
PIACENZA - SAMUELE MAZZOLINI
PIACENZA - SAMUELE MAZZOLINI
Arrampicate classiche e moderne tra il 6c e l’8a
Prima edizione Maggio 2025
ISBN 978 88 55471 86 2
Copyright © 2025 VERSANTE SUD – Milano, via Rosso di San Secondo, 1. Tel. +39 02 7490163 www.versantesud.it
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
Copertina
Testi
Disegni
Fotografie
Cartine
Simbologia
Impaginazione
Stampa
Guida fatta da autori che vivono e l’arrampicatasviluppano sul territorio
Cosa significa?
Simon Gietl su Stigmata al Sasso della Croce © M. Mocellin
Samuele Mazzolini, Francesco Piacenza
Samuele Mazzolini
Samuele Mazzolini, Francesco Piacenza
Tommaso Bacciocchi © Mapbox, © Open Street Map
Tommaso Bacciocchi
Francesco Rioda
Tipolitografia Pagani – Passirano (BS), Italia
È una guida a KM ZERO!
Che è più sana e ha più sapore, perché fatta da arrampicatori locali.
Come i pomodori a Km 0?
Certo! E la genuinità non è un’opinione.
Gli autori locali fanno bene a chi scala: – hanno le notizie più fresche e più aggiornate; – non rifilano solo gli spot più commerciali; – reinvestono il ricavato in nuove falesie.
Gli autori locali fanno bene al territorio: – pubblicano col buonsenso di chi ama il proprio territorio; – sono attenti a promuovere tutte le località; – sono in rete con la realtà locale. E infine la cosa più importante: sulle loro rocce, c’è un pezzetto del loro cuore
Nota
L’arrampicata è uno sport potenzialmente pericoloso, chi la pratica lo fa a suo rischio e pericolo.
Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi scalata.
Guida fatta da autori che vivono e sviluppano l’arrampicata sul territorio
Il 2% del ricavato di questa guida viene reinvestito in materiale per attrezzare vie e falesie
Arrampicate alpinistiche e sportive dal 6c all’8a
02. Cima Paganella Il re del Brenta
03. Cima Cee Appigli dispersi
04. Cima Cee La linea del tempo
05. Pilastro dell’Orso Attriti verticali... zero
08. Cima Susat Innocenti evasioni
09. Cima Susat Il canto delle sirene
10. Cima Susat C’era una volta il West 56
11. Cima Ghez Zigo zago
13. Campanile Basso Attraverso il tempo
14. Campanile Basso Rovereto
15. Crozzon di Brenta Spes ultima dea 76 Poker d’Assi 81
16. Cima Dagnola Fisioterapia d’urto 82
17. Croz del Giovan The shark 86
18. Croz del Giovan Bonobo 86
SASSO DELLA CROCE - SCOTONI
19. Sasso della Croce Stigmata 96 La parete nascosta 98
20. Sasso della Croce Loss lei, heb schun 104
21. Sasso della Croce Mephisto 110
22. Sasso della Croce Menhir 112
23. Sasso della Croce La Perla preziosa 116
24. Sasso della Croce Precht-Wenger 120
25. Cima Scotoni Skotonata Galactika 123
26. Cima Scotoni Can you hear me? 124 Can you hear me? 128
GRUPPO ODLE-PUEZ
27. Sass Ciampac Rien ne va plus
28. Sass Ciampac La giraffa 140
GRUPPO DEL SELLA
29. Torre delle Mesules Est Plitschka 144
30. Torre delle Mesules Est Diamante 148
31. Torre delle Mesules Est Dolomieu 152
32. Torre delle Mesules Ovest Der Tod und das Mädchen ........ 154 L’asciutto è uno stato d’animo 156
33. Seconda Torre del Sella Fata morgana 158
34. Piz Ciavazes Parmigiano reggiano 160
35. Piz da Lech de Boè Weg durch das saxophon 166 Musica in parete 170
36. Sass Pordoi, Punta de Soel Powerbank 172
37. Tofana di Rozes Sognando l’aurora . 182
38. Tofana di Rozes Gilles Villeneuve 184
39. Tofana di Rozes Da Pozzo vecchio pazzo 186
40. Tofana di Rozes Compagni di merenda 190
41. Tofana di Rozes Good Bye 1999 190
42. Tofana di Rozes I gladiatori 194
43. Lastoni di Formin
Excusez-moi... la va de qua? 198
44. Lastoni di Formin Zoe 202
45. Lastoni di Formin Spiderman 204
Lastoni di Formin, un balcone
sulle Dolomiti e sull’anima . . . . . . .
