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AZZURROCaribe

Italiani all’estero, La Marca (Pd) incontra la comunità italiana in Costa Rica

Salvaguardiamo e promuoviamo la lingua italiana

Italiani all’estero, Tirelli (MAIE) incontra

Tajani: “Possibile una sua futura visita in Argentina”

Numero 17/2023 - 01 Maggio 2023

AZZURRO Caribe

Direttore: Ricky Filosa

In questo numero:

Salvaguardiamo e promuoviamo la lingua italiana

La lingua è parte della storia di un popolo. Anzi, la lingua è un elemento fondante dell’identità di un popolo. Gli italiani all’estero ce lo insegnano. Essere italiani nel mondo significa essere ambasciatori della nostra cultura e della nostra storia di Antonio Gabriele Fucilone

Italiani all’estero, Tirelli (MAIE) incontra

Tajani: “Possibile una sua futura visita in Argentina”

Voto italiani residenti extra UE, La Marca

(Pd): “Insoddisfacente la risposta della Farnesina”

Italiani all’estero, Giacobbe (Pd): “Rafforzare i consolati, migliorare i servizi ai connazionali”

VENEZUELA | Onori

(M5S): “Scandalosa la vicenda dell’ospedale italiano, il governo intervenga”

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La testata riceve il contributo per la stampa italiana diffusa all'estero erogato dal Dipartimento editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri

CONTATTO

rickyfilosa@gmail.com

Tra i problemi di del mondo globalizzato in cui viviamo c’è quello della questione linguistica: è evidente che vi sia uno strapotere della lingua inglese e che i termini di quest’ultima siano sempre più presenti anche nell’italiano. Parole come “imprinting”, “stakeholder” e “Happy hour” hanno sostituito termini nostrani come “apprendimento precoce”, “portatori di interessi” e “aperitivo“.

per il mondo intero. Non dobbiamo fare come i nostri vicini di casa francesi, i quali arrivano anche ad inventarsi le parole pur di evitare di usare termini anglosassoni. Non si deve essere sciovinisti. Però, non dobbiamo neppure essere così esterofili da sostituire termini nostrani di uso comune con altri anglosassoni, quando questo si può evitare tranquillamente.

Nessuno

ha dei pregiudizi contro la lingua inglese. Però, noi abbiamo la nostra lingua, una delle più belle del mondo. Autori come Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Pietro Aretino sono rinomati e conosciuti in tutto il mondo. Anche poeti di Oltremanica, come il conte di Surrey Henry Howard (1517-19 gennaio 1547), si ispirarono a poeti italiani, come Petrarca. Non parliamo poi di poeti come Ugo Foscolo e Alessandro Manzoni.

Lalingua italiana non è un patrimonio solo per l’Italia, ma

Lalingua è parte della storia di un popolo. Anzi, la lingua è un elemento fondante dell’identità di un popolo. Gli italiani all’estero ce lo insegnano. I discendenti dei nostri connazionali emigrati ci insegnano a difendere l’italianità e molti di loro fanno di tutto per conservare la lingua. Una mia amica che abita in Uruguay me lo ricorda sempre: lei fa di tutto per conservare la lingua dei suoi avi. Lo stesso fa un’altra mia amica residente in Spagna.

Essere italiani nel mondo significa essere ambasciatori della nostra cultura e della nostra storia.

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molto di più...

Italiani all’estero, Tirelli (MAIE) incontra Tajani: “Possibile una sua futura visita in Argentina”

“Sarebbe un’occasione di contatto diretto con la comunità e la realtà quotidiana che viviamo nel Paese”. Durante l’incontro “mi sono congratulato con lui per il lavoro che sta svolgendo, ma gli ho anche espresso le mie preoccupazioni circa la necessità di aumentare il personale consolare in Sudamerica, il numero limitato di risorse umane e l’enorme domanda di servizi che esiste nella regione”

“ Durante una pausa dai lavori parlamentari, ho avuto l’opportunità di incontrare nel Parlamento italiano il Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani. Mi sono congratulato con lui per il lavoro che sta svolgendo, ma gli ho anche espresso le mie preoccupazioni circa la necessità di aumentare il personale consolare in Sudamerica, il numero limitato di risorse

umane e l’enorme domanda di servizi che esiste nella regione”. Lo dichiara sui social l’On. Franco Tirelli, deputato MAIE eletto nella ripartizione estera America Meridionale. C on Tajani “abbiamo anche parlato di una possibile sua visita futura in Argentina”, fa sapere ancora Tirelli, “che sarebbe un’occasione di contatto diretto con la comunità e la realtà quotidiana

che viviamo nel Paese”. Q uello con il titolare della Farnesina secondo Tirelli “è stato un incontro molto produttivo. Spero che questo possa significare un progresso nel miglioramento dei servizi consolari per la comunità italiana in Sudamerica”, conclude l’onorevole italoargentino.

