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AZZURROCaribe

2 GIUGNO, FESTA DELLA REPUBBLICA ITALIANA

IL MESSAGGIO DELL’AMBASCIATORE

STEFANO QUEIROLO PALMAS

21/2023 - 29 Maggio 2023
Numero

AZZURRO Caribe

Direttore: Ricky Filosa

In questo numero:

2 GIUGNO, FESTA DELLA REPUBBLICA ITALIANA IL MESSAGGIO

DELL’AMBASCIATORE

D’ITALIA A SANTO DOMINGO, STEFANO QUEIROLO PALMAS

Gli italiani all’estero e il turismo delle radici, dagli Usa alla Sicilia

L’INTERVISTA

Odoguardi (MAIE) a ItaliaChiamaItalia:

“Procede alla grande il lavoro in Nord e Centro America”

Repubblica Dominicana ospita la 118° riunione dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO)

ITALIA –REPUBBLICA DOMINICANA

Primo congresso della comunità dominicana a La Spezia

E molto di più...

La testata riceve il contributo per la stampa italiana diffusa all'estero erogato dal Dipartimento editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri

CONTATTO

rickyfilosa@gmail.com

Cari connazionali, amiche e amici dell’Italia, q uest’anno celebriamo il 75mo anniversario della Repubblica Italiana e il 125mo delle relazioni bilaterali dominico-italiane. Passata l’esperienza della pandemia, dalla quale i due Paesi sono usciti ormai completamente, recuperando presto entrambi i livelli precedenti di attività,

continuiamo tutti ad affrontare le conseguenze della brutale aggressione russa all’Ucraina, in termini di lacerazione dell’ordine internazionale e di aggravamento della situazione finanziaria, alimentare, sociale di tanti Paesi in via di sviluppo.

Siamo però incoraggiati dal numero di Stati che all’O -

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NU hanno condannato questa ingiustificata aggressione militare – tra questi, senza esitazioni, la Repubblica Dominicana – e dalla spinta a serrare i ranghi che ne è derivata all’interno della grande famiglia delle democrazie liberali e, non da ultimo, in quella dell’Unione Europea.

Per quanto riguarda il bilaterale, una storia lunga e intensa unisce i due Paesi, dagli Ammiragli Colombo, poi Cambiaso e Maggiolo, ai Presidenti Billini e Vicini Burgos, ai Consoli Barletta e Rainieri, a Doña Margarita Copello, a tutti i protagonisti italiani dello zucchero e della nascita del turismo nell’Est, alle attuali reciproche diaspore, sia dominicana in Italia che nostra qui.

Èproprio il capitale umano il cemento antico ma sempre attuale del rapporto tra i nostri due Paesi. I dominicani in Italia ci aiutano in tanti settori fondamentali della vita sociale ed economica: servizi, cantieristica, salute, cura della persona, piccole e medie imprese. Gli italiani qui – forse una tra le maggiori comunità espatriate, compresi i doppi cittadini e i visitatori abituali stagionali - considerano questo Paese quantomeno una seconda casa e contribuiscono significativamente all’economia nazionale.

Tra italiani di qui, turisti italiani, attività benefiche di volontariato-aziende-famiglie, rimesse della diaspora dominicana dall’Italia, ogni anno il rapporto

di Santo Domingo con lo Stivale inietta in questa economia una somma stimabile in 250 milioni di dollari. Questo riflette una presenza diffusa della nostra gente in tutto il sub-continente latino americano e caraibico: 2 milioni di cittadini, 40 milioni di italo-discendenti, uno stock di investimenti superiore ai 30 miliardi di euro (più di quello che abbiamo fatto sinora in Cina, India e Giappone messi insieme).

In Dominicana siamo presenti nel settore del turismo, dei trasporti aerei, delle crociere, del commercio, dell’enogastronomia, dell’agricoltura, delle costruzioni, dell’acqua e dell’industria del cemento. Stiamo entrando nelle rinnovabili e abbiamo visto crescere la cooperazione universitaria nei settori medico, sismico, genetico, spaziale, archeologico, urbanistico e della fisica dei materiali.

Dai prossimi giorni vedremo lavorare architetti italiani in Zona Coloniale, per il restauro dell’Alcazar de Colon e delle facciate di 13 chiese, ma anche per rinforzare le capacità dominicane di conservazione dei beni storici, cercando di preservare e sfruttare al meglio la qualifica UNESCO di patrimonio dell’umanità.

