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AZZURROCaribe

REPUBBLICA DOMINICANA

Evento contro la droga coordinato dall’Ambasciata

d’Italia

Presenti quasi 600 partecipanti.

L’importante conferenza è stata realizzata grazie alla collaborazione della locale delegazione della Ue, dell’IILA/Roma e della Scuola nazionale dei Pubblici ministeri della Procura generale della Repubblica Dominicana

Numero 15/2023 - 17 Aprile 2023

AZZURRO Caribe

Direttore: Ricky Filosa

In questo numero:

La cucina italiana deve essere Patrimonio Mondiale dell’Umanità

Nella cucina italiana vi sono storia, cultura e tradizioni antiche. Per questo motivo, essa è amata nel mondo e merita di essere dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO di Antonio Gabriele Fucilone

ARGENTINA | Pessimi servizi consolari a La Plata, Borghese (MAIE) interroga Tajani

Italiani nel mondo, Sottosegretario Silli: “Far conoscere agli italiani in Italia cosa hanno fatto gli italiani all’estero”

Lingua italiana nel mondo, non arrivano i fondi. Onori (M5S): “Governo trovi soluzione”

VINITALY

Crocco (Comites

New York): “Vino italiano ambasciatore del Bel Paese”

E molto di più...

La testata riceve il contributo per la stampa italiana diffusa all'estero erogato dal Dipartimento editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri

CONTATTO

rickyfilosa@gmail.com

Trovo apprezzabile lo sforzo del Governo che vuole proporre di fare diventare la cucina italiana Patrimonio Mondiale dell’Umanità all’UNESCO. La cucina italiana rappresenta la nostra cultura. L’Italia è un Paese con molte realtà culturali al suo interno. Noi vediamo la cucina altoatesina, la quale si rifà a quella tirolese, e quella siciliana, la quale si rifà alle tradizioni greca, araba, normanna e spagnola. Un piatto come il risotto alla pilota, tipico della zona nella quale vivo, Roncoferraro, si rifà alla cultura del posto, una cultura agricola fondata sul riso. Gli arrosticini abruzzesi, i famosi spiedini di carne di pecora, sono un piatto che rispecchia la tradizione della pastorizia della regione d’origine. I bucatini all’amatriciana si rifanno alla cultura alimentare del Lazio e dell’Abruzzo, le quali, come ho accennato prima, sono terre di pastorizia e di allevamenti. La pizza napoletana ricalca la storia del sud

del Lazio e della Campania, con la tradizione dei pescatori. L’arancino siciliano nacque dalla cultura araba e poi fu “perfezionato” durante il regno del sovrano Federico II di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero e re di Sicilia. Dunque, la cucina italiana è molto varia. Addirittura, varia di zona in zona e di famiglia in famiglia. Magari, lo stesso piatto può essere fatto in un modo da una famiglia e può essere fatto in un altro dal vicino. Dietro ai piatti vi sono anche le tradizioni di famiglia. Oltre a ciò, nella cucina italiana vi sono varie “stratificazioni” storiche. In Sicilia, per esempio, abbiamo i dolci al miele di origine greca ed il cous cous di origine araba. Nella cucina italiana vi sono storia, cultura e tradizioni antiche. Per questo motivo, essa è amata nel mondo e merita di essere dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO.

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Welfare per gli italiani in Sudamerica, Porta (Pd) interroga il Governo

Fabio Porta, deputato dem, chiede al Governo quali iniziative intende adottare per ampliare e aggiornare il quadro di tutela previdenziale in regime internazionale con la stipula di convenzioni di sicurezza sociale con il Cile, la Colombia e il Perù

“Sono decine di migliaia gli italiani residenti in America Latina i quali hanno versato contributi in Italia prima dell’emigrazione e poi nei Paesi dove sono andati a vivere permanentemente, ma non possono far valere i loro diritti socio-previdenziali perché l’Italia non ha stipu-

lato con tali Paesi accordi di sicurezza sociale”.