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Di Maio Inviato speciale della UE? Vergogna!

Conosco personalmente almeno 50 diplomatici italiani che sarebbero stati molto più esperti di lui, altro che essere “il migliore d’Europa”! Non è più accettabile essere trattati come Nazione in questo modo di Marco Zacchera

Quel

simpaticone di Borrell (il “ministro degli esteri” europeo) doveva venire in Tv a dirci: “Italiani, parliamoci chiaro: noi siamo la Commissione UE e siamo di sinistra, voi non siete un c… (tipo Marchese del Grillo). Sappiamo benissimo che Di Maio è una nullità, ma Draghi ci aveva chiesto un piacere e quindi nominandolo “Inviato speciale dell’Europa nel Golfo Persico” l’abbiamo fatto come scelta politica e per assicurargli un buon stipendio, dopo la sua recente trombatura elettorale, quindi fatevene una ragione!”. Ecco, questo sarebbe stato un discorso comprensibile. Invece Borrell ha avuto la sfacciataggine di sostenere che “Di Maio è la scelta migliore”: come se uno che non sa quasi nulla della materia, non parla l’inglese e non ha una laurea, sia migliore dei suoi “concorrenti” tutti ex ministri, plurilaureati e specialisti e/o già inviati speciali nell’area per conto dell’UE e comunque con una lunga esperienza internazionale: un insulto all’intelligenza di tutti. Forse non hanno ricordato a Borrell che il suo nuovo “inviato speciale” è proprio il personaggio che sosteneva i gilet gialli contro Macron ed è lo stesso Di Maio che da ignorante confondeva pubblicamente Pinochet come dit-

tatore del Venezuela anziché del Cile e la Siria con la Libia. Ma se queste sono le balle che conta Borrell, allora lui stesso non è più credibile anche per le cose importanti come l’essere il più strenuo difensore della escalation della guerra in Ucraina che sta portando l’Europa al disastro. Dietro alla nomina c’è però anche un altro aspetto politico ancora più grave. Ricordiamoci che durante il suo incarico da Ministro degli Esteri, Di Maio ha avuto con la Cina rapporti gravi ed ambigui contro la stessa linea politica europea. La “Via della Seta” da lui sostenuta rischia di essere un guaio per la stessa Europa, come può rappresentarci quindi proprio Di Maio nel Golfo Persico? Già solo questo aspetto avrebbe dovuto fermare la scelta di Borrell. Una scelta che è però anche un’offesa al nostro governo che non vuole questa nomina e soprattutto ai cittadini-elettori che hanno fatto fare a Di Maio una figuraccia pazzesca bocciando in maniera inequivocabile e pesante la sfacciataggine di questo pulcinella abituato a cacciar balle e vivere di slogan, un populista che come il vermetto della mela si mangia tutto quello che può. Ricordiamoci il Di Maio apparso al balcone di palazzo Chigi annunciando di aver abolito

la povertà, dopo aver peraltro pronosticato che lui e i suoi avrebbero “aperto il Parlamento come una scatola di tonno” salvo poi diventare proprio lui l’emblema della “Casta”, alla faccia di tutti quelli che gli avevano creduto. Un acchiappa-poltrone che ha cambiato cavallo e casacca a sfinimento, che nella sua carriera è stato sempre “nominato” e mai eletto e che spudoratamente – rimasto temporaneamente in mutande – corre adesso dietro solo ad un (super) stipendio e relativi benefit. Conosco personalmente almeno 50 diplomatici italiani che sarebbero stati molto più esperti di lui, altro che essere “il migliore d’Europa”! Non è più accettabile essere trattati come Nazione in questo modo, non è accettabile che Gentiloni sia lì a (mal) rappresentarci “nella vigna a far da palo” e stando zitto su queste decisioni. In generale non se ne può più di questa Europa scriteriata, falsa ed ipocrita, oggetto di ricatti morali e scandali finanziari nascosti dai suoi vertici e che calpesta la volontà democratica dei suoi cittadini. Tutto ciò è vergognoso e spero che il governo Meloni abbia il coraggio di opporsi strenuamente e senza ambiguità a questa nomina farlocca, assurda e soprattutto offensiva per tutti.