Domingo, ma anche Santiago. Una menzione d’onore va pure a Salcedo, dove un tenace gruppo di persone legate all’Italia fa rivivere ogni anno, in questi giorni, il parallelo tra il ricordo delle Sorelle Mirabal e della lotta di liberazione italiana.

Gli eventi legati all’Italia proseguiranno, a fine agosto, con l’arrivo della nave scuola a vela della Marina Militare italiana, la Amerigo Vespucci, impegnata nel giro del mondo. Durante la sua sosta di 5 giorni a Santo Domingo sarà aperta al pubblico, e migliaia di dominicani, grandi e piccini, potranno visitarla.

Afine marzo, insieme con l’Unione Europea, abbiamo offerto, da Santo Domingo e con la collaborazione di questa Procura Generale, un seminario di aggiornamento su temi antidroga e anticrimine che ha coinvolto 600 pubblici ministeri di tutto il Sud America, in una delle più ambiziose operazioni di diplomazia giuridica degli ultimi tempi.

Quest’anno abbiamo voluto organizzare due grandi feste popolari all’italiana – aperte, collettive e di scambio fraterno – che coinvolgeranno per la prima volta non solo Santo

Casa Italia, in Zona Coloniale, ha conosciuto un primo ciclo di profondo restauro, ha fatto da cornice alla partecipazione italiana alla Design Week, speriamo di poterla utilizzare anche per la Fashion Week, e si avvia a diventare un prezioso contenitore di eventi, perfettamente sintonizzato con la crescita e il dinamismo di questo bellissimo centro storico.

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Anche grazie all’Unione

Europea e alla squadra di ambasciatori dei Paesi Membri, riuniti nell’ormai ben noto Europe Team, abbiamo unito gli sforzi per trasformare in realtà la nostra scommessa collettiva sul futuro della Repubblica Dominicana. Grazie anche agli accordi EPA e agli altri programmi europei, gli scambi col mercato unico sono aumentati del 231% e quelli dominico-italiani sono raddoppiati in 2 anni, portandoci ormai, insieme con la Spagna, nella posizione di primo socio commerciale europeo di questo Paese.

L a Repubblica Dominicana

sta vivendo un momento positivo, di stabilità e crescita

con ottime prospettive di futuro. Tale processo giustamente aumenta il suo profilo di attore regionale e di membro attivo della comunità internazionale. In questo percorso la dirigenza del Paese sa bene che, al mutare degli scenari, sempre potrà utilmente contare sulle antiche, consolidate amicizie, indispensabile porto sicuro proprio quando si decide di affrontare un mare sempre più aperto. Non c’è San Salvador senza il porto di Palos, non c’è innovazione senza una buona base su cui appoggiarsi.

Cari amici, l’Italia del 2023 è un’Italia accogliente da secoli, con un’esperienza forgiata attraverso decine di Giu-

bilei Papali, 4 Olimpiadi e 3 Expo. Per mutuare le parole di Giorgio Armani, tutti possono aspirare, attraverso il multiforme “bello e ben fatto” dell’Italia, alla condivisione di uno tra gli stili di vita più seducenti – e copiati – al mondo!

Uniamoci dunque idealmente tutti insieme oggi per festeggiare la Festa Nazionale del 2 giugno: viva l’amicizia italo-dominicana, viva la Repubblica Dominicana, viva l’Italia!

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S tefano Queirolo Palmas Ambasciatore d’Italia a Santo Domingo

Falso made in Italy fattura 80 miliardi

In Giappone, Brasile e Germania, solo per citare i primi tre paesi più interessati dal fenomeno dell’Italian Sounding, 7 prodotti agroalimentari italiani su 10 non hanno nulla a che vedere con il vero made in Italy agroalimentare

Ilfatturato dell’export dei prodotti agroalimentari percepiti come italiani vale oltre 129 miliardi di euro, di questi solo il 40% va alle imprese che producono vero made in Italy, il resto, la fetta più grande, alimenta l’industria del falso.

Ladenuncia viene dal workshop

“La cooperazione agroalimentare tra tutela e valorizzazione del cibo italiano. L’export alla prova dei mercati e dell’Italian Sounding organizzato da Confcooperative nel corso della prima giornata del Festival dell’Economia a Trento.

