicardia è indice di un attacco di panico in arrivo consiste nello sdraiarsi e nel mettersi a riposo: se le palpitazioni continuano anche in tale situazione allora significa che non sono causate da 15


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