retail&food 04 2022

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Il tempo in “casa” aumenta, le vendite corrono veloci

Da Action a dm, da Kasanova a Portobello, sfida a tutto campo Zoia (CNCC): 2022 anno di svolta Primark, sale il sipario su Milano centro Preda (QSRP): O’ Tacos è solo il primo passo

Aprile 2022

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EDITORIALE

PARLARE DI RISTORAZIONE È IMPORTANTE, PER TUTTI A inizio giugno a Milano si terrà “Ristorazione 2022”, l’evento biennale organizzato dalla rivista Ristorando, pubblicata dalla nostra casa editrice. L’iniziativa riunisce per due giorni un centinaio di relatori e oltre 1.500 partecipanti, suddivisi in una quindicina di convegni, a tema ristorazione organizzata: collettiva (mense), commerciale (catene), in concessione (autostrade, aeroporti, stazioni). Tante aziende e brand che forniscono milioni di pasti ogni giorno. I vertici delle aziende impegnate in questi ambiti, si presteranno a condividere ragionamenti, esperienze, strategie davanti a una platea di professionisti: colleghi, landlord, investitori, amministratori pubblici, fornitori, consulenti. Al convegno di apertura interverranno i vertici delle associazioni di categoria, FIPE-Confcommercio, AIGRIM, Angem ma anche il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio che coordina la politica economica, on. Bruno Tabacci, a testimoniare l’attenzione che la politica, ai suoi più alti livelli, ha cominciato a dedicare al nostro settore. Per quanto riguarda la ristorazione commerciale e in concessione saranno due i momenti più importanti, quello organizzato dal Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (CNCC), Roberto Bramati, per il pomeriggio di giovedì 9. E quello organizzato da r&f con l’Associazione Imprese Grande Ristorazione Multilocalizzate (AIGRIM), previsto per la mattina di venerdì 10 e dedicato all’attrazione dei talenti e alla ricerca di marginalità, temi di stringente attualità. Ecco perché Ristorazione 2022 sarà un momento imprescindibile per riflettere su cosa sarà la ristorazione organizzata nei prossimi anni e cosa potrà dare alle nostre attività. Vi aspettiamo, il 9-10 giugno a Milano.

Andrea Aiello

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Anno 17 · numero 4 - aprile 2022

INFORMARSI È UN BENE, NON FARLO MALE: LEGGI RETAIL&food RETAIL&food è l’unica rivista italiana specializzata nel travel retail, un settore in forte crescita e con buone prospettive di sviluppo anche per i prossimi anni. Inoltre R&f è uno dei mezzi più apprezzati e consultati da retailers e operatori attivi in outlet e centri commerciali. Con oltre 10.000 lettori a numero, una presenza qualificata presso tutte le fiere di settore.

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4

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News

SOMMARIO

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News Opening

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News | Servizi e fornitori

Cambi di Poltrona

20

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World Travel Retail

Sostenibilità

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News International

TREND | Consegne Delivery, sfida all’ultimo minuto

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Vetrina

22 26 28 31 32 36

BRAND | Analysis QSRP: “Con O’Tacos siamo solo all’inizio” CONSUMI | Trend La casa spinge il retail MISTERY | Food “Ripiene”, al Centro di Arese CENTRI COMMERCIALI | Intervista Roberto Zoia: “Il 2022 sarà l’anno della svolta” RETAIL | Sviluppi Primark a Milano. “Ci vediamo in centro”

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RISTORAZIONE | Analisi Risto-retail, rivoluzione (per ora) mancata

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GDO | Numeri Conad al top, ma Esselunga è regina di utili OUTLET | Contratti Affitto ramo d’azienda: nodo irrisolto VENDITE | Nuovi canali Va ora in onda lo shopping RUBRICHE IMMOBILIARE | Ripresa Il real estate risale la china TRAVEL | Aeroporti Incertezza nei cieli nuovi equilibri a terra ANALISI | Bilancio Geox, strategia ok e conti in ripresa

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Stock options Rubrica legale In buona company Dal tabaccaio Duty free world New markets outlook

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NEWS

IGD RECUPERA GLI INGRESSI e chiude il 2021 in crescita Dopo una prima parte del 2021 in difficoltà per le restrizioni Covid, IGD Siiq recupera nel secondo semestre e chiude l’anno con un risultato netto positivo. La società quotata al segmento STAR ha comunicato di aver chiuso il bilancio 2021 con i ricavi da attività locativa netti saliti a 118,5 milioni di euro, l’utile netto ricorrente (FFO) a 64,7 milioni di euro (+9,2%) e l’utile netto del gruppo a 52,8 milioni di euro. Per il 2022, il gruppo stima una crescita in un intervallo compreso tra +9% e +10%. Nel periodo giugno-dicembre 2021 i centri commerciali del portfolio hanno registrato un fatturato sostanzialmente in linea con il 2019, recuperando l’84% degli ingressi. Nonostante un’operatività fortemente limitata dalle restrizioni Covid nei primi mesi del 2021, con il ritorno alla piena operatività dei centri commerciali gli andamenti operativi hanno mostrato forti segnali di recupero. Tra le varie categorie merceologiche, IGD sottolinea l’ottimo andamento di elettronica e beni per la casa che risultano in incremento rispetto al 2019. Tra le categorie che hanno avuto più difficoltà c’è, invece, la ristorazione, settore sul quale hanno pesano le misure restrittive imposte nella prima parte dell’anno.

STOCK OPTIONS

BUY

NEUTRAL

SELL

NIKE

H&M

GAMESTOP

Il colosso delle calzature sportive ha pubblicato un’ottima trimestrale, con chiusura al 28 febbraio, con ricavi per 10,9 miliardi di dollari, in crescita dell’8% a cambi costanti, grazie soprattutto al marchio Nike, mentre Converse risulta in leggera flessione. I ricavi sono leggermente superiori rispetto alle stime degli analisti. L’utile netto è 1,4 miliardi di dollari.

Il gigante del fast fashion chiude il primo trimestre del 2022 con un incremento a doppia cifra delle vendite, in linea con le attese degli analisti. Vendite nette a 4,6 miliardi di euro (+23%). Il mercato ha reagito freddamente ai conti, sia perché le vendite ricalcano fedelmente la previsione, sia per gli effetti che la recente crisi in Ucraina potrebbe avere sul resto dell’anno.

Ancora in altalena il titolo di Gamestop. A far storcere il naso ai mercati i conti del primo trimestre, che terminava il 29 gennaio, con ricavi che sono saliti fino a 2,25 miliardi di dollari, ma a fronte di un risultato negativo netto per 147.5 milioni. Nello stesso periodo dell’anno precedente la società aveva chiuso in positivo per 80.5 milioni.

FILA

ALIBABA

BOEING

La società ha chiuso il 2021 con un utile netto pari a 42,5 milioni di euro, in crescita dell’84,3% rispetto ai 23,1 milioni dell’anno precedente, grazie principalmente al miglioramento del risultato della gestione operativa e finanziaria. I ricavi si attestano a 653, 5 milioni (+7,5%), con performance positive segnalate soprattutto in Europa e Nord America.

Il grande operatore e-commerce, quotato a Hong Kong, ha beneficiato di un balzo del titolo nelle scorse sedute, anche se questo non è dovuto ai risultati economici, ma a un robusto piano di “buy back” di azioni deciso dal cda, così da sostenere la fiducia degli investitori. Lo scorso anno, Alibaba aveva subito una multa antitrust in terra cinese da 2,8 miliardi di dollari.

Il titolo Boeing ha pagato l’incidente avvenuto in Cina, costato la vita a 132 persone, dove un aereo della China Eastern è precipito nel volo verso Guangzhou. Il velivolo non faceva parte della nuova serie dei Boeing 737 “Max” che avevano già causato problemi, quindi sono scattate parziali ricoperture sul titolo.

AEFFE

TOD’S

GIGLIO.COM

Il gruppo di moda, che controlla marchi come Moschino, ha chiuso il 2021 riportando un utile netto (adjusted) di 2,6 milioni di euro, che ribalta il risultato in rosso dell’anno precedente, negativo per 16,3 milioni. In salita del 20,8% i ricavi, che si attestano a 324,6 milioni, con un Ebitda di 35,3 milioni.

Il gruppo di Diego Della Valle ha chiuso l’esercizio 2021 con un risultato netto consolidato negativo per 5,9 milioni di euro, in rosso ma in deciso miglioramento rispetto alla perdita di 73,2 milioni del 2020. I ricavi complessivi, a 883 milioni, sostanzialmente hanno ripreso i livello del 2019 (-3,5%). Il patrimonio netto del gruppo è pari a 998,5 milioni (1.007,2 nel 2020).

Giglio.com ha chiuso il 2021 registrando una perdita netta di 2,9 milioni di euro, che si allarga rispetto ai -0,6 milioni del 2020. I ricavi delle vendite e delle prestazioni si attestano a 37,9 milioni (+55%). L’Ebitda adjusted è negativo per 1,3 milioni, contro il pareggio del 2020). L’azienda informa di essere esposta in maniera del tutto marginale rispetto alla crisi russo-ucraina.

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NEWS

SCARPE&SCARPE: L’87% DEI CREDITORI approva la proposta concordata

Il Consiglio di Amministrazione di Scarpe & Scarpe (controllata da Sagi Holding S.p.A. della famiglia Pettenuzzo) ha comunicato che i commissari giudiziali hanno attestato l’approvazione della proposta di concordato in continuità aziendale (depositata in Tribunale lo scorso 10 dicembre 2021) con circa l’87% dei voti favorevoli. Il piano concordatario propone il rimborso integrale dei creditori privilegiati, l’adempimento della proposta di transazione fiscale e contributiva e un rimborso fisso per i creditori chirografari pari al 16%, oltre a un possibile earn-out per un ulteriore 4%, basato sulla performance economico-finanziaria della società nell’ultimo anno di piano, e un 2% circa proveniente dalla vendita dei beni messi a disposizione dai precedenti amministratori. “Nonostante il contesto di mercato fortemente perturbato, stiamo iniziando a vedere i primi frutti del progetto di risanamento strategico e operativo avviato nel giugno 2020. Il risultato del voto dei creditori ci porta a considerare con ottimismo la prospettiva dell’omologa del concordato”, ha dichiarato l’ad Cristiano Portas.

IL 2021 DI NEINVER TORNA ai livelli pre-Covid I numeri del 2021 segnano un netto recupero per i centri outlet Neinver, in particolare durante la seconda metà dell’anno in concomitanza con l’allentamento delle restrizioni. Nel corso dell’anno la società ha registrato oltre 909 milioni di euro di vendite da parte dei brand presenti in tutti i 17 centri del proprio portfolio, con un incremento del 24% like for like rispetto al 2020, e ha accolto più di 35 milioni di visitatori nell’arco dell’anno, con una crescita like for like pari al 16%. Nel secondo semestre 2021 l’affluenza si è attestata all’88% del corrispondente periodo pre-pandemico 2019, mentre le vendite dei brand presenti negli outlet in portfolio hanno registrato performance leggermente superiori ai livelli del 2019, grazie ad una forte ripresa concentrata soprattutto nel terzo trimestre, a conferma di uno slancio positivo in corso. I centri di Neinver continuano a registrare una forte domanda e un’intensa attività di locazione, con 352 contratti siglati (ex novo o rinnovi) negli ultimi 12 mesi. Complessivamente, il tasso di occupazione rimane elevato, attestandosi a fine anno al 95%.

PRADERA LANCIA la sua Sicaf “retail” Pradera Management Italy lancia una Sicaf per investire nel retail, con in portafoglio due centri commerciali, ceduti a gennaio da Kryalos. È operativa Pradera Real Estate Investment Sicaf spa (Prei Spa), di cui Pradera Management detiene il 92% del capitale, mentre la quota restante è del fondo americano Crestline. Il nuovo veicolo nasce appositamente per stimolare investimenti nel retail da parte di investitori professionali. La gestione del portafoglio è stata affidata alla lussemburghese TMF Fund Management Sa (gestore di fondi alternativi). Questo passo, di fatto, propone Pradera sul mercato come advisor, al di là della consueta attività di gestione per conto terzi. La Sicaf parte con due asset in portafoglio, i centri commerciali il Ducale di Vigevano e il Costaverde di Montenero di Bisaccia, che in precedenza appartenevano al fondo Chronos, gestito da Kryalos sgr. Pradera ha già in corso alcune due diligence per altri potenziali investimenti, di valori compresi fra 15 e 50 milioni di euro.

IMMOFINANZ ACQUISISCE il Terminal Nord di Udine Immofinanz, proprietaria del marchio Stop Shop, conclude l’acquisizione di Terminal Nord, il retail park di Udine con 33.000 mq GLA e oltre 35 tenant. Per il colosso immobiliare viennese si tratta della seconda operazione in Italia e fa parte di un piano di sviluppo a lungo termine nel nostro Paese. “I nostri piani prevedono dieci sedi in Italia, con un volume di investimento fino a 250 milioni di euro entro il 2024″, ha spiegato l’amministratore delegato Dietmar Reindl. Già nel 2021 la società immobiliare austriaca, specializzata in privati e commerciali, aveva acquistato dal fondo americano Barings Real Estate Advisers per 35 milioni di euro il centro commerciale Parco Fiore di San Fior (Treviso), primo Stop Shop in Italia. Il portafoglio del gruppo ha un valore di circa 5 miliardi di euro, copre circa 210 immobili e, al momento, comprende 99 retail park con circa 750.000 mq di superficie commerciale in dieci paesi: Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Serbia, Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Croazia, Italia e Romania. pag. 5 | retail&food | Aprile 2022


NEWS

CIGIERRE LANCIA A MILANO la sua prima cloud kitchen Cigierre avvia a Milano il suo primo progetto di cloud kitchen e diversifica ancora una volta la sua offerta. L’esperienza sarà totalmente digitale, dai pagamenti alla consegna, e vedrà coinvolti due brand del gruppo: Old Wild West Express e Il Padellino. I clienti potranno ordinare i prodotti delle due insegne attraverso i principali partner di delivery presenti in città. A fornire gli spazi di cucina e parte del servizio di logistica sarà invece Cooklane, azienda specializzata nella progettazione, commercializzazione e gestione di cucine professionali dedicate al mondo del delivery. Con questo primo progetto di cloud kitchen, Cigierre – proprietaria anche di Temakinho e Pizzikotto – testa un nuovo strumento per rispondere alla crescente richiesta di asporto e delivery, settore che per l’azienda è passato dal rappresentare il 6% delle vendite prima della pandemia, fino ad arrivare al 17% a giugno 2021.

IL PIANO PIZZIUM per altri 20 locali Pizzium, il format di pizzerie napoletane che ha esordito nel 2017 a Milano, lancia un piano di espansione per il biennio 2022-23. “Abbiamo in programma di raddoppiare la dimensione attuale con l’apertura di almeno 20 nuove pizzerie, rafforzando la presenza nelle aree in cui abbiamo già dei punti vendita e portando il marchio anche in nuove città” ha affermato Stefano Saturnino, amministratore delegato e fondatore della catena insieme a Nanni Arbellini. Oggi Pizzium conta su 24 ristoranti, di cui 7 a Milano. Nel 2021 sono state inaugurate 4 nuove pizzerie in Piemonte, Emilia Romagna, Lazio e Lombardia. Per quanto riguarda la società, Pizzium comunica di aver chiuso il 2021 con un giro d’affari in crescita del 25% sul 2020 e un margine operativo lordo del 20%.

AMI POKÉ CHIUDE UN ROUND da 1,3 milioni La startup Ami Poké chiude la campagna di crowdfunding su Mamacrowd raccogliendo 1,3 milioni di euro di capitale e raggiungendo una post-money valuation di oltre 11 milioni di euro. Grazie ai capitali raccolti tramite la campagna di equity crowdfunding, il brand punterà a un ulteriore sviluppo degli store a Roma e nel resto d’Italia con l’obiettivo di aprire 26 nuovi locali entro il 2024. La strategia di crescita prevede un’espansione a cerchi concentrici in zone ad alta densità commerciale e un approccio mirato su centri commerciali, travel retail e l’apertura di flagship store a Milano. La catena prevede di raggiungere un fatturato di oltre 7 milioni di euro nel 2022 e di 19 milioni nel 2024, con un costante aumento della marginalità. L’insegna, fondata nel 2018 da Alessandro De Crescenzo e Riccardo Bellini, ha oggi un annual run rate di oltre 5 milioni di euro, con 7 locali su Roma, uno dei quali aperto di recente in Piazza dei Re di Roma.

PER ORIOCENTER nuove insegne e nuovo spot tv In attesa della ripresa del turismo internazionale, Oriocenter riparte e rinnova la proposta, ancora più mirata. Per il 2022, il mall di Orio prevede un ulteriore ampliamento dell’abbigliamento con l’arrivo di Falconeri che rafforza l’offerta premium del mall e di Champions, a riconferma del grande peso che lo sportswear ha acquisito nel paniere grazie alle nuove abitudini e stili di vita emersi durante la pandemia. È previsto un ulteriore ampliamento del negozio Nike. In primavera termineranno i lavori di restyling della Food Court storica che accoglierà i clienti nelle pause dallo shopping con nuovi arredi, 3 maxischermi e un nuovo impianto di ventilazione e condizionamento. Apriranno, inoltre, due nuovi ristoranti, Alice Pizza e Marcellino il Sarto del Panino. Per lanciare e descrivere la sua nuova proposta di intrattenimento e shopping, Oriocenter ha realizzato un spot, realizzato dallo studio di Giovanni Rossi, che mette al centro della narrazione l’unicità del mall. Il video sarà on air fino al 12 marzo sulle principali reti televisive nazionali.

ARRIVA IN ITALIA l’Arrotondamento Solidale di Worldcoo Worldcoo, l’azienda sociale che sviluppa canali di raccolta per aiutare le ONG a trovare i fondi, arriva in Italia e lancia l’Arrotondamento Solidale, il nuovo meccanismo di donazione che consente di arrotondare l’importo finale di spesa (con carta di credito) donando i centesimi restanti a un progetto sociale. Dalla sua implementazione - nel 2019 - ad oggi, sono stati già raccolti oltre sei milioni di euro che hanno finanziato più di 300 progetti sociali e di cooperazione realizzati per la maggior parte in Spagna. Worldcoo entra in Italia grazie ad accordi con diversi partner tecnologici tra i quali Adyen e Worldline. Grazie all’attivazione di questi nuovi canali di raccolta fondi, anche in Italia si avrà l’opportunità di collaborare a cause sociali, prestando un ulteriore supporto alle organizzazioni e associazioni no profit con cui Worldcoo ha già stretto accordi. Tra queste: Emergency, Oxfam, Jane Goodall Institute Italia, Save the Children, SOS Villaggi dei Bambini, Fondazone Telethon o AmbienteAcqua. pag. 6 | retail&food | Aprile 2022


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La Rubrica Legale a cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano

di Giulia Comparini

La vendita di beni con elementi digitali e le modifiche al Codice del Consumo. Cosa è cambiato per gli operatori dal 1° gennaio 2022? A partire dal 1° gennaio 2022 è entrato in vigore il Decreto Legislativo n.170/2021 che ha introdotto alcune rilevanti modifiche al Codice del Consumo. Il Decreto recepisce una delle direttive europee facenti parte del c.d. New Deal for Consumers, vale a dire di una serie di normative che hanno l’intento di rafforzare l’applicazione del diritto dell’UE in materia di tutela dei consumatori alla luce del crescente rischio di violazioni a livello europeo, nonché di modernizzare le norme dell’UE in questo campo in funzione dell’evoluzione del mercato.

dei requisiti di conformità previsti dalla norma. E infatti, non è più sufficiente per l’operatore dimostrare la conoscenza o la conoscibilità del difetto del bene da parte del consumatore al momento dell’acquisto. Al contrario, l’operatore dovrà ora provare di aver specificatamente informato il consumatore del fatto che una caratteristica particolare del bene si discostava dai requisiti di conformità e che il consumatore ha espressamente e separatamente accettato tale scostamento al momento della conclusione del contratto.

Il Decreto si occupa di contratti di vendita aventi come oggetto beni, intendendo con questo: qualsiasi bene mobile materiale anche da assemblare; qualsiasi bene mobile materiale che incorpora o è interconnesso con un contenuto digitale o un servizio digitale, in modo tale che la mancanza di detto contenuto digitale o servizio digitale impedirebbe lo svolgimento delle funzioni proprie del bene “beni con elementi digitali”; gli animali vivi. La vera novità è dunque la nozione di bene oggetto del Decreto, che si evolve fino a ricomprendere beni con elementi digitali, vale a dire quei beni che incorporano o sono interconnessi con un contenuto digitale o un servizio digitale, la mancanza del quale impedirebbe lo svolgimento delle funzioni del bene. Basti pensare a una cornice digitale, o ancora al Kindle utilizzato per la lettura, per comprendere pienamente il significato della nozione.

Anche la responsabilità del venditore assume una connotazione più ampia. Al riguardo, nel caso di vendita di beni con elementi digitali, il Decreto prevede l’obbligo, per il venditore, di tenere informato il consumatore circa gli aggiornamenti, anche di sicurezza, necessari per mantenere il bene conforme al contratto e di fornirgli tali aggiornamenti per il periodo di tempo che quest’ultimo può ragionevolmente aspettarsi o, laddove il contratto preveda una fornitura continua del contenuto digitale, per i due anni successivi all’acquisto (o anche per un periodo maggiore ove previsto dal contratto). In aggiunta, nell’ottica di favorire il consumatore, è stato eliminato l’obbligo di quest’ultimo di denunciare i vizi del bene acquistato entro due mesi dalla scoperta ed è stata estesa da sei mesi ad un anno la presunzione di esistenza di difetti di conformità del bene al momento della consegna, a meno che tale ipotesi non sia incompatibile con la natura del bene o con la natura del difetto di conformità.

Ma quali cambiamenti introduce il Decreto per gli operatori? Il Decreto ha comportato sostanziali modifiche al Codice del Consumo consistenti nella completa novella degli articoli dal 128 al 135 e l’inserimento di ulteriori articoli, dal 135 bis al 135 septies. I maggiori cambiamenti introdotti riguardano essenzialmente: i requisiti di conformità dei beni al contratto, la responsabilità del professionista e la garanzia convenzionale. I requisiti di conformità dei beni, seppure non drasticamente modificati, vengono suddivisi in due categorie: soggettivi, cioè afferenti allo specifico prodotto proposto dall’operatore, come ad esempio, la sussistenza di tutti gli accessori e le istruzioni, e oggettivi, riferiti al bene materiale genericamente inteso, ad esempio, avere le medesime caratteristiche in termini di durabilità, funzionalità, compatibilità che hanno beni dello stesso tipo. In base alle nuove disposizioni, si aggrava l’onere della prova del professionista laddove il bene venduto non soddisfi uno

Come detto, sono stati introdotti cambiamenti anche con riferimento alla garanzia convenzionale e agli obblighi da essa derivanti. E infatti, in precedenza, tale garanzia veniva fornita al consumatore su supporto durevole o per iscritto solo laddove egli ne facesse richiesta. La nuova disciplina dispone che tale garanzia debba essere fornita al consumatore su supporto durevole, al più tardi al momento della consegna dei beni, e che debba essere redatta in un linguaggio semplice e comprensibile. In aggiunta, se le condizioni stabilite nella garanzia convenzionale risultano meno vantaggiose per il consumatore rispetto alle condizioni stabilite nella relativa pubblicità, la garanzia convenzionale vincola il venditore secondo le condizioni stabilite nella pubblicità. Senza dubbio le modifiche in oggetto impongono una revisione, da parte degli operatori che non lo avessero ancora fatto, delle proprie condizioni di vendita, essendo necessario conformarsi alla nuova disciplina diretta a tutelare maggiormente i consumatori.

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NEWS

BRICOMAN DIVENTA TECNOMAT e amplia la rete Rebranding e piano di nuove aperture per Bricoman, società del fai da te e dei prodotti per costruzione e manutenzione. “Da tempo sognavamo un nome che potesse rafforzare la nostra identità sul mercato e aiutarci a essere ancora più vicini ai clienti”, ha spiegato nel corso di una conferenza stampa Maria Tamborra, amministratrice delegata di Bricoman Italia. Il nuovo nome scelto dai manager è Tecnomat. Da marzo, con l’apertura del punto vendita di Assemini (Ca), gradualmente tutti i punti vendita assumeranno il nuovo marchio. Per quanto riguarda l’espansione, il piano prevede 3 nuove aperture nel 2022 (Ravenna, Rimini e Capodrise in provincia di Caserta), 12 nuovi punti vendita nei prossimi tre anni, specialmente in Piemonte, Lazio, Lombardia e Sicilia, con un obiettivo di 40 negozi entro il 2024 e 70 entro il 2030. Ogni punto vendita, secondo dati forniti dall’impresa, occupa circa 150 persone con un fatturato medio che si aggira intorno ai 50 milioni di euro.

