UP CLIMBING #28 - CALABRIA

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Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A. P. Aut. n° MBPA/LO-NO/048/A.P./2019 Periodico Roc -NE/VR

in edicola il 20 gennaio 2024

#28 | gen/feb 2024 8.00 €

EDIZIONI VERSANTE SUD

STORIA DI COPERTINA Proposte 1433 metri sopra Bard / Stilo: echi d’Oriente (tra storie, miti Hohe Wand. Il paradiso e invisibili appigli) / Orsomarso. dell’arrampicata sportiva multipitch Un luogo, una storia / Le vie lunghe Personaggi Steve McClure / nel Parco Nazionale del Pollino. Storia, Denis Urubko / Barbara Zangerl / personaggi, numeri e curiosità / Adam Ondra e Pietro dal Pra San Lorenzo Bellizzi e la sua Valle del Vertical Tales Ulisse Bertola: Raganello (Parco Nazionale del Pollino) un grande talento espressivo Esperienze verticali Balkan Rope. Ideas Omar Oprandi: potere Un progetto di Mediterranean Hope della scienza e forza di volontà Boulder Lindental e Blausee Jollypower Ripartiamo dalle basi

CALABRIA


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Sommario 004 Editoriale di Eugenio Pesci

STORIA DI COPERTINA

006 Stilo: echi d’Oriente (tra storie, miti ed invisibili appigli) di Luigi Filocamo e Bruno Vitale 018 Orsomarso Un luogo, una storia di Dominique Zeolla 028 Le vie lunghe nel Parco Nazionale del Pollino Storia, personaggi, numeri e curiosità di Guido Gravame 044 San Lorenzo Bellizzi e la sua Valle del Raganello (Parco Nazionale del Pollino) di Antonio Larocca

ESPERIENZE VERTICALI

052 Balkan Rope Un progetto di Mediterranean Hope di Niccolò Parigini, Francesco Bertelé, Léa Karam

BOULDER

058 Lindental e Blausee: boulder estivo in Svizzera al di là delle mete più turistiche di Claudia Colonia

PROPOSTE

064 1433 metri sopra Bard di Ivano Zanetti 075 Hohe Wand Il paradiso dell’arrampicata sportiva multipitch di Igor Koller

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PERSONAGGI

082 Steve McClure In viaggio tra le rocce di Sicilia di Massimo Cappuccio e Steve McClure 090 Denis Urubko ITW 8000 metri in libertà traduzione a cura di Laura Meinharde 098 Barbara Zangerl ITW Meltdown, la supersfida trad a cura di Claudia Colonia 102 Adam Ondra e Pietro dal Pra Gli ultimi scalatori romantici a cura di Roberto Capucciati

VERTICAL TALES

108 Ulisse Bertola: un grande talento espressivo di Andrea Cavalleri

IDEAS

110 Omar Oprandi: potere della scienza e forza di volontà a cura di Alessio Conz

JOLLYPOWER

116 Ripartiamo dalle basi di Alessandro “Jolly”Lamberti

VETRINA

118 Proposte prodotti


QUESTIONE DI EQUILIBRIO

ANDE.IT ANDEPOINT.IT

LECCO CREMENO CLUSONE MORBEGNO NEMBRO CALALZO DI CADORE BIANZONE DARFO BOARIO TERME


Editoriale

Editoriale Testo

L

Eugenio Pesci

a storia verticale del Sud Italia continentale, nonostante non manchino molte pubblicazioni specifiche, è relativamente ancora poco nota al grande pubblico, sia esso composto da alpinisti, arrampicatori sportivi, escursionisti. È anche per questo motivo che, dopo avere ampiamente parlato della Campania in un recente numero della nostra rivista, abbiamo pensato di dedicarci alla realtà delle montagne, delle pareti, dei sentieri, dei paesaggi, e soprattutto dei protagonisti, del mondo verticale calabrese. Una regione molto particolare la Calabria, talora un po’ relegata ad un ruolo minoritario; a torto, quasi essa debba scontare la propria posizione geografica, al confine meridionale dello Stivale. Seppur partita con un po’ di ritardo rispetto al resto del centro-sud, la realtà dell’arrampicata e dell’alpinismo calabrese presenta oggi diversi luoghi ed aspetti assai interessanti, che giustificano assolutamente una visita alle falesie e alle pareti ove sono presenti vie di più tiri. Per questo ci siamo affidati a coloro che hanno, negli anni, sviluppato l’arrampicata in questa regione: da Luigi Filocamo e Bruno Vitale, che ci parlano delle belle falesie di Stilo e Palizzi, a Dominique Zeolla, artefice, insieme ad altri compagni, della nota falesia di Orsomarso, arrivando alla dettagliata descrizione delle vie di più tiri, a firma di Guido Gravame, per concludere con una bella panoramica sulla splendida area naturalistica del Pollino, a cui ci introduce Antonio Larocca.

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Certamente vi è ancora molto da fare in Calabria, e siamo sicuri che nei prossimi anni lo sviluppo delle attività verticali, sportive o alpinistiche, avrà un’accelerazione, e che questa bella regione vedrà una frequentazione con numeri più alti di quelli attuali. Abbiamo inoltre pensato di proporre anche una parte generalista - in questo numero di Up - particolarmente ricca, e capace di spaziare su argomenti molto diversificati, con la collaborazione di personaggi di altissimo livello come Igor Koller, Steve McClure, ma soprattutto come Denis Urubko, probabilmente - al momento - il più forte ed esperto - ottomila alla mano - himalaista, proprio in questo mese impegnato in un tentativo di prima solitaria invernale al Gasherbrum 1… A seguire altri articoli con proposte di vie nuove, come quelle di Ivano Zanetti nella zona valdostana di Bard, e una interessante disamina della situazione dell’arrampicata in Bosnia, con ovvio riferimento anche alle condizioni sociali e antropiche contemporanee. Infine, Omar Oprandi, coadiuvato da Alessio Conz, ci narra di come, con una spettacolare forza di volontà, abbia superato un problema fisico una protesi ad entrambe le anche - in tempi brevissimi e con notevoli risultati sportivi e nella sua professione di guida alpina. Insomma, potrei dire che questo numero di Up climbing è oltremodo poliedrico, secondo un progetto specifico, avente l’obiettivo di dare voce a più persone possibile, saltando rapidamente da un luogo all’altro, da una storia all’altra, da un’arrampicata all’altra…


Editoriale

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Storia

STILO: ECHI D’ORIENTE (tra storie, miti ed invisibili appigli) Testo Luigi Filocamo e Bruno Vitale L’incredibile villaggio di Pentedattilo. Foto: B. Vitale

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PROLOGO - DI BRUNO VITALE Questa singolare storia altro non è che un doveroso viaggio a ritroso nella memoria delle nostre lontanissime ma profonde radici che ci legano ad una ben definita zona geografica del sud della Calabria: la Costa Ionica, la Magna Grecia di duemilacinquecento anni fa. Terra misteriosa che si snoda tra impervie fiumare che scendendo impetuose dalle montagne si fondono in un infinito mare azzurro e paesini arroccati posti a guardia di un passato nobilissimo ma ancor vivo in piccolissime comunità. Luoghi di meditazione anche per i monaci ed eremiti che provenivano dal vicino Oriente, luoghi che definirli culla della civiltà è poco, che però soffrono, oggi più di ieri, l’ingiuria del tempo e l’oltraggioso declino della memoria dell’uomo.

