Fidati di te

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Anche gli imprevisti e gli eventi inattesi, che riteniamo dei fastidi, servono invece a condurci sulla nostra vera strada e spesso si trasformano nelle svolte più felici della nostra vita. Dentro ognuno di noi c’è una saggezza innata, se la assecondiamo ci guiderà a vincere ansie, paure e pensieri inutili.

Edizioni Riza - Via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it

RIZA

Fidati di te!

A chi accetta il proprio carattere così com’è, l’anima fa i regali più grandi: trova gli amori giusti, il lavoro più adatto, lo porta a realizzare i suoi talenti e a vivere al meglio la vita. “Fidati di te” vuol dire: guarda che dentro di te c’è un tesoro nascosto e solo tuo. Invece quasi sempre vogliamo assomigliare a tutti gli altri, diventare uguali ai modelli che ci hanno fatto entrare in testa. I disagi che sentiamo sono lì per ricordarci che ognuno di noi è diverso.

RIZA

Tutti hanno in mente una definizione per se stessi. Tutti pensano di sapere chi sono e come sono, e naturalmente... non si vanno bene, non si accettano. Questi pensieri stancano l’anima e ci rendono infelici e insoddisfatti. Noi non dobbiamo giudicare le nostre tendenze, ma accoglierle, sentire la loro presenza, senza commentare, senza cercare di cambiare.

RAFFAELE MORELLI

RIZA

RAFFAELE MORELLI

Fidati di te! In ognuno di noi c’è un tesoro: la nostra unicità. È lei che ci cura e allontana i disagi


Fidati di te! Le pagine più belle scritte da Raffaele Morelli per gli editoriali di Riza psicosomatica Grafica di copertina: Roberta Marcante © 2014 Edizioni Riza S.p.A. via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it Tutti i diritti riservati. Questo libro è protetto da copyright ©. Nessuna parte di esso può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore.


RAFFAELE MORELLI

Fidati di te! RIZA


INDICE PREFAZIONE

Se realizzi te stesso sei al centro dell’universo ......................... 7 • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

Il tuo carattere ha sempre ragione ........................................... 13 Butta via l’orologio: l’Anima non ha il senso del tempo ........ 18 Un’Immagine Guida è in te e sa dove condurti .................... 22 È sempre una fortuna ciò che non ti aspetti .......................... 26 Smetti di interrogarti sulla tua identità .............................. 29 La vita fa più luce verso il tramonto ................................... 33 Il tram della vita si chiama desiderio................................... 37 Goditi la vita, i cambiamenti giusti verranno da soli ........... 43 Quello che cerchi è già dentro di te ....................................... 47 I tuoi bruchi diventeranno farfalle ...................................... 52 Il tuo lato segreto è il vero farmaco ...................................... 56 Il fuoco della vita è acceso dentro di noi................................ 60 Niente pastiglie: lasciati curare dalla tua Anima .................. 65 La prima regola per vivere bene .......................................... 69 Le parole “fecondano” il nostro cervello ................................ 73 Solo la tua bussola sa dove portarti ....................................... 76 In te c’è un tesoro che vince tutti i disagi .............................. 80 La tua essenza è scritta sul volto ........................................... 85 Il rimpianto è un nemico dell’Anima ................................... 89 La tua unicità è la cura che ti guarisce ................................. 94 Segui il tuo Navigatore interno e vivi a fari accesi ............... 99 Lo “sconosciuto” che è in te è la tua vera risorsa ................... 103


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Dal vuoto nasce “l’azione guida” che ti guarisce ................. 107 Ama i tuoi difetti e diventi speciale ................................... 111 Sii naturale e le tue radici ti porteranno alla meta.............. 116 Mai combattere le proprie paure ....................................... 119 Lascia che una fata agisca al posto tuo ............................... 123 Vuoi rifiorire? Ascolta il silenzio........................................ 127 Affidati alla forza del germoglio........................................ 130 Con una pillola “spengono” l’Anima ..................................... 134 La tua natura autentica sa come farti star bene.................. 138 È nei tuoi sogni la chiave che apre tutte le porte ................. 142 Le immagini sono i farmaci dell’Anima ............................ 146 Le soluzioni arrivano se non ti aspetti nulla ....................... 150 Il segreto della felicità ........................................................ 155