46. Pomagagnon Solstizio d’estate 210 Il sogno di “Simo” 214
47. Cima Grande di Lavaredo ISO 2000 218
48. Cima Grande di Lavaredo Das Phantom der Zinne
Das Phantom der Zinne
49. Cima Ovest di Lavaredo Alpenliebe
50. Cima Piccola di Lavaredo Muro Giallo (Gelbe Mauer)
51. Cima Piccola di Lavaredo
Ötzi trifft Yeti 236
52. Cima Piccolissima di Lavaredo Da Corte Vecchino Aldo Nobile 238
Elogio dell’arrampicarsi 242
LA VALLE AGORDINA 244
53. Sasso di Toanella Libidine grigia ... 247
Libidine Grigia 250
Pale di San Martino 252
54. Mulaz Magic line per Sofia 254
55. Mulaz Magia nera 258
Magia Nera 259
56. Cima Canali Skyluke for Alex 260 Moiazza 264
57. Pala delle Masenade Sergio Arban 266
58. Cima Gianni Costantini
Non ti fidar di me se il cuor ti manca 270
Agner 276
59. P.ta Frassenè A cena col siringa 278
60. P.ta Frassenè Fernanda salta in branda 282
61. P.ta Frassenè Territorio di caccia 286
62. P.ta Frassenè Filtro magico 288
Filtro magico 290
63. Spiz d’Agner Sud, P.ta Frassenè
Felicità a momenti 292
Cercando la felicità… sull’Agner! 296 Civetta .............................. 298
64. Torre Venezia Rondò Veneziano 300
Rondò veneziano 304
65. Spallone del Bancon Angelo Tollio 306 Angelo Tollio 310
66. Torre Trieste Donnafugata 314
La corda invisibile, due giorni
sulla Torre Trieste 320
67. Torre Trieste Enigma 322
68. Punta Tissi Capitan Sky-Hook 326
Capitan Sky-Hook 330
69. Punta Tissi W Mexico Cabrones 332 W Mexico Cabrones 334
70. Punta Tissi Colonne d’Ercole 336
71. Torre d’Alleghe Bellenzier 342
72. Pan di Zucchero Tuyaux de Poêle 346
MARMOLADA - VALLACCIA 350
73. Cime d’Auta Spirit 352 Le premesse, le promesse e la relatività del tempo 356
74. Val San Nicolò, Maerins Tuoni e fulmini
Un piano B ben riuscito
75. Vallaccia, Torre di Mezzaluna Giallo dream
76. Vallaccia, Torre di Mezzaluna Mururoa
Mururoa e un appuntamento rimandato
77. Vallaccia, Piramide Armani
Il canto del cigno
Il canto del cigno
78. Vallaccia, Piramide Armani
Esiste un’altra vita
79. Vallaccia, Piramide Armani
Via dei 5 muri
80. Piz Meda Quattro tiri per quattro ricordi
81. Piz Meda Pietra Libera
82. Marmolada Invisibilis
83. Marmolada Verso il pescione
il Pescione
di una drammatica vicenda finita
Roda di Vaèl Moulin
ascensione sulla parete
Spallone del Sassolungo Ennio Morricone
Piccolo Dain La rosa dei venti
Piccolo Dain Bortolo Fontana
Monte Casale Leoni in gabbia
Monte Colodri Guru Bassi
Monte Colodri Hammada .........
Monte Cimo Giochi di equilibrio
Castelpresina Destini incrociati ....
Castelpresina La Passione
Castelpresina Divina commedia ...
