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AZZURROCaribe

Italiani nel mondo ambasciatori della cultura italiana

Fondi ridotti ai Comites: Menia

(FdI) interroga Tajani

Lingua italiana nel mondo, Odoguardi (MAIE):

“Governo assicuri le giuste risorse agli enti gestori”

16/2023 - 24 Aprile 2023
Numero

Direttore: Ricky Filosa

In questo numero:

Italiani nel mondo ambasciatori della cultura italiana

Gli italiani nel mondo sono ambasciatori della cultura del nostro Paese. Noi, che stiamo qui in Italia, dobbiamo essere loro grati per questo di Antonio Gabriele Fucilone

Italiani nel mondo, giovani calabresi negli USA per l’International Exchange Program

Sottosegretario Silli in Argentina: “Come governo puntiamo a rafforzare le relazioni con l’America Latina”

Addio a Mirella Giai, la prima senatrice degli italiani in Sudamerica

Quandosi dice che si dovrebbe togliere il diritto di voto agli italiani all’estero e che questi ultimi dovrebbero essere esclusi dalla vita del nostro Paese si fa tanta demagogia, perché gli italiani all’estero, che piaccia o meno, sono cittadini italiani a tutti gli effetti, nostri connazionali.

Caraibi avanti tutta grazie alla ripresa del lungo raggio e delle crociere

E molto di più...

La testata riceve il contributo per la stampa italiana diffusa all'estero erogato dal

Dipartimento editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri

CONTATTO

rickyfilosa@gmail.com

Idemagoghi

dicono: “Loro (gli italiani all’estero) non pagano le tasse qui in Italia e perciò non meritano neppure di essere classificati come italiani”. Questa affermazione dimostra la demagogia che c’è riguardo agli italiani all’estero; che non è poi così vera. Infatti, ci sono italiani all’estero che hanno proprietà anche qui in Italia e pagano le tasse anche per queste ultime.

mania e con il quale sono venuto in contatto su Facebook. Questa persona è siciliana, di Catania. Il suo lavoro è nel campo dell’importazione di formaggi e prodotti italiani in Germania, dove fa giungere la mozzarella di Agerola ed altri prodotti del nostro Paese. Ovviamente, non dico il nome di questa persona (per non fare pubblicità), ma chi vive in terra tedesca la conosce. Per me, una persona così merita tanto di cappello e ha tutto il mio rispetto. Con il suo lavoro, fa conoscere il prodotto italiano, il made in Italy, e aiuta le imprese italiane a fare conoscere i loro prodotti e a venderli. Ci sono tanti italiani all’estero che fanno ciò.

Gli

italiani all’estero sono una risorsa per noi. Mi viene in mente un signore (anzi, un mio quasi coetaneo) che risiede in Ger-

Gli

italiani nel mondo sono ambasciatori della cultura del nostro Paese. Noi, che stiamo qui in Italia, dobbiamo essere loro grati per questo.

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AZZURRO
Caribe

Italiani nel mondo, giovani calabresi negli USA per l’International Exchange Program

Saranno quattro i giovani iscritti al chapter di Vibo Valentia della Filitalia International che parteciperanno all’International Exchange Program negli Stati Uniti. Si tratta di Gianpaolo e Adele Cinquegrana, Fernando La Rocca e Roberto Franzè, che dopo l’estate avranno l’occasione di crescita attraverso il programma indetto dalla Casa Madre di Philadelphia. Ad annunciarlo, a margine della riunione del consiglio direttivo, è stato il presidente del chapter di Vibo Valentia, Nicola Pirone: “Abbiamo individuato tra i nostri soci quattro ragazzi tra i 18 e 30 anni che avranno la possibilità di fare un’esperienza oltreoceano. Ci corre l’obbligo ringraziare il dottor Pasquale Nestico e la presidente Paula Bonavitacola per l’opportunità che la Filitalia International concede ai nostri iscritti. L’International Exchange Program è un’occasione di crescita dal punto di vista

di studio, lavoro ed umano. Si entrerà in contatto con un’altra realtà, un altro modo di vivere e lavorare. Il tutto in maniera gratuita per i nostri soci”.

Infatti, per gli iscritti non ci sarà nessun costo, una sorta di borsa di studio – Erasmus, da svolgere all’estero. Il programma prevede la permanenza a Philadelphia da 2 a 4 settimane, a stretto contatto con la Casa Madre, dove i giovani potranno realizzare degli stage a secondo del proprio livello di studio e approfondire la conoscenza della lingua inglese. Tra le tante opportunità conoscitive anche quello del museo dell’emigrazione fondato proprio dalla Filitalia International nella città dell’amore fraterno. I quattro giovani calabresi partiranno per gli States subito dopo l’estate.