PREFAZIONE

Se realizzi te stesso sei al centro dell’universo

H

o sempre pensato che in ognuno di noi esista una capacità cosmica di realizzare la sua unicità. I due termini sembrano essere in contraddizione: come può l’Unico essere il Tutto? La risposta è nella fioritura… Fiorisce la rosa o sta fiorendo il mondo? E la rosa è solo un oggetto oppure un’intera cosmologia? Ci avevano avvisato i vecchi chassidici, con una frase illuminante sull’importanza dell’unicità: «Se nell’Universo c’è un altro come te, tanto vale che tu non ci sia». Eppure Hashem, il creatore, è anche il signore dei Volti, del tuo Volto e del Volto di tutta l’umanità intera. Dunque unicità e universo sono insieme nella nostra singolarità. Il filosofo Heidegger rifletteva sulle parole del mistico Silesius, che scrisse: «La rosa è senza perché, fiorisce perché fiorisce, non bada a se stessa, non chiede di essere guardata». Tutto nell’universo sembra ragionare come il seme, con la sua semplicità. Ma Jung dirà: «come è difficile essere semplici!». 7


Lo scopre proprio quando la sua vita sta raggiungendo il suo punto più alto, il tramonto. Lo sguardo del tramonto sa cose che la giovinezza e la maturità non vedono. Ci vuole uno sguardo eccentrico, come avrebbe poi detto Hillman, per riuscire a farlo: lo sguardo dei vecchi che vedono in un’altra prospettiva, dove le cose sono sempre più percepite come sono realmente, senza i pensieri che le fanno deviare dalla loro strada, dal loro essere sdraiate nel reale.

La rosa fa la rosa senza un perché Le cose sono come sono: come la rosa non è dotata di perché. Riposa in se stessa… e fiorisce quando fiorisce. Piace tanto la frase di Silesius, perché ci dice che le spiegazioni, i perché, i ragionamenti sono lontani dalla rosa e dalla “sua azione”, che è la fioritura… Qui comincia il grande mistero: c’è un’azione nascosta nei semi, non solo quella della loro specificità, per cui una ghianda può essere solo una quercia. La ghianda, come tutti i semi, chiama l’Unicità: vive per fare la quercia, dotata com’è di un’azione innata che sa fare l’albero, il “suo” albero. Se la rosa è una rosa senza un perché, le domande allora sono bandite dal piano dell’essere. Come psicoterapeuta, come psichiatra, ho imparato a non dare mai spiegazioni agli attacchi di panico, all’ansia, alla depressione. Ne constato la presenza, non voglio sapere la causa: il seme è la causa della rosa, o meglio la rosa si auto-estrae dal seme, da quel se stesso che è già. Il seme è nello stesso tempo la foglia, i rami, le spine, le radici, i germogli, i fiori: è tutta la pianta in uno spazio dove non ci sono perché, dove non c’è il tempo. 8


La ghianda è la quercia, in uno spazio nascosto, come il cervello celato e protetto nel cranio, in un tabernacolo dove, senza perché, le cose avvengono da sé. Le cose che avvengono da sé sono il perno del mio modo di concepire la psicoterapia. Fa forse fatica la rosa a fiorire? E perché tu dovresti far fatica per stare bene, per guarire? Nessuna fatica per essere se stessi ovviamente… Senza perché la rosa fiorisce e non sbaglia mai: il suo seme fa, tra l’altro, anche il suo fiore… L’Unicità è l’unica possibilità per la rosa, ancor di più per l’uomo. Forse viviamo per riconoscerci, per trovare nel nostro volto l’essere unico che già siamo. Che sciocchezza pensare che vi sia un meccanismo terapeutico comune, valido per tutti! Come l’educazione che vuole applicare “esercizi identici” per bambini molto diversi fra loro, per quelli che amano l’introversione, così come per quelli estroversi, che vivono nella luce e che temono il buio.