BRUNO (EURONICS) prenota Merlata Bloom Bruno spa, tra i soci fondatori di Euronics, prosegue il piano di espansione fuori dalla Sicilia con tre nuove aperture. L’azienda di origine catanese, fondata nel 1936 come negozio di grammofoni, nei prossimi mesi aprirà tre store a Treviso, Mantova e a Milano, in questo caso all’interno di Merlata Bloom, nel cuore dell’urban smart district che sta prendendo vita nell’area Nord Ovest del capoluogo. Queste aperture seguono quelle ravvicinate, già avvenute da inizio anno, a Udine Città Fiera, Carini e Agrigento Villaseta. Oggi Bruno spa, amministrata da Claudia Andronico e Diego Crisafulli, sviluppa un fatturato annuo di 400 milioni di euro, conta su 900 collaboratori e dispone di una rete di 31 punti vendita, nove dei quali fuori dalla Sicilia. Merlata Bloom è un progetto firmato Ceetrus Nhood, che dovrebbe aprire tra fine 2022 e la primavera 2023. Tra i marchi che vi prenderanno posto, già si conoscono alcuni nomi, come Levi’s, Tommy Hilfiger, Timberland, Napapijri, North Sails, Calvin Klein, Portobello.

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NEWS

ORIGINAL MARINES chiude il 2021 a +32% Original Marines, tra i leader italiani dell’abbigliamento bambini/ragazzi, ha chiuso il 2021 con 169 milioni di euro di ricavi, + 32% rispetto al 2020. Il margine operativo lordo ha raggiunto 18 milioni di euro. In linea con il trend di mercato, la crescita maggiore tra i canali di vendita è appannaggio dell’on line, balzato del 30% rispetto all’anno precedente. Sul fronte della rete, Original Marines nei 12 mesi passati ha aperto 25 nuovi negozi, con il totale dei punti vendita che ha superato quota 500 in Italia, fra diretti e affiliati. A questi vanno aggiunti i circa 150 all’estero. La società napoletana, presieduta da Antonio Di Vincenzo, si è rafforzata in modo particolare in Croazia e Slovenia e posto le basi per l’ingresso in Polonia e Macedonia.

NASCE DELIVEROO HOP, la spesa in 10 minuti Deliveroo lancia in Italia il suo nuovo servizio di consegna rapida di generi alimentari. Si chiama Deliveroo Hop e nasce dalla collaborazione con Carrefour. Grazie alla tecnologia del gruppo britannico (che consente il controllo dell’inventario in tempo reale) e alla veloce gestione del magazzino, il nuovo servizio promette di recapitare la spesa entro 10 minuti dall’ordine. Il primo store targato Deliveroo Hop ha aperto a Milano e per il momento le consegne rapide raggiungeranno solo i quartieri Duomo, Navigli, Colonne e Sant’Ambrogio. Ma il marchio ha già annunciato nuove aperture a Roma e in altre città italiane. “L’Italia è il primo mercato dopo il Regno Unito dove Deliveroo sta sviluppando questo servizio innovativo, a conferma dell’intenzione del gruppo di investire nel mercato italiano”, ha dichiarato Matteo Sarzana, GM di Deliveroo Italia. A livello globale, nella seconda metà del 2021 i generi alimentari hanno rappresentato per il marchio l’8% del GTV (gross transaction value, ovvero il valore lordo delle transazioni), attraverso oltre 11.000 negozi partner in 11 mercati.

IL “FOOD TO GO” AUTOSTRADALE di Eg anche a Torino Approda anche a Torino il “food to go” autostradale di Eg Italia, in collaborazione con Carrefour. Si tratta di una tappa dell’espansione in chiave travel retail di Eg Group, il brand che ha acquisito il controllo in Italia di circa 1.200 stazioni Esso Italiana. Il format “food-to-go” di Eg è arrivato in provincia di Torino, in tre stazioni di servizio a Frossasco, Moncalieri e Settimo Torinese. I convenience store godono di una partnership con Carrefour Italia e gli spazi interni sono stati curati da Rol Italia. Il progetto dei convenience store era partito l’estate scorsa con un punto vendita in Toscana, poi sono arrivate le aperture nell’area di Roncadelle (tangenziale di Brescia), adesso Torino. Oltre che con Carrefour, Eg Italia collabora anche con Caffè Vergnano per la parte bar. Ed ha avviato una partnership di franchising con Burger King.

METAVERSO: BENETTON ci prova davvero Durante la fashion week milanese, Benetton ha presentato “all’incontrario” il suo progetto di sbarco nel metaverso. Il colosso veneto, infatti, ha lavorato inizialmente sullo store fisico centralissimo di corso Vittorio Emanuele, allestito e ridisegnato secondo i colori e il design che caratterizzeranno in futuro il negozio “virtuale” del gruppo. Tramite esperienze di gaming gli utenti potranno acquisire dei “QR code”, tramutabili in acquisti nei negozi reali. Lo store sarà sulla piattaforma Roblox. Gli annunci relativi al metaverso, da parte di tanti brand mondiali, si sono moltiplicati negli ultimi mesi. Chipotle, con il lancio del suo spazio nel metaverso, ai primi 30.000 visitatori ha offerto voucher digitali che si sono tramutati in veri “buoni-burrito” da spendere al ristorante. Forever21, nel suo negozio virtuale ha venduto così tanti modelli di un particolare cappellino nero con la scritta del brand al centro (che ancora nel mondo reale non esiste), da convincersi a lanciarne la produzione e distribuzione entro la primavera. Nike a dicembre ha acquisito la società RTFKT (si pronuncia “artefact”) specializzata nella produzione di sneakers e streetwear che esistevano solo nel mondo digitale. pag. 10 | retail&food | Aprile 2022


SEZAMO ARRIVA IN ITALIA, prima tappa Milano Sezamo, la piattaforma specializzata nella vendita online di prodotti food e no food, parte del gruppo Rohlik, attivo in quattro Paesi europei (Repubblica Ceca, Ungheria, Austria e Germania), arriva in Italia con la prima apertura a Milano, con un servizio di consegna della spesa a domicilio sostenibile e sempre garantito in tre ore. Sezamo sta formando il suo head quarter ed è in fase di costruzione dei team operativi su Milano: oggi conta già su un team di circa 68 persone, con l’obiettivo di raggiungere le 200 persone entro la fine dell’anno. Fondato in Repubblica Ceca nel 2014, il gruppo Rohlik è stato finanziato con 290 milioni di euro nel 2021 e il suo fatturato ha superato i 300 milioni di euro nel 2020. Attualmente ha oltre 750.000 clienti in quattro mercati internazionali.

In Buona Company

di Beatrice Ramazzotti

La segretaria di direzione Genere prevalente: Femmina

Età media: 53 anni

Cosa sognava di fare:

MEDIAWORLD, nuovo “Tech Village” a Roma MediaWorld in Italia chiude il 2021 con 2,7 miliardi di ricavi, in crescita del 17,9% rispetto al 2020. Secondo quanto comunicato dall’azienda, crescono tutti i canali di vendita, anche se l’on line (in doppia cifra) registra la ripresa più rapida. L’Ebitda e l’utile netto aumentano rispettivamente dell’85% e del 198% rispetto all’anno precedente. Gli investimenti nel 2021 sono stati pari a 28,7 milioni di euro (+ 40%), concentrati sulla ristrutturazione di 17 punti vendita e sull’apertura di 3 nuovi negozi. Positiva anche la posizione finanziaria, per 214,8 milioni. La società, guidata in Italia da Luca Bradaschia, nel corso dell’anno proseguirà con la ristrutturazione dei punti vendita esistenti, almeno 20, e con l’apertura di nuovi store, sia nel formato Smart sia in quello Tech Village. Quest’ultimo, introdotto per la prima volta nel punto vendita di Milano Certosa nel 2020, vedrà nella seconda metà del 2022 l’introduzione di un secondo Tech Village a Roma.

Essere la persona più impeccabile dell’azienda. Capelli sempre freschi di parrucchiere, unghie perfette, vestiti di gran classe. Portamento elegante e stile iconico: l’immagine della segretaria anni ’50 che tutti abbiamo in testa, con la cornetta all’orecchio, la mano sull’agenda, un sorriso benevolo per capi, colleghi e visitatori esterni. Diventare la confidente di presidenti, vicepresidenti, direttori, mogli dei direttori. Conoscerne il lato umano, le vulnerabilità, gli aspetti più intimi. Capire dal primo sguardo mattutino se il fine settimana è andato storto e comportarsi di conseguenza. Dare consigli su case, scuole di danza, ristoranti, fisioterapisti, dentisti. Tirare su di morale colleghi e capi nei momenti di sconforto, diventare la prima persona a cui si rivolgono tutti per qualsiasi motivo. Sopravvivere in modo serafico a epoche, stili, tendenze e cambi di management.

Cosa fa in realtà: Tutto ciò che è elencato sopra, con la differenza che ha dovuto cedere alla sciarpa Desigual regalata dai colleghi e che, oltre al telefono fisso e all’agenda di carta, ha dovuto imparare velocemente come gestire Teams, Zoom e gli appuntamenti in clouds.

Il suo ufficio: Luminoso, colorato, profumato. Le immancabili orchidee sul davanzale, la foto dei figli (per ricordare a tutti che ha una vita privata), una scrivania ordinatissima, con tanti post-it colorati e la crema per le mani, il telefono fisso che non smette mai di squillare.

Pensiero latente: Il libro scritto dal Presidente in pensione non lo leggerà nessuno. Il libro scritto dalla segretaria (in pensione) del Presidente andrà a ruba.

pag. 11 | retail&food | Aprile 2022




NEWS

Dal Tabaccaio

JOHNNY ROCKETS si allarga nei capoluoghi

2030 Milano centro

Dopo l’esordio in sordina, sei locali in sei anni, il brand Johnny Rockets vuole allargarsi nei grandi capoluoghi. Il format dedicato al cibo americano, nato in California, è arrivato in Italia nel 2016, portato sul nostro mercato dalla famiglia Groppetti di Brescia, proprietaria di una holding che aveva acquisito anche i diritti per sviluppare il marchio in Svizzera. Al momento in Italia ci sono sei ristoranti Johnny Rockets: Roncadelle e Lonato (Bs), Arese (Mi), Roma (Euroma2 e Maximo) e Curno (Bg). La Groppetti holding, però, ha manifestato l’intenzione di moltiplicare i punti vendita a partire dai capoluoghi di regione, Sud compreso, iniziando da Milano, Bologna, Verona, Firenze, Napoli, Torino. Punti vendita che vedranno la luce in outlet, centri commerciali, stazioni e aeroporti. “Per ognuna di queste nuove aperture, Johnny Rockets è alla ricerca di gestori di ristoranti esperti che vogliano operare come suoi sub-franchisee” recita una nota della società.

Al Lotto va il 90 “Ricordati che devi morire!”. “Mo me lo segno, non vi preoccupate” risponde Mario, interpretato dal gigantesco Massimo Troisi in “Non ci resta che piangere”, al frate che lancia strali dalla strada. Il clima è questo. Non sono il solo a sentirmi al centro di una candela che brucia da due parti. Anche tutti gli altri colleghi manifestano la paura di non farcela.

APRE A ROMA IL PRIMO “HUB” di Just Eat Just Eat apre l’hub di Roma, il primo polo logistico del food delivery in Italia. Lo spazio – che sarà attivo entro la metà di aprile – occupa una superficie di circa 500 metri quadrati in zona piazza Barberini, quindi in pieno centro, e conta su una flotta di 120 scooter elettrici Cooltra e 200 rider dipendenti. Il funzionamento del polo logistico prevede che i rider di Just Eat, a inizio turno, si rechino all’hub per ritirare il mezzo che gli permetterà di effettuare le consegne, utilizzando l’attrezzatura personale e i dispositivi di protezione individuale di cui sono già dotati. Alle aree dedicate al parcheggio e alla manutenzione dei veicoli, allo stoccaggio e alla pulizia degli zaini, si aggiunge la prima camera di ricarica in Italia per i 120 veicoli elettrici forniti da Cooltra. L’hub sarà anche un luogo d’incontro e di formazione, con sale meeting e sale break, gestite da uno staff dedicato, con una formazione ad hoc, che coordinerà le attività del polo logistico e i meeting di informazione e formazione dei courier. A breve il progetto “hub” dovrebbe sbarcare presto anche a Milano.

Alla riduzione delle vendite corrisponde un innalzamento dei costi. Siamo ai minimi storici da quando cavalco il mio destriero che ormai è ridotto a ronzino. Non ci sono persone, nessuno popola le strade, il traffico è diminuito drasticamente, regge solo il comparto “fumo”… Annamo bene, chioserebbe pacioso Aldo Fabrizi. Del mio oblò mi annoio un po’, alcuni pomeriggi di stanca in cui mi interrogo sulla possibilità di ripartenza che vedo sempre più lontane nel tempo. Anche i prezzi alle stelle dei carburanti a rallentare l’uscita dall’inferno. I prodotti da banco sono ignorati, i giochi a pronostico online tengono ma in negozio sono crollati. Il numero più giocato al lotto è il 90. Riscuote un buon successo il CBD per rilassarsi. Olii sub linguali, tisane e tutto il resto. Non è un indicatore di fiducia. Aspetto la carestia, le cavallette, un tifone e magari anche la guerra. Ah no quella già la fanno e la subiscono gli sfigati come noi comandati da chi in guerra di sicuro non ci va. Imagine there’s no country, tadada…

pag. 14 | retail&food | Aprile 2022


NEWS | Opening

DA PIADINERIA IN ARRIVO altri due “Tasty&Free” Dopo il test con il primo punto vendita a Milano, nella zona della stazione Centrale, la Piadineria procede con altre due aperture del proprio spin-off “Tasty&Free”, un format dedicato alla consueta proposta gastronomica, la piadina, ma al 100% senza glutine e senza lattosio. Il 16 marzo è stato inaugurato sotto forma di temporary restaurant, il punto vendita al centro commerciale le Porte Franche di Erbusco, dove La Piadineria è già presente con un locale standard. La seconda apertura è invece prevista in centro a Milano, in piazza Velasca. “Siamo molto contenti di questo progetto, si tratta di un format innovativo, al passo con i tempi, e una buona opportunità commerciale, che contiamo di sviluppare insieme al format principale. Delle 50 nuove aperture in programma per il 2022, quattro saranno infatti del format Tasty&Free” ha commentato Donato Romano, amministratore delegato della società. “A questo proposito sono molto fiducioso in merito all’andamento del locale a Le Porte Franche, un’apertura che ci consentirà di testare il format anche nel contesto dei centri commerciali”.

ELNOS SHOPPING accoglie Fra Diavolo Al centro commerciale Elnos Shopping di Roncadelle, in provincia di Brescia, ha aperto un nuovo ristorante Fra Diavolo. Per il marchio di pizzerie si tratta della prima nuova apertura del 2022. Il brand, a inizio anno, è stato rilevato insieme dal Gruppo Gesa (holding titolare dei brand Cioccolatitaliani, Bun Burgers e Pizzeria Italiana Espressa) e da Mir Capital. Fra Diavolo era nato in Liguria nel 2018 da un’idea di Mauro D’Errico e Gianluca Lotta e conta oggi su una decina di punti vendita in sette capoluoghi italiani. “L’apertura del capitale servirà a raddoppiare il numero di punti vendita già nel 2022 e aprire la strada verso una crescita struttura e uno sviluppo internazionale del format” avevano dichiarato i fondatori al momento dell’acquisizione.

BOTTEGA PROSECCO BAR porta i “cicchetti” al Marco Polo di Venezia Un nuovo punto vendita Bottega Prosecco Bar è stato inaugurato all’aeroporto internazionale di Venezia Marco Polo. Per questo progetto è stata creata una partnership tra Bottega e Airest Retail, società del gruppo Lagardère Travel Retail Italia. “La presenza di un Prosecco Bar all’interno dell’aeroporto Marco Polo è un traguardo importante, in quanto Venezia è una meta turistica molto ambita e unica nel suo fascino” ha dichiarato in una nota Sandro Bottega, presidente dell’omonima spa. Il concept è nato dalla collaborazione tra sommelier, chef, architetti e designer, che hanno saputo dare forma a un’idea ispirata alla filosofia del “bacaro” veneziano: un’osteria informale, dove il cibo viene presentato principalmente come “cicheti”, bocconcini tradizionali da consumare al banco.

12OZ A FIUMICINO e nuovo brand sotto la Mole Doppia operazione per 12oz, il marchio di american coffee fondato da David Nathaniel. Per quanto riguarda il canale travel retail ora 12oz è arrivato anche a Roma Fiumicino, dopo aver debuttato a Orio al Serio. Anche questa volta, in collaborazione con il partner Areas-MyChef e sempre nel formato “chiosco”. Il locale si trova nella zona dei voli internazionali extra Schengen e si tratta del 18esimo punto vendita. “Siamo molto soddisfatti di proseguire la collaborazione con il partner Areas-MyChef, leader nel canale aeroportuale” ha commentato Nathaniel. A Torino, invece, 12oz ha appena aperto il suo terzo locale in città, in cui ha presentato la nuova immagine del marchio (restyling a cura dell’agenzia GEM di Nico Marchesi e Lavinia Garulli). “Street coffee for people on the move” è il nuovo payoff che si legge sopra l’ingresso del nuovo locale (in foto). Il nuovo design interesserà le nuove aperture, ma anche sui locali esistenti inizierà un lavoro di aggiornamento. Da Torino parte anche il progetto “12oz di street art”: ogni nuovo locale avrà una parete che ospiterà l’opera permanente di uno street artist locale. pag. 15 | retail&food | Aprile 2022


NEWS | Opening

ALICE PIZZA, altra doppietta a Milano Non si arresta la crescita sotto il Duomo di Alice Pizza, il brand noto per la pizza romana prodotta al trancio, che di recente ha inaugurato due nuovi punti vendita su strada (nella centralissima via Torino e in via Solari). Il primo locale ospita fino a 50 persone ed è caratterizzato da un piano terra e da un soppalco vetrato, da cui è possibile osservare il bancone e l’area di lavorazione dei pizzaioli, completamente a vista anche dall’esterno. Il secondo, con 30 posti a sedere, è più ridotto ma in primavera sarà anche dotato di un dehor. Per la società guidata da Claudio Baitelli (la cui maggioranza, dal 2019, è in mano a DeA Capital tramite IdeA Taste of Italy) va avanti un progetto di crescita che prevede diverse altre aperture nel corso del 2022, con un mix di franchising e gestione diretta, e con la creazione di 300 posti di lavoro.

IL KEBAB DI VACCHI approda al Nave de Vero Si alza il sipario sul nuovo Kebhouze, il ristorante di kebab di Gianluca Vacchi, al centro commerciale Nave de Vero di Mestre. Kebhouze è già realtà a Milano, Roma e Biella, mentre sono state confermate le aperture di Torino e Genova. L’operazione fa parte del piano di espansione del brand, che conta di arrivare a 20 punti vendita nel corso dell’anno, con un occhio anche all’estero. Il volto più noto fra i soci di capitale di Kebhouze è Gianluca Vacchi, ma un altro partner dell’avventura è Oliver Zon, titolare dell’agenzia di comunicazione Zon Productions, la società che ha curato interamente (dall’ideazione del brand fino alla comunicazione) l’avvio di Healthy Color, la catena di fast food di Sfera Ebbasta, Andrea Petagna e Marcelo Burlon. Quest’apertura in Veneto è importante anche per il centro commerciale Nave de Vero (Klepierre), che lo scorso anno aveva perso la presenza importante dell’ipermercato Coop, ma che sta accogliendo diverse novità, tra cui è previsto l’arrivo, entro l’anno, di Primark.

NUOVO LOOK DIGITALE per il maxi store Prénatal Prénatal ha rinnovato una delle sue storiche sede lombarde, quella di Cernusco sul Naviglio. Tra le grandi novità, dei 1.300 mq totale di superficie, la possibilità di personalizzare i capi con ricami realizzati al momento, nella zona allestita con macchina da cucire. Fra i materiali interni, abbonda l’uso del legno di rovere nobilitato e aumentano le aree dedicate al relax, servizio prezioso specialmente per chi allatta. È stato creato, poi, il Digital Point, totem digitale in cui trovare in pochi passaggi i prodotti desiderati, mentre per chi preferisce fare acquisti online è stato allestito lo spazio per il ritiro della merce, con accesso privilegiato. Dal punto di vista del prodotto, insieme all’abbigliamento Prénatal e al reste delle referenze (tessile, pannolini, giochi, food) trova spazio il nuovo corner “Just Play”, un’area streetwear che racchiude i marchi di abbigliamento sportivo più noti come Nike, Adidas, Converse, Vans e Jordan. Il rinnovamento del negozio si unisce a quello già operato nello store di Curno (Bg), mentre è imminente l’apertura del nuovo punto vendita di Parma.

A VERONA ECCO TOP EAT, pizza con la pietra ollare Nel centro storico di Verona ha aperto il nuovo locale Top eat, pizzeria e gelateria, caratterizzata da una particolarità interessante, soprattutto in chiave delivery: grazie a involucri con base in pietra ollare, la pizza viene consegnata a domicilio a temperatura ideale, come fosse appena uscita dal forno secondo le intenzioni dei fondatori. Si tratta di un materiale naturale, una roccia metamorfica somigliante alla giada e di colore scuro. Un materiale già utilizzato per piastre o altri utensili da cucina, che trattiene il calore e lo rilascia lentamente. Il sistema prevede che la pietra ollare venga preriscaldata in forno e poi riposta alla base del contenitore di trasporto. Per rendere possibile il tutto, sono state realizzati appositi contenitori per la consegna a domicilio, più robusti per sostenere il peso della pietra ollare (oltre 1 kg) e dotati aperture laterali per evitare la condensa. pag. 16 | retail&food | Aprile 2022


NEWS | Opening

A ROMA E CANTU I WEBER STORE per il barbecue Weber, storico marchio internazionale dedicato al mondo del barbecue, ha iniziato a dare corpo a una piccola rete retail in Italia, con l’apertura dei primi due negozi tematici. Il primo a Cantù, in Lombardia, il secondo a Roma. Lo store della Brianza si trova all’interno del Garden Bedetti, mentre quello romano è uno spazio di 250 mq presso il Solara Garden Centre (nella foto, l’inaugurazione con lo chef Max Mariola). Il Weber Store di Roma si trova in una struttura eretta in seguito a una profonda opera di riqualificazione dell’area precedentemente occupata dallo storico Drive in di Casal Palocco, in via Pindaro 21. Un’area ora caratterizzata dall’attenzione al cibo, grazie alla presenza di Weber e alle attività della Grill Academy, scuola di cucina anche questa dedicata al barbecue.

BOBBLE BOBBLE sull’Aurelia Antica A Grosseto, all’interno del centro commerciale Aurelia Antica, ha aperto il 22esimo punto vendita di Bobble Bobble, il primo di una serie che il brand ha intenzione di inaugurare durante l’anno, sempre all’interno dei centri commerciali, ma anche nel canale travel, come ad esempio alla stazione di Torino Porta Nuova. Il negozio, in questo caso, nasce con un’operazione di co-branding, perché lo spazio si mescola a quello di Love Pinsa, format di pizza al taglio e altre stuzzicherie ideato da Ciro Savino, il fondatore di Kyosco Sushi. Bobble Bobble è una catena in franchising dedicata al bubble-tea, una bevanda nata a Taiwan negli anni ‘80, fondata da Simone Simonelli e da Nicolò Ossino.

pag. 17 | retail&food | Aprile 2022


NEWS | Opening

BANCO FRESCO, a Paullo il sesto negozio italiano Banco Fresco, catena food retail specializzata nei freschissimi del Gruppo Prosol Compagnia di Gestione, ha aperto un nuovo store a Paullo, in provincia di Milano. Si tratta del sesto negozio in Italia, il quarto in Lombardia dopo Crema, Cremona e Cantù. Con una superficie commerciale di 1.000 mq, il nuovo punto vendita darà lavoro a 40 collaboratori. Il locale, oltre che come punto vendita, si presenta anche come luogo di ristorazione, grazie alla panetteria/caffetteria Panfè attigua, insegno della stessa proprietà. Banco Fresco si distingue nella ricerca di soluzioni sostenibili. Per esempio, tutti i prodotti del reparto ortofrutta sono venduti sfusi, senza packaging né confezioni di plastica. Inoltre, Banco Fresco collabora con il Banco Alimentare per il recupero dell’invenduto.

