La teologia del sentiero

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La statua di San Francesco all’eremo di Montecasale, una tappa della via Francigena Francescana foto di Irene Roberti Vittory

LA TEOLOGIA DEL SENTIERO In un mondo che corre, camminare fa riscoprire il valore della spiritualità. Anche a chi non crede

C

di

CHIARA SIVORI

@aravi25

’è una grande forza nel messaggio di Francesco. A quasi ottocento anni dalla sua morte, la sua figura continua ad affascinare per il suo anticonformismo e per la sua originalità. In una parola, per il suo essere un “ribelle”, come lo ha definito padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, nel suo ultimo libro, intitolato proprio “Francesco il ribelle”. «Francesco ha pronunciato un secco “no” alla mentalità del suo tempo, che si stava dirigendo sempre più verso l’avere, verso l’individualismo più sfrenato», racconta padre Enzo. «Suo padre immaginava per lui un futuro da mercante, da cavaliere, ma Francesco ha preferito una scelta radicale, donandosi completamente agli altri». Nelle città italiane della fine del XII secolo il commercio si stava velocemente trasformando nella spina dorsale della comunità: le strade erano animate da mercanti, si aprivano nuove Quattrocolonne

rotte commerciali con paesi prima irraggiungibili. In un mondo sempre più incentrato sul guadagno, i viaggi di Francesco avevano un significato profondamente diverso. «Il camminare per Francesco era un modo per ascoltare la voce di Dio, la voce della natura», spiega padre Enzo. «Ha deciso di abbandonare le grandi abbazie per camminare nel mondo. Francesco ha scelto di camminare su sentieri nuovi, mai battuti da altri, e ha lasciato delle tracce che tanti continuano a seguire». Seguire le orme del patrono d’Italia è possibile ancora oggi percorrendo la via Francigena Francescana, che tocca i luoghi più significativi della vita di Francesco, come Assisi, Gubbio e il santuario della Verna. «I pellegrini che percorrono i sentieri del santo cercano di ricongiungersi con il significato profondo della loro esistenza», afferma padre Enzo. «In una società che spesso ci stordisce con l’abbondanza di beni materiali, un viaggio a 35

marzo 2018

piedi che costringe a portarsi dietro poche cose è un ottimo modo per capire cosa è davvero essenziale nelle vita di ognuno».Sulla via francescana, però, non si incontrano solo fedeli. Negli ultimi anni le antiche vie di pellegrinaggio medievali hanno visto un vero e proprio “boom” di turisti che ha interessato anche la via Francigena Francescana, dove si incontrano sempre più “viandanti”. I viaggiatori sono tanti, provengono da ogni parte del mondo, e molti di loro sono più appassionati di trekking che pellegrini. Ma, per padre Enzo, anche chi vede questi sentieri come semplici camminate nella natura e nell’arte umbra non può rimanere indifferente al loro profondo significato religioso: «La storia di san Francesco, e il viaggio attraverso i luoghi salienti della sua vita, è affascinante per tutti. Ci sono persone, anche non credenti, che durante il cammino si sono sentite improvvisamente vicine a Dio». Q


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