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Voto italiani residenti extra UE, La Marca (Pd):

“Insoddisfacente la risposta della Farnesina”

“La risposta che mi è stata recapitata dimostra quanto l’attuale governo non tenga in alcuna considerazione gli italiani all’estero”

«Diverse settimane addietro ho presentato un’interrogazione parlamentare, rivolta ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR inerente la riscontrata impossibilità di alcuni cittadini iscritti all’AIRE di esprimere il loro diritto di voto alle elezioni europee, chiedendo se ne fossero al corrente e, nel caso, quali iniziative intendessero intraprendere al fine di garantire l’esercizio di tale diritto. Ma la risposta che è giunta in queste ore è assolutamente insoddisfacente», ha dichiarato la senatrice del Partito Democratico Francesca La Marca, eletta nella circoscrizione estera ripartizione America Settentrionale e Centrale.

parlamentare chiedeva, appunto, quali misure il Ministero intendesse

intraprendere per venire incontro ai migliaia di cittadini italiani residenti all’estero che non riuscivano, malgrado esso sia un diritto sancito dalla Costituzione, a esprimere le loro preferenze di voto alle elezioni europee.

«Larisposta che mi è stata recapitata dimostra quanto l’attuale governo non tenga in alcuna considerazione gli italiani all’estero, trattandoli a tutti gli effetti come cittadini di “serie B” – ha dichiarato la senatrice La Marca – Non possiamo aggrapparci ancora a leggi vecchie decenni, che rendono impossibile un diritto come il voto se si risiede in uno stato extra-Ue, nonostante si sia cittadini italiani a tutti gli effetti».

L’interrogazioneInfatti, la replica del MAECI riferisce che allo stato attuale la legge prevede la partecipazione al voto dei connazionali iscritti

all’AIRE, solo se essi risiedono in uno degli Stati membri dell’Unione Europea. Mentre, per i connazionali residenti nei Paesi extra-Ue, è possibile votare solo se ci si reca fisicamente in Italia presso il proprio comune di iscrizione elettorale.

«E’ chiaro che diventa impossibile, per migliaia di cittadini italiani residenti all’estero, sotto diversi aspetti fra cui anche quello economico, rientrare in Italia per esprimere il proprio voto. Servono misure urgenti, perché a lungo andare quello che si ricaverà da questo atteggiamento sarà un ulteriore disinteresse per la politica. Evidentemente questo governo non ha assolutamente a cuore le necessità degli italiani all’estero, che considera corpi estranei allo scenario politico nazionale», ha concluso la senatrice La Marca.

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Italiani all’estero, Giacobbe (Pd): “Rafforzare i consolati, migliorare i servizi ai connazionali”

“Sia in Australia, sia in nuova Zelanda, i nostri consolati hanno bisogno di assistenza da parte del Ministero per assicurare il personale necessario per svolgere i loro servizi”

IlSenatore del Pd Francesco Giacobbe, eletto nella circoscrizione estero Asia-Africa-Oceania-Antartide, è intervenuto ieri in aula per portare alla luce la vicenda di Leonardo Lotto, vittima di un tragico incidente a Melbourne e rientrato in Italia anche grazie al supporto della rete diplomatica italiana.

Nelsuo intervento Giacobbe ha sottolineato “il coraggio di Leonardo, la sua enorme forza di volontà e la sua capacità di guardare al futuro con grande speranza”.

garantisco sono, esposti a rischi e pericoli del non capire cosa agire o come muoversi”.

Inoltre

un tuffo in mare, lo studente delle Bocconi che stava ultimando un semestre in Australia, è rimasto paralizzato e ora lotta con determinazione per riuscire a camminare di nuovo “whatever it takes”, ha detto.

Dopo

Giacobbe ha ringraziato la rete diplomatica italiana, in particolare il console di Melbourne Hanna Pappalardo, per l’assistenza alla famiglia e al ragazzo durante quei tragici giorni.

“Sono le istituzioni che si attivano e agiscono nell’interesse supremo dei cittadini italiani all’estero – ha detto il Senatore -. Cittadini che, lontano da casa, possono e, vi

IlSenatore ha, però, ricordato come “sia in Australia, sia in nuova Zelanda, i nostri consolati hanno bisogno di assistenza da parte del Ministero per assicurare il personale necessario per svolgere i loro servizi. Occorre vengano superati tutti gli ostacoli adeguando livelli salariali ed altre condizioni per assicurare livelli adeguati di personale di ruolo ed a contratto locale. Solo così possiamo facilitare i servizi ai nostri cittadini nel mondo”, ha concluso.