Gli Stati Uniti sono una meta molto ambita, in particola-

re la città di Philadelphia, con la Filitalia International che nel corso degli anni ha saputo offrire a giovani italiani opportunità uniche, soprattutto nel campo degli studi. Non solo International Exchange Program. I soci della Filitalia International potranno accedere anche al programma delle borse di studio offerto attraverso la Fondazione Filitalia e sostenuto dalle donazioni delle famiglie. I candidati sono valutati da membri imparziali del Comitato per la lingua e la cultura in base alle capacità accademiche, alla consapevolezza sociale, alla conoscenza della lingua italiana e all’apprezzamento del patrimonio italiano.

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“Abbiamo individuato tra i nostri soci quattro ragazzi tra i 18 e 30 anni che avranno la possibilità di fare un’esperienza oltreoceano”

La diaspora italiana: una grande occasione (forse perduta)

Perché l’Italia non vede la grande diaspora come una possibile risposta alla recessione demografica? di Fabio Porta

“Farnesina in allarme: dal Sudamerica possibili milioni di richieste di cittadinanza per oriundi”: era questo il titolo allarmistico di un articolo apparso sul quotidiano «la Repubblica» alcune settimane fa; qualche giorno dopo sul «Corriere della Sera», l’altro grande giornale italiano, un altro titolo riprendeva lo stesso argomento, questa volta da una prospettiva totalmente diversa: «L’Italia e la diaspora dimenticata». Nel primo articolo l’accento era tutto rivolto agli aspetti critici e problematici conseguenti alla presenza, particolarmente in Sudamerica, di una grandissima collettività di italo-discendenti; una lettura prevalente in molti ambiti e spesso fatta propria dalla nostra diplomazia, che raramente vede questo fenomeno come potenzialmente positivo considerandolo al contrario un sovraccarico di lavoro per la nostra rete consolare. Una visione parziale, perché se è vero che i consolati all’estero soffrono da anni per una cronica mancanza di personale e a causa di una rete limitata e non in grado di offrire servizi adeguati a collettività di enormi dimensioni come quella italiana, è altrettanto vero che oggi (e grazie ad una norma da me fortemente voluta) proprio grazie alle domande di cittadinanza alcuni grandi consolati come Buenos Aires, San Paolo o Caracas incassano annualmente risorse pari o superiori alle loro spese fisse.

Qualche

dato? Il Consolato Generale d’Italia a Buenos Aires soltanto nel 2022 ha percepito oltre sette milioni di euro a seguito dei servizi offerti ai connazionali (passaporti e cittadinanze, soprattutto); il Consolato di Londra oltre 5 milioni e quello di San Paolo quasi quattro. Risorse che vanno allo Stato italiano, ma che nel caso delle cittadinanze ‘iure sanguinis’ vengono restituite per una quota del 30 per cento allo stesso consolato che li ha incassati, a condizione che queste somme vengano utilizzate per ridurre le lunghe attese e migliorare i servizi ai connazionali. Ciò significa che, rimanendo ai principali consolati sudamericani (quelli che secondo l’ufficio stampa della Farnesina sarebbero “sommersi dagli oriundi”) a Buenos Aires nel 2022 sono stati restituiti due milioni e mezzo di euro, a Caracas poco meno (due milioni e duecentocinquantamila) e a San Paolo un milione e settecentomila. Considerando che il cambio in Sudamerica è nettamente favorevole all’euro e che con queste risorse vengono contrattati impiegati assunti localmente, non è difficile capire che stiamo parlando di valori per nulla trascurabili e in grado di rispondere in maniera significativa alle esigenze per le quali nel 2016 il Parlamento decise di “restituire” ai cittadini queste risorse in servizi più efficienti. Un meccanismo che allora

si ispirò alla piccola rivoluzione che dopo anni di attesa destinò a musei e parchi archeologici le somme incassate grazie alla vendita dei biglietti ai visitatori. Di fronte a questo quadro appare incomprensibile la difficoltà, da parte del Ministero degli Esteri, di recuperare somme esigue per finanziare il fondo che annualmente adegua i contratti del personale dei consolati all’estero o il persistere di tempi biblici per il rilascio di un passaporto o per la definizione di una pratica di cittadinanza. Ma la vera domanda, evidenziata bene dall’articolo del «Corriere della Sera», è questa: perché l’Italia, un Paese a rischio spopolamento e colpito da anni da una recessione demografica cronica, non riesce a utilizzare la leva costituita dalla grande diaspora nel mondo come una delle possibili risposte alla denatalità e alla mancanza di manodopera che attanagliano il Paese?

Una

leva che, insieme e non in contrapposizione ad una politica intelligente, lungimirante e inclusiva rivolta all’immigrazione (‘ius scholae’ e flussi regolari dall’estero) potrebbe essere usata per affrontare il problema in maniera strutturale e non estemporanea, parallelamente alle necessarie, ma inevitabilmente lente, politiche a sostegno delle coppie e delle famiglie.