Loafferma Fabio Porta, deputato del Pd eletto nella circoscrizione Estero. Per questo motivo “ho presentato una nuova interrogazione ai Ministri dell’Economia e

delle Finanze e degli Affari Esteri per chiedere al Governo italiano quali iniziative intende adottare per ampliare e aggiornare il quadro di tutela previdenziale in regime internazionale con la stipula di convenzioni di sicurezza sociale con il Cile, la Colombia e il Perù”.

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ARGENTINA | Pessimi servizi consolari a La Plata, Borghese (MAIE) interroga Tajani

Per sapere “quali misure e iniziative si intenda assumere, e con quali tempistiche, per risolvere e migliorare le problematiche e i disservizi che riguardano la rappresentanza consolare di La Plata”

Totalmente inefficienti i servizi consolari nel Consolato di La Plata, Argentina; pessimo il trattamento che ricevono i nostri connazionali. Per questo il Sen. Mario Borghese (MAIE) si rivolge al ministro degli Esteri Antonio Tajani con una interrogazione parlamentare, chiedendo di sapere “quali misure e iniziative si intenda assumere, e con quali tempistiche, per risolvere e migliorare le problematiche e i disservizi che riguardano la rappresentanza consolare di La Plata, in modo da ristabilire un positivo rapporto con i cittadini”.

Di seguito, pubblichiamo in testo integrale dell’interrogazione:

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

Attività del Consolato Generale d’Italia a La Plata

Alla cortese attenzione

Ecc.mo Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

PREMESSO CHE

• i consolati italiani all’estero rappresentano un presidio fondamentale della rete diplomatica e della presenza dello Stato nel mondo agendo sia da punto di contatto tra le autorità italiane e quelle straniere, ma anche fornendo, in quei territori meno centrali, servizi di primaria importanza ai cittadini italiani all’estero e stranieri che per qualsiasi motivo debbano interagire con il nostro Paese;

• il Consolato generale d’Italia a La Plata è una sede di particolare rilievo nell’ambito delle rappresentanze diplomatiche in Sudamerica sia per la propria dislocazione nei pressi della capitale argentina, Buenos Aires, che per la significativa presenza di connazio-

nali e cittadini stranieri che guardano con interesse al nostro Paese e che debbono poter agilmente usufruire dei servizi consolari;

• tra i servizi che vengono prestati dal Consolato di La Plata si citano a titolo esemplificativo i servizi relativi alla cittadinanza, al rilascio dei passaporti, all’anagrafe e allo stato civile, all’ufficio legale/notarile e all’assistenza sociale;

• da qualche tempo l’operatività del Consolato si è rilevata sotto plurimi profili inadeguata rispetto agli standard previsti: sono numerosissime le segnalazioni pervenute da parte dei cittadini e dei COMITES locali che lamentano gravi disservizi in particolare in relazione ai tempi di evasione delle pratiche, agli orari di apertura degli uffici, alle modalità di gestione dei rapporti e di comunicazione con il pubblico;

• la responsabilità della gestione, del coordinamento e in definitiva della funzionalità della sede consolare ricade, quale organo di vertice dell’Amministrazione, sul Console Generale, carica che a La Plata è ricoperta dal giugno 2019 dal dott. Filippo Romano;

considerato che

il Governo ha da sempre manifestato l’importanza della semplificazione delle procedure, dell’abbattimento dei tempi della Pubblica Amministrazione;

SI CHIEDE

di sapere quali misure e iniziative si intenda assumere, e con quali tempistiche, per risolvere e migliorare le problematiche e i disservizi richiamati nella parte premessuale e che riguardano la rappresentanza consolare di La Plata in modo da ristabilire un positivo rapporto con i cittadini.

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Italiani all’estero, la Puglia investe sul turismo delle radici

Scopo del progetto è elaborare un’idea che metta in prima istanza la ricerca genealogica, il recupero delle proprie origini, cosicché il viaggiatore delle radici possa conoscere la propria identità di italiano

“ Nascere in Puglia e…ritornare”: è il nome del progetto presentato venerdì 14 aprile a Bari, durante l’incontro “Radici pugliesi nel mondo“, il cui obiettivo è creare una D.M.O. (Destination Management Organisation) sul turismo delle radici. Gli obiettivi? Crescita nel

settore del turismo, formazione di nuove figure professionali, riqualificazione dei borghi, riduzione dello spopolamento.

