retail&food 09 2021

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retailfood TRAVEL RETAIL SHOPPING CENTER

settembre 2021 • € 5,00 - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Speciale Mapic Italy

Foodservice Award on the stage Camicissima-Nara: take over in era Covid Deliveristo: start-up per il trade



Editoriale

“Il futuro è tornato”. Finalmente

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no degli aspetti più appassionanti di questi anni difficili, paradossalmente, è la consapevolezza di essere in crisi [Treccani: dal lat. crisis, gr. κρίσις«scelta, decisione, fase decisiva di una malattia»]. Stiamo vivendo una drammatica, dolorosa, costosa, fase di trasformazione. Che impone scelte e cambiamenti significativi per il futuro. È un momento tragico ma aperto, come succede di raro. Grazie alle conoscenze scientifiche e tecnologiche di cui disponiamo, potrebbe essere un periodo difficile ma non tanto duro. Però si sa, noi umani abbiamo la tendenza a complicarci la vita. Di fatto abbiamo l’occasione di compiere scelte che, fino poco meno di due anni fa, rientravano nelle agende di visionari, sognatori, imprenditori e politici illuminati. E oggi sono qui, a portata di mano. Il clima, la sanità, il lavoro (produzione e distribuzione), la formazione, i trasporti, i diritti: tutto è sul tavolo, anche i giga-soldi del PNRR per dare una raddrizzata alle malattie sociali e ambientali, non solo al virus. Un articolo di Francesco Ramella e Rocco Sciarrone, pubblicato a inizio luglio per “il Mulino”, dal titolo “Il futuro è tornato” (www.tinyurl.com/2dyzybu3), racconta di uno studio effettuato nel 2019 sulle rappresentazioni sociali dello sviluppo. L’ampio campione di italiani intervistato vedeva nero, se non nerissimo, per gli anni a venire. Lo stesso sondaggio è stato svolto nel giugno 2021: il risultato è opposto. Oggi crediamo di potercela fare e di poter migliorare decisamente la situazione. Ramella e Sciarrone paragonano la situazione attuale a una fase post-bellica, con la relativa voglia di ricostruire. Intanto succede che a maggio l’Italia ha vinto l’Eurovision musicale, a luglio il campionato di calcio Uefa Euro 2020, ad agosto alcune tra le medaglie più belle delle Olimpiadi. A inizio agosto, considerando solo gli over 12, oggetto della campagna vaccinale, la percentuale di almeno parzialmente protetti è del 72,1% mentre il 61,0% è completamente vaccinato. Numeri record, a livello mondiale. Infine la ripresa economica, secondo le stime del Fondo monetario internazionale, è migliore di quanto previsto. Certo, non sono tutte rose e non siamo diventati ciechi di fronte ai problemi: “Su tutte le questioni sottoposte agli italiani si registrano dei miglioramenti significativi, anche se le aspettative sul reddito, la coesione sociale e la qualità istituzionale rimangono negative” rilevano Ramella e Sciarrone. Per questo è fondamentale il ruolo che giocherà la politica nei prossimi mesi: le parole dovranno essere chiare e “alte”, finalizzate al bene comune e al progresso sociale. Poggiando sulle nostre tante, bistrattate, ma ottime qualità. Andrea Aiello

settembre 2021 | retail food

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INFORMARSI È UN BENE, NON FARLO MALE: LEGGI RETAIL&food RETAIL&food è l’unica rivista italiana specializzata nel travel retail, un settore in forte crescita e con buone prospettive di sviluppo anche per i prossimi anni. Inoltre R&f è uno dei mezzi più apprezzati e consultati da retailers e operatori attivi in outlet e centri commerciali. Con oltre 10.000 lettori a numero, una presenza qualificata presso tutte le fiere di settore. 10 numeri all’anno, più di 9.000 iscritti alla newsletter, 1 pagina facebook, 181.000 pagine viste grazie allo sfoglio on line della rivista, retail&food è oggi uno dei mezzi più letti, consultati e apprezzati dalle business communities di riferimento.

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Anno 16 · numero 9 - settembre 2021 Direttore responsabile Andrea Aiello Coordinamento editoriale Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it In redazione Adriano Lovera - adriano.lovera@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it Pubblicità e traffico pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Alessandro Barzaghi, Roberto Bramati, Giulia Comparini, Luca Esposito, David Montorsi, Roberta Motta, Kevin Rozario Grafica Mariella Salvi Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. - Via Milano 3/5 - 20068 Peschiera Borromeo (MI) Prezzo di una copia € 5,00 - Arretrati € 10,00 Abbonamento Italia: € 50,00 Europa: € 90,00 Resto del mondo: € 110,00 abbonamenti@edifis.it Amministrazione amministrazione@edifis.it

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N. 9 settembre 2021

SOMMARIO 4 News 18 Sostenibilità 20 Cambio poltrone 21 CASE HISTORY FORNITORI

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Tork: come garantire take away e delivery più sicuri

24 L’EVENTO

Foodservice Award Italy 2021, aperte le iscrizioni

27SPECIALE MAPIC

ITALY

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NUMERI E CONTENUTI Mapic Italy nell’era post Covid

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I WEBINAR DI RETAIL&FOOD 2021-2031: quale orizzonte per i centri commerciali?

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SCENARIO - L’INDAGINE NOMISMA Centri commerciali: nel 2020 bruciati 45,5 miliardi

38 SOSTENIBILITÀ

Una spinta verso il green

42 REAL ESTATE NUOVE FRONTIERE La parola d’ordine è mixed-use

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TENDENZE Delivery “pigliatutto”

48 NEWS OPENING

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L’INTERVISTA Camicissima-Nara: take over in era Covid

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66 MYSTERY SHOPPING FOOD Miscusi a Milano-Isola

ELETTRONICA DI CONSUMO - INTERVISTA Scozzoli (Aires): “Competizione giocata su assistenza e digitale”

68 SCENARI GDO

61 FOOD TECH

70 L’INFOGRAFICA

62 TRAVEL AEROPORTI

72 News Servizi e Fornitori 74 World Travel Retail 76 News International 80 La Foto

Con Deliveristo tutti i fornitori in una app

L’hub di Monaco pronto al rimbalzo

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TRAVEL RETAIL DUTY FREE Lima-Lagardère, in arrivo il contratto “profit sharing”

64 CASE HISTORY JEWELLERY

Les Néréides, il bijoux che piace dall’Europa all’Oriente

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La distribuzione moderna alla caccia del TOPO?

62 RUBRICHE

4 STOCK OPTION 8 RUBRICA LEGALE 16 DAL TABACCAIO 75 DUTY FREE WORLD 76 NEW MARKETS OUTLOOK settembre 2021 | retail food

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News

MEDIAWORLD FA 30 ANNI E PUNTA SULLO “SMART”

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n occasione dei suoi 30 anni, MediaWorld ha lanciato in Italia i primi esempi di formato di negozio “Smart”, ossia i negozi di prossimità di piccole dimensioni, inseriti nel centro città, diversi dai maxi store dell’elettronica cui siamo abituati. Le prime aperture sono state a Roma, in via Tuscolana, a Torino in piazza Castello e a Salerno in corso Vittorio Emanuele. Questi negozi presentano un assortimento selezionato di prodotti, in prevalenza di fascia medio alta, e sono strategici per integrarsi con gli acquisti on line, come “pickup” e “pick&pay”. Strategici per la clientela anche alcuni servizi offerti all’interno, come la riparazione smartphone e la possibilità di prenotare un appuntamento a casa con un tecnico per la corretta configurazione dei dispositivi. “Queste aperture dimostrano ancora una volta il nostro impegno, la grande connessione con il territorio nazionale e la volontà di continuare a creare valore, sperimentando nuovi servizi e format” ha detto l’amministratore delegato di MediaWorld in Italia, Luca Bradaschia.

PULL&BEAR RINNOVA L’IMMAGINE DEGLI STORE

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ull&Bear rinnova la propria immagine in Italia con il flagship store inaugurato al centro commerciale I Gigli di Campi Bisenzio (FI). Il punto vendita del brand (Gruppo Inditex) si presenta con una superficie di vendita di oltre 500 mq e sviluppa un nuovo concept, proponendo un negozio innovativo e digitalizzato, dove gli elementi decorativi e di arredo si distinguono per la loro funzionalità. Inoltre, la comunicazione in store si realizza in formato digitale tramite schermi multiposizione con strisce di illuminazione in policarbonato. Con il nuovo concept, Pull&Bear introduce il sistema di pagamento automatico come parte del processo di digitalizzazione del punto vendita. L’estetica depurata e alleggerita e la nuova disposizione dei capi di abbigliamento, resa possibile da una struttura regolabile, offrono un campo visivo più ampio. Gli interni dello store accostano superfici bianche e metallizzate. Ora Pull&Bear conta 53 punti vendita in Italia.

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Stock option |

SELL

BUY

NEUTRAL

PRIMARK La casa madre Associated British Food ha chiuso il terzo trimestre fiscale con vendite a +207%. Ma soprattutto, il marchio Primark spinge ancora sulla rete retail e in autunno sarà inaugurato il suo 400esimo negozio. Ultimamente, sono arrivate le opening di Roma, Madrid, Bilbao, Chicago e il flagship store da 7.400 metri quadrati inaugurato a Rotterdam, nei Paesi Bassi, presso l’Alexandrium Shopping Center.

UNIQLO A metà luglio, Fast Retailing, società che controlla il marchio Uniqlo, ha lanciato un profit warning rivedendo al ribasso le stime per la chiusura del 2021. Una precauzione dovuta al parziale ritorno in Giappone dello stato di emergenza sanitaria. Comunque, nei primi nove mesi di bilancio terminati a maggio, l’utile è aumentato quasi del 70% (a 227,9 miliardi di yen).

GAP Come già annunciato, il marchio americano ha deciso davvero di ridimensionare le attività europee con un drastico taglio della rete retail. Tra la fine di agosto e l’inizio di settembre si abbassano le serrande su 81 store in Irlanda e Inghilterra, dopodiché le chiusure proseguiranno in Francia e Italia. Nel Vecchio continente, Gap punterà sull’on line.

AEFFE La società quotata al segmento Star ha rilevato il 30% del capitale che ancora le mancava di Moschino, per un corrispettivo di 66,5 milioni di euro. Obiettivo: integrare le collezioni donna all’interno del gruppo. Intanto, i ricavi consolidati del primo trimestre sono stati pari a 80,1 milioni di euro rispetto ai 76,2 mln del Q1 2020, registrando una crescita limitata al 5,1%.

SMCP Il secondo trimestre di Smcp (gruppo francese che controlla marchi come Sandro, Maje, Claude Pierlot e De Fursac ) si è chiuso in crescita del 59,1% rispetto allo stesso periodo del 2020, con ricavi per circa 229 milioni di euro. Il risultato, nonostante denoti una ripresa, è ancora sotto del 14% rispetto ai livelli dello stesso periodo del 2019.

AMAZON Amazon ha toccato ricavi per 113 miliardi di dollari nel secondo trimestre fiscale dell’anno, in rialzo del 27%. Ma secondo gli analisti è difficile mantenere i livelli 2020, vero anno record dovuto alla pandemia. La crescita infatti è più lenta rispetto al +41% registrata un anno fa ed è stato di 2 miliardi sotto le attese.

ALIBABA Il colosso cinese dell’ecommerce ha chiuso il primo trimestre 2021/22 con ricavi aumentati del 34%, su base annua, a 205,7 miliardi di RMB. Nonostante la crescita dei ricavi, margini e risultato sono in ribasso, con un Ebitda adjusted sceso del 5% a 48,6 miliardi e un utile netto calato dell’8% a 42,8 miliardi.

HERMES La casa di moda ha messo il turbo con i conti del primo semestre dell’anno, chiuso con ricavi in crescita del 77%, a 4,23 miliardi di euro. Il risultato è clamoroso perché, calcolato a valuta costante, batte del 33% il primo semestre del 2019, dunque Hermes è fuori dalla pandemia. PRADA Il Gruppo Prada ha chiuso il primo semestre dell’anno con ricavi netti a 1,501 miliardi di euro, in crescita del 60% a cambi correnti rispetto al primo semestre 2020. Le vendite retail (+60%) sono addirittura superiori dell’8% rispetto al primo semestre 2019, nonostante il 17% dei negozi sia rimasto spesso chiuso. In confronto a 2019 il, wholesale perde invece 37 punti percentuali.


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Birra Tourtel è dal 1839 la birra analcolica dal gusto pieno e intenso. Grazie alla sua ricetta esclusiva e al suo processo produttivo, che rispetta tutte le naturali fasi della produzione della birra, Birra Tourtel offre il gusto rinfrescante di una lager pur rimanendo leggera e beverina (solo 53Kcal per bottiglia 33cl). È la scelta perfetta per chi è attento al proprio benessere e non rinuncia al gusto.


News

A SAVILLS LA GESTIONE DI AREA 151, CON FOCUS SUL FOOD

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incarico di property management del parco commerciale Area 151 Shopping di Pederobba (TV) è stato conferito a Savills, multinazionale specializzata nella consulenza immobiliare. Il parco, inaugurato il 4 marzo 2021, sorge nell’area “Ex Funghi del Montello”, tra le province di Treviso e Belluno, sulla Strada Regionale Feltrina. Area 151 Shopping si sviluppa su due livelli, dispone di circa 1.100 posti auto ed è caratterizzato da un brand mix che include ipermercato Tosano, Cisalfa Sport, Rizzato Calzature, NKD e Upim. Le attività di commercializzazione sono state suddivise in due fasi: la prima conclusa con il piano terra di circa 3.000 mq, fully let grazie alla recente sottoscrizione dell’ultimo contratto; la seconda, in corso di negoziazione, per la food court del primo piano. Il piano superiore sarà ampliato. “Tra gli obiettivi imminenti – ha sottolineato Ermanno Tetta, head of property management di Savills – il consolidamento del rapporto tra centro e territorio e una crescente fidelizzazione dei clienti attraverso l’implementazione dei servizi e dell’offerta a favore del territorio”.

ROHLIK, L’ANTI AMAZON NATO A PRAGA, PUNTA L’ ITALIA

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a start up ceca Rohlik, appena battezzata “unicorno”, guarda anche all’Italia per la sua espansione internazionale. Rohlik ha chiuso un round di finanziamento da circa 100 milioni di euro, guidato da Index Ventures, che le assegna una valutazione pari al miliardo. Fondato a Praga nel 2014, il retailer offre ai consumatori un marketplace on line con più di 17.000 prodotti, compreso il “fresco” come carne e prodotti caseari, con la consegna che arriva a casa nel giro di 2 ore, con un business model misto fondato su una rete di dark store proprietari e l’appoggio a partner territoriali. Già attiva in Ungheria e Austria, la piattaforma tra luglio e agosto inizierà le operazioni in Germania, a Monaco di Baviera. Ma il comunicato ufficiale, diffuso in occasione del round di finanziamento, spiega che il management sta preparando lo sbarco anche in Italia, Romania, Francia e Spagna. “La liquidità in arrivo ci permette di accelerare il piano di espansione in modo ancora più rapido del previsto” ha commentato Tomas Cupr, ceo e fondatore di Rohlik. “In particolare, ci consente di avanzare sul piano dei nuovi mercati da esplorare e sull’automazione dei centri di distribuzione”.

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retail food | settembre 2021

DECATHLON “APRE” L’ECOMMERCE PER LA LEADERSHIP SPORTIVA

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ecathlon rivoluziona l’eCommerce e attiva il markteplace aperto alle parti terze. La multinazionale dei prodotti sportivi ha annunciato il lancio di questa novità, basata su Miraki Marketplace, una delle più avanzate piattaforme (Saas). In sostanza, se prima il sito di Decathlon permetteva solo di scandagliare la disponibilità di prodotti già presenti in magazzino, adesso il portale permetterà di vendere anche gli articoli di cui non gestisce direttamente lo stock né le consegne. A questa novità, si accompagnerà un allargamento degli sport e dei prodotti specializzati, andando anche a toccare nicchie ancora non presenti “a catalogo”. “Abbiamo da sempre una vocazione multispecialistica ma non è facile essere presenti per tutti gli sport, praticati a

qualunque livello. Da qui è nata la decisione di lanciare un Marketplace” dichiara Fulvio Matteoni, presidente e amministratore delegato di Decathlon Italia. “Il nostro obiettivo è raggiungere un’offerta marketplace composta da brand leader e start up, che hanno innovazione e\o eco-ideazione al centro della loro strategia di business. Ci siamo rivolti a Mirakl perché ne riconosciamo la migliore tecnologia e competenza nel settore” secondo Luca Boldrin, Marketplace Country Leader, Decathlon Italia.

ANCHE A MALPENSA IL MARKETPLACE MULTICANALE

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Milano Malpensa arriva il portale per lo shopping “click and collect” in aeroporto. Si chiama Milano Malpensa Boutique ed è un importante tassello della strategia omnichannel di Sea, società di gestione degli scali milanesi. Sul sito è possibile sfogliare i cataloghi dei negozi aderenti e prenotare i prodotti, perfezionando l’acquisto direttamente all’aeroporto il giorno della partenza: “Il Marketplace Milano Malpensa Boutique è un progetto avviato prima della pandemia, le cui ragioni sono state rafforzate dalla crisi” dichiara Luigi

Battuello, direttore Non-Aviation Business Development di Sea. Inizialmente sono disponibili circa 2000 prodotti di boutique presenti a Malpensa, quali Dodo, Etro e Montblanc, oltre al player specializzato Dufry, con un’importante selezione di articoli di alta gamma. Ogni prodotto viene venduto a prezzo pieno oppure in versione “duty free” per i clienti extra Ue.



La Rubrica legale | a cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano

Le clausole vessatorie nelle vendite online: come sono regolamentate?

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“e-commerce”, ha portato con sé novità e conseguenze anche sul piano giuridico, specialmente con riferimento al tema della conclusione dei contratti di compravendita che sono sempre più standardizzati, ossia disciplinati dalle condizioni generali predisposte unilateralmente dal venditore, tra cui possono essere incluse le clausole cosiddette “vessatorie”. Nel nostro ordinamento le clausole vessatorie hanno una disciplina particolare. Innanzitutto vengono definite dall’articolo 1341, comma 2 del codice civile come “le condizioni che stabiliscono, a favore di colui che le ha predisposte, limitazioni di responsabilità, facoltà di recedere dal contratto o di sospenderne l’esecuzione, ovvero sanciscono a carico dell’altro contraente decadenze, limitazioni alla facoltà di opporre eccezioni, restrizioni alla libertà contrattuale nei rapporti coi terzi, tacita proroga o rinnovazione del contratto, clausole compromissorie o deroghe alla competenza dell’autorità giudiziaria”. Per questa tipologia di clausole la legge prescrive la necessità di una specifica approvazione per iscritto del contraente cui sono dirette, in quanto parte debole del rapporto. Più precisamente, i requisiti per la validità ed efficacia di tali clausole sono due: (i) la manifestazione della esplicita volontà del contraente di accettarle e (ii) la forma scritta di tale accettazione.

Ma come si riesce a garantire l’esplicita accettazione dell’altro contraente nelle vendite on line? Solitamente, nelle vendite online vengono predisposti due distinti form: il primo, per manifestare l’accettazione del complessivo regolamento negoziale, tramite la pressione del cosiddetto “tasto negoziale virtuale” o “point and click” e il secondo, con le stesse modalità, per accettare in modo specifico le clausole ves-

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retail food | settembre 2021

satorie. Il requisito della forma scritta è invece più problematico da soddisfare, poiché non è pensabile che, nella pratica, sia possibile ottenere da ogni contraente aderente l’uso di una firma digitale o avanzata. Questo problema, di fatto, non si pone con riferimento alle compravendite cosiddette “B2C” (business to consumer), tra professionista e consumatore. Ed infatti, quando una delle parti è un consumatore, si attiva una serie di tutele previste dal Codice del Consumo (d. lgs. 206/2005), tra cui quella relativa alla nullità delle clausole vessatorie non espressamente approvate dal consumatore all’esito di una trattativa individuale, che nelle vendite online in genere non si verifica. Nei contratti B2C il legislatore prevede quindi una tutela di carattere sostanziale. Diverso è invece il caso dei contratti cosiddetti “B2B” ( business to business), ossia tra professionisti, per i quali l’ordinamento non ha previsto una tutela forte come quella dei contratti B2C, bensì una tutela meramente formale finalizzata ad assicurare l’esistenza di un consenso consapevole della parte che non ha predisposto e che accetta le clausole vessatorie. Nei contratti B2B si pone, dunque, il problema della doppia accettazione, sul quale ancora la giurisprudenza non ha assunto una posizione univoca. La prima innovativa pronuncia sul punto risale al 2002, quando il Giudice di Pace di Partanna escluse la vincolatività della clausola vessatoria per l’assenza di una specifica approvazione, poiché l’adesione tramite “point and click” aveva riguardato l’intero contratto, mentre sarebbe stato necessario ottenere un doppio assenso: il primo per l’adesione al contratto e il secondo per la specifica approvazione delle clausole vessatorie. Nel 2012 il Tribunale di Catanzaro si è espresso diversamente, ritenendo neces-

Avv. Giulia Comparini

saria, ai fini della validità delle clausole vessatorie, la loro sottoscrizione tramite firma digitale. A questo orientamento hanno recentemente aderito anche il Tribunale di Trapani e il Giudice di Pace di Milano con due sentenze del 2019, che hanno altresì affermato che la mera “spunta” della casella relativa alle condizioni generali del contratto non può ritenersi sostitutiva della firma del contraente richiesta per le clausole vessatorie. Questo orientamento appare decisamente restrittivo perché il requisito della firma digitale comporta una compressione dell’autonomia privata nell’ambito dei contratti online stipulati tramite il “point and click”, estendendo eccessivamente il requisito della forma scritta. Ed infatti gli operatori commerciali che acquistano e vendono on line non sono generalmente dotati di firma digitale. La medesima obiezione è stata mossa dal Tribunale di Napoli con una sentenza del 2018, secondo cui richiedere la firma digitale per la validità delle clausole vessatorie imporrebbe l’uso di uno strumento ancora non diffuso e “paralizzerebbe lo sviluppo a livello nazionale di un settore di traffici sempre più importante a livello planetario”. Secondo l’orientamento meno restrittivo, potrebbe essere sufficiente la predisposizione, da parte del venditore, di un apposito form che richiami ogni clausola vessatoria contenuta nelle condizioni generali, da accettare con apposito click, previa nuova autenticazione dell’acquirente mediante inserimento di user name e password. Tale soluzione, certamente più semplice, permetterebbe comunque un’esplicita approvazione delle clausole vessatorie da parte dell’acquirente. La materia è quindi ancora controversa ed è pertanto auspicabile un intervento del legislatore che definisca una volta per tutte le modalità attraverso le quali sia possibile accettare le clausole vessatorie nei contratti online B2B.


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versione Istituzionale accento giallo 100% come scritta SAN CARLO


News

MAXI RESTYLING PER 12 NEGOZI UNIEURO

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ra ristrutturazioni dell’esistente e nuove location, 12 punti vendita Unieuro si rinnovano. In particolare, gli store a gestione diretta interessati dai lavori sono sei e si trovano a Olbia, Cagliari Quartucciu, Cremona, Pavia, Vigevano e Viterbo. A Olbia il negozio si è trasferito al piano terra del centro commerciale Olbia Mare di Sa Marinedda, in un nuovo spazio da circa 1.550 mq dove presenta un format adeguato “agli standard qualitativi dell’insegna”, ha specificato la società in una nota. Dopo importanti ristrutturazioni, si presentano da oggi completamente rinnovati anche i cinque negozi Unieuro di Cagliari Quartucciu in via delle Serre, Cremona nel centro commerciale Cremona Po di via Castelleone, Pavia a San Martino Siccomario in via Piemonte, Vigevano (Pavia) in via dell’Industria e Viterbo in via Igino Garbini. Pronti ad accogliere i clienti in una veste rinnovata anche i negozi affiliati di Borgo Valsugana (Trento), Lecco, Merate (Lecco), Pavullo (Modena), Corinaldo (Ancona) e Sava (Taranto).

AL MAXIMO DI ROMA DEBUTTA IL “JOYVILLAGE”

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on il debutto del JoyVillage, che ha aperto alle famiglie a inizio luglio, l’offerta di Maximo Shopping Center entra finalmente a pieno regime. Il JoyVillage del Maximo è l’ultimo nato tra i centri di intrattenimento per famiglie creati dal gruppo LED. Nei suoi 2.800 mq presenta 10 piste da bowling e Hyper Bowling, 2 piste da Mini Bowling, 11 tavoli da carambola, il Joy4Kids, un’area giochi di 550 mq dove i più piccoli possono mettersi alla prova con playground, percorso ninja, cannoni spara palline, saletta di gioco virtuale, aree a tema spazio e salette per feste di compleanno; baby cars per bambini da 3 a 9 anni e sala giochi con circa 110 apparecchi da intrattenimento. Inaugurato nel quartiere Laurentino, a Roma, il 27 novembre 2020, Maximo ha visto alcuni importanti operatori costretti a ritardare le aperture a causa del Covid. In particolare, a fare le spese del contesto sanitario sono state le insegne più votate al benessere e all’intrattenimento. Anche la grande area dedicata al food nella galleria commerciale non ha potuto per mesi esprimere il proprio potenziale, soprattutto nei weekend e nelle ore serali. Sempre al secondo piano del centro commerciale si trova UCI Luxe Maximo, al momento unico nella capitale.

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HEKFANCHAI, AVANZA A MILANO LO STREET FOOD DI HONG KONG

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vanza a Milano la catena di ristorazione Hekfanchai. Si tratta di un brand ispirato alla cucina di Hong Kong, caratterizzata dalla fusione di elementi anglosassoni ed asiatici, che sta riscuotendo successo anche per il mix di buona qualità e prezzi accessibili. La catena è arrivata a tre aperture per ora tutte concentrate a Milano, tra via Francesco Sforza, China Town e via Padova. I ristoranti lavorano con il delivery, take away, e anche per mezzo di posti a sedere al bancone, con vista sulla cucina e sulla squadra all’opera. Una modalità che riprende i veri “Bing Shi”, le “piccole trattorie popolari” tipiche dello street food di Hong Kong. “Questo periodo complicato non ha fermato l’ambizione del nostro team nel far nascere questo progetto, anzi ha alimentato ancora di più la voglia di far riemergere i ricordi dell’infanzia a Hong Kong e di portare a Milano i sapori con cui sono cresciuto, nella loro genuinità e senza omologarsi necessariamente ai gusti locali, ma piuttosto proponendo una cucina autentica e tradizionale” ha detto l’amministratore delegato e fondatore, Eric Yip. Hekfanchai si avvale della collaborazione dello chef Kin Cheung, celebre a livello internazionale, per la creazione dei menù.

PARTE DA TORINO IL NUOVO PLAYER MIKAPOKE

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l campo già affollato del pokè si arricchisce di una new entry, MicaPoke, caratterizzato da un’offerta al 100% italiana, con riso del vercellese. I fondatori sono i torinesi Federico Giovannelli, ideatore del format “Barotto”, specializzato in taglieri di montagna, e Gabriele Conte, cui si deve la creazione del marchio di riso gliAironi. MicaPoke è partito dal primo punto vendita in centro a Torino, poi ha raddoppiato nel mercato centrale del capoluogo piemontese, in piazza della Repubblica, e ha posizionato un punto anche all’interno dell’Hilton Doubltree Lingotto. Dal 16 ha aperto anche in Liguria, a Santa Margherita Ligure. Il nuovo player tenta di sfondare nel settore del pokè facendo virare le tradizionali “bowl” di riso verso le ricette della tradizione italiana. Tra gli esempi: la MicaCarbonara, con uovo cotto a bassa temperatura e guanciale, o la MicaZena, con olive taggiasche e crumble basilico e pinoli. In alcuni casi, viene sperimentata anche la cottura lunga, tipica del risotto. MicaPoke è affiliato ai servizi di delivery Just Eat e Eat in time.


PARTECIPA AL COLPO

LA CASA DE PAPEL ™/© NETFLIX. USED WITH PERMISSION.

La banda della Casa di Carta ha un nuovo membro: Chupa Chups. Arrivano il Mega Chupa Chups e il Super Chupa Chups, ispirati ad una delle serie più seguite. Preparati a vivere una grande avventura.


News

OSSERVATORIO CONFIMPRESE-EY: OUTLET E HIGH STREET BATTONO IL PRIMO SEMESTRE 2020

DEBUTTA IN VENETO LA NEW ENTRY CASA CONVENIENTE

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Osservatorio permanente Confimprese-EY sui consumi di mercato ha analizzato i dati di giugno 2021, sullo stesso mese 2019, e tracciato il consuntivo del primo semestre 2021, che chiuso in linea con il 2020 e con un pesante -44% rispetto al periodo pre-pandemia. Rispetto ai singoli canali, nessuno ha ancora recuperato i livelli pre Covid, ma ci sono alcune note positive rispetto al 2020. I centri commerciali a livello semestrale mostrano -49,4% rispetto al 2019 e -5,2% rispetto all’anno scorso, gli outlet rispettivamente -43,6% e +1,4%, le high street -38% e +10,9%, il travel -67,7% e -18%. “Indipendentemente dall’andamento dei prossimi mesi, anche il 2021 è destinato a chiudere con bilanci molto difficili per le aziende retail” ha commentato Mario Maiocchi, direttore centro studi retail Confimprese. Rispetto ai comparti, abbigliamento/accessori è a -44% sul primo semestre 2019 ed è pari rispetto al 2020, il food&beverage mostra -57,2% e -13,4%, il totale negozi -43,7% e +1,6%.

on l’apertura a Villafranca (VE) debutta ufficialmente Casa Conveniente: il nuovo format ideato da Kisenè per la commercializzazione di articoli da cucina, home decor e piccoli elettrodomestici. Il punto vendita si estende su circa 210 mq. Il piano di sviluppo dell’insegna di proprietà della G&C Enterprise prevede l’apertura di un secondo store a Brescia, all’interno del centro commerciale Le Rondinelle. Nel medio termine, invece, l’obiettivo è di arrivare a quota dieci negozi in due anni. Le metrature degli store, specifica l’azienda in una nota, saranno comprese tra i 200 e i 400 metri quadri, in una prima fase, per poi arrivare a spazi più ampi, fino ai 500 metri quadri, che consentiranno l’inserimento di ulteriori categorie merceologiche. “Negli ultimi anni abbiamo assistito all’accentuarsi del divario tra la fascia alta e quella bassa, in termini di prezzo e qualità” ha dichiarato l’amministratore delegato di G&C, Cosimo Carbonelli D’Angelo. “Casa Conveniente, sulla scia di Kisenè, nasce per dare una risposta a chi cerca prodotti di qualità a prezzi smart”.

COLPO ALL’ESTERO PER POKE HOUSE: ACQUISITA CATENA IN UK

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oke House parte verso lo shopping all’estero e piazza il primo colpo in Gran Bretagna. La catena fondata da Matteo Pichi e Vittoria Zanetti ha infatti rilevato Ahi Pokè, una catena con sei punti vendita tutti concentrati a Londra, che ora assumeranno il brand italiano. E nel mirino ci sarebbero già altre due operazioni, una in Francia e la seconda negli Stati Uniti. Alla base dell’espansione c’è la nuova tranche di finanziamenti ricevuta ad aprile, un round di “serie b” da complessivi 20 milioni di euro, guidato Eulero Capital (fondo italiano di permanent capital fondato nel 2020) cui hanno aderito anche FG2 Capital (holding milanese) e MIP (Milano Investment Partners sgr). Mip è la società di gestione di cui anchor investor è Angelo Moratti, erede della famiglia di petrolieri che controlla Saras. MIP, il mese scorso, aveva investito anche in un’altra catena di ristorazione in forte crescita, Miscusi, anche questa sostenuta con un round da 20 milioni cui aveva partecipato anche il fondo americano Kitchen Fund. Attualmente Poke House ha circa trenta punti vendita tra Italia ed estero e l’attesa per il 2021 è di un giro d’affari di 40 milioni di euro.