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Sottosegretario Silli in Argentina: “Come governo puntiamo a rafforzare le relazioni con l’America Latina”

“Venire in Argentina è stato un dovere che si è trasformato in un piacere nel toccare con mano tutte le realtà che rappresentano la comunità italiana in questo Paese, con numerose strutture e infrastrutture d’eccellenza, come l’Ospedale italiano, o la scuola Cristoforo Colombo. Realtà che meritano di essere conosciute in Italia” di

Missione istituzionale del Sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli in Argentina. Si tratta della sua terza missione in America Latina da inizio mandato.

“ Se si ha la delega per gli italiani all’estero, venire in Argentina è un atto dovuto”, dichiara Silli all’Ansa. “Il ministro Tajani ha tra le priorità il rafforzamento delle relazioni con l’America Latina, da cui l’Italia negli ultimi anni si è distratta e i rapporti si sono un po’ intiepi-

diti”.

“ Venire in Argentina è stato un dovere che si è trasformato in un piacere nel toccare con mano tutte le realtà che rappresentano la comunità italiana in questo Paese, con numerose strutture e infrastrutture d’eccellenza, come l’Ospedale italiano, o la scuola Cristoforo Colombo. Realtà che meritano di essere conosciute in Italia”.

“ In questo Paese abbiamo un corpo diplomatico di altissimo livello, ma negli ultimi de -

cenni è mancata la spinta politica. Abbiamo dato per scontato il rapporto con l’Argentina e con altri Paesi dell’America Latina per troppo tempo – afferma il sottosegretario -. E per questo non ci dobbiamo stupire se in partite importanti abbiamo dovuto faticare. C’è l’assoluta necessità di rafforzare le relazioni politiche, e colmare il gap che si è venuto a creare, e questo mio viaggio ne è il primo simbolo”.

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Luca Dassi

Fondi ridotti ai Comites: Menia (FdI) interroga Tajani

Menia, quindi, chiede a Tajani “se abbia contezza della situazione” e “quali iniziative intenda adottare per evitare che i ritardi nel finanziamento continuino a peggiorare la situazione economica di tutti i Comites”

Lariduzione dei fondi destinati ai Comites rischia di comprometterne l’operatività. Questo, in sintesi, quanto sostenuto dal senatore Roberto Menia (FdI) che, in una interrogazione al Ministro degli esteri Tajani, evidenzia, in particolare, il caso del Comites Ungheria. Nella premessa, il senatore di Fratelli d’Italia scrive che “il finanziamento statale annuale rappresenta l’architrave del funzionamento dei Comites (Istituto elettivo consolare di diritto pubblico) e del Cgie (Consiglio generale degli Italiani all’estero); i capitoli di spesa previsti nel bilancio dello Stato per questi soggetti sono individuati presso il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, rispettivamente con il numero 3103 (Comites) e 3131 (Cgie)”.

“Per il triennio 2020-2022, – annota Menia – lo stanziamento per l’intera rete di Comites è stato di 2.248.138 euro (Capitolo 3103) e per l’intero CGIE di 1.107.500 euro (Capitolo 3131): questi capitoli di spesa sono stati fortemente ridotti dall’ultima legge di bilancio e portati a 1.248.138 euro (Capitolo 3103) e 607.500 euro (Capitolo 3131)”.

Quantoal Comites Ungheria, continua il senatore, “è stata prevista, quale finanziamento ordinario per tutto l’esercizio finanziario 2023, la cifra complessiva di 3.256 euro, di cui è stato erogato l’importo di 434 euro a titolo di anticipo (ex messaggio ministeriale n. 49316 del 22 marzo 2023), creando così un forte disagio per la sua operatività; infatti, dalla valutazione delle spese correnti, la situazione economico-finanziaria del citato Comites è molto critica, dal momento che, già a fine aprile, si ravvisa un saldo negativo di ben 1.402 euro, con probabile negativo di quasi 2.000 euro a fine anno, pur avendo praticamente azzerato ogni spesa, salvo quelle derivanti dagli obblighi fiscali nei confronti delle autorità ungheresi (in quanto persona giuridica legalmente costituito localmente) e la tenuta dei conti correnti”.

responsabilità personale; tutto ciò – sostiene Menia – pone in forte crisi la stessa esistenza del Comites-Ungheria, che oggi, per poter operare, ha sede legale provvisoria a titolo gratuito presso un consigliere”.

“Tali difficoltà economiche –evidenzia il senatore – hanno coinvolto anche altri 118 Comites, soprattutto quelli di nuova costituzione o comunque più recenti, i quali rappresentano circa 1.298 italiani residenti all’estero (registrati presso l’AIRE), problemi che determinano la necessità da parte dei consiglieri di finanziare loro stessi i Comites per evitare conseguenze giudiziarie e fiscali nelle varie giurisdizioni di competenza”.