Scopo del progetto è elaborare un’idea che metta in prima istanza la ricerca genealogica, il recupero delle proprie

origini, cosicché il viaggiatore delle radici possa conoscere la propria identità di italiano. E ancora, costruire un itinerario con servizi personalizzati, un’offerta che ponga attenzione particolare alla sostenibilità e alla destagionalizzazione.

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Italiani nel mondo, Sottosegretario Silli: “Far conoscere agli italiani in Italia cosa hanno fatto gli italiani all’estero”

Per l’esponente del governo italiano le comunità italiane nel mondo “non sono solo il nostro soft power” ma “qualcosa in più. Dobbiamo far conoscere agli italiani in Italia cosa hanno fatto gli italiani all’estero”

Giorgio Silli, Sottosegretario agli Esteri con delega agli italiani nel mondo, alla presentazione del libro e web documentary “Italiani delle Americhe“, evento tenutosi alla Farnesina giovedì 13 aprile, ha dichiarato: “Per l’opinione pubblica l’italiano all’estero è solo l’emigrante che si vede nei

film e ben pochi sanno di che numeri stiamo parlando: 6 milioni di persone”.

Per l’esponente del governo italiano le comunità italiane nel mondo “non sono solo il nostro soft power” ma “qualcosa in più. Dobbiamo far conoscere agli italiani in Italia cosa

hanno fatto gli italiani all’estero”, conclude Silli, auspicando che il progetto “non rimanga solo tra gli addetti ai lavori: la vera vittoria è che la pubblicazione riesca ad arrivare nelle scuole e nelle realtà associative che non hanno a che fare con gli italiani all’estero”.

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VERGOGNOSO! | Italiano a Cuba trattato a pesci in faccia dal Consolato

Ma poi arriva qualcuno, fuori dagli uffici consolari, che candidamente gli offre un appuntamento in Ambasciata in pochi giorni per 600 euro. A che servono le sedi consolari nel mondo se non sono in grado di risolvere anche solo il più semplice dei problemi? Tante sono quelle che funzionano al meglio, è vero: ma a volte sembra siano di più quelle non in grado di offrire servizi efficienti in tempi dignitosi. E’ davvero vergognoso e fa tanta rabbia di Luca Dassi

Questa

è la storia di Mario –nome di fantasia –, italiano che vive quasi stabilmente a Cuba, sposato con una cittadina cubana. Il nostro connazionale ha dovuto affrontare un’odissea burocratica a Cuba, senza per altro poter risolvere nulla.

Lastoria arriva da L’Avana e viene raccontata dal quotidiano La Nazione. L’italiano, per necessità di cure urgenti nel nostro Paese, si è recato presso gli uffici consolari per richiedere il visto di ingresso per la moglie in Italia, in quanto ha bisogno di assistenza sia durante il viaggio che nella permanenza sul nostro territorio.

Haraccontato di essersi recato presso il Consolato in preda alla disperazione, perché ‘collegandosi al sito ufficiale dell’Ambasciata italiana a Cuba, il sistema

continuava a fornirgli il messaggio che non erano disponibili al momento appuntamenti’. Non potendo ottenere un appuntamento via internet, ha tentato più volte di contattare per telefono il Consolato a L’Avana. Risultato? ‘Una linea sempre occupata o un risponditore automatico che invita a riprovare più tardi’.

Nonsapendo cosa fare, considerata l’urgenza del caso, ha deciso di andare presso gli uffici consolari sperando di essere ricevuto oppure di avere un appuntamento. Il personale gli ha ripetuto che non era possibile e che per l’assistenza doveva continuare la procedura online. Nessuna sua richiesta è stata esaudita e così ha desistito.