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BRASILE | Conferite onorificenze a 11 italo-brasiliani

L’Ambasciatore d’Italia a Brasilia, Francesco Azzarello, ha conferito in nome del Presidente della Repubblica l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia a undici membri della comunità italiana in Brasile. Ecco chi sono

L’Ambasciatore d’Italia a Brasilia, Francesco Azzarello, ha conferito in nome del Presidente della Repubblica l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia a undici membri della comunità italiana in Brasile, tra cui il Segretario della Casa Civile –equivalente al capo di gabinetto – dello Stato di Rio de Janeiro, Nicola Miccione. In quest’ultimo caso, il riconoscimento è motivato dall’impegno dimostrato da Miccione nell’aver “promosso e sviluppato i rapporti bilaterali in tutti i settori con altissima professionalità e senso delle istituzioni”.

Insigniti anche il giornalista fondatore della Rivista Comunità Italiana, Pietro Domenico Petraglia, “instancabile promotore di questioni culturali bilaterali”, e promosso al rango di Grand’Ufficiale; l’amministratore delegato di Pirelli in America Latina, Cesar Alarcon, “figura di spicco tra le grandi aziende italiane e per essere sempre impegnato a sostenere le iniziative culturali italiane in Brasile”, si legge nelle motivazioni.

Azzarello ha conferito l’onorificenza anche all’imprenditore del settore agri-

colo, Luiz Biagi; al pittore Carlos Bracher; al responsabile dell’approdo della prima pianta Fiat in Brasile, Jack Correa; al console onorario a San Salvador de Bahia, Andrea Garziera; al medico Roberto Costantino Longoni; all’ingegnere Renato Malcotti; al dirigente del Palmeiras, società calcistica di origine italiana, Luiz Osvaldo Pastore, e a uno dei chef più prestigiosi del paese, considerato ambasciatore della gastronomia italiana in Brasile, Rosario Tessier.

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VENEZUELA | Onori (M5S): “Scandalosa la vicenda dell’ospedale italiano, il governo intervenga”

Federica Onori, capogruppo del Movimento 5 Stelle nella Commissione Esteri della Camera, ha depositato un’interrogazione al Ministero degli Esteri per avere chiarimenti sulla posizione del governo in merito “all’ospedale italiano mai realizzato in Venezuela”

“ Ho depositato un’interrogazione al Ministero degli Esteri per avere chiarimenti sulla posizione del governo in merito alla scandalosa vicenda del mai realizzato ospedale italiano del Venezuela”. Lo dichiara la deputata Federica Onori, capogruppo del Movimento 5 Stelle nella Commissione Esteri della Camera, prima firmataria dell’interrogazione.

“ Il progetto, formalmente avviato nel 2020, avrebbe do -

vuto offrire assistenza gratuita agli indigenti e servizi medici in convenzione alla comunità italiana in Venezuela, una delle più numerose al mondo. Dopo il fallimento dell’operazione, imputabile all’impropria gestione della relativa fondazione da parte del discusso esponente politico della locale comunità italiana, chiediamo al Governo come intenda porre rimedio a questa incresciosa situazione al fine di garantire agli italiani in Venezuela le

tutele sanitarie che l’ospedale avrebbe dovuto fornire

“ Per noi – conclude Onori –la lotta a difesa della legalità non si ferma ai confini nazionali e in questo caso, purtroppo, c’è anche stata una ignobile speculazione sul patrimonio di affidabilità che solitamente si associa al buon nome del nostro Paese”.

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loro”.

Italiani all’estero, Romagnoli (CGIE): “Passare dalle parole ai fatti, governo dia segnali concreti”

Massimo Romagnoli, membro eletto del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero: “E’ arrivata l’ora di andare oltre le parole, oltre i concetti già espressi più volte da politica e istituzioni, per dimostrare con i fatti che l’Italia tiene davvero ai propri figli nel mondo”

“Ho molto apprezzato le parole della senatrice Stefania Craxi sugli italiani all’estero, “i nostri primi ambasciatori” secondo la presidente della commissione Affari Esteri e Difesa al Senato. Per Craxi l’Italia ha bisogno anche “dei suoi figli più lontani che, molto più di altri, sentono forti e vive le radici” con la propria terra d’origine. Sottoscrivo. Tuttavia, è arrivata l’ora di andare oltre le parole, oltre i concetti già espressi più volte da politica e istituzioni, per dimostrare con i fatti che l’Italia tiene davvero ai propri figli nel mondo. E questo lo si fa anche cercando di migliorare la qualità di vita dei nostri connazionali residenti oltre confine. Come? Investendo di più

sulla rete consolare, per esempio, per consentire agli italiani all’estero di poter ricevere servizi efficienti in tempi dignitosi”. Lo dichiara in una nota Massimo Romagnoli, membro eletto del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero.