Insomma il falso Made in Italy agroalimentare fattura 80 miliardi, 30 in più di quello vero.

“In Giappone, Brasile e Germania, solo per citare i primi tre paesi più interessati dal fenomeno dell’Italian Sounding, 7 prodotti agroalimentari italiani su 10 non hanno nulla a che vedere con il

vero made in Italy agroalimentare – ha sottolineato il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini – Il mercato del falso nel made in Italy agroalimentare vale più del totale dell’export veramente italiano, nonostante quest’ultimo abbiamo superato la barriera psicologica dei 50 miliardi di controvalore.

Afronte di questo risultato il falso made in Italy ha fatto registrare un fatturato poco meno di 80 miliardi, il 60% in più. Un paradosso che produce un notevole danno economico per i produttori e di immagine per l’intera economia del nostro Paese”.

“Per superare questa criticità, o quanto meno ridurne l’impatto – secondo Marco Grazioli, presidente di The European House Ambrosetti – occorre muoversi su due piani: uno culturale e uno normativo. Sul primo fronte occorre senza dubbio favorire la consapevolezza delconsumatore straniero verso le valenze distintive delMade in Italy agroalimentare.

Dal

Parmigiano e aceto balsamico, sono i tre prodotti più falsificati: 6 su 10 di quelli venduti all’estero sono italian fake food, prodotti che di italiano hanno solo il nome, eppure vengono percepiti come tali da chi li acquista.

Ragù,

punto di vista normativo invece, è necessario puntare su nuovi accordi dilibero scambio, su intese bilaterali più favorevoli per leimprese agroalimentari stabilendo anche clausole chevietino l’evocazione dell’italianità e dare impulso alla tracciabilità sfruttando la tecnologia di blockchain e smartlabeling e, in generale, contribuire a dare supporto tecnologico alle pmi italiane”.

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Gli italiani all’estero e il turismo delle radici, dagli Usa alla Sicilia

Sarah oggi ha 48 anni, vive a Los Angeles, in California, e lavora in banca. È partita per la Sicilia con l’obiettivo di ritrovare i suoi parenti, e fa parte dell’associazione ‘Poggioreale in America’

L’edizionedi Palermo de La Repubblica narra la vicenda di Sarah Campise Hallier, natali texani ed il desiderio da sempre di conoscere la storia del bisnonno contadino veniva da un paesino siciliano che in famiglia chiamavano Pogo Reale.

“Domande rimaste senza una risposta fino a quando non viene a sapere da un lontano cugino di Bryan, cittadina texana, che ha sempre storpiato il nome del suo paese d’origine e che anche il suo cognome negli anni Novanta è passato da Campisi a Campise. Poggioreale, il paese fantasma distrutto dal terremoto del Belice nel 1968: è da lì che viene.

Sarah oggi ha 48 anni, vive a Los Angeles, in California, e lavora in banca. È partita per la Sicilia con l’obiettivo di ritrovare i suoi parenti, e fa parte dell’associazione ‘Poggio-

reale in America’, che riunisce cinquecento italoamericani emigrati in Texas con origini poggiorealesi, con tanto di viaggi organizzati alla volta dell’Isola dal titolo ‘Finding your Sicilian roots’ e di una borsa di studio da mille a settemila dollari per il college, assegnata a chi presenta un lavoro che ricostruisca il suo albero genealogico che da Poggioreale arriva negli Stati Uniti. Nel viaggio di gruppo a Poggioreale, Sarah vede solo macerie. E un cimitero.

“Un prete ha condotto mio fratello Peter al Comune e lì ha trovato il certificato di nascita del mio bisnonno, Girolamo Campisi — racconta Sarah al quotidiano -. Era solo un bambino quando, nel 1883, lasciò Poggioreale con la sorella Maria e i genitori Mariano e Anna: erano molto poveri e l’America doveva sembrargli l’unico modo per sfuggire alla miseria e per avere una vita più dignitosa”.