Allontanatosi di pochi metri dall’ingresso del Consolato,

è stato avvicinato da un giovane. Mario ha spiegato la sua necessità e l’interlocutore candidamente ha risposto che ‘per 600 euro gli avrebbe procurato un appuntamento in Ambasciata in pochi giorni’. Il giovane che ha consigliato Mario aveva al petto un cartellino di una delle agenzie che a L’Avana si occupano di pratiche migratorie”.

Ecco,

questa è solo la punta dell’iceberg, cari lettori. Oltre confine storie come questa accadono tutti i giorni. In America Latina in particolare, ma non solo. Una rete consolare che non funziona, consolati che trattano i connazionali a pesci in faccia, servizi inesistenti: è davvero vergognoso che dei cittadini italiani all’estero siano trattati in questo modo. Fino a quando?

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Lingua italiana nel mondo, non arrivano i fondi. Onori (M5S):

“Governo trovi soluzione”

“A causa di questa situazione gli enti gestori di questi servizi non riescono a pagare gli insegnanti e rischiano il fallimento”

“Nel corso del question time di oggi in Commissione Esteri Camera ho voluto portare all’attenzione del governo, della Farnesina in particolare, il problema dei corsi di lingua e cultura italiana all’estero che stanno vivendo una situazione critica a causa del mancato ricevimento dei contributi finanziari del Ministero degli Esteri. A causa di questa situazione gli enti gestori di questi servizi non riescono a pagare gli insegnanti e rischiano il fallimento. Si tratta di un tema è molto sentito dai circa 6 milioni di italiani all’estero, in quanto tali corsi rappresentano la possibilità concreta di tenere vivo il legame

culturale con l’Italia per i figli degli emigrati”. Lo dichiara la deputata Federica Onori, capogruppo del Movimento 5 Stelle nella Commissione Esteri di Montecitorio.

“Ho chiesto al governo – spiega la Onori – cosa intenda fare per risolvere questo problema, in particolare in merito all’auspicabile semplificazione della circolare n. 4 del 2022. Il sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli, pur riconoscendo l’importanza della tematica, si è limitato a spiegare nel dettaglio la problematica situazione del Comitato attività scolastiche e culturali italiane di Berna. Tuttavia,

alla luce di quanto da me illustrato in una prospettiva ampia, non limitata al caso specifico di Berna, pare poco lungimirante eludere una questione di rilevanza strutturale nel contesto ossia: quale sia l’approccio generale del governo di fronte a una situazione che riguarda non solo la comunità italiana in Svizzera, ma anche quella in Germania e in molti altri Paesi. L’auspicio è che il governo chiarisca meglio la sua posizione in merito. Io e il Movimento 5 Stelle rimaniamo a disposizione per ragionare sulle soluzioni più opportune”, conclude la deputata cinquestelle.

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Residenza e cedula dominicana (Permesso di Soggiorno in Repubblica Dominicana)

Al momento, la richiesta di residenza (e cedula) dominicana, si può effettuare SOLO E SOLAMENTE in presenza di almeno uno dei requisiti indicati in questo articolo di Silvia Spedicato

Viste le numerose richieste da parte degli italiani che vorrebbero regolarizzare la propria permanenza in Repubblica Dominicana, ritengo utile specificare un paio di punti chiave sull’argomento. Al momento – si legge sul sito di Azzurro Caribe, periodico degli italiani di Centro America e Caraibi -, la richiesta di residenza (e cedula) dominicana, si può effettuare SOLO E SOLAMENTE in presenza di almeno uno dei seguenti requisiti, i quali a loro volta meritano un successivo e dettagliato approfondimento.

1 – Essere sposato legalmente con un/a cittadino/a dominicano/a (o uno straniero legalmente residente);

2 – Poter dimostrare di percepire una rendita mensile stabile, proveniente da investimenti posseduti fuori dalla Rep. Dominicana (finanziari, immobiliari, societari) di minimo 2000 dollari al mese (da almeno 5 anni). Se si tratta

di una coppia di coniugi, il totale della rendita per coprire la residenza di entrambi dovrà essere di almeno 2250 dollari. NON CONTANO IN QUESTO CASO GLI STIPENDI DA LAVORO.