Non sembrerà dunque strano che un giorno nel lontanissimo 2006 ci trovammo, insieme a Giuliana Vitrone, al cospetto delle pareti del Monte Consolino che domina con il suo Castello Normanno la bellissima Stilo, antico centro della cultura bizantina con la sua famosissima e piccolissima “chiesa privilegiata” la Cattolica nonché culla del filosofo Tommaso Campanella. I nostri occhi furono immediatamente rapiti e sorpresi nell’ammirare un luogo così suggestivo, ideale per realizzare i più fantasiosi e affascinanti sogni verticali. Placche grigie, pilastrini ed una notevolissima ed enorme grotta a quarto di sfera erano gli elementi caratterizzanti di questo paradiso perduto, ed ecco


Storia nascere i primi tre itinerari nel settore che verrà poi denominato Gaia. Consapevoli delle notevoli potenzialità del luogo non fu poi così difficile progettare, ideare e organizzare l’immancabile meeting: “Calabria Rock”. Compito reso più facile dall’inevitabile presenza dei componenti dell’ormai storica “Banda dei Miracoli”: Bruno Moretti, Paolo Bongianni, Giuliana Vitrone, Graziano Montel, Luca Maspes, Riccardo Quaranta, Sandro Lomuti, Alessandro e Paola Corciulo e del local Giovanni Cugnetto. Una festa alla quale tutti furono invitati, ospiti per alcuni giorni nei locali adiacenti l’incantevole Chiostro della chiesa di San Giovanni Theristi, sede del Comune di Stilo, un incontro dove natura,

ambiente, cultura, storia ed arrampicata potessero incontrarsi e fondersi attraverso dibattiti (resi ancor più interessanti dalla presenza di Alfonso Picone Chiodo e di Bruno Traclò), proiezioni avveniristiche e creazioni di nuovi itinerari. Naturalmente immancabili, come da tradizione, piccole e sottili polemiche.

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Storia Stilo: echi d’Oriente

Il versante sud-est di Monte Consolino. Foto: L. Filocamo

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Negli anni successivi abbiamo continuato costantemente l’esplorazione delle numerose pareti di Monte Consolino ampliando gradualmente l’offerta di itinerari, e così, grazie al contributo di tanti amici, sono stati sviluppati i settori Città del Sole (dedicato all’opera utopica di Tommaso Campanella) e Calabria Esaudita, Grotta, Torre Staccata e Pilastrino, Utopia, il ripristino e ampliamento delle vie del progetto Kami a Pazzano (Monte Stella), e per ultimo il bel settore Zerocalcare (dedicato alle opere di Michele Rech). Al momento siamo arrivati a 113 itinerari in dieci settori con un scelta di vie che vanno dal 4c a 8b, con alcuni itinerari in Grotta ancora da liberare, che potrebbero anche essere di difficoltà maggiore. Tra i protagonisti di tutto questo lavoro mi sembra doveroso citare Rosario Cammara per lo straordinario impegno della chiodatura della spettacolare Grotta, il messinese Sergio Soraci che con altri amici siciliani ha aderito spesso e volentieri alle nostre campagne di chiodatura, l’amico calabro-romano Roberto Cananzi, che si è prodigato tra Canolo e Stilo, il pugliese Graziano Montel per i suoi graditissimi

contributi, e naturalmente gli unici due abitanti di Stilo che siamo riusciti a coinvolgere in questa impresa, Enea Condemi e Marco Fiorenza. Un doveroso ringraziamento va anche a Emanuele Pellizzari (Kinobi) che ha donato parte del materiale usato per l’attrezzatura. In questi ultimi vent’anni non ci siamo dedicati solo a Stilo, ma abbiamo cercato di esplorare e riscoprire anche gli altri sparuti siti di arrampicata della Calabria ionica. Così abbiamo espanso l’offerta di monotiri alle Torri di Canolo, dove oltre a qualche itinerario multipitch per lo più trad esisteva già un piccolo settore di una decina di tiri attrezzati nel 2000 dall’istruttore FASI pugliese Aristodemo Aloi. E infine abbiamo rivolto la nostra attenzione ancora più a sud, attrezzando una decina di facili e corte vie a Palizzi, piccolissima gemma di calcare che si trova esattamente lungo la strada che unisce quest’ultima località a Pietrapennata, precisamente vicino alla chiesetta del Carmine, all’origine scoperta dall’associazione Aspromonte Wild che trovava il sito utilissimo per le esercitazioni di torrentismo.



Storia Stilo: echi d’Oriente

STILO – Monte Consolino Per arrivare a Stilo Percorrendo l’autostrada A3 ci sono due modi: per chi viene da nord uscire a Lamezia Terme, percorrere la SS280, raggiungere Catanzaro quindi imboccare la SS106 in direzione Reggio Calabria fino a Monasterace e seguire le indicazioni per Stilo. Per chi viene da sud, uscire a Rosarno, percorrere la SS682 Jonio-Tirreno fino a raggiungere la SS106 subito prima di Gioiosa Marina, indicazioni per Taranto, quindi raggiungere Monasterace e seguire le indicazioni per Stilo. L’aeroporto più vicino è Lamezia.

d’estate vanno in ombra alle 14.30, mentre Utopia rimane al sole quasi tutta la giornata. L’accesso è molto semplice e richiede pochi minuti a piedi, soprattutto per il settore Gaia, la base delle pareti è comoda e confortevole anche per bambini, il panorama nelle zone non alberate è piacevole e permette di ammirare dall’alto la vallata dello Stilaro fino alle spiagge di Monasterace. La roccia è un bel calcare grigio e bianco, molto lavorato dagli agenti atmosferici, fessurato e a buchi, mentre nel settore Grotta la roccia è prevalentemente strapiombante, ricca di

Stilo, Settore Città del Sole, Mariella Nunnari su Ant Z, 6a Foto: Arch. L. Filocamo

A Stilo e dintorni ci sono numerosi Bed & Breakfast e agriturismi. Per un buon pasto caratteristico vi consiglio il ristorantepizzeria Gli Antichi Sapori, con un ottimo rapporto qualità/prezzo, in generale l’offerta di pizzerie e ristoranti economici è abbastanza buona (verificate sempre la disponibilità fuori stagione). Tutti i settori della falesia di Stilo, con l’unica eccezione di Pazzano, sono distribuiti lungo le grandi pareti Sud-Est del Monte Consolino. I settori Pilastrino, Torre Staccata, Gaia e parzialmente i settori Grotta e Zerocalcare sono ombreggiati da una folta pineta, mentre i settori Calabria Esaudita e Città del Sole sono soleggiati la mattina e