Lafondatrice di “Poggioreale in America”, Tina Todaro Tondola Anderson, tornata in Sicilia dopo una vita passata tra Chicago e il Wisconsin, omaggia la memoria dei suoi bisnonni: “Sono il beneficiario del loro coraggio e della cultura siciliana che ci è stata trasmessa generazione dopo generazione”. E a Messina intanto il tour operator “Discover Messina Sicily” organizza viaggi dall’America sulle orme delle proprie origini, premurandosi anche di recuperare gli atti di nascita, di battesimo e di matrimonio e di ricostruire l’albero genealogico. L’ultimo viaggio, qualche giorno fa, ha portato la famiglia Feminò dalla Virginia a Salice, uno dei 48 casali di Messina. E la serie tv “The White Lotus”, i cui protagonisti partono per la Sicilia alla ricerca dei propri antenati, ha dato slancio a un fenomeno che già esiste da qualche anno.

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L’INTERVISTA | Odoguardi (MAIE) a ItaliaChiamaItalia: “Procede alla grande il lavoro in Nord e Centro America”

Come procede il lavoro del MAIE in Nord e Centro America? “Stiamo portando avanti iniziative sul territorio un po’ ovunque, dalla banca del sangue per gli italiani al MAIE Channel, solo per citare alcuni esempi”, risponde Vincenzo Odoguardi, vicepresidente MAIE. “In America Centrale stiamo lavorando molto bene. Qui negli Stati Uniti stiamo rafforzando la squadra, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi annunceremo nomine importanti”. Cosa ti aspetti dal nuovo CGIE? “Mi auguro che il nuovo Consiglio sappia lavorare in maniera coesa per contribuire a risolvere quegli annosi problemi che interessano gli italiani nel mondo e che a distanza di anni sono ancora tutti lì sul tavolo” di Luca Dasi

“Mi propongo come collegamento tra Nord e Centro America in rappresentanza dell’unica forza politica nata all’estero da italiani nel mondo, per gli italiani nel mondo”. Queste le parole di Vincenzo Odoguardi, vicepresidente del Movimento Associativo Italiani all’Estero e imprenditore affermato nel

settore delle costruzioni, che continua a dedicare gran parte del proprio tempo a migliorare la qualità di vita degli italiani nel mondo.

Come?,

gli chiediamo dopo averlo raggiunto telefonicamente: “Attraverso iniziative come quella della banca del sangue per

gli italiani della Repubblica Dominicana – spiega a Italiachiamaitalia.it -, progetto che sostengo in prima persona e che vede in prima linea il coordinatore nazionale del MAIE RD, Massimiliano Scerra. Oppure con il MAIE Channel, dedicato a tutti gli italiani all’estero e in particolare a quelli del Nord

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e Centro America: una web tv totalmente gratuita per chi ne usufruisce e che all’interno del suo palinsesto offre intrattenimento e informazione”.

Odoguardi

in questi giorni si trova a Boston, sua città di residenza, dove sta organizzando incontri con la comunità italiana locale; in settimana si sposterà a New York e poi nel New Jersey, sempre per ascoltare i connazionali, le loro necessità, i loro desiderata. Questo, anche in vista della plenaria CGIE che si terrà a metà giugno a Roma; appuntamento al quale Odoguardi parteciperà in qualità di invitato.

Come procede il lavoro del MAIE in Nord e Centro America? “Stiamo portando avanti iniziative sul territorio un po’ ovunque”, risponde Odoguardi. “In America Centrale stiamo la-

vorando molto bene, con il coordinatore MAIE del Centro America, Giuseppe Cacace, che negli ultimi mesi ha incontrato le comunità italiane di Messico, Guatemala, Costa Rica, Repubblica Dominicana e Panama. Qui negli Stati Uniti stiamo rafforzando la squadra, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi annunceremo nomine importanti, persone conosciute e apprezzate all’interno della propria comunità italiana e che hanno deciso di entrare nella grande famiglia del MAIE per contribuire alla crescita del Movimento e per avere tra le mani uno strumento valido con cui poter prestare assistenza e dare risposte concrete ai connazionali. La costruzione del network non si ferma, anzi, procede a passo veloce: del resto, è ormai evidente a tutti che solo un movimento indipendente dalla partitocrazia romana è in grado di ottenere risultati per gli italiani all’estero”, sottolinea.

Cosa ti aspetti dal nuovo CGIE?