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News

AUGUSTO SPA SI SCIOGLIE, SUL MERCATO IL 52% DI AEDES

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fine luglio, il cda di Augusto Spa, controllante di Aedes SIIQ e Restart, ha posto in liquidazione volontaria la società. Fino all’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio di esercizio, al 31 dicembre 2022, la liquidazione è affidata a un collegio di 3 liquidatori, composto da Serenella Rossano, Presidente del collegio dei liquidatori e avente legale rappresentanza della società, da Pietro Bianchi e da Andrea Dara, nominati rispettivamente dai soci Arepo AD S. à r.l., Prarosa spa e Tiepolo S.r.l. A questi il compito di vendere le attività aziendali, in particolare la partecipazione del 51,25% detenuta in Aedes SIIQ spa e la partecipazione detenuta in Restar spa, pari al 35,47%, proseguendo nel frattempo l’attività di impresa ed esercitando, anche in funzione del migliore realizzo, l’attività di direzione e coordinamento sulle controllate Aedes e Restart.

IMMOFINANZ PORTA STOP SHOP IN ITALIA AL PARCO FIORE

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mmofinanz ha acquistato per 35 milioni di euro il centro commerciale Parco Fiore di San Fior (Tv), che ora assume il brand Stop Shop. Per il colosso immobiliare viennese si tratta della prima operazione in Italia e fa parte di un piano di sviluppo a lungo termine nel nostro Paese. “Le strutture commerciali disponibili, unite al potere d’acquisto degli italiani, soprattutto nel Centro e Nord Italia, creano un potenziale significativo per la creazione di moderni parchi commerciali con il marchio Stop Shop. I nostri piani prevedono dieci sedi, con un volume di investimento fino a 250 milioni di euro entro il 2024”, ha spiegato l’amministratore delegato di Immofinanz, Dietmar Reindl. Il Parco Fiore, circa 27.000 metri quadrati di superficie commerciale disponibile, è attualmente tutto occupato e il tenant mix vede marchi nazionali e internazionali come C&A, Takko, MediaWorld, Decathlon, Roadhouse Grill, Burger King, Mega supermercati, Globo, Terranova, Casa Tua.

HOST 2021, A OTTOBRE RIPARTE IL MONDO DEL DOLCE IN FIERA MILANO

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al gelato alla pasticceria, dalle materie prime ai prodotti finiti. L’Ho.re.ca, con tutte le sue diverse filiere, si ritrova per costruire insieme il mondo della nuova normalità ad Host (a fieramilano, dal 22 al 26 ottobre 2021). Mai come quest’anno vero e proprio place-tobe dell’ospitalità professionale (più di 1100 espositori già confermati, provenienti da 40 Paesi) dove incontrarsi dopo tanto tempo e fare business, non solo osservando le ultime novità in fatto di attrezzature professionali, ma anche intercettando le tendenze che plasmeranno l’immediato futuro. Un evento che, oltre a svolgersi “in presenza” e in sicurezza, quest’anno beneficerà dello svolgimento in contemporanea di TUTTOFOOD, la manifestazione leader dell’ecosistema agroalimentare. Per chi non potrà esserci in presenza, si potrà utilizzare l’appendice virtuale della piattaforma mymatching. Da sempre trendsetter di ciò che accade nell’intero mondo dell’hospitality, anche per la sua 42esima edizione la manifestazione di Fiera Milano ha apparecchiato poi un menu di oltre 800 eventi. Si parte con SMART Label - Host Innovation Award, l’evento dedicato all’innovazione organizzato da Fiera Milano e HostMilano in collaborazione con POLI.Design Consorzio del Politecnico di Milano, con il patrocinio di ADI (Associazione Italiana per il Disegno Industriale). Tornerà anche “Pasticceria di Lusso nel Mondo” by Iginio Mas-

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sari, cui si aggiungeranno i campionati internazionali a cura di FIPGC (Federazione Internazionale Pasticceria Gelateria Cioccolateria), con il Campionato del Mondo del Tiramisù. Sempre in tema gelato e pastry, farà il suo debutto il nuovo concept International Pastry Award, affiancato da Art Gallery (con oltre 200 opere e lavorazioni dal vivo in esposizione di Pasticcieri Italiani ed Internazionali) e da The best Pastry chef in the World (con le equipe eccellenze FIPGC tra cui 18 campioni del Mondo). Altro appuntamento da non perdere, il Panettone World Championship a cura dell’Accademia dei Maestri del Lievito Madre e del Panettone Italiano. L’ultima new-entry riguarda l’accordo raggiunto con Specialty Coffee Association (SCA), l’associazione che rappresenta migliaia di professionisti del caffè, dai produttori ai baristi di tutto il mondo, per lo svolgimento durante i cinque giorni della manifestazione dell’appuntamento top del segmento caffè: i Campionati mondiali SCA 2021 - World Barista Championship, World Brewers Cup e World Cup Tasters Championship. Non solo. L’accordo con SCA prevede inoltre che saranno tre le edizioni dei campionati ad HostMilano: nel 2021, 2023, 2025.


MONCLER: CORRE LA VENDITA DIRETTA E SI SENTE L’EFFETTO STONE ISLAND

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el primo semestre dell’anno, i ricavi di Moncler sono aumentati del 57% sullo stesso periodo 2020, arrivando a 621,8 milioni di euro, e superando dell’11% il 2019. Dal 1 aprile, il secondo trimestre, sono contabilizzati anche i dati del nuovo acquisto Stone Island, che ha contribuito per 56,2 milioni di euro. La crescita è stata impetuosa in Asia (+59%), contenuta in area Emea (+10%). Quanto ai canali di vendita, la fetta principale è appannaggio del direct-to-consumer, 418,4 milioni a +44%, ossia i negozi monomarca. Il wholesale ha fruttato 147,1 milioni, +42%. Al 30 giugno 2021, la rete di negozi monomarca del marchio Moncler conta 224 punti vendita diretti retail. Ancora marginale, ma in forte crescita l’ecommerce, cresciuto a tre cifre rispetto al 2019. L’utile operativo è stato pari a 92,8 milioni. “Da aprile siamo diventati un gruppo e commentiamo i primi risultati consolidati di Moncler e Stone Island. Sono numeri molto buoni” ha commentato il presidente e ad di Moncler, Remo Ruffini. “Ma, come dico sempre commentando la semestrale, la parte più importante dell’anno è ancora di fronte a noi”.

SIGNORVINO A VERONA TESTA IL FORMATO “SMART”

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ignorvino mette in pista tre aperture e sperimenta un nuovo format: niente servizio ristorazione, solo vendita diretta di vino. La catena nata nel 2012 conta oggi 22 punti vendita in Italia. Entro fine anno ne arriveranno altri tre: Verona, Milano e Torino, le prime due su strada, l’ultima presso lo shopping center Le Gru. Il nuovo format sarà sperimentato a Verona, con apertura prevista il 30 luglio in pieno centro, a un passo da piazza Erbe. Si tratta di un locale più raccolto del solito, con la sola esposizione e vendita di vino, senza possibilità di pranzare o cenare. “Non si tratta soltanto di un nuovo format ma di una prova di business destinata ad espandersi velocemente. Questi locali sono destinati a essere ancora più capillari e presenti sul territorio italiano” secondo Luca Pizzighella, brand manager di Signorvino. “Questo progetto va a rinforzare quello che è il vero core business del gruppo: promuovere e commercializzare le bottiglie più rappresentative dei territori vinicoli italiani” ha detto Federico Veronesi, general manager di Signorvino con negozi dedicati al solo asporto. “Questo test sarà

importante per Signorvino per studiare i trend di vendita di questi nuovi punti di incontro fra produttore e consumatore, per monitorare l’andamento ed il comportamento del cliente all’interno di store che prevedano il solo asporto”.

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News

NYX PROFESSIONAL (L’OREAL) INVESTE SUL SUD CON ODOS GROUP

DAL TABACCAIO F676+WF Milano

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yx Professional, concept store californiano, parte del gruppo L’Oreal, approda al Sud. Il brand ha aperto il suo primo punto vendita in Calabria all’interno del centro commerciale di Reggio “Porto Bolaro” shopping center. L’operazione è importante non solo per l’arrivo del marchio internazionale, ma perché segna il primo tassello del piano di rinnovamento del centro operato da Odos Group, subentrato nella gestione dello shopping center ad aprile 2020, in piena pandemia. Nei mesi successivi, Odos ha dovuto affrontare in primo luogo le situazioni dei tenant più critici e in alcuni casi procedere alla risoluzione dei contratti. Ora, con la ripresa in corso, può dedicarso al rinnovamento del “tenant mix”. L’obiettivo di breve periodo del team leasing di Odos group è alzare il livello dell’offerta del complesso calabrese. Per quanto riguarda Nyx Professional, il marchio ha come missione principale quella di rendere accessibile il makeup, con prodotti di alta qualità ad un prezzo contenuto.

I AM VIRA SUL FRANCHISING, DOPO PADOVA ARRIVA MONDO JUVE

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a catena di fast fashion I Am apre a Torino, a Mondo Juve, rafforzando il progetto franchising. Il brand romano, nato nel 2010, ha iniziato a esplorare la formula del franchising con il negozio aperto a Padova circa tre mesi fa. Adesso arriva il secondo contratto di affiliazione aprendo nello shopping village di Vinovo (To), circa 150 mq. di superficie all’interno della galleria Diana. Nell’ambito del processo di diversificazione dei canali di vendita, da qualche settimana invece I Am è approdata per la prima volta in un “retail park”, con 220 mq all’interno del Parco Commerciale Da Vinci, a Fiumicino. La società I Am Stores è stata creata dalla famiglia Calò che ancora lo controlla. È attiva con l’e-commerce ed è arrivata a contare circa 25 negozi in Italia, molti dei quali in noti centri commerciali come Porta di Roma, Maximo, Euroma 2, Le Befane, I Gigli, Fiordaliso, Oriocenter.

vita e negozio

Il rappresentante,

Non voglio sembrare rude, o eccessivamente duro. Ma non mi convincerai a comprare la solita stecca di sigari di cui il mercato non sentiva il bisogno. Sono passati venti secondi dall’ingresso dell’ennesimo rappresentante che, stante il periodo, vaga per la città. Deluso si convince subito. Il rappresentante capace sa quando ha già perso la battaglia. Non prova neanche la PNL (Programmazione neuro linguistica). Quello meno scaltro, poco capace, inesperto si prostra e riceve una serie infinita di no. Dopo aver perso dieci minuti della sua vita e averne fatti perdere dieci della mia, prova la carta peggiore: “Lo metti qui a fianco della cassa e vedrai che li vendi”. Occhiataccia. “Non mi fai segnare proprio niente oggi?” Lo guardo come il signor Carunchio guardava una straordinaria Melato sulle spiagge di “Travolti da un insolito…”. Capisce. Smette. Venticinque anni di attività ti laureano. Psicologo, sociologo, economista, dottore, politico, prete confessore, educatore, geriatra, comunicatore, assistente sociale. La gestione degli altri nelle varie forme in cui ti si presentano. Ricordate “Clerks” (1994), pellicola in bianco e nero, o il più nobile “Smoke” con Harvey Keitel e William Hurt, orso d’argento a Berlino? Storie di vita e negozio si mischiano come il caffè e il latte quando tutto va; e come cozze e nutella quando non gira bene. La vita non può purtroppo, o per fortuna, essere gestita senza tenerne conto. Giorno per giorno, sempre ballando.

“Abbiamo appreso in ritardo, con profondo dolore, della prematura scomparsa del Dott. Birger Strom, Presidente di S.C.C., e vogliamo esprimere alla sua azienda e ai famigliari il nostro profondo cordoglio, anche a nome del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali. Arch. Roberto Bramati

Presidente Spazio Futuro Group Vicepresidente C.N.C.C.”



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f Sostenibilità LEVI’S NEW ENTRY DELLO USCTP PER IL COTONE SOSTENIBILE

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n meno di un anno sono oltre 450 gli iscritti a USCTP (US Cotton Trust Protocol), progetto che mette insieme le grandi aziende, per lo più della filiera fashion, impegnate a garantire una provenienza sostenibile del cotone utilizzato nelle lavorazioni. La pubblicazione più aggiornata degli iscritti ha permesso di mettere in rilievo alcune novità di peso. Tra le adesioni dell’ultima ora, è arrivata Levi Strauss & Co, insieme ai suoi brand storici Levi’s®, Dockers®, Denizen® by Levi’s® e Signature by Levi Strauss & Co. A fine giugno, era stata la volta della catena di grande distribuzione Tesco e di Gildan Activewear. Compito di U.S Cotton Trust Protocol è supportare gli sforzi per la sostenibilità dei membri, fornendo dati verificati sulle pratiche di sostenibilità dei coltivatori di cotone statunitensi e l’accesso a dati aggregati su base annua su elementi chiave quali l’utilizzo dell’acqua, le emissioni di gas a effetto serra, il consumo di energia, l’efficienza, l’erosione e la presenza di carbonio organico nel suolo.

RICERCA RETVIEWS: ALTI E BASSI NEL FAST FASHION

LVMH FINANZIA UN CENTRO RICERCA PER LUSSO “GREEN”

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ovrebbe essere pronto tra il 2024 e il 2025 il nuovo contro di ricerca per il lusso sostenibile e digitale, che il gruppo Lvmh ha in programma di realizzare a Saclay, a sud di Parigi. Il nuovo sito legato alla ricerca in ambito sostenibile impiegherà 300 collaboratori e ricercatori. Il focus iniziale sarà sui nuovi materiali, le biotecnologie e le digital and data solutions che possono condurre a una maggiore sostenibilità, con il diktat prioritario di eliminare le plastiche. LVMH ha inoltre creato una casella apposita, nel suo management, ad occuparsi di inclusione e diversità. È stato affidato a Vanessa Moungar (in foto) il ruolo di chief diversity and inclusion officer. La manager riporterà a Chantal Gaemperle, vice presidente esecutivo delle risorse umane e delle sinergie di Lvmh. Vanessa Moungar è a oggi membro del French Presidential Council of Africa e ha lavorato al World Economic Forum.

GUCCI E INTESA PER IL MIGLIORAMENTO DELLA FILIERA

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el corso del 2020, Zara e C&A hanno ridotto la quota di prodotti sostenibili all’interno delle collezioni, mentre in H&M (in foto una collezione) e Mango la percentuale è aumentata. È quanto emerge da una ricerca redatta da Retviews (gruppo Lectra), intitolata “Il fashion sostenibile nel 2021: la verità sulle collezione ecologicamente sostenibili”, condotta su un campione di brand del fast fashion in Francia, Italia, Spagna, Germania e Regno Unito. Le aziende puntano per lo più sulla produzione di capi sostenibili che rientrano nella definizione di “Never out of stocks”, cioè quegli articoli essenziali che possono anche essere rimessi sul mercato la stagione successiva, se invenduti. Ecco perché i prodotti di fashion sostenibili più popolari sul mercato globale sono le t-shirt (27%), i pantaloni (8%) e i jeans (7%).

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ucci e Intesa Sanpaolo hanno rinnovato la loro collaborazione a favore della filiera produttiva italiana, mettendo al centro di un progetto la transizione verso pratiche sostenibili e inclusive. L’accordo, che le due parti indicano come unico in Italia, si pone l’obiettivo di supportare le aziende della filiera Gucci a intraprendere un percorso di miglioramento della propria sostenibilità sociale e ambientale attraverso l’attuazione di azioni e interventi concreti, coerenti con le direttrici del Pnrr-Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nel concreto, il progetto prenderà la forma di finanziamenti agevolati. “Siamo orgogliosi di inaugurare con Intesa Sanpaolo il primo accordo di filiera per il settore della moda che consentirà all’ecosistema Gucci di fare un passo ulteriore verso la rivoluzione sostenibile del business” ha commentato il presidente e Ceo di Gucci, Marco Bizzarri. “L’accordo firmato con una grande impresa di eccellenza” sottolinea Carlo Messina, Ceo di Intesa Sanpaolo, “rappresenta un nuovo rapporto tra banca impresa e filiera di riferimento, basato sulla sostenibilità, che lanciamo per primi in una fase di svolta per il nostro Paese rappresentato dall’arrivo dei fondi del programma Ngeu (Next generation Eu)”.


DA LIDL 20 REFERENZE A “COMPENSAZIONE” CONTINUA

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idl Italia ha inserito nel proprio assortimento una scelta di prodotti “clima neutrali”: 20 referenze ecosostenibili continuative, a cui si aggiungono numerosi articoli promozionali. Tutta la gamma Vemondo, oltre ai marchi Cien Nature, W5 Eco e a una selezione di articoli promozionali che comprendono tessili, giochi e prodotti per il tempo libero, sono oggetto di compensazione. Questo significa che le emissioni generate dalla loro coltivazione, produzione, trasporto e smaltimento sono azzerate, grazie al sostegno da parte di Lidl a progetti certificati per la salvaguardia del clima. “Nei nostri punti vendita i clienti hanno la possibilità di fare una spesa consapevole avvalendosi di un’alternativa più ecologica” ha spiegato Eduardo Tursi, amministratore delegato Acquisti e Marketing di Lidl Italia. “Grazie alla rinnovata proposta di prodotti clima neutrali vi è, infatti, un risvolto positivo sulla tutela del clima e di conseguenza sulla conservazione della biodiversità e delle risorse. Siamo consci del ruolo che rivestiamo nella società e continueremo a impegnarci per un agire sostenibile sviluppando soluzioni a favore dell’ambiente e accessibili al nostro largo pubblico”.

TOYS CENTER PRENDE L’ESCLUSIVA PER I GIOCHI CERTIFICATI WOOD’N PLAY

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oys Center, più altre insegne di Prénatal Retail Group, ha stretto un accordo con cui è diventato distributore in esclusiva per l’Italia dei prodotti Wood’n Play. Si tratta di giochi composti da legno e packaging certificati FSC (marchio dei prodotti provenienti da fonti forestali gestite in modo responsabile), al 100% eco-friendly. Tra minivan, veicoli, giochi di ruolo, costruzioni e giochi educativi, i giocattoli Wood’n Play hanno anche una caratterizzazione “gender free” a livello di packaging, foto, istruzioni. Toys Center nasce negli anni ’90 ed è oggi leader in Italia nel mercato del giocattolo. Negli anni ha sviluppato un format al servizio della famiglia, con una gamma di prodotti sempre più arricchita, che si è estesa dal giocattolo, alla puericultura, passando per il tessile, in spazi sempre più importanti. Con i suoi 130 punti vendita è parte di Prénatal Retail Group, insieme a Prénatal, Bimbostore e King Jouet.

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f Opening News

CAMBIO DI POLTRONE

ALESSANDRO MAESTRANZI NUOVO COO DI BNP PARIBAS REIM ITALY SGR.

Alessandro Maestranzi è stato nominato Chief Operating Officer (COO) di BNP Paribas REIM Italy SGR. Nel suo ruo- Alessandro Maestranzi lo, riporterà direttamente al direttore generale e amministratore delegato della società, Dominique Jones e, dopo un periodo di affiancamento con l’attuale COO della società, Massimo Vedani, coordinerà le attività di amministrazione, controllo e tesoreria dei fondi della SGR. Dominique Jones ha commentato: “Sono lieta di dare il benvenuto ad Alessandro all’interno di BNP Paribas REIM. La sua consolidata esperienza nel mondo delle SGR immobiliari rappresenta un valore per supportare la crescita della nostra Società”. Alessandro Maestranzi ha dichiarato: “Sono molto contento di assumere questo nuovo ruolo in BNP Paribas REIM Italy SGR e di portare la mia esperienza e professionalità in una società con importanti potenzialità di crescita legate alla sua consolidata conoscenza dei mercati internazionali”.

CAMBIO AL TIMONE DI KLÉPIERRE ITALIA. DALLA SPAGNA ARRIVA PIRES

Klépierre annuncia la nomina di Luis Pires a Managing Director della filiale italiana, incarico in vigore da luglio. Luis Felipe Pires, 55 anni, portoghese, è Luis Pires laureato in giurisprudenza. Ha iniziato la sua carriera nel Co- mitato Esecutivo di Carrefour Portogallo come responsabile del settore immobiliare dal 1995 al 2003. In qull’anno entra in in Klépierre come General Manager per il suo Paese e dal 2009 al 2021 è stato impegnato tra Madrid e Lisbona nel doppio ruolo di General Manager per Portogallo e Spagna. Adesso il passaggio in Italia. Secondo L’Executive Board del Gruppo, Pires ha mostrato “notevoli capacità manageriali sviluppando eccellenza operativa, rafforzando l’impegno e il coinvolgimento dei team verso le iniziative corporate e promuo-

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vendo l’innovazione a livello locale”. Pires prende il posto di Gino Antonacci, alla guida della filiale italiana dal 2018, che invece va a ricoprire un incarico a livello di Gruppo, come membro del Team Sviluppo in qualità di Deputy Chief Development Officer, contribuendo alla supervisione delle attività europee.

MARCO GOBBETTI LASCIA BURBERRY PER GUIDARE FERRAGAMO

Marco Gobbetti lascia la guida di Burberry dopo 5 anni e si mette al timone di Ferragamo, in qualità di direttore generale e amministratore delegato. Già amministratore delegato di Moschino, Marco Gobbetti Gobbetti ha speso 13 anni nel gruppo Lvmh dove ha ricoperto il ruolo di CEO di Givenchy e di Celine, prima di ricoprire l’ultimo incarico in Burberry. È stato lui a indirizzare, dal 2018, il cambio di rotta stilistico di Burberry, con l’ingresso di Riccardo Tisci alla direzione creativa, con cui aveva lavorato insieme da Givenchy.

FABIO TOMASSINI NUOVO A.D. DI RISPARMIO CASA

Fabio Tomassini, classe 1970, è stato nominato nuovo amministratore delegato di Risparmio Casa, la catena italiana con oltre 120 punti vendita dedicata ai prodotti per la cura della casa e della persona. Tomassini ha maturato la pro- Fabio Tomassini pria esperienza professionale in Italia e all’estero, ideando e portando a termine numerosi progetti di trasformazione delle aziende. Laureato in Economia presso l’Università La Sapienza di Roma, con un MBA conseguito all’Università Bocconi di Milano, negli ultimi 15 anni ha lavorato come general manager in diversi settori (sanità, trasporti, costruzioni) e in diverse fasi del ciclo di vita aziendale (start-up, quotazione, ristrutturazione aziendale, M&A). Tra le principali aziende con cui ha collaborato si segnalano Garofalo Health Care, Italo (Ntv) e Maire Engineering (oggi Maire Tecnimont). La precedente esperienza professionale in Bain&Company, società interna-

zionale leader della consulenza strategica, ha favorito lo sviluppo delle competenze di problem solving. Inoltre, Tomassini ha collaborato per sei anni con l’Università Luiss in qualità di docente in Economia e Gestione delle Imprese ed è stato consigliere di amministrazione di società quotate, istituzioni di ricerca e non-profit.

UNIEURO, DA FIERA MILANO ARRIVA PACINI COME CFO

Unieuro ha annunciato la nomina di Marco Pacini a Chief Financial Officer e diriMarco Pacini gente preposto alla redazione dei documenti contabili societari della società. Proveniente da Fiera Milano, dove rivestiva il ruolo di Chief Financial & Operating Officer, nel corso della sua carriera Pacini ha acquisito una pluriennale esperienza in ambito amministrazione, finanza e controllo, ricoprendo incarichi di crescente responsabilità e con esposizione internazionale nel Gruppo FCA. Nel nuovo ruolo, il top manager riporterà direttamente al CEO Giancarlo Nicosanti Monterastelli, assumendo la responsabilità e il coordinamento dell’intera area Finance di Unieuro. Nicosanti Monterastelli ha affermato: “Sono molto felice di dare il benvenuto a Marco Pacini, che approda in Unieuro dopo un percorso professionale solido e di alto profilo in aziende di primario standing, fortemente coerente con il nostro status di public company quotata sul segmento STAR”.

FISANOTTI È CHIEF BRAND OFFICER DI MONCLER

Moncler ha annunciato l’ingresso di Gino Fisanotti nella nuova posizione di chief brand officer. Fisanotti riporterà direttamente al presidente e amministratore delegato Gino Fisanotti Remo Ruffini, e sarà membro del comitato strategico di Moncler. Argentino, architetto di formazione, Fisanotti entra in Moncler dopo 23 anni in Nike, dove ha ricoperto diverse posizioni passando da ruoli nel retail e nel marketing in Sud America ed Europa, a global VP sportswear, VP marketing Nord America e, infine, come primo brand creative officer di Nike.


Case history Fornitori

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a domanda di cibi e bevande da consumare al di fuori del bar o del ristorante è aumentata moltissimo negli ultimi anni e ha costretto il settore della ristorazione ad adattarsi ai nuovi stili di vita. Tork, marchio globale di Essity, ha raccolto i consigli per chi desidera aumentare la propria attività con il take away e il delivery. Sappiamo che negli ultimi anni la propensione al consumo di pasti al di fuori dalla struttura di acquisto è in costante crescita, e sappiamo che la pandemia ha accelerato questa tendenza. I Quick Service Restaurants (QSR), grazie a un modello già molto orientato verso l’off-premise, sono stati avvantaggiati, mentre i Full Service Restaurants (FSR), si stanno ancora attrezzando per lavorare con l’asporto e il delivery. Secondo la società di consulenza McKinsey, circa il 35-55% dei consumatori europei infatti continuerà a utilizzare la consegna di cibo a domicilio anche in futuro. Dunque, con l’incremento dell’asporto, come sono cambiate le problematiche legate all’igiene? Secondo uno studio di Essity, ben il 60% delle persone pensa che si farà sempre maggior attenzione a tutti gli aspetti legati all’igiene e alla pulizia. Perciò è fondamentale che i locali offrano evidenti garanzie in questo senso e comunichino chiaramente agli ospiti il loro impegno. Per aiutare i QSR e gli FSR, ci raccomandiamo di seguire alcune semplici indicazioni che possono risultare utili per organizzare un asporto e una consegna più sicuri.

Cinque consigli per Take away e Delivery 1. Progettare per la sicurezza. Posizionare le postazioni per l’igienizzazione delle mani nelle aree di ingresso e di uscita dei clienti. In cucina, controllare all’inizio di ogni turno che le postazioni per il lavaggio delle mani siano rifornite di sapone e asciugamani di carta. 2. Pensa alla confezione e ai prodotti per l’igiene. Formare il personale a maneggiare con cura i sacchetti da asporto. Predisporre una procedura per una corretta igiene delle mani. Mettere un sigil-

Tork: come garantire take away e delivery più sicuri lo a sul sacchetto per mostrare agli ospiti che il cibo non è stato toccato. 3. Comunica il tuo impegno. Rimani in contatto. Sii trasparente riguardo al tuo impegno per garantire che il cibo è al sicuro sempre, dalla tua cucina alla loro tavola. 4. Assicurati che il personale addetto alle consegne abbia una buona routine igienica. Se lavori con una società di consegne esamina attentamente la loro politica di gestione della sicurezza alimentare. Se gestisci direttamente le consegne, può essere utile un kit per la consegna con mascherine, disinfettanti, tovaglioli di carta. 5. Pensa oltre un ambiente di cucina tradizionale. Il 53% degli operatori ha utilizzato una “ghost kitchen” per il delivery durante il lockdown e il 52% dei consumatori non ha problemi nell’ordinare da un locale di questo tipo. Poiché la maggior parte delle “ghost kitchen” dispone di uno spazio limitato e lavora con personale su richiesta e società di consegna di terzi, è fondamentale mettere l’igiene al centro in ogni fase della preparazione e della consegna del cibo. Tork può offire tutti i prodotti per l’igiene e la pulizia necessari per un’esperienza di ristorazione più sicura, dalla cucina al consumo. Tra questi, Tork Xpressnap Fit, il dispenser di tovaglioli che permette di servire più del doppio dei clienti tra una ricarica e l’altra.

Tork Xpressnap Fit, il Dispenser di tovaglioli che fa risparmiare tempo • Il minor consumo e la compressione dei tovaglioli contribuiscono a ridurre i tempi di ricarica. • Dispenser chiusi, massima igiene. Il cliente tocca solo il tovagliolo che usa. • Tovaglioli di dimensioni normali piegati in modo da essere inseriti in questi dispenser di piccole dimensioni. • Pannello personalizzabile, utilizzabile come strumento pubblicitario per la promozione dei propri prodotti e per un maggiore coinvolgimento degli ospiti. • L’indicatore di livello mostra quando è il momento di ricaricare, garantendo una disponibilità continua e costante di tovaglioli. ¢ settembre 2021 | retail food

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f L’evento

FOODSERVICE AWARD Italy 2021 “ Aperte : 52 : 73 le iscrizioni : 85 I finalisti

2015 2017 2019

Gala dinner 18 novembre

É

tempo di tornare a progettare, investire e crescere. Perché il mercato del fuori casa, tra i più penalizzati dalla crisi sanitaria, prima del Covid macinava fatturati record anno su anno, arrivando a registrare nel 2019 un giro d’affari da 86 miliardi di euro (dati Fipe), con 46 miliardi di valore aggiunto. Valore aggiunto che nel 2020 è crollato di circa 27 miliardi di euro. Ma con le riaperture, favorite dal proseguimento della campagna vaccinale, si aprono nuovi scenari, fatti di un rapporto più diretto con la clientela grazie alle tecnologie digitali, di un concetto più spinto di prossimità e di ulteriori trend quali la sostenibilità e il benessere, oltre al canale del delivery che rappresenta allo stesso tempo una croce e una delizia. In questa nuova normalità, il Foodservice Award, targato Edifis Eventi e promosso dai magazine Ristorando e retail&food, si conferma una vetrina privilegiata per gli operatori nei confronti dell’intera filiera, grazie alla quale promuovere nuovi concept, piani di sviluppo, soluzioni tecnologiche a vantaggio della customer experience e dell’ingegnerizzazione dei processi. La quarta edizione del FA Italy guarda quindi oltre la crisi, forte della grande partecipazione registrata in quelle precedenti, e mette sul piatto 10 categorie (Caffè, Piz-

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za, Panini, Carne, Ristorazione a tema, Gelato & Cioccolato, Centri Commerciali, Travel, Urban e innovazione e digital) a cui tutte le catene di ristorazione attive nel nostro Paese (con più di 3 punti vendita) possono candidarsi - senza sostenere alcun costo - indicando un massimo di due categorie. La finestra di iscrizione, già aperta, sarà attiva sino all’8 ottobre, mentre entro venerdì 15 ottobre gli organizzatori del Foodservice Award stileranno l’elenco delle catene/brand che accederanno alla fase finale. Se una catena/brand risulterà iscritta a due categorie e accederà alla fase finale, gli organizzatori decideranno per quale delle due categorie sarà finalista: ogni catena/brand, infatti, può competere in una sola categoria. Alla giuria, composta dai giornalisti delle redazioni di Ristorando e retail&food, il compito di analizzare il materiale ricevuto a corredo delle richieste di iscrizione, approfondirlo e stilare le valutazioni, che andranno a determinare l’assegnazione degli award. L’evento raggiungerà il proprio apice giovedì 18 novembre, quando si terrà la cena di gala a Milano - in una location che verrà comunicata entro il 15 ottobre 2021 - in cui verranno proclamati i vincitori. La location, Covid permettendo e in massima sicurezza, rap-

presenterà uno dei fiori all’occhiello dell’iniziativa, così come da tradizione. Si ricordi, ad esempio, la suggestiva atmosfera dello stadio San Siro in Milano in occasione del FA Italy 2019. Ma, per le catene iscritte, il Foodservice Award rappresenta un percorso di visibilità che è già iniziato e che proseguirà sino alla data finale e oltre sulle successive pubblicazioni online e su carta. Un’iniziativa che, al di là dell’aspetto competitivo, mira soprattutto a favorire il dialogo e il confronto fra operatori, sviluppatori, fornitori e investitori del settore. Ad avvalorare ulteriormente il progetto, l’interesse rinnovato in qualità di sponsor da parte di Reed MIDEM, che organizza Mapic Italy, e il patrocinio delle associazioni partner: il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, Confimprese, Aigrim, Federfranchising e Ubri. Il modulo di iscrizione, il regolamento del Foodservice Award Italy 2021 e tutto il materiale informativo sono disponibili online al sito

www. foodserviceaward.it


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La nuova destinazione retail tra business, cultura e outdoor. Milano Santa Giulia

2.000 mq di spazi Food&Beverage, con metrature flessibili per accogliere i nuovi trend e format, dotati di dehors esterno e affacciati su spazi pubblici green e vivaci 24/7 nel cuore del business district di Santa Giulia. Un contesto unico nel panorama milanese e all’interno di edifici all’avanguardia per efficienza e flessibilità, certificati Grade A, LEED Platinum, Well Gold. Un potenziale attrattivo di oltre 10.000 abitanti nel raggio di 15 minuti a piedi, oltre ai lavoratori dei prestigiosi headquarter del distretto, ai viaggiatori dell’hub di Rogoredo, agli studenti del nuovo Conservatorio e ai visitatori delle grandi aree verdi che renderanno Santa Giulia un distretto sempre vivo. Un catchment destinato a moltiplicarsi in vista delle Olimpiadi del 2026, per le quali proprio qui sorgerà l’Arena PalaItalia da 16.000 posti.

