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G.A.A. 6592 Sant’Antonino
Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXIV 19 luglio 2021
azione 29 Politica e economia Razzismo, una nuova contesa valoriale e culturale divide gli Stati uniti
cultura e spettacoli Una mostra a Ronco Sopra Ascona ricorda il bicentenario del pittore Antonio Ciseri
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london goodbye
Keystone
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il clima chiama, Bruxelles risponde di Peter Schiesser Fra tutti gli eventi e le catastrofi naturali di questa estate, con le inondazioni che hanno colpito l’Europa dalla Svizzera fino all’Olanda con decine di vittime, uno spicca su tutti: i 49,5 gradi registrati nell’ovest del Canada, come l’ovest degli Stati Uniti colpito da un’ondata di caldo che ha infranto tutti i primati, e il fatto che il precedente record è stato superato di 5 gradi. Nessuno avrebbe osato predirlo. Neppure Friederike Otto, che con Geert Jan van Oldenborgh guida a Londra il World Weather Attribution, un gruppo di lavoro di cui vien detto che con il suo modo di correlare eventi e periodicità ha rivoluzionato il modo di capire gli eventi atmosferici: intervistata dalla Nzz ha detto che un simile primato se lo sarebbe aspettato fra qualche decennio; e aggiunge che temperature attorno ai 50 gradi non si possono escludere neppure in Europa e in Svizzera nei prossimi anni. Nel caso specifico delle ondate di caldo, la correlazione con i mutamenti climatici è un’ipotesi plausibile, secondo questi studiosi, ma vanno condotti studi più approfonditi. Se la risposta fosse affermativa, le conseguenze sarebbero gravi: significhereb-
be che i cambiamenti climatici che portano alle ondate di caldo modificano lo stato dell’atmosfera, quindi anche le correnti d’aria, che a loro volta influenzano le stagioni nel pianeta. E se da una parte del mondo abbiamo temperature torride e incendi, in altre abbiamo piogge torrenziali, che avvengono con sempre maggiore frequenza. Singolarmente è difficile, a volte impossibile, attribuirli con certezza ai mutamenti climatici in atto, la scienza riesce ancora troppo poco a comprendere le correlazioni fra gli eventi e le condizioni esistenti in un preciso contesto per stabilire le cause, ma il dato di fatto è che il clima non è più come lo abbiamo conosciuto mezzo secolo fa. Spesso sentiamo dire che siamo vicini al punto di non ritorno, superata una certa soglia di aumento della temperatura terrestre ci sarà l’abisso. Friedrike Otto contesta questa visione: i problemi seri li abbiamo già ora, propagandare l’idea della catastrofe irrimediabile può indurre le persone ha reagire con fatalismo, poiché tanto non c’è più nulla da fare, mentre in realtà si può e si deve intervenire, per mitigare gli effetti e per contrastare i cambiamenti climatici. In questa direzione va il piano annunciato mercoledì scorso dalla Commissione europea di voler ridurre del 55 per cento rispetto al
1990 le emissioni di CO2 entro la fine del decennio, con misure che toccheranno tutti i settori. Spiccano il divieto di vendere automobili a benzina e diesel dal 2035 (in realtà quasi tutte le case automobilistiche hanno già lo stesso obiettivo), i «dazi sul clima» su cemento, alluminio, acciaio, fertilizzanti, l’aumento della quota di consumo di energie rinnovabili. In pratica, Bruxelles intende scendere ai livelli del 1950, quando nell’atmosfera venivano immessi all’anno circa 2000 milioni di tonnellate (rispetto ai 4-5500 milioni di oggi), per poi diventare CO2-neutrale dal 2050. Tramite norme a carattere europeo e il commercio di certificati d’emissione (decadranno quelli gratuiti e aumenteranno i prezzi degli altri) Bruxelles ha delle leve a disposizione, ma molto dovranno fare i Paesi membri, in pochissimo tempo inoltre. Consapevole che per i cittadini europei ci saranno importanti aggravi di spesa, la Commissione ha deciso di istituire un Fondo sociale per il clima, dotato di 144 miliardi di euro, per aiutare le fasce meno abbienti: c’è la consapevolezza che la lotta per il clima passa per la «giustizia ambientale», altrimenti la popolazione non sarà mai d’accordo. Ora sarà da vedere se e quanto le visioni di Bruxelles verranno concretizzate dai singoli Paesi membri.