“Sono ancora troppe le notizie che ci arrivano dal mondo e che riferiscono di Consolati che fanno acqua da tutte le parti. Sono vicino, per esempio, alla comunità italiana di Barcellona, in Spagna, che ha manifestato per protestare contro una sede consolare che a quanto pare non è in grado di svolgere al meglio il proprio lavoro. E sono vicino a quegli enti promotori della lingua italiana all’este-

ro che ancora non hanno ricevuto quei fondi che consentono loro di operare e di diffondere la cultura tricolore. C’è davvero molto da fare per quanto riguarda il Sistema Italia all’estero: è anche per questo che mi piacerebbe molto poter contribuire, con la mia esperienza di tanti anni, alla crescita dell’Italia nel mondo. Per esempio, lavorando nella V Commissione del CGIE, quella che si occupa della Promozione del Sistema Paese all’Estero. Questo governo – conclude Romagnoli – dimostri con chiarezza, e con gesti concreti, il proprio impegno a favore dell’universo dell’emigrazione, migliorando tutto ciò che purtroppo ancora non funziona come dovrebbe”.

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Italiani all’estero, “Block Notes”: documentario sull’emigrazione pugliese a New York

“Un’emigrazione spesso tacciata di aver esportato negli States solo dinamiche mafiose, ma che dalle testimonianze raccolte esprime tutto l’orgoglio di un’appartenenza tramandata di padre in figlio, l’etica del lavoro, la voglia di rimboccarsi le maniche e di aiutarsi l’un l’altro dei pugliesi”

SulCorriere del Mezzogiorno focus sul tema dell’emigrazione pugliese a New York. “Riannodare i fili della memoria. Operazione necessaria ancor più in epoche di revisionismo storico e di perenne emergenza migratoria. Oggi l’Italia è al contempo meta d’arrivo, terra di passaggio e punto di partenza per uomini in cerca di una vita migliore. New York è, oggi come ieri, approdo di schiere di baresi e pugliesi che contano sulla propria determinazione e poco altro. A fare i conti con le storie di emigrati pugliesi nella Grande Mela e dei loro discendenti ci ha pensato il regista barese Mimmo Mongelli nel documentario “Block Notes”, intrecciando il primo flusso dell’immigrazione italiana – intorno al 1890 (John Mustaro, Nick e Mike Spano, Antonio Rutigliano) – a quello degli

anni ’60 (James Mitarotonda) e a pratiche migratorie contemporanee, legate più a scelte professionali e culturali (Maria Galetta)”.

“Un’emigrazione spesso tacciata di aver esportato negli States solo dinamiche mafiose, ma che dalle testimonianze raccolte (intervallate da materiale video e fotografico relativo alla comunità pugliese nella Grande Mela) esprime tutto l’orgoglio di un’appartenenza tramandata di padre in figlio, l’etica del lavoro, la voglia di rimboccarsi le maniche e di aiutarsi l’un l’altro dei pugliesi”.

“All’epoca tutti dipendevano dal ghiaccio”, racconta Mustaro, i cui nonni arrivarono da Altamura. Così i baresi diventarono gli icemen, quelli che lo portavano sulle proprie spalle, che riforni-

vano le case, i ristoranti, i teatri. Emblematica la storia della famiglia Spano, il cui business del ghiaccio con gli anni si trasformerà in business del carbone, del kerosene, fino a rifornire ancora oggi di carburante gli abitanti di Yonkers con l’impresa di famiglia.

Fondarono le società di mutuo soccorso per supportare i pugliesi nel rapportarsi alla schiacciante burocrazia, o per aiutare quelli che perdevano il lavoro o morivano lasciando la famiglia senza entrate.

“Siamo orgogliosi della nostra storia – spiegano Nick, ex senatore Usa, e Mike, sindaco del comune dello Stato di New York – nonno arrivò qui senza nulla, ma con tanta voglia di lavorare, con gli altri immigrati c’era aiuto reciproco”.