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Speciale Mapic Italy

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NUMERI E CONTENUTI Mapic Italy nell’era post Covid

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I WEBINAR DI RETAIL&FOOD 2021-2031: quale orizzonte per i centri commerciali?

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SCENARIO - L’INDAGINE NOMISMA Centri commerciali: nel 2020 bruciati 45,5 miliardi

38 SOSTENIBILITÀ

Una spinta verso il green

42 REAL ESTATE

NUOVE FRONTIERE La parola d’ordine è mixed-use

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TENDENZE Delivery “pigliatutto”

48 NEWS OPENING settembre 2021 | retail food

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Numeri e contenuti

Mapic Italy nell’era post Covid La kermesse meneghina dedicata al retail RE torna dopo lo stop del 2020. In questi due anni il mondo è cambiato e con esso le dinamiche sia di vendita che di acquisto. Tutti, dai retailer ai consumatori finali, compresa la fiera, si scoprono più digitali. Appuntamento il 14-15 settembre

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apic Italy is back, a prova di Covid. La data atipica di settembre (14-15) dimostra innanzitutto la volontà degli organizzatori (Reed MIDEM) di dare continuità all’appuntamento di Milano, collocandolo temporalmente nel periodo dell’anno meno soggetto alla pandemia da Covid-19, sfruttando la coda della stagione estiva. E, parallelamente all’esperienza fisica, è stata creata la piattaforma Mapic Digital con l’obiettivo di estendere la fiera oltre la due giorni meneghina e la tre giorni di Cannes (30 novembre - 2 dicembre), dando l’opportunità agli operatori di restare connessi con la community di Mapic e di avere accesso a contenuti selezionati. La location, anch’essa nuova, sarà il Superstudio Maxi. Come e forse più delle precedenti edizioni, il mercato italiano del retail real estate risponde “presente”, tant’è che già in occasione della

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retail food | settembre 2021

presentazione dell’evento, avventa in modalità digitale a inizio giugno, circa l’80% degli spazi espositivi era stato opzionato e una quarantina di exhibitor aveva confermato o era prossima a finalizzare l’accordo. Lato retailer, avevano ufficializzato la propria partecipazione oltre 60 operatori. Il numero delle adesioni è andato via via consolidandosi nel corso dell’estate, con questi ultimi arrivati sopra quota 100. Alla data di stesura dell’articolo (28 luglio) qualche stand era ancora da assegnare ufficialmente, per cui l’elenco degli espositori che pubblichiamo potrebbe non essere definitivo.

Tema 2021: “People & places: a new chapter”

Il tema centrale di Mapic Italy, che sarà lo stesso per Mapic Cannes, è “People & places: a new chapter”. Tale scelta, ha spiegato Francesco Pupillo, Show Director LeisurUp, The Happetite, Mapic Italy - Mapic events, durante la presentazione, mira ad analizzare l’evoluzione dei siti dello shopping e delle aree urbane in risposta ai nuovi bisogni di socialità, integrando nuove funzioni a disposizione delle persone, basate sull’esperienza come leisure e food ma anche su aspetti legati alla vita quotidiana come benessere e co-working. All’interno dell’area espositiva ci

saranno infatti delle zone tematiche, una dedicata agli operatori del food e del leisure e una ai player che definiamo dell’innovazione. E anche il programma di conferenze sarà incentrato su questi elementi, mentre in quella di apertura intitolata “Beyond retail property: what’s next?” (martedì 14 settembre, ore 10,00-11,30) sarà data visibilità ad asset class emergenti come hospitality, living e logistica. Nella sessione promossa dal CNCC, intitolata “Shopping centres, the new age” (mercoledì 15 settembre, ore 10-11,30) si parlerà di Osservatorio e Report CNCC, del Manifesto E.S.G. lanciato recentemente dall’Associazione e di Innovation & Digital.

Food e sostenibilità sotto i riflettori

Food e sostenibilità saranno tra i principali topic di Mapic Italy. Di questi temi in particolare retail&food sarà depositaria presso la fiera, potendo moderare le specifiche sessioni (vedi tabella) che ha contribuito a organizzare proponendo relatori e quindi contenuti. Persone, aziende e trend che, in ambito food, troveranno nella quarta edizione del Food Service Award Italy (vedi articolo a pag. 24), organizzato da retail&food e Ristorando, una vetrina privilegiata. A.P.


I CONVEGNI TARGATI RETAIL&FOOD

AEDES SIIQ

101 CAFFE SRL

KOMPAN ITALIA SRL

AGLA ELETTRONICA

12OZ COFFEE JOINT

LA CANNOLERIA

ALLA VIGNA SRL

LA FELTRINELLI

ANTONINO MARIA MELA

LA TORRE GIOCCI

ARABIAN OUD

LAGARDERE TRAVEL RETAIL

CELS GROUP

BARBUTI SPA

L'ERBOLARIO

CULTOUR ACTIVE

BARTON POINT S.R.L.

MAISONS DU MONDE

BEFED FRANCHISING SRL

MANICOMIX RETAIL

BERGAMASCHI & VIMERCATI SPA

MATERASSIFICIO MONTALESE SPA

BERNABEI DAL 1886 SRL

MAXI ZOO ITALIA SPA

DON PEPPE

BERTON LINE SRL

MEDIAMARKET S.P.A. CON SOCIO UNICO

DUFF & PHELPS REAG

BESTSELLER STORES ITALY SPA

MERCURIO SPA

E-POWER

BIALETTI STORE S.R.L. A S.U.

MINICONF SPA (ITALY - ORTIGNANO RAGGIOLO

BIELLA SCARPE SPA

MIROGLIO FASHION

BLUESPIRIT

MONDO CONVENIENZA

BODEGA MEXICANA

NATUZZI S.P.A.

EUROCOMMERCIAL PROPERTIES ITALIA SRL

BRICOMAN ITALIA SRL

NAU S.P.A.

BROOKLYN FITBOXING INTERNATIONAL

NEW KAPNOS SRL (ITALY - SARONNO)

FEEDBACK NOW

CAFFE OTTOLINA SPA

NEW LINO'S COFFEE SRL

FORUM REAL ESTATE MANAGEMENT

CAMICISSIMA SHANGHAI TRADING CO LTD

NUCLEO

CAPELLO POINT

ONLY THE FOOD SRL

CIDIVERTE SPA

ORIGINAL MARINES

CARMILA ITALIA

Martedì 14 settembre 2021 14.30 - 15.00 SOSTENIBILITÀ & ETICA: CONCILIARE BUSINESS E IMPATTO SOCIALE PER CREARE NUOVI MODELLI VINCENTI l Dai consumatori responsabili al retail sostenibile. l Impatto ambientale e sociale: è davvero al centro delle preoccupazioni di consumatori e aziende? l È possibile creare nuovi modelli virtuosi che si basino su un approvvigionamento etico delle risorse e nuovi processi di produzione e vendita dei prodotti? l In che modo la sostenibilità diviene un fattore chiave di innovazione per ottimizzare l’efficienza e la profittabilità dei siti retail e di responsabilizzazione dei clienti.

I RETAILERS

GLI STAND

CBRE

CUSHMAN & WAKEFIELD DM DROGERIE MARKT SRL

EDA RES ENGEL & VOLKERS COMMERCIAL (ALM)

GALLERIA CINISELLO GALLERIE COMMERCIALI BENNET SPA

CIGIERRE SPA

ORORA SRL

GLAMOUR LAB

CINELLO

PAM PANORAMA S.P.A.

GRANDI STAZIONI RETAIL SPA

CIR FOOD RETAIL S.R.L

PASTIFICIO RANA

CISALFA SPORT S.P.A.

PIADART RETAIL SRL

CORANI & PARTNERS SPA

PINALLI SRL UNIPERSONALE

CULTOUR ACTIVE S.R.L.

PITTAROSSO SPA

D.I.P. DIFFUSIONE ITALIANA PREZIOSI SPA

PLAY MART CO SRL

IMMOBILIARE GRANDE DISTRIBUZIONE (IGD SIIQ) IRGEN RETAIL MANAGEMENT SRL LOWENGRUBE

DML S.P.A.

PRIMADONNA SPA

MICROLOG

DMO SPA

PROPAGE S.R.L.

MULTI ITALY SRL

DOLCE & GABBANA SRL

QUANTUM RETAIL S.R.L.

Mercoledì 15 settembre 2021

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DOMINO'S PIZZA

SCARPAMONDO

15.00 - 18.00

ODOSGROUP (ODOS SERVIZI)

DOPPIO MALTO

SCARPE & SCARPE S.P.A CON SOCIO UNICO

EQUIVALENZA ITALIA SRL

SEBETO SPA

FAST RETAILING - UNIQLO

SHAY SRL

R2M SOLUTION SRL

FERRARIE20 SRL

SOFT TEX SNC

REALIA

FIELMANN SRL

SORBINO RETAIL SPA

FOODBRAND S.P.A.

TACCINI RETAIL CONSULTING SRLS

FOODEX HOLDING SRL

TAKKO FASHION ITALIA SRL

FOR TO GO SRL

TALCO

SAVILLS

GNV SRL (ITALY - CECINA

TALLY WEIJL TRADING AG

SCALO MILANO

GOLDENPOINT SPA

TEDDY S.P.A.

GPE

TIGER ITALIA 1 SRL

GUESS EUROPE BV

TIM RETAIL SRL

GUINOT SAS

TOYS CON TE

HUMANA PEOPLE TO PEOPLE ITALIA

TRONY

IFI S.R.L.

UNIEURO

SONAE SIERRA

ILLYCAFFE

UNO G. SRL

STUDIO CONTE

INTERNATIONAL RETAIL DEVELOPMENT SRL

VAIMO SPA

SVICOM SRL

JEAN LOUIS DAVID

VENTURA RETAIL SRL

JUNECO

VERA RISTORAZIONE

KIABI ITALIA

VIRGIN ACTIVE ITALIA SPA

KIKO SPA

WINELIVERY SRL

F&B SUMMIT: REEBOOTING RESTAURANT INDUSTRY IN ITALY (Solo su invito) Un Summit dedicato a una selezione di catene di ristorazione, proprietà immobiliari, società di gestione e fornitori del mondo della ristorazione per esplorare le sfide della ripartenza del business dopo l’emergenza sanitaria, discutere di nuovi modelli di business e del ruolo delle catene di ristorazione nella trasformazione dei siti urbani e retail.

PRADERA MANAGEMENT ITALY SRL

RENO SRL RISPARMIO CASA

SHOPPERTRAK ITALIA SOCIETE DES CENTRES COMMERCIAUX ITALIA SOGI (Rocchia)

TACCINI RETAIL VISIONAREA

Fonte aziendale - Aggiornato al 23 luglio 2021 settembre 2021 | retail food

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I webinar di retail&food

2021-2031: quale orizzonte per i centri commerciali?

O

ggi si progettano i prodotti che arriveranno sul mercato tra una decina d’anni. Quale sarà lo scenario tra un decennio? Il settore del commercio al dettaglio deve allinearsi ai trend prodotti, o accelerati, dalla pandemia. Attorno a questa tematica si è sviluppato, lo scorso 6 luglio, il webinar intitolato “Centri commerciali, Outlet, Poli mixed-use – 2031”, promosso da retail&food. All’evento hanno partecipato Roberto Zoia, presidente del CNCC – Consiglio Nazionale Centri Commerciali nonché direttore patrimonio, sviluppo e gestione rete di IGD SIIQ, Roberto Limetti, managing director Pradera e membro nell’executive board European Council of Shopping Places (ECSP), Mario Pellò, head of retail, southern Europe and head of real estate, Italy di Nuveen, a TIAA company, Annalisa Ponti, head of retail di Arcus Real Estate, e Diego Valazza, senior development manager retail di Lendlease Italy. Ha moderato Andrea Aiello, direttore di retail&food. Partiamo dal recente passato. “Nel 2020” ha spiegato Roberto Zoia, “il fatturato complessivo dei centri commerciali inclusi nel campione CNCC ha visto una sforbiciata del 30%, che è circa l’equivalente dei giorni di chiusura tra lockdown e serrate nei weekend, festivi e prefestivi. A soffrire maggiormente sono stati la ristorazione e l’abbigliamento. E il dato dei primi cinque mesi 2021 segna un -35,9% rispetto al 2019, con le medesime categorie a pagare il prezzo maggiore. Tuttavia, maggio ha visto un primo significativo miglioramento, con un -25% di footfall e -11% di fatturato. A giugno, poi, l’affluenza ha fatto registrare -14,7% per cui è possibile che le vendite si siano avvicinate ai valori pre Covid”. Il panel dell’associazione include il giro d’affari di circa 15mila negozi e 300 centri commerciali. Sostenibilità, più precisamente ESG (Environmental, social, governance), eCommerce, phigital e omnicanalità, e ancora mixed-use e servizi sono stati

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retail food | settembre 2021

i temi maggiormente dibattuti dai relatori. Nel guardare all’orizzonte del 2031, Roberto Limetti ha insistito sulla necessità di aprire ulteriormente gli shopping places ai servizi, oltre che a maggiori soluzioni food e leisure, “perché il retail da solo o il grande ipermercato non sono più sufficienti. In Cina ci sono realtà in cui il retail occupa il 40% della Gla e il resto è dedicato a leisure, food & beverage e servizi. E aggiungo che ci deve essere una progressiva integrazione con l’eCommerce: vedo che soprattutto nei parchi commerciali i tenant utilizzano il punto vendita come luogo di raccolta per il servizio di click & collect o addirittura come last mile logistics per la loro catena”. Di shopping park ha parlato anche Mario Pellò: “Altrove, specialmente in Gran Bretagna, il format è tornato ad attrarre forti investimenti. La speranza è che l’onda lunga di questo trend arrivi anche nel Sud Europa”. Diverso il discorso per i department store, secondo il manager Nuveen. “Questa è la vera vittima dell’eCommerce e dove i centri commerciali si basano su questa tipologia di prodotto, come in Usa e nord Europa, soffrono maggiormente. Nei Paesi del Sud Europa, come l’Italia, in cui tale dinamica non ha preso piede, ci sono meno spazi da riallocare”. Da Annalisa Ponti, numerosi spunti sul tema omnicanalità: “Oggi non la vedo perché i retailer tendono ancora

a gestire i canali distributivi come compartimenti stagni. Nel 2031 sarà diverso, avremo un omnichannel come un unico canale integrato, in cui ciascuno di questi diventa un touchpoint di un percorso circolare. La pandemia, inoltre, ci ha mostrato la crescita dell’eCommerce ma anche i suoi limiti, come il tempo di consegna e la solitudine. Le persone, infatti, non rinunciano alla relazione umana, all’esperienza e al ruolo consulenziale che offre il negozio fisico. Ovviamente lo store dovrà cambiare, permettendo un’esperienza più immersiva rispetto ai valori del brand, come la sostenibilità, e con un maggior livello di professionalità”. Annalisa Ponti ha poi indicato l’importanza dei dati, a partire da quelli del CRM: “Senza questo patrimonio di informazioni l’azienda non ha gli strumenti per gestire correttamente il retail fisico e, di conseguenza, generare fatturato. I dati permettono di orientare correttamente gli investimenti per il futuro”. Con l’intervento di Diego Valazza, il dibattito si è spostato sul tema del mixed-use. “Il retail italiano è nato nei centri città e adesso sta tornando verso questo scenario. Rispetto a oggi, nel 2031 si dovrà lavorare di più sui contenuti: il retail lascerà un po’ di spazio sul palcoscenico, ma, in virtù della sua funzione di attivazione dei luoghi urbani, continuerà ad avere un grande ruolo sociale”. A.P.


SVICOM PER RETAIL&FOOD

La transizione digitale secondo SVICOM

Svicom è da 25 anni uno dei protagonisti del Retail Real Estate italiano, fra i più attivi nel dar forma e sostanza alla digital transformation di tutto il comparto. Un percorso basato su tanti nuovi progetti che mirano a rendere più efficiente e più efficace la gestione degli immobili. Dietro questo percorso fatto di professionalità, passione ed un approccio sempre creativo alle evoluzioni del settore, emerge una visione ben precisa del centro commerciale del futuro, basata su modelli di innovazione e di dialogo aperti con proprietà, tenant, clienti finali.

Nel suo duplice ruolo di General Manager di Svicom e di Presidente della Commissione “Innovazione e Digital” del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, lei ha l’opportunità di cogliere tanti punti di vista e sfumature del processo di transizione digitale dei centri commerciali. Secondo la sua esperienza, qual è lo stato dell’arte sul tema e quali sono le novità su cui Svicom è a lavoro? La pandemia è stata un acceleratore utilissimo, la chiusura per lunghi periodi dei centri commerciali ha permesso di rendere ancor più dinamico il lavoro della nostra industry in tema di digital trasformation. È in corso la revisione del modello tradizionale – nel retail come in altri settori – alla luce dei cambiamenti indotti dall’uso degli strumenti digitali da parte di un numero sempre maggiore di persone. Con la proliferazione di touch point digitali, il customer journey sta decisamente mutando forma, divenendo sempre meno una sequenza di fasi e sempre più una rete di momenti connessi. L’esperienza in Commissione mi ha permesso di testare con mano quanto la transizione digitale sia al centro delle strategie di gestione e valorizzazione degli asset, sia dal punto di vista delle Proprietà che dei Gestori. In Svicom, in particolar modo, abbiamo focalizzato la digital trasfromation su tre ambiti: l’immobile, i tenants, i consumatori. Abbiamo introdotto strumenti digitali che rendono più efficiente e più efficace la gestione immobiliare, un esempio è rappresentato dal BIM nel campo del facility e quindi della gestione del building dal modello 3D, ma an-

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che l’intelligenza artificiale nel monitoring energetico degli impianti. Nell’ambito poi della relazione con i tenants abbiamo introdotto Mall Portal, il nostro Customer Relationship Management, che ci consente di lavorare al loro fianco, supportandoli nelle loro esigenze e fornendo quanto utile allo svolgimento delle reciproche attività in un ambiente

Letizia Cantini, General Manager di Svicom

digitale che connette tutti gli attori del centro commerciale (team di gestione, tenants, staff dei servizi a supporto). Per quanto riguarda i consumatori abbiamo utilizzato la tecnologia digitale secondo questa strategia: da un approccio tradizionale oneto-many, caratteristico della standardizzazione di massa tipica del centro commerciale, alla proposta di soluzioni individuali one-to-one. The Place To Do è la nostra experience platform lanciata durante la scorsa estate; il cliente può scegliere iniziative, eventi, corsi ed attività da sperimentare sul centro commerciale oppure on demand, con la famiglia, da solo, con gli amici. Una nuova dimensione ibrida del Centro Commerciale che fonde completamente le esperienze fisiche e digitali offerte e, al tempo stesso, “costruite” assieme al Cliente. Come si possono rendere appetibili le esperienze integrate on/off di un centro? Dobbiamo innanzitutto superare la distinzione tra online e offline, e quindi l’asincronia insita nella distinzione fisico/digitale, già nel 2016 l’economista Klaus Schwab annunciava la quarta rivoluzione industriale. I tempi recenti ci hanno consegnato un presente con meno barriere tra reale e virtuale. Spazio e tempo non sono più adatti per descrivere la società in cui viviamo. Occorre ora permeabilità e non irrigidimento attraverso categorie di ordine e di processo predefinite e non più attuali. Il contesto in cui viviamo ci fornisce già tutti gli strumenti per andare verso una piena sincronia di on/off line. Il filosofo Floridi ha coniato l’espressione on life per sottolineare come la stessa esperienza umana oggi supera la presenza (dove sono) e la localizzazione

RE AL E STATE M A N AG E R S


SVICOM PER RETAIL&FOOD

(dove posso agire); abbiamo sempre più fatto nostra la dimensione di essere “tele presenti” anche quando ci troviamo altrove, ad esempio potremo trovarci in un centro commerciale e dialogare in rete con un contatto di un qualsiasi social network. Floridi usa l’immagine delle mangrovie per descrivere la nostra società e sottolineare questo tutt’uno ormai naturale di fisico e di digitale. Ecco allora che l’esperienza del centro commerciale non segue un processo scandito in senso millimetrico, non inizia nel momento in cui impostiamo Google Maps per raggiungere il luogo e non si conclude quando torniamo a casa, dopo la visita. Prosegue, è un’esperienza costante, in cui dimensione fisica e digitale del centro non sono e non possono più essere distinte. Sono in un dialogo continuo. Il processo di digitalizzazione dei centri si “limiterà” ad inseguire l’eCommerce nelle sue declinazioni più note? Ma l’e-commerce rappresenta ancora la principale minaccia per il commercio fisico? I centri commerciali devono inseguire le logiche dei marketplace digitali o possono attuare opportune strategie di “sincronizzazione”? In Italia la diffusione dell’online tra la popolazione (dai 2 anni in su), nel mese di dicembre 2020 ha raggiunto quota 74,7% (+4,7% rispetto all’anno precedente) con 44,7 milioni di utenti unici mensili e un incremento di 3,2 milioni di utenti. Il 67% degli utenti ha acquistato online da siti esteri e praticamente la totalità ha acquistato tramite marketplace: il 94% su Amazon, il 52% su eBay e il 44% su Zalando*. I brand si sono trovati a far fronte all’incremento della base utenti e all’evoluzione delle abitudini di consumo. La digitaliz-

zazione dei consumi ha nell’acquisto solo una delle sue molteplici fasi e ciò rappresenta prima di tutto un’opportunità. Lo sviluppo di servizi di delivery e click&collect diverrà un elemento basilare per i centri commerciali, ma non ci si può fermare lì, occorre indirizzare la transizione digitale verso l’offerta di nuovi servizi, informazioni ed esperienze ai propri clienti. La tecnologia sarà un fattore chiave per rendere i centri più attrattivi, per aumentare il livello di servizio, per migliorare l’esperienza d’acquisto, per incrementare il legame con i consumatori digitali (nativi e non). D’altronde, il consumatore si è evoluto e adotta con consapevolezza un approccio fluido nell’acquisto, seguendo indistintamente sia una logica BOPIS (Buy Online, Pick Up In-Store) sia una logica BOSS (buy online, ship-to-store), puntando su strumenti di instant messaging oder, virtual store visit gestiti dai tenant con il centro commerciale.

Se possiamo affermare che le tribù digitali sono sempre più orientate verso esperienze fluide, di contro abbiamo un effettivo processo di valorizzazione delle community digitali dei centri, siti web, e social media? Dobbiamo ripartire dalla figura del consumatore e abbandonare tutte quelle schematizzazioni a cui i dogmi del marketing ci hanno abituato. Oggi il consumatore è al tempo stesso locator, explorer e dreamer. Entra nel centro commerciale, vuole acquistare un dato prodotto ma non sa bene quale e quindi si fa consigliare, è curioso e si muove all’interno dello spazio fisico e digitale. Cambia il consumatore e deve cambiare anche il centro commerciale, verso una dimensione di cliente e non di prodotto. Diventa un contenitore di condivisione, uno spazio di conversazione e dialogo costante. Entrano in gioco nuove figure, come quelle degli influencer e dei brand ambassador, sempre più coinvolti nelle strategie di comunicazione e di persuasione degli spazi commerciali. Figure che portano il vissuto quotidiano del centro nella dimensione digitale, conferendogli un certo grado di spettacolarizzazione democratica. Autentici opinion leader che guidano gusti, tendenze e abitudini delle tribù digitali. Nuovi touch point integrati nell’omnicanalità del centro commerciale, che diventano essi stessi canali di comunicazione e di vendita. Siamo nella direzione dell’omnichannel customer engagement. Sito web e social media sono vetrine, finestre cui affacciare una nuova dimensione partecipativa della community. I centri commerciali hanno davvero intrapreso la via dell’omnicanalità o sono digitalmente immaturi? I centri commerciali sono in transito. L’ultimo biennio ha accelerato tendenze in atto dalla metà del Novecento quando si parlava già della tecnica come soggetto della storia (Heidegger) guardando alla tecnologia e poi all’informatica come vettori di cambiamento nel quotidiano. Una volta intrapresa la strada della transizione tecnologica, è inevitabile che questa trasformi anche noi ed i nostri spazi. Come diceva Churchill, “prima siamo noi a dare forma agli edifici, poi sono questi a dare forma a noi”. Da questo punto di vista, l’edificio digitale che stiamo costruendo attorno allo spazio commerciale fisico, sta cambiando radicalmente il consumatore e, al tempo stesso, subisce la mutevolezza dei suoi comportamenti e delle sue abitudini. L’accelerazione digitale resterà una costante e imporrà a tutta la industry importanti riflessioni per calibrare la velocità del cambiamento, avendo cura di saper ben gestire

* fonte Casaleggio&Associati, E-commerce in Italia 2021.

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SVICOM PER RETAIL&FOOD

Focus on

THE PLACE TO DO

La transizione digitale del centro ommerciale parte dalle esperienze The Place To Do è l’experience platform ideata dal team Marketing & Digital di Svicom e sviluppata in collaborazione con il Gruppo Immedya, specializzato in marketing, comunicazione e tecnologie per gli shopping mall. Oltre 7 mesi di lavoro ed un nutrito team di specialisti negli ambiti property, web development, digital marketing, entertainment, public relations sono stati necessari per creare la prima piattaforma della nostra industry (lato consumer) in cui i contenuti esperienziali mirano ad eludere la distinzione fra on e offline per alimentare una customer journey unica ed autentica. Il progetto pilota è stato lanciato per il centro commerciale Mongolfiera Japigia (Bari), prima di approdare in altre strutture del portfolio Svicom nel corso dei prossimi mesi. Collegandosi al sito www.theplacetodo.com, il cliente del centro commerciale può scegliere iniziative, eventi, corsi ed attività da “esperenziare” direttamente sulla struttura oppure on demand. Si dà così concretezza alla “personalizzazione” dei contenuti del centro commerciale, rivedendo nelle fondamenta il

la tensione tra il desiderio di attualità e la perdita di rilevanza. Il rischio da evitare è quello di finire in una pericolosa spirale di “commoditizzazione”, un immobile “macchina”. Invece, per il cliente finale il centro commerciale dovrà essere in grado di integrare senza soluzione di continuità prodotto, servizio ed esperienza quale perno nella costruzione di un ecosistema di valore esponenzialmente più ricco di quello che singoli brand potrebbero offrire da soli. I centri commerciali sono pronti per una nuova generazione di progetti? La nuova generazione va costruita sul passato e non con il passato. Il cambiamento non può essere visto solo come un onere cui adeguarsi; la pandemia ci ha

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paradigma classico di eventi generalisti nei mall. L’utente può decidere cosa, come e quando vivere un’esperienza in base alle proprie esigenze, preferenze e abitudini. The Place To Do è uno di quei progetti attraverso cui Svicom sta tracciando la sua impronta distintiva nel percorso di accelerazione digitale che coinvolge tutto il comparto, con l’obiettivo primario di restituire alle persone tecnologie utili ed in grado di dialogare con i luoghi ed i territori, fisici ed online, in cui vivono e costruiscono relazioni. La piattaforma punta ad essere, inoltre, un facilitatore delle relazioni fra centro commerciale e territorio. Non è un caso che il progetto sia partito dal centro commerciale Mongolfiera Japigia di Bari; un urban shopping mall fortemente radicato nel bacino nonché promotore, da sempre, di una rete di relazioni fra associazioni, istituzioni, cittadini e talenti locali. La prima iniziativa proposta sul portale theplacetodo.com, una Green Dinner con oltre 200 partecipanti, ha raggiunto il sold out delle prenotazioni nell’arco di pochissimi giorni. Il tema della territorialità è risultato vincente nel suo connubio con la nuova essenza digitale del centro commerciale: non solo per il coinvolgimento dell’utente, ma anche per la creazione di un circolo virtuoso a sostegno delle filiere locali, come quella della cultura e dello spettacolo, particolarmente sofferenti nell’attuale contesto pandemico. The Place To Do esprime appieno l’essenza del centro commerciale di domani che, potrà essere più competitivo, applicando simultaneamente due strategie: la collaborazione con i propri clienti (co-creazione) e il dialogo con altre imprese, in certi casi anche concorrenti (coopetizione). Il centro commerciale dovrà avere alla base un modello di innovazione aperto, forte della partnership e della condivisione di valore tra tutti gli attori in gioco: proprietà, retailer, gestori, clienti.

insegnato ad accogliere le opportunità del digitale e a trasformarle in occasioni di rethinking e design concettuale. “I logici continuano ad appuntire le loro penne ma non scrivono mai” diceva John Locke, il futuro da scrivere non può vedere il centro commerciale come un soggetto “immobile” tanto meno come un soggetto “iper mobile”. Lo spazio commerciale deve proseguire ad alimentare il suo dialogo con le emozioni, i valori e le radici, che le persone ed i territori (fisici e digitali) gli restituiscono proponendo loro tecnologie utili. Lo human centered design è ancora cruciale e si rafforza grazie anche a temi decisivi già nell’immediato come la sostenibilità e la responsabilità ambientale, temi anch’essi che trovano la nostra industry in transito.