Castelpresina Uomini liberi
del Sarca, ritorno obbligato
Questa guida nasce dalla passione di due grandi amici, Samuele Mazzolini e Francesco Piacenza, il “fratello di Ancona”, come “Samu” ama dire. Determinante il rigore di Samuele, che ha percorso in Dolomiti moltissimi itinerari e di ognuno, appena dopo la ripetizione, ha formulato con esattezza la propria relazione. La notorietà di Samuele nella comunità arrampicatoria è cresciuta nel tempo ed egli è oramai riconosciuto come uno dei massimi esperti delle Dolomiti. Dopo i complimenti ricevuti e l’apprezzamento delle relazioni da parte degli amici, gli autori hanno iniziato a pensare alla formulazione di una guida che comprendesse sia le relazioni di Samuele delle vie più belle tra quelle ripetute, sia i racconti di Francesco per ogni via degna di essere ricordata, a testimonianza delle emozioni provate durante la salita. Nello svilupparsi della stesura hanno poi via via inserito più voci e narrazioni di altri protagonisti del panorama nazionale arrampicatorio. Questo connubio ha infine portato alla nascita di questo volume, che ha l’ambizione di essere una reale “guida” per coloro che si affacciano al verticale nelle Dolomiti su vie con difficoltà dal VII+ al X grado UIAA. Infatti, diversamente da altre guide della stessa Casa Editrice, questa include una selezione di vie ripetute dagli autori di carattere alpinistico e alpinistico-sportive di notevole impegno psicologico date le difficoltà obbligatorie sempre molto vicine a quelle massime.
Gli autori prediligono l’arrampicata libera obbligata, col tentativo di concatenare i tiri a vista ove possibile. Da ciò traspaiono nei racconti le emozioni che sono legate a quel tipo di intensità. Il vivo consiglio per i futuri ripetitori è di affrontare le vie presenti nel testo con un solido grado a vista almeno pari a quello obbligatorio.
Ci sono vie di notevole importanza alpinistica con alcuni tratti caratterizzati da roccia friabile e protezioni rarefatte. È per tale impegno psicofisico che gli autori suggeriscono di affrontare le vie con ampio margine tecnico.
Questa guida non presenta le vie più belle delle Dolomiti in assoluto ma quelle ritenute tra le più meritevoli della moltitudine di quelle ripetute.
Per questo tante altre bellissime vie non presenti devono considerarsi semplicemente “non ancora ripetute”.
Arnaldo Piacenza
Un gigantesco grazie a Francesco Piacenza, mio “fratello di Ancona”, amico e compagno di tante avventure, senza il quale questa guida non sarebbe mai stata possibile. E senza il quale le “crode” sarebbero state meno belle.
Un grazie particolare va a Ivo Maistrello, Diana Sbabo e Marco Davoli, che hanno collaborato alla guida e hanno dato una grandissima mano per le correzioni. Grazie ancora, siete stati preziosi.
Un altro grazie speciale va anche a Marco Della Nave, per le belle scalate insieme e per quelle che io e Francesco non siamo riusciti a ripetere.
Grazie a Nicola Tondini, Alessandro Beber, Alessandro Baù, Mirco Grasso, Simon Gietl, Christoph Hainz, Diego Toigo, Ivo Rabanser, Federica Mingolla, Omar Genuin e Sara Avoscan, insomma, grazie ai migliori scalatori in Dolomiti per aver partecipato alla guida con importanti contributi e informazioni.
Grazie a Stefano Menegardi, Alessio Gualdo, Alex Piazzalunga, con i quali mi scambiavo da tempo informazioni sulle vie e che hanno accettato immediatamente di collaborare.
Grazie a Simone Enei, amico, compagno di corda e fotografo sopraffino.
Grazie a Fabrizio Grimandi, Damiano Ortali e Leonardo Ronconi, per dire sempre sì alle mie proposte di scalate! Loro sanno che gli anziani vanno assecondati e badati.
Grazie a Giuseppe Babbi e Luca Leoni per le belle scalate insieme nel corso degli anni.
Grazie a Gianni Fantini per le correzioni e per il suo contributo.
Grazie a Tommaso Cardelli, per il suo importante contributo e per le belle giornate in Dolomiti.
Grazie a Marco Bozzetta: spero di scalare presto insieme!
Grazie a Filippo Nardi e Jacopo Biserni, per la bella via al Sassolungo e per le relative informazioni: andrò presto a ripeterla!
Grazie a Samuel Zeni, sempre pronto a fornire preziose informazioni.
Grazie a Maurizio Giordani e Manrico Dell’Agnola, autentiche leggende dell’alpinismo.
Grazie a Luigi Dal Re, per i bellissimi disegni.
Grazie a Francesco Rioda, che ha curato l’impaginazione di questa guida per Versante Sud: non lo conoscevo di persona ma è già nata un’amicizia. Inoltre un grande grazie a quanti hanno contribuito alla rilettura della guida, tra i quali Gianni Fantini, Leonardo Ronconi e Arnaldo Piacenza.