SCATTO DI PEPCO nel Centro Italia Pepco non rallenta la crescita in Italia e ora si concentra sul Nord Italia. Il brand low cost di abbigliamenti e oggetti per la casa ha aperto recentemente due nuovi negozi, uno al centro commerciale Anagnina (così sono 7 gli store nel Lazio), l’altro a Ortona, vicino a Pescara, all’Ortona Center. E sono in rampa di lancio altri due negozi, uno a Celano (Aquila) e un altro più a Nord, a Lagundo (Bz). Per la società, che ha sede in Polonia, lo sbarco in Italia è avvenuto a settembre 2020 nel Nord Est, in piena pandemia, e non si è mai interrotto. E a fine 2021, dopo un anno di attività piena, contava 39 negozi e 450 collaboratori. All’estero è presente in 15 mercati e la casa madre polacca si è distinta, in questo mese, per aver fornito aiuto alla popolazione ucraina coinvolta dal conflitto.

QUORE ITALIANO E AL MERCATO crescono a Milano Due nuove aperture milanesi per le insegne Quore Italiano e Al Mercato Steaks & Burgers. Entrambi i brand sono controllati da Cuore di Parma, la holding guidata da Marcello Rizza e Giuseppe Beani. All’inizio di marzo Al Mercato Steaks & Burgers ha inaugurato la sua terza location in piazza Alvar Aalto, in zona Porta Nuova, e amplia l’offerta. Il brand di ristorazione fine dining si evolve e inserisce una nuova proposta di street food d’ispirazione asiatica, nord e sudamericana e vegana. Quore Italiano intanto ha rafforzato la sua presenza in città aprendo il sesto locale milanese in via Dante, a due passi dal Duomo. Negli ultimi due anni Cuore di Parma ha portato avanti i propri progetti aprendo due ristoranti Quore Italiano nei pressi di piazza Gae Aulenti e Al Mercato in corso Venezia. Con queste nuove location la società sale a quota 9 locali e comunica che nell’ultimo semestre del 2021 ha “registrato una significativa crescita che ha permesso a tutti i punti vendita di chiudere il bilancio in positivo” secondo una nota.

EQUIVALENZA arriva al Centro di Neapolis Il brand beauty Equivalenza ha aperto un nuovo negozio presso il Centro Commerciale Neapolis, a Napoli. Il marchio nasce in Spagna e negli ultimi tempi si è focalizzato sul tema della sostenibilità, lanciando un sistema Refill che permette di ricaricare in negozio i flaconi dei cosmetici, così da riutilizzarli. Il marchio conta attualmente su circa 600 punti vendita in 26 Paesi diversi, ma l’Italia è uno dei mercati determinanti avendo circa 220 negozi. Secondo dichiarazioni dell’azienda, nel primo semestre dell’anno dovrebbero essere perfezionate circa 20 nuove aperture (quasi tutte su licenza), in particolare nei centri commerciali. L’anno scorso Equivalenza è arrivata anche a Milano in corso Buenos Aires, una delle vie principali dello shopping. pag. 18 | retail&food | Aprile 2022


CAMBI DI POLTRONA SIMONE DOMINICI nominato Amministratore Delegato di Kiko Kiko, l’azienda fondata da Antonio e Stefano Percassi, sceglie Simone Dominici come nuovo amministratore delegato. Dominici inizia la sua carriera in Unilever fino a ricoprire la carica di vice presidente della Business Unit Food Italy, per poi diventare general manager di Coin e, successivamente, executive vice presidente Global Markets di Bottega Veneta. Nel 2018 è entrato in Coty dove ha avuto il ruolo di executive vice president per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa. Attualmente KIKO è controllata dalla holding Odissea e partecipata dalla società di private equity Peninsula, che detiene il 38% del capitale. “Sono certo che saprà accompagnare l’azienda verso nuove ed entusiasmanti opportunità”, ha commentato Antonio Percassi, Presidente di Odissea e di Kiko.

FRANCESCA PROTOPAPA alla comunicazione di CBRE CBRE ha nominato Francesca Protopapa nuova Head of Marketing & Communications in Italia. Protopapa vanta 25 anni di esperienza nel marketing, maturata nel Largo Consumo e consolidata nel settore finanziario/assicurativo. “Francesca guiderà il team Marketing & Communications lavorando come partner del business per identificare e sviluppare strategie volte a mantenere la “thought leadership” che da sempre offriamo ai nostri clienti e stakeholder”, dichiara Alessandro Mazzanti, CEO di CBRE Italy. Lavorando in aziende multinazionali fortemente orientate al risultato e occupandosi di progetti di respiro internazionale, Protopapa ha sviluppato competenze trasversali, dalla definizione di piani di marketing strategici al brand management, al digital, alla customer experience e agli eventi.

ALESSANDRO MEDI al timone di Dispensa Emilia Alessandro Medi è il nuovo amministratore delegato di Dispensa Emilia. Milanese, dopo la laurea in Ingegneria, Medi ha sviluppato la propria carriera principalmente all’estero tra Europa, America ed Asia, ricoprendo ruoli di crescente responsabilità in ambito marketing, commerciale e General Management, per importanti gruppi come Dalmine, Merloni Elettrodomestici, Cobra e Luxottica. Il nuovo a.d. prende il posto di Alfiero Fucelli, fondatore e presidente del marchio. “Questi primi 18 anni sono stati caratterizzati da spirito di squadra e famiglia, ma oggi, visti i numeri raggiunti e gli obiettivi, è fondamentale investire per far evolvere l’organizzazione. Per questo abbiamo pensato fosse il momento giusto per inserire un manager di esperienza” ha commentato Fucelli.

ALESSANDRO CALABRESE a capo di Mondovicino Outlet Village Alessandro Calabrese è il nuovo direttore del Mondovicino Outlet Village (Promos). Con una formazione in ambito economico, Calabrese matura una forte esperienza nel mondo finanziario e nel 2016 entra nel settore del retail real estate dove inizia la sua carriera in Neinver. Ricopre dapprima ruoli amministrativi per i centri del gruppo e, in seguito, si occupa del coordinamento della funzione Retail per i punti vendita di Vicolungo the Style Outlets. “Abbiamo scelto di affidare a lui la direzione di questa struttura con l’obiettivo di renderla più appealing per un cliente internazionale ed incrementarne il valore sul mercato e sono certo che grazie alla sua solida esperienza saprà raggiungere traguardi interessanti”, ha commentato Tomaso Maffioli, a.d. di Promos.

VALENTINA MENIN Direttore Generale di Assaeroporti Valentina Menin è il nuovo Direttore Generale di Assaeroporti, l’associazione confindustriale che rappresenta 29 società di gestione e 37 aeroporti italiani. Laureata in Discipline Economiche e Sociali, veneziana, 39 anni, già Policy Manager in Assaeroporti dal 2014, ha sviluppato esperienza nel settore aeroportuale, con particolare riferimento alla regolazione economica, supportando l’associazione nell’interlocuzione con le principali Istituzioni di riferimento. Specializzata in materia tariffaria, concorrenza e strategie di mercato, ha iniziato la sua carriera nel campo della consulenza. Ha gestito, inoltre, numerosi progetti in Italia e all’estero per la definizione del quadro regolatorio nel comparto idrico, stradale, ferroviario ed energetico, oltre che aeroportuale.

GIULIO LIMONGELLI alla guida del gruppo DoveVivo Dal primo marzo 2022, Giulio Limongelli è il nuovo Managing Director del gruppo DoveVivo. Laureato in General Management presso l’Università Bocconi, Limongelli dopo le prime esperienze internazionali a Berlino e a Madrid, nel 2009 torna in Italia per avviare Citydeal, venduta in seguito a Groupon dove assume il ruolo di Vice President per il Sud Europa ed il Middle East. Nel 2017 si trasferisce a Londra per gestire l’espansione di WeWork in Europa e in Cina. A inizio 2020 rientra in Italia per ricoprire il ruolo di Head of International in DoveVivo. All’inizio 2021 viene nominato COO e, infine, oggi assume il ruolo di MD, una nomina che “rappresenta un altro passo importante nel percorso di sviluppo organizzativo ed industriale di DoveVivo”, sottolinea Valerio Fonseca, Founder and CEO di DoveVivo. pag. 19 | retail&food | Aprile 2022


NEWS | Sostenibilità

ADDIO USA E GETTA, STABUCKS sperimenta il vuoto a rendere Ogni anno, nei caffè Starbucks si buttano via circa 7 miliardi di “cup”. Da tempo l’azienda cerca di incoraggiare l’uso di mug riutilizzabili e forse siamo a una svolta. Il brand americano, infatti, sta conducendo in otto mercati mondiali circa 20 test differenti. L’obiettivo è individuare la strada migliore per dire addio all’usa e getta e dimezzare entro il 2030 i rifiuti e le emissioni di CO2. In alcuni locali è prevista una commissione di 10 centesimi per le tazze monouso e uno sconto di 50 centesimi per le riutilizzabili. A Londra e Singapore si tenta la strada del “vuoto a rendere”: una volta restituite, le tazze vengono lavate e messe a disposizione di altri clienti. A Seattle, invece, i clienti pagano una cauzione di un dollaro per ogni mug. Già nel 2008 Starbucks aveva tentato l’impresa, ma convincere i clienti ad abbandonare le tazze monouso entro il 2015 si era rivelato un flop. Oggi ci riprova. Speriamo con maggiore successo.

IN UK PRIMO OUTLET H&M con servizio di riciclo H&M ha annunciato che a breve aprirà nel Regno Unito il suo primo outlet all’interno del centro commerciale Affinity Centre, nello Staffordshire. Lo store avrà una superficie di 650 metri quadrati e offrirà anche il servizio di raccolta e riciclo degli indumenti a marchio H&M. I clienti potranno portare i loro vestiti usati in negozio e riceveranno in cambio buoni per l’acquisto online. Il country manager di H&M Regno Unito e Irlanda, Toni Galli, ha dichiarato: “Ci sforziamo sempre di offrire ai nostri clienti un’esperienza di acquisto significativa in cui lo stile, la creatività e la cultura siano celebrati e siamo fiduciosi che il nostro nuovo negozio Staffordshire offrirà ai nostri clienti esattamente questo”.

NIELSEN: GLI ITALIANI A TAVOLA poco green La ricerca “Conscious Eater” di NielsenIQ ha analizzato le abitudini alimentari di cinque paesi europei (Italia, Gran Bretagna, Spagna, Germania e Francia) con un focus sui consumatori “green” ed “etici”. Dall’indagine è emerso che i consumatori italiani si dichiarano meno sensibili ai temi legati alla sostenibilità e chiudono la classifica europea. Solo l’11% delle famiglie italiane, infatti, dichiara di scegliere cibi sostenibili con minor impatto sull’ambiente. Inoltre, solo 1 famiglia su 3 controlla l’etichetta dei prodotti durante l’acquisto. L’Italia è preceduta dalla Spagna, con il 14%, e dalla Gran Bretagna, con il 17%. I Paesi più attenti a queste tematiche, secondo NielsenIQ, sono Francia e Germania che registrano rispettivamente il 20% e il 30% di interesse nei confronti del mangiare sostenibile per tutelare il nostro pianeta.

AMAZON UK, CONSEGNE a zero emissioni Il gigante del commercio online ha lanciato una flotta di cinque camion completamente elettrici per il trasporto delle merci. I veicoli pesanti, che hanno sostituito i diesel, per ora sono attivi in due centri di distribuzione Amazon del Regno Unito e trasporteranno i pacchi dei clienti azzerando la CO2. Si tratta dei primi van elettrici previsti dal gruppo entro la fine del 2022 (saranno 9 in totale) che si uniscono agli oltre mille furgoni green attualmente in circolazione nel Regno Unito. L’obiettivo di Amazon è di consegnare il 50% delle spedizioni con zero emissioni di carbonio entro il 2030.

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TREND | Consegne

DELIVERY, SFIDA ALL’ULTIMO MINUTO Deliveroo imita Gorillas e Getir. Glovo accelera sulla spesa, mentre dalle dark kitchen sono pronti a partire i “multiordine”. Il settore non si ferma mai, in cerca di nuove linee di ricavi

di Paola Oriunno

Alleanze sempre più larghe, tempi di consegna via via più stretti. Il delivery non smette di cambiare volto, si moltiplicano le iniziative e piovono investimenti. In attesa, prima o poi, che qualcuno faccia utili. Una recente ricerca realizzata da McKinsey stima che il mercato globale valga oltre 150 miliardi di dollari. E la corsa non rallenterà. Le consegne a casa, esplose in pandemia, sono la nuova normalità ed entro il 2027 il mercato globale della spesa online raggiungerà 1,1 trilioni di dollari.

L’ora del quick commerce I big se la giocano soprattutto sul filo dei minuti. Non più per portare a casa il cibo dai ristoranti, ma la spesa. Glovo ha stretto un nuovo accordo con Iper La grande I e promette l’arrivo a casa dei prodotti in meno di 35 minuti, senza minimi di consegna. Hop, “spin off” di Deliveroo nato in collaborazione con Carrefour, punta addirittura ai 10/15 minuti dei vari Getir e Gorillas, nati da subito come specialisti del grocery. “Deliveroo Hop migliorerà la nostra offerta di generi alimentari su richiesta, sia per i consumatori che per i nostri partner nel settore dei generi alimentari” ha commentato Matteo Sarzana, General Manager di Deliveroo Italia. “L’Italia è il primo mercato dopo il Regno Unito dove Deliveroo sta sviluppando questo servizio innovativo” continua Sarzana. Intanto, la tedesca Gorillas pochi mesi fa ha chiuso il più grande aumento pag. 22 | retail&food | Aprile 2022

di capitale del settore delivery in Europa: un miliardo di dollari. Fondata nel giugno 2020, è cresciuta tanto da gestire attualmente oltre 180 magazzini in nove mercati internazionali. Anche la turca Getir continua la sua espansione internazionale. Approdata in Italia a settembre, a Milano, si è allargata anche in Europa (ha da poco acquisito la startup inglese Weezy, prima realtà del Regno Unito) ed è arrivata anche negli Stati Uniti. E i dark store crescono e occupano spazi sempre più importanti nelle città grandi e medie, al punto che, fra breve, potrebbero anche rappresentare un vero e proprio asset immobiliare.

Matteo Sarzana, General Manager di Deliveroo Italia


Prossimità e botteghe artigiane A livello globale, i generi alimentari hanno rappresentato per Deliveroo nella seconda metà del 2021 l’8% del gross transaction value, ovvero il valore lordo delle transazioni, attraverso oltre 11.000 negozi partner in 11 mercati. Ma le consegne rapidissime non sono l’unico asset su cui sta scommettendo l’azienda britannica. Da poco, infatti, sono arrivati nella piattaforma anche i prodotti e le specialità delle botteghe artigianali. Al fianco di ristoranti e supermercati, sono già disponibili per gli utenti dell’app circa 350 tra panifici, pasticcerie, negozi di ortofrutta, pescherie, macellerie, enoteche e caseifici che hanno deciso di fare il proprio ingresso in piattaforma e che raggiungerà anche piccoli comuni da Nord a Sud (come Eboli, Acireale, Bussolengo). In questi Comuni, Deliveroo conta di collaborare, nei prossimi mesi, con decine di nuovi rider e ristoranti partner. “Il nostro è un servizio nazionale, con una forte e radicata presenza territoriale. Questo riguarda non solo la nostra strategia di espansione territoriale, ma l’offerta stessa che rendiamo disponibile ai nostri consumatori” continua Matteo Sarzana. “Ci piace pensare a un servizio che fa leva su tecnologia e innovazione per consegnare nelle case degli italiani prodotti di altissima qualità e della tradizione”, spiega il general manager.

Non solo food e grocery Parola d’ordine “prossimità” e “specializzazione”. La prima è il fiore all’occhiello di Alfonsino, società fondata nel 2016 a Caserta specializzata nel servizio di food order e delivery nei centri italiani di piccole e medie dimensioni (tra 25 mila e 250 mila abitanti). Il servizio è attivo in 10 regioni italiane con oltre 1300 ristoranti partner, 900 rider assunti e più di 400.000 utenti sulla piattaforma e propone diverse categorie merceologiche, integrando l’offerta “food & grocery” con vini e distillati, alimentari cosmetici, farmaci, prodotti per lo sport, piante e fiori. La specializzazione è, invece, il business di Go10, startup abruzzese di GoSpesa, che consegna in 10 minuti solo prodotti per la bellezza e la cura della casa e che presto si espanderà presto a Bergamo e a Roma.

Durante l’emergenza Covid il delivery ha rappresentato un modo per stare vicino ai propri clienti e mantenere un contatto con loro, con ricavi utili a coprire appena le spese vive. Per altri, invece, è stata l’occasione per avviare nuovi business, lanciare progetti inediti, reinventarsi o dedicarsi ad altre attività

Un settore sempre più “dark” Prossimità significa anche gestire in modo veloce ed efficiente l’ultimo miglio facendo leva sulla tecnologia e il machine learning. Negli ultimi anni, dopo le semplici piattaforme di ordinazioni online il mercato ha visto nascere aziende che vanno oltre e gestiscono anche la logistica e la preparazione dei cibi. Con lo sviluppo e la crescita dell’e-commerce si stanno affermando nuovi modelli di business, basati su una logistica che non prevede più i tradizionali negozi, supermercati o ristoranti. Ma spazi “oscurati” dove fare la spesa o cucinare per conto di un cliente che riceve tutto comodamente a casa. L’ultima frontiera del food delivery è rappresentata, infatti, dai dark store (mini-magazzini sparsi in diversi punti delle grandi città per le consegne rapide) e dalle dark kitchen, un tipo di ristorazione senza servizio al tavolo, anche sotto forma di coworking: ovvero più brand, con cucine e idee diverse, che condividono la stessa maxi-cucina. Deliveroo Editions abbraccia proprio questo concetto e sfrutta la tecnologia che alimenta Deliveroo per identificare le zone che trarrebbero beneficio dalla presenza di diverse cucine che attualmente non sono disponibili. Collaborando con i ristoratori, Deliveroo Editions riesce a dare alle strutture la flessibilità necessaria per ospitare le proprie cucine in un centro (hub) detto “Editions”, in cui i diversi ristoranti offrono le loro specialità culinarie per asporto. pag. 23 | retail&food | Aprile 2022


Il futuro è il “multiordine” A cambiare le regole delle “cucine oscurate” ci pensa, però, una nuova piattaforma. Kuiri Megamix, che permette di effettuare in contemporanea più ordini da oltre dieci insegne di ristorazione. La nuova app Megamix consente agli utenti di ordinare dai diversi ristoranti partner con un’unica transazione e un’unica consegna: una multi order experience rivoluzionaria, che rappresenta un vantaggio non solo per i clienti, ma anche per i brand di ristorazione. “Con questa app abbiamo dato il via all’era del multiorder rivoluzionando il concetto del food delivery che, prima dell’arrivo della nostra app, si riduceva a un ordine per singolo ristorante. Il servizio sarà inizialmente disponibile su webapp ed erogato solo per il take away per poi diventare usufruibile tramite app e attivo anche per il delivery. Prevediamo, entro la fine del 2022, di dar vita al primo progetto di franchising con espansione nelle principali città italiane”, dice Paolo Colapietro, founder e CEO di Kuiri. Già presente a Milano con tre location, la start up punta ad aprire nell’arco di 24 mesi fino a 60 “smart kitchen” su tutto il territorio italiano. Anche Cigierre sperimenta le cloud kitchen in formato multiordine. Inizialmente, il progetto vedrà coinvolti due dei brand della famiglia Cigierre, Old Wild West Express e Il Padellino, dei quali i clienti potranno ordinare i prodotti attraverso i principali partner di delivery presenti in città. A fornire gli spazi di cucina e parte del servizio di logistica

sarà invece Cooklane, azienda specializzata nella progettazione, commercializzazione e gestione di cucine professionali dedicate al mondo del delivery. “Già a Modena, sotto l’insegna Take Me Home, abbiamo avviato tempo fa la nostra prima sperimentazione nel campo delle ghost kitchen. Adesso come allora, il nostro obiettivo è quello di testare non solo la capacità di unire più brand e prodotti all’interno della stessa cucina ma anche di studiare le migliori soluzioni in termini di ergonomia e di operatività dei dipendenti. Con questo nuovo format contiamo di rispondere in maniera ancora più efficace alle loro richieste, diversificando la nostra offerta sul mercato”, ha spiegato Marco Di Giusto, fondatore e amministratore delegato di Cigierre.

L’esperimento del canguro blu E mentre il mercato cresce, diversifica l’offerta e cerca di far quadrare i conti, il marchio del canguro blu sperimenta (sostenuto da Amazon) una nuova formula nel suo paese di origine e apre a Londra la sua prima pizzeria chiamata Pizza Paradiso. La motivazione ufficiale per questa scelta arriva dagli stessi portavoce di Deliveroo: aprire un locale fisico permette all’azienda di comprendere meglio i problemi dei ristoratori serviti sia a Londra che nel resto del mondo. Un esperimento, quindi, per osservare i punti deboli del settore. E magari cercare di risolverli. “To be continued”.

Non solo food. il delivery si affranca dalla ristorazione tradizionale. Il futuro del settore passa dalla diversificazione, dalla prossimità e dalla specializzazione

Sezamo, la new entry Sezamo, la piattaforma specializzata nella vendita online di prodotti food e no food, parte del gruppo Rohlik, attivo in quattro Paesi europei (Repubblica Ceca, Ungheria, Austria e Germania), arriva in Italia con la prima apertura a Milano, con un servizio di consegna della spesa a domicilio sostenibile e sempre garantito in tre ore. Sezamo sta formando il suo head quarter ed è in fase di costruzione dei team operativi su Milano: oggi conta già su un team di circa 68 persone, con l’obiettivo di raggiungere le 200 persone entro la fine dell’anno.

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BRAND | Analysis

QSRP: “CON O’TACOS SIAMO SOLO ALL’INIZIO” I french tacos “halal”, appena sbarcati a Roma, puntano già Milano, Torino e Napoli. Target numero uno: giovani multietnici. E ci sarà spazio per altri brand. Colloquio con l’a.d. Alessandro Preda

Quando si pensa alla ristorazione veloce in Italia, vengono subito in mente gli hamburger di Burger King, uno dei tanti marchi del gruppo Qsrp, che lo ha sviluppato in Italia e in Polonia come master franchising. La giovane piattaforma del settore “fast food” che serve più di 100 milioni di clienti all’anno grazie a 1.000 ristoranti e 6.000 dipendenti in 7 Paesi chiave tra cui l’Italia - inizia il suo percorso nella ristorazione nel 2014 quando il fondo Kharis Capital diventa suo azionista di maggioranza. Oggi QSRP opera nei maggiori Paesi europei (Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo, Polonia, Svizzera, Austria e Italia) con brand come Burger King e Quick per l’hamburger, Nordsee e Go! Fish per l’ittico, Chick&Cheez per i piatti a base di pollo. E genera 1 miliardo di euro di vendite. In Italia, ha da poco iniziato lo sviluppo del brand O’Tacos, catena internazionale di tacos francesi “halal” che ha aperto il suo primo ristorante all’interno dell’area ristorazione del centro commerciale RomaEst, alle porte della Capitale. Una bella scommessa per un’insegna non semplice da promuovere, ma con molte potenzialità come racconta Alessandro Preda, amministratore delegato di QSRP, in questo colloquio con retail&food. pag. 26 | retail&food | Aprile 2022

Partiamo dall’esordio italiano

di O’Tacos. Prima impressione? Siamo molto soddisfatti di questa apertura. Le prime settimane di operatività evidenziano una performance sopra le aspettative. Il target dei giovanissimi, cui il nostro brand si rivolge da sempre, è quello che ha risposto meglio e più velocemente.

Qual è la forza del marchio O’Tacos nel nostro mercato?