Peraltro,

– annota il parlamentare – tale situazione risulta critica per i consiglieri, specie per quelli dell’esecutivo, ponendoli in una condizione di formale illegalità, contabile e fiscale, e costringendoli a provvedere con proprie risorse, essendo loro in regime di

Menia, quindi, chiede a Tajani “se abbia contezza della situazione descritta e quali iniziative intenda adottare per evitare che i ritardi nel finanziamento continuino a peggiorare la situazione economica di tutti i Comites e in particolare del Comites Ungheria, compromettendone la loro stessa esistenza”.

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Italiani all’estero, la Carta di identità elettronica varca i confini dell’Europa

Si parte da Tel Aviv, Ottawa, San Josè de Costa Rica, Valona, San Francisco, Mar del Plata, Smirne e Cape Town. Il ministro Tajani: “Passaggio essenziale per dotare tutti i cittadini all’estero di un documento sicuro e tecnologicamente avanzato”

Consentire a tutti gli italiani all’estero, inclusi quelli residenti in Paesi extra Ue, di dotarsi della Carta di identità elettronica (Cie). Questo l’obiettivo del progetto che parte con una prima sperimentazione che coinvolge otto rappresentanze diplomatico-consolari: le Ambasciate a Tel Aviv, Ottawa e San Josè de Costa Rica, e i Consolati a Valona, San Francisco, Mar del Plata, Smirne e Cape Town.

“ Si tratta di un passaggio essenziale per rispondere a un’esigenza primaria dei nostri connazionali all’estero – sottolinea il ministro degli Esteri Antonio Tajani -. Il buon esito della sperimentazione è cruciale per estendere progressivamente l’emissione della Cie, con una diffusione sempre più capillare e con l’obiettivo di poter in futuro dotare tutti gli italiani all’estero di un documento di identità sicuro e tecnologicamente avanzato”.

Ammontano a quasi 120mila le Cie emesse in Europa nel solo 2022 e più di 260mila quelle complessive dall’avvio del progetto nel 2019. Tajani ha annunciato che Il progressivo potenziamento del rilascio della Cie all’estero consentirà a un numero sempre maggiore di connazionali di avere accesso a un’identità digitale, fondamentale per interagire con la Pubblica Amministrazione italiana.

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Lingua italiana nel mondo, Odoguardi (MAIE): “Governo assicuri le giuste risorse agli enti gestori”

“Fondamentale sostenere gli enti promotori della lingua e della cultura italiana nel mondo, per fare in modo che oltre confine l’idioma italiano - che è musica e poesia - sia sempre più diffuso, apprezzato, amato”

“ La nostra lingua è una delle eccellenze del made in Italy, rappresenta la nostra identità. Ecco perché è fondamentale sostenere gli enti promotori della lingua e della cultura italiana nel mondo, per fare in modo che oltre confine l’idioma italiano – che è musica e poesia – sia sempre più diffuso, apprezzato, amato”. Lo dichiara in una nota il vicepresidente del MAIE, Vincenzo Odoguardi.

“ Sappiamo che esistono dei ritardi nell’erogazione dei fondi a quegli enti che all’estero si occupano di promuovere la cultura tricolore. Sappiamo anche, tuttavia, che l’attuale esecutivo tiene molto a tutto ciò che è made in Italy e identità italiana. Per questo siamo convinti che presto si saneranno le criticità che ci sono – penso in particolare agli enti promotori in Canada o USA,

ma anche in America Latina e in Europa – e che coloro che si occupano di promuovere nel mondo la lingua italiana riceveranno presto il giusto sostegno da parte dello Stato italiano. Come MAIE restiamo vigili –conclude Odoguardi -, pronti a farci sentire, anche con strumenti parlamentari se necessario, nel caso dal governo non arrivassero risposte concrete”.

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Made in Italy, a Miami l’Authentic Italian Food and Wine Festival 2023

Per le aziende italiane del Food & Wine è un’ottima opportunità di entrare in contatto con qualificate controparti commerciali

Per dare visibilità alle eccellenze enogastronomiche italiane sull’importante piazza di Miami la Italy-America Chamber of Commerce Southeast organizzerà, il prossimo 6 e 7 giugno, presso il Country Club di Coral Gables, la quarta edizione dell’evento ‘Authentic Italian Food & Wine Festival’. Lo riferisce Assocamerestero, l’Associazione delle

Camere di commercio italiane all’estero, spiegando che circa 150 importatori, distributori, ristoratori e chef della Florida verranno invitati per due giornate di incontri, seminari, tasting di prodotti e networking con le imprese italiane.

“ Per le aziende italiane del Food & Wine è un’ottima opportunità di entrare in con -

tatto con qualificate controparti commerciali, esplorare un mercato in grande crescita e testare i propri prodotti durante il Grand Tasting conclusivo che sarà aperto al pubblico di consumatori locali”, sottolinea Assocamerestero.