Che piantà è? Mi chiedo di ogni paziente Che pianta è? Questo mi domando per ciascuna persona che vedo nel mio studio. Non mi chiedo mai - ora l’ho imparato quale trauma ha subito. Una pianta con le spine come il pungitopo detesta essere toccata, non come l’oleandro che ha petali che cercano il contatto, che vogliono essere accarezzati, o sentire il naso che si inebria quando li annusa. I contadini sanno più cose delle loro piante che gli psichiatri dei loro pazienti: conoscono i semi e vedono già molto prima l’albero che verrà. I disturbi dei nostri pazienti sono spesso semi che preparano il loro percorso… 9


Nessuna visione del mondo omologata può servire alla rosa per riconoscersi come una rosa e la rugiada che bagna il fiore il mattino piace alla rosa, ma è detestata dall’ibiscus. Per “fare” la rosa ci vuole un sapere innato: così per ciascuno di noi. “Fiorisce perché fiorisce”: forse con queste parole Silesius vuol dirci che i semi hanno azioni invisibili, azioni che creano noi stessi, che vengono dalla Notte dei Tempi. Forse di Notte, quando non sappiamo di esistere, quando danzano le Immagini dei Sogni, siamo vicinissimi a “quella cosa che fiorisce senza perché”. Forse per questo la Rosa non bada a se stessa: fiorire non dipende da te, ma da uno sguardo che si assenta dall’Io, dal protagonista che credi di essere.

Ognuno alla propria stagione fiorisce La rosa fiorisce come ogni pianta… fiorisce perché fiorisce, ma fiorisce. Ognuno alla sua stagione fiorisce… Per questo mi preoccupo per le persone che vengono da me e che rimangono frutti acerbi, o che si impediscono di annaffiare il loro albero, o che rinunciano senza saperlo alla luce: quale pianta se non nutrita potrebbe sopravvivere? Così succede all’anima! Lo psichiatra è come un contadino: ha il compito di seminare, il resto viene da sé. Ho sempre pensato che i disturbi fossero parole del Seme, non traumi da collegare alla storia. Qualsiasi famiglia, incontri, accidenti siano capitati la rosa è la rosa. La vera malattia è dimenticarsene… Jung diceva che una tigre vegetariana è una pessima tigre. Un concetto difficile da capire in un mondo che funziona solamente per slogan. 10


E i disturbi? I disagi? Sono degli stati che annunciano il parto della rosa? O sono opposizioni al suo fiorire? Non ho mai visto un attacco di panico che non fosse un autosoffocamento… il tentativo di una mentalità comune di soffocare un’autenticità. L’unicità, la specificità della rosa è più forte della sua esistenza… Fidarsi di sé è accogliere quel buio, quel silenzio interiore, quel Vuoto, quell’estraneità che porta al cammino individuale che spetta a ciascuno di noi. Sapendo però che, quando un fiore fiorisce, sta fiorendo il mondo intero. Realizzare se stessi è essere al centro dell’universo.

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Fidati di te!

Il tuo carattere ha sempre ragione È fatto su misura. E se la vita non risponde alle tue attese è sbagliato forzarlo per tentare di “rimettere le cose a posto”. È più salutare riconoscerlo e accettarlo

Qualche giorno fa, a ognuno dei partecipanti al gruppo di psicoterapia del giovedì, ho chiesto di chiudere gli occhi. Ho fatto fare un esercizio semplice, che si può ripetere facilmente da soli. A ciascuno ho chiesto di concentrarsi sulla causa della propria insoddisfazione, dell’infelicità della propria vita. Non ho domandato di raccontarla, ma semplicemente di vederla, di guardarla. In pochi secondi tutti avevano la risposta: vale a dire, ogni persona del gruppo sapeva che cosa non andava bene nella sua vita e quale fosse il motivo che scatenava la scontentezza. Tutti quelli che socchiudono gli occhi, in pochi istanti sanno sempre cosa non va bene, che cosa non funziona nella loro esistenza e da cosa è causato.

Tutti credono di sapere tutto Lo sanno o credono di saperlo? La differenza è sostanziale e decisiva ed è da qui che si forma il nostro destino. Per Marcello la risposta è che l’infelicità dipende da un matrimonio sbagliato, per Roberta dalle litigate incessan13