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FOCUS | Italiani nel mondo, sempre più lombardi si trasferiscono all’estero

L’incidenza sulla popolazione lombarda è pari al 5,9 per cento, considerando però che ci sono alcune “terre di confine” dove l’andirivieni dalla Svizzera è continuo di Laura Neri

All’1 gennaio 2023 si contavano 127mila italiani in più iscritti all’Aire (dati Viminale), l’anagrafe dei residenti all’estero, ovvero l’elenco che riunisce tutti coloro che sono fuori dai confini della penisola in modo continuativo per più di 12 mesi.

“ Un numero in crescita anche a livello lombardo – scrive Il Cittadino – e, con le dovute proporzioni, anche a Lodi. Negli ultimi anni, infatti, gli iscritti provenienti dal Lodigiano sono in costante aumento: nel 2017 erano 4.617, nel 2018 c’è stato un boom a 5.363, che si è sgonfiato a 5.045 nel 2019, per poi risalire in modo progres-

sivo a 5.592 nel 2020, 6.094 nel 2021 e 6.432 nel 2022, secondo il dato presente nell’ultimo Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes.

Nel 2022, quindi, si parla di 6.432 lodigiani che vivono all’estero, pari al 2,83 per cento rispetto alla popolazione della provincia.

Per quanto riguarda la Lombardia, invece, si è passati da 449.503 a 473.022, 501.124, 533.584, 561.206, per arrivare a 586.591 nel 2022.

L’incidenza sulla popolazione lombarda è pari al 5,9 per

cento, considerando però che ci sono alcune “terre di confine” dove l’andirivieni dalla Svizzera è continuo (Como, ad esempio, è il secondo comune per iscritti dopo Milano, e Campione ha un tasso di residenti all’estero che è del 124 per cento rispetto alla popolazione locale) e porta la Svizzera ad essere il primo paese di emigrazione lombarda, con 108mila residenti. A seguire, i ‘lombardi’ all’estero sono per lo più in Regno Unito (73mila, 12,6 per cento), e i grandi paesi di antica emigrazione come Argentina (63mila, 10,9 per cento), Brasile (60mila, 10,4%)”.

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| Stefania Craxi: “Gli italiani all’estero sono i nostri primi ambasciatori”

“L’Italia e’ un grande Paese che ha bisogno di tutti noi, anche e soprattutto dei suoi figli piu’ lontani che, molto piu’ di altri, sentono forti e vive le radici con una terra d’origine che vuole tenerli vicini”

Gli

italiani all’estero “sono i nostri primi ambasciatori”. Lo ha dichiarato la presidente della commissione Affari Esteri e Difesa al Senato Stefania Craxi in un’intervista al giornale online degli italiani a Miami “ItaliaReportUsa“.

L’Italia,ha affermato la senatrice, “e’ una realta’ che ha bisogno come l’aria di vivere di intense relazioni internazionali. Gli anni piu’ recenti sono la dimostrazione di come senza un protagonismo sugli scenari a noi piu’ prossimi, penso proprio alla vasta area del Mediterraneo allargato, il nostro Paese sia destinato all’irrilevanza. Un nostro rinnovato protagonismo e’ necessario anche ai nostri partner europei e internazionali, penso agli Stati Uniti e alla stessa Alleanza atlantica”. Questa maggioranza e questo governo, ha affermato ancora Craxi, “forti della loro chiara collocazione internazionale, consapevoli del frangente storico gravido di pericoli, vogliono far giocare all’Italia, da protagonista, le partite che gli competono”.

Lasenatrice si e’ quindi soffermata della necessita’ per l’Unione europea di farsi soggetto politico, tenendo fede all’alleanza con gli Stati Uniti: “Alcune recenti sortite di qualche leader europeo, benche’ poi precisate e ricalibrate, hanno creato una certa confusione che e’ bene non ci sia quando si parla di alleanze strategiche e posizionamento internazionale. Certo, possiamo avere, com’e’ normale che sia, accenti e sensibilita’ diversi su alcune questioni. Ma Stati Uniti ed Europa, insieme, sono l’Occidente, e le sfide del futuro – sfide tecnologiche, commerciali e, purtroppo, anche militari – non potranno che vederci uniti. Divisi, siamo facili prede”.

partner per noi tutti fondamentale”.

“Non vorrei che nel mentre noi discutiamo, altri player internazionali si inseriscano nella partita, soggetti il cui intento ultimo non e’ sostenere la Tunisia, ma utilizzarla nel gioco geopolitico, allontanandola dall’Occidente, sfruttando la sua posizione e le sue poche risorse, condizione che non farebbe altro che destabilizzare il Paese dei Gelsomini e l’intera area mediterranea”, ha dichiarato.