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Addio a Mirella Giai, la prima senatrice degli italiani in Sudamerica

Scomparsa nella sua Rosario all’età di 93 anni. Merlo (MAIE): “Ciao Mirella, ci mancherai molto qui. Ma so che dal cielo ci accompagnerai per continuare le nostre/tue battaglie a favore degli italiani all’estero e dei loro discendenti”. Casini: “Una delle donne simbolo della nostra emigrazione”.

Porta (Pd): “La comunità degli italiani all’estero perde un riferimento importante” di Luca Dassi

E’ morta Mirella Giai, la prima senatrice a rappresentare gli italiani del Sudamerica nel Parlamento italiano.

tutto la sua vita a lottare per gli italiani nel mondo e i loro discendenti”, ricorda Ricardo Merlo, presidente MAIE.

Mirella, conosciuta e apprezzata da molti, amata da tutti, si è spenta nella sua Rosario, in Argentina. Tra qualche settimana avrebbe compiuto 94 anni.

“ Mirella era una emigrata italiana che ha dedicato

“ Ho avuto l’onore di essere stato candidato con lei alle elezioni politiche del 2008, in occasione delle quali siamo stati eletti io deputato e lei senatrice. La comunità italiana in Sud America ha perso una grande donna, amata, rispettata, e con un idealismo ammirevole”.

“ Ciao Mirella – prosegue Merlo -, ci mancherai molto qui. Ma so che dal cielo ci accompagnerai per continuare le nostre/tue battaglie a favore degli italiani all’estero e dei loro discendenti. Buon viaggio, a nome di tutto il Movimento Associativo Italiani all’Estero”.

Pier Ferdinando Casini, ricordando la senatrice, su Facebook dichiara: “Oggi e’ una giornata triste per gli italiani in

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Argentina e per il Senato della Repubblica che, alle prime ore del giorno, hanno perso una delle donne simbolo della nostra emigrazione. Mirella Giai si e’ spenta a Rosario all’eta’ di 93 anni”.

“ Fino agli ultimi istanti – riprende – il suo impegno e il suo lavoro sono sempre stati tesi a difendere i migliori valori dell’Italia, quelli che l’hanno caratterizzata negli anni della militanza politica quando opero’, nel periodo della dittatura di Jorge Rafael Videla, per assistere l’espatrio di centinaia di italiani che furono cosi’ sottratti al destino dei desaparecidos; e piu’ tardi quando venne eletta nel Senato della Repubblica nel 2008, rappresentando il Maie con impeccabile serieta’ e intelligenza”.

“ Molti di noi l’hanno conosciuta nel suo impegno parlamentare e sono stati conquistati dalla sua rettitudine e dal suo vigore, ben in contrasto con l’esile aspetto fisico che la caratterizzava. Mirella Giai – conclude – e’ stata un bell’esempio di italianita’ e come tale il Senato della Repubblica dovra’ ricordarla nei prossimi anni. Mi inchino alla sua memoria e abbraccio affettuosamente i suoi familiari, sua figlia e i suoi nipoti”.

Interviene, tra gli altri, anche Fabio Porta, deputato Pd eletto in Sudamerica: “Mirella Giai, dopo una lunga vita dedicata in larghissima parte alla comunità degli italiani all’estero, ci ha lasciato”. “Ho mantenuto con lei un rapporto di grande

stima e ammirazione, incontrandola più volte nel corso del mio mandato parlamentare ogni qualvolta mi recavo a Rosario, dove viveva con la sua famiglia. Oggi voglio abbracciare idealmente la famiglia di Mirella e tutte le persone che ne piangono la scomparsa. La comunità degli italiani all’estero perde un riferimento importante”.

Sui social network in tanti hanno lasciato un pensiero dedicato a Mirella, in particolare gli uomini e le donne del MAIE, il Movimento Associativo Italiani all’Estero che l’ha portata in Senato. Quel MAIE in cui lei credeva ciecamente e a cui è rimasta legata per tutto il resto della sua vita.

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Caraibi avanti tutta grazie alla ripresa del lungo raggio e delle crociere

Con la presenza di un ex membro di governo, il CGIE dovrebbe aumentare la propria autorevolezza, anche nei confronti dello stesso esecutivo e del Parlamento. Noi ce lo auguriamo

Caribbean Tourism Organization (Cto) UK & Europe prevede un anno “promettente” per la regione. Secondo gli ultimi dati, un totale di 28 milioni di turisti hanno visitato i Caraibi nel 2022, pari all’89% sul 2019, confermando una buona ripresa dei viaggi dall’Europa. I viaggiatori europei hanno rappresentato il 18% di tutti gli arrivi nel 2022.

Guardando al 2023 ci sono quindi prospettive incoraggianti nonostante le pressioni globali e l’elevata inflazione, in generale si prevede che gli arrivi complessivi nella regione aumenteranno tra il 10% e il 15% grazie ai viaggi lungo raggio e alla piena ripresa delle crociere con l’aumento della capacità e dell’homeporting.