ti con la figlia, per Alessia la sfortuna è dovuta a un figlio che si droga, mentre per Antonella la vita non sarà mai più quella di prima perché lui se ne è andato. Non è sbalorditivo che in un mondo pieno di incertezze, di violenza, di aggressività che possiamo incontrare tornando a casa tutte le sere, la nostra attenzione, la nostra idea di infelicità siano centrate su un motivo, solo su un motivo di insoddisfazione? E di più: la maggioranza delle cause di infelicità che si scoprono chiudendo gli occhi dipende dall’amore, dalla sensazione di non avere vicino la persona giusta, oppure dal rimpianto di chi non c’è più, o ancora da un abbandono o da una separazione. «Sto male perché mi ha lasciato tre anni fa Francesco, solo per questo», mi dice Annalisa in un colloquio. Chi l’avrebbe detto che basta chiudere un attimo gli occhi per avere la risposta sulla causa del disagio di vivere che ci incalza? Negli anni ho imparato che la vera malattia del nostro secolo è la dispercezione: cioè tutti credono di vedere e di sapere quello che li rende non appagati, ma vedono male e si sbagliano sempre. Se credi che un amore finito sia la causa del tuo disagio, se credi che tutto il tuo essere sia e sarà turbato da un evento, significa che sei lontano, lontanissimo dai codici dell’anima… Siamo noi, è il nostro Io che identifica il problema. L’anima è disidentificata. L’anima non pensa. Tutti credono di sapere la causa, ci credono a tal punto che in pochi secondi a occhi chiusi la trovano subito, la identificano e in lei vedono la ragione del loro malessere, della loro angoscia. Il mio lavoro di psicoterapeuta consiste nell’esatto contrario: nel non identificare la causa del malessere. Se non sai la causa, c’è molto da fare: se la sai già, non c’è speranza… 14


Fidati di te!

Non bisogna correggersi Ritengo che questo sia il modo migliore per fare lavorare l’anima. Sì, perché la cosa peggiore che ciascuno di noi può fare, una volta individuata la causa del suo dolore, è quella di mettersi in moto, di reagire, di correggere il danno, l’errore. Se credo che la mia vita vada male a causa del mio brutto carattere, comincerò una lotta con me stesso per cercare di bloccarlo, di domarlo, di tenerlo a bada. «Quante serate ho passato a dirmi che non devo essere così civetta con gli uomini, perché finiscono puntualmente per trattarmi come quella dell’avventura di una notte. Quante serate ho provato a fare la donna da sposare, ma puntualmente ho fallito. E ora sono più sola di prima». Nelle parole di Antonietta c’è la trama di un destino, che si può riassumere così: sono sola perché sono una civetta, una donna leggera, sbagliata e, come tale, nessuno potrà mai amarmi così o stare con me seriamente. Antonietta ha dato una definizione di sé: non si è chiesta se fosse giusta o sbagliata. L’ha semplicemente fatta sua, si è attenuta a questa idea di sé. Quando le ho fatto chiudere gli occhi e le ho chiesto che cosa non andava bene nella sua vita, la sola cosa che le è venuta in mente subito è stato il suo carattere civettuolo. Antonietta non ha pensato neppure per un attimo che potesse semplicemente essersi sbagliata, che lei forse era tante altre cose, che la sua essenza non sapeva che farsene delle sue definizioni sul carattere civettuolo. Tutti hanno una definizione in mente per se stessi, tutti sanno chi sono e come sono e tutti, naturalmente… non si vanno bene. «Se il mio carattere non va bene bisogna che lo corregga, altrimenti commetterò sempre gli stessi errori e per me non c’è speranza». Queste sono più 15


o meno le parole che tutti dicono a se stessi: non sanno che quelle parole che si dicono stancano l’anima, che le impediscono di fare il suo vero lavoro che è trasformare ciascuno di noi da seme in fiore…

Sono le illusioni il vero veleno Naturalmente se nella mia vita c’è qualcosa che non va bene e so cos’è, mi immagino che il benessere verrà solo quando «avrò rimesso le cose a posto», come mi scrive Giuseppe. Ma poiché rimettere le cose a posto è la cosa più difficile del mondo (come è pressoché impossibile far tornare un amore perduto), ragionando così siamo destinati a uno stato di insoddisfazione permanente. Che è poi quello che capita alla stragrande maggioranza delle persone. Ogni nostra credenza è un’identificazione e, come tale, un’illusione e ogni illusione è il veleno più nocivo per l’anima. Così quando sento le star televisive che si definiscono solari, o gelose, o generose mi viene da sorridere… Non sanno che stanno parlando solo di una proiezione, di un’illusione di sé che, prima o poi, compirà danni devastanti sul loro essere. Quello che credi di essere è il tuo più potente nemico, la tossina che ti avvelena l’essenza. Idem quello che credi che non vada bene nella tua vita. Sforzarsi di diventare la persona giusta, quella che abbiamo in mente, oppure cercare di eliminare quelle che crediamo le cause del nostro malessere sono forse le illusioni peggiori… Se infatti io non sto male per il motivo che mi sono messa in mente, sforzarsi di eliminarlo o di correggerlo è rispondere con un’illusione a un’illusione. Questo è un veleno mortale. 16


Fidati di te!