Rivolgendosi

alla crisi in corso nella vicina Tunisia, Craxi ha ribadito come il Paese sia un “tassello fondamentale della regione, benche’ geograficamente piccolo, e la sua tenuta economico-sociale e’ un interesse prioritario non solo per la questione dei flussi migratori ma anche e soprattutto per impedire la deriva di un

Quanto

alla comunita’ degli italiani all’estero, Craxi ha affermato che questi “sono i nostri primi ambasciatori, i piu’ qualificati e appassionati promoters dell’Italia, delle sue bellezze, delle sue ricchezze storico-culturali ed enogastronomiche”. “L’Italia e’ un grande Paese che ha bisogno di tutti noi, anche e soprattutto dei suoi figli piu’ lontani che, molto piu’ di altri, sentono forti e vive le radici con una terra d’origine che vuole tenerli vicini”, ha detto la senatrice.

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USA-ITALIA

LETTERA AL CORRIERE | Porta (Pd): “Perché è fondamentale il concetto di italiacità”

virtuosa e proficua che milioni di emigrati italiani ebbero con i popoli e le culture che incontrarono a tutte le latitudini.

Caro Direttore, la lunga intervista rilasciata dal Presidente della Repubblica al «Corriere» e pubblicata venerdì scorso meriterebbe una riflessione approfondita e, soprattutto, delle conseguenti iniziative sul piano politico oltre che culturale, poiché il tema dell’italicità come fulcro di un nuovo Rinascimento europeo può essere oggi declinato in diversi modi, che vanno al di là della semplice considerazione socio-culturale mentre potrebbero incidere in maniera lungimirante e innovativa sulla ricostruzione di un nuovo tessuto connettivo del Paese, anche come risposta al declino demografico e in fin dei conti al ruolo dell’Italia in Europa e nel mondo.

Soltanto la riedizione di una stantia spocchia sciovinista di qualche opinionista potrebbe etichettare, come purtroppo è avvenuto, il riferimento del Presidente Mattarella alla cultura italica come una rinuncia ai valori universali che stanno alla base della nostra concezione della vita e quindi dell’arte e della società.

L’italicità, così come in maniera semplice quanto sublime la descris-

se qualche anno fa Piero Bassetti nel suo saggio “Svegliamoci italici”, non è affatto l’annullamento dell’italianità essendone al contrario la sua massima espressione. L’ibridazione italica è parte essenziale della nostra storia; un’ibridazione, come ci ricorda il Presidente nel suo riferimento al Rinascimento, che assumerà proprio in quel periodo straordinario una dimensione europea della quale oggi siamo tutti orgogliosamente figli.

Analogamente, l’italicità si esprime nella sua più forte e probabilmente visibile dimensione nell’essenza e nella conseguenza del più grande fenomeno sociale della storia d’Italia: la diaspora italiana nel mondo. Come è sempre il Presidente della Repubblica a ricordarci, questa volta con un suo memorabile discorso rivolto alla comunità italiana in Argentina al Teatro Coliseo di Buenos Aires nel 2017, “La storia dell’emigrazione italiana è, prima ancora dell’Unità d’Italia, la storia unitaria del nostro popolo”.

Il grande ‘soft power’ italiano si basa proprio su questa storia e affonda le radici sulla contaminazione

Gli “aspiranti italiani” ai quali si riferisce il Presidente della Repubblica nella sua intervista e ai quali l’Italia dovrebbe guardare con un mito di orgoglio e sollecitudine sono quindi sia i figli e i nipoti di quella epopea migratoria che in realtà non si è mai fermata ma anche tutti coloro che, in Italia e all’estero, vedono il nostro Paese con ammirazione e speranza, anzi spesso come un modello da imitare e quindi abbracciare.

L’italian sounding, tirato in ballo a sproposito da qualche politico poco informato sulla reale penetrazione della creatività e dell’ingegno italico nel mondo, è altra cosa e andrebbe trattato con un minimo di conoscenza della nostra grande business community all’estero.

Emigrazione e immigrazione, come anche il recente documento di programmazione economica finanziaria presentato dal governo ci ricorda e come gli ultimi rapporti ISTAT ci ripetono ormai da anni, possono e anzi devono essere il volano di una nuova crescita e quindi dello sviluppo del Paese. A condizione che l’approccio sia laico e non ideologico, estraneo alle sterili contrapposizioni identitarie e ispirato invece proprio al concetto di italicità al quale più di una volta ha fatto riferimento il nostro Presidente nei suoi interventi.