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Scenario - l’indagine Nomisma

Dall’impatto su fatturati e footfall ai nuovi modelli di consumo. Come si evince dalla ricerca Nomisma, l’effetto della pandemia sul commercio fisico e sugli shopping mall ha determinato miliardi di euro di perdete e 40mila posti di lavori in meno

Centri commerciali:

nel 2020 bruciati 45,5 miliardi

Q

ual è stato l’impatto del Covid-19 sull’industry dei centri commerciali nel 2020? Tradotto in numeri, è stato pari a 17,8 miliardi di euro, dal momento che il fatturato è drammaticamente sceso dai 71,2 mi-liardi registrati nel 2019 ai 53,4 totalizzati lo scorso anno. Il dato complessivo, comprensivo dell’indotto, tocca invece la cifra monstre di 45,5 miliardi di euro, pari a una perdita del 25% dovuta “agli spillover generati sull’intera filiera dalle chiusure e dalle restrizioni a cui tutte le oltre 1.300 strut-ture sul territorio nazionale si sono dovute adeguare”. Sul fronte occupazionale, a livello complessivo si registra una contrazione di 55miSlaTIposti MAdiIM PATTO PERSO 2020. lavoro, passati dai 783mila del 2019 ai 728mila del 2020, mentre gli impieghi Impatto INDOTTOdiret03 sono F A T calati T U R A Tdi O 40mila 2 0 1 9 ti nei centri commerciali 57,3 mld €rinnovo unità a causa soprattutto del mancato di contratti in essere e allaFnon A T T atti-vazione U R A T O 2 0 2 0di lavori stagionali (-27,5%). Meno intensa 42,7 mld € la per02 Impatto INDIRETTO dita di posti di lavoro a tempo indeterminato F A T T U R A T O 2 0 1 9 (-0,1% 51,4 mld var% € 2020 vs 2019), grazie soprattutto alle misure di tutela attivate. F A T T U R A T O 2 0 2 0 I dati provengono dall’Osservatorio sull’In38,3 mld € dustry italiana dei centri commerciali 2021, sviluppato da Nomisma per il Consiglio Na01 zionale dei Centri Commerciali (CNCC) Impatto DIRETTO T U R A T O 2 0 1 9 e presentato a inizio luglioF aA TRoma davanti a mld € e delesponenti dell’intero arco71,2 parlamentare F A T T Umette R A T O in 2 0luce 2 0 le istituzioni. “L’Osservatorio importanti note di attenzione su cui 53,4 mldsofferma€ 34

retail food | settembre 2021

re riflessioni di sviluppo futuro, ora che siamo all’alba dell’atteso new normal” – ha dichiarato Luca Dondi, amministratore delegato di Nomisma. “Il primo aspetto riguarda i motivi della mancata visita ai centri commerciali, riconducibile principalmente alle chiusure dei negozi dettate dalle misure di contenimento della pandemia e dalla confusione degli acquirenti a capire gli effettivi giorni di chiusura e apertura dei punti vendita. Importante nella scelta di diminuire la frequenza di visita ai centri commerciali anche la percezione del rischio sanita-

rio e a segui-re effetti di sostituzione dei canali. L’altro elemento riguarda l’andamento delle vendite del commercio al dettaglio sul canale online. L’analisi mensile dell’indice delle vendite del commercio al dettaglio evi-denzia dei picchi in corrispondenza dei periodi di lockdown, oltre che nei momenti in cui gli acquisti online si intensificano in maniera ricorrente (es Black Friday e Natale). Il vero interrogativo è quindi quanto i nuovi modelli di acquisto degli italiani rimarranno in maniera strutturale riuscendo a modifica-re l’assetto dei consumi pre-Covid”.

STIMA IMPATTO PERSO 2020. FATTURATO FATTURATO

03

01 + 02 + 03

Impatto TOTALE 02

Impatto INDIRETTO F A T TFUAR TA TT O U R2 A0 T1 9O 2 0 1 9

01 + 02 + 03

Impatto INDOTTO F A T T U R A T O

2 0 1 9

Impatto TOTALE

2 0 2 0

FATTURATO 2019

57,3 mld € F A T T U R A T O

42,7 mld €

179,9 mld €

51,4 mld €

F A T T U R A T O

FATTURATO 2020

134,4 mld €

2 0 2 0

38,3 F A T Tmld U R€ ATO

2020

134,4 mld €

Impatto PERSO

45,5 mld €

Fonte: Nomisma | Industry dei Centri Commerciali in Italia, 2021

179,9 mld €

Impatto DIRETTO F A T T U R A T O

01

2 0 1 9

71,2 mld € F A T T U R A T O

53,4 mld €

Impatto PERSO

45,5 mld €

2 0 2 0 Fonte: Nomisma | Industry dei Centri Commerciali in Italia, 2021


avrebbero fatto in un centro commerciale. Nel 2020 la spesa finale in consumi – per beni e servizi – complessivamente effettuati dalle famiglie italiane ha realizzato una perdita di 129 miliardi di euro rispetto all’anno precedente. L’aumento delle vendite di prodotti registrate dal canale online (+30% var% 20202019) non è quindi stato in grado di compensare il crollo della spesa per consumi finali in beni, che nel 2020 si è attestata a -36 miliardi di euro. Se poi si confronta il valore delle vendite online con la spesa per consumi finali effettuata dalle famiglie italiane in un paniere di prodotti coerente e confrontabile si evince come, nonostante il boom dell’ultimo anno, l’eCommerce (con i suoi 23,4 miliardi di euro) rappresenti solo il 6,8% della spesa complessivamente realizzata. «Tra gli aspetti più interessanti che sono emersi dalla ricerca, mi preme segnalare la centralità che il commercio fisico continua ad avere, pur nel contesto di un’evoluzione del mercato sempre più caratte-rizzata dall’integrazione dell’esperienza fisica con quella digitale - ha commentato Roberto Zoia, pre-sidente CNCC - Dall’analisi emerge con chiarezza come, nonostante per mesi il digitale sia stato spes-so l’unica opzione d’acquisto possibile e abbia realizzato una crescita importante, esso non sia stato in grado di sopperire neppure lontanamente al crollo dei consumi a cui abbiamo assistito nel corso del 2020. Per questo motivo, il sostegno alle attività del commercio tradizionale resta prioritario nell’ambito di politiche economiche e industriali che si prefiggano di rilanciare i consumi. Solo soste-nendo il canale fisico, che rimane la scelta preferita dalle famiglie italiane, si potrà infatti realmente contribuire ad agevolare la ripresa economica del Sistema Paese nel suo complesso».

Nuovi modelli di consumo, tra acquisti online e fisici Nel corso del 2020, gli italiani hanno modificato le proprie abitudini di spesa, sia per gli acquisti di prodotti essenziali che non essenziali, sperimentando nuovi canali e diminuendo il ricorso ad altri più “tradizionali”. In generale, quel che emerge dalla survey di Nomisma è un aumento del numero di responsabili di acquisto che hanno effettuato spese sui canali online (sia come delivery che con click&collect), incrementando anche frequenza e valore della spesa sui negozi digitali. Al contempo si è assistito a una generale riduzione, rispetto al 2019, del ricorso al canale fisico tanto nel numero di ita-liani che vi hanno fatto accesso almeno una volta, quanto nella

Nel 2020 il 42% degli italiani è ricorso con elevata frequenza al canale online per effettuare acquisti che nel 2019 avrebbe fatto in un centro commerciale frequenza e nel valore degli acquisti ef-fettuati. Concentrando il focus sulle abitudini di acquisto nei centri commerciali, l’indagine fa emergere come il 42% degli italiani nel 2020 sono ricorsi con elevata frequenza al canale online per effettuare acquisti che nel 2019

Moottiivviiddeelllaam maannccaattaavviissiittaaaaiiC CeennttrriiC Coom mm meerrcciiaalliinneell22002200 M Perquale qualemotivo motivonel nelcorso corsodel del2020 2020ha hasmesso smessodidifrequentare frequentareoofrequenta frequentameno menospesso spessoi icentri centricommerciali? commerciali? Per

% 2277%

I negozidei deicentri centricommerciali commercialisono sonochiusi chiusinei neifine finesettimana settimana I negozi

% 2244%

Pauradidicontagio contagioda daCovid Covid Paura

% 1122%

Hoiniziato/intensificato iniziato/intensificatogli gliacquisti acquistisusuAmazon Amazon Ho Hopreferito preferitoacquistare acquistareininpiccoli piccolinegozi negozivicino vicinolalamia miaabitazione/luogo abitazione/luogo Ho lavoro didilavoro Contutti tuttii cambiamenti i cambiamentisulle sullechiusure chiusurenon nonsosomai maiquando quandoi Centri i Centri Con Commercialisono sonoaperti apertieepreferisco preferiscoandare andarealtrove altrove Commerciali

% 99% % 66%

I negozidella dellagalleria galleriadei deiCC CCsono sonochiusi chiusieequindi quindipreferisco preferiscoandare andareinin I negozi altrinegozi negozi altri Hoiniziato/intensificato iniziato/intensificatogli gliacquisti acquistionline onlinesul sulsito sitodel delsupermercato, supermercato,del del Ho brandoodella dellacatena catenadidinegozi negozi brand

% 66% % 55%

Frequentavoi Centri i CentriCommerciali Commercialisoprattutto soprattuttoper perlalapresenza presenzadidicinema cinema Frequentavo salegiochi… giochi…che cheadesso adessosono sonochiusi chiusi eesale

% 44%

Frequentavoi Centri i CentriCommerciali Commercialisoprattutto soprattuttoper peri ristoranti, i ristoranti,pizzerie pizzerieee Frequentavo fast-foodche cheadesso adessosono sonospesso spessochiusi chiusi fast-food Misento sentoaadisagio disagioaafare fareacquisti acquistididipersona persona Mi Frequentavoi Centri i CentriCommerciali Commercialisoprattutto soprattuttoper perlalapresenza presenzadidieventi eventi Frequentavo chesono sonostati statisospesi sospesi(concerti, (concerti,spettacoli,) spettacoli,) che

% 44% % 22% % 11%

TIMOREDIDICONTAGIO CONTAGIO TIMORE CHIUSURADEI DEINEGOZI NEGOZIFISICI FISICI CHIUSURA

PREFERENZAPER PERACQUISTI ACQUISTIONLINE ONLINE PREFERENZA PREFERENZAPER PERPICCOLI PICCOLINEGOZI NEGOZIDIDI PREFERENZA PROSSIMITÀ PROSSIMITÀ

MANCANZADIDIOCCASIONI OCCASIONIDIDISVAGO SVAGO MANCANZA OFFERTAENOGASTRONOMICA ENOGASTRONOMICA EEOFFERTA

calcolate su chi frequentava centri commerciali e ora non li frequenta più o li frequenta meno spesso Fonte:Nomisma Nomismaper perCNCC CNCC| Consumer | Consumersurvey, survey,marzo marzo2021 2021 %%calcolate su chi frequentava centri commerciali e ora non li frequenta più o li frequenta meno spesso Fonte:

IL COMPARTO DEI CENTRI COMMERCIALI IN PILLOLE

1.260 poli commerciali

presenti sul territorio nazionale

40.000 negozi

(di cui 7.500 a gestione unifamiliare)

2 miliardi di presenze annue Volume d’affari totale pari a 139,1 miliardi di euro (dato 2019) Occupati fra personale diretto, indiretto e indotto 780.000

persone (dato 2019)

Sostenibilità e opportunità in tema PNRR

Negli ultimi anni l’industria dei centri commerciali si è impegnata in strategie e azioni sempre più orientate alla responsabilità sociale e ambientale, con l’obiettivo di affermarsi quale punto di riferimen-to per il territorio e la comunità in cui i centri sono presenti. La più evidente espressione di questo im-pegno è stata la recente creazione di 23 hub vaccinali, iniziativa che sta contribuendo al successo alla campagna di vaccinazione nazionale. Parallelamente, il CNCC si è recentemente dotato di un “Manife-sto per la sostenibilità”: un vero e proprio programma di crescita etico-valoriale misurabile, con cui si pone l’ambizioso obiettivo di perseguire 8 dei 17 Sustainable Development Goals (SDGs) definiti dal-le Nazioni Unite nell’ambito dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. In tema di PNRR, il CNCC ritiene che il settore del commercio, che rappresenta circa il 60% del PIL italiano, sia in grado di offrire un contributo decisivo alla realizzazione dei diversi obiettivi. In particolare digitalizzazione, efficienza energetica, rigenerazione urbana e servizi sanitari territoriali. Il CNCC ha, infine, avanzato delle proposte volte a eliminare le barriere regolatorie e alcuni dei vantaggi competitivi che attualmente discriminano il commercio fisico rispetto all’eCommerce, nonché alcune misure fiscali che, a suo pare-re, sono in grado di favorire e sostenere i consumi in questo momento di importante rilancio del Paese. A.P. settembre 2021 | retail food

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La realtà aumentata e l’intelligenza artificiale unite al valore delle risorse umane sono le chiavi per rivoluzionare e rinnovare il settore del retail nei prossimi anni

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La visione della Taccini Retail Consulting Salvatore Taccini

all’epoca della transizione digitale

I

l 2021 è l’anno del progressivo ritorno alla normalità, un anno che rappresenta l’opportunità per i retailer di ripensare la dimensione del business e immaginare la sua evoluzione nel prossimo futuro. Se da un lato le difficoltà economiche post lockdown hanno determinato un restringimento del budget di spesa delle famiglie, dall’altro gli ultimi due anni hanno accelerato il processo di digitalizzazione delle aziende, portando l’esperienza di acquisto su nuovi livelli. La tecnologia influisce in maniera consistente sulla customer experience: i consumatori oggi hanno nuove necessità ed esigenze alle quali il retail deve rispondere attraverso un riadattamento sistematico. Ma, nonostante lo shopping online sia stato il protagonista assoluto per diversi mesi, l’esperienza nel punto vendita non ha perso importanza: la storicità della vendita al dettaglio in Italia e la cultura della convivialità giocano un ruolo fondamentale nell’esperienza legata ai rapporti umani all’interno dello store. “L’obiettivo è quello di un ritorno alla tradizione con un effetto coniugale con l’innovazione. Non possiamo pensare di avere dei negozi all’avanguardia ma privi della componente umana. Senza le persone il punto vendita fisico non troverebbe valore aggiunto rispetto all’acquisto online” spiega Andrea Taccini, socio e fondatore della Taccini Retail Consulting. Il Phygital rappresenta, quindi, la perfetta sintesi di due mondi

per poi raggiungere nel 2025 quota 8,08 miliardi di euro. In questo scenario lo staff all’interno dello store, in qualità di rappresentante della brand identity dell’azienda, gioca un ruolo di primaria importanza fungendo da punto di incontro tra il cliente e i valori del marchio, anche - e soprattutto - in ottica di un rapporto di fiducia di lungo periodo.

apparentemente opposti. Parallelamente, le nuove generazioni di consumatori hanno portato al centro dell’attenzione aspetti legati all’etica e alla sostenibilità del prodotto e del processo produttivo. Si stima che nel 2023 il mercato mondiale della moda green raggiungerà una valore di circa 6,8 miliardi di euro, con un incremento del 6,8% rispetto al 2019,

LA RETAIL JOURNEY CON TACCINI RETAIL CONSULTING LA RETAIL JOURNEY CON TACCINI RETAIL CONSULTING

GESTIONE DEI PATRIMONI IMMOBILIARI

PROGETTAZIONE DEL CONCEPT STORE

Analisi di mercato

Interpretazione in chiave

Definizione della strategia di

progettuale dello spazio

business

Sviluppo Concept Store

Valutazioni ed investimenti

General contractor

SVILUPPO FRANCHISING Analisi e definizione di nuovi modelli di business Sviluppo e supporto nella gestione della rete di vendita Espansione di nuovi mercati

immobiliari

SVILUPPO E OTTIMIZZAZIONE DELLE RETI DI VENDITA Ricerche territoriali Analisi di geomarketing per new opening Selezione delle aree geografiche per lo sviluppo della rete distributiva

SELEZIONE E FORMAZIONE DEL PERSONALE Analisi organizzativa e per funzione Selezione e head hunting Progetti formativi

MARKETING E COMUNICAZIONE Sviluppo piano marketing ad hoc Utilizzo di tecniche di proximity media Retail marketing e Networking


LA COLLABORAZIONE CON IL GRUPPO BATA

I Nella pagina a fianco, Salvatore Taccini con il figlio Andrea, socio della Taccini Retail Consulting. Sopra, davanti allo store Bata di Padova.

Taccini Retail Consulting: l’azienda Taccini Retail Consulting è una società di consulenza che offre supporto alle imprese che operano nel retail, sia a livello nazionale che internazionale. La società è nata nel 2018 con l’intento di unire l’esperienza trentennale nel mondo del retail con una visione innovativa. Salvatore Taccini, con la sua profonda conoscenza maturata nel campo, e Andrea Taccini, giovane imprenditore con una visione creativa, danno vita a una società dinamica in grado di guardare oltre il campo del retail. Taccini Retail Consulting, infatti, si occupa dei suoi clienti a 360°, coprendo differenti aspetti dello sviluppo e dell’ottimizzazione delle reti di vendita grazie a professionisti e consulenti di riferimento. La qualità distintiva della società è quella di saper tradurre le esigenze dei clienti in opportunità e soluzioni innovative per la crescita e lo sviluppo del loro business. Ne è un esempio la collaborazione con il gruppo Bata, leader mondiale nella produzione e commercializzazione di calzature. “Supportiamo l’espansione della rete distributiva e l’ottimizzazione delle reti di vendita di Bata in Italia, condividendo la visione di sviluppo a lungo termine”, sottolinea Salvatore Taccini.

La mission Taccini Retail Consulting si propone come partner di riferimento in un panorama in continua evoluzione, con l’obiettivo di guidare e accompagnare le imprese nell’apertura e nella gestione di nuovi punti vendita. Il processo di progettazione è completo in ogni sua parte e personalizzato a seconda che si tratti di un’azienda già esistente e strutturata o nel caso di un nuovo progetto da sviluppare.

l rapporto di collaborazione tra Bata e la Taccini Retail Consulting nasce da una condivisione della strategia integrata del gruppo internazionale che si basa su tre pilastri fondamentali ed egualmente importanti: il rispetto per il contesto che ci circonda, le persone e il profitto. Il brand di calzature, uno tra i più grandi retailer al mondo con oltre 125 anni di storia, è leader nella produzione e commercializzazione di calzature. Oggi opera capillarmente in oltre 70 paesi in 5 continenti attraverso società controllate dalla capogruppo di proprietà della famiglia Bata e vanta una rete di circa 5.800 punti vendita che servono più di un milione di clienti al giorno. In Italia,

“Il nostro obiettivo è quello di lavorare con il cliente analizzando attentamente ogni dettaglio, con lo scopo di comprendere adeguatamente e tenere conto dei suoi bisogni specifici. La fase iniziale coincide con la gestione dei patrimoni immobiliari, consistente essenzialmente in un’analisi accurata del mercato che ci permette di delineare le strategie di business fondamentali per l’ottimizzazione del rendimento e per il miglioramento della qualità degli asset retail” sottolinea Salvatore Taccini. A questo seguono ulteriori analisi di geomarketing e ricerche territoriali finalizzate a identificare le aree ottimali in cui fattori quali la densità, il target e la distribuzione dei clienti giocano un ruolo chiave per la massimizzazione del potenziale di vendita. “Nella fase di definizione di un piano di crescita strategica forniamo, quindi, un supporto operativo e tecnico, effettuando un monitoraggio continuo dell’efficacia dello sviluppo della rete di vendita dei nostri clienti. Per la Taccini Retail Consulting questo passaggio è un punto cruciale in quanto il disegno di un piano di ampliamento della rete di vendita permette di ottimizzare l’allocazione degli investimenti, massimizzandone il potenziale”, spiega il top management. Successivamente si passa alla progettazione e alla realizzazione del concept store. Si parte dall’analisi e dallo studio approfondito del brand identificando le caratteristiche che contraddistinguono l’azienda dai suoi competitor, cercando di riportare tali peculiarità nel design della struttura. Per creare questa continuità e coerenza con il marchio, la società si avvale di designer specializzati. Ogni singolo elemento dello store racchiude la perfetta sintesi e il corretto equilibrio tra aspetto tecnico e personalità del brand. Nell’ottica di offrire la miglior esperienza in store al cliente, i processi devono risultare efficienti in ogni fase. “Per tale motivo è importante non sottovalutare il ruolo della formazione del personale. Si

tratta di un fattore in grado di fare la differenza, e la mancata attenzione su questo aspetto è un errore molto frequente - sottolinea Salvatore Taccini.- Investire nella formazione significa avere dei dipendenti qualificati e capaci di garantire una maggiore produttività, oltre a un servizio al cliente qualitativamente superiore”. Taccini Retail Consulting, grazie all’expertise del team dedicato al progetto, supporta e guida l’azienda nella formazione del personale attraverso un’attenta analisi preventiva e un successivo sviluppo del programma di formazione creato ad hoc. La società offre inoltre supporto nel campo del marketing e della comunicazione. Partendo dall’analisi del business model, dei prodotti e dei servizi, elabora un marketing plan mirato a evidenziare le caratteristiche che contraddistinguono il brand sul mercato. La società si avvale di strategie innovative come il proximity marketing, capace di identificare un target specifico relativo a una determinata zona geografica attraverso device di comunicazione di tipo mobile e visual. “Questa localizzazione si è rivelata molto utile per le aziende che seguiamo in quanto si focalizza sulla creazione di contatto diretto con i consumatori”, aggiunge Andrea Taccini. Oggi la Taccini Retail Consulting è convinta che forti relazioni all’interno e all’esterno delle imprese siano la chiave per superare con successo gli ostacoli dell’attuale contesto. “Operiamo ogni giorno secondo valori come la trasparenza, rapidità, innovazione, competenza, elementi imprescindibili per l’instaurazione di un rapporto di fiducia di lungo termine con i nostri clienti”. Specificano Salvatore e Andrea Taccini.

www.tacciniretailconsulting.com info@tacciniretailconsulting.com

Comunicazione pubblicitaria

Claudio Alessi, Presidente Bata Europa.

l’azienda è leader di settore con oltre 240 negozi gestiti direttamente e in franchising, a cui aggiunge lo store online bata.it. Il Gruppo Bata, grazie al successo delle proprie strategie di business, è negli anni riuscito a mantenere una chiara identità di brand mostrando una grande capacità di adattamento ai cambiamenti del mercato nonché una forte solidità. Elemento, quest’ultimo, che gli permette tuttora di perseguire il proprio piano di sviluppo. Nel 2019 è nato, come naturale evoluzione del piano precedente Bata Red concept, “Bata Red Two concept”: un negozio globale che offre al consumatore una shopping experience completa e integrata. Il programma di espansione ha visto l’apertura di store nelle migliori vie dello shopping delle città italiane e negli shopping mall. Affiancare Bata nell'espansione della sua rete distributiva e nella gestione immobiliare con un focus nell’ottimizzazione delle reti di vendita, significa supportare l'azienda nell'elaborazione di una strategia di business efficace. “Professionalità, serietà e rispetto contraddistinguono un rapporto di collaborazione iniziato da alcuni anni. La Taccini Retail Consulting ci ha supportato nella gestione del Real Estate condividendo espeienza e conoscenza del settore. Gli ottimi risultati ottenuti e i progetti di sviluppo sia nel breve che nel lungo periodo sono il volano di una crescita condivisa. Un ringraziamento con l’augurio di un lungo percorso insieme”, commenta Claudio Alessi, presidente di Bata Europe.


Retail e sostenibilità

Una spinta verso il

green

Dal concept degli immobili alle pratiche commerciali, ormai il tema dell’efficienza energetica e del rispetto del Pianeta domina le scelte di amministratori e manager

L

a “sostenibilità energetica” è sempre al centro e si è presa ormai il ruolo di “faro” che guida l’agenda politica degli Stati, molti degli investimenti privati e orienta le scelte dei consumatori, sempre più consapevoli del peso del tema ambientale. Basta guardare al recente Pnrr del nostro Governo (Piano nazionale di ripresa e resilienza), che alla voce “Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici” destina la bellezza di 15,36 miliardi di euro, che dovrebbero servire a ristrutturare circa 50.000 edifici, per lo più residenziali e di edilizia pubblica. Ma questo è solo un tassello dell’argomento, che non riguarda solo il singolo edificio, ma a che fare con l’intera progettazione delle città. Si calcola che, entro i prossimi 30 anni, due terzi delle persone nel mondo vivrà in aree urbane. In Italia il rapporto sarà di circa 7 su 10. Una concentrazione che porta con sé un così alto consumo di risorse e di oggetti che va per forza di cose indirizzata verso la compatibilità con l’ambiente. Che cosa succede a livello di real estate commerciale e di retailer?

Tutti a caccia di certificazione É da anni, ormai, che gli operatori hanno cercato di imboccare una strada green. Ma la pandemia ha accelerato anche questo processo, perché al di là di diminuire e ottimizzare i consumi diretti dei building, si impone sempre di più l’imperativo della loro vivibilità e salubrità. 38

retail food | settembre 2021

Nelle pagine, alcuni esempi di pratiche sostenibili nel retail. In alto, l’oasi verde “cresco” del centro commerciale Rescaldina e un centro Nike per la confezione di scarpe ricondizionate. A destra, il nuovo store sostenibile di Benetton a Firenze


Consumatori disposti a pagare di più

L

a sostenibilità non solo guida le scelte di acquisto dei consumatori, ma è così importante da giustificare una spesa maggiore. È quanto emerge da una ricerca condotta dagli studenti della Sda Bocconi insieme a Salesforce, chiamata “The Future of Retail Store and Customer Engagement in the New Normal”, basata su un questionario sottoposto ad alcune centinaia di soggetti in tutta Europa. Oltre la metà dei consumatori si dice disposto a spendere dal 5 al 20% in più per capi di abbigliamento con un impatto ambientale e sociale significativo, mentre l’82% del campione si augura che salute, sicurezza e benessere dei dipendenti siano al primo posto tra le linee guida delle grandi case di moda. Tra le altre richieste al mondo dell’abbigliamento, il 35% indica invece la trasparenza di filiera e il 33% i consumi ridotti di acqua ed energia durante il ciclo di produzione. Ma questo è solo un esempio, perché da Diesel a Moncler, passando per The North Face a Burberry, sono decine ormai le imprese che hanno impresso una forte virate verso le buone pratiche, a livello di filiera, di circolarità dei prodotti, o anche semplicemente con il sostengo a campagne di partner impegnati sul fronte ambientale.

Secondo il report di JLL “Italian Real Estate Perspective 2021”, gli operatori si occuperanno di “creare salute” più che, semplicemente, creare edifici. “Gli spazi dovranno essere dotati di volumetrie che consentono di avere non solo la giusta dose di luce e dissolvimento del rumore, ma di filtrazione d’aria, spazi per garantire il distanziamento, spazi in cui lavoratori possano lavorare in sicurezza” si legge nello studio. L’industria, intesa a 360 gradi, non è rimasta ferma e sta già investendo. Il report di Jll calcola per esempio che a Milano ci siano già 320 edifici “verdi” secondo i più alti standard (143 certificazione Leed, 65 Breeam), mentre a Roma sono

90 (57 Leed, 9 Breeam), tra direzionali, commerciali o di altre asset class. I grandi gestori e proprietari di portafogli di centri commerciali non sono rimasti a guardare e hanno speso risorse importanti su questo tema. Persino una sigla come Cncc (Consiglio nazionale dei centri commerciali), prima dell’estate ha presentato un “Manifesto per la sostenibilità”, con cui gli associati si impegnano a perseguire 8 dei 17 obiettivi fissati dalle Nazioni Unite nell’ambito dell’Agenda 2030. Non è solo una questione d’immagine, perché il Cncc affiderà a una società esterna il compito di valutare anno dopo anno la reale aderenza ai principi proposti. “Questa è solo la prima tappa di un percorso eticovaloriale che ci vedrà impegnati nei prossimi anni” ha commentato il presidente, Roberto Zoia. Intanto, qualcuno è già molto avanti nel percorso. Eurocommercial Properties ha ottenuto la certificazione BREEAM In-Use per tutti gli asset del suo portafoglio italiano. E non smette di investire, dal momento che è in fase di ottenimento l’upgrade del rating di certificazione de I Gigli e del Carosello, per portarlo da “very good” a “excellent”. Sonae Sierra, invece, ha calcolato la gestione efficiente delle risorse ha permesso un risparmio di 15 milioni di euro di costi operativi durante il 2020.

I retailer, tra riuso e filiera controllata Anche sul fronte dei retailer ormai non si contano più le iniziative e gli investimenti su questo filone. A livello di grandi gruppi, un filone ormai affermato di impegno di risorse riguarda il cosiddetto “second hand”. Un esempio arriva dal colosso del lusso Kering, che ha scelto di entrare nel capitale di Vestiarie Collective, una delle principali piattaforme al mondo per l’usato di alta gamma. “Ormai il lusso second hand ha radici consolidate, specialmente tra i consumatori più giovani. Abbiamo colto l’opportunità per indirizzare il futuro verso pratiche più sostenibili” ha com-

mentato il presidente e ceo di Kering, FrancoisHenry Pinault. Lvmh, invece, di recente si è alleata con la startup francese WeReturn, società specializzata nel donare nuova vita ai tessuti inutilizzati. Un altro big a investire in una piattaforma di vendita on line del second hand è H&M, che possiede il 70% di Sellpy, marketplace in decisa crescita, su cui il colosso scandinavo ha già puntato 20 milioni di euro. Mentre un sito già affermato come Vinted ha racimolato quest’anno la bellezza di 250 milioni di euro durante un round di finanziamento. Non serve comunque muoversi nel panorama del lusso per scovare decine e decine di buone pratiche. Il refurbished è anche al centro della strategia di Nike, che in una quindicina di negozi americani ha iniziato a proporre la sua linea di scarpe ricondizionate e ha lanciato un particolare modello delle sue scarpe “Air” confezionate con il 20% di materiale di riciclo. Ma ci sono tanti esempi anche guardando a casa nostra. Un marchio noto come Benetton sta agendo su un doppio binario, sia quello del prodotto, sia quello del negozio. Sul primo punto, è impegnato su vari fronti, come quello dell’utilizzo del cotone biologico, riciclato e certificato Bci (Better Cotton Initiative): per ora, durante la produzione utilizza questo tipo di materia prima per più del 50% del fabbisogno, ma conta entro il 2025 di raggiungere il 100%. Sul piano degli store, invece, ha impresso un nuovo corso di aperture e riqualificazioni di negozi, con cui gli spazi futuri somiglieranno sempre di più a quello inaugurato di recente a Firenze, improntato all’efficienza, che garantisce una riduzione del consumo energetico del 20% rispetto allo standard.