Asseconda le tue tendenze Vi sono persone che passano anni, se non tutta la vita a cercare di rimediare a un’illusione. «Sono dieci anni che penso che se lui non mi avesse lasciato, avrei vissuto un’altra vita» mi scrive Daniela (43 anni). Giuliana invece lotta col suo «carattere sbagliato da tanti anni senza alcun risultato», credendo che la sua ira, la sua permalosità abbiano rovinato il rapporto più bello che le sia mai capitato e, aggiunge, «che mai più potrà tornare». Forse le sarebbe stato d’aiuto Schopenhauer che, in età matura, dopo tante delusioni, ha compreso che il nostro carattere va accettato così com’è, perché è una voce forte, indelebile dell’anima. Solo accogliendolo, non contestandolo e smettendola di cercare di correggerlo può farci i regali dell’anima. In nessun altro modo! Sentite cosa dice Schopenhauer: «Appena superata la pubertà, avevo già capito quale fosse la mia posizione nel mondo e rispetto al mondo con sufficiente chiarezza per applicare alla mia condotta di vita il detto di Chamfort: “C’è una saggezza superiore a quella che di solito è chiamata con questo nome, essa consiste nell’assecondare arditamente il proprio carattere, accettando con coraggio gli svantaggi e gli inconvenienti che può provocare”». Il grande filosofo aveva compreso che noi non dobbiamo giudicare le nostre tendenze, ma accoglierle, accorgerci della loro presenza, senza commentare. Mai, assolutamente mai, dobbiamo cercare di cambiare il nostro carattere. A chi accetta il proprio carattere così com’è, l’anima fa i regali più grandi. Trova gli amori giusti, gli incontri che servono, il lavoro più adatto, la vita come va vissuta. 17


Butta via l’orologio: l’Anima non ha il senso del tempo Interrogarsi sulla felicità aiuta se amiamo noi stessi senza imporci scadenze. I sentimenti volano liberi e sanno quando e dove posarsi

Rosalinda mi scrive per chiedermi qual è “il segreto dei segreti”, la cosa più importante, decisiva, fondamentale per “vedere arrivare, come dice lei caro Morelli, quel benessere, quella felicità che tanto inseguiamo e che quasi mai arriva”. È una bella domanda. È importante chiedersi se esistono dei segreti da scoprire, tanto più in un’epoca come la nostra, dove tutto è scontato, dove le cose ci sembra che vivano solo sulla superficie, dove ci pare che non esistano soluzioni ai nostri malesseri, che così diventano cronici.

Cosa vuol dire “voglio riuscire ad amarmi”? Il nostro spazio più profondo non ha il senso del tempo, l’Anima non ragiona con le ore che scandiscono le nostre giornate. Così una persona ha scritto a Riza: «Sto cominciando un percorso… voglio riuscire finalmente ad amarmi». Un’altra persona invece, sempre sullo stesso argomento, sottolinea: «Ma come è difficile riuscire a volersi bene tutti i giorni». Entrambi ritengono che amare se stessi o volersi bene 18


Fidati di te!

siano obiettivi irrinunciabili e che prima o poi ce la potranno fare. Prima o poi… Sono pensieri come questi che creano l’inferno dentro di noi, che portano malessere, sfiducia in se stessi e senso di impotenza. Ma l’Anima non vive nel tempo e non ci capisce quando ragioniamo così… E poiché non ci capisce, si sente smarrita, perduta e ci manda dolori sempre più grandi. Non capisce parole come “volersi bene tutti i giorni” e neppure comprende quando diciamo “voglio riuscire finalmente ad amarmi”. Entrambe queste affermazioni sono costruite sull’idea permanente dell’amarsi, sul volersi bene per sempre. Così dicendo viviamo come se avessimo al polso un orologio e controllassimo le ore e i minuti in cui non ci amiamo. Non c’è niente di così innaturale e artificiale! Questa idea dell’amore perenne e perfetto da riversare su di sé è uno dei più terribili veleni con cui intossichiamo la nostra Anima. Nelle cose dell’amore per noi stessi e per gli altri bisogna che buttiamo via l’orologio e ancor di più la convinzione che gli stati d’animo siano sempre uguali, identici e che debbano durare nel tempo.