Oltre ai dati, il CTO Uk & Europe punta sull’offerta variegata e diversificata delle regioni ed ha organizzato un roadshow caraibico a Roma coinvolgendo l’Ente del Turismo di Aruba, l’ Ente del Turismo di Barbados, l’ Ente del turismo delle Isole Cayman, l’ Ente del Turismo della Giamaica, l’ Ente del Turismo della Martinica, l’ Ente del Turismo di Saint Lucia e l’ Inclusive Collection, parte di Hyatt Hotels & Resorts per incontrare i tour operator e le agenzie di viaggio.

Tutte le destinazioni sono in ripresa e sono al lavoro per promuovere le loro attrazioni,

“Aruba sta valorizzando il lato selvaggio, non solo per l’offerta balneare ma anche per escursioni e noleggio auto per visitare la costa nord est – spiega Valentina Humbert di Aruba Tourism Authority Italia – siamo anche interessati a lanciare sul mercato italiano Eagle beach, piu intima e meno blasonata. Per rafforzare i rapporti con il trade prosegue il nostro programma di formazione”.

Anche Barbados rafforza l’offerta natura. “Agli italiani piace molto la parte Atlantica – conferma Lucilla Venditti, Sales & Marketing Rep di Barbados- tra natura e oceano, interessante è anche la parte est per il trekking e il surf. Sempre più ampia è l’offerta ricettiva dal lusso alle ville a pochi metri dalla barriera corallina.Stiamo anche puntando sugli eventi, sui tour nelle distillerie del rum e le esperienze culinarie, ma anche verso nuovi target come il padel o golf play & stay. Anche i collegamenti aerei sono tornati operativi ideali per l’Italia con Klm o BA”.

Le isole Cayman, fruibili 365 giorni l’anno, rilanciano sul diving e sulle esperienze a contatto con la natura. “Per i viaggi di nozze stiamo promuovendo Little Cayman- aggiunge Karn Kundi,Sales Emea Cayman Islands Department of Tourism- da vivere come isola privata e le per luxury activities”.

La Giamaica richiama da sempre gli italiani “grazie ai voli charter da Milano e all’offerta di altri vettori possiamo contare su ottimi collegamenti per la destinazione, unitamente alla crescita di strutture con nuove aperture entro l’anno – commenta Francesca Battocchi, Rappresentante Jamaica International Tourist Group Italy- la parte Nord dell’isola è consolidata come Montego Bay e Negril, può essere interessante la zona sud ed est, ideale per un viaggiatore esperto e ricche di zone naturalistiche e guest house, tra le esperienze di richiamo spicca l’escursione all’alba a Blue Mountain, Patrimonio Unesco a 2000 metri”

Anche la Martinique può contare su ottime connessioni dall’Italia, come conferma Jenny Cespedes, Coordinatrice promotion B2B “stiamo promuovendo le lagune e i percorsi sottomarini in sicurezza e oltre 150 percorsi di trekking, e gli itinerari del rum”.

Punta al lusso e ai viaggi di nozze l’isola di Santa Lucia “ci stiamo posizionando come Boutique luxury destination e stiamo promuovendo anche 150 avventure tra vulcano, cascate e jungle biking e sessioni dedicate alla conoscenza del cioccolato per diversificare sempre di più” conclude Nicole Compton, Sales marketing manager trade St. Lucia.

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La scoperta del buco blu in Messico: habitat di una nuova vita aliena?

La scoperta di un nuovo buco blu in Messico, dopo quello cinese, fa interrogare l’intera comunità se dentro a questa formazione ci possa essere una nuova vita aliena

Iricercatori

del centro di ricerca pubblico El Colegio de la Frontera Sur (Ecosur) hanno sbalordito la comunità scientifica dopo aver annunciato la scoperta di un buco blu in Messico, il secondo mai scoperto prima ma il più grande del mondo, che potrebbe potenzialmente fornire una finestra sulla vita aliena su altri pianeti.

L’enorme dolina di zaffiro è stata originariamente scoperta nel 2021, ma è stata documentata solo di recente sulla rivista scientifica Frontiers In Marine Science. Secondo gli scienziati, si tratta, probabilmente, del “buco blu più profondo conosciuto nella regione”. Conosciuti negli ambienti scientifici come for-

mazioni carsiche, i buchi blu sono in realtà grotte marine verticali scavate nel corso di migliaia di anni dal deflusso glaciale durante l’era glaciale. Queste tentacolari formazioni acquatiche spesso si estendono per centinaia di chilometri verso il basso e possono misurare anche un diametro uguale se non maggiore.

Ilbuco blu del Messico è stato scoperto al largo della baia di Chetumal nella penisola dello Yucatan, ed è stato subito esaminato e campionato da subacquei, sonar sottomarini e altri metodi. Soprannominato Taam ja’ - che significa “acqua profonda” in Maya - il buco blu del Messico, una gigantesca laguna blu, si estende su un’area di quasi 45 km quadrati

con una profondità di 274 metri. Ciò lo rende il secondo buco blu più profondo conosciuto al mondo, dopo il Dragon Hole nel Mar Cinese Meridionale, che si ritiene si estenda fino a circa 300 km, secondo lo studio.