3 – Poter dimostrare di percepire una pensione di minimo 1500 dollari al mese. Se si tratta di una coppia di coniugi, la pensione totale per coprire la residenza di entrambi dovrà essere di minimo 1750 dollari.

4 – Aver investito un capitale di minimo 200.000 dollari in una società commerciale dominicana.

5 – Lavoratori dipendenti assunti da una società commerciale dominicana (possono optare per la richiesta del permesso di lavoro, chiamata Residencia Temporal laboral, senza cédula).

Sesi rientra in almeno 1 di questi 5 possibili casi, è possibile approfondire il discorso della ri-

chiesta di residenza dominicana per valutare le possibilità di successo individuali del richiedente e preparare la richiesta. In ogni caso, una volta presa la decisione di presentare la richiesta di residenza dominicana, la procedura si compone come segue:

• PRIMO STEP: richiesta di visto, la quale si svolgerà OBBLIGATORIAMENTE nel paese di origine (esempio: Italia) presso un Consolato dominicano;

• SECONDO STEP: si completerà la richiesta di residenza in Repubblica Dominicana, gestendo la pratica presso la Dirección General de Migración.

Siamo a completa disposizione per approfondimenti ed eventuale assistenza professionale in merito.

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Evento contro la droga coordinato dall’Ambasciata d’Italia

PresentI quasi 600 partecipanti. L’importante conferenza è stata realizzata grazie alla collaborazione della locale delegazione della Ue, dell’IILA/Roma e della Scuola nazionale dei Pubblici ministeri della Procura generale della Repubblica Dominicana

L’ambasciata

d’Italia in Repubblica Dominicana – si legge sul sito di Azzurro Caribe, periodico degli italiani di Centro America e Caraibi – ha coordinato l’organizzazione di un evento internazionale dedicato al contrasto di narcotraffico e riciclaggio dal titolo ‘Follow the money: nuevas modalidades de lucha contra el narcotráfico y el lavado de activos’, tenutosi a Santo Domingo, a cui hanno partecipato, tra presenza e remoto, 278 pubblici ministeri dominicani e 280 magistrati da altri 13 Paesi, per un totale complessivo di 558 partecipanti.

del Programma regionale tematico di assistenza tecnica tra l’America Latina, i Caraibi e l’Unione europea (Ue) sulle politiche antidroga (COPOLAD III), riferisce un comunicato, “l’importante conferenza è stata realizzata grazie alla collaborazione della locale delegazione della Ue, dell’IILA/Roma e della Scuola nazionale dei Pubblici ministeri della Procura generale della Repubblica Dominicana”. L’evento, presieduto per parte locale dalla procuratrice generale della dominicana, Miriam Germán Brito.si inserisce

Nell’ambito

nella crescente cooperazione tra Europa e America Centro-meridionale nel settore della lotta al crimine organizzato, ha visto la partecipazione di un’autorevole delegazione italiana. Ha guidato la delegazione italiana il procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo; con la partecipazione del titolare della Direzione centrale dei Servizi antidroga, Antonino Maggiore; del Segretario generale dell’IILA, Antonella Cavallari; e del Consigliere giuridico della Farnesina, Giovanni Tartaglia Polcini.

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DOMINICANA

Laconferenza ha messo in risalto “il complesso e mutevole scenario del fenomeno del narcotraffico, il suo impatto sui Paesi dell’America Latina, dei Caraibi e della Ue, nonché la preoccupante tendenza al rialzo della produzione e del consumo di queste sostanze, con il conseguente pericolo per la legalità e l’economia sana, connesso al riciclaggio di denaro”. In tale contesto, “è emersa la necessità di un rafforzamento della cooperazione giudiziaria e di po-