Proponiamo un prodotto unico nel suo genere, i French Tacos, che oltre a costituire una novità per il mercato italiano, sono perfettamente in linea con i gusti di una popolazione giovane e multietnica. La forte presenza sui social media e una comunicazione molto attiva sul web costituiscono leve importanti per lo sviluppo della brand awareness di O’Tacos e per la costruzione di un canale di comunicazione diretto con i clienti. Non dimentichiamo, poi, che possiamo garantire oltre 40.000 differenti

di Paola Oriunno

Alessandro Preda, amministratore delegato di QSRP


combinazioni, che permettono ai clienti di sbizzarrirsi sia con le ricette sia con le dimensioni dei nostri O’Tacos, che arrivano fino alla taglia XXL. Il brand e i suoi prodotti hanno un target multiculturale/multietnico e la certificazione “halal” evidenzia questa apertura multiculturale del brand.

Avete in programma altre aperture? Sono previste nuove aperture in varie città strategiche come Milano, Torino e Napoli. Il format dei nostri ristoranti è modulare, quindi adattabile a diversi contesti come il centro città, le aree ristoro travel, i centri commerciali e possono essere stand alone ovvero ristoranti drive-thru.

Siamo sempre a caccia di nuovi brand, è nel nostro DNA.

Alessandro Preda, a.d. di QSRP Italia

Dal punto di vista della rete, come avvengono le aperture?

Lavoriamo con importanti partner ben radicati sul territorio locale, perciò propendiamo per una formula “multi-unit franchising” per consentire ai partner lo sviluppo in una determinata area.

Nel 2020 è arrivato in Italia un altro

brand del gruppo, Go!Fish, nel centro commerciale Oriocenter. Come sta

andando e quale importanza riveste questo canale nel vostro piano di espansione in Italia?

È stata una scelta coraggiosa. Abbiamo fortemente voluto aprire questo primo locale Go!Fish in Italia, il secondo allora in Europa, in piena pandemia e appunto in un centro commerciale, canale tra i più colpiti dalla crisi della ristorazione. Crediamo nella

ripresa, che sarà legata anche e soprattutto a scelte come questa. In questo momento stiamo studiando alcuni cambiamenti per essere ancora più rilevanti per i consumatori italiani e siamo fiduciosi di una crescita progressiva. Seppur ci troviamo ancora nella fase di pilot, esistono già 3 ristoranti in Europa e 70 dark kitchen in Germania.

QSRP sta progettando di portare in

Italia altri brand ancora esclusi dal

nostro mercato? Potrebbero arrivare le cucine Not So Dark?

Come gruppo, è nel DNA di QSRP essere sempre alla ricerca di nuove insegne e valutiamo costantemente le opportunità di introduzione dei nostri brand nei mercati nei quali operiamo. Not So Dark si sta rilevando un investimento (seppur con una quota minoritaria) eccellente e perfettamente integrato rispetto alla nostra risto-

razione, diciamo più tradizionale. Per altro l’esperienza acquisita, anche grazie a loro, ci ha permesso di utilizzare al meglio la formula dei virtual brand anche all’interno di altri nostri ristoranti storici. La crescita di Not So Dark - per adesso concentrata in Francia, Belgio e Spagna - è stata vertiginosa e l’obiettivo è arrivare a 1000 virtual stores entro quest’anno. Valutiamo sempre con interesse il mercato italiano, perché ha un livello di penetrazione della ristorazione organizzata inferiore rispetto alla media europea. Non prevediamo l’introduzione di Not So Dark a breve in Italia ma non lo escludiamo per il futuro. pag. 27 | retail&food | Aprile 2022


CONSUMI | Trend

LA CASA SPINGE IL RETAIL I consumi non food sono esplosi in pandemia e la corsa sembra inarrestabile. Da dm a Kasanova, così si muovono i principali operatori

La pandemia ha trasformato in maniera strutturale le abitudini di consumo degli italiani, che hanno ridotto la spesa per abbigliamento e ristorazione a favore di altri beni come quelli per la casa, luogo tra i più vissuti in assoluto. La spesa per quest’ultima categoria è rimasta stabile negli ultimi due anni e non si fermerà. Secondo l’indagine “Covid-19 Consumer/Shopper Survey”, realizzata da Bain & Company su oltre 7.500 persone in Europa, il lavoro da casa non è destinato a scomparire e chi durante la pandemia è passato allo smartworking si aspetta di mantenere un modello ibrido. “L’impatto del lavoro da casa, che sembra ormai avviato ad essere strutturale, avrà conseguenze profonde su tantissime industrie e filiere: dal real estate e in generale all’urbanizzazione, fino a tutti i servizi di prossimità, che continueranno ad avere una ripresa strutturale dopo l’epoca delle grandi superfici commerciali fuori città”, commenta Sergio Iardella, partner Bain & Company.

L’avanzata dei “category killer” Dall’indagine emerge anche che le spese nei saloni beauty non sono tornate ai livelli pre-Covid-19: molti consumatori europei si prendono cura di sé nelle proprie abitazioni. “Tutte le aziende che offrono prodotti e servizi B2C dovrebbero fare profonde riflessioni strategiche sugli impatti dello spostamento pag. 28 | retail&food | Aprile 2022

dei consumi, per esempio dal centro città o dai centri direzionali alle aree residenziali, dal fuori casa a casa, dal fisico al virtuale. I futuri vincitori saranno coloro in grado di trasformare questo cambiamento in un’opportunità.” conclude Iardella. E l’opportunità l’hanno colta i cosiddetti “category killer”, vecchi e nuovi marchi del non food specializzati nel settore casa e persona che già nel corso del 2021 hanno messo a segno nuove aperture e registrato buone performance.

di Paola Oriunno

Il maxi store del benessere Tra i protagonisti del canale drugstore c’è il marchio dm drogerie markt, catena europea nata in Germania nel 1973 e arrivata in Italia nel 2017 dove ha aperto 67 negozi, tutti a gestione diretta. Gli ultimi store sono stati inaugurati a Savona e a Milano (Loreto), il settimo nel capoluogo lombardo, e un nuovo cantiere è stato aperto a Sarzana (La Spezia). Il marchio è attivo in 13 Paesi con oltre 3.800 punti


I casalinghi con il segno più

Benjamin Schneider, Direttore marketing e acquisti dm

vendita e oltre 12 miliardi di euro di fatturato. Ma i piani del gruppo prevedono un’ulteriore espansione che, a quanto pare, non è stata dettata dalla pandemia. “Il periodo del Covid non ha avuto effetti diretti sull’espansione di dm. I nostri progetti possono essere anche pluriennali e l’aumento della richiesta di beni per la cura della persona e della casa in questi due anni non ha inciso sui nostri piani”, spiega a retail&food Benjamin Schneider direttore marketing e acquisti. Gli store dm sono presenti in 22 centri commerciali, sia nelle grandi città che in centri più piccoli. “Ci stiamo espandendo ancora e selezioniamo spazi in ottime posizioni in termini di centralità e accessibilità”, continua Schneider. “Il nostro obiettivo è essere il più vicino possibile ai clienti e per farlo puntiamo a rafforzare la nostra presenza nelle zone nel Nord e Centro Italia”, aggiunge il direttore marketing. L’insegna propone oltre 14.000 referenze in continua evoluzione, 655 marchi, di cui 27 brand prodotti in-house tra cui i cosmetici Balea, la cosmetica naturale certificata alverde, l’alimentazione biologica dmBio. “Valutiamo con cura la posizione dei nostri punti vendita. L’ideale per noi è una posizione in zone commerciali al dettaglio (centri commerciali, parchi commerciali, centro città) vicini a negozi di alimentari e ad altri negozi di beni per necessità quotidiane e a centri abitati di 40.000 abitanti nel raggio di 10 minuti. In caso di retail park con un discount alimentare scendiamo a 25.000-30.000 abitanti”, dice il direttore marketing. Lo store appena aperto in viale Monza a Milano ha una superficie di 335 mq, ma non è il più grande. “La superficie minima dei nostri store è 350 mq ma arriviamo anche a 700”, spiega Schneider. Con uno scontrino medio che ha raggiunto un picco di +38% nel periodo del primo lockdown e che è proseguito con un andamento molto dinamico, a seconda della posizione del negozio, il marchio dm prosegue la sua espansione in Italia e per il 2022 dm ha in programma circa 15 nuove aperture, con uno stanziamento di 9,5 milioni di euro, che prevede il continuo rinnovo di look, arredi e disposizione degli scaffali.

Dalla cura della persona si passa agli accessori e al tessile per la casa. E pur passando da una stanza all’altra i consumi rimangono alti tanto che il management di Kasanova, specializzato in casalinghi, sceglie per i prossimi anni di espandersi con i “negozi di prossimità” sia nei piccoli centri urbani (fino a 2025mila abitanti) sia nelle periferie delle grandi di città, affinché “i dipendenti siano anche imprenditori, e viceversa”, afferma l’amministratore delegato Maurizio Ghidelli. Con un fatturato 2021 di circa 330 milioni (+20% rispetto al 2020) il gruppo ha programmato per l’inizio del 2022 80 nuovi punti vendita in linea con quanto previsto dall’operazione Negozi&Futuro. Kasanova oggi conta quasi 500 negozi, fra diretti – 40% - e affiliati – 60% -, ma proprio grazie a questa operazione prevede 100 nuove aperture all’anno per i

L’impatto dello smartworking avrà ancora conseguenze profonde anche sul settore retail. Casalinghi e prodotti per la casa e la persona saranno ancora centrali nel paniere d’acquisto degli italiani

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prossimi cinque anni. “Le cifre ci confermano la validità del piano industriale”, continua Ghidelli, “e ci prospettano un nuovo anno incoraggiante con la possibilità di nuovi incrementi, sia in termini di fatturato, sia in termini occupazionali”. Il nuovo progetto di sviluppo dei 500 negozi prevede anche la formula del “conto vendita”, che si consente all’affiliato Kasanova di pagare solo i prodotti che ha venduto. Le aperture saranno localizzate anche in aree geografiche con bacini di utenza medio piccoli, replicando un modello di successo del passato, rappresentato dal negozio di prossimità dove l’imprenditore apparteneva al tessuto locale. Altrettanto importanti saranno i riflessi sulle economie locali e sull’indotto che un’iniziativa di questo tipo svilupperà, la previsione del fatturato medio dei nuovi punti vendita è compresa in un range che va da 550mila a 700mila euro. “Puntiamo con decisione sulla responsabilità sociale d’impresa”, sottolinea il Ceo, “in quanto offriamo serie opportunità di auto impiego e aiutiamo a rivitalizzare commercialmente i distretti urbani del nostro Paese”. imprenditori, e viceversa”, afferma l’amministratore delegato Maurizio Ghidelli. Con un fatturato 2021 di circa 330 milioni (+20% rispetto al 2020) il gruppo ha programmato per l’inizio del 2022 80 nuovi punti vendita in linea con quanto previsto dall’operazione Negozi&Futuro. Kasanova oggi conta quasi 500 negozi, fra diretti – 40% - e affiliati – 60% -, ma proprio grazie a questa operazione prevede 100 nuove aperture all’anno per i prossimi cinque anni. “Le cifre ci confermano la validità del piano industriale”, continua Ghidelli, “e ci prospettano un nuovo anno incoraggiante con la possibilità di nuovi incrementi, sia in termini di fatturato, sia in termini occupazionali”. Il nuovo progetto di sviluppo dei 500 negozi prevede anche la formula del “conto vendita”, che si consente all’affiliato Kasanova di pagare solo i prodotti che ha venduto. Le aperture saranno localizzate anche in aree geografiche con bacini di utenza medio piccoli, replicando un modello di successo del passato, rappresentato dal

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Attenti a questi quattro Il canale non food e casa resistono negli anni dell’emergenza e le insegne crescono. Dopo l’ingresso nel 2017 del marchio olandese Action che continua la sua espansione in Italia, anche il marchio pugliese Happy Casa si espande da Nord a Sud (11 le prossime aperture) con oltre cento punti vendita diretti in spazi espositivi che vanno dai mille a più di 3000 mq. Non sono da meno Risparmio Casa (catena italiana con oltre 130 negozi) e Portobello che si contendono gli spazi su high street, retail park e centri commerciali. Per quest’ultimo, fondato a Roma nel 2016 e quotato sull’Egm di Borsa italiana, il futuro si prospetta molto roseo: da poco, infatti, l’insegna di home decor, tecnologia e cura della casa ha chiuso un finanziamento da 5 milioni di euro con Deutsche Bank finalizzato a sostenere il piano di investimenti pluriennali per l’apertura di nuovi store in tutta Italia.

negozio di prossimità dove l’imprenditore apparteneva al tessuto locale. Altrettanto importanti saranno i riflessi sulle economie locali e sull’indotto che un’iniziativa di questo tipo svilupperà, la previsione del fatturato medio dei nuovi punti vendita è compresa in un range che va da 550mila a 700mila euro. “Puntiamo con decisione sulla responsabilità sociale d’impresa”, sottolinea il Ceo, “in quanto offriamo serie opportunità di auto impiego e aiutiamo a rivitalizzare commercialmente i distretti urbani del nostro Paese”.


MISTERY | Food

Piatto abbondante, forse troppo Scontrino nella media: per una patata farcita con una bevanda si spendono circa 10-12 euro. La patata XL con abbondante condimento diventa una jacket potato taglia XXL. Non si può definire uno spuntino. Probabilmente, avremmo apprezzato di più una scelta tra patate “small” e “medium” farcite con gusti diversi, per mettere d’accordo stomaci diversi (anche quelli dei bambini, per esempio) e assaggiare altro. E anche per evitare sprechi. Dopo aver spazzolato il ripieno, infatti, la maggior parte di noi ha abbandonato, lasciando buona parte della patata gigante nel piatto.

“RIPIENE” AL CENTRO DI ARESE Abbiamo provato il fast food specializzato in “jacket potato”, la patata farcita anglosassone rivisitata in chiave tutta italiana. Ecco com’è andata

di Paola Oriunno

Dopo una mattinata a curiosare tra le vetrine del Centro di Arese, anche per i maratoneti dello shopping arriva l’ora di fermarsi per uno spuntino. E l’area food del Centro di Arese, tra i più grandi d’Italia, non delude: l’offerta è ampia e stuzzicante, sia “fast” che comoda. Siamo in quattro e decidiamo di provare qualcosa di nuovo: le patate farcite. Tipiche della cucina anglosassone, sono cucinate con la buccia e in un cartoccio di carta alluminio, come se fossero rivestite di una vera e propria “giacca”. Da cui il nome inglese: jacket potato. La farcitura varia a seconda della cultura e dei sapori del luogo. Noi scegliamo la “giacca” made in Italy del ristorante Ripiene che propone il piatto rivisitando la tradizione nostrana. L’insegna arriva ad Arese nel 2021, in occasione del restyling dell’area food, che accoglie due new entry: Ventisette, il ristorante all’interno del supermercato Iper La Grande I, e Ripiene. Il brand di jacket potato, al momento, è presente nello shopping center di Arese ed è in arrivo al centro commerciale Euroma2 (Roma).

un venerdì a pranzo, bisognerebbe riprovarci nel weekend). Il servizio è agile e ogni cliente ha il proprio vassoio personale con posate in legno e piattino biodegradabile. Un po’ stile “mensa”, ma pratico.

Soddisfatti, però quel claim… Buona la qualità degli ingredienti, abbastanza ampia la varietà di prodotti italiani e mediterranei che danno vita a proposte al gusto di carbonara, salsiccia e friarielli, ragù bolognese, polpo, pesto, salmone, baccalà, per citarne alcuni. È presente una sola combinazione per i vegani e manca qualche proposta in più di pesce, ma nel complesso siamo rimasti soddisfatti della scelta. Al termine del pranzo, sempre in modalità fast food, abbiamo svuotato e riposto i nostri vassoi nell’area dedicata. Essenziale, veloce, abbondante, appetitoso, originale, molto italiano. L’esperienza mantiene quello che promette. Unica nota stonata? Il “claim” dell’insegna: “Basta una patata per essere felici”. A detta delle signore al tavolo, poteva essere scelto con più gusto e maggiore accuratezza.

Essenziale il servizio L’aspetto del ristorante è abbastanza semplice e informale. Il servizio è simile a quello dei pokè: tutto si svolge al bancone, dove si ha la possibilità di scegliere jacket potato pre-combinate o di comporre la propria patata farcita con ingredienti di stagione o della tradizione, come fosse una bowl. Le patate sono taglie XL, sono già cotte in forno e pronte per essere preparate. In questo modo, tra la scelta della “potato” e il pagamento passano davvero pochi minuti (ma era pag. 31 | retail&food | Aprile 2022


CENTRI | Intervista TRAVELCOMMERCIALI RETAIL | Estate 2021

Roberto Zoia, presidente del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali

ROBERTO ZOIA: “Il 2022 sarà l’anno della svolta” di Paola Oriunno

Evoluzione e adattamento. È questo il mood che si respira nei centri commerciali che, dopo due anni complicati, tornano a ripopolarsi e reinventarsi, diventando sempre più destinazioni sociali, oltre che commerciali. Non senza qualche difficoltà e incertezza. Per rilanciare il settore penalizzato fortemente dalla pandemia, il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali – CNCC ha presentato alle istituzioni una serie di proposte operative per realizzare progetti in linea con i requisiti e gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza - PNRR. Sono cinque le mission europee e nazionali di sviluppo e riguardano la trasformazione digitale, la salute, l’istruzione e la ricerca, la transizione ecologica ed energetica, l’integrazione e l’inclusione sociale, che l’industria, con il sostegno delle istituzioni, può contribuire a realizzare. I centri commerciali possono dare una forte spinta alla ripresa e contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei e nazionali. A sostenerlo è Roberto Zoia, presidente del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali in questa intervista a retail&food.

I dati 2021, per i centri commerciali,

mostrano una buona ripresa rispetto al 2020, in termini di ingressi e di fatturato. Quale previsione si può tracciare per l’anno in corso?

I dati del 2021 rispetto al 2020 sono molto positivi, ma il nostro riferimento è il 2019 e siamo ancora lontani dai numeri pre-Covid. Puntiamo ad accelerare un processo di cambiamento dei centri commerciali nato prima della pandemia, quando iniziata già si progettava di ampliare la ristorazione e aumentare i servizi e l’intrattenimento. La strada da percorrere adesso è questa, mettendo in conto che proprio la ristorazione e il leisure sono i segmenti che hanno sofferto di più negli ultimi due anni e su cui, quindi, ci sarà molto da fare in termini di marketing e di capacità di attrarre persone.

Quali categorie merceologiche mo-

streranno le migliori performance? L’elettronica avrà ancora una spinta decisiva, sull’onda del bonus rottamazione. Anche la casa e gli articoli sportivi stanno avendo dei trend positivi. E spero che con l’estate l’abbigliamento, il settore che fa più fatica, possa riprendersi. Pensiamo che l’ultimo trimestre del 2022 sarà quello della svolta, in cui auspichiamo di tornare al livello del 2019. Abbiamo perso tre anni, ma siamo tornati in pista.

E quali strutture, invece, si riprenderanno con maggior velocità?

Stanno reagendo meglio le strutture di prossimità, con cui non intendo solo i piccoli negozi di quartiere, ma anche i grandi centri commerciali, purché godano di un forte pag. 32 | retail&food | Aprile 2022


bacino primario. Gli acquisti nei mall che richiedono lunghi spostamenti in auto, invece, torneranno alle performance pre-pandemia quando ripartirà l’abbigliamento, che è l’attrattore principale. Dai primi mesi dell’anno, anche i centri a carattere regionale cominciano ad avere una ripresa.

Tra le proposte del Cncc c’è anche la transizione ecologica ed energetica.

Le dinamiche di questi giorni non fanno altro che accelerare un processo già in corso. Il CNCC sta agendo su due binari. Il primo è di tipo emergenziale: i costi dell’energia sono drammatici e cerchiamo di ridurre i consumi come possiamo, utilizzando la climatizzazione in maniera più oculata, spegnendo le insegne che prima erano accese di notte. Il secondo aspetto su cui lavoriamo è velocizzare la creazione di impianti fotovoltaici. Dove ci sono già, il risparmio è notevole. E sono diversi i lavori in corso. Penso, per esempio al progetto GECO del Pilastro e Meraville (Bologna) che prevede la realizzazione di una comunità energetica che comprende anche una zona commerciale di 200.000 mq dove sono collocati due centri commerciali. I sei nuovi impianti di energia prodotta da FER prevedono un risparmio di circa 58.000 tonnellate di CO2 all’anno entro il 2023.

neutrality, aspirando anche ad una “positive carbon footprint”. Infatti, circa il 10% dei centri commerciali italiani già possiede una certificazione BREEAM e LEED. Nel 2019, circa il 16% delle strutture disponeva già di un impianto fotovoltaico, incluse quelle che utilizzano il 100% dell’energia auto-prodotta da fonti rinnovabili. In più, possiedono il grande vantaggio di poter realizzare campagne di sensibilizzazione ambientale, anche promosse dalla pubblica amministrazione. Queste attività sono in grado di raggiungere circa 30 milioni di cittadini, aumentando l’awareness pubblica in materia di transizione verde. Stiamo lavorando molto con il Ministero della transizione ecologica, in questi giorni abbiamo diversi incontri per spiegare le nostre proposte. Se lo Stato ci aiuta, noi siamo in grado di esercitare un effetto leva e accelerare questo processo. Certo, il percorso di transizione green oggi ci vede in emergenza e da parte dello Stato la parola “commercio” non è proprio tra le priorità. Il lavoro del CNCC sarà proprio di continuare a sensibilizzare il Governo e puntare i riflettori sulla nostra industria, che comunque produce occupazione, risorse, Pil.

In quale direzione stanno andando le

Il Cncc ha presentato nel 2021 il

Le tensioni con la Russia incidono sul costo energia. C’è preoccupazione ri-

spetto ai consumi dei prossimi mesi?

strutture per evitare che la crisi energetica impatti sull’industria dei centri commerciali?

Una delle proposte operative del settore in ambito PNRR, che presentiamo alle istituzioni, riguarda proprio la transizione ecologica ed energetica. I centri commerciali hanno già messo in atto interventi volti al raggiungimento di una sempre maggiore carbon

Manifesto per la Sostenibilità. Che

significato dà il Consiglio nazionale al termine “sostenibilità”?

L’anno scorso abbiamo approvato e pubblicato il primo Manifesto per la Sostenibilità cui hanno aderito numerosi dei nostri soci che declina la parola “sostenibilità” a 360 gradi. Il green è sinonimo di sostenibilità ma non solo. Noi stiamo facendo molto anche in termini sociali, a livello di occupazione giovanile e femminile e dal punto di vista contrattuale. Per noi sostenibilità è inoltre attenzione al territorio: oggi tutte le iniziative dei centri commerciali sono destinate al territorio di riferimento in termini di socialità. A maggio, a distanza di un anno dalla pubblicazione del Manifesto, daremo evidenza dei risultati ottenuti e degli obiettivi che intendiamo perseguire.

Provando, quindi, a immaginare

l’evoluzione del centro commerciale, l’esperienza di shopping sarà meno centrale e diventeranno centrali i

servizi, lo spazio green e il ruolo attivo nelle comunità di cui fanno parte?

Lo shopping è una caratteristica essenziale dei centri commerciali e lo sarà sempre. Sicuramente noi operatori dobbiamo essere omnichannel e lavorare meglio sull’esperienza di acquisto, che deve dare di più del semplice click. Essere più vicini al territorio, ai nostri clienti, ripaga perché si diventa parte di un contesto, veri e propri luoghi di riferimento. L’industria dei Centri Commerciali può giocare un ruolo chiave nell’aumento dell’integrazione e dell’inclusività sul territorio nazionale, contribuendo al raggiungimento dell’obiettivo UE di aumentare le opportunità di integrazione tramite la cultura, lo sport, il coworking, le biblioteche e i servizi per l’infanzia.

E tramite i servizi sanitari, un’altra

importante value proposition a cui tenete molto.

Sì, una delle proposte operative del CNCC per realizzare progetti in linea con i requisiti e gli obiettivi del PNRR riguarda l’assistenza sanitaria. Con la creazione degli hub vaccinali all’interno delle nostre strutture abbiamo offerto un servizio ai cittadini. Chi si è vaccinato da noi è diventato un affezionato cliente. Il benessere del cliente e la sua fidelizzazione sono un must per noi. Alcune ASL vorrebbero proseguire anche dopo l’emergenza Covid e somministrare altre prestazioni di tipo non ospedaliero presso i nostri centri. I clienti usufruiscono infatti di servizi sanitari comodi da raggiungere e noi mettiamo a disposizione i nostri spazi. Ma da soli possiamo sostenerne poche di queste iniziative, mentre con i fondi dello Stato potremmo svilupparne molte di più. Sarebbe un beneficio per tutti.

