Ritals,gioie e dolori di un italiano a parigi

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Federico Iarlori (a sinistra) e Svevo Moltrasio (a destra), i due ideatori della serie Youtube “Ritals”

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di

ChIARA SIVORI

@aravi25

GIOIE E DOLORI DI UN ITALIANO A PARIGI

vevo Moltrasio è un “cervello in fuga” decisamente atipico. Arrivato a Parigi per quello che doveva essere un breve periodo all’ estero per cambiare aria, qui la sua carriera di regista è decollata grazie a “Ritals”, una serie di video su Youtube dove lui e Federico Iarlori prendono in giro vizi e goffaggini degli italiani in Francia. La serie ha avuto un gran successo: più di quattro milioni di visualizzazioni, incontri con i fan in giro per l’Europa, e adesso anche un libro, “Parigi senza ritorno”. «“Ritals” è nato per scherzo», racconta Svevo. «Con i nostri video volevamo smontare con ironia il mito dell’estero che abbiamo in Italia, e non credevamo che tante persone emigrate la pensassero come noi». L’ispirazione è arrivata ascoltando le tante discussioni sulla fuga dei giovani che Quattrocolonne

si sentono nel nostro paese. «Quando tornavo in Italia e accendevo la tv, non vedevo altro che gente che esaltava la vita all’estero, che raccontava di posti meravigliosi in cui tutto funziona perfettamente. Io mi chiedevo: “Ma sono l’unico sfigato che queste cose così belle non le ha percepite?”», dice Svevo, ridendo. «Il fatto che i video piacciano dimostra che questo sentimento è più diffuso di quanto si pensi». Un altro mito che Svevo vuole smontare è quello della facilità di trovare il lavoro dei sogni, anche in campo creativo, fuori dall’Italia. Nel suo settore, la regia, è difficile farsi strada in ogni parte del mondo. «Certo, in Francia ci sono più opportunità, più sovvenzioni alla cultura, ma anche qui non è che la strada sia spianata. E il fatto di essere stranieri è un ostacolo in più: la società francese è 21

15 novembre 2017

più aperta all’immigrazione rispetto a quella italiana, ma non è che ti accolgano a braccia aperte». Il nome della serie, “Ritals “(letteralmente “refugée italien”), rappresenta bene questo concetto: termine usato negli anni ‘50 per indicare in modo dispregiativo gli immigrati italiani, simboleggia i pregiudizi e le difficoltà che ancora oggi affronta chi vive e lavora oltre confine, non solo in Francia. Grazie agli incontri con i fan, Svevo ha spesso occasione di parlare con tanti italiani espatriati. «La maggior parte è soddisfatta della vita che fa, altrimenti non starebbe all’estero, ma ci sono anche tanti problemi di integrazione, tanta nostalgia. Credo che a parità di condizioni lavorative, tornerebbero di corsa a casa. Ma di questo non si parla mai: l’Italia si sta trasformando sempre più in un paese di esterofili». Q


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