“Mi auguro che il nuovo Consiglio sappia lavorare in maniera coesa per contribuire a risolvere quegli annosi problemi che interessano gli italiani nel mondo e che a distanza di anni sono ancora tutti lì sul tavolo: penso ai servizi consolari che in non pochi casi non funzionano come dovrebbero, all’assistenza sanitaria per i nostri connazionali, al tema dell’Imu. Senza dimenticare, ovviamente, la promozione della cultura italiana nel mondo, che ha bisogno di un sostegno adeguato, e l’editoria italiana all’estero, di cui si parla poco ma che ha un ruolo assai importante. Non dimentichiamoci che la stampa italiana all’estero, oltre ad informare, contribuisce anche a diffondere la nostra lingua e la cultura italiana, questo è un aspetto – a mio modo di vedere – di fondamentale importanza”.

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Tajani: “Turismo delle Radici per valorizzare borghi e piccoli comuni”

“Un’iniziativa che ho voluto fortemente rilanciare, che valorizza percorsi turistici originali, incentrati sulla storia familiare e sui luoghi d’origine degli italo-discendenti e degli italiani residenti all’estero”

Durante l’evento dedicato al trentesimo anniversario di Federturismo Confindustria, svoltosi martedì 23 maggio a Roma, è stato letto un messaggio di Antonio Tajani, Vicepremier e Ministro degli Affari Esteri, nel quale il titolare della Farnesina ha parlato anche di turismo di ritorno. “ Il progetto del Turismo delle Radici – ha dichia-

rato Tajani nella sua nota – è un’iniziativa che ho voluto fortemente rilanciare, che valorizza percorsi turistici originali, incentrati sulla storia familiare e sui luoghi d’origine degli italo-discendenti e degli italiani residenti all’estero, nel cuore di località spesso poco conosciute – come i borghi e i piccoli comuni – e lontane dai flussi più tradizionali”.

“ Mi auguro che il dibattito odierno – ha proseguito il ministro – possa offrire una positiva occasione di arricchimento e confronto costruttivo. Contate su di me e sul Governo che continuerà a sostenere con determinazione la promozione dell’Italia anche in chiave turistica”.

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Anche la cucina è cultura

Il cibo non è tale solo per lo stomaco, ma anche per la mente. Questo discorso sfugge a molti e così non si conosce la storia della gastronomia italiana, la quale viene spesso imitata e storpiata di Antonio Gabriele Fucilone

Comeho scritto tante volte, dietro un piatto di una tradizione culinaria vi è una storia o la Storia, quella con la “S” maiuscola. Prendiamo, per esempio, il pesto alla genovese, un condimento noto ai più, ma pochi conoscono la sua vera storia. Esso rappresenta ciò che era la Repubblica marinara di Genova. Basta guardare gli ingredienti. Infatti, l’aglio è di Vessalico, il formaggio pecorino è sardo, il pinolo è toscano, l’olio è delle olive di Taggia, il formaggio Parmigiano-Reggiano viene dalla Pianura Padana, dalle terre emiliane, ed il basilico viene dall’Oriente.

Dunque, in questa nota salsa fredda vi sono ingredienti della terra ligure, delle zone sottomesse all’antica repubblica marinara e delle terre con le quali Genova commerciava i prodotti.

Undiscorso storico si può fare anche per altri piatti della tradizione italiana. Per esempio, la soppressata calabrese è chiamata così perché il suo nome deriverebbe da “soppressare”, ossia “legare con soppressa”. Le sue origini risalirebbero al periodo della dominazione greca. Le prime documentazioni certe riguardanti la lavorazione delle carni suine e la produzione di tali salumi si riscontrano in un testo del XVII secolo, precisamente, del 1691. Il testo è intitolato “Della Calabria Illustrata” di Padre Giovanni Fiore da Cropani e cita tra le carni salate, quelle trasformate “in Lardi, in Salsicci, in Suppressate, e somiglianti”.

Unaltro esempio è l’arancino, il quale nacque nell’epoca della dominazione araba in Sicilia, tra il IX e l’XI secolo. Gli ara-

bi, infatti, facevano lauti pranzi a base di riso speziato con curcuma o zafferano e sughi di carne. I vari commensali prendevano un po’ di riso da un grosso piatto da portata con le mani e nel riso mettevano un po’ di sugo con la carne ed appallottolavano il tutto. Così nacque l’arancino “nudo”. Poi, con l’imperatore e re di Sicilia Federico II di Svevia (26 dicembre 1194-13 dicembre 1250) l’arancino iniziò ad essere impanato e fritto. Il sovrano era molto goloso ed amava l’arancino. Iniziò a farlo friggere per poterlo portare e mangiare nelle battute di caccia.