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canne e concrezioni, con venature di calcare rosso per la presenza di ossidi di ferro. Sul Paretone ci sono tre itinerari multipitch poco frequentati (attenzione alla ricrescita della vegetazione), con chiodatura in qualche caso più distanziata. I monotiri sono tutti sportivi, attrezzati con fix inox da 10 mm, con l’eccezione di tre itinerari del settore Gaia attrezzati con fix da 8 mm. Le soste sono tutte attrezzate con catene (quasi tutte inox) e maglie rapide da 10 mm o doppio anello. Il piccolo settore Pazzano si trova prospiciente alla strada che da Pazzano porta verso Stignano passando sotto i contraffortri di Monte Stella, l’esposizione

ad est ne consiglia la frequentazione la mattina nelle giornate invernali ed il pomeriggio nelle calde giornate estive. La copertura dei segnali GPS e telefono è buona in tutti i settori. Da Stilo seguire le indicazioni per il cimitero, poi a destra del piazzale-parcheggio del cimitero prendere una ripida strada acciottolata e sterrata che sale con alcuni tornanti in direzione del castello normanno. Parcheggiate l’auto in corrispondenza del quinto tornante (verso destra) dove si ha a disposizione 4/5 posti auto. Accanto al tornante parte un sentierino in leggera discesa che costeggia la falesia, le prime pareti sopra il tornante sono il settore Zerocalcare, continuando sul sentiero che attraversa la pineta si arriva in 5 minuti ai settori Pilastrino, Torre staccata e Gaia, per andare al settore Grotta si lascia subito il sentiero per prendere una traccia verso destra che passa sotto le pareti di Zerocalcare e si prosegue sotto la parete (ometti), con un ultimo breve tratto più ripido si arriva al settore Grotta in pochi minuti. Per raggiungere gli altri settori di Monte Consolino si prosegue dopo il settore Gaia uscendo dalla pineta e seguendo il sentiero ben tracciato che sale verso il Paretone, passa sotto l’attacco delle vie lunghe (StiloGrafia, Il galletto e l’uomo nero e Ubik) e arriva in leggera discesa allo sperone del settore Calabria Esaudita in circa 10 minuti. Il sentiero prosegue sotto le pareti del settore Città del Sole, e al termine della parete taglia in orizzontale passando distante dall’alta parete con una caratteristica grotta a mezza altezza, per raggiungere una bella parete grigia fino ad un muretto di pietre (5 minuti da Città del Sole). L’accesso è molto semplice e richiede pochi minuti a piedi, soprattutto per il settore Zerocalcare e Gaia, la base delle pareti è comoda e confortevole. Fare attenzione alla presenza occasionale di capre selvatiche che possono provocare la caduta di pietre nei settori Città del Sole e Calabria Esaudita. È consigliato comunque il casco.


Storia Stilo: echi d’Oriente SETTORE ZEROCALCARE Da destra a sinistra 1. 2. 3.

MACERIE PRIME 6a+ REBIBBIA QUARANTINE 7a+ KOBANE CALLING NL (si può uscire a destra su Rebibbia quarantine, 6c+) DIMENTICA IL MIO NOME 7a UN POLPO ALLA GOLA 7a STRAPPARE LUNGO I BORDI 7b LA PROFEZIA DELL’ARMADILLO 6c+ A BABBO MORTO 6c SCHELETRI 5c

4. 5. 6. 7. 8. 9.

30m 34m 35m

Francesco Cadini su La Profezia dell’Armadillo, 6c+, Stilo - Settore Zerocalcare. Foto: Arch. L. Filocamo

36m 22m 22m 20m 20m 20m

1 2 3 4

9

8 7

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Storia Orsomarso

D. Zeolla su Il Bruco. Foto: D. Zeolla

massi; partecipai anch’io ai lavori come apprendista disgaggiatore. Dopo aver pulito la parete arricchimmo il primo settore attrezzando nuove vie sulla placca grigia e un paio di tiri corti e boulderosi. Giornate stupende passate appesi alla propria statica per individuare le linee possibili e provare i movimenti. LA NASCITA DEL MEETING CALABRIA VERTICALE A settembre dello stesso anno organizzammo il nostro primo meeting di arrampicata: nacque così il Calabria Verticale. La prima edizione sembrava più un raduno tra amici ma l’anno successivo, tra scalatori e curiosi, si unirono al meeting più di 80 persone; pochissime se si pensa ai normali raduni di arrampicata, eppure per noi fu un successo insperato considerato che l’arrampicata era uno sport in crescita praticamente ancora sconosciuto nel nostro territorio. L’idea del meeting nacque con un intento ben preciso, ovvero far scoprire il nostro territorio, promuovere l’arrampicata sportiva

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in Calabria, autofinanziarsi per chiodare nuovi settori e far divertire tutti gli scalatori che venivano a trovarci con le nostre feste che chiudevano ogni serata. Lo sviluppo dell’arrampicata ad Orsomarso è strettamente legato ai nostri raduni che ci hanno permesso di far conoscere le falesie e far crescere l’intero movimento. Dal 2009 al 2013, per 4 anni consecutivi, organizzammo il Calabria Verticale; l’organizzazione diventava via via più complessa in virtù del fatto che la maggior parte dei soci viveva lontano dalla Calabria per quasi tutto l’anno: dietro quei pochi giorni di festa si nascondevano mesi di duro lavoro. Fortunatamente il nostro gruppo di amici, anche non scalatori, si compattava nell’organizzazione dei meeting; ognuno si impegnava al massimo per sistemare i sentieri, pulire le vie e accogliere i nostri ospiti. I meeting erano anche l’occasione per stampare, grazie al nostro amico Vincenzo, le nuove magliette della VCL che ancora oggi ci accompagnano in falesia.


ALEX HONNOLD THE NORTH FACE ATHLETE

SI RIPRENDE A CHIODARE … Nel 2011 contattammo Graziano Montel per chiodare un nuovo settore nella falesia di Mercuri. La pulizia della parete spettava a noi; così durante l’inverno i ragazzi misero in sicurezza l’intera bastionata di roccia a destra del settore La Grotta. Graziano accettò l’invito e nacque così un nuovo settore; lasciò inoltre la sua firma anche sul primo settore chiodando due bellissimi tiri. Nel 2012 con l’aiuto di Luca Di Guardo, membro della grande famiglia VCL, venne attrezzato un ulteriore settore nella falesia di Mercuri chiamato settore ultimo proprio dove fu chiodata la prima via. Tirammo fuori dei tiri lunghi 30 metri su placca grigia e qualche via più strapiombante. Dopo quest’ultimo intervento verticale, la falesia di Mercuri vanta adesso più di 60 tiri divisi in 4 settori con una prevalenza di tiri tra il 6a e il 7a+, non mancano tiri più facili e qualche 7b e un paio di 7c. Una falesia tutto sommato plaisir dove non ci sono tiri sull’ottavo grado ad eccezione di Olla, un 8a chiodato da Oreste Bottiglieri nel particolarissimo settore La Grotta. Nel 2016, dopo qualche anno di stop, organizzammo il nostro ultimo meeting in collaborazione con il Comune di Orsomarso. L’ultimo raduno è stata una grande occasione per dare una bella ripulita alle nostre falesie, in particolar modo ai settori meno frequentati. Ad oggi ci sono 92 tiri nel Comune di Orsomarso: 11 nella falesia di Cuba, 20 nella falesia Argentino e 61 nella falesia di Mercuri.