E tramite i servizi sanitari, un’altra

importante value proposition a cui tenete molto.

Nei mesi scorsi, in Gran Bretagna l’e-commerce per la prima volta è calato rispetto al 2020. È un’esperienza di acquisto a scarso valore esperienziale. Noi pensiamo che tutto ciò che è socialità e che si può vedere e toccare continuerà a essere dominante, soprattutto in Italia. Deve esserci un win-win tra noi e i nostri operatori: va bene spingere perché l’acquisto sia fatto in qualsiasi forma, ma il ritiro deve avvenire all’interno delle nostre strutture. Il trend positivo dell’elettronica, che si può tranquillamente comprare online, è legato all’aumento dei servizi da parte degli operatori. Così il negozio fisico ha registrato fatturati più alti. Questi sono i limiti dell’online. pag. 33 | retail&food | Aprile 2022


Il nuovo modello di Lindt per il retail: con la gestione diretta dei negozi l’azienda è pronta a crescere

Nel mercato del cioccolato premium si conferma un player con una lunga esperienza Lindt Italia, dall’inizio del 2021, ha acquisito la proprietà, dunque la gestione diretta, dell’attività retail, allineandosi a livello internazionale con il gruppo Lindt & Sprüngli, che ha sviluppato in tutto il mondo una rete di circa 500 Lindt Shop. Un vero cambio di rotta strategico, che rappresenta solo il primo passo di un progetto di espansione che si dispiegherà nei prossimi anni. Attualmente Lindt Italia gestisce 33 negozi monomarca, di cui 23 all’interno di outlet, realizzati secondo un format internazionale che li rende riconoscibili nel mondo. “L’obiettivo che ci poniamo ogni giorno è conquistare con le nostre golosità e l’ampia varietà dell’offerta le persone che entrano nei Lindt Shop, facendole uscire con un meraviglioso chocolate smile.

Ilaria Cereda, Retail Director di Lindt Italia

Per questo vogliamo che tutti i punti vendita siano eleganti e accoglienti, che il cioccolato trionfi ovunque e che i nostri chocolate advisor trasmettano la loro passione e competenza. I clienti devono sentirsi sempre speciali e coccolati” spiega Ilaria Cereda, Retail Director di Lindt Italia.

Format ideale per un’esperienza a 360 gradi Il format dei punti vendita, raffinato e moderno, all’insegna del binomio cromatico gold&brown, iconico di Lindt, è immaginato per accompagnare i clienti in un percorso di visita e di acquisto a 360 gradi: si passa dall’area market, dedicata alla vendita del cioccolato, alla zona caffetteria con annessa gelateria, ideale per una pausa caffè in cui gustare ogni giorno tantissime ricette Lindt, naturalmente a base di cioccolato. Nei negozi con una dimensione ridotta, lo spazio è focalizzato unicamente sulla vendita del cioccolato confezionato e sfuso, offrendo ai chocolate lover tutto l’ampio assortimento di prodotti che solo l’azienda svizzera è in grado di proporre. Uno dei tratti distintivi di Lindt è il personale, composto da risorse formate per conoscere al meglio il prodotto e per supportare il cliente durante l’acquisto. I clienti, quindi, sono accolti da veri e propri consulenti del cioccolato che, con la loro esperienza, sono in grado di dare preziosi consigli e fare del negozio Lindt il posto giusto, sia per un acquisto personale, sia

per chi è in cerca del regalo giusto da donare agli appassionati del “cibo degli dei”. La qualità e l’estrema cura del packaging sono punti di forza nel caratterizzare i negozi come gifting destination esclusive. In ogni punto vendita, Lindt celebra il cioccolato, creando un’esperienza sorprendente, unica e memorabile grazie all’ampia offerta, in particolare per quanto riguarda il prodotto sfuso. Si rimane incantati, per esempio, dai colori brillanti degli incarti di Lindor, la famosa pralina dall’irresistibile scioglievolezza, così come dall’eleganza delle tavolette Lindt Excellence, la linea di finissimo cioccolato fondente da degustazione.


Centri commerciali premium e high streets nel mirino Tornando alla rete retail, con il completamento del processo di consolidamento e con la riorganizzazione della gestione diretta dei negozi, Lindt Italia punta ad arrivare a 50 punti vendita nei prossimi 5 anni, a marchio Lindt (fanno parte del gruppo anche i negozi Caffarel). L’obiettivo è porsi, nel panorama retail italiano, con il ruolo di player con maggior esperienza e tradizione nel mercato del cioccolato premium. L’ambizione di Lindt è di essere presente nei contesti commerciali più qualificati e di maggior pregio, come Shopping Mall e Retail Park, e nelle principali strade dei centri città, rispettando al contempo una crescita sostenibile.

Lindt Italia, parte del gruppo svizzero Lindt & Sprüngli, leader mondiale nella produzione di cioccolato premium e quotato alla Borsa di Zurigo, ha sede a Induno Olona, in provincia di Varese. Il marchio nasce nel 1845, nella città vecchia di Zurigo, quando il pasticciere David Sprüngli e suo figlio decidono di produrre il cioccolato solido, e non più solo liquido. Oggi il colosso conta su sei impianti di produzione in Europa, quattro negli Stati Uniti, uffici commerciali e logistici nei cinque continenti. A partire da gennaio 2022, Lindt Italia e Caffarel, l’azienda piemontese già di proprietà del Gruppo Lindt & Sprüngli dal 1998, sono state integrate attraverso una procedura di fusione per incorporazione, con l’obiettivo di rafforzare le sinergie tra le due organizzazioni. Il gruppo è anche impegnato sul terreno della sostenibilità con il Lindt & Sprüngli Farming Program, un modello di approvvigionamento sostenibile, che contribuisce al miglioramento delle condizioni locali dei coltivatori di cacao e delle loro comunità. A livello di risultati, il Gruppo Lindt & Sprüngli ha chiuso il 2021 con un fatturato di 4,59 miliardi di franchi svizzeri, in crescita del 14,2% rispetto all’anno precedente.

Comunicazione pubblicitaria

Tradizione e qualità dal 1845


RETAIL | Sviluppi

PRIMARK A MILANO. “CI VEDIAMO IN CENTRO”

Luca Ciuffreda, Head of Sales Italy di Primark

di Adriano Lovera

Primo esempio di negozio italiano nel cuore della città per il brand irlandese. Dal 6 aprile apre le porte lo store in via Torino, a due passi dal Duomo

Cinque piani per oltre cinquemila metri quadrati di superficie: dal 6 aprile è aperto il nuovo negozio in centro a Milano di Primark. Il nuovo punto vendita, situato nel cuore della città, in via Torino 45, rappresenta il nono store del retailer in Italia e darà anche un forte impulso all’economia locale con la creazione di oltre 250 nuove opportunità di lavoro. Sarà il terzo negozio in Lombardia, dopo gli store all’interno dei centri commerciali Il Centro di Arese e Fiordaliso di Rozzano, rispettivamente inaugurati nel 2016 e nel 2019. Si tratta di un’apertura molto attesa, anticipata a retail&food in un’intervista on line concessa da Luca Ciuffreda, Head of sales di Primark in Italia. Lo store di via Torino andrà a occupare il palazzo che per anni era stato appannaggio di Fnac, poi passato a Trony, ma senza troppo successo.

Quali sono le caratteristiche del negozio?

La superficie ricalca quella degli altri negozi del brand. Per ora, non abbiamo intenzione di ridurre l’ampiezza standard dei negozi. Avremo 35 camerini, 48 casse, aree di ricarica per cellulari, il wi fi. Il design interno, pag. 36 | retail&food | Aprile 2022

invece, sarà molto particolare, ispirato alle caratteristiche della città. Ci sarà inoltre una sorta di shop in shop, da 90 mq, con una collezione “denim” tutta realizzata con cotone sostenibile.

Qual è il significato di quest’apertura per l’azienda? Primark conta oltre 400 negozi nel mondo, tutti in gestione diretta, ma è particolarmente entusiasmante aprire in centro città, in una delle capitali mondiali della moda. Ed è un passaggio fondamentale per il mercato italiano, perché finora abbiamo scelto solo i centri commerciali, questo è il primo store nel cuore delle high streets.

Primark è in Italia nel 2016. Considerando l’impatto della pandemia, finora come è andata?

Siamo soddisfatti. Anche durante l’ultimo biennio, abbiamo studiato con attenzione le location e calcolato il timing giusto per le aperture. Così, anche in pandemia, sono

arrivati i due store di Roma e quello di Catania, che hanno risposto bene. La nostra forza è presentare un prodotto accessibile per tutti, la clientela è trasversale, non catturiamo solo la fascia bassa. In particolar modo, vanno forte i prodotti venduti dietro licenza, come quelli Nba e Disney.


Prossime aperture? Nel corso del 2022 sono in arrivo altri 4 punti vendita, tutti all’interno di centri commerciali, nell’area di Chieti, Bologna, Caserta e Torino.

Oggi la parola d’ordine è sostenibilità. Che cosa fa Primark?

Non siamo stati bravi a promuoverlo abbastanza, ma da un decennio sviluppiamo un programma di cotone sostenibile e già oggi il 25% dei prodotti utilizza fonti riciclabili. Un altro obiettivo è eliminare la plastica monouso da capi e negozi. Già dal 2019 sono state rimosse mezzo milioni di unità in questo senso.

Poi c’è il digitale.

Come lo sviluppate, dal momento che per ora non vendete on line?

Seguiamo naturalmente l’e-commerce, ma per ora non è alle porte. Oggi facciamo molta ricerca sul marketing digitale. Abbiamo milioni di follower nel mondo, migliaia in Italia, e stiamo lavorando a una rivisitazione del sito Internet. La nuova versione sarà in Rete prima nel Regno Unito, poi si estenderà.

In pagina, il negozio Primark al centro commerciale RomaEst e il rendering dello store milanese di via Torino, che apre il 6 aprile. Al piano superiore, ospiterà anche i nuovi uffici italiani del brand

Gli altri store in arrivo Lo scorso anno Primark ha inaugurato due nuovi negozi nelle città di Roma e Catania (in foto il negozio al centro commerciale Roma Est) mentre altri apriranno nei prossimi 12 mesi a Torino, Bologna, Caserta, Venezia e Chieti, portando così il numero totale di negozi di Primark in Italia a 14, con una superficie commerciale di oltre 55.000 metri quadrati. Queste aperture creeranno più di 1.000 opportunità di lavoro, che si aggiungono ai 2.500 dipendenti già impiegati da Primark all’interno dei punti vendita italiani.

pag. 37 | retail&food | Aprile 2022


RISTORAZIONE | Analisi

RISTO-RETAIL, RIVOLUZIONE (PER ORA) MANCATA

Da Bar Atlantic a Maestoso, i brand della Gdo cercano un’identità creandosi un marchio food. Finora, però, con scarsi risultati. Ecco perché Dal ristorante pop-up di Aldi, al Maestoso di Iper, passando per il pioniere Eataly. Le insegne della Gdo ricercano sempre più il connubio tra superficie di vendita tradizionale e spazi di ristorazione. Una strategia che permette di creare una brand identity. Nel settore dei consumi alimentari, infatti, la competizione tra distributori si gioca molto spesso sul fattore prezzo, mentre le superfici di vendita sono ancora poco differenziate. Le insegne faticano a essere percepite come brand veri e propri, così la ristorazione permette di differenziarsi in modo stabile nel tempo, contribuendo alla trasformazione dell’insegna in una marca. Nell’attuale scenario, i retailer perseguono due obiettivi primari attraverso i servizi ristorativi: la differenziazione dalle altre insegne e l’aumento della store loyalty. Per questo sono nati diversi format.

Eataly resta un unicum Eataly ha agito da pioniere, quando nel 2007 ha aperto a Torino il primo punto vendita che integra completamente vendita e somministrazione. L’insegna di Oscar Farinetti offre ai consumatori un’esperienza immersiva e olistica con il cibo. All’interno dei punti vendita sono applicati elementi esperienziali e di pag. 38 | retail&food | Aprile 2022

social edutainment: la cartellonistica ha funzione informativa, vengono organizzati corsi e incontri per i consumatori, sono presenti libri e nel punto vendita di Torino è stato realizzato persino un museo sullo stabilimento Carpano. I “ristorantini”, come sono denominati quelli di Eataly, sono completamente integrati nello spazio vendita. Una strategia che ha permesso all’insegna di differenziarsi e di vendere i propri prodotti a prezzi elevati. Negli anni successivi molte insegne della Gdo hanno percorso questa strada. Tigros ha aperto i suoi ristoranti Buongusto ed Esselunga i Bar Atlantic, entrambi format posizionati all’esterno della linea casse e separati dalla superficie di vendita. Questi due format somigliano a tradizionali bar, con un’ambientazione poco curata, che operano come estensione dell’assortimento e come mezzi di promozione del cross-selling. Ideali per un consumo veloce, i due format sono privi di un legame sinergico con la superficie di vendita e non svolgono per questo un ruolo pienamente strategico per le aziende. Prendendo ispirazione da Eataly, Iper ha creato a Monza Il Maestoso, una superficie di 4000 mq disposta su due piani, in cui si creano un’esperienza conviviale e un rapporto con il cibo basato sulla genuinità. Anche in questo caso però vendita e ristorazione restano separati.

di Ilenia Ferranti MARKETING & RETAIL ileniagiulia97@hotmail.it

Le superette in centro e gli esperimenti pop-up Nei grandi centri urbani sono nate delle superette che integrano la ristorazione: LaESSE di Esselunga, Carrefour Express Eat&Shop e Carrefour Express Urban Life di Carrefour. I tre format hanno come target lavoratori e giovani, mettendo a disposizione aree di co working e spazi di condivisione. Gli spazi di ristorazione rimangono separati dalla superficie di vendita, trovando però un arricchimento grazie agli spazi di condivisione e socializzazione. LaESSE si basa sulla tecnologia: totem digitali per l’ordinazione del cibo, tecnologia RFID per rendere più efficiente la vendita e una app per la prenotazione del pasto. Questo ha permesso di spostare il personale, assente nell’area di vendita, negli spazi di ristorazione con una riduzione dei costi. I format di Carrefour hanno un ambiente curato e sono divisi in aree tematiche per favorire un’esperienza dei consumatori differenziante e positiva. Esselunga sta replicando LaESSE in altre grandi città, mentre per ora i due punti vendita di Carrefour sono unici nel loro genere. Due insegne tedesche, Aldi e Lidl, hanno invece percorso la strada del


ristorante pop-up, format finora associato ai soli brand della moda. Si è trattato di esperienze in cui chef stellati hanno preparato dei piatti con i prodotti a marca commerciale dei due distributori con l’obiettivo era di aumentare la percezione della qualità dei prodotti e dell’insegna stessa. I format hanno ottenuto un notevole successo, con un ingente numero di visitatori e un aumento delle vendite nelle insegne.

Un Business Plan con obiettivi definiti Nella maggior parte delle insegne della grande distribuzione organizzata la ristorazione non rappresenta attualmente un asset strategico. Le recensioni online dei consumatori riportano spesso una bassa qualità del cibo adatto a un consumo veloce più che a un’esperienza culinaria. Gli spazi sono progettati in modo poco strategico a causa degli scarsi collegamenti fisici e comunicativi tra le superfici di vendita e di ristorazione. Ad ecce-

zione di Eataly e di alcuni elementi positivi che si ritrovano nei format più piccoli, non esiste al momento un modello replicato sul territorio nazionale che abbia un valore per l’insegna, in termini di rafforzamento della sua identità di brand e di differenziazione dai competitor agli occhi dei consumatori. Affinché questo avvenga, occorre un preciso progetto di business. In primo luogo, partire dagli obiettivi primari del brand così da creare un format ristorativo unico, differenziante e coerente con la strategia dell’insegna. Gli obiettivi primari possono essere la differenziazione dai competitor, l’aumento di store loyalty, la creazione di uno spazio esperienziale, l’aumento delle vendite e il rafforzamento della brand identity. Vanno definiti con cura il target di clientela, la tipologia di format, l’analisi della redditività nel lungo e nel breve periodo. Dopodiché, si possono delineare gli obiettivi secondari, come il cross-selling, l’aumento del tempo speso nel punto vendita, la raccolta dei dati dei clienti in momenti di consumo.


La Corte al Monza Maestoso è stato uno dei primi esempi di ristorazione di Iper, cui sono seguiti altri brand, come 27 vino e cucina ad Arese, Le Terre a Rozzano o Casa Portello

Le strategie per un’azione vincente

Coinvolgere i fornitori Il collegamento tra la superficie di vendita e quella di somministrazione è essenziale, l’una deve rimandare all’altra con continui riferimenti informativi, di design e di valori per la costruzione di un ambiente totale coerente. Il risultato è la creazione di uno storytelling. Il chiaro collegamento tra i due mondi porta vantaggi in termini di cross selling e maggiori vendite nella superficie distributiva. Con il format ristorativo si ha la possibilità di intercettare i consumatori nel momento il più vicino possibile all’acquisto, avendo così l’opportunità di influenzare le loro preferenze e i loro acquisti. I prodotti a marca commerciale devono quindi essere valorizzati nel format ristorativo, favorendo l’assaggio e il conseguente acquisto nella superficie di vendita. Le insegne possono creare spazi di ristorazione in collaborazione con i propri fornitori. La partnership ha benefici per entrambe le parti: il fornitore mette a disposizione competenze e un brand solido e conosciuto a cui il distributore può legarsi, mentre il distributore offre al fornitore un punto di contatto diretto con i consumatori finali.

SPECIALIZZAZIONE Le offerte ristorative sono sempre più specializzate su una cucina nazionale, un piatto, un metodo di cottura. Questo favorisce la qualità dei piatti e offre ai consumatori una chiave di lettura semplificata della realtà, privilegiando la qualità dei piatti alla quantità. I retailer dovranno essere in grado di fornire ai consumatori un’esperienza semplice che sia ricca nella sua facilità di lettura. SOSTENIBILITÀ E CSR La sostenibilità è una tematica centrale oggi, con app contro lo spreco e doggy bag, anche nella ristorazione si va incontro a comportamenti virtuosi dei consumatori. I brand sono chiamati a prendere posizione su tematiche quali l’ambiente, la filiera etica e controllata, il rispetto degli stakeholder, la riduzione degli sprechi alimentari e dei rifiuti non riciclabili. QUALITÀ I consumatori sono sempre più informati a interessati a cibi naturali, biologici e free from. Sono disposti a spendere di più per cibi di qualità. IDENTITÀ DI PROVENIENZA L’offerta culinaria deve essere legata a un territorio, a una tradizione, a una cultura alimentare. Questo rende il risto-retail più attrattivo e fidelizzante. Le strade che si possono intraprendere sono due: la località, offrendo cibi legati al proprio territorio, o l’etnicità, servendo piatti legati al fascino della diversità. ESPERIENZIALITÀ I distributori sono alla continua ricerca di una relazione con i consumatori e dell’aumento della store loyalty. Questo è possibile con la costruzione di un ambiente esperienziale, che sia progettato per essere rassicurante o straordinario in relazione agli obiettivi primari definiti. STORYTELLING Dato il maggior tempo passato dai consumatori negli ambienti di ristorazione rispetto a quelli di vendita, i format ristorativi sono adatti alla comunicazione. In essi le insegne devono raccontare i propri valori e identità, creando uno storytelling che trasformi l’insegna in una marca con dei valori.

pag. 40 | retail&food | Aprile 2022

LaEsse è il format cittadino di Esselunga, che in alcune location include anche una parte di ristorazione e di gastronomia


GDO | Numeri

CONAD AL TOP, MA ESSELUNGA È REGINA DI UTILI

Analisi Mediobanca, corrono i discount. Nel 2022 la grande distribuzione italiana crescerà dell’1,3% di Adriano Lovera

Conad in Italia detiene sempre la maggior quota di mercato. Ma Esselunga si distingue a livello internazionale per la capacità di generare margini in rapporto alla superficie dei suoi supermercati. Sono alcuni dei dati emersi dalla nuova edizione dell’Osservatorio sulla Gdo italiana e internazionale, a prevalenza alimentare, redatto dall’Area Studi di Mediobanca.

Pesa l’inflazione, avanzano i discount Il 2022 della distribuzione moderna in Italia, dopo la pausa del 2021 (-0,1% sul 2020), dovrebbe avanzare dell’1,3%. Gli ipermercati perdono quota passando dal 32,6% del mercato nel 2007 al 26,5% del 2021, incalzati dai discount (21,7%) più che raddoppiati dal 2007 (9,5%) e attesi al 24,6% nel 2023, con performance in termini di vendite per mq sempre più vicine a quelle dei supermercati (6.070 euro/mq contro 6.240 nel 2020) che restano i veri dominatori del mercato (43,1% del mercato nel 2021). Il perdurare dell’inflazione ha favorito la ripresa della pressione promozionale, che ha raggiunto nel primo semestre 2021 il 27,9% dopo essere calata al 26,5% nel 2020, e ha acuito la competizione verticale. Nel 2021 la concentrazione del mercato italiano è stabile: la market share dei primi cinque retailer è pari al 57,6%. Conad detiene la maggiore quota di mercato con il 15%, seguita da Selex al 14,5%, dalle Coop al 12,3%, Esselunga all’8,2% e VeGè al 7,5%. In altri mercati la concentrazione dei primi cinque operatori è molto più forte, come in Francia (78,6%), Gran Bretagna (75%) e Germania (73,4%).

2016-2020, stagione eccezionale Alcune curiosità guardando al periodo preso in esame da Mediobanca, il 2016-2020. MD è campione di crescita delle vendite: +10,7% medio annuo, seguita da Crai (+9,2%) e Lidl Italia (+8,4%), poi Eurospin (+7,8%), Agorà (+7,6%). In termini di redditività del capitale investito (Roi) primeggia MD (22,7%), seguita da Eurospin (20,2%), Crai al 13,7%, Lidl Italia al 13,4% e Agorà al 12,3%. Tutti i restanti operatori sono sotto la doppia cifra, capeggiati da Selex al 9,5%. Esselunga si conferma regina di utili cumulati tra il 2016 e il 2020: 1.212 milioni, a poca distanza da Eurospin a 1.137 milioni, VéGé a 995 milioni, Selex a 962 milioni e Conad a 945 milioni. Carrefour ha cumulato perdite per 604 milioni, Coop per 460 milioni. Coop Alleanza 3.0 è la maggiore cooperativa italiana con vendite nel 2020 pari a

4.046 milioni, seguita PAC 2000 A (Gruppo Conad) a 3.654 milioni e Conad Nord Ovest a 2.605 milioni che precede Unicoop Firenze a 2.329 milioni. Il prestito soci del sistema Coop appare in costante declino dai 10,7 miliardi del 2015 agli 8 miliardi del 2020 (stabile rispetto al 2019). Negli ultimi 5 anni le Coop hanno realizzato proventi finanziari netti per 854 milioni e subìto svalutazioni finanziarie per 791 milioni. Esselunga detiene il primato internazionale quanto a vendite per metro quadro nei confini nazionali: con 15.300 euro precede le britanniche J Sainsbury (14.000 euro), Wm Morrison (11.300 euro) e le due australiane Woolworths (11.300) e Coles (11.000).