Insomma, studiando un po’, si può capire che il cibo non è tale solo per lo stomaco, ma anche per la mente. Questo discorso sfugge a molti e così non si conosce la storia della gastronomia italiana, la quale viene spesso imitata e storpiata.

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118° riunione dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO)

I Caraibi sono stati il centro dell’attenzione del summit annuale che ha riunito più di trenta leader internazionali del settore turistico con l’asse centrale puntato sullo sviluppo di destinazioni sostenibili

La 118° riunione dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO), tenutasi a Punta Cana tra il 16 e il 18 maggio, ha riunito 19 Ministri del Turismo provenienti da 38 nazioni, tra cui 35 Paesi membri e 3 osservatori, oltre a circa 200 delegati.

Durante questo conclave, guidato dal Ministro del Turismo della Repubblica Dominicana, David Collado, e dal Segretario Generale dell’UNWTO, Zurab Pololikashvili, tutti i protagonisti del settore turistico mondiale – si

legge sul sito di Azzurro Caribe, periodico degli italiani di Centro America e Caraibi – hanno discusso i progressi, le esperienze, le strategie e le sfide per il futuro e, come tema principale, la sostenibilità nel turismo, alla ricerca dello sviluppo di destinazioni turistiche più sostenibili.

Il Ministro David Collado ha espresso il suo apprezzamento all’UNWTO per aver scelto il Paese caraibico, per la prima volta nella storia, per ospitare la 118ª sessione del Consiglio esecutivo.

All’inizio del vertice, il Segretario generale dell’UNWTO, Zurab Pololikashvili, ha sottolineato i risultati raggiunti dalla RD nel turismo, in particolare la sua rapida ripresa, affermando che la RD è diventata un riferimento mondiale per il turismo.

“ Ministro David Collado, senza di lei e la sua squadra sarebbe stato impossibile organizzare questo vertice, il più importante per la nostra organizzazione e il più importante per il turismo”, ha detto Pololikashvili.

11 Repubblica Dominicana ospita la

ITALIA – REPUBBLICA DOMINICANA | Primo congresso della comunità dominicana a La Spezia

L’incontro delle autorità cittadine con quelle della Repubblica Dominicana, l’ambasciatore Raful, il console Carela, il viceministro Carlos de la Mota

Parole importanti di dialogo e di impegno reciproco, al primo congresso della comunità dominicana spezzina, che domenica 21 maggio alla Maggiolina ha registrato l’incontro delle autorità cittadine con quelle della Repubblica Dominicana, l’ambasciatore Raful, il console Carela, il viceministro Carlos de la Mota.

Aorganizzare la due giorni – si legge sul sito di

Azzurro Caribe, periodico degli italiani di Centro America e Caraibi – è stata Maria Peralta, presidente dei dominicani spezzini, che ha messo insieme «un evento da record, per spessore e temi trattati».

«Esiste un caso Spezia – ha detto – a fronte dell’ascensore numero di cittadini dominicani. Su 30.255 in Italia, ne abbiamo 2.985 qui. Il rapporto fra il totale degli stranieri spezzini,

20.907, e la comunità di Santo Domingo, indica un 14,3%. Le donne sono di più, 1684, ma lavorano soprattutto come colf e badanti. Gli uomini sono meno, 1301, ma sono presenti in più settori, come la cantieristica, l’edilizia, la ristorazione».

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la

‘Caribe en Residencia’: iniziativa promossa dall’ambasciata nella Repubblica Dominicana

L’ambasciata

d’Italia a Santo Domingo, in collaborazione con la curatrice, Iris Perez, ha esposto a Casa d’Italia, nel cuore della città vecchia Zona Colonial, patrimonio dell’Unesco, la mostra di arte contemporanea ‘Caribe en Residencia’. All’evento “erano presenti rappresentanti del ministero degli Esteri dominicano, membri del corpo diplomatico ed esponenti della comunità italiana e del mondo culturale”. La mostra, si spiega in una nota, “è ispirata all’esperienza di ‘Collezione Farnesi-

na’, il programma di diplomazia culturale ideato dall’ambasciatore Umberto Vattani che ha, negli anni, trasformato il ministero degli Esteri italiano in un grande museo di arte moderna e contemporanea”.