NEGLI ANNI SUCCESSIVI I “ CLIMBER HANNO CONTINUATO

A VISITARE LE NOSTRE FALESIE E AD APPREZZARE LA LORO BELLEZZA…. AVEVAMO RAGGIUNTO IL NOSTRO OBIETTIVO: FAR CONOSCERE ORSOMARSO E I SUOI TERRITORI DA UN’ALTRA PROSPETTIVA, QUELLA VERTICALE!

YOSEMITE, CALIFORNIA

Provo una grande nostalgia per quegli anni pieni di fermento, entusiasmo, idee e progetti, alcuni dei quali realizzati, altri, invece, rimasti solo su carta. La speranza è che, in un futuro non troppo lontano, si possa riprendere il lavoro iniziato, aprendo vie nuove e preservando quelle già esistenti. Ad ogni modo sono contento e orgoglioso di aver contribuito con i miei amici e con la VCL allo sviluppo dell’arrampicata ad Orsomarso, territorio che ha ancora un grande potenziale di roccia da sviluppare.


Storia Orsomarso

Falesia di Mercuri La falesia di Mercuri offre una grande varietà di roccia, ogni settore ha una conformazione rocciosa e uno stile di scalata diverso dagli altri. Il primo settore è esposto a nord ovest, il secondo a nord, gli altri due a nord est; il periodo ideale per scalare è tra la primavera e l’estate.

Marcellina

cuba

mercuri

Accesso: Da Nord, dalla A3 SalernoReggio Calabria uscire a Lagonegro Nord, proseguire verso Scalea percorrendo la superstrada Valle del Noce e la litoranea SS 18. Superata Scalea e poco prima di Santa Maria del Cedro svoltare verso l’interno passando per Marcellina e seguire le indicazioni per Orsomarso. Percorrendo la strada che conduce ad Orsomarso, 3 km prima del paese, svoltare a destra seguendo l’indicazione Contrada Mercuri, dopo circa 1 km si incontra un ampio parcheggio sulla destra vicino al vecchio ristorante Castello di Mercuri. Dal parcheggio seguire

argentino

P

Orsomarso

il sentiero sulla destra che in 5 minuti conduce al primo settore Le Placche; per il settore La Grotta continuare per 2 minuti sullo stesso sentiero.

SETTORE LE PLACCHE Esposizione: Nord Ovest (in estate il sole arriva intorno alle 15:30) 1. CLESSIDRA 2. ARACNA 3. UTOPIA 4. ATTENTI A QUEI TRE 5. L’IMBUCATO 6. KITEMMÙ 7. KITESTRAMÙ 8. ÇA M’ÉNERVE 9. SFUMATURE 10. CALABRESI VS CALABRONI 11. SPERIAMO CHE TENGA 12. STRACCIABRAGHE 13. QUAO 14. AU COUCHER DU SOLEIL 15. PINKO PONKO 16. RED HOT CHILI CLIMBERS 17. IL LAUREATO 18. ORSOMARCO 19. ORSOLELE

5b 6c 7b 7a+ 7a+ 5b 4c 7a+/7b 7a 6b 6b+ 6a 7a 6b+ 5c 5c 6a+ 6a+ 5c+

12m 10m 10m 20m 20m 6m 6m 30m 30m 25m 26m 18m 27m 27m 15m 22m 22m 8m 8m

7a+

7a+/7b

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6c+ 6b

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7a+

6b+ 6a+

9 10

5a

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7a

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6a+ 6a+ 5c+

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Storia Orsomarso

SETTORE LA GROTTA Esposizione : nord 1. 2.

E C’EDERA E C’EDERA OLLA L1 OLLA L2 3. PEPE’ 4. FRANCO MERCURI 5. FORMATTAZIONE 6. IL BRUCO 7. LA CANNA DI ZIO TOM 8. L’ALZABANDIERA 9. TRIBÙ DI PUGLIA 10. MEGLIO DI PEGGIO 11. OCCHIO AL CLIFF 12. NIGHT CLIMBING 13. STELLA CADENTE

5b 6b 8a 6a 6a+ 7a 7a+ 5c+ 6a 6a+ 7c 5c 5b+ 5b

13m 10m 19m 13m 13m 14m 14m 14m 15m 16m 20m 10m 10m 8m

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L. Zeolla, La Canna Di Zio Tom. Foto: D. Zeolla

5b+

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7 Falesia di Mercuri Settore La Grotta.

7c

6a+ 5b

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Boulder Lindental e Blausee Delia arrampicando a Lindental.

I massi di Blausee immersi nella foresta ed al riparo dal calore estivo!

SCHEDA TECNICA – LINDENTAL Roccia: Arenaria di ottima qualità caratterizzato da buchi e tacche. Stagione: Non è possibile arrampicare a Lindental da gennaio a giugno per la nidificazione dei rapaci; il periodo ideale è l’autunno, ma si possono trovare condizioni piacevoli e un discreto grip anche in estate. Accesso: Dieci minuti a piedi dal parcheggio, seguendo un sentiero ben visibile che segue inizialmente una

sterrata in piano e poi si inoltra nel bosco seguendo una traccia in salita. Località di riferimento: Lindental si trova a una ventina di minuti in macchina da Berna; nei dintorni di questa parete immersa nella natura ci sono molte piccole località che potete usare come “base” per il vostro soggiorno. Settori: Lungo la parete sono stati sviluppati tre settori consecutivi (sinistro, centrale, destro) Giorni di riposo: la zona è decisamente tranquilla e caratterizzata da un carattere molto “rurale”. Se sei in giro ad arrampicare con famiglia e figli, puoi trovare praticamente in ogni località bellissimi parchi giochi di legno che li terranno impegnati per pomeriggi interi. In alternativa puoi dirigerti verso Berna e optare per qualche giornata più “metropolitana”. SCHEDA TECNICA – BLAUSEE Roccia: È una via di mezzo tra lo gneiss e arenaria, a tratti molto bene e a tratti “da pulire”. Qui l’umidità è molto alta e il muschio tende a riprendersi le tacche non appena diminuiscono le visite da parte dei boulderisti! Stagione: Primavera e autunno sono le stagioni in cui si trovano le condizioni migliori, ma anche in estate è assolutamente possibile arrampicare trovando riparo dal caldo in mezzo alla fitta vegetazione del bosco. Obbligatorio avere con sé scorte di Autan per sopravvivere alle zanzare! Accesso: 10 minuti a piedi dal parcheggio a pagamento del Blausee. Località di riferimento: Kandersteg, dove potrai trovare innumerevoli soluzioni per dormire. Se hai intenzione di dormire nel campeggio ai margini di Kandersteg, ti consigliamo vivamente di prenotare per tempo. Settori: l’area è molto ampia e la guida propone diversi settori ma per una breve visita puoi concentrarti sui massi principali. The Shield, Drytoolblock, Bienenhaus e Hinten sono sicuramente tra i più interessanti. Chiedi ai local consigli su passaggi particolarmente belli in base alla tua difficoltà! Gorni di riposo: Kandersteg ha tutto ciò che puoi cercare in una località turistica estiva: parchi giochi, piscine all’aperto con scivoli, bar, negozi e tantissime passeggiate che partono direttamente dal centro del paese o dal campeggio. Dal centro del paese è anche possibile prendere la cabinovia per il Lago di Oeschinen, un incantevole lago alpino. Se ti trovi qui e vuoi fare un’esperienza totalmente alternativa per tornare verso l’Italia, puoi prendere il treno verso Goppenstein restando comodamente seduto in macchina. Il treno attraversa una galleria di 17 km ed è una svolta se vuoi continuare il tuo viaggio andando ad esplorare le aree boulder intorno a Martigny.