Le prime 5 del 2021 GRUPPO

QUOTA MERCATO VENDITE IN ITALIA

Conad

15,0%

Selex

14,5%

Coop

12,3%

Esselunga

8,2%

VeGè

7,5%

Quote di mercato per tipologia

pag. 41 | retail&food | Aprile 2022


COMITATO PROMOTORE Rosario Ambrosino • A.D. Gruppo Elior Italia

Alessandro Pirinoli• Managing Director Compass Group Italia

Dario Baroni • A.D. McDonald’s Italia

Tommaso Putin • Resp. Pianificazione controllo

Stefano Biaggi • Presidente e A.D. Sodexo Italia

Serenissima Ristorazione

Cristian Biasoni • A.D. Chef Express - Presidente AIGRIM

Massimiliano Santoro • Director Publ. Affairs

Corrado Cagnola • A.D. KFC Italy

and Europe Business Dvlp. Autogrill

Sergio Castelli • A.D. Areas Italia

Nicola Saraceno • Ceo Sebeto

Massimiliano Fabbro • A.D. Fabbro - Presidente Anir

Antonio Savoia • Presidente Edifis

Andrea Laguardia • Resp. di settore Legacoop

Carlo Scarsciotti • Presidente Angem Portavoce Oricon

Produzione & Servizi

Renato Spotti • A.D. Dussmann Service

Alessandro Lazzaroni • General Manager Burger King

Lino Stoppani • Presidente Fipe

Chiara Nasi • Presidente CIRFOOD

Andrea Valota • General Manager La Piadineria

Alberto Niero • Ceo Italia Lagardère Travel Retail

Danilo Villa • General Manager CAMST

Ernesto Pellegrini • Presidente Gruppo Pellegrini

Lino Volpe • Presidente Gruppo Elior Italia

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Ristorando Eventi Per informazioni sul Convegno e sponsorizzazioni: convegni@edifis.it - pubblicita@edifis.it


9-10 GIUGNO

i Convegni di

in collaborazione con:

Media partners:

Ristorando

Ristorando

11a EDIZIONE MOSTRA CONVEGNO Centro Convegni “Le Stelline“ Milano - Corso Magenta, 61

PLATINUM SPONSOR

GOLD SPONSOR

SILVER SPONSOR

ASSOCIAZIONI PARTNER

AIGRIM Associazione Imprese Grande Ristorazione Multilocalizzate


TRAVEL RETAIL | Estate 2021

Netcomm Forum 2022 torna la due giorni “digitale” Roberto Liscia, Presidente del Consorzio Netcomm Forum

Torna anche quest’anno, al Mico (Milano Fiera Congressi) il principale evento italiano dedicato al commercio digitale, Netcomm Forum. Un appuntamento su due giorni, con un calendario fittissimo di eventi, tra cui occorre segnarsi sull’agenda le tre sessioni plenarie dedicate alle sfide del mercato globale, in chiave digitale, al ridisegno della catena del valore per meglio rispondere alle modalità dei consumo delle nuove generazioni e alla nuova frontiera dell’Experimentale Commerce. La carne al fuoco, quest’anno, è tantissima: si parlerà di come coniugare e-commerce e sostenibilità, si ragionerà sui nuovi modelli di commercio anche nei rapporti b2b, fino a delineare quali impatti potranno avere le risorse del PNRR. Un colloquio con Roberto Liscia, Presidente del Consorzio Netcomm Forum, aiuta a definire alcuni dei macro temi sul tappeto e introdurre ospiti e visitatori a questa nuova edizione.

Il contesto dell’ecommerce italiano ed europeo Secondo l’ultima edizione dell’Osservatorio digital innovation del Poltecnico di Milano, in Italia l’incidenza del commercio digitale, sul complesso delle vendite b2c, ha raggiunto quota 10% nel 2021. Un punto in più rispetto al 2020. In termini di valore, si tratta di 30,5

3 sessioni plenarie, 9 tavole rotonde, oltre 200 workshop ed eventi a cura di sponsor e partner e un grande tema di fondo: Z GENERATION COMMERCE La trasformazione delle imprese per i nuovi consumatori globali info e iscrizioni: www.netcommforum.it

miliardi di euro come “prodotti” e 8,9 miliardi di euro come “servizi”. Secondo l’ultimo “Europe e-commerce report 2021”, in Italia gli e-shopper sono il 59% (indica la quota di utenti di Internet attivi negli acquisti in Rete), un dato che ci posiziona piuttosto indietro in classifica, considerando Paesi come Regno Unito, Olanda, Danimarca, Svizzera e Germania dove si supera il 90%. “E’ vero, siamo indietro, per alcune motivazioni precise. Pesano l’anagrafe, vista la quota rilevante di anziani nella popolazione, il tasso di alfabetizzazione e una rete capillare e ben sviluppata di negozi e servizi di prossimità, che ancora forniscono un’alternativa facilmente accessibile di negozi fisici. In più, il nostro tessuto industriale è caratterizzato da tante micro imprese, che faticano a investire sul digitale” ragiona Roberto Liscia. “Di contro, però, nel 2021 siamo stati il Paese in cui l’e-commerce è cresciuto di più, grazie al senso di urgenza percepito dai consumatori,

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I “tormentoni” omnichannel e sostenibilità

Tra i concetti più discussi degli ultimi anni, che si intrecciano a doppio filo con il digitale, ci sono l’omnicanalità e la sostenibilità. Anche questi argomenti saranno al centro dei dibattiti di Netcomm Forum, con l’intenzione di ragionare su esperienze concrete e non lasciare che restino semplici slogan. “L’omnichannel, in effetti, si presta a diverse interpretazioni, i touch point fra brand e consumatore si sono moltiplicati, ma occorre partire da tre baricentri fondamentali legati al prodotto: c’è il fashion, l’alimentare, e tutto ciò che è intermedio, come ad esempio l’elettronica” suggerisce Liscia. “Nella moda, il digitale diventa davvero uno strumento formidabile per veicolare l’identità del brand, porta il cliente in negozio ad acquistare o anche solo a provare un capo, fisico e digital posso integrarsi, sperimentando percorsi nuovi come il metaverso. Nell’alimentare, al contrario, l’esperienza di acquisto si conclude nello stesso canale, mentre nel campo intermedio il digitale, più che con l’esperienza, ha a che fare con il miglioramento del servizio e dell’assistenza”. Quanto alla sostenibilità, fra modelli di value chain ed economia circolare, il Forum ospiterà un evento dedicato, che si mescolerà con gli altri temi come pagamenti e fintech, marketing digitale, digitalizzazione degli store, logistica e tanti altri.


OUTLET | Contratti

AFFITTO RAMO D’AZIENDA: NODO IRRISOLTO La causa fra il brand Saldarini 1882 e Fidenza Village sfocia nella richiesta di sequestro cautelativo. E riaccende i riflettori sui rapporti che legano tenant, outlet e centri commerciali

La formula dell’affitto di ramo d’azienda, proposto (o imposto) ai tenant dagli outlet fa ancora discutere. E in questo caso ha dato luogo a una lunga controversia legale, sfociata in una richiesta di sequestro di beni alla società. La battaglia tra Francesco Saldarini e il Fidenza Village va avanti dal giugno 2014 quando l’outlet, al termine dei primi 10 anni di rapporto, richiama l’imprenditore tessile affinché lasci liberi i locali, chiedendo inoltre un risarcimento per danni subiti per 500mila euro più interessi. Al Tribunale di Parma, i primi due gradi di giudizio danno ragione all’outlet (proprietà di VR Milan, gruppo Value Retail), ma poi la Cassazione ribalta l’interpretazione della norma e la Corte d’Appello di Bologna si adegua: l’outlet è condannato a pagare le spese e restituire a Saldarini il punto vendita (attualmente diviso in due e in uso ad altri brand, un marchio di gioielli e uno di brose/accessori). La vicenda giudiziaria si trascina ancora, con ricorsi e nuove udienze, ma l’imprenditore fa un passo oltre: ipotizzando una situazione di quasi-default della proprietà, chiede un sequestro cautelativo nei confronti della proprietà per 3,8 milioni di euro compresi interessi. “Ho subito danni su molti versanti, dal mancato profitto alle spese d’avviamento rimaste a mio carico. Avrei potuto procedere con una richiesta

di danni tradizionale, ma la difficile situazione finanziaria della società, espressa dai bilanci, ha consigliato questa procedura” racconta Francesco Saldarini.

L’outlet ammette le difficoltà Vr Milan ha registrato perdite nette per 13,7 milioni nel 2019 e 22,2 milioni nel 2020, ultimo bilancio depositato. Nel documento stesso, però, si fa riferimento a dubbi sulla capacità della controllante VREH nel sostenere l’operatività del piano 2021-2025. L’amministratore unico scrive a bilancio: “Tenuto conto delle incertezze circa la capacità di VREH di fornire supporto finanziario alla Società, ritiene che permanga un’incertezza significativa sulle capacità di VR Milan srl di far fronte agli impegni finanziari del periodo e quindi di continuare a operare come un’entità in funzionamento”. Saldarini, nel frattempo, aveva messo in liquidazione la società che si occupava del negozio oggetto della causa. Anche su questo punto verterà la valutazione dei giudici, nell’accordare o meno la titolarità a richiedere i danni. Vr Milan, contattata da retail&food, ha commentato: “VR Milan, come sempre, si rimetterà alle decisioni delle Autorità competenti. VR Milan, è parte di un solido gruppo internazionale, ha sempre onorato e continua quotidianamente ad onorare i suoi impegni finanziari”. Intanto, però, si riapre il tema.

Formule da rivedere Non è dannoso per i tenant, e pericoloso per le proprietà, continuare a utilizzare massicciamente la formula dell’affitto del ramo d’azienda, al posto della locazione commerciale (che riserva agli affittuari maggiori garanzie)? La sentenza della Cassazione 17 febbraio 2020, n. 3888 dovrebbe essere un punto di svolta. È vero che, secondo i Giudici, occorre valutare caso per caso. Ma il principio di fondo è che l’oggetto del contratto debba essere una qualche attività già riconoscibile e avviata: “Non sembra compatibile con l’affitto la concessione in godimento di beni che sarà poi l’avente causa ad organizzare in vista dell’esercizio dell’impresa” scrive la sentenza. “Al fine di ridurre il rischio di possibili riqualificazioni o contestazioni, è necessario che nel contratto siano espressi in maniera precisa tutti gli elementi che compongono il ramo d’azienda, che ne sia precisata la correlazione e l’unitarietà già impressa dal cedente e riconosciuta dall’affittuario, oltre che la finalità produttiva anche se soltanto potenziale” è l’interpretazione che arriva da Giulia Comparini, legale dello studio Cocucca & associati. Dal punto di vista industriale, però, servirebbe unità d’intenti. “Vado avanti con la mia causa, ma continuo a fare l’imprenditore e ho negozi in tanti altri oultet” è lo stimolo lanciato da Saldarini. “Siamo tutti sulla stessa barca e arriviamo da un biennio maledetto, sia noi sia gli outlet. Dovremmo sederci intorno al tavolo e trovare soluzioni condivise”. pag. 45 | retail&food | Aprile 2022


VENDITE | Nuovi canali

VA ORA IN ONDA LO SHOPPING

di Paola Oriunno

Le nuove frontiere dell’e-commerce passano anche dallo “shopentertainment”. Cresce il “live stream” sui siti dei brand e sui social. C’era una volta la “televendita”… o c’è ancora?

La corsa dell’e-commerce non si ferma e preoccupa non poco il retail “fisico”. Secondo i dati Eurostat 2021, in Italia la percentuale di persone che hanno effettuato acquisti online è passata dal 49% del 2019 al 59% nel 2021. E cresce anche la presenza sui social dei grandi brand che mettono a disposizione degli utenti diverse modalità di contatto e di acquisto: chat, app, email, social network come Facebook, Instagram e Youtube, Pinterest, sempre più popolari, amati e a portata di smartphone. La telepromozione? Antica, da boomer. O forse, no. Contrordine. In Cina e negli Stati Uniti sta emergendo un nuovo trend che mixa vecchio e nuovo e inizia a incuriosire anche il nostro Paese: lo shopping live-streaming.

I consumatori protagonisti dello show Gli acquisti in diretta streaming sono l’essenza della multicanalità. Un cocktail sapiente di fisico e virtuale che coniuga la classica televendita (ovvero, la presentazione dei prodotti in diretta tv), i social network (durante le live si può interagire con domande ed emoji), e l’e-commerce. Sì, perché alla fine tutto quello che viene presentato come uno show pag. 46 | retail&food | Aprile 2022

online può essere comprato con un click. Un vero e proprio evento dal vivo che scavalca le restrizioni del Covid e raduna consumatori e follower in tutto il mondo che si sentono meno spettatori e più protagonisti, grazie all’interazione. E che porta non pochi vantaggi ai brand che, in questo modo, analizzano in tempo reale i comportamenti d’acquisto e il sentiment dei propri clienti. Attualmente, le televendite social rappresentano un mercato multimiliardario in Cina. Gli esperti stimano che a livello mondiale il settore nel 2023 arriverà a valere circa 25 miliardi di euro (dati Coresight Research). L’Europa segue e sperimenta.

Nato in Cina, il livestream shopping sta conquistando tutto il mondo. Negli ultimi 3 anni è cresciuto del +280%.

Una nuova customer experience Sono già tanti i test di grandi marchi, anche italiani. Pinalli, retailer made in Italy del settore beauty, ha scelto Radicalbit e GoLive per il suo shopping in diretta, una piattaforma capace di combinare il livestream shopping con i real-time analytics e l’intelligenza artificiale. L’evento della catena di profumerie ha visto la partecipazione di 5 influencer registrando un successo notevole visto il sold out delle box e la partecipazione di circa 7.500 viewers solo durante la diretta, fino a un totale di 17.000 nelle 48 ore successive. Anche Dyson scommette sul nuovo trend. Dopo l’apertura di due punti vendita travel a Linate e a Malpensa, l’implementazione dei Beauty Lab e i Dyson VR (con la realtà virtuale), il marchio si posiziona tra i più audaci sperimentatori di nuove forme di retail e investe su nuove forme di customer experience, immersive e ingaggianti allo stesso tempo. Sia le esperienze nel negozio fisico che le live in diretta offrono una dimostrazione delle tecnologie e di ottenere la consulenza di un Dyson Expert che risponde in diretta a tutte le domande del pubblico.


Grandi store in diretta Anche la storica insegna Upim (Unico Prezzo Italiano Milano) – oggi del gruppo OVS – ha lanciato il suo canale alla fine del 2021 attraverso la piattaforma Marlene sviluppata dell’italiana Flyer Tech, mentre la conduzione è stata affidata alla speaker radiofonica e influencer Annie Mazzola. Una chat consente ai partecipanti di interagire direttamente con la personal shopper in tempo reale sul sito e sui social. Buona la performance: la sessione di livestream shopping ha portato a Upim un incremento delle vendite online del 12% e una crescita del carrello medio pari al 18% per le 24 ore successive alla diretta. I piccoli show in diretta, condotti da personaggi noti al pubblico, hanno dimostrato infatti di essere efficaci anche dopo la diretta, quando il video viene reso fruibile in differita. Il brand italiano si affianca ad altri due grandi magazzini internazionali del calibro di Marks&Spencer in UK e Printenps in Francia. Il primo ha aperto il canale “M&S live” già da un anno (all’interno della sezione Inspire Me) e trasmette uno show nuovo ogni settimana. Lo show francese “En Mode Printemps”, invece, ha debuttato a metà del 2021 trasmettendo direttamente dallo storico mall parigino di Boulevard Haussmann tramite il suo sito e su Instagram e Facebook.

Le commesse trasmettono sull’app Sempre Marlene, la piattaforma sviluppata da Flyer Tech, ha fornito un bilancio dello show della catena di cosmetica Bath & Body Works, alle prese a novembre 2021 con la sua prima sessione di vendita in diretta online. La store manager di Bath & Body Works a Milano, in via Torino, in poco meno di un’ora è riuscita a mostrare 11 prodotti rispondendo istantaneamente alle domande e reazioni in chat. I consumatori hanno interagito in diretta con le commesse come se si trovassero nello store fisico di persona. Una live riservata solo a una parte dei clienti dello shop e con una forte scontistica, che ha saputo attirare centinaia di utenti in contemporanea sulla live ospitata dal brand. Cliccare su “acquista”, quindi, è sempre più solo l’atto finale di un percorso in cui contenuti divertenti, coinvolgenti, capaci di intrattenere e costruire relazioni di fiducia giocano un ruolo sempre più importante. E generano anche un desiderio: quello di entrarci davvero in quel negozio per conoscere di persona le commesse, completando così l’esperienza.

Nel 2021 sono aumentati gli acquisti da smartphone e il 65% dei consumatori europei ha acquistato abbigliamento tramite app sviluppate dai brand. (Fonte: Eurostat)

In arrivo lo shopping live su Twitter e Youtube Negli Stati Uniti lo shopping live streaming è molto più avanti grazie all’intuizione di Walmart (con i suoi Talkshoplive), Bloomingdale’s, Macy’s, Nordstrom e i brand di scarpe Aldo e Clarks che già da qualche anno sperimentano con successo questa modalità di vendita. Se negli USA le sezioni shopping di Facebook, TikTok e Instagram sono imprescindibili, adesso ci prova anche un outsider come Twitter con una nuova sezione Shop. Per ora in fase di test e attiva solo negli USA, mostrerà i prodotti nell’account di alcuni brand selezionati. In fase di sperimentazione anche lo shopping di Youtube. Anche in questo caso, gli utenti avranno a disposizione tramite app gli strumenti necessari per poter acquistare in diretta o in differita.

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IMMOBILIARE | Ripresa

IL REAL ESTATE RISALE LA CHINA

Dopo il flop pandemia, nel 2022 gli investimenti rivedono il segno positivo, mentre prezzi e canoni restano stabili. I parchi commerciali fanno gola Per il real estate commerciale arriva la ripresa. Benché i venti di guerra portino incertezza, specialmente sul versante centro orientale del Continente. Gli investimenti immobiliari, per negozi e luoghi del commercio, sono calati di circa il 10% in Europa nel 2021, con un minino storico di 33 miliardi di euro di transazioni. Ma la situazione ora dovrebbe invertirsi e per l’anno in corso, l’attesa è di un miglioramento del 12%, che porterebbe a 37 miliardi il volume delle operazioni. È quanto emerge dall’ultimo Rapporto 2022 sul mercato immobiliare commerciale in Europa e in Italia, prodotto da Scenari Immobiliari.

Italia, si aspetta un leggero rimbalzo

In Europa vince il retail park In Europa, la domanda ha privilegiato operazioni a minor rischio, come “parchi commerciali” e gli asset legati al settore alimentare, mentre i centri commerciali tradizionali, le high street e le attività di sviluppo, hanno suscitato minor interesse, benché di solito rappresentino una buona parte degli impieghi del settore. Sul fronte delle quotazioni, il 2021 si è concluso con il segno negativo, come già accaduto nel 2020. I prezzi di vendita e i canoni di locazione dei negozi hanno subito nei principali Paesi europei un calo medio del 2,3%, che nel 2022 dovrebbe limitarsi a un -1%. Un trend dovuto alla crisi che ha colpito le piccole attività commerciali delle grandi città, posizionate fuori dalle principali arterie dello shopping locale e internazionale. pag. 48 | retail&food | Aprile 2022

Boulevard Berlin è un centro commerciale tedesco, ceduto lo scorso anno da Klépierre, che però mantiene il ruolo di facility e property manager. Klépierre aveva ceduto anche un retail park in Francia, a Bordeaux, ricavando nel complesso delle due operazioni 345 milioni di euro.

Volume degli investimenti, dati in miliardi di euro (Fonte Scenari Immobiliari)


Italia, si vedono gli “opportunistici” Nel nostro Paese, il volume totale degli investimenti nel 2021 è stato di 1,32 miliardi di euro, che risulta inferiore del 9% rispetto al 2020 ed è ben distante (-30%) rispetto al dato del 2019. Tuttavia, per il 2022, gli investimenti risalire del 10,5%, a oltre 1,46 miliardi di euro. Due diverse tipologie di investitori si sono affacciate cautamente sul mercato italiano nel corso del 2021. Da un lato, sono arrivati gli investitori core, alla ricerca delle rare location di pregio disponibili, situate nelle principali high street o nelle grandi superfici commerciali, specialmente quelli caratterizzati da elevati livelli di resilienza rispetto alle restrizioni imposte per il contenimento della pandemia (quindi i retail park o comunque centri con ampie superfici all’aperto). Dall’altro lato, si è visto anche quale investitore opportunistico, che ha puntato su gallerie commerciali con rendimenti promessi in doppia cifra. Quanto al fatturato complessivo del real estate commerciale, derivante da vendita o locazione, il dato del 2021 si è fermato a 6,7 miliardi di euro, appena mezzo punto in meno rispetto al 2020.

Tra le prime operazioni di rilievo del 2020, Immofinanz ha acquistato il parco commerciale Terminal Nord di Udine, ceduto da una società di private equity basata a Londra (Cbre è stato advisor dell’operazione). Si tratta di un asset con una superficie complessiva di 33.000 mq e36 unità retail.

Effetto e-commerce, secondary street al centro La crescita esponenziale che ha avuto l’e-commerce negli ultimi anni e il suo costante sviluppo previsto per il futuro ha inevitabilmente confermato nel 2021 la necessità di revisione del concetto classico di negozio, richiedendo al settore una proposta di forme innovative, capaci di offrire al consumatore finale un’esperienza integrata di acquisto digitale e fisico. Contemporaneamente, le limitazioni personali imposte per contenere il propagarsi del virus hanno modificato le richieste del consumatore finale, che ha riscoperto e riconosciuto l’importanza dell’interazione sociale e il rapporto con il contesto urbano e con tutto quello che serve per vivere il quotidiano, passando da spazi per il lavoro a strutture sanitarie, bar, ristoranti, scuole, negozi, spazi per lo sport, centri culturali e luoghi per la socialità. Al centro di queste nuove modalità stanno le secondary street, vie del commercio che attraggono un bacino di utenza prettamente locale e di massa, in forte evoluzione.

Prezzi e canoni ancora in calo “Le caratteristiche della crisi sanitaria da cui stiamo uscendo hanno spinto gli operatori a fare scelte sostenute da un cauto ottimismo per il futuro. I vari lockdown che tutti i Paesi hanno dovuto imporre hanno generato una variazione della domanda di acquisto delle famiglie verso realtà commerciali più vicine alla propria residenza. Il tema della ‘città in quindici minuti’ ha un forte impatto anche sul commercio, perché significa riscoprire i negati di quartiere e i piccoli centri commerciali. Lo scenario ovviamente potrebbe cambiare per gli effetti della guerra in Ucraina. L’effetto più evidente ora la concentrazione degli investimenti nell’Europa occidentale” ha commentato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari. Prezzi e canoni risultano ancora in contrazione seppur con dinamiche inferiori rispetto a quanto manifestato nel corso del 2020. Si stima che, per l’anno in corso, i trend di prezzi e canoni si manterranno in campo negativo con andamenti medi nazionali più contenuti, meno 2,3 per cento i canoni e meno 1,2 per cento i prezzi. pag. 49 | retail&food | Aprile 2022


TRAVEL | Aeroporti

INCERTEZZA NEI CIELI NUOVI EQUILIBRI A TERRA

Previsioni estive nel caos, visto il contesto internazionale. Intanto è nata Aeroporti 2030 (Adr e Save), con focus su trasporti e sostenibilità. “Ma non combattiamo Assaeroporti” spiega il presidente Alfonso Celotto

di Adriano Lovera

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scelto un esterno, Alfonso Celotto, 56 anni, costituzionalista, ordinario di Diritto costituzionale a Roma Tre e con alle spalle PERDITE: 1,3-1,4 miliardi di euro un lungo elenco di incaPASSEGGERI: 80 milioni richi istituzionali. Intanto l’associazione si è mos(-60% sul 2019) sa, per farsi conoscere. Ha organizzato anche un webinar su aeroporti e turismo. E nel suo manifesto, dichiara di voAlla vigilia di un’altra estate comler imprimere un’accelerazione verso alcuni plicata, e con alle spalle un bienobiettivi primari: sostenibilità, innovazione e nio fiaccato dalla pandemia, le digitalizzazione. Almeno in via ufficiale, non sigle di rappresentanza aeroporc’è nessun desiderio di spaccare il settore. tuali si sono sdoppiate. Con due pezzi da novanta, Save e Adr, che hanno dato vita alla nuova assoAlfonso Celotto, ciazione Aeroporti 2030, uscenPresidente do così da Assaeroporti, parte di Aeroporti 2030 del sistema Confindustria. La spaccatura era diventata ufficiale già lo scorso settembre. Aeroporti di Roma comunicava la propria decisione, constatando “già da mesi l’impossibilità di portare avanti un dialogo proficuo su temi centrali come la sostenibilità, l’intermodalità e l’innovazione digitale” come specificato in un comunicato. Motivazioni condivise da Save. È cosa nota, però, che sullo sfondo ci fosse “Aperti al confronto” la faticosa elezione dell’attuale presidente di Assaeroporti, Carlo “Siamo una nuova associazione dei gestori Borgomeo (presidente di Gesac aeroportuali e, in questo contesto, riteniaNapoli), espressione di F21, aziomo che la pluralità di sigle costituisca un nista di numerosi big del settore, arricchimento. Significa avere più rappreda Sea Milano a Sagat Torino, olsentatività nei confronti degli altri soggetti, tre che controllore di Trieste. Un a partire dalle istituzioni”, dichiara il presipresidente eletto con soli 8 voti dente di Aeroporti 2030 Alfonso Celotto. E favorevoli su 15 (gli altri astenuti). poco importa se in altri settori, vedi il comNel corso dei mesi, altre pedine si mercio, l’eccessiva frammentazione delle sono spostate. sigle stia portando a risultato opposti. Cioè, Tra queste, Valentina Lener, ex meno incisività rispetto alla politica. “Noi e direttore generale di AssaeroAssaeroporti lavoriamo affiancati, non uno porti, andata a ricoprire la stessa contro l’altro. E poi, ci poniamo come un carica nella nuova associazione. soggetto aperto. Ben vengano altri gestori Per la presidenza, invece, è stato aeroportuali, ma vogliamo lavorare insieme

I NUMERI DEL SETTORE 2021


a partner istituzionali, industriali, in primis le grandi imprese del trasporto e dell’energia. Migliorare l’accessibilità verso gli scali è un tema determinante”, prosegue Celotto. “Gli aeroporti del futuro devono diventare luoghi da vivere, offrire servizi diversificati, anche ai non viaggiatori, e integrarsi con le città. La visione dell’antropologo francese Marc Augé, che definiva gli scali come ‘non luoghi’, è superata. Ma queste strutture per vivere hanno bisogno di essere raggiunte presto e con comodo. Persino i migliori esempi italiani, come il Malpensa Express che collega lo scalo e il capoluogo lombardo, è ancora un passo indietro rispetto ai 15 minuti con cui il Paddington Express ti porta da Heathrow alla stazione londinese”, sottolinea il presidente. Servono, naturalmente, anche gli investimenti. E gli scali, con grande disappunto del settore, sono fuori dal PNRR. “Ma stiamo raccogliendo dei progetti da presentare al Governo in modo che possano costituire una sorta di integrazione di spesa” aggiunge Celotto. Intanto, come si legge negli esempi in questa pagina, diversi elementi si muovono.