Analogamente si è proceduto a Santo Domingo, dove l’arredamento della residenza dell’ambasciatore Queirolo Palmas “è stato arricchito da un prestito di opere di famosi artisti locali, ispirate a temi europei e mediterranei, creando così un

naturale ponte di comunicazione e di dialogo fra le due regioni”.

Lamostra rimarrà aperta in Casa d’Italia sino al 15 giugno, mentre la nuova collezione, ‘Caribe en Residencia 2’, sarà esposta in occasione del ricevimento del 2 giugno per le autorità e corpo diplomatico, per poi confluire nella residenza d’Italia sino alla prossima festa nazionale.

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Casa Italia
mostra

Nasce il Club di Donatori

Italiani: Scerra (MAIE) firma l’accordo con Hemocentro

“Una iniziativa, senza dubbio molto nobile, che favorisce e promuove l’unione e la solidarietà della nostra comunità”, si legge in una nota del MAIE RD di Ricky Filosa

Massimiliano Scerra, coordinatore nazionale del MAIE in Repubblica Dominicana e Responsabile Commissione Salute e Benessere MAIE Centro America e Caraibi, ha firmato l’accordo con Hemocentro Nacional per la banca del sangue per gli italiani della RD.

Con il documento firmato da Massimiliano Scerra e il Dr. Pedro Sing, Direttore del Hemocentro Nacional, nasce ufficialmente il Club di Donatori Italiani.

Più di qualcuno si era mostrato scettico, quando il

coordinatore MAIE RD aveva annunciato l’intenzione di creare, appunto, un club di donatori italiani. Invece, rimboccandosi le maniche, ha realizzato il progetto – iniziativa fortemente sostenuta da Vincenzo Odoguardi, vicepresidente MAIE – dando così, con

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i fatti, la migliore risposta a chi aveva sollevato qualche dubbio e ai soliti haters nullafacenti.

Quella del Club di Donatori Italiani è “una iniziativa, senza dubbio molto nobile, che favorisce e promuove l’unione e la solidarietà della nostra comunità”, si legge in una nota del MAIE RD. “Adesso non resta che donare in tanti, proprio come ha fatto il nostro Coordinatore MAIE RD il giorno della firma dell’accordo. Donare è un atto d’amore e solidarietà! Uniamoci e doniamo”.

Sinceri complimenti da parte di Azzurro Caribe a Massimiliano Scerra, che è anche Presidente della Commissione Salute, Medicina e Previdenza Sociale del Com.It.Es. Santo Domingo. Con la sua determinazione è riuscito a portare a casa un ottimo risultato, a vantaggio di tutti gli italiani residenti nel Paese caraibico.

Donare sangue è davvero importantissimo. Sergio Mattarella, presidente della Repubblica Italiana, in un recente messaggio inviato a Gianpietro

Briola, Presidente Nazionale dell’Associazione Volontari Italiani del Sangue – AVIS, ha dichiarato: “Mossi da generosità disinteressata, i donatori, ogni anno, contribuiscono a salvare centinaia di migliaia di vite”. E ancora: “Il gesto di ogni singolo donatore concorre alla costruzione di una comunità coesa e generosa, improntata a un modello di solidarietà, costituzionalmente riconosciuto e impresso nell’identità di ciascun italiano”. Condividiamo le parole del capo dello Stato e anzi le sottoscriviamo cento volte.

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REPUBBLICA DOMINICANA | 4 giugno, una

Domenica Italiana a Santo Domingo: invita

l’Ambasciatore Stefano Queirolo Palmas

“Ci accompagneranno ristoranti e importatori di prodotti italiani, troverete un’area e uno spettacolo dedicato ai più piccoli, balli e tanta musica, rigorosamente italiana! Entrata libera, vi aspettiamo numerosi!”

L’Ambasciatore d’Italia a Santo Domingo, Stefano

Queirolo Palmas, invita tutti gli italiani, ma non solo, a celebrare una Domenica Italiana.

L’appuntamento è per domenica 4 giugno, a partire dalle ore 16,

al Monumento a Fray Antonio de Montesinos.

“ Ci accompagneranno ristoranti e importatori di prodotti italiani, troverete un’area e uno spettacolo dedicato ai

più piccoli, balli e tanta musica, rigorosamente italiana! Entrata libera, vi aspettiamo numerosi!”, si legge in una nota dell’Ambasciata pubblicata sui social.

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