Grazie a Rolando Larcher e Luca Giupponi per le tante belle giornate di scalata che ci hanno regalato.
Grazie a tutti gli scalatori che hanno immaginato e realizzato gli splendidi itinerari raccolti in questo volume, senza i quali questa guida non sarebbe potuta esistere.
Infine, ma non ultimo, un grande grazie alle Sezione CAI di Cesena e a Claudio Montevecchi, per avermi iscritto nel lontano 1988 al corso roccia. A volte le cose succedono per caso e ti fanno stare meglio per una vita intera.
Samuele
trasferimento
5. V+ 30m 6 fix 1 cl
4.
3.
strapiombino nicchia
1. V+ 35m
sosta
spuntone
colate nere
rampa
fessura
strapiombi
cl
erba cl diedro
placca clessidra traverso
chiodo spit/fix
cengia
tetto diedro/fessura
terrazzino
Materiale: le misure dei friends suggeriti si riferiscono a quelle dei Friends camalot C4 Black Diamond. Per microfriends si intendono misure inferiori a 0,3. Il materiale elencato è suggerito ma non obbligatorio.
S1 Spittatura normale, come quella utilizzata in falesia. Distanza mai superiore ai 3-4m tra uno spit e l’altro. Lunghezza potenziale caduta qualche metro al massimo e volo senza conseguenze.
S2 Spittatura distanziata e tratti obbligatori tra le protezioni. Lunghezza potenziale caduta una decina di metri al massimo e volo senza conseguenze.
S3 Spittatura distanziata, passaggi quasi sempre obbligatori. Distanza tra gli spit anche superiore ai 5 metri, voli lunghi ma non eccessivamente pericolosi.
S4 Spittatura molto distanziata (oltre i 7 metri), passaggi obbligatori. Una caduta può potenzialmente provocare un infortunio.
S5 Spittatura oltre i 10m, passaggi obbligatori e tratti dove una caduta può sicuramente provocare un infortunio (caduta su terrazzi e cenge o al suolo).
S6 Spittatura solo parziale e posizionata lontano dai passaggi chiave, tratti molto lunghi, anche superiori ai 20m, in cui una caduta può avere conseguenze anche letali.
R1 Facilmente proteggibile con protezioni sempre solide, sicure e numerose. Limitati tratti obbligatori. Lunghezza potenziale caduta qualche metro e volo senza conseguenze.
R2 Mediamente proteggibile con protezioni sempre solide e sicure ma più rade. Tratti obbligatori tra le protezioni. Lunghezza potenziale caduta qualche metro al massimo e volo senza conseguenze.
R3 Difficilmente proteggibile con protezioni non sempre buone e distanti. Lunghi tratti obbligatori. Lunghezza potenziale caduta fino a 7-8 metri al massimo e volo con possibile infortunio.
R4 Difficilmente proteggibile con protezioni scarse o inaffidabili e/o distanti che terrebbero solo una piccola caduta. Lunghi tratti obbligatori. Lunghezza potenziale caduta fino a 15 metri con possibilità di fuoriuscita di ancoraggi e volo con probabile infortunio.
R5 Difficilmente proteggibile con protezioni scarse, inaffidabili e distanti che terrebbero solo una piccola caduta. Lunghi tratti obbligatori. Possibilità di lunghe cadute e di fuoriuscita di ancoraggi che può determinare un volo fino a terra con infortunio sicuro.
R6 Improteggibile se non per brevi e insignificanti tratti lontani dai passaggi chiave del tiro. Una eventuale caduta può avere conseguenze anche letali.
FR Grado in libera seguito tra parentesi dal grado obbligato più eventuale grado artificiale. Due esempi a lato.
UIAA Grado del passaggio più duro seguito tra parentesi dal grado obbligato più grado artificiale. Due esempi a lato.
7b (6a, A0 obbl.) 6c+ (6b obbl.)
VI (V+, A0 obbl.) V+ (IV, A1 obbl.)