Ristorazione in prima fila La filiera del food è altrettanto impegnata sul tema della sostenibilità. E anche in questo caso, l’impegno si manifesta su più versanti. Una grande catena come McDonald’s, per esempio, promuove da anni buone pratiche ambientali. La plastica è quasi totalmente sparita, il 100% della carta usata per il packaging è certificate e riciclabile. Sono arrivati anche accordi esterni che riguardano i punti vendita. Insieme a Enel X, il colosso installerà un rete di ricariche per auto elettriche e, già dal 2014, è in vigore un accordo con CasaClima per realizzare i nuovi ristoranti a basso impatto ambientale. Ma questo è davvero solo uno dei tanti esempi. Il gruppo Cremonini (che controlla marchi come Roadhouse e My Chef ) da anni investe in impianti fotovoltaici per la fornitura di energia di alcuni dei suoi ristoranti. E tanti brand si impegnano nel controllo della filiera, a partire da quella della carne, affinché sia il prodotto sia i processi di allevamento e produzione seguano standard di sostenibilità. A.L. settembre 2021 | retail food

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Il futuro LOC Loreto Open Community

Con il Piano Nhood, il real estate a misura di persona Al via il percorso di sostenibilità interno ed esterno all’azienda, specializzata nella consulenza e gestione di asset immobiliari con un Triplo Impatto Positivo: sociale, ambientale, economico

B

enessere delle persone, neutralità climatica, rigenerazione delle periferie, inclusione e centralità delle esigenze del territorio, attraverso un coinvolgimento degli stakeholder attivo, strutturato e trasparente. Nhood prosegue lungo il percorso intrapreso da Ceetrus, da cui è nata dopo la fusione con Nodi, e lo amplifica mettendo al centro del proprio progetto la persona. La pandemia da Covid-19 e le relative ripercussioni sullo stile di vita della gente, nonché sulle dinamiche di consumo, hanno reso ancora più marcata la necessità di cambiamento per il settore retail real estate, accelerandola nella fase di progettazione. Allo stesso tempo, però, ne hanno rallentato la messa a terra per via delle restrizioni che limitano i flussi nei luoghi fisici del commercio e non solo. Ma le riaperture dell’ultimo periodo e il nuovo scenario determinato dalla campagna vaccinale hanno ridato ossigeno allo sviluppo, che non è più unicamente immobiliare ma che è anche e soprattutto di idee, finalizzate a reinventare le funzioni che il real estate deve assolvere nella comunità e per la comunità.

I quattro driver in chiave sostenibilità

Il percorso di sostenibilità di Nhood si sviluppa su quattro driver principali. Prendendo a riferimento il primo, il “Benessere delle persone”, l’azienda ha già attivato una serie di percorsi di engagement che mettono al centro collaboratori, che includono la promozione di iniziative per ridurre il gender gap (come il bonus per baby-sitter o le rette scolastiche, ecc.), lo sviluppo della formazione nella diversity&inclusion, l’inserimento di collaboratori con fragilità, nonché l’implementazione, il monitoraggio e l’aggiornamento periodico di un sistema di welfare aziendale. Rispetto al secondo tema, la “Lotta al cambiamento climatico”, Nhood ha iniziato il processo di ottimizzazione di impianti ed efficientamento dei consumi. Il terzo, che consiste in “Comunità e territorio”, viene valorizzato attraverso un coinvolgimento attivo degli stakeholder, strutturato e trasparente, volto a creare spazi precisi e modalità per accogliere le associazioni locali durante tutto l’anno all’interno dei luoghi in cui Nhood opera. Infine, in tema di

Simona Portigliotti, Marketing, Communication & CSR Director, Nhood


Merlata Bloom Milano

Il futuro centro di Rescaldina

NHOOD ITALIA IN PILLOLE Merlata Bloom e l’ampliamento di Rescaldina Il piano di sostenibilità di Nhood sarà centrale nei progetti in sviluppo, come Merlata Bloom, nell’ex Arexpo di Milano, dove entro la fine del 2022 sarà inaugurato uno smart urban mall con un’anima green a 360 gradi. Parallelamente, tra le azioni di ampliamento degli asset esistenti, tutte fortemente improntate alla sostenibilità, si staglia l’esempio del Centro Commerciale Rescaldina, attraverso il “percorso 7R”, con cui si intendono Rescaldina, Rigenerate, Recollect, Reuse, Repair, Reproduce e Recycle. (vedi box)

Rigenerazione urbana: il progetto di Piazzale Loreto Tra le principali iniziative di rigenerazione urbana che incarnano la vision e i valori di Nhood c’è la riqualificazione di Piazzale Loreto, progetto LOC – Loreto Open Community, vincitore del bando del Comune di Milano C40 Reinventing Cities. Tale progetto, insieme ad altri a uso misto fortemente integrati con gli spazi che li circondano e le persone che li vivono, ha l’obiettivo di generare un triplo impatto positivo: sociale, ambientale, economico. Ovvero per le Persone, perché la ricchezza delle città dovrebbe misurarsi sulla base della felicità e del benessere delle persone, e il dove vivono e come ci vivono dipende anche da aziende come Nhood; per il Pianeta, per assicurarci che il mondo in cui vivremo domani sia migliore di quello in cui viviamo oggi; per la Prosperità economica, perché, dimostrando che progettare luoghi migliori aumenta i profitti, riusciremo a fare business rendendo il mondo tanti luoghi migliori. “Il progetto di rigenerazione urbana di Piazzale Loreto a Milano rappresenta - specifica Simona Portigliotti - un esempio concreto della capacità Nhood di attivare partnership e convogliare idee e risorse attorno a progetti di grande valore e impatto per la comunità”.

19 asset di proprietà 25 asset gestiti di proprietà terze Patrimonio immobiliare: valore complessivo di di euro

2 miliardi

Loreto, una Piazza che fa respirare la città Attraverso il progetto Loreto Open Community, Nhood tornerà a far respirare Piazza Loreto e le vie limitrofe partire dalla piantumazione a terra di 500 alberi ad alto fusto assorbenti che, insieme alla creazione di specchi d’acqua, restituiranno oltre 10.000 mq di spazio pubblico verde e contribuiranno alla riduzione dell’inquinamento e delle isole di calore. Sotto la guida di MIC – Mobility è stato analizzato e studiato il tema del traffico, che sarà indirizzato lungo i perimetri esterni, senza compromettere la fluidità del traffico veicolare e delle vie adiacenti. In questo modo gli spazi destinati alla mobilità dolce cresceranno del +69%, compresa la creazione di 1.100 mq di superficie ciclabile. È prevista l’installazione di centraline per le ricariche elettriche, stalli per le biciclette, circa 1.300 mq di tetti verdi e oltre 4mila mq di pannelli fotovoltaici che, insieme ad un ventaglio di strategie energetiche e tecnologie innovative – come pompe di calore geotermiche, luci LED, ventilazione naturale, e altre – mira alla realizzazione della carbon neutrality, con la riduzione del consumo energetico e dell’impronta carbonica prossimi a zero (solo sulla Piazza, il risparmio energetico complessivo è stato calcolato pari a circa il 97,6%). Il progetto darà vita a un sistema integrato mirato alla minimizzazione di sprechi e consumi e prevede anche la gestione dell’intero ciclo delle acque con soluzioni che permettono il recupero delle acque meteoriche e i loro utilizzi per scopi irrigui/usi nobili. Tutti i volumi della piazza e l’edificio di via Porpora saranno realizzati con tecnologie costruttive sostenibili e funzionali, con strategie di progettazione volte a ridurre al minimo i consumi energetici di tutto il complesso e efficientare il ciclo di vita degli edifici, così da rispettare i criteri delle certificazioni LEED e CAM. Tutte insieme queste azioni concorreranno ad abbattere del 35% la CO2 complessiva che oggi affligge l’area.

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“Periferie e rigenerazione”, Nhood promuove la riqualificazione delle periferie e contrasta la marginalità sociale, attraverso servizi e luoghi per la valorizzazione delle comunità e l’inclusione con l’obiettivo di ridurre la disuguaglianza sociale e favorire una rigenerazione urbana sostenibile. Nhood ha già allestito spazi dedicati alle comunità in base ai bisogni emersi (come hub vaccinali, ludoteche, ambulatori, sportelli di ascolto, biblioteche, ecc.) ed ha instaurato partnership con interlocutori locali (imprenditori, comitati di quartiere, associazioni del territorio, ecc) al fine di creare valore condiviso. “Portiamo avanti con grande continuità i valori espressi prima della fusione tra Ceetrus e Nodi. Di conseguenza, manteniamo come valore fondante la prossimità. Ma se in precedenza era intesa esclusivamente verso il cittadino, ora si apre al territorio e alle istituzioni. Il concetto di prossimità è esplorato dunque a 360 gradi - dichiara Simona Portigliotti, Marketing, Communication & CSR Director, Nhood - Parallelamente, come Ceetrus eravamo abituati a considerarci una società di proprietà e gestione, con quest’ultima indirizzata fondamentalmente ai nostri asset commerciali. Pur conservando queste caratteristiche, Nhood si posiziona come una società di consulenza, gestione e sviluppo. Il perimetro è molto più esteso e articolato, dunque, perché attivare determinati concetti inhouse è relativamente semplice, mentre attivarli e riuscirli a trasmettere con forza, convinzione e concretezza in luoghi di proprietà terze è molto più complesso. E questo è ciò che ci caratterizza oggi. Vogliamo portarci dietro il bagaglio di esperienza e il know how maturati con Ceetrus e implementarli in tutti i luoghi che andiamo a toccare, siano essi centri commerciali, progetti di immobiliare puro e operazioni di riqualificazione urbana, come nel caso di LOC, la riqualifica di Piazzale Loreto. Vogliamo raggiungere questo obbiettivo avvalendoci esclusivamente di fornitori e partner che abbiano una forte affinità valoriale e stiamo ragionando su come rendere tale requisito tecnicamente necessario. Anche in ambito dei tenant, aggiungo, è in atto una riflessione profonda su questo tema. Fermo restando, tuttavia, che la condivisione volontaria di certi ideali rimane il presupposto migliore”.


Real Estate nuove frontiere

La parola d’ordine è

mixed-use

Dagli investitori ai promotori fino alle società di servizi, è maturata la consapevolezza che i nuovi progetti immobiliari commerciali devono assolvere diverse funzioni. E anche il parco esistente si deve rinnovare in questa direzione. Perché il retail, da solo, non basta più

C

he sia un centro commerciale già realizzato o un progetto immobiliare in corso di definizione/sviluppo, comune denominatore è la necessità di inserire funzioni differenti, per andare incontro alle molteplici e mutevoli necessità del cittadino/consumatore. All’interno dei mall esistenti, in occasione di ampliamenti e ricommercializzazioni, sempre più spesso si parla di food, leisure e servizi, soprattutto in ambito salute e benessere, ma anche il co-working sta conquistando spazio, vista la diffusione dello smart (o remote) working. Rispetto ai nuovi interventi immobiliari, specialmente se insistono in contesti urbani, il retail viene accompagnato da uffici, residenze e nuove funzionalità a interesse pubblico e privato. A determinare questo nuovo trend sono, in primis, gli investitori: in base al report Cbre sugli investimenti del Commercial Real Estate in Italia nei primi sei mesi dell’anno, con un totale di 250 milioni di euro di investimenti, il settore retail mostra ancora un’attività piuttosto lenta. Il segmento High Street continua ad attirare l’attenzione di investitori istituzionali core, anche se l’interesse si concentra soprattutto su asset mixed-use, dove la diversificazione delle funzioni, soprattutto uffici e retail, consente un migliore bilanciamento del rischio sull’investimento.

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retail food | settembre 2021

I progetti: Milano capofila Il mixed-use è considerato a pieno titolo uno dei temi chiave del mercato nell’era post Covid e, per questo, è stato inserito tra i principali topic di Mapic Italy 2021, che, nella propria comunicazione alla filiera, pone una domanda al riguardo: Mixed use, lifestyle destinations concepite per soddisfare il desiderio di socializzazione degli individui, considerando che la vita di sempre più persone sarà incentrata sulla casa, sia nel tempo libero che nel tempo dedicato al lavoro, in che modo interagiranno i nuovi luoghi e l’intrattenimento domestico? Risposte concrete arrivano dai principali progetti in corso di definizione/ realizzazione. Pur sviluppati dalla medesima azienda, LendLease,

e rappresentando entrambi nuove polarità urbane di grande importanza vocate all’innovazione e alla sostenibilità ambientale, i progetti di Santa Giulia e dell’ex area Expo hanno caratteristiche (oltre a tempistiche di realizzazione) molto differenti. Tuttavia, soprattutto sul fronte dei servizi come la ristorazione, si possono riscontrare alcune affinità. «Saranno due nuove città nella città che avranno entrambe una fortissima attenzione agli spazi comuni, alla sostenibilità sociale e ambientale,


nonché allo sviluppo di nuove comunità resilienti che prospereranno integrandosi al meglio con il tessuto urbano esistente. Mind sarà una destinazione legata all’innovazione, al life science e al digital technology, mentre Santa Giulia all’intrattenimento, al leisure, al retail, allo sport e all’educazione in virtù di numerose scuole, del Museo del Bambino e di un nuovo campus della musica - ha dichiarato Fabrizio Zichichi, project lead MSG & head of retail, LendLease Services (Italy) Srl, in una recente intervista concessa a r&f - Per quanto riguarda l’offerta F&B, le analogie saranno maggiori: entrambi i progetti avranno un hub travel importante (Rho Fiera, Mind Merlata, Rogoredo) nonché un catchment locale molto elevato, vista la presenza della popolazione residente e lavorativa che permetterà lo sviluppo di un’offerta “urban street retail”». Altra azienda particolarmente attiva sul fronte immobiliare mixed-use, con progetti sia urbani sia extraurbani, è Nhood. In area urbana, con LOC – Loreto Open Community: proget-

to di riqualificazione di Piazzale Loreto a Milano vincitore del bando internazionale lanciato dal Comune di Milano C40 Reinventing Cities, con capofila Ceetrus Nhood in qualità di investitore e developer. LOC sarà concepito come una nuova centralità per la comunità locale, grazie a un grande hub che ospiterà un mix funzionale di attività commerciali, servizi, eventi e manifestazioni temporanee, all’interno dei volumi e delle aree esterne della nuova Piazza – concepita come una Sky Forest – e nel complesso di via Porpora, rigenerato grazie all’utilizzo di tecnologie costruttive sostenibili e funzionali. Parallelamente, va avanti il progetto di Merlata Bloom, che più rappresenta per Nhood il punto di innovazione nella concezione dei centri commerciali del futuro. A renderlo peculiare è la superficie di 20.000 mq dedicata al leisure, distribuita su tutti i livelli del mall, sia all’interno, dove è già previsto un cinema multisala con formato premium e un’area di intrattenimento indoor, sia all’esterno, che includerà, oltre ai tradizionali spazi per

eventi e concerti, anche specifiche aree destinate allo sport, al leisure digitale (eSports) e un parco di divertimento, in cui la pura esperienza di svago, studiata per tutta la famiglia, si mixa con cultura e edutainment. E ancora, l’azienda sta lavorando all’ampliamento di Rescaldina in provincia di Milano, Milanord2 (è stato demolito il centro preesistente e ne verrà costruito uno nuovo che si baserà su un concept di entertainment, con l’elemento distintivo della Sky Plaza) e TODream, un vero e proprio urban district nella città di Torino. All’estero, soprattutto se pensiamo alla Cina e al Medio Oriente, sono numerosi (e spesso faraonici) i progetti ultimati o in corso di realizzazione a vocazione mixed-use. Tra questi, si segnala la recente apertura al pubblico di Livat Changsha, il quinto progetto del gruppo svedese Ingka Centres ad aprire le porte in Cina dopo Livat Wuxi (2014), Livat Beijing (2014) Livat Wuhan (2015) e Livat Fuzhou (2021). La firma sulla progettazione è quella di Design International. A.P.

La pandemia ha inciso fortemente sulle attività commerciali, che solo ora iniziano a risollevarsi. Proprio in questo momento, può essere utile affidarsi ad un partner tecnologico attraverso il quale ottimizzare la ripresa. Da più di 30 anni fra le aziende leader nel mercato di riferimento, Microlog ha una mission precisa: incrementare il business di Mall e Retail attraverso l’implementazione di impianti contapersone e sistemi promozionali. Il ritorno al Mapic (Italy e poi Cannes) è l’occasione per l’azienda di mostrare il costante fermento nel proprio ecosistema di soluzioni. Un’offerta ampia, che oggi comprende:

MEASUREMENT solutions, per misurare i flussi di persone in entrata e in uscita. Microlog propone sistemi contapersone affidabili, con sensori a infrarossi (dispositivo proprietario Smartcheck), sensori 3D, e di altre tecnologie in base alle esigenze. In tutti i casi viene garantita massima precisione di conteggio: l’accuratezza del dato è fondamentale se si vogliono eseguire corrette analisi di marketing. ANALYSIS solutions, per analizzare i dati e utilizzarli in ottica di business. I dati raccolti dai sistemi di conteggio possono essere analizzati attraverso l’esclusivo portale Checkinweb, con grafici dettagliati e statistiche delle performance. ENGAGEMENT solutions, per attrarre nuovi clienti e fidelizzare i vecchi. Microlog offre sistemi promozionali e di fidelizzazione, come concorsi Instant Win, meccanismi di Loyalty e Digital Signage, impiegando totem personalizzabili e software tecnologicamente all’avanguardia. MANAGEMENT solutions, per gestire i flussi di persone e massimizzare l’efficienza dei servizi. Categoria particolarmente attenzionata: ad inizio pandemia, l’azienda ha studiato un sistema di gestione presenze per consentire alle attività di riaprire in sicurezza. Si tratta di collegare ai contapersone dei dispositivi di controllo, quali semafori, monitor e APP, per contingentare gli ingressi ai locali. I sistemi sono oggi installati all’interno di numerosi Supermercati e Centri Commerciali. Microlog propone inoltre dispositivi di customer satisfaction per l’ottimizzazione della qualità dei servizi.

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Microlog: “soluzioni che contano” per il business dei retailer

Per scoprire tutte le soluzioni: www.microlog.it settembre 2021 | retail food

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Spazio Futuro la company milanese, attiva nei settori del contract, Pilotage per centri commerciali e design di format retail e food – fondata dall’architetto Roberto Bramati – sta vivendo una stagione di rinnovata attività grazie alle nuove aperture di brand del food, dei centri medici e di importanti insegne retail. Le realizzazioni più recenti sono relative a due spazi aperti nel canale travel retail, in Stazione Centrale a Milano, dove sono stati realizzati i nuovi locali B&B Beers&Bar e Spizzico. I grandi gruppi del foodservice, nonostante le vicende legate al Covid, non hanno cessato lo sviluppo di nuovi format o il restyling dei più noti. E le aperture sono riprese e si susseguiranno nei prossimi mesi. Un’attività per cui Spazio Futuro, nella sua veste di general contractor, è in grado di offrire un servizio completo, dalla progettazione fino all’apertura. Altra storia, altre dimensioni ma stesso entusiasmo è stato dedicato per la realizzazione contract del primo punto vendita del format Ci Sta Friendly Pizza in via Procaccini 60 a Milano. Il format è stato voluto da Nico Grammauta, vulcanico imprenditore nel segmento dalla ristorazione che si sta già dedicando con Spazio Futuro all’apertura del secondo locale in zona Brera. Ed è sempre nel “mondo pizza” che Spazio Futuro ha realizzato il punto vendita Alice Pizza di via Melchiorre Gioia a Milano. Marchio che da più di 30 anni porta avanti la ricerca della qualità e dell’eccellenza del prodotto. Dalla pizza alla tigella, l’expertise di Spazio Futuro si è dedicato anche alle ampie metrature di un format innovativo per la nuova apertura di Dispensa Emilia a Segrate (MI), dove l’azione si è concentrata nella realizzazione contract di opere ed impianti del locale. Passando invece al no food, l’operatività dell’azienda di Bramati (che ricopre anche la carica di Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali CNCC) recentemente si è attivata anche per MediaWorld con l’apertura di uno store, situato a Lecco totalmente ristrutturato, suddividendo il cantiere in più fasi, mantenendo l’attività sempre aperta e per Juneco, clinica di medicina e chirurgia estetica, per la quale Spazio Futuro ha realizzato come Contract una nuova sede nel centro commerciale le Befane di Rimini. Spazio Futuro però non si ferma e non paga di tutte queste importanti aperture, pensa già al futuro con nuove realizzazioni nella seconda metà dell’anno per importanti brand del food, e del mondo retail come Terranova, famosa catena di abbigliamento, Casa (Casa Shop) catena belga di mobili e articoli per la casa e non ultimo Sant’Agostino catena di centri medici che oltre a proseguire il suo sviluppo nel nord Italia, sbarca con due grandi aperture a Roma. Il retail fisico vive la sfida con l’online in modo sempre più consapevole ed evoluto: il design e la fruizione dei punti vendita deve crescere di livello e questa sfida può passare solo attraverso professionalità, competenza e conoscenza dei mercati come quello che quotidianamente dispiega Spazio Futuro in tutti i cantieri in cui è coinvolta.


PILOTAGE E PRO RATA Attenti agli improvvisati Due parole ben note nel mondo dei Centri Commerciali, ma sconosciute ai più nel loro importante e fondamentale contenuto. Troppo spesso, ultimamente, troviamo tecnici e gruppi di engineering che si affacciano a questo mondo con incoscienza e incapacità di gestire queste due fondamentali attività necessarie per una perfetta apertura di un centro commerciale, causando inevitabili ritardi nelle aperture con enormi danni alle proprietà non essendo né preparati né consapevoli di come gestire e affrontare le problematiche connesse ad un progetto di tale complessità, aumentando di conseguenza enormemente tempi e costi. Spazio Futuro Group svolge queste attività da quasi 30 anni, forte di anni di esperienza nelle varie aperture che gli hanno permesso di offrire servizi mirati e attenti al contenimento di costi e tempi. Non a caso abbiamo aperto i più grandi e importanti centri commerciali italiani. Vorremmo che questo fosse un importante spunto di riflessione per evitare alle proprietà tutta una serie di problematiche che si potrebbero trascinare nel tempo. Un’ottima apertura è il “segreto” per partire con il piede giusto senza imprevisti, e in questo campo Spazio Futuro è decisamente una garanzia.

PILOTAGE

PRO RATA

Garantire l’apertura di un centro commerciale in linea sia con gli obiettivi prefissati che con le tempistiche programmate, nel rigoroso rispetto dei budget assegnati, è il compito affidato al Pilotage. Si tratta di “condurre” tutte le attività tecniche e logistiche che concorrono all’apertura di un Centro dall’inizio dei lavori fino alla sua inaugurazione. Spazio Futuro Group si è imposto negli anni come riconosciuto leader di mercato, collaborando con i principali player nell’ambito del pilotage durante la fase di progettazione e di realizzazione di nuovi fabbricati commerciali o in occasione delle loro ristrutturazioni e ampliamenti. Il pilotage svolge inoltre un’importante funzione di coordinamento tra i diversi soggetti presenti in cantiere tra cui: impresa di costruzioni generale, direzione lavori, maestranze dei vari operatori commerciali, project management ed enti pubblici.

In linea con l’attività di Pilotage, Spazio Futuro, servendosi di personale con elevata esperienza ed a ciò specificamente preposto, definisce, organizza, predispone, gestisce, controlla e fornisce i servizi tecnici di cantiere correlati alle varie fasi di cantierizzazione degli operatori, mettendo a disposizione del cliente un pacchetto di servizi logistici completi. L’individuazione preliminare delle criticità, il monitoraggio costante dell’avanzamento dei lavori e il conseguente operato delle squadre impegnate sul campo, rappresentano fattori decisivi in realtà così complesse. Spazio Futuro Group dedica particolare attenzione alla necessità di assicurare che mezzi e personale possano operare nel miglior modo possibile, senza interferire con le altre attività di cantiere, ed è in grado di offrire il servizio più completo.


Tendenze

Delivery “pigliatutto” Le consegne a domicilio spopolano. Ormai si sono allargate dalla ristorazione ai generi di prima necessità. E intorno a questo business nascono fenomeni come “dark kitchen” e “spesa express”

I

l food delivery è stato il segmento di mercato che ha davvero fatto boom negli ultimi anni. E che, du-rante la pandemia, ha accelerato in una corsa che appare senza fine. Guardando al panorama interna-zionale, il settore muove una montagna di soldi e di investimenti. Il colosso Just Eat Takeaway.com, a luglio ha completato definitivamente l’acquisizione dell’americana Grubhub, per oltre 7 miliardi di dollari. E nel primo semestre 2021 ha registrato +51% a livello di ordini. A Londra, invece, è andata in scena la maxi Ipo di Deliveroo a marzo, valutata, almeno inizialmente, oltre 7 miliardi di sterline.

Italia: mercato ricco, fra “grana” rider e operatori alternativi In Italia, secondo l`Osservatorio ecommerce B2C del Politecnico di Milano e di Netcomm, il com-parto segna introiti superiori a 700 milioni di euro, (calcolati al 2020). Secondo UBS, il valore globale del settore raggiungerà i 306 miliardi di euro nel 2030 e crescerà a un CAGR del 15%. Insomma, di sicuro gli ordini non mancano. Il desiderio dei consumatori di farsi recapitare il cibo a casa è sempre forte. Ma dal punto di vista aziendale, c’è un particolare che accomuna questi colossi: ancora non fan-no utili a livello di risultato di bilancio. Un dato con cui, prima o poi, dovranno fare i conti. Non a 46

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ca-so, Deliveroo a luglio ha annunciato l’intenzione di interrompere le operazioni in un grande mercato come la Spagna, segno che è ora di cominciare a limare il perimetro del business solo dove ne vale la pena. In questo contesto, anche le regole e il costo del lavoro sono un tassello determinante per far quadrare i conti. In tutti i mercati, non sono mancate polemiche o addirittura interventi legislativi per regolare turni e retribuzione dei “rider”, come chiamiamo abitualmente i fattorini della new economy. E in Italia, questo è stato uno dei pochi settori dove le sigle sindacali confederali si sono mosse a favore dei lavoratori non convenzionali, quelli fuori dai contratti nazionali, per dirla con un’altra espressione i lavoratori della gig economy. Un primo abbozzo di accordo quadro fra Assodelivery e Ugl non ha da-to buoni risultati. A fare un deciso scatto in avanti sul tema ci ha pensato Just Eat, che a marzo ha si-glato un’intesa con Cgil-Cisl e Uil per inquadrare

i fattorini all’interno del contratto nazionale della Logistica-Trasporti. Quattro mesi dopo, erano già seimila i lavoratori del colosso olandese regolarizza-ti in Italia secondo l’intesa. Il delivery in Italia, però, è vivace anche grazie agli operatori locali, che hanno fiutato un business preciso: nei piccoli paesi o in alcune province, i colossi non arrivano ma la fame di delivery è ugualmente alta. Ecco nascere esperienze come quella di Alfonsino, in Campania, che ormai di locale ha solo la connotazione geografica, perché la dimensione aziendale è ragguardevo-le. Nata a Caserta


La spesa a casa in dieci minuti

D

al recapito della cena a quello dei generi di prima necessità il passo è stato, relativamente, breve. Specialmente in pandemia, con il divieto di uscire di casa, tanti italiani hanno apprezzato i servizi nati nell’ultimo biennio, con cui i principali operatori di delivery hanno iniziato a portare a domicilio anche la spesa, benché di piccole dimensioni. Gli accordi tra app e catene della gdo si sono moltiplicati in fretta. A marzo di quest’anno, il gruppo VéGé ha siglato un’intesa con Glovo. Ma la app di consegne aveva già aperto, da tempo, dei “dark store” di proprietà in molte città, da cui far partire in breve tempo genere di prima necessità. Deliveroo ha invece in corso accordi molteplici, a seconda delle zone, con Conad, Carrefour e Fresco Market. Ma su questo fronte, il fenomeno che si annuncia dirompente degli ultimi mesi, è lo sbarco anche in Italia della spesa express, con consegna da parte dei fattorini nel giro di 10-15 minuti. Anche in questo caso, il primo banco di prova è Milano, dove a inizio anno è arrivata Gorillas, startup nata a maggio 2020 a Berlino e cresciuta alla velocità della luce. Grazie a una rete capillare di dark store di quartiere, e rider che si muovono su bici elettriche, la società consegna la spesa a casa nel giro di dieci minuti. “Abbiamo un piano di sviluppo aggressivo, che prevede una città nuova ogni mese, un nuovo quartiere ogni settimana, e dopo Milano, Roma e Torino arriveremo anche al Sud” aveva racconta il country manager italiano, Alessandro Colella, a retail&food. A stretto giro, sullo stesso filone, è arrivata anche un’altra startup della spesa ultra veloce, Blok, nata invece per la prima volta in Spagna. nel 2016, oggi punta a raggiungere 400 Comuni coperti entro il 2022. Alfonsino al momento serve circa 300 piccoli centri, in sette diverse regioni, ha un migliaio di ristoranti affiliati e circa 250mila clienti attivi. Anche sul fronte dei fattorini, la società campana ha cercato da subito di rendere

stabile il loro rapporto di lavoro, utilizzando la formula del co.co.co comprensiva di tutela Inail e contributi. Entro il 2022 conta di assumerne 3.000.

Niente ristorante, solo cucine multi brand L’esplosione del delivery ha acceso la miccia su una delle altre grandi novità, il fenomeno delle ghost kitchen. Quelle cucine, in sostanza, senza servizio interno ma che nascono solo per foraggiare le ri-chieste del recapito a domicilio. In Italia, Milano è stata senza dubbio l’apripista di questa nicchia, ma presto gli investimenti hanno iniziato a piovere anche su altre città del Centro Nord. Uno dei big come Kuiri ha iniziato con due cucine sotto il Duomo ma presto ha allargato le operazioni verso Torino e Roma. “Il nostro rappresenta il primo brand italiano di un modello di business” aveva commentato il Ceo e fondatore Paolo Colapietro. “Ci qualifichiamo come un vero e proprio coworking nel settore della ristorazione. Da qui al prossimo anno puntiamo a chiudere un round di finanziamento molto im-portante finalizzato a una ulteriore espansione che ci porterà ad avere fino a 60 smart kitchen su tutto il territorio italiano in 24 mesi“. Ma a irrompere nel settore è stato anche Helbiz, società italoamericana nota per lo sharing di monopattini, che ha aperto una nuova linea di business: Helbiz Kitchen. Par-tendo da Milano come prima location mondiale, il colosso che si è recentemente fuso con GreenVi-sion, dà così l’assalto al food delivery. È in rampa di lancio una rete di cucine tutte di proprietà, la prima delle quali sarà a Milano nella zona di via Washington. Il piano di sviluppo prevede lanci successi-vi negli Stati Uniti (Washington DC, Los Angeles, Miami, Oklahoma City), in Canada, in Europa (Portogallo, Spagna, Grecia, Serbia, Francia, Germania) e in altre città d’Italia (Roma, Torino, Firenze, Bologna, Napoli, Bari). La particolarità è che, anche per la consegna del cibo, il servizio non si appoggerà alle app più note, ma i clienti passeranno direttamente dalla app Helbiz, oggi usata per i monopattini, dove presto apparirà la voce “food”. I rider, in questo caso, vengono chiamati “i butlers” di Helbiz, maggiordomi che arriveranno a casa con il cibo su scooter elettrici. Sei per ora le specialità previste: pizza, hamburger, insala-ta, poke, sushi e gelato. Il business verrà gestito da Rossella Di Dio, amministratore delegato di Hel-biz Kitchen, tra le fondatrici della società. E ci sono le start up come Delivery Valley, degli ex Master-chef Alida Gotta e Maurizio Rosazza Prin. A.L. settembre 2021 | retail food

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f Opening News PER ROADHOUSE ECCO LO SBARCO IN CAMPANIA E PUGLIA

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state calda per Roadhouse Restaurant, con quattro aperture e l’ingresso in Campania e Puglia. Per l’insegna del Gruppo Cremonini, sono arrivate in estate due aperture, una a Pisa, in via Aurelia 3, che rappresenta il nono locale in Toscana; l’altra a Ostia, nella centralissima via della Marina, di fronte alla Piazza dei Ravennati. Successivamente sono arrivati due nuovi Roadhouse Restaurant a Napoli, all’interno della Stazione Centrale, e a Bari, nel parco commerciale Santa Caterina, all’uscita 9 della circonvallazione S.S. 16 Adriatica della città. E con questi sono ben 164 i Roadhouse in Italia. Roadhouse Spa annovera anche i brand Calavera Restaurant, Billy Tacos, Smokery e Meatery.