Check-in alla stazione, Ferrovie e AdR ci credono Una tempistica precisa non c’è. Ma l’obiettivo sarebbe enorme: effettuare il check-in di passeggeri e bagagli direttamente nelle principali stazioni ferroviarie collegate con Fiumicino, come Firenze, Bologna o Napoli, e scendere direttamente alla destinazione di arrivo, anche oltre oceano. Come se la stazione ferroviaria fosse un prolungamento del terminal. Questo è il succo di un accordo sottoscritto tra Ferrovie dello Stato italiane e Aeroporti di Roma per sviluppare l’intermodalità sostenibile e l’integrazione tra treno e aereo. Un accordo benedetto in lungo e in largo dai tanti presenti alla presentazione ufficiale, in primis gli ad di AdR, Marco Troncone, delle Ferrovie, Luigi Ferraris, ma anche dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri e dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. “L’aeroporto di Fiumicino potrà beneficiare di nuove infrastrutture, più servizi di connessione diretta e una maggiore integrazione tra treno e aereo. È una scelta strategica lungimirante”, ha detto il sindaco Gualtieri. A Milano, intanto, guardano ancora al piano delle Ferrovie presentato nel maggio del 2019, in cui c’era l’obiettivo di riportare l’alta velocità a Malpensa entro il 2023. Un piano che senz’altro andrebbe rinfrescato.

Dall’Enac 300 milioni di “anticipo ristori” L’Enac ha deciso di erogare 300 milioni di euro alle società di gestione aeroportuale come anticipo del 50% rispetto alle richieste di ristoro avanzate per i danni causati dall’emergenza Covid-19. “Grazie a una procedura semplificata e accelerata, l’ente fornisce liquidità alle imprese di un settore strategico per il Paese”, ha commentato il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini. L’erogazione deriva dall’attuazione di quanto disposto dalla legge n. 178 del 2020 (legge di bilancio 2021) che ha previsto l’istituzione di un fondo da 800 milioni di euro, nello stato di previsione del ministero sopra citato, per l’attribuzione di contributi in favore degli operatori aeroportuali.

A Firenze si litiga. “Ci guadagna Bologna?” In Toscana, sull’asse Eugenio Giani - Dario Nardella (presidente della Regione e sindaco di Firenze) riprende corpo il progetto di ampliamento dello scalo di Firenze, bocciato nel 2020 dal Consiglio di Stato. Il compromesso: una nuova pista, ma più corta rispetto al progetto originario. La politica, tra sindaci grandi e piccoli, deve trovare la quadra. Ma intanto arriva a gamba tesa il commento dell’ordine degli Ingegneri di Firenze: “La riedizione di vecchi progetti per Peretola rischia di portare a un solo vincitore: l’aeroporto di Bologna, che potrebbe diventare lo scalo di riferimento anche per la Toscana centrale”, ha detto il presidente della commissione Trasporti dell’Ordine degli ingegneri di Firenze, Fiorenzo Martini. “Non ci sono progetti buoni per tutte le stagioni, riesumabili alla bisogna. Un piano di sviluppo aeroportuale non può essere solo figlio di equilibri politici. Servono riflessioni ad ampio spettro sulle destinazioni dei passeggeri e sulla mobilità da e per gli aeroporti”, aggiunge Martini, che nutre forti dubbi sulla possibilità concrete di una linea ad alta velocità Pisa-Firenze. Nell’ultimo anno lo scalo di Pisa ha trasportato quasi 2 milioni di passeggeri contro i circa 800mila di Firenze, una differenza solo in parte dovuta alla chiusura per due mesi dello scalo del capoluogo.

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ANALISI | Bilancio

GEOX, STRATEGIA OK E CONTI IN RIPRESA Geox S.p.A. è una società italiana che produce scarpe e capi di abbigliamento casual, fondata nel 1995 dall’imprenditore Mario Moretti Polegato. È uno dei marchi leader, soprattutto nelle calzature, a livello mondiale e deve il proprio successo alla costante focalizzazione sul prodotto, caratterizzato dall’applicazione di soluzioni innovative e tecnologiche in grado di garantire traspirabilità e impermeabilità e fonda le proprie strategie di crescita futura sulla continua innovazione tecnologica. L’innovazione di Geox è protetta da 55 diversi brevetti e 11 più recenti domande di brevetto depositati in Italia ed estesi in ambito internazionale. La società nasce in Italia ma ha una forte vocazione internazionale ed, infatti, oltre il 70% dei ricavi è realizzato all’estero.

di 100 nazioni in tutto il mondo. Grazie ad efficaci strategie di marketing e di comunicazione, ritagliate sulle esigenze e abitudini di ciascuna nazione, il marchio Geox ha una elevata riconoscibilità ed è identificato dai consumatori di ogni età con il concetto del “far respirare”. La comunicazione riflette lo spirito innovativo di Geox, che è un brand pionieristico anche nel campo della comunicazione digitale e dei social media. I consumatori Geox dimostrano elevati livelli di

di Maria Grazia Ferrari e Raffaele Pisano ferrari@studiomgferrari.it, pisano@vbea.it

fiducia, fedeltà e soddisfazione grazie ai prodotti di alta qualità, un servizio di customer care operativo sui diversi canali e il programma di fedeltà Benefeet. L’offerta di prodotti è costantemente in evoluzione e i layout retail sono concepiti per servire al meglio il cliente e massimizzare le vendite. I negozi sono siti in posizioni strategiche, in centri commerciali o nelle vie dello shopping all’interno di città e centri urbani che hanno una popolazione superiore ai 70.000 abitanti.

Rete retail in posizioni strategiche Il Gruppo attua una strategia distributiva diversificata nei singoli mercati al fine di promuovere in modo coerente il marchio presso il consumatore finale. Con un’ampia rete di distribuzione, che include negozi multimarca e negozi monomarca, a gestione diretta e franchising, Geox vanta una posizione di leadership in tutto il mondo. La rete distributiva conta attualmente 768 negozi monomarca (di cui 350 a gestione diretta) in più pag. 52 | retail&food | Aprile 2022

Mario Moretti Polegato, fondatore di GEOX Copyright: WIPO


I ricavi tornano sopra i 600 milioni

L’assemblea degli azionisti è convocata per l’approvazione del bilancio chiuso al 31.12.2021 il prossimo 14 aprile 2022; ad oggi, quindi, si hanno a disposizione i dati relativi all’esercizio 2021, così come comunicati da Geox alla Borsa. Come si evince dal prospetto sotto riportato, il quale mette a confronto i dati dell’esercizio 2021 con i dati dell’esercizio 2020, nonostante la terza ondata di Covid-19 abbia indotto i Governi di molti Paesi a reintrodurre nuove restrizioni alla mobilità o veri e propri lockdown, i risultati di gestione dell’anno 2021 evidenziano un miglioramento rispetto all’anno 2020. I ricavi (net sales) hanno subìto un incremento – passando da € 534,9 milioni a € 608,9 milioni - così come è migliorato l’EBITDA ed il risultato d’esercizio (net result).

Uscita dai business in perdita La società, nel corso dell’esercizio 2021, ha ridotto i propri investimenti: il miglioramento dei risultati di gestione è anche conseguenza del percorso strategico intrapreso da Geox basato sull’uscita dai segmenti di business non profittevoli, così da liberare maggiori risorse da allocare sulle attività più strategiche e sulla creazione di un modello di business incentrato sulla piena integrazione tra canale fisico e digitale, sempre più snello e sempre più coerente con l’evoluzione del mercato e delle scelte di acquisto dei consumatori. L’insieme delle azioni di razionalizzazione intraprese e l’andamento positivo delle vendite del canale diretto al momento delle riaperture post lockdown, hanno permesso a Geox di mantenere sotto controllo anche la posizione finanziaria netta che a fine dicembre 2020 era pari a € – 367,8 milioni mentre al 31 dicembre 2021 è pari ad € – 276,7 milioni.

RAZIONALIZZAZIONE DELLA RETE Negozi al 31/12/2021 Italia

Negozi al 31/12/2020

Saldo

200

226

-26

210

246

-36

20

24

-4

Resto del mondo

338

371

-33

Totale

768

867

-99

Europa Nord America

RICAVI NETTI PER AREA GEOGRAFICA 2021

RISULTATI 2021 – 2020 A CONFRONTO

Varato un piano equity L’Assemblea degli Azionisti del 22 aprile 2021 ha approvato un nuovo piano di incentivazione a medio-lungo termine, il Piano Equity (Stock Grant) & Cash-Based 2021-2023, che prevede l’assegnazione a titolo gratuito di massime n. 7.696.626 di azioni ordinarie della Società nonché l’erogazione di una componente monetaria in caso di raggiungimento di alcuni obiettivi, a favore dell’Amministratore Delegato, dei Dirigenti con Responsabilità Strategiche, nonché di Dirigenti e persone con ruoli chiave all’interno di Geox o di altre società del Gruppo. Attraverso l’adozione del Piano, la Società intende coinvolgere ed incentivare i beneficiari, la cui attività è ritenuta di fondamentale importanza per il raggiungimento degli obiettivi societari. pag. 53 | retail&food | Aprile 2022


NEWS | Servizi e fornitori

KLARNA LANCIA LA APP per fare shopping Klarna, leader globale nei servizi bancari, nota per il servizio di acquisti on line dilazionati a rate, lancia ora la sua app all in one per lo shopping. Ora è possibile utilizzare i metodi di pagamento Klarna senza interessi, in tutti i negozi online, indipendentemente dal fatto che siano direttamente partner di Klarna o meno. La app dispone di un browser per acquisti on line, che permette di suddividere i prodotti per categorie, oppure per brand e per siti, è corredata di sezione per resi, monitoraggio consegne, offerte e promozioni e presto saranno disponibili altre funzionalità, come la raccolta delle fidelity card, eventi live shopping e dati sui prodotti che renderanno visibili la cronologia dei prezzi, le recensioni, la disponibilità in negozio e altro ancora. “Con l’introduzione della nuova app, Klarna diventa un servizio di shopping end-to-end che risponde a varie necessità” commenta Francesco Passone, Head of Southern Europe della società, “Dall’ispirazione e scoperta di articoli alle esperienze post-acquisto, senza blocchi”.

MICROLOG ADESSO MISURA la customer satisfaction La gamma dei servizi di Microlog si arricchisce di una nuova soluzione finalizzata a misurare la soddisfazione del cliente, KPI sempre più strategico assieme al footfall. Attraverso la collaborazione con un partner fra i più accreditati a livello mondiale, Microlog è da oggi in grado di offrire specifici sistemi e dispositivi per misurare la customer satisfaction, utili presso negozi, centri commerciali, o altre realtà in cui si desideri conoscere il grado di soddisfazione del cliente o visitatore. La valutazione può avvenire in loco, attraverso terminali fisici, oppure a distanza, attraverso Web widget o App. I dati possono poi essere analizzati attraverso una piattaforma di analytics dedicata. Il software restituisce numerose indicazioni utili, come l’andamento del gradimento a seconda delle fasce orarie della giornata, oppure le aree su cui occorre focalizzarsi per migliorare il servizio.

TILBY (EX SCLOBY) PORTA IN EUROPA la sua piattaforma cloud Tilby è il nuovo brand di Scloby, pmi innovativa fondata nel 2013 dal ceo Francesco Medda, dal 2020 parte del gruppo Zucchetti. Il rebranding si inserisce in un ampio progetto di crescita aziendale, che vede ora l’ingresso in Spagna, Germania, Francia e Gran Bretagna. La società porta quindi anche all’estero la sua piattaforma cloud per la gestione delle vendite pensata per ristoranti, commercianti e negozi, con l’obiettivo di supportarli nel processo di digital transformation. Una soluzione che permette di controllare in maniera integrata tutti i canali di vendita. “Il rebranding darà nuova linfa vitale al progetto e ci consentirà di essere più facilmente comunicabili anche in un contesto internazionale” racconta Francesco Medda. “Il nuovo nome è infatti immediatamente riconducibile al termine inglese ‘till’ che significa registratore di cassa”. Attualmente il portafoglio clienti dell’azienda è composto per il 70% dalla ristorazione e per il 30% dal retail. pag. 54 | retail&food | Aprile 2022


NEWS | Servizi e fornitori

TELECAMERE HIKVISION come alternativa all’anticendio Le telecamere radiometriche Hikvision serie Automation offrono ai progettisti un’alternativa efficace all’antincendio tradizionale. Questa linea di prodotto supporta infatti algoritmi di misurazione della temperatura, rilevazione fumo e fiamme libere, filtro dei mezzi in movimento e filtro riflessi su parti metalliche o riflettenti e può essere impiegata in tutti i casi in cui le tecnologie tradizionali mostrerebbero dei limiti. Secondo il nuovo codice di prevenzione incendi, il progettista può adottare soluzioni alternative all’antincendio tradizionale e ricorrere alla FSE (Fire Safety Engineering, purché giustifichi con dati, risultati, test e report l’effettiva efficacia della proposta. La linea termografica Automation di Hikvision ha superato i test di laboratorio effettuati dal CNPP (Centre National de Prévention et de Protection).

CATTEL, È ATTIVA LA NUOVA APP per invio/ricezione ordini Cattel ha creato la nuova app Eshop, attiva dal 15 marzo, creata in collaborazione con Aton SpA. Una soluzione che rivoluziona la modalità di raccolta degli ordini da parte della società, leader nel Nord d’Italia nella distribuzione di prodotti alimentari nel canale Ho.Re.Ca. e che gestisce mediamente 1.200/1.300 ordini ogni giorno. L’applicazione permette di riempire il carrello degli acquisti e tenerlo aperto durante il corso della giornata, con l’ordine che viene inviato al referente solo una volta chiudo definitivamente. A questo punto il referente effettua un ulteriore controllo, prima di inviarlo al sistema centrale di Cattel. La nuova app permette un risparmio di tempo per l’agente ed è dotata di servizi pratici e utili, come la sezione “novità” o quella denominata “il solito” in cui compaiono i prodotti ordinati abitualmente.

I PANASONIC TOUGHBOOK ora misurano i volumi in 3D Panasonic punta a migliorare la vita di chi opera in magazzino e nella logistica, con la proposta di soluzioni di misurazione 3D tramite i Panasonic TOUGHBOOK. Utilizzando algoritmi 3D avanzati, la fotocamera di un dispositivo mobile rugged – come ad esempio i tablet TOUGHBOOK M1 con tecnologia RealSense – può identificare la dimensione di qualsiasi oggetto, calcolando volume, larghezza, lunghezza e profondità. E misurare accuratamente carichi, magazzini o merci da spedire. Il software è in grado di fornire misure istantanee, permettendo così una pianificazione efficace per confezionare, processare, applicare tariffe e controllare le merci. Il TOUGHBOOK M1 RealSense offre inoltre una serie di funzioni personalizzabili, tra cui misurazione manuale o con visualizzazione a volo d’uccello. La linea di tablet Panasonic TOUGHBOOK è pensato per fornire agli utenti dispositivi più resistenti rispetto ai comuni tablet in commercio. I TOUGHBOOK sono conformi allo standard MIL-STD-810G per le cadute e alle specifiche IP per la resistenza alla penetrazione di polvere e acqua. Il telaio in magnesio protegge i componenti interni, mentre la copertura esterna in elastomero contiene la forza d’urto e protegge il display LCD. pag. 55 | retail&food | Aprile 2022


World Travel Retail

PER DUFRY crescita al 53,2% nel 2021 BASILEA – Dufry ha pubblicato i conti del 2021, che vedono una crescita organica del 53,2% rispetto all’anno precedente, con un giro d’affari che raggiunge 3,91 miliardi di franchi svizzeri (4,2 miliardi di dollari). L’Ebitda si è collocato al 56,5%. “In un contesto di graduale ripresa per il settore, e con il ritorno dei viaggi a velocità diverse nei singoli Paesi, Dufry ha continuato ad adattare in modo flessibile la propria attività” ha commentato l’amministratore delegato, Julián Díaz. “Vediamo segnali incoraggianti per la continua ripresa del settore. Il traffico passeggeri accelera e le nostre vendite migliorano, supportate anche da una maggiore spesa per passeggero rispetto a prima della pandemia” ha aggiunto. Proprio per la situazione ancora incerta a livello internazionale, però, Dufry, seguendo quanto fatto nel recente passato, non ha voluto fornire una previsione numerica sul 2022. A fine marzo, Dufry opera in circa 1.970 store, che rappresenta oltre il 90% della sua capacità di vendita.

STANSTED INVESTE PER L’ESTATE, nuovi store in arrivo LONDRA – Lo scalo londinese di Stansted, parte del gruppo Mag (Manchester airport group), ha investito 12 milioni di sterline, insieme ai partner retail, per migliore l’esperienza dei viaggiatori in vista dell’estate, dove è atteso un deciso rimbalzo dei volumi. Fanno parte dell’upgrade l’apertura, o il rinnovo, di diversi negozi della ristorazione, tra cui Caffè Nero, Bottega Prosecco Bar, Terracotta Italian Kitchen, The Perch, Sunnyside Cafè. Sono arrivati due nuovi negozi a marchio Superdry e WHSmith, mentre il grande World Duty Free che si trova al centro della lounge, raddoppierà la superficie. Ora, dopo la Brexit, gli acquisti di tabacco e alcolici al duty free permettono un risparmio anche del 50%, sugli stessi prodotti acquistati in un negozio normale. Nel semestre di bilancio, terminato il 30 settembre scorso, Stansted ha registrato circa 3,5 milioni di passeggeri e la nota della società segnala che i ricavi da concessioni retail di gruppo (che comprende anche l’aeroporto di Manchester e quello delle East Midlands) sono cresciuti del 118,3% rispetto allo stesso periodo del 2020.

LAGARDARE TR APRE IN SVIZZERA il primo Aelia “eco sostenibile” GINEVRA – Lagardère Travel Retail, in collaborazione con il partner Geneva Airport, ha aperto presso lo scalo svizzero il primo duty free a marchio Aelia, definito come “eco-responsbile”. Dai materiali all’arredamento fino alla selezione dei prodotti, lo store si propone in chiave “eco”, anche nel tentativo di inoltrare al “riuso” la maggior parte dei materiali possibili. Lagardère Travel Retail si è affidato alla francese Media 6, società specializzata nel calcolare l’impronta dei negozi a livello di Co2. Per raggiungere il risultato della riduzione dell’impatto ecologico, la società ha coinvolto anche diversi partner che riforniscono il duty free con i propri prodotti, tra cui Caran d’Ache, Lindt, Cailler, Villars.

ORIO AL SERIO, TRIS DI PREMI da parte di ACI World BERGAMO - L’aeroporto di Bergamo è stato riconosciuto da ACI (Airports Council International ) come migliore aeroporto europeo nella categoria “tra i 5 ed i 15 milioni di passeggeri”. Lo scalo gestito da Sacbo ha ricevuto il premio Airport Service Quality Award, riconoscimento attribuito sulla base dell’opinione espressa dai viaggiatori. Insieme a questo, Orio ha vinto anche il “Best Hygiene Measures” relativo all’applicazione delle misure di contrasto al Covid-19. Entrambi i premi sono stati assegnati dopo la valutazione dei risultati di 370.000 interviste sulla qualità dei servizi. In più, per il secondo anno consecutivo, l’associazione ha riconosciuto la speciale menzione “Voice of the customer”. Significa che, nonostante le difficoltà contingenti generate della pandemia, l’aeroporto ha continuato a compiere sforzi significativi nel raccogliere le opinioni dei passeggeri per comprenderne al meglio le esigenze, con l’obiettivo di migliorarne l’esperienza di viaggio.

VIENNA SVELA IL RINNOVATO Terminal 2 VIENNA – L’aeroporto della capitale austriaca alza il sipario sul Terminal 2, appena riaperto dopo un lavoro di ampliamento e rinnovamento. Tra le novità, la lounge da 2.400 metri quadrati impreziosita da elementi di design locale, opere d’arte e una vista panoramica sulle piste di decollo. Nella parte retail ci sono nuovi ristoranti e negozi, tra cui Swarovski, Capi e Lami, e insieme alla riapertura del terminal è stato rimesso in funzione il City Airtport Train. Vienna Airport ha pubblicato i conti del 2021, in netto rialzo rispetto al 2020, con 407 milioni di ricavi e un risultato netto tornato positivo, per 6,1 milioni, contro una perdita di 75 milioni registrata nel 2020. pag. 56 | retail&food | Aprile 2022


IN QATAR, IL PRIMO DUTY FREE MEDIORIENTALE di Samsonite DOHA – Samsonite ha aperto il primo duty free del Medio Oriente, all’interno dell’aeroporto internazionale Hamad. L’operazione è avvenuta insieme al partner Qatar Duty Free. “Lanciamo la prima boutique duty free nella regione per dare ai viaggiatori la possibilità di godere del meglio della nostra selezione prodotti. E siamo entusiasti di lavorare insieme al partner, Qatar Duty free” ha affermato in un comunicato Shaheen Jamil, business head per la regione di Samsonite & Tumi. Quest’apertura rientra in un piano più ampio, messo in campo dalla società di gestione dello scalo, che in qualità di official partner dei Mondiali di calcio Fifa 2022 sta operando un lavoro di ampliamento e restyling, sia della parte commerciale sia di quella aviation. L’aeroporto internazionale punta a raggiungere una capacità di 58 milioni di passeggeri l’anno.

HEINEMANN AMERICA il timone passa a Nicolas Hoeborn DOHA – Samsonite ha aperto il primo duty free del Medio Oriente, all’interno dell’aeroporto internazionale Hamad. L’operazione è avvenuta insieme al partner Qatar Duty Free. “Lanciamo la prima boutique duty free nella regione per dare ai viaggiatori la possibilità di godere del meglio della nostra selezione prodotti. E siamo entusiasti di lavorare insieme al partner, Qatar Duty free” ha affermato in un comunicato Shaheen Jamil, business head per la regione di Samsonite & Tumi. Quest’apertura rientra in un piano più ampio, messo in campo dalla società di gestione dello scalo, che in qualità di official partner dei Mondiali di calcio Fifa 2022 sta operando un lavoro di ampliamento e restyling, sia della parte commerciale sia di quella aviation. L’aeroporto internazionale punta a raggiungere una capacità di 58 milioni di passeggeri l’anno.

duty free world | by Kevin Rozario | London kevin_rozario@yahoo.com

No Chinese and now no Russians – European travel retailers hit again

Niente cinesi e ora niente russi. Altro colpo al travel retail europeo European travel retailers were hopeful about 2022, as Covid restrictions eased and more consumers took to the air. That remains true for intra-European Union and UK flights, and also for the transatlantic market. Bookings rose fast in the first quarter and are now at over 60% and 80% of 2019 levels respectively. However, following Russia’s invasion of Ukraine on 24 February, and the continuing war there, Russian outbound travel looks bleak. To start with, Russian trips to the EU and UK never really picked up this year, languishing at below 30% of 2019 bookings according to seat analyst ForwardKeys.