Segnali terra-aria
OCCORRE SOCCORSO
Razzo o luce rossa
Tessuto rosso quadrato teso
OCCORRE SOCCORSO
Segnali terra-aria
Le Dolomiti (o gruppo) di Brenta sono una sottosezione delle Alpi Retiche meridionali, in provincia autonoma di Trento, l’unico gruppo dolomitico che si erge a occidente del fiume Adige. Il gruppo si estende per circa 40 chilometri in direzione nord – sud, e per circa 12 km da est ad ovest. L’intero gruppo del Brenta è compreso nel territorio del Parco naturale Adamello Brenta. La storia alpinistica del Gruppo risale al 1865, anno in cui Giuseppe Loss, di Caoria di Primiero, il 20 luglio 1865 raggiunse con sei compagni la vetta della Cima Tosa 3173m, la più alta cima del Gruppo di Brenta. Da più di un secolo il Brenta è una meta per alpinisti ed escursionisti che giungono da tutto il mondo, poiché offre una straordinaria varietà di ascensioni, percorsi attrezzati e sentieri, oltre a decine di rifugi e bivacchi in quota. Il Brenta è universalmente riconosciuto per la qualità delle salite su roccia da buona a ottima. Molteplici pagine di storia alpinistica dolomitica sono state scritte su queste pareti iconiche come ad esempio il Campanile Basso. Il Brenta a differenza di altri comprensori si caratterizza per l’ambiente remoto e selvaggio lontano dal via vai della strada.
01. Cima Paganella Happy ledge 16
02. Cima Paganella Il re del Brenta 22
03. Cima Cee Appigli dispersi 26
04. Cima Cee La linea del tempo 32
05. Pilastro dell’Orso Attriti verticali... zero 36
Val d’Ambiez
06. Le Tose Il gatto e la volpe 44
07. Le Tose Il paese dei balocchi 46
08. Cima Susat Innocenti evasioni 50
09. Cima Susat Il canto delle sirene 54
10. Cima Susat C’era una volta il West 56 11. Cima Ghez Zigo zago 58
12. Crozzon di Val d’Agola La Tanardite . 62
13. Campanile Basso Attraverso il tempo 68
14. Campanile Basso Rovereto 72
15. Crozzon di Brenta Spes ultima dea 76
16. Cima Dagnola Fisioterapia d’urto 82
17. Croz del Giovan The shark 86
18. Croz del Giovan Bonobo 86
La Paganella è una vetta che si trova in Provincia di Trento ed interessa i Comuni di Fai della Paganella, Andalo, Molveno, Terlago e Zambana. È la montagna che domina la città di Trento da nordovest. La sua storia alpinistica ha origine nel settembre del 1932, quando la cordata composta da Bruno Detassis, Gino Corrà e Nello Bianchini, insieme al cineoperatore Aldo Pedrotti, portano a termine la prima ascensione della direttissima della Paganella. Questa montagna ha vissuto un fiorente periodo di frequentazione alpinistica, soprattutto nel suo settore principale (la Roda), fino a quando è stata in funzione la funivia che dal fondovalle di Trento saliva fino in cima, rendendo facile e veloce l’accesso alla parete. Smantellata la funivia, vuoi per l’accesso più lungo e vuoi per la roccia non sempre solidissima, la parete è stata via via meno frequentata. Solo negli ultimi anni, grazie soprattutto alle aperture dei più noti alpinisti della zona, tra i quali Rolando Larcher, la parete ha visto pian piano ritornare gli arrampicatori, anche se è certo che non vi sarà mai il pericolo di trovare affollamento!
Dopo il paese di Fai della Paganella (TN) raggiungere la località Santel 1033m dove si parcheggia l’auto in un grande parcheggio.
R Larcher, N Sartori, 2014
Sviluppo: 330m
Difficoltà: 7c+ (7b obbl.) / S3
Esposizione: Est
Materiale: 11 rinvii, 2 friends n.0,75 e n.0,50 BD, serie di microfriends.
Arrampicata libera molto impegnativa e atletica. Le difficoltà continue e l’obbligatorietà dei passaggi richiedono un solido livello a vista di 7b. Molto bello l’ambiente. Prestare attenzione dopo le giornate piovose a causa della formazione di colate d’acqua.
Avvicinamento: dal parcheggio ci sono due possibilità: 1. a piedi per il sentiero SAT 602 fino alla Malga di Fai 1665m 1h30’, poi proseguire fino all’evidente forcella dove appare la parete, scendere il ripido
canale e, quasi in fondo, attraversare orizzontalmente a destra per roccette, per poi risalire brevemente all’evidente grotta dell’attacco. Da Santel in circa 1h45’, dalla Malga di Fai in 20 min.
