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“PRONTO? VORREI PARLARE CON IL PROLETARIATO…”

In vista delle fatidiche primarie di fine febbraio, la competizione fra i candidati segretari del Pd ha registrato un vero e proprio crescendo rossiniano. Dopo essersi sfidati sulla globalizzazione, sul cambiamento climatico, sull’economia digitale, sul nuovo Welfare State e su tutto quello che è o appare come “Nuovo”, Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Paola De Micheli e Gianni Cuperlo sono finalmente scesi sul terreno strategico dell’ancoraggio e della rappresentanza sociali. “Non vogliamo più essere visti come il partito delle élite, dei centri storici, della piccola borghesia benestante” hanno proclamato dai microfoni dI Porta a Porta. “Vogliamo ritrovare la nostra base originaria, il popolo lavoratore, quello che Marx e Engels chiamavano proletariato”. Proposito encomiabile, ha osservato l’autorevole Antonio Polito sull’autorevolissimo Corriere della Sera. Ma che cos’è oggi il proletariato, che cosa fa, che cosa desidera per sé e per la società, con chi si accompagna, che dentifricio usa, che sport pratica, che serie televisiva predilige… eccetera eccetera?

Al riguardo, il meno dubbioso è sembrato Bonaccini. Forte del suo passato di comunista democratico e del suo presente di buon amministratore dell’Emilia Romagna, Bonaccini ha subito fornito alla sua segreteria il numero di telefono del proletariato. “Chiamatelo e passatemelo sulla linea 2, la 1 è meglio lasciarla libera per i pensionati, che sono comunque un bel salvagente elettorale”. Qualche minuto dopo la segreteria, allarmata, lo ha informato che i numeri di telefono risultavano inesistenti. “Bé, sapete com’è il Proletariato, si sarà trasferito, o sarà andato in vacanza in un paese più ordinato ed egualitario del nostro… tipo la Svezia” ha ragionato Bonaccini. “Chiedete in giro. Se proprio, provate a chiedere a D’Alema, lui dice di aver mantenuto un rapporto speciale con quel soggetto lì”. Dopo qualche ora gli assistenti lo hanno ragguagliato: “Capo, abbiano trovato i nuovi recapiti telefonici ma il Proletariato si rifiuta di parlare con te. Dice che negli ultimi vent’anni ha votato Lega e che adesso, con l’ammosciamento di Matteo Salvini, sta pensando di trasferirsi nell’area di Giorgia Meloni”. “Avete provato a stuzzicarlo con un bel taglio del cuneo fiscale, con la promessa di un reddito minimo di 15 euro l’ora, con la garanzia dell’abolizione dei lavori precari?”. “Abbiamo fatto di più: gli abbiano promesso anche l’abolizione del canone Rai. Niente da fare. Dice che quelle robe lì gliele hanno già offerte anche i Cinquestelle”.

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Più sfortunata Paola De Micheli che, non disponendo di una propria segreteria, ha dovuto cercarsi da sola il Proletariato su Internet. Sennonché, dopo aver passato ore e ore a sfogliare indagini demografiche su Prole e Natalità si è addormentata di colpo sperando di svegliarsi soltanto il giorno delle primarie.

Decisamente più pittoresca l’avventura di Gianni Cuperlo. Che, da intellettuale qual è, ha cominciato la sua ricerca ripassandosi i classici: Prezzo, salario e profitto, il Capitale e i Grundrisse. Sennonché, quand’era ormai arrivato al secondo libro del Capitale, un compagno pietoso lo ha informato che le primarie si erano già svolte e che lui era arrivato quarto.

Quanto alla Shlein, la più giovane e innovativa dei quattro, le malelingue riferiscono di un finale a sorpresa della sua ricerca. Elly era partita dicendo che il proletariato di marxiana memoria non esisteva più e che le classi sociali andavano ridefinite partendo da nuove architravi: ambiente, nuove tecnologie, egualitarismo, diritti delle minoranze. Questo approccio aveva suscitato interesse e consensi nel sistema dei media e tra gli elettori del PD, ma non era riuscito sfondare nel partito. Finché, il giorno prima delle primarie, la giovane Shlein ha ricevuto una telefonata proprio dal Proletariato. Il contenuto è ovviamente top secret, ma gli audaci cronisti di Investire lo hanno ricostruito così: Cara Shlein, noi ti vogliamo bene. Anche se sei diversa. Al momento siamo impegnati a dare una mano all’unico maschio alfa della politica italiana, la Meloni, ma se anche Giorgia dovesse deluderci, sappi che tu sei la nostra prima scelta. Perché, intanto, non provi a tirarti sù con un po’ di rossetto, un’ombra di rimmel e magari con una bella scollatura come quella della Bet di Yellowstone? Che a noi proletari piace sempre accompagnare le novità con la nostra migliore tradizione.

A scuola di risparmio e sostenibilità è un progetto educativo e laboratoriale studiato per gli studenti delle scuole superiori e volto ad informare e sensibilizzare sui temi dell’economia, del risparmio e della responsabilità finanziaria.

Tutti i contenuti sono realizzati e curati dalla redazione giornalistica di Investire, rivista del Gruppo Economy specializzata nel settore del risparmio.

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