Invece di ossigeno, questi portali ultramarini sono riempiti con il gas mortale idrogeno solforato, rendendo pericoloso per le persone avventurarsi nell’abisso senza l’attrezzatura adeguata. Tuttavia, nonostante le condizioni inospitali, i buchi blu sono vere e proprie oasi oceaniche brulicanti di vita adattata a un ambiente povero di ossigeno. Forse che ci sia vita aliena al loro interno?

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Le sorelle Veneziano presentano il libro di ricette Sapori che Palpitano nella Memoria

L’edizione in spagnolo e in italiano ha il sostegno dell’Ambasciata d’Italia e dell’Istituto Italiano di Cultura di Caracas. Il libro sarà disponibile nelle librerie di Caracas e su Amazon, per i tipi Ediciones Rubiano. L’Ambasciatore Placido Vigo riconosce in questo volume un’ulteriore dimostrazione dell’eccellenza italiana nel mondo

Lesorelle Matilde e Patrizia Veneziano, esperte sia nell’arte dei fornelli sia in quella di deliziare i palati attraverso gli aromi caratteristici del sud Italia, hanno presentato martedí 11 aprile il libro di ricette Sapori che palpitano nella memoria, presso il Centro Italiano Venezuelano di Caracas.

Lapubblicazione edita in spagnolo e in italiano, gode del sostegno e della promozione dell’Ambasciata d’Italia in Venezuela e dell’Istituto Italiano

di Cultura di Caracas (IIC). Il volume sarà disponibile presso le librerie di Caracas e su Amazon, per i tipi Ediciones Rubiano.

ricordi che gravitano intorno al cibo e alla sua elaborazione.

Sapori

che palpitano nella memoria raccoglie le ricette che le autrici hanno imparato, giovanissime, dal loro padre siciliano, Emanuele Veneziano, e che le ha ricollegate con le loro radici mediterranee. Le “formule” che raccolgono gli ingredienti e le preparazioni hanno, in più, un componente letterario perché sono precedute dai

ricettario è presente un testo firmato dal Capo della Missione diplomatica italiana in Venezuela, Placido Vigo, il cui unico proposito è quello di fare un riconoscimento a questa nuova prova dell’eccellenza italiana nel mondo. “Ho sempre cercato di testimoniare e di premiare coloro che se lo meritano; soltanto cosí, riconoscendo e promuovendo le persone meritevoli si può contribuire ad un mondo migliore”, ha affermato l’Ambasciatore. Per il

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VENEZUELA |
Nel

direttore dell’IIC, Andrea Baldi, “La cucina siciliana è una delle perle della gastronomia italiana, poiché presenta piatti semplici ma ricchi di sapore che ricordano la storia dell’isola e le diverse civiltà che vi si sono insediate: da quella greco romana a quella araba, le cui influenze si riconoscono nei sapori di numerosi piatti tradizionali caratteristici della gastronomia siciliana, per esempio quelli in cui spiccano sapori agrodolci poco comuni nel resto della cucina italiana: la classica “caponata”, oppure altre specialità come la “pasta alla Norma “, la “pasta con le sarde”, che le sorelle Veneziano ripropongono nel libro attraverso la loro sensibilità fatta di emozioni, di ricordi e di affetto.

Dal palato all’album di famiglia

muni (in Italia) come il pesce, le olive e i pomodori secchi. Ci sono molte ricette a base di vegetali. La gastronomia siciliana cambia da una città all’altra, è molto ricca. Comunque il nostro libro si concentra nelle ricette tramandateci da nostro padre, quelle con cui siamo cresciute. Lui era di Siracusa.”

Dai fornelli al progetto editoriale

Ed

è così che le ricette trasportano i commensali e i cuochi fino alle città che si trovano nel sud est della Sicilia, dove la pasta è la protagonista insieme alle pietanze e agli ingredienti locali. Le fondatrici di Veneziano Gourmet hanno fatto un passo nella letteratura per rendere omaggio alle proprie radici, all’eredità lasciata loro dal padre e quella, fatta di aromi, lasciata loro dalle donne: dalla madre e dalle zie.

18 anni fa, Patrizia e Matilde hanno messo in discussione i propri progetti di vita e hanno sentito il bisogno di portare avanti un’idea di cui essere fiere. Essere sincere con se stesse le portò a fondare la ditta Veneziano Gourmet, un’iniziativa partita con l’elaborazione di dolci che si è consolidata più tardi come catering creativo dedito all’elaborazione di stuzzichini d’autore a tema mediterraneo, mantuano (cucina aristocratica della Caracas del XIX secolo. ndt) e italiano. In questo momento la ditta è gestita da Matilde insieme a Maurilio Magaldi, che ha aderito all’iniziativa nel 2010.