2. In estate è possibile prendere la seggiovia SantelMeriz, si scende a quota 1447m, per proseguire a piedi lungo la pista da sci più a sinistra, che corrisponde sempre al sentiero SAT 602, raggiungendo la Malga di Fai in 30 min. Da qui come sopra.
Discesa: dall’uscita della via traversare brevemente fino a raggiungere una traccia che attraverso i mughi riporta a Malga di Fai (20-30 min).
D Sebastiani, V Chini, 1988
Sviluppo: 250m
Difficoltà: 7a (6c+ obbl.) / S3
Esposizione: Est
Materiale: 12 rinvii, cordini, microfriends
Bellissima arrampicata continua nelle difficoltà e psicologicamente impegnativa, presenta passaggi atletici e tecnici obbligati.
Avvicinamento: dal Rifugio Al Cacciatore si prosegue solo a piedi, sempre seguendo il segnavia 325, oppure in alternativa lungo la mulattiera 325/B e si raggiunge il Rifugio Agostini in circa 1 ora e 30 minuti con un dislivello di circa 600m. Dal Rif. Agostini si segue il sentiero che conduce alla Ferrata Castiglioni (321), deviando poi fino alla parete (30 min. ometto alla partenza). La via attacca nel punto più a destra della parete per un diedro fessurato.
Discesa: in doppia lungo la via o attraverso la Ferrata Castiglioni.
traccia di sentiero verso la Ferrata Castiglioni
NO facili rampe II II
6. 6b 40m
cengia (termine delle difficoltà, possibilie rientro in doppia)
placca nera cl cl
fessura aperta
5. 6c 40m
4. 7a 40m
3. 6c+/7a 30m
NO! cl
2. 6c 25m
bellissimo muro atletico a buchi
diedro tecnico
difficile muretto nero
passo difficile prima della sosta
placche gialle atletiche
strapiombino (singolo obbligato, tratto chiave)
diedrino aperto
placca non difficile placca
1. 5c 20m
placca diedro
10. 6b+ 30m
9. 6c 40m
8. 7a 30m
7. 5b 35m
6. 7a+ 25m
5. 6c 20m
4. 7c+ 40m
3. 7b 20m
2. 7a+ 25m
fine delle difficoltà
gradoni
muro di resistenza e strapiombo finale (tratti friabili)
traversi
friabile
singolo su strapiombo
ampia cengia pilastrino
singolo su strapiombo canale
placca di movimento
strapiombo
muro strapiombante di resistenza
tetto atletico
1. 6c+ 25m
placca tecnica
tetto atletico cengia cengia
strapiombo di resistenza con passo finale
tentativo Platter chiodi a pressione muro di resistenza
tentativo Tremolada sentiero
Il Pomagagnon è uno dei punti di riferimento degli alpinisti classici che si vogliono confrontare con una salita di quinto grado dallo sviluppo importante. Tale montagna è infatti molto frequentata per le tante ripetizioni dello Spigolo Jori a Punta Fiames. Recentemente la parete sud-ovest è stata anche valorizzata con l’apertura di Solstizio d’estate, una lunga via di stampo alpinistico con roccia in molti tratti “entusiasmante”. La lunghezza della via, l’avvicinamento e la lunga discesa, uniti al panorama mozzafiato e alla qualità della roccia, fanno di questo itinerario alpinistico una scalata di sicura soddisfazione.
Il punto di partenza per questo itinerario è il parcheggio dell’Istituto Medico Putti, situato poco sopra Cortina d’Ampezzo. Provenendo da Cortina verso Dobbiaco lungo la statale 51, si noterà, prima di uscire dal paese, l’ indicazione posta sul lato destro della strada. Salire con alcuni tornanti la strada asfaltata e raggiungere il parcheggio dell’Istituto Putti (località Codivilla).
L Alverà, F Michielli, R Fantina, 2020
Sviluppo: 900m
Difficoltà: VII+ (VII obbl.) / RS3
Esposizione: Sud-Ovest
Materiale: 15 rinvii, serie di friends fino al n.3 BD e serie di microfriends.