European travel retailers were hopeful about 2022, as Covid restrictions eased and more consumers took to the air. That remains true for intra-European Union and UK flights, and also for the transatlantic market. Bookings rose fast in the first quarter and are now at over 60% and 80% of 2019 levels respectively. However, following Russia’s invasion of Ukraine on 24 February, and the continuing war there, Russian outbound travel looks bleak. To start with, Russian trips to the EU and UK never really picked up this year, languishing at below 30% of 2019 bookings according to seat analyst ForwardKeys.

“The closer to the zone of conflict, the more likely you are to be affected. Direct neighbours of Ukraine, Belarus or Russia have experienced at least a 10% decrease in international bookings in the first two weeks following the conflict,” says Olivier Ponti, Vice President of Insights at ForwardKeys. But it rises to over 30% for the Baltic states and Hungary. Even without the seat data, it is clear that sanctions – which include outright bans on Russian carriers into European and UK airspace, and tit-for-tat responses from Moscow – mean that Russian outbound travel will be very limited, including by private jet.

“The closer to the zone of conflict, the more likely you are to be affected. Direct neighbours of Ukraine, Belarus or Russia have experienced at least a 10% decrease in international bookings in the first two weeks following the conflict,” says Olivier Ponti, Vice President of Insights at ForwardKeys. But it rises to over 30% for the Baltic states and Hungary. Even without the seat data, it is clear that sanctions – which include outright bans on Russian carriers into European and UK airspace, and tit-for-tat responses from Moscow – mean that Russian outbound travel will be very limited, including by private jet.

Common haunts of rich Russians such as London, the French Riviera and some of Spain’s more exclusive Costas are suffering as are their gateways: London Heathrow, Nice Côte d’Azur, Barcelona and Málaga airports. Mainstream tourism destinations such as Rimini in Italy and Burgas in Bulgaria will also be in trouble. They were expecting a big slice of Russian visitors this year but are now “likely to see these bookings disappear” believes Ponti. Having lost valuable high-spending Chinese travellers during the pandemic, European travel retailers have relied on Russians – also high-spenders in duty-free – to help fill the void. Not now. As economic sanctions stay tight, and the Russian rouble has collapsed, regular Russians will find it expensive to go abroad.

Common haunts of rich Russians such as London, the French Riviera and some of Spain’s more exclusive Costas are suffering as are their gateways: London Heathrow, Nice Côte d’Azur, Barcelona and Málaga airports. Mainstream tourism destinations such as Rimini in Italy and Burgas in Bulgaria will also be in trouble. They were expecting a big slice of Russian visitors this year but are now “likely to see these bookings disappear” believes Ponti. Having lost valuable high-spending Chinese travellers during the pandemic, European travel retailers have relied on Russians – also high-spenders in duty-free – to help fill the void. Not now. As economic sanctions stay tight, and the Russian rouble has collapsed, regular Russians will find it expensive to go abroad.

Some are re-routing into Europe via airports in Serbia, Turkey and the UAE, so travel retailers there are set to profit. But if the war continues to drag on, and sanctions are not lifted, the outlook is poor across most of Europe.

Some are re-routing into Europe via airports in Serbia, Turkey and the UAE, so travel retailers there are set to profit. But if the war continues to drag on, and sanctions are not lifted, the outlook is poor across most of Europe.

pag. 57 | retail&food | Aprile 2022


NEWS | International

New Markets Outlook | a cura di Luca Esposito esposito_mail@yahoo.it

L’evoluzione dei Convenience Store giapponesi I Convenience Store rappresentano un modello retail diffusissimo in Giappone. Sono negozi di prossimità aperti 24 ore tutti i giorni con più di 3.000 tipologie diverse di prodotti venduti su una dimensione media di 100 mq. Questi negozi, vengono quotidianamente frequentati per comprare alimentari, alcolici, sigarette, consumare un pasto veloce o bere un te caldo, prelevare contante, inviare pacchi, pagare bollette, ritirare acquisti online, fare le fotocopie, acquistare biglietti del teatro, ecc.

Fig.1 Seicomart convenience store a Hokkaido

In uno dei nostri interventi già pubblicato, abbiamo avuto modo di evidenziare come le principali catene stiano modificando i loro modelli di business per potersi ulteriormente sviluppare. Tale esigenza ora è divenuta più impellente a causa del raggiungimento di quello che appare essere il limite massimo delle vendite nell’ambito del mercato nazionale (sul territorio giapponese ci sono circa 56.000 convenience store, uno ogni 2.300 abitanti), nonché del drastico cambiamento del comportamento dei consumatori avvenuto durante la pandemia. Seven-Eleven Japan Co (7 Eleven), che con circa 20.000 negozi è la più grande catena del Paese, ha così reso noto che cercherà di allontanarsi dal modello di business “unico store per tutti” adottato finora, affermando che è sempre più importante che ogni negozio personalizzi l’offerta in base alla clientela locale, come stanno già facendo i supermercati, sviluppando nuovi prodotti da commercializzare nelle diverse aree del Paese. Inoltre, a fronte di un’accresciuta attenzione dei consumatori per la propria salute, dall’autunno 2021 la società ha ampliato l’offerta di prodotti legati alla cura della salute. Lawson Inc., un’altra importante catena, ha incrementato l’offerta di alimenti freschi nei suoi negozi per soddisfare le richieste dei clienti che, a causa della pandemia, hanno modificato le loro abitudini di spesa, preferendo fare acquisti in esercizi situati nelle vicinanze della propria abita-

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zione piuttosto che recarsi in supermercati lontani. FamilyMart Co., invece, riferendosi alla digitalizzazione dei negozi, ha affermato che intende espandere la rete dei punti vendita di dimensioni più piccole privi di personale a circa 1.000 unità entro febbraio 2025. Di conseguenza, tali modelli distributivi tradizionali sono ora più aperti a considerare nuovi assortimenti. Al riguardo, l’ICE, la Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ha siglato un accordo con Secoma, l’azienda giapponese che gestisce la catena Seicomart (fig.1). Quest’ultima è attiva dal 1971, principalmente nella regione settentrionale del Paese (Hokkaido) con 1.170 negozi dove è la prima catena, mentre occupa il sesto posto a livello nazionale. Secoma è intenzionata ad ampliare i prodotti italiani nel proprio portfolio e, con il supporto di ICE, intende valutare le proposte delle aziende italiane, offrendo di comprare direttamente i prodotti, semplificando così le complesse procedure per l’accesso alla GDO in Giappone. Questa catena, inoltre, nascendo in origine come distributore di

liquori, dispone della licenza per la vendita di alcolici e ciò faciliterà la promozione dei vini italiani. Il progetto si articola su 14 mesi, da febbraio 2022 a fine marzo 2023 e, partendo dalle categorie di prodotti italiani attualmente venduti nei propri negozi, mira sia ad incrementare le importazioni di questi ultimi sia ad introdurre in modo stabile nuove referenze come sughi pronti, salse e condimenti per la pasta, succhi di frutta, prodotti dolciari confezionati, pomodori in scatola, carne e vini. In particolare, è prevista l’organizzazione di cinque eventi in-store (Italian Fair) e sette eventi online sul sito e-commerce della catena, l’allestimento di corner appositi per dare visibilità ai prodotti italiani e la realizzazione di flyer specifici per prodotto. Tutti gli eventi saranno supportati da campagne di comunicazioni ad hoc sui media da parte di Seicomart. Per quanto riguarda le modalità di adesione, le aziende italiane interessate possono inviare la propria manifestazione di interesse al progetto compilando un modulo di adesione disponibile sul sito www.ice.it



NEWS | International

NIKE CORRE DA SOLA e affossa i negozi Foot Locker Nel giro di pochi giorni, il titolo di Foot Locker a Wall Street è sprofondato, dimezzato rispetto ai massimi di maggio 2021. Per l’anno fiscale 2022, il marchio ha pubblicato previsioni di vendita in calo dell’8%-10% nei suoi negozi. In più, ha specificato che nessuno dei brand distribuiti coprirà più del 60% delle vendite complessive. Qui sta il problema. Nel 2020, la sola Nike apportava il 75% della torta dei ricavi, seguita da Adidas e Puma. Non sarà semplice rimpiazzare questi ricavi che Nike sta cercando di dirottare altrove. L’azienda, infatti, è impegnata da mesi in una strategia che punta a implementare le vendite tramite i canali propri e allentare quelle effettuate tramite i retailer. A dicembre, aveva già annunciato lo stop alle forniture a DSW, importante catena con circa 500 negozi negli Usa. Almeno in Borsa, poco è valso per Foot Locker l’annuncio dell’imminente ritorno sugli scaffali di un altro noto brand, Reebok, che la nuova proprietà (Abg-Authentic brands group) sta cercando di rilanciare.

PRIMARK: NUOVO SITO e ipotesi click-and-collect Primark ha annunciato il lancio nel Regno Unito, entro la fine di marzo, e in altri 13 mercati, entro l’autunno, di un nuovo sito web, e ha ipotizzato l’introduzione del servizio click-and-collect. “Stiamo facendo un grande passo avanti nel digitale sia nel Regno Unito che nel resto d’Europa. Questo porterà più vendite e profitti”, ha dichiarato all’agenzia Reuters John Bason, direttore finanziario della Associated British Foods, che controlla Primark. “Questo ci dà la capacità di andare avanti? Se ci fosse un’opportunità di e-commerce per noi, probabilmente sarebbe più nell’area del click-and-collect”, riferendosi alla modalità di acquistare online e di ritirare in negozio. Un modello di business più sostenibile per il brand che propone abbigliamento a prezzi molto bassi. La catena di fast fashion, che non è ancora sbarcata nell’e-commerce e nel mondo delle consegne a domicilio, continua comunque a considerare il negozio fisico il suo principale canale di crescita e scommette sulle nuove aperture in Italia e negli Stati Uniti.

KOHL IN VENDITA, valutata almeno 8 miliardi Si scalda la corsa per l’acquisto della catena di grandi magazzini americana Kohl. La società, in un comunicato ufficiale, ha confermato di aver ricevuto più di una offerta di acquisto, comunque per ora non vincolanti. Il cda della società ha assoldato Goldman Sachs per fare da tramite fra proprietà e offerenti. Secondo la Cnbc tra i possibili pretendenti c’è Hudson’s Bay, un operatore canadese di department store controllato da HBC, mentre un secondo soggetto in gara potrebbe essere il fondo di private equity Sycamore. Il valore di mercato di Kohl si colloca intorno agli 8,1 miliardi di dollari, dunque il mercato si aspetta che l’offerta convincente toccherà almeno il livello di 9 miliardi. A inizio anno, già il fondo hedge Starboard Value aveva inoltrato un’offerta, sempre compresa fra 8 e 9 miliardi di dollari complessivi, in quel momento rispedita al mittente.

ZARA &CO: i big lasciano la Russia Più di 250 aziende e multinazionali hanno condannato l’attacco russo all’Ucraina e hanno deciso di sospendere le attività in Russia. L’elenco continua a crescere e il Paese del Cremlino è sempre più isolato. Un vero e proprio esodo. Un gesto simbolico dal grande impatto economico. Tra i big c’è l’IKEA che ha temporaneamente chiuso i suoi 17 negozi e le fabbriche in tutta la Russia, un settore che nel Paese coinvolge 15.000 lavoratori. Anche il gigante dello sportwear Nike blocca l’e-commerce e chiude temporaneamente i negozi di proprietà e gestiti direttamente, continuando a pagare i dipendenti. Effetto domino anche su H&M, Mango e Inditex (Zara, Oysho, Pull&Bear, Massimo Dutti, Bershka, Stradivarius) che scelgono di fermare le vendite. Per Inditex, la Russia rappresenta l’8,5% dell’Ebit totale del gruppo. Tra i brand che hanno preso provvedimenti si segnala anche Apple. Immediata la reazione della Russia che, dopo l’annuncio dello stop alla vendita deglii smartphone di Cupertino, decide di puntare sui marchi domestici e di promuovere i suoi dispositivi “home made”. Stessa sorte per le catene del food. McDonald’s (proprietaria dell’84% delle sue sedi russe) sospende i suoi punti vendita, compresa la storica sede in Piazza Pushkin aperta nel 1990. Stessa scelta per Starbucks.

AMAZON dice addio alle librerie Amazon fa marcia indietro. Ma solo sui libri. L’azienda prevede, infatti, di chiudere tutte le 68 librerie fisiche, le Amazon Books, aperte negli ultimi 7 anni negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Lo stesso vale per i punti 4-star aperti nel 2018 (per la vendita di giocattoli e articoli per la casa) e per la catena Pop Up. Gli unici spazi fisici a marchio Amazon saranno quelli dedicati al grocery. La multinazionale fondata da Jeff Bezos intende, infatti, concentrarsi sui suoi supermercati (le catene Whole Foods, Amazon Fresh e Amazon Go) e sullo sviluppo dei negozi di abbigliamento (Amazon Style) pag. 60 | retail&food | Aprile 2022


NEWS | International

IKEA APRE IL SUO PRIMO MINI-STORE a Londra IKEA inaugura il suo primo store formato “small” all’interno del centro commerciale Livat di Hammersmith, nel cuore di Londra, e si avvicina ancora di più ai suoi clienti con nuovi servizi, shopping e una nuova offerta di ristorazione. Il nuovo punto vendita cittadino, con un focus sui complementi d’arredo, è il risultato di un investimento di 1 miliardo di sterline per i prossimi tre anni e sarà seguito da un secondo store cittadino (in Oxford Street) che aprirà nell’autunno 2023. L’azienda ha comunicato che sono allo studio altre location. IKEA Hammersmith ha un quarto delle dimensioni di un negozio tradizionale con 1.800 prodotti disponibili da acquistare subito e 4.000 in showroom. L’intera gamma sarà sempre disponibile per la consegna, insieme ai servizi di progettazione in negozio per spazi più complessi, come cucine, camere da letto e bagni. Non manca l’angolo dedicato alla ristorazione: la Swedish Deli di Hammersmith aprirà ogni giorno un’ora prima del negozio per consentire agli abitanti del quartiere e ai pendolari di fermarsi per un caffè o per un take away di specialità svedesi.

MANGO, RICAVI 2021 OLTRE I DUE MILIARDI e utile triplicato Mango ha archiviato il 2021 con un utile netto di 67 milioni di euro, che triplica i 21 milioni di euro raggiunti nell’esercizio 2019. Il brand spagnolo l’anno scorso ha generato ricavi per oltre 2,23 miliardi di euro, il 21,3% in più rispetto agli 1,84 miliardi del 2020. Le vendite online sono cresciute del 23% raggiungendo 942 milioni di euro, mentre la quota e-commerce sul fatturato globale è rimasta al 42%. Nel 2021 il marchio guidato da Toni Ruiz ha portato la sua attività online in nuovi mercati, come la Thailandia, raggiungendo un totale di 85 Paesi. Buone notizie anche sul fronte dei negozi fisici: nonostante la chiusura media di 48 giorni nel 2021, le vendite sono migliorate del 21,4% rispetto al 2020. Le attività internazionali rappresentano il 79% del giro d’affari, il mercato spagnolo il 21 per cento. A livello di linee di business, Woman (in seguito all’integrazione con Violeta) cresce ancora e vale l’82%, contro il 18% restante di uomo, bambino/ragazzo e casa. Anche Mango, segnala una nota, ha temporaneamente sospeso le proprie attività in Russia.

IN UK PRIMO OUTLET (con servizio riciclo) per H&M H&M ha annunciato che a breve aprirà nel Regno Unito il suo primo outlet presso l’Affinity Centre, nello Staffordshire. Lo store avrà una superficie di 650 metri quadrati. L’outlet offrirà, inoltre, il servizio di raccolta e riciclo degli indumenti del rivenditore, consentendo ai clienti di portare vestiti usati in negozio in cambio di buoni per l’acquisto online. Il country manager di H&M Regno Unito e Irlanda, Toni Galli, ha dichiarato: “Ci sforziamo sempre di offrire ai nostri clienti un’esperienza di acquisto significativa in cui lo stile, la creatività e la cultura siano celebrati e siamo fiduciosi che il nostro nuovo negozio Staffordshire offrirà ai nostri clienti esattamente questo”.

I DIPENDENTI DI MACY’S diventano influencer Svolta per Macy’s. Il colosso americano della vendita al dettaglio cambia il look del sito e lancia la sezione Style Crew: 25 dipendenti, con una media di mille followers, diventeranno influencer sui social media oltre che personal stylist all’interno del negozio fisico. Condivideranno suggerimenti online, demo dal vivo e tutorial sui prodotti tramite il social-shop collegato al sito di Macys.com. Inoltre, riceveranno commissioni per le vendite andate a buon fine. Non solo: i dipendenti potranno scegliere dai capi del negozio un outfit ogni giorno diverso, dal casual fino al più ricercato, ispirando in questo modo la clientela. L’obiettivo del brand è di rendere le esperienze di acquisto online e offline sempre più divertenti, coinvolgenti e giocose, riducendo sempre di più il confine tra negozio fisico e digitale.

IL “BREAKFAST” DI WENDY’S raggiunge Burger King

Terminate le restrizioni, le abitudini degli americani tornano ai livelli pre-Covid. Anche la classica colazione al fast food, in puro stile americano, riprende quota. E se il menu di Wendy’s si preannunciava come un flop, visto il lancio poco prima del lockdown, oggi i numeri premiano la catena. E dopo due anni, i suoi breakfast a base di panini con uova e salsicce sono, a sorpresa, i più venduti dopo quelli di Burger King e di McDonald’s, che è in testa alla classifica per quella sezione del menu. Nel 2021 le colazioni dell’azienda sono salite di circa il 25% e per il 2022 si prevede che aumenteranno di un ulteriore 10%-20%. Il punto di forza del servizio di Wendy’s? Dedicare le prime due ore e mezza del servizio “breakfast” esclusivamente alla vendita drive-thru. Oggi le abitudini degli americani sono tornate al livello pre-Covid e l’accesso ai ristoranti in quella fascia oraria è aumentato dell′11%, rispetto a un calo del 10% nel periodo di un anno fa. La sfida tra le colazioni “fast” è appena iniziata. pag. 61 | retail&food | Aprile 2022


VETRINA

DA SAN CARLO ecco la “limited edition” al pesto

San Carlo lancia la nuova “piùgusto” Pesto alla Ligure. Una patatina prodotto in edizione limitata, denominata Nina’s Choice, proprio in onore di Nina, la taste hunter rimasta affascinata dall’abbinamento. La sua intuizione ha dato così vita a una chips dal sapore forte e deciso che fin dal primo morso sprigiona le note aromatiche del pesto, diffondendo sul palato il gusto inconfondibile dell’icona gastronomica della Liguria e dell’Italia intera: foglioline di basilico, olio, parmigiano, pecorino, pinoli pregiati. Il nuovo gusto, che sarà disponibile nei formati da 50, 70 e 150 gr, affiancherà così gli altri quattro sapori della gamma già esistenti: Vivace, Lime e Pepe Rosa, Pomodorini di stagione, Porchetta alle erbe.

DAL GERMOGLIO, pane “halal” pronto per la GDO

Pane di punta del Germoglio Food è il Pangermoglio: precotto, da dorare per pochi minuti, con grammature da 80 ai 110 grammi. Si abbina perfettamente non solo con la carne da Kebab ma con tante altre idee salate o dolci, come anche cioccolata o marmellata. Oggi il Germoglio di Lazise (VR) è uno dei pochi panifici in grado di offrire pane certificato halal e, dopo essersi fatto strada nel mondo dello street food arabo, ora intende rafforzare la propria presenza nella Gdo. Si stima che il cibo halal, nella grande distribuzione, possa avere un potenziale di 7 miliardi di euro, ma nonostante l’incremento di persone di fede musulmana nel nostro Paese, circa 2 milioni, sugli scaffali i prodotti adatti stentano a essere individuati. “Ci piacerebbe portare nella GDO vari tipi di pane” commenta Remo Uberti, amministratore delegato di Germoglio Food, “non solo quello arabo, ma sempre certificato halal, garantito per la qualità degli ingredienti e del processo produttivo”.

NATURAL JUICE BAR (FOODNESS) pronto il succo in capsula

Foodness lancia un nuovo modo di servire succhi di frutta al bar, con una gamma di bevande con succo di frutta concentrato in capsula. Sette gusti senza zuccheri aggiunti, senza glutine e con ingredienti naturali: Arancia (contenuto pari a due arance), Ananas (contenuto pari a 1/3 di ananas), Melograno (contenuto pari a due melagrane), Mirtillo (contenuto pari a 250 gr di frutta fresca), Pesca (contenuto pari a tre pesche), Tropical Mix, con mango e ananas (contenuto pari a 590 gr di frutta fresca) e Superfruit Mix, con mirtillo e melograno (contenuto pari a 370 gr di frutta fresca). La capsula contiene vero succo concentrato e permette di servire un bicchiere di succo di frutta a temperatura ambiente o freddo, grazie al Sistema Baretto. Risparmio di spazio e meno peso da trasportare e niente vetro da smaltire. Natural Juice Bar è pronto in pochi secondi e consente di servire un’ampia gamma di bevande perfette da bere tal quali o come basi per cocktails.

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VETRINA

SAN BENEDETTO, tanti formati, zero zuccheri

La linea di bibite San Benedetto Zero Zuccheri Aggiunti è dedicata a chi vuole prendersi cura della propria forma fisica senza rinunciare al divertimento e al piacere di una buona bibita gassata. Disponibile in tanti gusti - dai classici come “allegra” con succo di agrumi, limone, ginger, pompelmo, gassosa, chinotto, alle ultime originali novità come pesca, frutti rossi e ginger biondo, nato sulla scia del trend dell’aperitivo in casa - e tanti pratici formati, come lo 0.75L PET per il consumo at home e l’on-thego da 0.25L PET. Il “look”, glamour ed elegante è frutto di ispirazione dal mondo della moda, dei profumi e del design, adatto ad un target giovane e sempre in movimento.

I NUOVI SCRIGNI, cioccolato e gorgonzola “Divine Creazioni” In arrivo una nuova referenza del top brand Divine Creazioni di Surgital: si tratta degli Scrigni con “Gorgonzola DOP” e Cioccolato Ruby, la nuova “Divina in rosa” che accoglie un sorprendente ripieno, dove il sapore dolce, fruttato e lievemente aspro del Cioccolato Ruby sposa il gusto piccante del Gorgonzola. Questa nuova referenza viene lanciata in edizione limitata in concomitanza con l’avvio del progetto di alta formazione “Confondente”, che Surgital ha ideato per offrire agli chef spunti gastronomici all’avanguardia, in cui il cioccolato viene utilizzato a tutto tondo, dall’antipasto al dolce, con particolare focus sulla pasta. Il ripieno dei nuovi Scrigni costituisce il 67% di ogni singolo pezzo, dove il cioccolato Ruby è il 15% e il Gorgonzola DOP il 13%. Ad arricchire ulteriormente la ricetta sono presenti anche ricotta, mascarpone e nocciole tostate. La farcia è contenuta in una sfoglia di semola di grano duro macinata in selezionati mulini italiani, realizzata con 8 uova da allevamento a terra per chilo. Stessa attenzione per il pack in speciali plateau in cui ogni pezzo è confezionato singolarmente per non essere danneggiato.

HARIBO propone i nuovi Ciucciotti FR!ZZI bigusto

Arrivano i nuovi Ciucciotti FR!ZZI, ora in versione bigusto, grazie alle inedite combinazioni fragola e limone, pesca e ciliegia, arancia e lampone. Haribo è intervenuta sui suoi iconici Ciucciotti modificandone la forma, resa ancor più identificativa, e creando un nuovo mix di gusti. Nuovi anche il pack design e il character, ripensati in stile pop per seguire la linea grafica e comunicativa del segmento Haribo FR!ZZI, particolarmente amato da Gen Z e Millennials e che ha visto nel 2021 un aumento delle vendite del +15,7% rispetto al 2020. In compagnia degli amici, in famiglia o per una pausa veloce all’insegna del divertimento, le nuove frizzine sono pronte a soddisfare con un brio e frizzantezza ogni desiderio gommoso. Haribo Ciucciotti FR!ZZI sono disponibili presso i punti vendita della grande distribuzione, oltre che nel canale tradizionale.

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