Prova a dirti che tu non esisti L’altra parola che l’Anima non capisce è il più terribile di tutti i pronomi: io. Io non mi piaccio, io non mi amo. In realtà è un errore di percezione, sbagliamo a guardare dentro noi stessi. Non è che non mi amo, è che percepisco dentro di me un senso di vuoto, di fastidio, di incertezza, di insicurezza. Chissà da dove arriva? Magari non mi piaccio perché non aderisco a certi cano19


ni di bellezza, oppure mi sento rifiutata da una persona, oppure un amore non funziona. Ma non sono io il protagonista della mia vita, non sono io che devo dirmi se vado bene o no, se mi amo o no. L’Io è il nostro tiranno che ci dice perennemente come dobbiamo essere e così ci fa sentire in lotta con noi stessi e sbagliare. Così Debora scrive a Riza: «Non so come comportarmi. Ho un problema… Sono una donna molto impulsiva e questo specie nei rapporti di coppia. Quando frequento un uomo non nego nulla, ma poi se chiedo di concretizzare la storia gli uomini scappano. Però poi mi ricercano. Sono stufa di essere la ruota di scorta o l’amante di qualcuno… Vorrei avere dei rapporti seri e duraturi. Dove sbaglio?». In questo caso l’amore perenne e duraturo è spostato all’esterno, su un uomo che ti voglia per sempre, che voglia legarsi a te, e che diventi “un rapporto serio”. Ma se l’Anima non ha il senso del tempo, se vive in una dimensione senza orologio, perché non godersi quello che si ha adesso, perché non accettare quel lato di Debora che “non nega nulla” a un uomo, che si dà, senza aspettative…

Gli stati emotivi non sono duraturi Quando una cosa ci capita spesso, quando gli amori non diventano duraturi è perché l’Anima vuole qualcosa da noi che non sia una relazione fissa. Oppure vuole un rapporto stabile, ma a modo suo. L’Anima non sbaglia mai è la nostra fonte di vita. Dobbiamo imparare ad ascoltarla in modo diverso. Sia a livello interiore, quando sento di non amarmi, sia, a livello esteriore, quando l’amore non dura in una relazio20


Fidati di te!

ne, l’Anima vuole dirmi qualcosa, vuole parlare con me, vuole fare di me quella donna o quell’uomo unico che ciascuno di noi è. Ecco forse il segreto dei segreti che chiede Rosalinda: prendere atto, constatare che adesso non mi amo, o che le mie relazioni non sono né durature, né stabili. Germana (37 anni) è migliorata dai suoi attacchi di panico quando ha ricominciato a guardarsi dentro e a constatare che non ci sono al nostro interno stati emotivi stabili. Che i sentimenti cambiano, che adesso provo tristezza e rabbia e magari alle 4 del pomeriggio provo amore… Ha scoperto forse la cosa più importante: che gli stati d’animo sono altalenanti, che noi siamo ogni giorno, ogni minuto diversi. E lei che è sempre stata unilaterale, piena di certezze mentali sull’amore, sui rapporti ha seguito il mio consiglio. Di accettare che dentro di lei tutto muta, tutto cambia. Sentite cosa mi ha scritto: «Così facendo ho scoperto che mi faccio compagnia come non mi era mai successo. Mi trovo a ridere senza motivo, io che ho sempre creduto di essere una musona. Mi sono accorta che a volte ho momenti tristi, ma, non giudicandoli, come vengono se ne vanno. Mi accorgo che ho dei momenti in cui sto bene veramente. Mentre prima dicevo: “Io sto sempre male”. Adesso osservo e costato come sono e basta». Questo è il primo segreto dell’Anima: è altalenante. Se lo accettiamo non abbiamo bisogno di amarci, ma semplicemente di stare con noi stessi, così come siamo, con quello che ci passa dentro di volta in volta. Dimenticavo di dire: a chi fa così arriva puntualmente il buon umore, perché l’Anima lo regala solo a coloro che si accorgono della sua mutabilità. 21


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