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Boulder Lindental e Blausee

Claudia Colonia al Blausee su Drytoolstunde, sul gettonatissimo masso Drytoolblocke.

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Proposte

1433 metri sopra Bard 64


Proposte Testo Ivano Zanetti

Con più di 1430 metri distribuiti in 46 tiri, creati in un intero decennio. Posso affermare con ragionevole certezza che Albard è sicuramente un luogo dove è facile trovarsi bene. Ed il suo sviluppo è tutto in divenire.

E

ra da non molto che frequentavo questo luogo, e già era facile vederne il suo veloce sviluppo. Di vie ce n’erano ma non così tante. Per chi lo conosce sa di che parlo, per chi non lo sa ancora, basta che vada una sola volta e tutto gli sarà subito chiaro. Posto davvero molto accogliente Albard, con avvicinamenti comodi o meno, ma pur sempre tranquilli. E discese facili da farsi, ovviamente sempre con un poco di attenzione. La mia prima esplorazione e apertura è stata lungo un bel pilastro molto evidente e ripido, che si staglia alla sinistra di T.Rex una via aperta da Tito Sacchet, Michele Fardo e Silvano Piovesan nel 1999. “La seconda via aperta ad Albard” subito dopo Doctor Jimmy sempre aperta da Tito Sacchet assieme a Giulio Mariella nel 1997. Tito Sacchet lo Scopritore di Albard, e ancor oggi molto attivo in zona e non solo. Umile e forte senza mai essere “per sua scelta” al centro dell’attenzione, resta comunque persona molto carismatica e stimata. Quando percorsi per la prima volta T.Rex non riuscii a non notare il bellissimo pilastro posto alla sua sinistra, così fu che in breve feci un primo giro esplorativo nel 2013. Vista la fattibilità della cosa, il passo successivo è stato molto semplice. Non molto la chiodatura dal basso, per alcuni ostacoli tipo: massi instabili ed in bilico, roccia in alcuni punti molto fragile, ecc. ecc. Ma comunque con un forte lavoro di disgaggio, rigorosamente notturno data la pericolosità per la frequentazione della zona sottostante T.Rex in primis e altri accorgimenti di rito quando si aprono certi itinerari, arrivammo io e i miei fidi compagni: Biagio Moro e mio figlio Giacomo Zanetti a concludere l’itinerario nella primavera del 2014. La via successiva che cominciai da solo nel 2016 fu Pikkio Il Kane. Un itinerario molto articolato e sufficientemente lungo, che partendo alla destra di Olympic Spirit, passando poi alla sinistra di Gattonando salendo per due splendide fessure

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5

7

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parallele, e arrivando poi più in alto alla sinistra di Raggio di Sole. Crea uno sviluppo molto interessante, 590 metri per 16 lunghezze di corda, ovviamente con alcuni spostamenti dovuti alla conformità del terreno. Successivamente ripresa assieme a Luca Rossi “Biaggì”, la terminammo nel 2017. Con molte altre giornate dedicate alla pulizia e disgaggio, la via che ne risulterà sarà molto soddisfacente nel suo insieme. Visto che la zona e la roccia mi ispirava molto, decisi sempre nello stesso anno di iniziare a chiodare (inizialmente sempre in solitaria, autoassicurato dal basso) l’ennesimo gioiellino Fratello Orso, una via molto interessante e continua, che sale al di sotto del lungo traverso di: Table de Roc, la interseca e prosegue per due risalti fessurati molto evidenti e con altri tre tiri a mio avviso molto belli, fino ad arrivare in cima al secondo risalto. Successivamente la migliorai assieme a mio figlio Giacomo Zanetti e Luca Rossi nel 2019 e poi

1. Neolitica+Variante 2. Damocle 3. Pikkio il Kane + Variante 4. Left Slot 5. Fratello Orso+Variante 6. Orluck 7. L’Elefante e la Farfalla + Variante 8. Mantide Verde Foto: Ivano Zanetti

Marco Paredi in uscita da ‘The Roof’ difficile L3 di Fratello Orso. Foto: Ivano Zanetti

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Proposte Hohe Wand modo classificabile come arrampicata sportiva: molti sono i tratti in cui bisogna semplicemente riuscire a salire da un chiodo all’altro! Accesso dal parcheggio Sonnenuhr direttamente sotto alla Skywalk. Draschgrat. È una delle pareti più popolari e frequentate della Hohe Wand e questo per due ragioni: alla destra è delimitata dal pilastro della Draschgrat, la via più scalata di tutta l’area. La ottimamente attrezzata Direkter Draschgrat è lunga più di 200 metri e presenta difficoltà che si aggirano sul 4, 4+, con un solo passaggio valutato di 5, ma perfettamente evitabile a sinistra su difficoltà ben inferiori. La seconda ragione della popolarità della Draschgrat è la parete alla sinistra del già citato pilastro, sulla quale si sviluppano numerose vie lunghe sportive piuttosto frequentate. Tristan Express offre 170 metri di arrampicata varia su placche, diedri e strapiombi. Il passaggio più difficile è di 7-, ma per la maggior parte si scala sul 6+. Nella parte superiore della parete possiamo concatenare la salita con il classicissimo diedro della via Hoch Empor Verschneidung di 6-. Per chi non ne avesse abbastanza è possibile aggiungere la via Hoch Empor Kante con una placca favolosa a listarelle di 7+ e l’uscita sullo spigolo di 8-. Per me la più interessante delle vie su quella parete è la Trotell Tepperter con una lunghezzachiave di 7+ invero dura. I 30 metri di arrampicata di questa lunghezza vi piaceranno un sacco! Dapprima piccole liste e poi una fessurina esile. Si traversa poi a sinistra per arrivare al passaggio boulder più difficile con appigli davvero in miniatura e che vi permetterà di arrivare alle fessurine da dita sotto allo strapiombo. Attenti che non è ancora finita! Vi aspettano ancora alcuni strapiombi estenuanti con prese migliori e da ultimo un traverso a destra per arrivare in sosta da effettuarsi su buchetti per le dita e con i piedi in aderenza. Sono dovuto tornare cinque volte su questa via prima di poter lasciar uscire il mio grido di gioia per essere riuscito a salire la via in RP senza resting! Anche le altre lunghezze sono belle, anche se non propriamente facili. Andate a farci un giro e provatela! Accesso dal parcheggio Sonnenuhr direttamente sotto alla Skywalk.