lizia internazionale, basata su una reciproca fiducia, su di un sempre più stretto coordinamento e su una comune visione complessiva dei fenomeni delittuosi su scala globale”. L’Italia ha in materia una riconosciuta esperienza, richiesta ed apprezzata in tutto il mondo: per questo motivo ha assunto in quest’occasione il ruolo di protagonista e ha contribuito a generare riflessioni e raccomandazioni, oltre ad aver dato un impulso al dialogo politico-giudiziario tra

la Ue e la Regione America Latina-Caraibi. Parallelamente, si è svolta anche l’attività di assistenza tecnica con un ‘Corso di Formazione per lo sviluppo delle facoltà istituzionali della polizia nazionale della Repubblica Dominicana’, promosso dal programma Falcone e Borsellino, finanziato e coordinato dal ministero degli Esteri italiano, guidato dal consigliere Tartaglia Polcini, dal magistrato Nicola Russo e dal prefetto Filippo Dispenza, e realizzato dall’IILA.

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CGIE, ecco le nomine governative: per la prima volta c’è un eletto all’estero

ex membro di governo

Con la presenza di un ex membro di governo, il CGIE dovrebbe aumentare la propria autorevolezza, anche nei confronti dello stesso esecutivo e del Parlamento. Noi ce lo auguriamo di Ricky Filosa

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 84 dell’8 aprile 2023 il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 23 marzo scorso con il quale si nominano i membri facenti parte della componente governativa del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. Per la prima volta farà parte del CGIE un eletto all’estero ex membro di governo. Ci sarà infatti anche Ricardo Merlo, presidente del Movimento Associativo Italiani all’Estero – MAIE, ex senatore ed ex Sottosegretario agli Esteri. Non era mai successo che un eletto all’estero, ex membro di un esecutivo, facesse parte del Consiglio Generale. Con la presenza di un ex membro di governo, il CGIE dovrebbe aumentare la propria autorevolezza, anche nei confronti dello stesso esecutivo e del Parlamento. Non che finora non l’abbia avuta, ma alla fine sappiamo tutti molto

bene che nella politica italiana gli italiani all’estero vengono sempre tenuti lì in un angoletto, considerati un po’ l’ultima ruota del carro.

LE NOMINE GOVERNATIVE

a) per le associazioni nazionali dell’emigrazione: dott. Matteo Bracciali (A.C.L.I.); dott. Antonio Inchingoli (M.C.L); dott. Oscar De Bona (U.N.A.I.E.); cav. Paolo Dussich (C.T.I.M.); sen. Ricardo Antonio Merlo (MAIE); dott. Antonio Pagliara (U.I.M.); dott. Franco Dotolo (MIGRANTES).

b) per i partiti che hanno rappresentanza parlamentare: dott. Vincenzo Zaccarini (Fratelli d’Italia); dott. Alessandro Boccaletti (Lega per Salvini Premier); dott. Antonio Cenini (FI); on. Luciano Vecchi (PD).

c) per le confederazioni sindacali e i patronati:

sig. Filippo Ciavaglia (C.G.I.L.); dott. Gianluca Lodetti (C.I.S.L.); dott.ssa Maria Imburgia (U.I.L.); cav. Gian Luigi Ferretti (U.G.L.); dott. Daniele Caratelli (C.I.S.A.L.); dott. Domenico Cutolo (CONF.S.A.L.).

d) per la Federazione nazionale della stampa italiana (F.N.S.I.): dott. Raffaele Lorusso.

e) per la Federazione unitaria della stampa italiana all’Estero (F.U.S.I.E.):

dott. Giovanni Luigi Cretti.

f ) per l’organizzazione più rappresentativa dei lavoratori frontalieri: dott. Pancrazio Raimondo (C.G.I.L./C.I.S.L./U.I.L.).