CMP CRESCE AL NORD E SAN MARINO

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ris ravvicinato di aperture per CMP, brand specializzato nello sportswear. Due sono state messe a segno in altrettanti shopping center, il Nave de Vero di Venezia e l’Oriocenter di Bergamo. Il terzo al nuovo San Marino Outlet experience. Sono mesi di forte espansione per il marchio, che a inizio anno ha debuttato in Germania e si è rafforzato in Francia, continuando però a crescere anche nel nostro Paese. CMP è il marchio nato nel 2010, dove sono confluite le attività di Kilkenny in Italia e di F.lli Campagnolo all’estero. Il cuore dell’azienda nasce addirittura negli anni ‘60 dal primo nucleo della ditta Campagnolo di Bassano.

AUTOGRILL PORTA LE NOVITÀ “FOOD” IN STAZIONE A MILANO

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razie al rapporto consolidato tra Autogrill e Grandi Stazioni Retail, la stazione di Milano Centrale si è rifatta il trucco in piena estate, con l’arrivo di quattro novità nell’ambito dell’offerta di ristorazione. Si tratta di Wascoffee Lab, laboratorio del gusto sostenibile, Pastaria (concept dedicato alla pasta nato dalla collaborazione con lo chef stellato Andrea Ribaldone), l’intramontabile Spizzico e il Beer&Bar Heineken (in foto). I quattro punti vendita si trovano tutti nel grande atrio della stazione.

CALAVERA FRESH MEX NEL CUORE DELLA BRIANZA

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rriva a Seregno, nella provincia di Monza-Brianza, la 13esima apertura di Calavera Fresh Mex, catena di ristoranti messicani sviluppata in Italia dal gruppo Cremonini. Finora l’espansione del gruppo ha privilegiato il Nord Italia e i grandi shopping mall, come Milano City Life, Roma Da Vinci o come il Serravalle Retail Park. Calavera fa capo al brand Roadhouse, a sua volta parte di Cremonini. Tra i suoi punti di forza, al di là del menù messicano allargato a piatti alternativi come le bowl, c’è anche un marketing che strizza l’occhio alla fascia giovane e un’offerta commerciale allargata a gadget come tazze e t-shirt.

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f Opening News PECK ESCE DA MILANO E SCEGLIE FORTE DEI MARMI

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a storica insegna meneghina Peck ha scelto Forte dei Marmi per aprire il suo quarto locale, il primo lontano da Milano. La nuova Gastronomia ed Enoteca nel cuore della Versilia si aggiunge quindi al flagship di via Spadari e ai due punti vendita a CityLife e Porta Venezia. Le proposte della gastronomia ed enoteca si potranno ricevere anche a casa con il servizio delivery green di Peck. Gli ordini saranno infatti consegnati in tutta Forte dei Marmi con gli scooter elettrici e interamente Made in Italy di Askoll. Il design degli interni è stato affidato allo Studio Vudafieri Saverino Partners che ha già firmato il punto vendita di Peck Citylife a Milano.

GROM SCEGLIE OLBIA PER LA SARDEGNA

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er il noto marchio di gelateria artigianali si tratta del primo ingresso in Sardegna. Grom, almeno per l’estate, ha deciso di aprire all’interno dell’aeroporto di Olbia, specialmente per catturare il flusso di turisti imponente dello scalo. È un’apertura nel segmento travel retail spia della strategia del marchio, acquisito nel 2015 da Unilever, che dopo il passaggio ha ridefinito il business della presenza fisica sul territorio con meno gelaterie, ma strategiche per coprire alcune città o punti di passaggio come questi, anche in vista della stagionalità. Anche per questo, a maggio, Grom aveva portato la sua insegna in Emilia Romagna, a Riccione.

NUOVO FORMAT LUSH AD ARESE

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ush, brand etico di cosmetici freschi e fatti a mano, ha aperto un punto vendita all’interno de Il Centro di Arese. Per il brand si tratta di un’apertura che segna una decisa virata verso un nuovo concept di punto vendita. Ad Arese è attivo il servizio Click & Collect che permette ai clienti di ordinare online e ritirare in store. Inoltre la realtà aumentata fa il suo ingresso in negozio, grazie all’app LushLabs, che dialoga virtualmente con il cliente: inquadrando il prodotto con lo smartphone si accede a una scheda contenente informazioni e video dimostrativi, come ad esempio gli effetti di una bomba da bagno che si scioglie nell’acqua. Arese è la prima apertura italiana del 2021. “Il nuovo store incarna alla perfezione l’anima del brand” ha detto Alessandro Andreanelli, amministratore delegato di Lush Italia: “Innovazione e creatività per sfidare l’industria della cosmesi, valori etici per guidare un futuro più responsabile”.

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STORTELLINI INVESTE ANCORA NEL TRAVEL RETAIL

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tortellini avanza ancora nel canale travel retail delle autostrade. Dopo il successo di San Zenone (Mi), ecco due nuova aperture presso le aree di sosta Crocetta Nord (Asti) e San Martino Est (Parma) entrambe del gruppo Area Italia – My Chef. Il brand romagnolo Stortellini è sviluppato da 3F Retail ed è nato sulla base di Paolino Tortellino, primo punto vendita take away fondato nel 2017 da Paolo Filippini insieme alla moglie Gaia. Nel 2020 era arrivato anche lo sbarco al parco tematico Leolandia, mentre quest’anno è stata la volta del travel retail.

ESORDIO A MILANO DI CI STA FRIENDLY

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a aperto nel capoluogo lombardo, in zona Sempione, il primo punto vendita di Ci Sta Friendly, brand di pizzerie che prevede l’utilizzo di impasto “bio” al 100% italiano. Il ristorante ha tavoli interni e opera anche con il delivery, convenzionato con i 4 maggiori operatori italiani, sia con recapito a casa sia per ritiro in sede. Spazio Futuro ha curato la realizzazione dello store.


RISPARMIO ENERGETICO FINO AL 60% LA SOLUZIONE PER GLI SPAZI RETAIL & FOOD OLTRE 500 MQ Genesis™ by Conclima garantisce alte performance energetiche tramite impianti di ultima generazione e l’esclusiva intelligenza artificiale Acron™ che gestisce in modo dinamico l’ottimizzazione delle fonti energivore nei grandi spazi retail & food, riducendo significativamente le emissioni di CO2 in atmosfera. Genesis™ è acquisibile anche tramite la formula del noleggio operativo ad impatto zero sui capitali aziendali e con detrazione totale. via Israele, 4 - 48026 Russi (RA) T. +39 0544 580288 - www.conclima.net


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f Opening News BRUNELLO CUCINELLI TORNA IN AEROPORTO

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runello Cucinelli ha aperto all’aeroporto di Fiumicino e per il brand si tratta di un ritorno al travel retail. È di quest’estate l’apertura di uno store nel principale scalo italiano, all’interno dell’area extra Schengen, strategica per catturare i top spender del lungo raggio. Fino a una decina di anni fa, il brand di lusso con cuore e quartier generale in Umbria (a Solomeo) disponeva di un negozio al Terminal 1 di Malpensa, poi chiuso. Si tratta di un investimento che suona anche come un premio all’attività di Adr, Aeroporti di Roma, dal momento che la strategia del gruppo era ultimamente concentrata sull’estero, più che sull’Italia. A fine marzo, Brunello Cucinelli aveva aperto il suo più grande flagship store in Giappone, a Tokyo. Prima, a settembre, era arrivata un’altra opening a Parigi. A breve invece, entro fine agosto, è previsto il raddoppio della superficie del centralissimo negozio di New York, a Madison Avenue.

FALCONERI APPRODA ANCHE A IL CENTRO

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er il marchio di moda donna e uomo, specializzato in cachemire, è una delle rare aperture all’interno dei centri commerciali. Falconeri ha scelto Il Centro di Arese per questa sua apertura italiana del 2021. Il marchio è parte del gruppo Calzedonia e, secondo l’ultimo bilancio di gruppo, dispone di 131 punti vendita di cui 74 in Italia, in 18 Paesi mentre sono 22 i mercati in cui vende tramite il canale on line. È un buon segnale da parte del brand, che aveva impresse un’accelerazione alle sua aperture, specialmente all’estero, prima della pandemia. Tra la metà e la fine del 2019 erano arrivati infatti gli investimenti tra Francia, Spagna, New York e Tokyo.

DOPPIO MALTO METTE UNA BANDIERINA SUL GARDA

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on si arresta l’avanzata di Doppio Malto, il brand di birrerie approdato anche a Lonato (Bs) in collaborazione con Cushman & Wakefield. Doppio Malto è un progetto nato a Erba, in provincia di Como, dal primo birrificio per la produzione di “bionde” artigianali, poi trasformato in una catena di ristoranti che hanno superato ormai le 20 unità. Tra le caratteristiche del nuovo ristorante di Lonato, utile per catturare la fascia “famiglie” c’è anche uno spazio tutto dedicato ai bambini soprannominato “babyland”. Uno spazio ampio che comprende alcuni calcio-balilla. Doppio Malto nasce dall’idea del fondatore e amministratore delegato Giovanni Porcu, che controlla il marchio tramite la Foodbrand Spa.

VENTESIMO LEGO CERTIFIED ALLE BEFANE DI RIMINI

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n altro mattoncino, il ventesimo in Italia, per la partnership tra Gruppo Lego e Percassi, che sabato 10 luglio hanno inaugurato al centro commerciale Le Befane di Rimini un nuovo Lego Certified Store. Con questo nuovo punto vendita, l’azienda danese insieme a Percassi porta nel nostro Paese per la prima volta un innovativo concept di piattaforma in-store, ideato per offrire un’esperienza di vendita sempre più personalizzata e soddisfare le molteplici necessità dei diversi target di clientela. Il Lego Store romagnolo si inserisce nel piano di espansione di negozi gestiti da Percassi, che ha in programma di aprirne altri sul territorio nazionale nel corso dei prossimi anni.

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f Opening News FINALMENTE IL MERCATO CENTRALE IN STAZIONE A MILANO

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opo più di un anno di attesa, causa Covid, è stato inaugurato il Mercato Centrale di Milano, il quinto in Italia del brand fondato da Umberto Montano. L’apertura è parte integrante dell’opera di riqualificazione di tutta l’area urbana esterna alla Stazione Centrale che il Comune di Milano sta sviluppando con Grandi Stazioni Retail e Ferrovie dello Stato. Nella nuova struttura, di oltre 4.500 mq e dislocata su due piani, saranno ospitati 29 artigiani della gastronomia, tra cui la pizza di Crosta, l’american barbecue di Joe Bastianich, i ravioli di Agie Zhou, la pasticceria Martesana. Si può consumare in uno dei 1.500 posti a sedere, fare la spesa, ed è stata attivata una convenzione per il delivery con l’operatore Cosaporto, dedicata alla fascia alta di prodotto. L’investimento complessivo del progetto è stato di 18 milioni di euro ed è prevista, a regime, la creazione di 400 posti di lavoro.

DOPPIO COLPO BRACCIALINI, A FIRENZE E MARCIANISE

LA PIADINERIA CORRE VERSO 300

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a Piadineria corre spedita, tenendo fede al progetto annunciato a inizio anno di 50 aperture nel corso del 2021. In estate si sono alzate le serrando sul ristorante inaugurato presso lo shopping center Palmanova Village, in provincia di Udine. In precedenza, i nuovi punti vendita si erano concentrati tra la Lombardia e il centro. Tra le curiosità, a giugno era stato inaugurato a Milano il ristorante con il brand particolare “Piadineria Tasty & Free”, con un menù sempre basato sulla classica piadina romagnola, ma con ingredienti pensati per chi ha necessità di particolari regimi alimentari, come ad esempio l’assenza di glutine e lattosio.

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raziella Braccialini ha sfruttato l’estate per consolidare la sua presenza al centro sud. La società, nata nel 2017 dall’unione tra la pelletteria della fiorentina Braccialini e l’oreficeria dell’aretina Graziella, ha aperto un negozio a Marcianise, in Campania, all’interno de La Reggia Designer Outlet di McArthurGlen. A stretto giro, ha poi aperto uno store nel cuore di Firenze, tra piazza del Duomo e piazza della Signoria. Significativa l’apertura all’interno dell’outlet, collegato a un investimento annunciato lo scorso maggio da McArthurGlen, che ha messo sul piatto circa 20 milioni di euro per l’ampliamento di Marcianise, l’outlet più importante del Meridione, da cui scaturirà l’apertura di 25 nuovi negozi per circa 200 nuovi posti di lavoro.

BEFED FA 35 CON “I VIALI” DI NICHELINO (TO)

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iovedì 15 luglio BEFED ha aperto un nuovo locale a Nichelino, presso il centro I Viali Shopping Park, nella zona sud della città metropolitana di Torino. Collocato nell’area ristorazione esterna del centro, il ristorante dispone di 90 posti a sedere all’interno e circa 30 nel dehor esterno. Il galletto cotto alla brace, selezione esclusiva di Valle Spluga, e la Birra artigianale rimangono i prodotti di punta del marchio, che comunque inserisce a menù diverse altre proposte, specialmente a base di carne. Con questo nuovo pub, la catena raddoppia la sua presenza nell’area di Torino e raggiunge un totale di 35 locali in Italia. La società, nata a Bergamo, è anche partner dell’Atalanta calcio.

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COMITATO PROMOTORE Rosario Ambrosino • A.D. Gruppo Elior Italia

Alessandro Pirinoli• Managing Director Compass Group Italia

Stefano Biaggi • Presidente e A.D. Sodexo Italia

Tommaso Putin • Resp. Pianificazione e controllo

Cristian Biasoni • A.D. Chef Express - Presidente AIGRIM

Serenissima Ristorazione

Corrado Cagnola • A.D. KFC Italy

Massimiliano Santoro • Director Publ. Affairs

Sergio Castelli • A.D. Areas Italia

and Europe Business Dvlp. Autogrill

Roberto Colombo • Amministratore Delegato Sebeto

Antonio Savoia • Presidente Edifis

Massimiliano Fabbro • A.D. Fabbro - Presidente Anir

Carlo Scarsciotti • Presidente Angem Portavoce Oricon

Mario Federico • A.D. McDonald’s Italia

Renato Spotti • A.D. Dussmann Service

Andrea Laguardia • Resp. di settore Legacoop

Lino Stoppani • Presidente Fipe

Produzione & Servizi

Andrea Valota • General Manager La Piadineria

Chiara Nasi • Presidente CIRFOOD

Danilo Villa • Direttore Generale CAMST

Alberto Niero • Ceo Italia Lagardère Travel Retail

Lino Volpe • Presidente Gruppo Elior Italia

Ernesto Pellegrini • Presidente Gruppo Pellegrini

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L’intervista

Camicissima-Nara: take over in era Covid di Andrea Penazzi

L’operazione di metà giugno, nata e condotta in pandemia, si basa sulla complementarietà tra i due brand. Obiettivo: creare una holding leader nella camicia uomo-donna, forte in Italia e all’estero

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on il senno del poi, ci scherza volentieri su Fabio Candido, presidente di Fenicia SpA, quando definisce la due diligence per l’acquisizione di Nara Camicie “non proprio semplice e spedita”. Come ha fatto notare l’ Amministratore Delegato nell’intervista rilasciata a r&f qualche settimana dopo l’annuncio del take-over (16 giugno), una distanza normalmente irrisoria come quella tra Milano e il Veneto è diventata un ostacolo concreto, superabile solo grazie alle tecnologie digitali e, quando possibile, a rapide trasferte in giornata, “perché tutti gli hotel erano chiusi”. Commenti tutt’altro che banali, perché danno l’idea delle difficoltà non solo economiche e di mercato oltre che di sicurezza sanitaria - ma anche logistiche imputabili al Covid e alle relative limitazioni sugli spostamenti tra regione e regione o tra aree geografiche contraddistinte da un diverso grado di rischio di contagio. Ma, alla fine, come sempre conta il risultato. E questo è stato centrato, dato che “già pri-

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Sergio e Fabio Candido ma del Covid io e mio fratello Sergio avevamo deciso di crescere non solo verticalmente, ma anche orizzontalmente e quindi tramite acquisizione. Sul tavolo ci erano arrivati diversi dossier e questo ci lusinga in quanto significa che il mercato credeva che Fenicia fosse in grado di gestire positivamente diversi brand; sino a quando, a fine 2019, ci è pervenuta la proposta da parte del marchio di proprietà di Passaggio Obbligato SpA che faceva capo alle famiglie Annaratone e Pellegrino. A febbraio 2020 ci siamo incontrati ma il primo lockdown ha congelato tutto. Con la promessa, però, di incontrarci nuovamente un mese dopo la riapertura delle attività. E così è stato: dal 18 giugno abbiamo riallacciato i rapporti e dato inizio all’operazione che ha portato, un anno più tardi, all’ingresso di Nara Camicie nel portfolio di Fenicia SpA”. Con Nara Camicie focalizzata all’80% sulla donna e Camicissima in toto sull’uomo, le due inse-

gne, ha chiarito Fabio Candido, sono perfettamente compatibili e complementari.

Primi step: rilancio di Nara e 60 nuovi store in Italia La dote di 130 negozi a insegna Nara Camicie, di cui 4 di proprietà e tutti gli altri in franchising, è confluita ufficialmente in Fenicia SpA. L’ingresso del brand di camiceria fondato nel 1984 porta il numero complessivo di negozi appannaggio di Fenicia Spa a quota 480, in virtù dei 350 store Camissima, di cui oltre 120 in Italia (91 diretti e 30 in franchising) e 180 in Cina. Nel complesso Camicissima opera in 31 mercati su scala mondiale. Sul medio lungo periodo, partirà un rilancio del brand Nara Camicie. “L’intento nei prossimi tre anni è ammodernare l’immagine dei punti vendita e della collezione e di abbracciare un target di clientela più giovane” ha spiegato Fabio Candido. In vista novità anche sulla rete vendita. “Da sempre il progetto Nara ha funzionato con pochissimi negozi diretti e tanti in franchising. A mio parere, l’insegna è deficitaria in grandi città come Roma e Milano, dove punteremo ad aprire in location ad altissimo traffico. E lo faremo soprattutto con la formula diretta. Ma se ci sarà un partner già attivo sulla piazza e che avrà individuato una zona strategica, ad esempio a Roma, potrà certamente procedere” ha aggiunto l’Amministratore Delegato. “A prescindere da chi realizzerà i negozi, dunque, ci siamo da-


ti l’obiettivo di aprirne una sessantina in Italia nei prossimi tre anni. E nel mercato domestico crediamo davvero molto”.

Pronta l’accelerazione su “village” e travel retail L’accelerazione sullo sviluppo non può prescindere dal tema dei canali, sia fisici, sia on line. “Rispetto ai primi, siamo interessati ad aprire in tutti e quattro i cluster tradizionali, in particolare centri commerciali, main street e outlet, in breve tempo” racconta ancora Candido. “Nara Camicie non è ancora pre-

sente nei village a prezzi scontati, ma questi sono necessari per fare volumi”. Più complesso, invece, il tema travel. “Come Camicissima siamo abbastanza forti in questo segmento, per cui vogliamo iniziare a provare anche con Nara Camicie. L’obiettivo è testare con due o tre negozi e poi decidere il da farsi in base ai risultati. Attraverso questa prima esperienza capiremo come si comporta la donna in aeroporto, mentre ormai conosciamo piuttosto bene le abitudini di consumo dell’uomo”. Parallelamente, vi è anche una questione di grandezza del format dei negozi, che l’ Amministratore Delegato ha spiegato di voler incrementare portandoli a 60-80 mq di vendita più magazzino, in virtù anche di un’estensione della gamma di prodotto. Questo, di conseguenza, favorirà attività di relocation di una parte della rete.

Russia e Medio Oriente nel futuro di Nara Tutte queste novità saranno apprezzabili nell’apertura del primo flagship store Nara Camicie sotto la nuova gestione di Fenicia SpA, che dovrebbe spalancare le porte al pubblico tra settembre e ottobre 2021. Ancora top secreto il luogo. E nuove aperture riguarderanno anche l’e-

stero, sfruttando sia partnership già avviate a livello locale o avviandone di nuove, sia eventuali sinergie con Camicissima, che potrebbero portare presto Nara Camicie ad entrare nel mercato cinese. Al momento, i Paesi su cui punta l’azienda per un prossimo ingresso sono Russia e Medio Oriente. Guardando infine al mondo virtuale, con l’acquisizione da parte di Gruppo Fenicia il brand Nara Camicie si appresta a sbarcare online con un eCommerce ufficiale. E anche in questo caso, specifica l’Amministratore Delegato, sarà molto preziosa l’esperienza maturata con Camicissima in termini di piattaforma e modalità di vendita. La comunicazione social, ovviamente, accelererà di conseguenza. ¢

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f Elettronica di consumo Intervista

Scozzoli (Aires): “Competizione giocata su assistenza e digitale”

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andate in archivio le vacanze estive, i grandi retailer dell’elettronica iniziano a lavorare per farsi trovare pronti ad alcuni appuntamenti cruciali. A fine novembre arriverà il “black friday” che ormai, combinato con il periodo natalizio, è il periodo dell’anno più prolifico a livello di vendite. Poi ci sarà il nuovo “switch off” relativo al digitale terrestre, che entro il giugno 2022 garantirà ai rivenditori un buon numero di “rottamazioni” di vecchie tv. Abbiamo fatto il punto sul settore con Andrea Scozzoli, presidente di Aires (Associazione italiana retailer dell’elettronica). Diamo uno sguardo ai conti. Come vanno i numeri dei principali player italiani dell’elettronica? Il 2020, nonostante la pandemia, è stato oggettivamente un anno positivo, che per tutti gli operatori dovrebbe segnare ricavi in crescita rispetto al 2019. Le persone sono rimaste più a casa e hanno approfittato per rinnovare molti elementi, dagli elettrodomestici a tutto quel che riguarda la cura della persona e della casa. Quindi è possibile che il 2021 possa segnare un piccolo rallentamento. A patire di più saranno le insegne che sono rimaste un po’ ferme sul negozio fisico e non hanno investito in omnicanalità. Come sarà il negozio del futuro? Come dimensioni non c’è un format migliore di un altro. A seconda delle opportunità e della geografia puntiamo tanto su negozi di superfici ampie, quanto su punto vendita più piccoli o in-store. A fare la differenza sarà l’esperienza proposta al consumatore. Il cliente, in negozio, deve toccare con mano alcuni prodotti, magari di fascia premium, ricevere assistenza adeguata, anche tramite iniziative con

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AIRES E L’IMPEGNO A BRUXELLES

Andrea Scozzoli, presidente di Aires i produttori, e naturalmente interagire con il canale on line. Il click and collect ormai si è imposto. Come giudica il livello di assistenza fornito dai retailer? A livello generale, assegnerei un voto tra sufficiente e buono. È vero che nelle ore di punta talvolta si fatica a parlare con un addetto, ma la competenza tecnica è piuttosto alta, anche i fornitori ci mettono a disposizione ore di formazione su questo terreno. Ci sono da migliorare altri aspetti, magari di tipo comportamentale e di approccio al cliente. Il tema del personale e del suo livello di preparazione è cruciale per noi, perché si gioca su un equilibrio difficile tra esigenze della vendita e conti da tenere in ordine. Senz’altro, però, l’assistenza è centrale per l’utente perché sul web si ha la sensazione di trovare ogni informazione, ma in realtà è faticoso districarsi. Basti pensare a un tema cruciale come l’IoT e la connessione tra dispositivi diversi. Assisteremo a una specializzazione dei punti vendita? Direi di no, perché un tratto caratteristico dei nostri brand è il vasto assortimento e così resterà in futuro. Piuttosto, vedremo esposizioni meno chilometriche e cambierà la logistica, con magazzini un po’ meno ampi, ma capaci di rispondere rapidamente agli ordini, visto che ormai l’abitudine di consumo è verificare la disponibilità del prodotto sul sito internet e concordare il ritiro in un giorno stabilito. Il mercato italiano dell’elettronica è affollato. C’è spazio per nuovi operatori?

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Associazione italiane retailer dell’elettronica è costituita da 5 grandi soci: Unieuro, Mediaworld, Euronics, Gre-Trony, Expert. Rappresenta un settore con un fatturato 2020 da oltre 10 miliardi, per 26.000 addetti. Per il triennio 2021-203 il suo direttivo è questo: presidente Andrea Scozzoli (Unieuro), vicepresidente Emanuele Cosimelli (Mediaworld), consiglieri Alessandro Butali (Euronics), Salvatore Fanni (GRE/Trony), Roberto Omati (Expert), mentre direttore generale e consigliere indipendente è Davide Rossi. A livello europeo aderisce a Eucer Council, presieduto da Hans Carpels (Euronics Internationale”. “La dimensione europea è fondamentale” ha spiegato il presidente Andrea Scozzoli. “Ormai è a Bruxelles che si decidono Regolamenti cruciali come il digital services Act e il digital market Act”.

Già da una decina d’anni il settore si è consolidato, raggiungendo un numero equilibrato di negozi e di operatori. A breve non prevedo grandi cambiamenti e vedo difficile l’ingresso di un grande brand generalista. Penso, però, ci sia sempre spazio per nuove idee e quindi non vedrei male l’arrivo di soggetti capaci di caratterizzarsi per aspetti specifici, come un nuovo approccio verso il consumatore o un modello di business centrato sulla digitalizzazione spinta del punto vendita. Il prodotto “ricondizionato” avrà uno spazio rilevante, anche in chiave di sostenibilità ed economia circolare? Solo fino a un certo punto. È da anni che se ne parla, ma alla fine l’unico oggetto refurbished che ha mercato è il cellulare. Per il resto, sia come costi sia come normativa, l’elettronica usata ha poco appeal. A.L.


Food Tech di Adriano Lovera

La startup italiana nata nel 2017 promette di semplificare il rapporto ristoratoregrossista: prezzi, ordini, fatturazione, tutti racchiusi nello stesso marketplace

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uando si parla di food tech, cioè la tecnologia al servizio della ristorazione, si pensa quasi sempre al delivery con cui il cibo arriva a casa al consumatore. Tutt’al più, all’esigenza di avere uno spazio in Rete e un menù in formato digitale. La startup Deliveristo, fondata da Ivan Aimo, ha affrontato il tema da un altro punto di vista: che cosa succede a livello b2b? Come avvengono i rapporti quotidiani tra ristoranti e fornitori? “È proprio in questo segmento che abbiamo sentito l’esigenza di portare un po’ di tecnologia, per rendere più chiari e spediti i processi” racconta il fondatore, piemontese di Bra, terra di vino e Slow food, laureato in Ingegneria Fisica ma da sempre innamorato del food. “In molti casi, parliamo di un mondo fermo a cinquanta anni fa. Un ristoratore in media si interfaccia a 10 o 20 grossisti, a ciascuno dei quali impartisce gli ordini una volta con un messaggio, la volta dopo con una telefonata, e sempre con la necessità di monitorare il prezzo dei prodotti freschi, che cambia quasi ogni giorno. Una perdita di tempo ed efficienza”.

Dopo Milano, ecco Bologna, Torino e Roma Da qui è nata l’idea di Deliveristo, un mercato interamente digitale dove domanda e offerta si incontrano all’istante proprio come su un qualsiasi marketplace in Rete. Il ristoratore può comparare i prezzi, inserire gli ordini con pochi click e verificare le condizioni di spedizione. Solitamente i prodotti freschi (carne, pesce, frutta, verdura) viaggiano giornalmente su mezzi refrigerati del fornitore, che si trova nello stesso territorio dell’acqui-

I fondatori di deliversito,

da sinistra: Gabriele Angeleri,

Ivan Aimo, Luca Calia

Con Deliveristo tutti i fornitori in una app rente. Ma se si scelgono prodotti da più lontano, Deliveristo ha partner come Dhl che possono organizzare l’invio. “Questo è un aspetto importante” dice ancora Aimo. “Noi per ora abbiamo aperto a Milano, Bologna e presto arriveranno Torino e Roma. Questo significa che, in queste aree metropolitane, proponiamo il prodotto fresco locale in giornata. È il fornitore a inserire i Cap che garantisce di raggiungere. Ma su Deliveristo possono iscriversi ristoranti da ogni parte d’Italia. Se uno chef della Lombardia cerca il capocollo pugliese di Martina Franca, da noi lo può comprare”. Oltre alla semplicità e alla varietà, dal momento che sulla piattaforma compaiono in media 10 fornitori nuovi al mese, un altro punto a favore di Deliveristo riguarda la gestione delle fatture. Infatti, per tutti gli acquisti effettuati tramite questo canale, la controparte è la stessa Deliveristo, che emette un’unica fattura mensile per tutti gli ordini immessi nel periodo. Una grande semplificazione amministrativa.

Obiettivo estero, focus su Sud Europa Qual è il cliente tipo? “Oggi possiamo identificarlo in aziende di ristorazione di fascia medio alta, con una dimensione che va da uno a quattro ristoranti, in cui il pro-

prietario desidera efficientare la catena e renderla più snella. Ma con 300 fornitori e quasi 30.000 prodotti disponibili, possiamo fornire tanto lo chef stellato quanto il chiosco kebab” ammette Aimo. Per quanto riguarda la remunerazione di Deliveristo, questa avviene sul lato del fornitore, mentre per i ristoratori l’iscrizione è sempre gratuita e sui prodotti viene garantito lo stesso prezzo che si otterrebbe contattando direttamente il produttore. Quali sono, ora gli obiettivi di crescita? Dal punto di vista del capitale, la società aveva chiuso un round di finanziamento da 4,5 milioni di euro a dicembre scorso. “Sarà opportuno aprire una nuova raccolta, ma per ora non cediamo la proprietà, la cessione di quote non è nei piani. Da un lato, vogliamo aumentare il numero di fornitori presenti. Dall’altro, aggiungere un altro paio di città in Italia, oltre a quelle segnalate. Dopodiché, sbarcare all’estero, in primis nel Sud Europa. Oltreconfine non ci sono esperienze strutturate simili alla nostra” racconta ancora il fondatore. Deliveristo farà breccia? “La pandemia ha creato uno scossone. Il 15% dei ristoratori, in questa crisi, non ce l’ha fatta. Ma questo significa che arriverà un nuovo 15% di operatori più innovativi, già aperti al digitale, che diventeranno il nostro principale target da coinvolgere”. ¢ settembre 2021 | retail food

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f Aeroporti Travel

L’hub di Monaco pronto al rimbalzo

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aeroporto di Monaco di Baviera è uno snodo cruciale del trasporto aereo europeo, molto frequentato anche dalla clientela italiana. In epoca pre pandemia (dati 2019) era il nono scalo continentale per passeggeri, quasi 48 milioni, il secondo in Germania dietro soltanto a Francoforte. Appena ripartito il traffico, Monaco non ha perso tempo a ha ricominciato ad aprire i suoi negozi e ristoranti. “Ai primi segnali di ripresa, lo scalo bavarese sta riprendendo il suo ruolo di destinazione famosa per la sua offerta retail innovativa” recita una nota della società. Come numeri, siamo ancora lontano dalla piena operatività (circa 60 tra bar e ristoranti e 150 attività commerciali). In compenso sono arrivate alcune novità. Abbiamo approfondito il tema con Rainer Beeck, senior vice president commercial activities di Munich Airport.