Lunga e bella arrampicata libera di stampo alpinistico, pur essendo stato aperta con chiodi e fix, che sale la grande parete del Pomagagnon lungo una linea di roccia bella e solida, con un po‘ di detrito solo nelle cenge e nei tratti più facili. L’ambiente è molto bello e la scalata mai estrema e di sicura soddisfazione.
Avvicinamento: imboccare una stradina dietro l’Istituto Putti (1357m), che sale in direzione nord-est verso l’evidente parete del Pomagagnon, fino ad intercettare il sentiero n.211, che è una ampia strada forestale. Seguirla in salita e imboccare il secondo sentiero che piega verso nord in direzione della Ferrata Terza cengia (1640m). Dopo aver attraversato il secondo di due canali, girare a destra per una cresta di mughi (ometti) e poi per un canalino in direzione della parete. Superata la quota della Prima Cengia uscire dal canale e dirigersi verso la fessura che caratterizza il primo e secondo tiro della via. L’attacco è in corrispondenza di una placca appoggiata (ometto); 1 ora e 15 minuti circa.
Discesa: due opzioni.
1. Questa discesa è quella consigliata, più facile e più veloce, ma non riporta al luogo di partenza; è per-
tanto necessario prevedere una seconda macchina in località Ospitale. Dall’ultima sosta della via scendere una placca liscia di una decina di metri (possibilità di assicurarsi in sosta) e poi per cengia e facili rocce aggirare la cresta in direzione sud (II). Arrivati quindi sul versante nord-est del Pomagagnon scendere fino alle sue pendici per ghiaioni e prati (passi di I e II grado), puntando al canale torrentizio di sinistra. Seguire quest’ultimo fino alla strada forestale di Val Padeon (n.203) e per questa in breve alla statale 51 Alemagna, in località Ospitale (1h30’ circa).
2. Questa discesa richiede un buon orientamento, pertanto non è da sottovalutare ed è da evitare assolutamente in caso di maltempo o nebbia. Si segue l’opzione 1) per circa 400m di dislivello (10-15 minuti) fino a che non si nota un facile canale detritico sulla sinistra. Seguire il canale (caratteristico passaggio sotto a masso incastrato) fino a una prima forcella, scendere pochi metri per evidenti tracce di camosci e raggiungere con un altro canale una seconda forcella pochi metri più alta (grande mugo). Continuare perdendo meno quota possibile e passando sopra a radi mughi; finiti i mughi recuperare leggermente quota e puntare ad un’altra macchia di mughi. Risalire un evidente diedrino di cinque metri (III+, roccia friabile) e arrivare ad una comoda cengia (ometto). Seguire la cengia verso nord per una trentina di metri fino alla sua interruzione e salire una placca esposta (III+) fino ad uno spigolo con una grossa clessidra gialla (possibilità di assicurazione e ometto). Aggirare lo spigolo, attraversare il canale e puntare ad
un alberello secco sulla cresta successiva. Salire la cresta per erbe e ghiaie per qualche metro fino a una cengia diagonale, che va seguita fino ad un canale (ometti), disceso il quale si guadagna un ancoraggio
(fix con cordone). Calarsi 60m e raggiungere il ghiaione sottostante, che, seguito in diagonale, porta sino alla Forcella Pomagagnon; da qui per sentiero ritornare al parcheggio dell’Istituto Putti (2h30’ circa).
lama instabile
libro di via
atletica
fessura obliqua fessura erbosa placca
placca grigia placca
traverso delicato
bellissima placca con passo delicato
detrito, attenzione!
passo singolo per uscire dal tetto
uscire dal canale poco dopo la sosta canale con detrito canale
9. 5c 35m
4 fix
8. 7b 30m
6 fix
7. 7a+ 25m
5 fix
6. 7c 35m
9 fix
5. 7a+ 25m
6 fix
4. 7b/c 20m
6 fix
3. 8a 25m
8 fix
2. 7b/c 20m
6 fix
1. 6a 30m
6 fix
Via dei bambini
spigolo
fine delle difficoltà
singolo di dita in allungo
traversino tecnico
placca a manette
passaggio tecnico su buchi e tacche
strapiombo
muro giallo gialli
passo singolo prima della sosta
traverso in discesa
traverso delicato su piccoli buchi (tratto chiave)
continuità su buchi
calata fuori via progetto
breve salto roccioso con cordino per entrare nel canale che conduce alla sosta (II, 30m)
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