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Quale Trentino tra vent’anni?

Intervista a MARIO TONINA, vicepresidente della Provincia autonoma di Trento con delega a urbanistica, ambiente e cooperazione.

È in pieno svolgimento il percorso della Strategia provinciale per lo sviluppo sostenibile (in sigla SproSS), che verrà approvata entro fine maggio. Dopo l’adozione preliminare da parte della Giunta provinciale, nel dicembre 2020, è iniziata la fase partecipata, prima con la raccolta di osservazioni e suggerimenti dei cittadini e poi attraverso il confronto con le categorie economiche e sociali e gli enti locali. Ne abbiamo parlato con il vicepresidente e assessore all’urbanistica e ambiente della Provincia autonoma di Trento Mario Tonina.

Assessore Tonina, vediamo innanzitutto di inquadrare la Spross.

È un documento molto importante, che segnerà il futuro della comunità trentina nei prossimi vent’anni. Predisposto dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente e da 11 Dipartimenti provinciali competenti per materia, col supporto del Museo delle Scienze e dell’Università di Trento, rappresenta la declinazione provinciale dell’Agenda 2030 dell’ONU. In pratica contiene le linee di azione per promuovere uno sviluppo sostenibile del Trentino entro il 2030, spingendo la sua visione fino al 2040. La domanda fondamentale che abbiamo posto è: che Trentino ti immagini da qui ai prossimi 20 anni?

Uno degli obiettivi della Spross è la mobilità sostenibile: su questo fronte, qual è lo scenario di partenza?

In questi anni abbiamo agito soprattutto su due fronti: quello tecnologico, incentivando la mobilità elettrica o a bassa emissione, e quello dell’offerta di alternative al mezzo privato, potenziando il trasporto pubblico, anche in un’ottica integrata treno-bus-biciclette, e sperimentando modalità nuove come l’Elastibus, il bus a chiamata. La pandemia ha avuto a sua volta un forte impatto sulla mobilità, accrescendo il ricorso al lavoro agile. Sotto questo punto di vista, abbiamo visto che si possono ridurre gli spostamenti continuando a lavorare e ad accedere ai servizi, anche se, certamente, non sempre ciò è desiderabile, pensiamo alla scuola.

Sempre in tema di mobilità sostenibile, quale la visione per il Trentino del 2040?

Il rapporto contiene due scenari: uno negativo, ovvero, cosa succederà se non si fa nulla, l’altro positivo, se si gestiscono i cambiamenti. Nel primo caso, vi sarà una crescita esponenziale di domanda, da parte dei residenti e anche degli ospiti, con conseguenti problemi di congestione, aumento delle emissioni e così via. Nel secondo caso, avremo un Trentino più tecnologico e più connesso, in cui gli spostamenti avverranno solo se davvero necessari o desiderabili, che utilizzerà nuovi mezzi di trasporto e modalità più “dolci” e condivise, come bike e car sharing. Sul sistema dei trasporti – di merci ma di riflesso anche di persone – impatterà inoltre il raddoppio della ferrovia del Brennero, lo spostamento di quote importanti di traffico di transito da gomma a rotaia, la realizzazione di progetti importanti che riguardano gli snodi di Trento e Rovereto e le loro connessioni con le valli.

Quali dunque le proposte concrete da attuare entro il 2030?

In sintesi: incentivare mobilità sostenibile casa-lavoro (in Trentino i lavoratori sono il 38% della popolazione e si muovono ancora per il 70% in auto); proseguire nella realizzazione dei progetti di potenziamento delle piste ciclopedonali, delle ciclostazioni e del bike sharing; insistere con gli aiuti al trasporto ferroviario delle merci, anche potenziando l’interporto di Trento; ridurre le criticità per i centri maggiori, che continueranno ad attrarre popolazione e quindi traffico, e rendere ancora più appetibile il trasporto pubblico, con frequenze adeguate alla richiesta; maggiore flessibilità, migliori servizi all’utenza.