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CINA ED ETIOPIA RISTRUTTURANO IL DEBITO

ARGENTINA, INFLAZIONE MONSTRE AL 94,8% NEL 2022

Nel corso della sua visita ad Addis Abeba di metà gennaio, il ministro degli Esteri cinese Qin Gang ha firmato con l’omologo etiope Demeke Mekonnen diversi accordi bilaterali, tra cui un documento che prevede la cancellazione di parte del debito etiope. Lo ha riferito il quotidiano Ethiopian Monitor, dando notizia dei primi risultati della visita ufficiale che Qin ha effettuato nel Paese del Corno d’Africa, a meno di due settimane dalla sua entrata in carica. Secondo il portavoce del ministero degli Esteri etiope, oltre all’accordo per la ristrutturazione del debito - l’Etiopia deve infatti a Pechino oltre 14 miliardi di dollari presi in prestito negli ultimi dieci anni - le parti hanno firmato un Memorandum d’intesa per consentire consultazioni politiche tra i due Paesi e hanno inaugurato insieme i lavori per la realizzazione del Centro africano per il controllo e la prevenzione delle malattie (Africa Cdc, l’agenzia di salute pubblica dell’Unione africana), che sorgerà ad Addis Abeba e la cui costruzione è stata interamente finanziata da Pechino con 80 milioni di dollari. Una volta completato, il complesso includerà un centro operativo di emergenza, un data center, un laboratorio, un centro risorse, sale riunioni, un centro di formazione, un centro conferenze, uffici e appartamenti per espatriati, tutti interamente realizzati e finanziati dal governo cinese. Questo edificio dovrebbe diventare uno dei centri meglio attrezzati per il controllo delle malattie di tutto il continente africano.

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L’Argentina ha chiuso il 2022 con un’inflazione su anno pari al 94,8 per cento, il livello più alto registrato dal 1991. Gli aumenti maggiori si sono registrati nel mese di novembre nei settori ristorazione e hotel (7,2 per cento), trasporti (5,8 per cento) e alimenti e bevande, che hanno segnato un aumento del 4,7 per cento. Quanto all’inflazione “core”, che riguarda i prodotti che non presentano volatilità stagionali, si è attestata al 5,3 per cento, mezzo punto in più rispetto al mese scorso. A fine novembre il ministro dell’Economia dell’Argentina, Sergio Massa, ha annunciato un accordo sui prezzi della benzina con le principali aziende petrolifere che operano nel mercato locale per fissare al 4 per cento il tetto massimo degli aumenti mensili consentiti da qui a marzo. L’iniziativa del governo si inserisce in un più ampio programma di calmieramento dei prezzi presentato all’inizio di novembre, che dovrebbe permettere di congelare i prezzi di 1.700 prodotti di supermercato. In materia salariale invece il governo dell’Argentina ha raggiunto un accordo con sindacati e imprenditori per un ulteriore aumento del 20 per cento del salario minimo in 4 tranche. In questo modo la base minima di partenza di uno stipendio passerà dagli attuali 57.900 a 69.500 pesos (415 euro circa), con un aumento del 110% su anno, superiore a quello dell’inflazione stimata al 100 per cento. Il ministro del Lavoro, Kelly Olmos, ha affermato che l’accordo mira a «recuperare il potere d’acquisto dei salari fissando un incremento coerente con la politica di lotta all’inflazione».

Di Sacyr

Dopo aver acquisito un anno fa la divisione servizi di Ferrovial, ribattezzata Serveo, il gestore di private equity spagnolo, Portobello Capital, ha preso contatto con Sacyr, la società di infrastrutture e sviluppo con sede a Madrid, per analizzare l’acquisizione della sua filiale di servizi. Secondo diverse fonti del settore consultate dal quotidiano El Economista, l’intenzione annunciata da Sacyr è di cedere il 49 per cento del capitale della divisione servizi e acqua per accelerare l’eliminazione del debito aziendale e ottenere risorse aggiuntive da investire nella crescita, con un chia- ro focus sul settore delle concessioni. Tuttavia, Portobello starebbe esplorando la possibilità di acquisire una quota di maggioranza con l’obiettivo finale di integrare la società in Serveo. A questo proposito, Sacyr avrebbe mostrato la sua apertura a cedere una percentuale maggiore al 49 per cento, a condizione che il prezzo di acquisto soddisfi le sue aspettative. La società di infrastrutture non ha fatto stime ufficiali, ma i vari analisti valutano il valore del 100 per cento della divisione Servizi tra 486 e 600 milioni di euro e tra 250 e 300 milioni di euro per il 49 per cento del capitale. Per quanto riguarda gli asset delle concessioni idriche, Sacyr li ha valutati nel 2021 in 209 milioni di euro, in linea con le attuali stime degli analisti.

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