Draschgrat Peter Vítkovský sul quarto tiro di Trotell Tepperter, 7+. Foto: Archivio I. Koller

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Vista autunnale dell’Hohe Wand dal pilastro del Draschgrat. Foto: Archivio I. Koller


Proposte Hohe Wand

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Personaggi

Steve McClure In viaggio tra le rocce di Sicilia Testo Massimo Cappuccio

La Sicilia, grazie alla sua posizione geografica, è da secoli luogo prediletto di viaggiatori romantici, avventurieri, poeti ed artisti: quest’isola è un vero crocevia di civiltà e culture. Una terra affascinante, ricca di bellezze naturalistiche e di un patrimonio storicoculturale unico, una destinazione che ha tanto da offrire anche al viaggiatore più esigente. 82


Personaggi Steve McClure su Cigaretes & Powerbals 7b+ - Cavadonna. Foto: Massimo Cappuccio

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Personaggi Steve McClure

È

anche una terra di forti contrasti, che porta spesso sentimenti contraddittori e impone ardui confronti: la Sicilia è così, un miscuglio di emozioni, amore e odio. Ma spesso sono i nostri occhi e i nostri cuori a fare la differenza, e così chi ama gli ambienti naturali, chi sa apprezzare le bellezze architettoniche e la grande varietà culturale non potrà che non amare quest’isola.

Steve McClure su Pio Project 7c+/8a Grotta delle Rondini. Foto: Massimo Cappuccio

Steve McClure su Officina 99 - 8a, Settore Eureka Canicattini. Foto: Massimo Cappuccio

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Questo è quanto successo a Steve McClure, climber professionista inglese, durante il suo ultimo viaggio in

punto di riferimento per oltre tre decenni, e non solo nell’arrampicata sportiva ma anche nel trad, e non poteva essere altrimenti visti i natali di Steve: proprio quest’anno a 52 anni di età ha salito la bella e difficile Le Vojage 8b+ ad Annot in Francia. Invitato a visitare le falesie in provincia di Siracusa, Steve è rimasto ammaliato dalla roccia e dalla particolarità di alcuni settori, ma è anche rimasto affascinato dalla bellezza di Ortigia, il centro storico di Siracusa, e così le giornate sono passate tra arrampicate in falesia, a volte anche due diverse al giorno, e poi

Sicilia, anche lui ha ceduto al fascino della Trinacria. Steve McClure incarna il vero spirito dell’arrampicata british, volta alla ricerca dell’alta difficoltà e nel rispetto di una severa etica. Sono sue le prime vie di arrampicata sportiva di 9a in UK, con la prima libera di Mutation a Raven Tor nel 1998, e poi ancora altre vie di 9a fino al 2007 quando libera Overshadow di 9a+ a Malhacove, e per alzare poi ancora l’asticella fino al 9b di Rainman nel 2017 sempre a Malham Cove. Un vero portento di forza e determinazione che l’hanno portato ad essere uno dei più forti scalatori al mondo ed essere

la sera in Ortigia a gustare le prelibatezze culinarie dell’isola e ad ammirare chiese e palazzi monumentali o perdersi tra gli stretti vicoli del quartiere ebraico. Avere l’opportunità di un top climber che visita le falesie di casa è sempre un privilegio ed un onore, e così in pochi giorni abbiamo fatto un bel tour delle falesie attorno a Canicattini Bagni, dalla storica Cava Donna alla più recente Cava Giorgia, dove il local Dario di Gabriele, uno dei principali chiodatori delle falesie di Siracusa, è stato felice di poter mostrare alcuni dei suoi settori.


Personaggi Steve McClure

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Personaggi Adam Ondra e Pietro dal Pra

Adam Ondra e Pietro Dal Pra sul palco del Cinema Beltrade di Milano. Foto: Roberto Capucciati

Adam sul palco a Orobia Foto: Giovanni Lonati

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libro pubblicato da Versante Sud, Adam the Climber, che avete scritto e costruito insieme. Da che cosa nasce quest’amicizia? Pietro: Sicuramente quando ho conosciuto Adam da piccolo mi ha fatto subito molta tenerezza, perché era una bambino che, per certi versi, era già molto maturo. Mi rivedevo in lui, con quella voglia di arrampicare totalizzante, quella capacità di impegnarsi a fondo, di essere quasi scientifico nella preparazione e avere, allo stesso tempo, sogni romantici. Mi piaceva questo lato di lui, oltre alla sua bravura e alla sua serietà. La prima volta che ho visto Adam scalare non avevo ancora capito veramente quale fosse il suo livello. Avevo scalato con tante persone più brave e più forti di me: si trattava sempre di tenersi un po’ di più, o un po’ di meno. Nel suo caso, invece, non riuscivo proprio a realizzare come fosse possibile avere un livello del genere. Capivo però la gestualità della sua arrampicata, perché anch’io avevo iniziato da piccolo e sapevo che si migliora progressivamente. Adam, qual è la cosa più bella che hai fatto con Pietro? Adam: La salita in Madagascar è stata forse l’esperienza più forte. Avevo 17 anni e, come Pietro dice che si rivedeva in me, io mi vedevo in lui. È uno dei motivi per cui, quando Pietro mi ha chiamato dicendomi che forse avremmo scritto un libro insieme, nonostante


COLLAN

A I RAMP

Personaggi Adam Ondra e Pietro dal Pra

ICANTI ulti

me uscite

PIRARE TICALI

FILOSOFIA

Jolly Lamberti

Storie vere di paura, amor e e scalata Lorenzo Tassi

CAMÓS

DEL RISCHIO

Andrew Todh

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Kelly Cordes

CERRO TOR

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sapessi che non aveva mai scritto un libro, ho subito pensato: idea fantastica, sono d’accordo! Non mi sono spaventato perché pensavo che la mia biografia sarebbe stata molto più incisiva se scritta da un arrampicatore, da un amico e da una persona che condivide il mio pensiero. INSEGUEND

60 anni di arram picate e contr oversie sul Alessandro Grido di Grillo

O

UN SOGNO

LUN

GO 5O Storie dell’a rrampicata ANN I finalese 1968 Enrico Ross -2018 o

Pietra

SHIVA’S LING

GIORNI DI

GRANITO E Viaggio attra AM DI GHIACC verso la paret Bernadette McDo IO e Nord–Est Francesca Berar TOMAŽ HUM nald AR. PRIGION BLO CCAMI! do IERO DEL GHI ACCIO L’arte di disarramp icare RIO DEL SOL Mark Twight E Andy Cave CONFESSION LA SOTTILE I DI UN SER LINEA BIA IAL CLIMBER Steph Davis NCA Osamu Hane da TRA VENTO YUJI THE CLIM Una vita sosp E VERTIGI NE BER esa tra Carlos Solito

IL CONTRA

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GIORNI DEL

Ron Fawcett

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LA GRANDE

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WOLFGANG GÜLLICH. ACTION DIR Massimo Marc ECTE PORTO I CAPheggiani ELLI COME WALTER B.