Seguendo

il percorso dell’autore del primo libro moderno di ricette della cucina italiana, Pellegrino Artusi, le autrici presenteranno questo volume che raccoglie le ricette di famiglia sulla gastronomia siciliana, corredate da aneddoti che solitamente vengono condivisi con parenti e amici stretti, nell’intimità e al calore della cucina.

“Ogni ricetta è accompagnata dalla memoria, dal ricordo dei momenti vissuti al momento della preparazione di un piatto; e questo è molto bello”, spiega Patrizia.

Matilde,

invece, spiega che una delle caratteristiche della cucina siciliana “sono i i sapori intensi e gli ingredienti co-

Secondo

Patrizia, “tutti coloro che leggeranno il libro e decideranno di preparare i piatti, entreranno a far parte di ciò che siamo come famiglia, dell’eredità ricevuta, di ciò che è possibile raggiungere e di quanto sia possibile influire negli altri attraverso il cibo”.

Illibro, di oltre 100 pagine, è suddiviso in cinque sezioni illustrate con fotografie di Natalia Brand. La prima parte del volume è dedicata agli antipasti e ai contorni; la seconda, alla pasta. Nella terza sezione vengono presentati i primi piatti, e nella quarta, i dolci. Alla fine del libro, le sorelle condividono le immagini dell’album di famiglia nella “Siracusa di Emanuele”.

Isapori genuini che le cuoche hanno imparato da loro padre hanno reso possibile che la ditta venisse riconosciuta dalla comunità italo venezuelana, fatto che permise loro di partecipare nel 2022 in eventi come La Festa della Repubblica organizzata dall’Ambasciata d’Italia a Caracas e alla VII Settimana della Cucina Italiana nel Mondo (SCIM).

Lesorelle sono d’accordo nel dire che l’esperienza di essere protagoniste della Settimana è stato lo stimolo per realizzare un progetto tenuto nel cassetto per molto tempo, quello di scrivere un ricettario. Offrire i propri sapori attraverso la creatività culinaria diede origine a “sentimenti legati alla comunità italiana, a ciò che si è capaci di trasmettere con il cibo. La sensazione che emer-

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ge quando si insegna agli altri la cultura che c’è dietro alla nostra ispirazione al momento di scrivere il libro, è stata una sorta di sviluppo di un sentimento prezioso che ci accompagnava in quel momento”, ha dichiarato Patrizia.

LaSCIM si è svolta a novembre e già nei primi giorni del 2023 il progetto editoriale era in fermento. “È succeso tutto a tempo di record : scrivere, correggere e prendere le foto. Ricordo quando il 2 gennaio dissi a Natalia Brand che avevamo bisogno delle foto per il libro. Lei mi rispose: per quando?; per adesso?; domani?. Non ci pensò molto ad unirsi. Prese l’occasione come un segnale, perché ha in progetto un viaggio in Sicilia. Immediatamente disse di sì e in 2 giorni furono pronte le foto del libro”, ha ricordato Matilde.

Un’altra persona che fin dal primo momento appoggiò il libro fu la scrittrice e docente Emilia León, autrice di un prologo che “è assolutamente collegato ai contenuti scritti da me e

da Patrizia, al sentimento (…) è un prologo nato dal cuore”.

Nell’introduzione, Emilia

León mette a nudo la spontanea complicità esistente tra le sorelle e come riescano ad essere vicine l’un l’altra attraverso le loro differenze, a favore dei cibi dolci una e di quelli salati l’altra, rendendole complementari nell’impresa comune. Nelle prime righe la scrittrice dichiara: “C’è un libro che spiega tutto, ed è proprio questo ricettario”.

Due ambasciatrici del sapore

Ilvortice di emozioni che ha rappresentato l’edizione di questo libro per le sorelle Veneziano è aumentato dopo l’invito rivolto all’Ambasciatore Placido Vigo per assistere alla presentazione del libro, quando con loro sorpresa, il diplomatico chiese di inserire nel volume le parole scritte di suo pugno. Inoltre, suggerì con delicatezza che il ricettario venisse pubblicato anche in italiano, sotto il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura

di Caracas e dell’Ambasciata.

Matilde

sostiene di aver sentito in quel momento che il sogno “come una palla di neve, continuava a diventare sempre più grande e che in tempi da record avrebbero dovuto mandare di nuovo tutto in tipografia”.

Èpossibile leggere sul retro l’opinione dell’Ambasciatore Vigo, “ così come Matilde e Patrizia hanno voluto dare a voi, lettori, i segreti di loro padre, io ho il privilegio di esprimere adesso la mia profonda ammirazione per queste due ambasciatrici italiane”.

Patrizia si augura che attraverso la lettura del libro i lettori abbiamo l’occasione di gustare la magia del mangiar bene e che cucinare si trasformi in un’avventura come lo è stata per “Emanuele, per le nostre zie, per noi, per veneziano Gourmet”.

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