di esplorare anche qualcos’altro: Pretipizio, Cucù, eccetera. Queste esplorazioni portano al tracciamento di molte vie rimaste incompiute e che ora sono in fase di lento completamento. Verso la fine del millennio Eugenio Cipriani con suoi compagni traccia alcune vie sulla prima parete della Val di Scala: roccia stupenda, attacco in tre quarti d’ora partendo dalla strada. Le vie sono state aperte in stile classico con tratti in artificiale e successivamente liberate con difficoltà fino al 7c. Nonostante il carattere sportivo degli itinerari, il Turgiòn rimane una parete alpinistica e come tale va considerata, si invita all’uso del casco ed è sicuramente sconsigliabile prendersi un bel temporale, in modo particolare al Boal dei Salti dove il canalone può trascinare sassi e tronchi. Vista la quota relativamente bassa e la favorevole esposizione si può arrampicare tutto l’anno ma è consigliabile naturalmente evitare i periodi troppo freddi o nevosi e le giornate più calde dell’estate.
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Torri di Fierollo
Cauriòl-Colbricon Queste cime sono rimaste per molto tempo pressoché ignorate dagli alpinisti a causa della loro vicinanza alle Dolomiti e per la relativa brevità delle loro pareti. A parte due vie realizzate nel 1967 da G. Zortea e R. Loss sulla parete nord del Piccolo Cauriòl e qualche via alla Tognazza, solo a partire dalla fine degli anni 80 ci sarà qualche esplorazione, grazie a Ruggero Daniele e Giacomo e renzo Corona in Colbricòn/Ceremana e a Aldo Leviti, il quale pur girovagando nel gruppo (Tognazza, Cima d’Asta e Rava) compie le maggiori realizzazioni sul Cauriòl. Per il Colbricòn bisognerà paradossalmente attendere fino a dopo il 2000, quando Francesco Pompoli, spesso in vacanza a San Martino, intuisce la potenzialità alpinistica di queste pareti e realizza con vari compagni alcune vie interessanti.