PIETRA

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amore e gravi

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LA VIA DEL i” Miotti TARCI Tarcisio

TICAL

Fazzini, genio del granito Silvo Karo

DEL VERDON

ROCK’N’ROL

Autobiografia L ON THE WAL L di una legge nda Chantal Maud uit

SCARASON

Pietro, noi veniamo da una generazione che sognava l’arrampicata per tutti. Volevamo che chiunque provasse la sensazione bellissima del salire, del vuoto sotto di sé, della natura, dell’ambiente, del compagno di cordata… Adesso ci sono decine di palestre, centinaia in tutto il mondo, le Olimpiadi… Il mondo sotto la nostra tavola fa molto rumore, siamo in grado di cavalcare l’onda? Pietro: Per certi versi penso che andremo a sbattere contro gli scogli. Quando ero giovane speravo che l’arrampicata crescesse, che diventasse uno sport per tutti. Adesso ho cambiato idea: non sono più convinto che sia per tutti; il motivo è molto concreto: la roccia è un terreno finito, non infinito. Più persone scaleranno, più falesie saranno frequentate, più ci saranno problemi di sostenibilità dell’arrampicata stessa. Temo, per esempio, che molte falesie su terreni privati siano destinate a chiudere nel tempo. Se mi dicessi: nasceranno diecimila palestre in Italia e ci saranno dieci milioni di praticanti, sarei felicissimo. Purtroppo una piccola percentuale di queste persone proverà a scalare anche outdoor. Oltre alla perdita dell’aspetto romantico – vivere una giornata da soli, isolati, o con amici stretti (cosa che già non è più possibile) – ho paura per il futuro delle falesie, almeno in Italia. Tony Howard

LA MONTAG

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Bernadette McDo

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Jochen Hemm

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Un alpinismo titanico Andy Kirkpatrick

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essa: la vita e l’alpinism Alessio Conz o

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roccia, oltre a partecipare alle gare, Pietro ha il sen so Scrive sequen della sceneggiatura. ze pagandone a evolte le conseguenze, conta il viag di un film gio con le sue così trasmette la miglior e delle verità: tappe, le tenacie, più dell’arrivo, del i fallimenti, traguar — ERRI DE seguire do agguantato perché una doppia preparazione LUCA, dalla . prefazione non è facile. Che cosa pensi dei tanti atleti che oggi scelgono di non affrontare più l’alta difficoltà su roccia e di concentrarsi solo sulle gare?

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IL MIO MON

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MONTAG Il viaggio di uno scalatore NA tra la vita e Giuliano Pugo la morte lotti

DI CORSA

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Nel silenzio dei deserti Emanuele Avoli

DEL MONDO

APERTURA o SENZA FINE

Storia dell’a

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Però, se facessimo in modo di girare di più, forse la pressione dell’alta frequentazione diminuirebbe… Pietro: Sì questo è vero, ma è anche vero che più falesie e più pareti verrebbero “contaminate”. Io ho ancora una sorta di rispetto, quasi sacrale, religioso, nei confronti del terreno verticale. Non ricordo più chi l’abbia detto, ma c’è qualcosa di estremamente affascinante in un pezzo di roccia mai toccata. Ed è vero: è bellissimo. Per me il terreno verticale è un terreno di nessuno, o di qualcuno più grande di noi – è un sentimento quasi religioso – e a volte mi sembra di vederlo come violentato da una così alta frequentazione.

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Adam: Se cercano molto successo nelle gare, non hanno altra scelta. Sono contento di essere nato in un’epoca in cui era possibile seguire entrambe le strade e l’arrampicata su roccia costituiva ancora un allenamento efficiente. Lo stile delle gare è cambiato molto e adesso, se si vuole riuscire, bisogna allenarsi 68 su plastica. Fortunatamente | l’arrampicata indoor è diventata molto più interessante e divertente, anche se Pietro ed io continuiamo a pensare che scalare su roccia sia qualcosa di diverso: ci sono molte cose che mancano sulla plastica. Sì, faccio ancora qualche gara, ma il mio futuro è la roccia. Nel cuore sono un arrampicatore da roccia. Anche se a volte è sporca, bagnata o fa male, niente può superarla.

PIETRO DA scalatore L degli stu al m di Alpi e all’ ha età questa pro di a frequen fess tare le dolomitic he firm di Pietro è verticale un al e limiti e gio non d I risultat care c i sportiv i le sue tan una delle te impre in Patago più diffic nia Piergiorgio di Pep in tre gio . In Rati rni, che an dopo firm a Geschichte la prima due tra le . E in Sar più belle e ADAM ON fa catalo DRA. La su gar scalare all’ e come il e da allo incirca nell ra non si è ma magnetism del mondo o, rigorosa più duri . Arrampicat del nei circuiti la Terra, nel a scalare agonistici su un 9c, Sile la Coppa nce, del stante, una mondo sia L certezza del

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Entrambi avete le idee molto chiare, anche sui valori fondamentali – si capisce da quello che scrivete, da quello che dite e dalla vita che fate. In Adam the Climber sembra quasi che tu, Pietro, voglia passare il testimone ad Adam degli “antichi valori”, come se fosse la persona giusta per trasmetterli alle nuove generazioni. Pietro: No, non è proprio così, perché secondo me il

Adam sul palco a Orobia Foto: Giovanni Lonati

Adam, parlando sempre di sviluppo dell’arrampicata, tu hai vissuto il momento in cui la preparazione per la roccia e quella per le gare hanno preso due strade diverse. Hai continuato a cercare la difficoltà sulla

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Vetrina prodotti Ande Baltoro Jkt Una giacca impermeabile e imbottita pensata per attività outdoor, sci e tempo libero in clima freddo. Realizzata in tessuto Nylon mini ripstop 2 strati impermeabile con trattamento DWR (Durable Water Repellent) che favorisce la protezione e l’isolamento dell’imbottitura dall’umidità in caso di giornate piovose o utilizzo in ambiente nevoso. L’imbottitura Thermore® EVOdown® 170g, prodotta al 100% da riciclo di bottiglie pet, è ispirata alla morbidezza e alla voluminosità della piuma. Sul dorso è presente una fodera in pile nido d’ape per garantire ulteriore comfort e calore, mentre il cappuccio, strutturato con visiera e lycra avvolgente garantisce protezione anche durante le condizioni più avverse. Disponibile in versione uomo e donna. ande.it

