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«LA CRESCITA SOSTENIBILE PER RISPONDERE ALLA STABILE FRAGILITÀ DEI NOSTRI TEMPI»
by Economy
di Victor De Crunari
Rischi politici più intensi e rischi di credito stabili in un mondo sempre più fluido e incerto: Sace presenta la Mappa dei Rischi 2023. Il Chief Economist Terzulli spiega a “investire” le criticità e le opportunità per le aziende nel
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Incertezza geopolitica, allerta climatica ed energetica: è un nuovo stato di instabilità persistente quello delineato dalla Mappa dei Rischi 2023 di Sace ‘Stabile Fragilità. Le vie di crescita sostenibile’, giunta alla sua XVII edizione. Il mondo in cui viviamo, secondo le analisi dell’Ufficio Studi del Gruppo assicurativo-finanziario direttamente controllato dal Mef, è sempre più fluido e incerto, con rischi politici che si fanno più intensi e rischi di credito che restano stabili. «In tale contesto, sostenibilità e transizione energetica sono le priorità su cui investire per sviluppare resilienza e costruire vie di crescita futura». Così il Chief Economist di Sace Alessandro Terzulli delinea i rischi, le opportunità e le sfide che le aziende hanno di fronte, alla luce degli shock straordinari che hanno caratterizzato l’ultimo triennio: dall’emergenza pandemica all’invasione russa dell’Ucraina, passando per la conseguente crisi energetica e alimentare e per il ritorno dell’inflazione sostenuta.
Terzulli, che impatto avrà questo contesto di instabilità persistente sul commercio internazionale?
Veniamo da un triennio caratterizzato da tre shock di portata straordinaria: emergenza pandemica, invasione russa dell’Ucraina con conseguente crisi energetica e alimentare e ritorno dell’inflazione sostenuta, accompagnata dalla fine delle politiche monetarie ultra-espansive. A tutto questo si aggiungono gli eventi naturali estremi legati al cambiamento climatico, sempre più frequenti, e intensi, che generano impatti sugli equilibri socioeconomici.
Gli effetti nel 2023 sono rilevanti: ci aspettiamo un ulteriore deterioramento del quadro economico mondiale e la possibilità che le condizioni finanziarie globali siano meno favorevoli, a causa di un graduale ridimensionamento delle politiche fiscali, della riduzione del potere d’acquisto delle famiglie e del rallentamento della produzione industriale. In questo scenario di debolezza del ciclo economico e dopo un 2022 dinamico, il commercio mondiale di beni tenderà