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VINITALY | Crocco (Comites New York): “Vino italiano ambasciatore del Bel Paese”

“Un’edizione

“ 93 mila presenze complessive, circa 29.600 buyer dall’estero, in aumento del 20% rispetto ai 25mila dello scorso anno, oltre 1.000 top buyer selezionati e ospitati da Veronafiere e da Ice-Agenzia, 143 Paesi presenti, circa 11mila appuntamenti b2b in agenda. Un’edizione che ha colpito nel segno confermando il vino campione nell’export, con un valore che è passato dal 4° posto nel 2011 al 1° posto nel 2022. Nella top five delle provenienze, gli Stati Uniti”. Sono le parole di Alessandro Crocco, imprenditore e

presidente del Comites di New York, analizzando i numeri della 55esima edizione del Vinitaly, la fiera del vino che trasforma Verona nella più grande vetrina al mondo di uno dei prodotti d’eccellenza del Made in Italy.

“ Mantenere l’identità autoctona e la propria unicità per imporsi anche in quelle realtà, come l’America del Nord e New York in particolare modo, che guardano alla complessità di un prodotto che deve essere affinato anche nelle proprie doti di dinamicità, chiarezze di vedute e intenti –

prosegue Crocco – Per un prodotto che non si muove soltanto nel settore enogastronomico, ma che diventa ambasciatore del Bel Paese e che si trasforma in una grande risorsa per il turismo”.

Un settore, quindi, che secondo il presidente Comites chiede sempre più “professionalità e managerialità, una modalità imprenditoriale e moderna di agire sul mercato dell’internazionalizzazione che non è più improvvisazione ma studio, ricerca e soprattutto richiede grandi investimenti”.

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che ha colpito nel segno confermando il vino campione nell’export, con un valore che è passato dal 4° posto nel 2011 al 1° posto nel 2022. Nella top five delle provenienze, gli Stati Uniti”

La cucina italiana non ha rivali, ecco perché

Tra i prodotti più conosciuti al mondo troviamo al primo posto gli spaghetti, seguiti dalla mozzarella e dalla lasagna in terza posizione, mentre il titolo di bevanda più popolare va al caffè, seguito da cappuccino e amaro

Partendo

dalla asserzione sostenuta da Alberto Grandi in una intervista al Financial Times secondo cui non esiste una cucina italiana perché, a suo dire, il vero parmigiano è del Wisconsin e la pizza al pomodoro è stata inventata dagli americani, “apprendevo dai siti web che la stessa cucina italiana è la prima al mondo sia per le ricette che per i prodotti secondo la classifica delle migliori cucine stilata dal portale inglese TasteAtlas, un’enciclopedia gastronomica di-

gitale che cataloga piatti tradizionali, prodotti enogastronomici locali e ristoranti di tutto il mondo”. Così il giornalista e gastronomo Luciano Pignataro su Il Mattino.

“Facendo una media dei voti espressi dagli utenti che hanno testato i piatti e i locali segnalati nel portale, Taste Atlas ha potuto individuare le cucine più amate a livello mondiale nel 2022. E su 95 nazioni, è stata proprio l’Italia ad aggiudicarsi il primo posto. A

farci guadagnare la vittoria sono stati piatti simbolo della cucina del nostro paese, prima tra tutti la pizza, votata dagli utenti come piatto italiano più popolare con un punteggio di 5 su 5. A seguire troviamo altre ricette storiche come il lombardo risotto alle zafferano, le tagliatelle al ragù alla bolognese e la romana pasta alla carbonara. Ci sono poi i ravioli, gli gnocchi, il tiramisù, la pizza napoletana e la bruschetta. La top ten si conclude poi con il torrone.

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Tra i prodotti più conosciuti al mondo troviamo al primo posto gli spaghetti, seguiti dalla mozzarella e dalla lasagna in terza posizione, mentre il titolo di bevanda più popolare va al caffè, seguito da cappuccino e amaro.

In questa classifica l’Italia, con un giudizio di 4,72 (su un massimo di 5), è seguita da vicino dalla Grecia che con 4,69 si aggiudica il secondo posto, e da Spagna e Giappone che con 4,59 punti si posizionano ex aequo al terzo posto. Seguono India, Messico, Turchia e Stati Uniti. La Francia, storica rivale italiana in termini di prodotti enogastronomici, si aggiudica solo il nono posto, mentre il decimo è stato assegnato al Perù. Insomma un trionfo, che avviene proprio nel momento in cui marchi del made in

Italy globali come Gucci, Armani, Bulgari, stanno investendo nella gastronomia mietendo stelle Michelin come mai prima era accaduto”.