Hard Rock e dean&david le new entry Tra le prime new entry da segnalare, al terzo piano, lungo il passaggio che porta dal Munich Airport Center (MAC) al Terminal 1, è arrivato l’Hard Rock Cafè – Rock Shop. In questo caso, quindi, non si tratta di un ristorante ma di un negozio con tutti i gadget della nota catena, in modo particolare un vasto assortimento di abbigliamento. Sul fronte food&drink, una novità è invece “dean&david” (al Terminal 2, dopo i controlli), un marchio con sede nella stessa Monaco, ispirato al cibo salutare, che offre soprattutto insalate, bowl e smoothies. E ancora, sempre al Terminal 2, lo shop 62

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Test della guida autonoma grazie al Campus “MyDutyFree” si è arricchito di una “hospitality area” con zona bar e sgabelli. E i tedeschi hanno pensato anche di installare una ruota della fortuna (si chiama così, ma è un totem digitale), che permette a tutti i passeggeri di tentare la sorte per aggiudicarsi voucher o altri regali. “E non basta” aggiunge Rainer Beeck. “Abbiamo riaperto anche il popolare Sportalm, un ristorante in stile alpino della nostra sussidiaria Allresto, dotato di una terrazza mozzafiato. E in autunno verrà riaperto e ampliato il Selmans Bar & Restaurant (nell’area non-Schengen del Terminal 2), un marchio che appartiene alla compagnia locale Aichinger Gastro group, che nel nostro scalo gestisce diverse altre location come il Seafood Sylt, Bocanero, Cloud 7 e Blue Bird”.

Si al multicanale, no concorrenza all’e-commerce Come per tutto il settore, l’anno scorso è stato grigio anche per Monaco, con il traffico sprofondato a 11 milioni di passeggeri. “Anche noi abbiamo dovuto gestire le partnership con i nostri tenant” racconta il manager tedesco. “Abbiamo ridefinito termini e condizioni dei contratti, siamo scesi a negoziati e mantenuto con tutti un buon rapporto. Certo, questo non ha impedito che alcune insegne chiudessero. Ancora oggi, è impossibile prevedere quando tutti gli spazi potranno essere occupati e attivi”. Gli scali europei sono alle prese, da un lato, con la carenza ancora pesante dei viaggiatori di lungo raggio. Dall’altro, con i cambiamenti avvenuti a livello dei consumatori. “Su un punto abbiamo le idee chiare” spiega Beeck. “Non vogliamo competere

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llo scalo bavarese non manca lo spazio. Un’area asfaltata di 55.000 metri quadrati, cui se ne aggiungeranno altri 36.000 nel 2022, viene utilizzata per testare i veicoli a guida autonoma di Argo Ai, che in questo modo ricreerà differenti scenari di traffico. La partnership è possibile perché l’aeroporto dispone di un LabCampus, una sorta di innovation center al cui interno diverse start up prendono in affitto degli spazi per sviluppare il proprio business. con la vendita al dettaglio online. Contiamo fortemente sull’acquisto d’impulso da parte dei nostri clienti. Tuttavia, utilizziamo i vari canali digitali - come la nostra app, il sito Web o i messaggi push - per informarli su offerte e servizi. Inoltre, ci affidiamo a iniziative promozionali proprio come la ruota della fortuna digitale. Vorrei aggiungere che l’aeroporto di Monaco è stato il primo in Europa a introdurre la soluzione di pagamento digitale fornita da PayPal. Consente il pagamento mobile e senza cassiere, con il codice QR PayPal, in tutti i negozi e le attività commerciali di Eurotrade (la divisione retail della società di gestione dello scalo ndr)”. Monaco, attraverso il sito, propone anche altre promozioni per spingere agli acquisti interni, come ad esempio le offerte speciali o “L’affare del mese”. E dispone di un servizio “Shop&Store” che permette di fare un acquisto, depositarlo in un box, per poi portarlo a casa una volta rientrati dal viaggio. “Insieme a Eurotrade, continueremo a testare nuovi servizi così da essere sempre al passo con i cambiamenti di mercato” ha concluso Beeck. “Vogliamo essere sempre considerati tra i first mover nel segmento retail dell’industria aerea”. A.L.


Travel Retail Duty Free

Lima-Lagardère, in arrivo il contratto “profit sharing” N

el travel retail aeroportuale debutta il contratto in modalità “profit-sharing” che lega il retailer alla società di gestione dello scalo. La novità si deve a un recente accordo siglato fra Lagardère Travel Retail e Lima Airport Partners (Lap) compagnia controllata dal gruppo Fraport, che gestisce il principale scalo della capitale peruviana, il Jorge-Chávez International. La stessa nota diffusa dai due soggetti definisce l’intesa come la prima, su vasta scala, ispirata allo profit-sharing, ossia la condivisione dei profitti, che sostituisce le variabili tradizionalmente utilizzate nel rapporto come il “minimo garantito” o la “percentuale sui ricavi”.

Al via dal 2022, maxi accordo per 13 anni Nel concreto, l’accordo prenderà il via dal 2022, quando il retailer francese aprirà allo scalo sudamericano un nuovo spazio commerciale duty free Aelia, da circa 3.000 metri quadrati, con un vincolo contrattuale dalla maxi durata: 13 anni. Il documento prevede già che, a partire dal 2025, Lagardère Travel Retail lavori a fianco del gestore per lo sviluppo dell’area commerciale prevista nel futuro, nuovo terminal di Lima. “Siamo entusiasti di aver trovato in LAP un partner sulla stessa lunghezza d’onda, che ha dimostrato un approccio innovativo e pionieristico, sia attraverso il processo di selezione della partnership, sia durante la stesura dei termini contrattuali” ha affermato Dag Rasmussen, presidente e amministratore delegato di Lagardère Travel Retail. Ma in che cosa consiste questo nuovo modello, più nel dettaglio?

Legame stretto e investimenti condivisi Tradizionalmente, gli accordi di concessione tra scalo e retailer sono basati sul revenue-sharing, la condivisione dei ricavi, dove il primo riceve una percentuale delle vendite generate dal secondo. Ma dopo che il Covid ha sconvolto il settore, fiaccando le vendite e rendendo arduo stimare il livello futuro dei ricavi, si è fatto strada il nuovo modello, dove invece l’aeroporto si vede retrocedere una quota dei profitti finali. “Di questa soluzione beneficiano entrambe le parti, perché da questo deriva grande flessibilità in termini di assortimento di prodotto, pricing, investimenti sul marketing. Allo stesso tempo, l’accordo offre una resilienza rispetto ai trend di mercato, talvolta favorevoli altre volte negativi, sul

lungo periodo. In sostanza, si può dire che in questo modo i contraenti condividano non solo i profitti, ma anche i rischi di mercati” ha spiegato a retail&food Robert Payne, a capo della comunicazione internazionale corporate di Fraport, che comunque non ha fornito ulteriori dettagli economici sull’intesa. Detto altrimenti, rivela un operatore del settore off the record, “anche quando la torta è piccola, ne resta una fettina per ciascuno da divide-

In basso, il momento della firma dell’accordo. re”. Proprio perché i due attori condividono profitti o perdite, ha senso la mossa di Lima e Lagardère di stipulare un accordo di lungo periodo che prevede non solo una retrocessione automatica di percentuale, ma che somiglia a un vero e proprio percorso di scelta e selezione di un partner con cui pianificare i piani di sviluppo nel medio termine. A.L. settembre 2021 | retail food

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Case history Jewellery

di Laura Inghirami Founder Donna Jewel

Les Néréides, il bijoux che piace dall’Europa all’Oriente

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ondata a Nizza nel 1980 da Pascale ed Enzo Amaddeo, Les Néréides offre da più di quarant’anni bijoux “Haute Fantaisie” disegnati a Parigi nell’headquarter dell’azienda in Rue Du Bourg L’Abbé, con grande creatività e innovazione. La Maison mira a creare un’esperienza distintiva per il cliente, sia online che offline, attraverso una particolare attenzione verso tutti i servizi vendita. Dalla formazione del personale addetto negli store, l’atmosfera nel punto vendita, il merchandising, fino al packaging. Attenzione che ha portato la Maison ad essere presente in più di ottanta flagship store nelle più importanti città del mondo, ricevendo particolare apprezzamento in Asia-Pacific e in Europa. Dello sviluppo retail e delle strategie legate ai vari canali distributivi abbiamo parlato con Pier Paolo Amaddeo, direttore artistico di Les Néréides. Quali sono i principali canali di distribuzione Wholesale e Retail de Les Néréides, e in quali paesi? Come cambia la strategia di un canale rispetto a un altro, in base al paese? Siamo molto attivi in Francia, in tutti i canali di distribuzione (dall’online al wholesale, travel retail, multibrand stores, monobrand stores, corner) e abbiamo partnership consolidate nel Regno Unito, in Italia e in Europa. Recentemente, abbiamo aperto un monobrand store a Siviglia, in Spagna. Questo rappresenta per noi un trampolino di lancio per trasferirci in altre città spagnole come Madrid e Barcellona nei prossimi dodici mesi, tuttavia al momento non prevediamo di espanderci attraverso altri canali in questo paese. Ogni volta che prendiamo in considerazione un nuovo mercato, ne valutiamo le specificità e siamo aperti a qualsiasi possibile canale di distribuzione. Certamente, un paese come il Brasile si differenzia molto da un paese come, ad esempio, il Giappone, e di conseguenza è molto diversa la strategia da adottare: proprio per questo selezioniamo con grande cura i migliori partner, che

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Pier Paolo Amaddeo, direttore artistico di Les Néréides.

conoscano bene le abitudini culturali locali e sappiano come posizionare il nostro prodotto in un determinato mercato. Qual è il mercato che ha il maggiore potenziale per l’azienda in termini di sviluppo Retail, e quali sono i progetti futuri a riguardo? La Cina è sicuramente un mercato strategico: i consumatori cinesi sono innamorati dei nostri prodotti, e le prospettive di vendita sono molto positive. Nell’ultimo anno, Les Néréides ha assistito a un’ottima performance online con Tmall, e siamo anche attivi da sei mesi con operazioni in-store a Xi’an. Nel 2021 apre una filiale a Shanghai, per supportare più da vicino i nostri in-store partners nelle città cinesi come Pechino dove notiamo un grosso potenziale e una forte espansione sulle piattaforme online locali. Quanto è importante il mercato italiano per Les Néréides? L’Italia è il terzo mercato più grande in Europa per Les Néréides. Qui abbiamo un fantastico network di partner di ogni dimensione, da boutique monobrand a grandi multibrand store: questo permette di mettere a disposizione della nostra clientela una fitta e consolidata rete di POS da cui acquistare. Quanto valgono le vendita online per Les Néréides e quali sono le principali

strategie omnichannel implementate dall’azienda per combinare con successo online e offline? La vendita online rappresenta il 18% del nostro flusso di entrate e pensiamo che si stabilizzerà intorno al 30% entro i prossimi tre anni. Abbiamo un approccio molto inclusivo con i nostri in-store partners e offriamo la partecipazione agli utili sulle nostre vendite online, il che è piuttosto insolito nel nostro settore. Offriamo già il supporto marketing ai nostri partner, e il prossimo passo sarà il “click & collect” dai loro negozi. Il prezzo online è lo stesso di quello in negozio, così i nostri clienti possono decidere dove preferiscono acquistare in base alle loro esigenze del momento. La pandemia ha certamente rappresentato una sfida molto difficile per il mondo intero. Quali mercati sono stati più resilienti al Covid? E quali sono i progetti futuri de Les Néréides, in termini di sviluppo Retail, per fronteggiare l’emergenza? L’Asia-Pacific e il Nord America si sono dimostrati molto resilienti. Comprendiamo che la situazione Covid è destinata a durare, con effetti a lungo termine. Perciò, la nostra strategia per fronteggiare l’emergenza è accelerare la nostra espansione a livello internazionale (il mercato internazionale conta già il 65% del nostro business), in modo da poter mitigare l’effetto Covid da un mercato all’altro, da un canale all’altro. ¢



Mystery Shopping Food

Miscusi a Milano-Isola Abbiamo provato un ristorante dalla famosa catena di pasta fresca, in uno dei quartieri milanesi più vivaci. Ecco com’è andata

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iscusi è la catena di ristoranti specializzati nella pasta fresca, condita con sughi artigianali, arrivata a 13 punti vendita in tutta Italia. Quattro di questi (due a Milano, uno a Torino e uno a Padova) sono arricchiti dalla presenza della “bottega”, dove il marchio vende le sue specialità di pasta fresca o asciutta, sughi e salse a lunga conservazione. Parallelamente è partito il business delle confezioni regalo, vendute anche on line. Miscusi, fondata nel 2017 da Alberto Cartasegna e Filippo Mottolese, è in forte espansione. All’inizio dell’estate, ha raccolto un round di finanziamenti da 20 milioni di euro guidato da Mip (Milano Investment Partners), fondo d’investimento focalizzato sulle imprese italiane di Angelo Moratti. Un’iniezione di liquidità che dovrebbe portare presto allo sbarco all’estero. Abbiamo provato il ristorante milanese in zona Isola, quartiere tradizionalmente noto per la presenza di locali e movida notturna, tra ristoranti e happy hour, vicini allo storico Blue Note di via Borsieri.

Buona accoglienza, menù essenziale Complice la serata estiva, ma fresca, l’inizio è perfetto. Arriviamo poco dopo le 20, fuori i tavoli a disposizione sono numerosi e infatti, anche senza prenotazione, ci accomodiamo subito. Siamo fortunati perché i tavolini rialzati, che danno sulla piazzetta, sono i migliori e il deohr non è stretto, e vicino al traffico, come nel resto del quartiere. Il rovescio della medaglia è che in questa zona parcheggiare è un’impresa ardua. Il cameriere che ci accoglie è gentile e solerte. Miscusi, a livello di marketing, si propone come catena che punta all’es66

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Miscusi

Piazza Tito Minniti (Milano) mercoledì 7 luglio Location Menù Servizio Rapporto qualità prezzo Interattività

** *** *** **** ***

* insufficiente ** sufficiente *** buono **** ottimo

senzialità e a ridurre gli sprechi. Il tavolino di ferro è apparecchiato con piatti fondi e tovaglioli di stoffa senza fronzoli, stile “della nonna”. Il menù si scarica con l’ormai consueto Qr Code. C’è qualche antipastino e una piccola selezione di dolci, ma a dominare è la pasta naturalmente, suddivisa tra le ricette “vai sul sicuro”, dai “paccheri tricolore” ai “rigatoni tonno e pistacchio”, oppure la parte più divertente, che prevede di comporre il proprio abbinamento. Quanto alle bevande, l’acqua in caraffa è gratis a volontà, il vino è solo sfuso “della casa”, niente carta delle bottiglie, così come la birra, disponibile solo alla spina. Chi ha esigenze particolari, però, ha a disposizione una marca in versione “gluten free”.

Porzioni generose e ingredienti di qualità L’inizio è ottimo. Ci sediamo alle 20.15, arriva da bere in pochi minuti e alle 20.25 il cameriere prende l’ordine, suggerendo un tris di bruschette prima delle portate principali. E in sette minuti arriva l’antipasto. Nel frattempo, il

In alto, la bottega interna al ristorante locale si riempie. L’impressione è che Miscusi sia conosciuto, il nome “gira” per dirla in gergo: c’è una coppia di turisti toscani, due studenti inglesi e una comitiva di ragazzi italiani disposta ad aspettare fuori in attesa di un tavolo. Dopo circa un quarto d’ora, con i tempi giusti per consentire di terminare l’appetizer, ecco le paste: una classicissima “carbonara croccante” e una creazione, spaghetti con crema di bufala, guanciale e granella di anacardi. Dal punto di vista gastronomico, l’esperienza mantiene quello che promette: gli ingredienti sono saporiti e freschi e le porzioni generose. Un tris di bruschette da condividere e i primi sono più che sufficienti per essere sazi, anche perché l’offerta comprende il pane “indispensabile per la scarpetta finale” ammicca il cameriere.

Piccolo rallentamento, ma il conto è ok L’unico cortocircuito arriva alla fine. Rinunciamo ai caffè in favore di due amari, che però si perdono per strada. Sarà perché adesso il locale è pieno, ma due bicchierini si fanno aspettare un buon quarto d’ora. È comunque l’unica pecca di una serata che fila liscia. Con uno scontrino finale di 45 euro, che comprende anche una birra e un calice di rosso, si va via con la sensazione che il rapporto qualità prezzo sia più che rispettato. Non è un ristorante, piuttosto una “pasteria”, ma l’esperienza equivale a una cena vera e propria, nessuna sensazione di “fast food”. Alzarsi da tavola sazi a Milano, a poco più di 20 euro a testa e con ingredienti di buona qualità, è un punto a favore di Miscusi. A.L.


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Scenari GDO

La distribuzione moderna alla caccia del TOPO?

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l negoziante del modenese che nel 2019 ha messo in vetrina il cartello: “Prova scarpe, 10 euro” a suo modo, aveva trovato una soluzione semplice a un problema complesso. Si era stancato di fare showrooming per altri. Il “dilemma del bottegaio” nell’era di internet, se non si fa un passo in avanti, sta tutto qui. Assecondare il cliente, fargli vivere un’esperienza preclusa alla freddezza dell’acquisto in rete, consigliarlo, trasmettergli l’idea che è nel posto giusto e quindi creare un clima di fiducia o, al contrario, rassegnarsi e fargli pagare il suo tempo e la sua competenza lasciando al cliente la decisione di acquistare nel negozio o andare su internet e acquistare la merce nei contenuti e nelle misure provate nel negozio fisico. Nella stragrande maggioranza dei casi il cliente non è disposto né abituato a pagare, semplicemente scorporandolo, il servizio e la competenza del venditore. Né a riconoscerlo nel sovrapprezzo rispetto al web. Insistere su questo tasto non servirebbe a nulla. Il lockdown ha spinto il negozio fisico (comprese le catene della GDO food e no food) a utilizzare l’online per ovviare alle chiusure e/o sostenere il servizio. La mossa ha generalmente funzionato. Le pur diverse forme di commercio hanno così utilizzato la vendita online, la consegna a domicilio e la presenza in rete non tanto per rispondere alla concorrenza dei big della rete quanto per continuare a lavorare puntando a mantenere i propri clienti o a farsi conoscere fuori dal bacino tradizionale. “Non capisco quali vantaggi ci sono a farsi portare la spesa a casa in pochi minuti”, ha

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sentenziato non molto tempo fa un piccato amministratore delegato di un’insegna della GDO. Ad abitudini attuali, probabilmente nessuno. Sappiamo però che le generazioni e le abitudini cambiano velocemente. Anche nel fare la spesa. La Grande Distribuzione segue le sue traiettorie e scommette sulla “sua” consegna a domicilio. Non si interroga a fondo su “come” cambiare. Così come ha sottovalutato, a suo tempo, i discount e le “striminzite” 1.500 anonime referenze presenti in quel formato, rischia però oggi di sottovalutare un fenomeno che anticipa e accompagna i cambiamenti nelle abitudini e negli stili di vita e di acquisto delle persone. Ovviamente l’Italia non è tutta uguale. Soprattutto non è Milano. Chi sta nel centro sud o lontano dalle città può continuare a declinare crescendo. Stanno comunque prendendo piede realtà consolidate come Glovo, Just Eat, Uber Eats, Deliveroo, specialisti in eCommerce come Cortilia o altri dedicati a nicchie particolari. Delle insegne tradizionali solo Esselunga, essendo partita prima, sembra in grado di tenere il passo laddove la concorrenza è più presente.

Adesso tocca a new entry come Gorillas, Forban, Blok, Macai o altri come Alfonsino che ha scelto il sud e un altro business model. C’è in corso un interessante ripensamento dell’ultimo miglio. Quello che separa il prodotto dal cliente. Per Gorillas, a Milano, meno di dieci minuti dall’ordine al citofono. Più veloce che fare la spesa al supermercato express sotto casa. Consegne in bici, buste di carta, prezzi di merMario Sassi Senior cato e costo di consegna infeadvisor e blogger riore ai 2 euro. D’altra parte lo stesso consumatore, spinto anche dal lockdown, sta ripensando al proprio ruolo. Ovviamente siamo ai primi passi di un percorso molto lungo e affatto lineare. Nella GDO è ancora prevalente il consumatore che nel punto vendita cerca il meglio al miglior prezzo e lascia il resto sullo scaffale. A questa infedeltà del cliente la distribuzione organizzata si era abituata e sa come reagire. Volantini, promozioni, sconti vertiginosi sono state le principali armi utilizzate più o meno da tutte le insegne. Catturare il consumatore che lascia il suo domicilio, indurlo a scegliere la qualità e/o la convenienza in uno specifico luogo fisico per comodità o abitudine è, in fondo, il lavoro principale di ogni azienda della DM. L’affermazione dei discount, la crisi dei formati più grandi e l’innovazione indotta dalla rete stanno iniziando a produrre modifiche antropologiche nel consumatore. Non solo nella deci-


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comprano nel punto vendita mentre i secondi, dopo aver valutato l’acquisto nel punto vendita e “sfruttata” l’esperienza del venditore, comprano in rete. Il lockdown ha accelerato questa tendenza spingendo le stesse imprese che stanno in rete ad essere molto più sofisticate nel rapporto con il consumatore. Qualità dell’offerta, convenienza e rapidità sono nettamente migliorate. Ma hanno anche dimostrato che il cliente, se incentivato e messo a proprio agio, non disdegna affatto la frequentazione del negozio. La GDO in generale ma anche l’insieme dei luoghi fisici soprattutto quelli più grandi stanno faticando ma reggono il colpo. Nei centri commerciali la riflessione sul futuro, sui servizi da proporre e su come ingaggiare il cliente in un’esperienza completa li allontana dalle rigidità degli spazi tradizionalmente

messi a disposizione della Grande Distribuzione. Quindi la cultura e l’approccio della GDO stanno richiedendo forti innovazioni sulle politiche commerciali, sulla costruzione e vivibilità dei luoghi di vendita, sul rapporto tra online e offline, sulla qualità del personale e sui processi. Ma anche sui comportamenti. Nella filiera, con i propri collaboratori e nel contesto socioeconomico nel quale l’insegna è inserita. Non tutti però saranno in grado di percorrere la stessa strada. Una fase, e questo è certo, si sta chiudendo. E come ci ricorda Leon C. Megginson: “Non sarà la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatterà meglio al cambiamento”. Mario Sassi www.mariosassi.it

7 settembre 2021 15.00|17.30 CONDUCONO Francesco Bertolini - Università Bocconi Corrado Giannone - Tecnologo alimentare, collaboratore di Ristorando INTERVENGONO

sione o meno di uscire di casa per fare acquisti. Ma anche e soprattutto nel prepararsi all’acquisto, nel valutare le alternative, nel decidere se e quanto tempo impegnare per raggiungere il luogo, come viverlo e condividerlo con altri e quanto dedicare alla scelta del prodotto stesso. Certo non è la stessa cosa “andare al cinema o guardare lo stesso film sul divano di casa”. Almeno per i boomers. E poi c’è una grande differenza tra andare o non andare in un supermercato sotto casa, in un ipermercato o in un centro commerciale che, in altre parti del mondo, si propone più come “shopping place”. Luogo molto più stimolante di una semplice piattaforma lontano dalla città con un ipermercato da 15.000 mq con un tradizionale numero di negozi di contorno. Luogo sempre più di aggregazione, di servizio, di svago. Ma è proprio sulla capacità di attrarre il cliente su terreni differenti che si giocherà la vera partita. Vale per chi ha un singolo negozio o un intero centro commerciale vale però anche per chi occupa l’ultimo miglio il cui scopo non può essere “solo” la rapidità del servizio. Sarebbe troppo banale e troppo lungo il tempo necessario a mettere in equilibrio il conto economico. Il cliente, come suggeriscono gli esperti, alterna comportamenti ROPO (research online purchase offline) a TOPO (try offline purchase online) soprattutto, per ora, nel no food. I primi, grosso modo, sono quelli che cercano in rete e

Luciano Piergiovanni - Professore Ordinario Scienze e Tecnologie alimentari Università degli Studi di Milano Giovanni Varoli - CEO General Beverage Andrea Distefano - Responsabile progetti speciali Novamont Francesco de Leonardis - Studio legale DLS Giorgio Zampetti - Direttore generale Legambiente Andrea Cimarra - Purchasing Manager Indirect M&S CIRFOOD Sergio Castellano - Direttore Ufficio Qualità Chef Express

per informazioni e iscrizioni: www.ristorando.eu - redazione.ristorando@edifis.it

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L’Infografica settembre 2021 | retail food

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f Servizi e Fornitori News DA SAGE LE NUOVE MACCHINE ESPRESSO VERSIONE “TOUCH”

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age Appliances ha presentato le sue innovative macchine per il caffè touch screen. La gamma viene proposta in due versioni: the Oracle Touch e the Barista Touch. La prima è una macchina completamente automatica, in cui il display touchscreen consente di scegliere tra cinque bevande pre-programmate e creare fino a 8 caffè personalizzati. Il macinacaffè integrato dosa e pesa in automatico 22 grammi e c’è anche un montalatte automatico. Anche Barista Touch è touchscreen ed automatica, la lancia vapore permette di personalizzare la montatura e la temperatura del latte, mentre il sistema di riscaldamento ThermoJet permette di raggiungere la temperatura ideale in soli 3 secondi. La Oracle e la Barista sono entrambe in vendita sul sito Sage Appliances e in punti vendita selezionati.

RETEX E CENTRO CASH: PARTNERSHIP PER DIGITALIZZARE L’HORECA

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etex ha ideato la piattaforma Iconic SR –Single Restaurant- per la digitalizzazione del menù, la vendita online e l’asporto, rivolti in particolar modo al mondo della piccola ristorazione. La soluzione è stata inserita da Centro Cash (azienda sarda di riferimento nel canale Cash & Carry) tra i servizi disponibili nel portfolio della propria squadra di consulenti. “Crediamo fortemente nella centralità di Centro Cash a supporto dei propri clienti HORECA” ha affermato Giorgio Annis, amministratore delegato di Centro Cash – nel percorso di trasformazione digitale che sta diventando un vero imperativo. Per questo motivo, abbiamo lanciato un progetto, in partnership con Retex, per agevolare l’accesso alle vendite online da parte di tutti i nostri clienti ristoratori”. “È stato un progetto ideato in piena pandemia” afferma Luca Venturoli, Managing partner Food&Beverage di Retex. “Abbiamo trovato in Centro Cash un partner che ha capito subito la potenzialità commerciale e di posizionamento di un progetto come questo: il C&C può diventare sempre di più un fornitore non solo di merci, ma anche di servizi a valore aggiunto per i propri clienti”.

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FRIGORIFERI PROFESSIONALI ANTI SPRECO DA MotlQa E IMECON

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otIQa, smart digital enabler, e Imecon, azienda italiana specializzata nella progettazione, prototipazione e produzione di soluzioni tecnologiche nell’ambito del Digital Signage e delle Smart City (entrambe del gruppo Voilàp) hanno sviluppato uno strumento di management per lo smart retail capace di automatizzare il controllo dell’inventario. RealTime Inventory è uno sviluppo ad-hoc della piattaforma Jot di MotIQa, realizzato per notificare il prelievo e il riposizionamento di qualsiasi tipo di prodotto alimentare. Il frigorifero, munito di sensori RFID, è in grado di gestire anomalie, malfunzionamenti e stock in tempo reale, permettendo di gestire in maniera efficiente i processi logistici e di sicurezza. Inoltre, raccogliendo i dati del prodotto ogni volta che viene prelevato, RealTime Inventory è in grado di stimare una previsione legata all’andamento, al funzionamento di una promozione e - dato difficilmente ottenibile altrimenti - quante volte i prodotti presi vengono poi riposti senza l’acquisto. Integrandosi nativamente al sistema creato da MotIQa per ottimizzarne le funzionalità, Imecon ha creato un vero e proprio Smart Fridge.

DISINFEZIONE CHE DURA PER MESI DALLA BERGAMASCA NANOSERVICE

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anoservice, azienda bergamasca, ha sviluppato Nano Active, soluzione nanotecnologica in grado di garantire la disinfezione a lungo termine, ideale per tutto il settore Horeca. La sostanza, certificata, è basata su nanoparticelle di argento che, una volta applicata su una superficie, la mantiene costantemente disinfettata e igienizzata, auto-rigenerando le sue proprietà e distruggendo batteri e virus (tra cui anche SARS-CoV-2) per un periodo garantito di 12 mesi. Il trattamento ha passato i test Accredia, Merieux, Università di Pavia e ISO14476. Rientra, inoltre, nei protocolli ministeriali e vanta la prestigiosa certificazione TUV. La distribuzione In Italia, Spagna, resto d’Europa, America Latina ed UAE è stata affidata a Sensytouch Innovation, società italo-spagnola con quartiere generale a Siviglia, dedicata alla commercializzazione di tecnologie innovative. NANO ACTIVE purifica anche l’aria, eliminando patogeni e virus che circolano in sospensione aerea e svolgendo anche un’azione assorbi-odori. “Alla base dello sviluppo di Nano Active c’è l’attività di ricerca sviluppata nell’arco di mesi sulle proprietà igienizzanti del componente base” ha commentato Paolo Landi, titolare di Nanoservice.


AUGUSTO FIRMA ANCHE IL NUOVO BUN TORINO

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un, insegna che ha portato l’hamburger americano nelle strade del Nord Italia, si è affidata alla collaborazione di Augusto Contract, il primo foodservice general contractor italiano, per la sua prima location a Torino. Questa realizzazione segue quella già creata per Milano Viale Bligny, Arese e Milano Bicocca Village. In tutti e quattro i casi Augusto Contract è stato il general contractor per gli arredi e le attrezzature. Il progetto torinese è stato redatto dal noto studio valenciano Masquespacio. “Le piastrelle, gli oblò, le scalette, tutti i dettagli e le finiture sono stati realizzati dietro la massima comprensione del progetto, poiché ogni ambiente che realizziamo deve saperne veicolare il senso” afferma Giacomo Racugno, amministratore delegato di Augusto Contract. “Anche il soffitto è stato realizzato con un materiale molto particolare in grado di ricreare il riflesso dell’acqua. Un dettaglio che ha richiesto molto lavoro di ricerca da parte dei nostri collaboratori”. Anche le sedute, sgabelli con un arco di appoggio, sono stati realizzati dopo uno studio accurato di fattibilità. “Siamo andati a recuperare tecniche di lavorazione artigianali antiche per poter ricreare l’arco di appoggio delle sedie, un risultato altrimenti non possibile con le macchine moderne”.

MICROLOG: TECNOLOGIA E DATA ANALYSIS PER MALL E RETAIL

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mpianti contapersone affidabili, sistemi promozionali coinvolgenti per attrarre la clientela, dispositivi di customer satisfaction e sistemi di gestione presenze per contingentare gli accessi ai locali: sono solo alcune delle soluzioni Microlog presenti il 14 e 15 settembre a Milano in occasione del Mapic Italy. Oggi fra le aziende leader nel proprio mercato, Microlog nasce con una mission precisa, ovvero aiutare Centri Commerciali e Retail ad essere una data-driven company. Con i sistemi dell’azienda sassolese, infatti, i retailer possono raccogliere una grande mole di dati su cui lavorare: non solo numero di ingressi, ma anche tempo di permanenza, riconoscimento del gender o dei gruppi di acquisto. Tutti parametri molto importanti se si vuole ottimizzare il business di un’attività, e che possono essere studiati grazie ai software di analisi Microlog, con grafici e statistiche dettagliate.