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La Sportiva Supercouloir 1000 Down Jkt Piumino innovativo imbottito dedicato all’alpinismo tecnico, realizzato con piuma P.U.R.E. White Down 1000 per garantire termicità senza pari. Il cappuccio integrato con visiera in Neoprene protegge e assicura una protezione extra. L’inserto in tessuto elastico sotto le braccia permette la massima libertà di movimento durante le attività di arrampicata su ghiaccio e mista, oltre che di alpinismo tecnico. Le due tasche frontali sono con zip mid-mountain a scomparsa, mentre all’interno è presente una tasca in rete per raccogliervi l’intero capo e ridurre l’ingombro nello zaino. www.lasportiva.com

Rock Experience Inuit Tech La giacca Inuit Tech leggera e resistente è ideale per le attività in alta montagna e studiata secondo il principio del body mapping, così da assicurare un’ottima termoregolazione, libertà di movimento e traspirabilità nelle zone che più lo richiedono. La nuova giacca di Rock Experience presenta un tessuto a tre strati con una membrana impermeabile altamente traspirante. I pannelli laterali, con strato interno in mesh, e il sottomanica sono realizzati in tessuto 4-Way Stretch per consentire ogni movimento e regolare la temperatura interna, mentre i fianchetti sono aperti per aumentare la presa d’aria. I polsini sono in doppia Lycra italiana e le zip, dotate di autolock, garantiscono la chiusura durante ogni attività. La giacca Inuit Tech è disponibile in colorazioni tri-colore. rockexperience.shop

Patagonia Super Free Alpine Jacket La Super Free Alpine Jacket è ideata per gli appassionati di montagna che cercano un guscio tecnico per l’alpinismo moderno. Caratterizzata da dettagli semplici ma innovativi e dal tessuto all’avanguardia Gore-Tex a 3 strati privo di PFC, questa giacca protegge efficacemente dagli elementi, lasciandoti la calma e la concentrazione necessarie per raggiungere i tuoi obiettivi. Capo prodotto in uno stabilimento Fair Trade Certified™. Vincitore del ISPO Award 2022. eu.patagonia.com


Vetrina prodotti The North Face Summit Breithorn 50/50 La giacca in piumino Summit Breithorn 50/50 è uno strato intermedio ultra comodo pensato per le attività alpine ad alta intensità. Grazie a una struttura traspirante a pannelli 50/50 che permette al calore e all’umidità di fuoriuscire, la giacca risulta incredibilmente leggera e traspirante, garantendo un’eccezionale gestione della temperatura durante le arrampicate più intense. Il piumino 800 ProDown™ mantiene le sue caratteristiche anche in condizioni di umidità e offre calore e comprimibilità di alto livello, tanto da poter essere riposto in una sacca quando non ti serve. Il cappuccio è compatibile con il casco e le maniche raglan assicurano il massimo comfort anche quando indossi lo zaino. Gli inserti sotto le ascelle ti tengono fresco e asciutto anche quando l’intensità aumenta. www.thenorthface.it

Black Diamond Vision airNET Vision airNET, è l’imbracatura ultraleggera di Black Diamond progettata per guide, professionisti e chiunque spinga al limite su ghiaccio o su roccia in ambiente montano. Dotata di tecnologia airNET, questa imbracatura raggiunge l’equilibrio ideale tra peso e comprimibilità fornendo allo stesso tempo un prodotto di altissimo livello. Vision airNET include anche l’Infinity Belay Loop brevettato da BD, che elimina la temuta usura da sfregamento dell’anello di servizio. Pronto per la montagna e per il ghiaccio, con i quattro slot per porta-viti e un transponder passivo RECCO integrato che non richiede alimentazione o attivazione per funzionare e lo rende ricercabile dai soccorritori. eu.blackdiamondequipment.com

C.A.M.P. Velocity La Velocity è un’imbragatura al top di gamma per l’arrampicata sportiva: estremamente leggera, traspirante, comoda e compattabile, l’ideale per le lunghe giornate in falesia. È caratterizzata dall’innovativa costruzione Smart Webbing Technology che, combinando poliestere e fibra monofilamento, garantisce sia un’uniforme distribuzione del peso sull’intera superficie di cintura e cosciali, che una notevole traspirabilità. I 4 anelli portamateriale sono differenziati per la massima funzionalità: quelli anteriori sono preformati per facilitare l’aggancio e lo sgancio dell’attrezzatura, quelli posteriori sono più flessibili e compatti. Non manca un anello supplementare posteriore, realizzato in cordino semirigido per non intralciare se non utilizzato. La Velocity si distingue anche per dettagli come l’anello di servizio in contrasto colore, gli elastici di collegamento dei cosciali muniti di robuste fibbie in plastica a sgancio rapido, i 2 slot per i moschettoni Hub e l’asola per il sacchetto portamagnesite. Peso 270 g(taglia M). www.camp.it

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Sirio è un casco leggero, compatto e ventilato, concepito da Climbing Technology per arrampicata, alpinismo e cascate di ghiaccio. Estremamente confortevole e stabile grazie al suo design avvolgente è costruito con tecnologia In-Mould: gli interni sono realizzati in EPS, con imbottitura traspirante, assorbente e lavabile, mentre i gusci esterni sono in PC. È dotato di grandi aperture che consentono un’eccellente ventilazione, di due clip porta lampada frontale e di un elastico posteriore compatibile anche con le fasce delle maschere da sci. Disponibile in due taglie da 52-57cm e 58-62cm. Peso: 220g (nella taglia 52/57cm) www.climbingtechnology.com

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BIMESTRALE DI ARRAMPICATA E ALPINISMO Gennaio 2024. Anno VI. Numero 28 Direttore responsabile Richard Felderer Coordinamento editoriale Eugenio Pesci Samuele Mazzolini Alberto Milani Redazione Tommaso Bacciocchi Roberto Capucciati Matteo Maraone Marco Pandocchi Damiano Sessa Copertina Irene Baldassarre su Zeropositivo, Orsomarso. Foto: © D. Zeolla Grafica Tommaso Bacciocchi

Impaginazione Francesco Rioda

Correzione di bozze Fabrizio Rossi

Disegni Eugenio Pinotti

Luca Bana, L’Asteroide 8b+ (© Elisa Carrara)

Hanno collaborato Adam Ondra, Alessandro Lamberti, Alessandro Penna, Alessio Conz, Andrea Cavalleri, Antonio Larocca, Babsi Zangerl, Bruno Vitale, Claudia Colonia, Denis Urubko, Francesco Bertelè, Guido Gravame, Igor Koller, Ivano Zanetti, Lea Karam, Luigi Filocamo, Massimo Cappuccio, Niccolo Parigini, Omar Oprandi, Pietro Dal Pra, Roberto Capucciati, Steve McClure

© direzioneverticale.it

Versante Sud Srl Via Rosso di San Secondo, 1 – 20134 Milano tel. +39 02 7490163 versantesud@versantesud.it info@up–climbing.com

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