“Quello che sfugge al professore

Grandi – prosegue l’esperto – è che proprio questa continua trasformazione sociale e antropologica ha provocato la nascita della cucina italiana che è già ben tratteggiata nei tre grandi manuali di ricette dell’800: quelli del Corrado, del Cavalcanti (dove debuttano i vermicelli al pomodoro) e dell’Artusi con la differenza che i primi due conoscevano cosa si mangiava sopra Roma, il secondo esprime sostanzialmente solo la cucina tosco-emiliana perché ignorava assolutamente cosa si mangiasse al Sud. Fatta l’Italia, bisognava fare gli italiani, e tra due guerre mon-

diali, l’emigrazione, la televisione, le lotte operaie e studentesche, l’alfabetizzazione, nel corso degli anni l’italiano si è fatto pur mantenendo declinazioni territoriali molto accentuate, a volte teatralmente accentuate. Figli dell’esperienza comunale e dei regni pre-unitari, il nostro genius loci è sostanzialmente anarcoide, veri eredi della Grecia Antica più che di una Roma Imperiale come credeva o voleva far credere la Mussolini. Ma è proprio questa diversità con le sue differenziazioni ad essere l’essenza stessa della cucina italiana come ha ben spiegato il professore Luigi Petrillo che ha redatto il dossier presentato a Parigi per il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio immateriale dell’Umanità da parte dell’Unesco”.

Il 12 aprile si è celebrata la Cerimonia di consegna dell’onorificenza al Vice Console Onorario a Puerto Plata, il Sig. Roberto Casoni. L’evento si è tenuto alla Casa d’Italia, nella splendida Zona Coloniale della città di Santo Domingo

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Liceo del Made in Italy, Urso: ‘Importante istituirlo, al via nel 2025’

Il2025 potrebbe essere il primo anno scolastico del Liceo del made in Italy. E’ quanto auspica il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, secondo quanto riportato anche da Ansa.it. “È importante istituirlo – ha dichiarato Urso al Forum Confcommercio -, con la legge quadro sul made in Italy poi ci sarà il lavoro di programmazione con le Regioni per arrivare, mi auguro, già nel 2025, a che ci possa essere un liceo del made in Italy, innanzitutto nei distretti industriali italiani”.

“Entro un mese presenterò in Consiglio dei Ministri il collegato alla manovra sul made in Italy che interverrà anche sulla formazione delle competenze che servono al mercato del lavoro e alle imprese

attraverso questo liceo“, aggiunge

“Non posso che guardare con favore all’accelerazione che il Governo Meloni ha compiuto sulla realizzazione del Liceo del Made in Italy, definito dallo stesso Premier un percorso fondamentale per dare continuità ad una serie di settori della nostra economia che rischiano di essere totalmente perduti”, ha commentato a Senatrice di Fratelli D’Italia Ella Bucalo, componente della commissione cultura del Senato e responsabile della scuola del partito. “Si tratta infatti di un percorso formativo di eccellenza volto a formare una classe dirigente in grado di mettere a sistema opportunità e criticità, di puntare su solide competenze in economia, marketing,

diritto e comunicazione digitale, senza però mai trascurare la conoscenza dell’enorme patrimonio socio-culturale e artistico del nostro Paese. Figure manageriali in grado di adeguarsi alle sfide del mercato del lavoro sempre più globale e analizzare e governare i nuovi mercati, le opportunità di business e i processi digitali a supporto dell’export in mercati strategici per la tutela e la promozione del brand Italia, con un occhio alle eccellenze del territorio e un altro al marketing e alle politiche che servono per salvaguardarle. Esperti che siano in grado di proteggere le piccole e medie imprese italiane nel mercato globale contrastando la concorrenza straniera”.

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