UVLOGIKA DI VORTICE PER SANIFICARE GLI AMBIENTI

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ortice ha sviluppato una serie di prodotti specificamente concepiti per la sanificazione delle superfici e dell’aria negli ambienti di lavoro, nei locali commerciali e nel terziario. La lampada germicida UVLOGIKA, ad esempio, permette di sanificare le superfici di bagni pubblici, sale d’attesa, palestre, ascensori, aule scolastiche e più in generale ambienti ad alta frequentazione di persone. È un apparecchio facilmente installabile che sfrutta i raggi UV-C, una componente della luce solare, neutralizzando in breve tempo fino al 99% di batteri, virus e altri organismi, senza alcuna emissione di ozono o di sostanze chimiche e garantendo, così, sicurezza di utilizzo, sanificazione continua e ridotti costi. Dal momento in cui la lampada viene spenta, le superfici disinfettate sono immediatamente utilizzabili. Abbinata a un rilevatore di presenza, che ne garantisce lo spegnimento automatico in presenza di persone, è particolarmente adatta alla sanificazione di locali frequentati dal pubblico lungo tutto l’arco della giornata.

FURLA SCEGLIE DEDAGROUP STEALTH PER LA DIGITALIZZAZIONE

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urla ha scelto L’ERP (Enterprise Resource Planning) di Dedagroup Stealth, azienda che fa capo a Dedagroup S.p.A e che da 30 anni, grazie alle competenze e alla propria piattaforma software, accompagna nella crescita i più grandi brand del Fashion e del Luxury Retail. La soluzione Stealth®, the Fashion Platform, gestisce completamente le complesse verticalizzazioni che vanno dalla produzione sino alla commercializzazione, così come la presenza internazionale e i numerosi punti vendita, garantendo un controllo ottimale su dati e processi dell’intera catena del valore. “In piena pandemia, nonostante il 50% della nostra impresa fosse ferma a causa del Covid-19, abbiamo comunque deciso di procedere al rinnovo di tutto il parco informatico con una soluzione come Stealth®, che porta in azienda una nuova cultura dei processi del mondo Fashion e Retail” ha spiegato Luca Del Din, CIO di Furla. “Lavorare al fianco di Furla, in un progetto così cruciale per il suo business è stata una sfida importante in cui abbiamo concentrato 30 anni di esperienza e conoscenza del settore” ha detto Mimmo Solida, amministratore delegato di Dedagroup Stealth. “Il core tecnologico di Stealth® consente di controllare tutti i processi relativi al ciclo attivo e passivo dell’industria del Fashion, quali la produzione, la Supply Chain e l’area vendita e distribuzione”. settembre 2021 | retail food

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World Travel Retail INMOTION ARRIVA IN GRAN BRETAGNA CON 18 GESTIONI

LONDRA - InMotion, tra i maggiori retailer del Nord America specializzato nella vendita di accessori digitali e di tecnologia, sbarca ufficialmente in Inghilterra insieme alla sua controllante WHSmith. In previsione c’è l’apertura di 18 negozi tra i maggiori scali britannici, tra cui Londra Heathrow, Stansted e Luton, Manchester, Birmingham e lo scalo di East Midlands (Nottingham). In realtà non si tratta di nuove aperture di zecca, ma l’operatore americano va a sostituire la gestione di Dixons Carphone, che nei mesi scorsi aveva detto addio al canale aeroportuale, citando come motivazione l’effetto della Brexit che elimina i passeggeri inglesi dal regime esente-Iva. Secondo WHSmith, queste nuove gestioni dovrebbero apportare un surplus di 60 milioni di sterline (circa 83 milioni di dollari) di vendite in più ogni anno, a fronte di un investimento, da qui all’agosto 2022, di circa 15 milioni di sterline. Negli Usa, InMotion opera con 117 negozi su 43 scali.

LAGARDÈRE ACCELERA SUL LUSSO NEL NUOVO TIANFU

CHENGDU - Lagardère Travel Retail ha investito sulle boutique di lusso in Cina, a partire da una serie di opening di alta gamma all’interno del nuovo aeroporto Tianfu di Chengdu e dal rinnovamento della “galleria del lusso” già esistente allo scalo Bao’an di Shenzen. Il nuo74

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vo scalo di Chengdu è un maxi progetto da 10 miliardi di dollari che ha avviato le operazioni a fine giugno. In una prima fase è accreditato di almeno 60 milioni di passeggeri l’anno, anche se inizialmente il traffico si aggirerà sulla metà a causa delle restrizioni al traffico internazionale. L’apporto di Lagardère comprende una dozzina di brand di alta gamma tra cui Alexander McQueen, Balenciaga, Bottega Veneta, Bulgari, Burberry, Gucci, MaxMara, Moncler, Omega, Saint Laurent e Valentino. Inoltre, il retailer sta aprendo anche sul segmento ristorazione con un Costa Coffee, un Godiva Cafè e un Ajisen Ramen.

C’È STARBOARD PER LA NUOVA COSTA FIRENZE

GENOVA - L’allestimento della zona commerciale della nuova Costa Firenze, ammiraglia che ha preso il largo quest’estate, è stato operato da Starboard Cruises. La Galleria include 13 negozi e comprende marchi del lusso come Ferragamo, più altri tipicamente italiani come Ciclamini e Myto Firenze. “Il nostro team ha creato un’esperienza di acquisto ispirata all’Italia e allo stile del Rinascimento, per amplificare il senso di calda accoglienza” ha detto l’amministratore delegato di Starboard, Lisa

NOVITÀ IN QATAR, TRA CUI L’ARMANI RISTORANTE E CAFFÈ

DOHA - Qatar Duty Free quest’anno ha festeggiato il suo 21esimo anniversario, annunciando un investimento significativo che porterà alla realizzazione di 21 nuove attività tra negozi e ristoranti. Secondo l’intento della società di gestione, “il progetto 21 in 21 migliorerà l’esperienza del duty free all’Hamad International Airport, trasformandolo in una destinazione premium globale per i viaggiatori aerei internazionali”. I nuovi punti vendita, sia nell’area partenze sia agli arrivi, apriranno gradualmente nei prossimi mesi. Molto spazio sarà dedicato al lusso. Le novità contemplano outlet premium come Armani e Chloe, la prima boutique aeroportuale in Medio Oriente per Valentino, più negozi indipendenti di marchi prestigiosi come Emilio Pucci, Fendi e Jimmy Choo. Un Emporio Armani Ristorante e Caffè aggiungerà più glamour all’offerta gastronomica. Qatar Duty free è il primo travel retailer al mondo a ospitare l’Emporio Armani Ristorante e Caffè. In arrivo anche Louboutin e Adidas.

HEINEMMAN, MAXI RIAPERTURA A MOSCA SHEREMETYEVO

MOSCA - Dopo 15 mesi di chiusura forzata, ha riaperto lo shop di Heinemann presso il maxi aeroporto moscovita di Sheremetyevo, al Terminal C. Tutto l’intero settore dello scalo era rimasto fuori servizio da marzo 2020, mentre il D e l’E sono rimasti sempre aperti, negozi compresi. “Riaprire è stata un’impresa, per la nostra joint venture Imperial Duty free. Sono passate solo 5 settimane dalla decisione di riaprire alla concreta possibilità di accogliere i clienti” si legge in una nota della società. Nel terminal di Mosca Heinemann gestisce uno spazio commerciale da quasi 5.000 metri quadrati. Sheremetyevo è uno dei principali scali della capitale russa, un bacino da circa 50 milioni di passeggeri l’anno. Bauer. “Costa Firenze rappresenta l’ennesimo step del rapporto di lunga data che ci lega a Costa Crociere”. Tra i nuovi brand ci sono nome come What goes

around comes aorund, che fa il suo esordio per la clientela europea, mentre rappresenta una new entry per costa il marchio di gioielleria Together as One.


duty free world | LONGCHAMP SVELA IL NUOVO FORMAT A MONACO

MONACO DI BAVIERA – Il marchio francese di pelletteria di fascia alta Longchamp ha tagliato il nastro del suo nuovo negozio all’aeroporto di Monaco, nel Terminal 2, insieme e Eurotrade, sussidiaria della società di gestione dello scalo. Lo store riprende le linee retro del flaghisp store del brand degli ChampsElysées di Parigi, utilizzando quindi caratteristiche diverse da quelle consuete dell’ambientazione aeroportuale. Il negozio si trova nell’area non Schengen e strizza l’occhio naturalmente ai viaggiatori internazionali extra Ue.

SSP AVANZA NEGLI SCALI REGIONALI AUSTRALIANI

BRISBANE – SSP Group, operatore mondiale di travel retail specializzato nel food & beverage, cresce ancora in Australia grazie a un contratto siglato con Gold Coast Airport, aeroporto regionale dell’est del Continente, a sud di Brisbane, nel Queensland, da circa 6,5 milioni di passeggeri l’anno. All’interno dello scalo SSP porta tre dei suoi brand noti specialmente ai viaggiatori di lingua inglese. Si tratta di Liv-Eat, un fast food ispirato però alla cucina salutare, Roll’d, ristorazione di cucina vietnamita, e Red Rooster, la seconda catena australiana di fast food specializzata nel pollo. SSP è già presente con diversi brand nel più importante aeroporto del Queensland, quello di Brisbane.

by Kevin Rozario

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London kevin.rozario.uk@gmail.com

Why Smartseller is a smart move from Heinemann Perché Smartseller è una mossa azzeccata di Heinemann

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n July, German family-owned travel retail Gebr. Heinemann entered the airport food and beverage (F&B) business in Slovenia in what is expected to be a broader attempt to build up a catering pillar and move into smaller regional gateways across Europe. At Ljubljana Airport, the Hamburg-based operator has developed a 1,000 square metre retail concept through its Smartseller joint venture with food-to-go specialist Casualfood. Called ‘all yours’, the launch followed test openings in two regional German airports. Ljubljana is different because a single branding has been used for the entire F&B, dutyfree and convenience retail offer. In a social media post at the end of July, Smartseller’s managing director Karl Niendorf said: “We are very pleased with the new concept and have achieved very good results in the first weeks. The high acceptance among passengers exceeds our expectations. F&B and convenience are an excellent driver for higher penetration”. That penetration drive is crucial post-pandemic. At a time when footfall in airports remains low (but growing slowly this summer) extracting higher spending per head is a must. Heinemann’s concept can do that because it puts the essentials in one place. Passengers don’t need to pop in and out of different boutiques and shops for their core needs as they are grouped together so they can browse at will, and pay once. Niendorf said: “Travellers linger in the shop for a long time, using the seating facilities to eat or relax, or to freshen up in our spa zone – and most importantly, to shop”. Heinemann can analyse how customers are shopping because the purchases from different segments are on one receipt. These insights will allow the retailer to fine-tune this early Smarseller concept. Smartseller is talking to other regional airports in Europe, mainly those handling up to 1.5 million passengers annually. Throughout the pandemic, unlike most retail shops, some F&B units have stayed open because they are regarded as essential. As a result airports have noted lower revenue declines from this segment. For example, in the first six months of 2020, London Heathrow saw its retail concessions revenue sink by 73% whereas catering fell by 54%. It should be no surprise then that this has focused the minds of travel retailers like Heinemann on the virtues of having an F&B pillar.

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luglio Gebr. Heinemann, operatore travel retail tedesco da sempre gestito dalla famiglia fondatrice, è entrato nel settore food&beverage aeroportuale, in Slovenia, in quello che appare un tentativo più ampio di mettere un piede nella ristorazione e spostarsi in gateway regionali più piccoli, in tutta Europa. All’aeroporto di Lubiana, l’operatore con sede ad Amburgo ha sviluppato un concept di vendita al dettaglio da 1.000 metri quadrati, ha lanciato il brand “all yours”, attraverso la joint venture formata dalla sua Smartseller e della specialista del cibo da asporto Casualfood. Un lancio seguito ad alcuni teste di aperture in due aeroporti tedeschi regionali. Ma Lubiana è diversa, perché in questo caso è stato utilizzato un unico marchio per l’intera offerta F&B, duty-free e “convenience retail”. In un post sui social media alla fine di luglio, l’amministratore delegato di Smartseller, Karl Niendorf, ha dichiarato: “Siamo molto soddisfatti del nuovo concept e abbiamo ottenuto ottimi risultati nelle prime settimane. Il gradimento tra i passeggeri ha superato le nostre aspettative. F&B e convenienza sono un ottimo driver per una maggiore penetrazione”. Questo approccio è cruciale dopo la pandemia. In un momento in cui l’affluenza negli aeroporti rimane bassa (benché cresciuta in estate) è d’obbligo puntare a una maggior proporzione di spesa pro capite. Il progetto di Heinemann riesce a farlo perché punta a concentrare tutto l’essenziale in un unico posto. I passeggeri non hanno bisogno di entrare e uscire da boutique e negozi diversi per le loro esigenze principali, quando li trovano già raggruppati in modo da poter scegliere a piacimento e pagare una volta sola. Ancora Niendorf ha dichiarato: “I viaggiatori si soffermano a lungo nel negozio, utilizzando i posti a sedere per mangiare o rilassarsi, o per rinfrescarsi nella nostra zona termale e, soprattutto, per fare acquisti”. Heinemann è in grado di analizzare il modo in cui i clienti acquistano perché le spese relative a diversi segmenti si trovano su un unico scontrino. Questo permette al retailer di calibrare al meglio questo primo progetto di Smartseller. La società è in trattative anche con altri aeroporti regionali in Europa, principalmente quelli che gestiscono fino a 1,5 milioni di passeggeri all’anno. Durante la pandemia, a differenza della maggior parte dei negozi al dettaglio, alcuni negozi di food & beverage sono rimasti aperti, perché considerate essenziali. Di conseguenza, gli aeroporti hanno notato minori cali di entrate da questo segmento. Ad esempio, nei primi sei mesi del 2020, Londra Heathrow ha visto diminuire le entrate delle sue concessioni al dettaglio del 73%, mentre la ristorazione è diminuita del 54%. Non dovrebbe sorprendere, quindi, che i travel retailer si siano sintonizzati su questo versante.

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f International News

New Markets Outlook | a cura di Luca Esposito | esposito_mail@yahoo.it

Imprese straniere in Cina: contesto favorevole

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l sistema delle imprese nella Cina continentale ha subito negli ultimi anni una serie di riforme volte a semplificare le procedure relative alla costituzione di società ad investimento straniero (FIE) che operano nel paese. In particolare, a seguito della promulgazione del piano di sviluppo quadro per la Greater Bay Area (GBA) di Guanddong-Hong Kong-Macao, sono state introdotte diverse misure per favorire l’espansione delle società straniere in quest’area. Unitamente a queste favorevoli predisposizioni del governo cinese, va ricordato come il 14° Piano quinquennale annunciato dal Governo Centrale cinese nel marzo di quest’anno ha sottolineato l’espansione della domanda interna con un contesto imprenditoriale che risulta essere in costante miglioramento. Di conseguenza, un numero crescente di società straniere, soprattutto tramite Hong Kong, sta creando imprese interamente possedute nel GBA al fine di sfruttare sia le enormi possibilità di quest’area che come trampolino per esplorare

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il mercato interno cinese. Prima di entrare nel dettaglio di tali opportunità, forniamo una breve descrizione dalla GBA. La Greater Bay Area è composta da 11 città che vengono raggruppate in tre regioni: la costa orientale (Huizhou, Dongguan, Shenzhen e Hong Kong), la costa occidentale (Zhongshan, Zhuhai, Jiangmen e Macao) e quella settentrionale (Guangzhou, Foshan e Zhaoqing). La GBA copre un’area di 56.000 kmq con dimensioni maggiori rispetto ad altre aree confrontabili a livello mondiale come la San Francisco Bay Area (18.000 kmq) e la Tokyo Bay Area (36.500 kmq). Mentre la sua popolazione di 70 milioni di abitanti è doppia rispetto a quella della Baia di Tokyo e ben superiore rispetto alla New York Metropolitan Area di 24 milioni. Bisogna anche ricordare la vicinanza geografica della GBA rispetto alle economie in rapida crescita appartenenti all’ASEAN, l’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico, che rappresenta una regione con una popolazione enorme di 650 milioni di abitanti.

Il PIL combinato delle città appartenenti a quest’area è stato pari a 11,6 trilioni di RMB nel 2019, pari all’11% del Pil complessivo ma con tassi di crescita superiori a quello dell’intero paese, e si prevede che la sua produzione economica entro il 2030 supererà sia quella della Tokyo Bay Area che della baia di New York. Venendo alle opportunità presenti in quest’area, in un recente webinar organizzato da HKTDC è stato sottolineato come un numero crescente di aziende di Hong Kong stia sviluppando ramificazioni oltre confine nella GBA con lo scopo di facilitare le trattative con i partner commerciali, garantire gli ordini dei clienti e gestire il business nel continente. Dal 2013 ci sono state riforme progressive al sistema delle imprese cinese; i requisiti minimi di capitale sociale per le società a responsabilità limitata e le società per azioni sono stati eliminati riducendo i costi di costituzione per gli investitori stranieri. Più recentemente, nel gennaio 2020, sono entrate in vigore leggi a tutela degli interessi relativi ad investimenti stranieri con garanzia di parità di trattamento rispetto alle imprese nazionali con una forte semplificazione delle procedure per la creazione delle imprese che non richiede più l’esame e l’approvazione da parte del dipartimento del commercio di competenza ma, al contrario, le registrazioni relative alla costituzione di aziende FIE possono essere formulate tramite una piattaforma e-government one-stop che permette l’inoltro online di tutte le informazioni sugli investimenti richieste.


PINSTRIPES “BOCCE E BIRRA” CRESCE NEGLI USA

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resce negli Stati Uniti Pinstripes, originale catena, dal sapore un po’ vintage, che unisce birreria e bistrot con il bowling le le bocce. La società ha di recente siglato un accordo per nuove aperture con un colosso degli operatori come Unibail-Rodamco-Westfield. Il prossimo anno, l’insegna farà il suo ingresso al Westfield Garden State Plaza nel New Jersey e al Westfield Topanga di Los Angeles, dove sono in corso lavori per un maxi allargamento. Solitamente Pinstripes, per ora 13 locations tutte negli Usa, occupa immobili a sé stanti, ma dal 2019 ha iniziato a cercare accordi per affittare alcune porzioni dei centri commerciali. I primi accordi erano arrivati con Simon Property Group e con Brookfield Properties. L’amministratore delegato è Dale Schwartz, che fin dagli anni ‘80 ha lavorato nei retailer della farmaceutica, passando ultimamente al food-entertainment.

COSTCO SI ALLEA CON UBER PER IL DELIVERY

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l gigante americano di ipermercati all’ingrosso Costco ha iniziato una sperimentazione con Uber, per ricevere a casa la spesa ordinata on line lo stesso giorno. Una versione che sta a metà fra Amazon Fresh e la disponibilità di altre app delivery, da Glovo a Deliveroo, che hanno in corso diverse partnership con catene di supermercati per la spesa giornaliera. Per ora il test è stato portato avanti in 25 città del Texas, ha previsto una spesa minima di 35 dollari, ma con costi di consgena azzerati. Un altro esperimento del genere, ma con un altro operatore, viene effettuato in New Mexico.

VAPIANO RIPARTE CON SEI APERTURE IN FRANCIA

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iparte spingendo l’acceleratore l’insegna di ristorazione Vapiano France & Luxembourg, che anzi ha presentato un piano per sei nuove aperture entro fine 2021. Nell’agosto scorso, il marchio era finito in liquidazione insieme alla casa madre tedesca che lo controllava. Poi è stato acquisito dalla holding con sede a Praga, e in forte crescita, Love & Food Restaurants (fondata da Henry McGovern e dal cofondatore di Pret a Manger, Sinclair Beecham). La holding mantiene lo sviluppo di Vapiano a livello internazionale, ma ha siglato un accordo con l’imprenditore del settore food Salvatorwe Perri, che per anni era stato azionista e dirigente del gruppo, che ora ne controlla il 100% in Francia e Lussemburgo. A maggio la catena ha aperto il 31esimo ristorante a Cap 3000 (St Laurent du Var) e ha pianificato altre 5 aperture tra cui Cagnes-Riviera, Cergy 3 Fontaines e Lille.

TIK-TOK INVENTA IL POP-UP STORE AL WESTFIELD LONDON

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ik Tok, l’applicazione per cellulari più famosa al mondo, ha aperto un pop up store chiamato “For you House”, in uno spazio dedicato all’interno del Westfield London. Si è trattato di un’iniziativa temporanea, portata avanti per alcune settimane durante l’estate, ma di grande successo. Migliaia di appassionati della app hanno visitato lo store, in cui era possibile creare e condividere video e alcuni influencer inglesi, noti ai teenager, hanno organizzato sessioni per il contenuto perfetto su Tik Tok, al prezzo modico di 5 sterline. “Ecco un esempio in cui una delle migliori piattaforme on line al mondo” ha detto Harita Shah, direttore marketing Uk di Unibail-Rodamco-Westfield “si fonde perfettamente con la realtà fisica”. Sono molti ormai gli operatori che cercano alternative per sfruttare gli spazi all’interno dei centri commerciali, per diversificare e per catturare nuovi segmentti di clientela.

IKEA “DECORATION” IN CENTRO A PARIGI

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kea prosegue nello sviluppo dei negozi di piccole dimensioni dei centri città, per catturare un target di clientela diversa rispetto ai frequentatori dei grandi magazzini di mobili cui siamo abituati. A Parigi, proprio di fronte allo storico Samaritaine, in rue de Rivoli, ha aperto un negozio Ikea Decoration, circa 2.900 metri quadrati su tre piani, dedicato appunti alla decorazione, con circa 1900 referenze in vendita. Si tratta del secondo negozio urbano del brand scandinavo, a Parigi, dopo quello de La Madeleine. Per caratterizzare meglio la specializzazione di questo nuovo punto vendita, Ikea ha implementato servizi come la possibilità di prendere appuntamento con un architetto e pianificare l’arredamento personalizzandolo al massimo, ma sempre con i prodotti low costo dell’Ikea.

PER MEDIAMARKT/ SATURN UN TERZO VENDITE DA ONLINE

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ai dati relativi al secondo trimestre dell’anno, preliminari alla semestrale, è emerse un numero che mostra la crescita impetuosa dell’eCommerce nell’elettronica. Deriva infatti da questo canale un terzo di tutti i ricavi di Ceconomy, la società che controlla la maggioranza del conglomerato MediaMarkt e Saturn, un colosso che solo nel periodo aprile-giugno ha generato ricavi per 4,4 miliardi di euro, circa l’8% in più sullo stesso periodo 2020. Intanto, Ceconomy è ancora impegnata nell’iter di acqusizione della quota di minoranza del gruppo (21,6%), attualmente in mano alla società di investimenti Convergenta. Alcuni piccoli azionisti, infatti, si erano messi di traverso all’aumento di capitale ed emissione di un bond convertibile, su cui dovrebbe poggiare l’operazione. settembre 2021 | retail food

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f International News SCOSSONE AI VERTICI DI LIDL-KAUFLAND, LASCIA GEHRIG

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ambio al vertice burrascoso all’interno di Schwarz-Gruppe, la holding di controllo che sta in cima alla catena di Lidl e Kaufland. L’amministratore delegato Klaus Gehrig è stato costretto alle dimissioni a causa di divergenze con il proprietario Dieter Schwarz, che ha assunto su di sé le cariche esecutive, almeno inizialmente. Gehrig, 73 anni, è un veterano del settore ed è considerato il vero artefice della crescita di Lidl e di Kaufland, colui che ha portato il gruppo a diventare uno dei maggiori player al mondo con ricavi per almeno 125 miliardi di euro. Schwarz, che di anni ne ha 81, dovrebbe presto lasciare le redini del comando a Gerd Chrzanowski, risorsa interna che già era indicato come successore naturale di Gehrig.

SHEIN NEGLI USA SORPASSA ZARA ED H&M

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NORDSTROM INVESTE NEI BRAND GIOVANI DI ASOS

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ordstrom, catena di grande distribuzione americana arrivata a contare 225 negozi negli Stati Uniti, ha deciso di acquistare una quota di minoranza di quattro brand che hanno tutti come target i consumatori giovani 20-30 anni. Si tratta di Topshop, Topman, Miss Selfridge e HIIT. Dei primi due, Nordstrom è stato per anni il distributore esclusivo e dopo questo accordo tornerà ad esserlo per tutto il Nord America. “Riportare Topshop e Topman ai nostri clienti porterà una ventata di novità e di entusiasmo” ha detto Pete Nordstrom, presidente e ceo del gruppo, in una nota. Questi quattro marchi appartengono alla inglese Asos, che li ha rilevati lo scorso febbraio dopo la procedura di concordato in cui era finito il precedente proprietario, Arcadia Group del miliardario Philip Green. I termini economici dell’accordo non sono stati resi noti.

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econdo un report della società di analisi Earnest Research, il markteplace Shein, specializzato nel fast fashion, ha superato come quota di mercato i top brand del segmento. Il dato è riferito a metà giugno, quando la piattaforma ha toccato quota 28% di tutte le vendite ascritte al fast fashion, seguita da H&M al 20%, Zara Usa all’11%, Forever 21 al 10%, Fashion Nova all’8% e di seguito altri. Secondo alcuni report, ormai Shein catturerebbe più download giornalieri della stessa Amazon. Nel primo semestre dell’anno il fast fashion negli Stati Uniti è cresciuto del 15% a livello di vendite, ma Shein ha messo a segno un incredibile +160%, grazie alla sua strategia “mobile first”, prezzi bassi e marketing concentrato sulla generazione Z. Nonostante il successo, non mancano le polemiche tra i clienti di tutto il mondo, Italia compresa, perché a fronte di prezzi super abbordabili corrisponde un servizio clienti tutto svolto da remoto, difficilmente raggiungibile in caso di disguidi o ritardi nelle consegne.

SIDESTEP AVANZA IN EUROPA

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on la sua nuova apertura in Belgio, ad Anversa, avanza in Europa Sidestep, marchio specializzato nelle calzature sportive, che fa parte del gruppo Footlocker. Il brand per ora si è sviluppato soprattutto in Germania, dove vende sia on line sia in negozio come rivenditore multimarca. Il primo negozio belga si trova proprio all’interno di un ex Footlocker nella “de Meir”, nota come la principale via dello shopping della città fiamminga. L’inaugurazione, in grande stile, è stata condotta cooptando alcuni “ambassador” della città come il dj Kevin Kofii. “Anversa è nota nel mondo per essere una destinazione centrale del fashion” ha affermato il generale manager del Sidestep, Kick van der Staak, “oltre che un hub di creatività. Il posto perfetto per la prima apertura in Belgio”.


UNIQLO PORTA IL BRAND THEORY A REGENT STREET

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l fast retailer Uniqlo, controllato da Fast Retailing Group, ha firmato un contratto d’affitto nell’esclusiva strada londinese di Regent Street, dove prenderà possesso dei locali prima in uso a Superdry. Lo store, a livello di assortimento, comprenderà i principali prodotti di Uniqlo e punterà sulla collezione Theory, specializzata nella moda sportiva e tecnologica per l’uomo. Proprio quest’estate, il gruppo aveva lanciato una speciale “capsule” denominata UniqloxTheory, proposta per la prima volta nei negozi del brand a New York. Con questa novità, Uniqlo ha portato a 16 il suo numero di negozi nel Regno Unito. Il gruppo Fast Retailing, nei nove mesi fiscali terminati lo scorso 31 maggio, ha incrementato i ricavi del 9,9% rispetto allo stesso periodo del 2019, passando da 1.544 a 1.698 miliardi di yen (circa 13 miliardi di euro).

TONY ROMA’S, LA CATENA USA CAMBIA PROPRIETÀ

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l fondo Equity Investors of New England Inc. ha acquisito la proprietà della catena di ristorazione americana Tony Roma’s, specializzata in carne e pesce grigliati, famoso per le sue costine e braciole. Tecnicamente, il fondo ha assunto il controllo della società che gestisce e sviluppa il brand, la Romacorp Inc, con sede a Orlando. Contestualmente, il fondo ha nominato come amministratore delegato Ramon Bourgeois, un veterano del settore food, che già operava all’interno dell’azienda come supervisore globale dello sviluppo franchising e che in passato ha ricoperto ruoli di primo piano in aziende come Areas USA Inc., The Cheesecake Factory, The Palm Restaurant Group e Legal Seafoods. Secondo il comunicato, Tony Roma’s conta attualmente un centinaio di ristoranti in 22 Paesi. È particolarmente forte la presenza in Spagna, dove il brand, prima della pandemia, aveva inaugurato il 38esimo ristorante.

FNAC-DARTY ENTRA NEI GRANDI MAGAZZINI MANOR

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opo una sperimentazione di alcuni mesi in quattro punti vendita, che ha dato buoni frutti, il colosso dell’elettronica Fnac-Darty ha siglato un accordo strutturale con i grandi magazzini Manor, tra i più noti in Svizzera, per l’allestimento di 27 shop-in-shop all’interno di altrettanti store. In totale, si tratta di più di 1.000 metri quadrati di spazio che, secondo i piani di Fnac-Darty, a regime dovrebbe aggiungere circa 100 milioni di euro di ricavi in più all’anno. I nuovi shop-in-shop avranno tutto l’assortimento tradizionale del brand (libri, musica, film, gaming, telefonia, fotografia, piccoli elettrodomestici). Nel 2022 la partnership diventerà ancora più stretta perché i prodotti Fnac-Darty saranno in vendita anche sul marketplace manor.ch. Fnac Darty è tra i leader mondali del settore, con 908 negozi sparsi per il mondo fra i vari brand, tra cui Fnac, Darty, Nature&Découvertes, sia a gestione diretta sia in franchising.

BLOOMINGDALE LANCIA IL PRIMO STORE “BLOOMIE”

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inora Bloomie era solo il diminutivo con cui abitualmente gli americani chiamavano la catena Bloomingdale (gruppo Macy’s), specializzata nel luxury. Ora, però, Bloomie diventa il primo esempio di negozio di piccole dimensioni che funzionerà come una sorta di hub esperienziale del brand, abbinato a un’offerta food insieme al ristorante Colada Shop, ispirato ai Caraibi. Il negozio venderà un assortimento selezionato di gioielleria e abbigliamento donna, in prevalenza a prezzo contenuto, sottoposto a una frequente rotazione a cadenza almeno settimanale. Questo primo store si trova a Farifax, in Virginia, e fa parte di una strategia più ampia del gruppo Macy’s, che nella stessa ottica sta sviluppando i brand Macy’s Backstage e Market by Macy’s, che si differenziano per location e dimensioni rispetto ai noti grandi magazzini che stanno soffrendo la concorrenza dell’on line. settembre 2021 | retail food

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f La Foto

A Torino Airport si ricarica lo smartphone pedalando. Sono stati installati nell’area imbarchi i primi quattro esemplari di Pila Bike, progetto frutto della sinergia tra Torino Airport, Pradella Sistemi e Torino City Lab. L’installazione di Pila Bike si inserisce nel progetto “Torino Green Airport”, che vede l’Aeroporto di Torino implementare sempre nuovi interventi in ottica di sostenibilità. 80

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