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Di seguito la lettera inviata dall’On. Fabio Porta al Direttore del «Corriere della Sera» e ripresa dal quotidiano nell’edizione di domenica 23 aprile

Italiani all’estero, La Marca (Pd) incontra la comunità italiana in Costa Rica

Una serie di incontri atti a perfezionare e rinsaldare i rapporti fra Costa Rica e Italia, con la senatrice che ha sottolineato l’importanza che la comunità italiana in Costa Rica ricopre

E’ stata una settimana densa di incontri quella appena trascorsa per la senatrice Francesca La Marca che ha incontrato, accompagnata dall’ambasciatore Alberto Colella in vari eventi organizzati proprio dall’Ambasciata italiana, la comunità italiana in Costa Rica comunità italiana in Costa Rica, che vanta quasi 9.000 iscritti AIRE.

Una serie di incontri atti a perfezionare e rinsaldare i rapporti fra i paesi del

Costa Rica e dell’Italia, con la senatrice che ha sottolineato l’importanza che la comunità italiana in Costa Rica ricopre.

Martedì 18 aprile, vi è stata una riunione con i membri dell’esecutivo della “Dante Alighieri” a San José, per fare il punto sulla situazione della promozione della lingua e della cultura italiana in Costa Rica. A seguire, la senatrice La Marca è stata ospite, presso la residenza dell’Ambasciatore italiano in Costa Rica Alberto

Colella, dove ha avuto modo di conoscere alcuni esponenti di spicco della comunità italiana a San José, fra cui i tre premiati con un’onorificenza per essersi distinti in ambito socio-culturale e imprenditoriale.

«Devo ringraziare i membri esecutivi della “Dante Alighieri” per l’inestimabile lavoro che fanno quotidianamente affinché la cultura e la lingua italiana abbiano la giusta promozione e il giusto riconoscimento in un paese così meraviglioso

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come il Costa Rica. Voglio fare anche i miei complimenti – ha dichiarato la senatrice La Marca- a tutti gli esponenti di questa fantastica comunità italiana in Costa Rica. L’Italia non dimentica i suoi figli, che tanto lustro portano al paese. Perciò cercherò in tutti i modi di portare le loro istanze in Parlamento».

Nella giornata del 19 aprile, la senatrice La Marca ha avuto il piacere di visitare la “Casa Amarilla”, questo è il soprannome che viene dato al Ministero degli Esteri costaricense, e di incontrare la vice-ministra degli Esteri Lydia

Peralta. «E’ stata un’occasione fondamentale per discutere di alcuni accordi bilaterali in sospeso fra l’Italia e il Costa Rica, fra cui l’accordo sulla cooperazione culturale, scientifica e tecnologica, e anche per rafforzare gli ottimi rapporti fra i due paesi che, il prossimo anno, festeggeranno 160 anni di relazioni diplomatiche » ha dichiarato la senatrice.

Aseguire, la senatrice La Marca ha visitato il parlamento del Costa Rica, la cosiddetta “Asamblea”, e alcune commissione che ne permettono il funzionamento.

«Accompagnata da due deputati del parlamento del Costa Rica, fra cui Maria Marta Padilla Bonilla, membro del Gruppo di amicizia parlamentare Costa Rica-Italia che ringrazio vivamente, ho avuto modo di capire e di studiare il funzionamento della Camera legislativa costaricense, che a differenza del sistema italiano, è una soltanto ed è composta da 57 deputati. Ringrazio anche il vice console onorario presso l’Ambasciata italiana, Luigi Cisana, e l’ex ambasciatore italiano in Costa Rica, Ronald Flores, con i quali ho avuto modo di scambiare alcuni pun -

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ti di vista su molte tematiche che riguardano i due paesi».

E’ stato per me un onore aver preso parte a questa prima edizione. Il cinema in generale ha una funzione unica, ovve -

ro di collante fra diversi paesi, diversi mondi, diversi modi di pensare. La sua capacità di raccontare inoltre diverse epoche rappresenta un portale temporale unico nella storia dell’uomo. Il suo valore è fondamentale per

lo sviluppo artistico, culturale ed economico di un paese ed è anche per questo sono impegnata in prima persona per favorire l’accordo bilaterale cinematografico fra i due paesi» ha concluso la senatrice La Marca.

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