Azione 21 del 19 maggio 2025

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MONDO MIGROS

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SOCIETÀ Pagina 13

Proteggere la biodiversità: esempi di ripristino di zone umide adatte alla riproduzione degli anfibi

Un giro d’orizzonte sui partiti svizzeri guardando già alle elezioni nazionali del 2027

ATTUALITÀ Pagina 15

Un mondo Migros, tante realtà differenti

Care socie e cari soci, nell’edizione odierna trovate i conti 2024 della nostra cooperativa regionale, influenzati da effetti straordinari che hanno lasciato un profondo solco nel conto economico.

Un anno non facile per le cooperative regionali Migros, buona parte delle quali ha scritto cifre rosse nell’esercizio 2024. Ciò in contrasto con il risultato annuale del Gruppo Migros, che ha annunciato un andamento sostanzialmente soddisfacente a livello di consolidato, che comprende tutte le attività, come Banca Migros, che sottostanno alla Federazione delle cooperative Migros.

Questo andamento a due velocità evidenzia la situazione attuale del commercio al dettaglio stazionario, che è particolarmente in difficoltà nella regione di attività di Migros Ticino (Ticino e Moesano).

Le ragioni dell’andamento negativo di Migros Ticino sono fondamentalmente quattro: l’evoluzione stagnante della popolazione nel nostro Cantone, che invece risulta in crescita costante da anni nel resto della Svizzera; il rafforzamento della concorrenza, soprattutto oltre confine grazie a tutte quelle facilitazioni e vantaggi che sono al di fuori del nostro campo di influenza (per esempio l’indebolimento dell’Euro e l’abbassamento della soglia tax free per i clienti esteri in Italia); i forti investimenti di Migros Ticino per migliorare e ringiovanire la rete di vendita; i costi di uscita dai mercati specializzati.

L’uscita dai mercati specializzati è stata decisa in concerto da tutte le cooperative Migros e dalla società che li gestiva a livello nazionale a inizio 2024. Sono fiero che Migros Ticino abbia saputo assumere la decisione giusta per tempo, anche se dolorosa. È una scelta che andava fatta e che rappresenta una buona notizia: «Migros è in movimento». La voglia di cambiare è grande, sia in Ticino che in tutte le aziende del gruppo. Ma dietro a ogni cambiamento c’è il vissuto personale e il destino di colleghe e colleghi.

INVITO AI SOCI

Sono quindi particolarmente felice di poter dire che ad oggi non è stato necessario ricorrere a licenziamenti: abbiamo potuto e saputo trovare alternative e nuove opportunità per le persone toccate dal cambiamento.

In questo contesto, Migros Ticino già dal 2022 ha cominciato una profonda trasformazione, decidendo di credere nel proprio territorio e investendo massicciamente nella ristrutturazione delle filiali più datate, nella costruzione di nuovi supermercati Migros e supermercati di prossimità VOI, nell’aumento del numero di posti di apprendistato e nel rilancio dell’amato marchio regionale «Nostrani del Ticino». Un impegno, quello profuso da Migros Ticino, che ha trovato conferma nella strategia recentemente annunciata da Migros Supermercati SA, società completamente dedicata alla gestione dei nostri supermercati.

Ma che andamento avrebbe registrato il 2024 senza effetti straordinari? Epurando il conto economico 2024 da essi sappiamo che il risultato di Migros Ticino sarebbe stato migliore del previsto. Tuttavia, ciò evidenzierebbe comunque una debolezza dovuta principalmente al basso livello dei consumi interni.

In questo 2025 ancora giovane la nostra priorità sarà la focalizzazione sulle attività nei supermercati, con il supporto di Migros Supermercati SA. Muovendoci per tempo e in ottica futura, dal 1° di aprile 2025 è stato trovato un nuovo proprietario per il nostro negozio fai-da-te OBI di Sant’Antonino. La presenza di OBI in Ticino si è inoltre rafforzata dal 2 maggio 2025, quando il nuovo punto di vendita OBI di Agno ha aperto i battenti nello stabile nelle immediate vicinanze del supermercato Migros Agno, laddove prima si trovava Do it + Garden Migros. Grande importanza riveste la rivitalizzazione del Supermercato Migros e del Take Away Serfontana, già portata a termine e la ristrutturazione totale del CityCenter Migros Lago a Locarno, tutt’ora in atto.

PER LA VOTAZIONE 2025

Cara socia e caro socio della Cooperativa Migros Ticino, riceve in questi giorni il materiale per la VOTAZIONE GENERALE 2025

relativa all’esercizio 2024 della Cooperativa Migros Ticino, con l’invito a rispondere alla seguente domanda: «Approvo i conti dell’esercizio 2024, do scarico al Consiglio di amministrazione e accetto la proposta per l’impiego del risultato di bilancio»

Su questo numero di Azione sono pubblicati i conti 2024, la relazione dell’Ufficio di revisione e la proposta del Consiglio di amministrazione per l’utilizzo del risultato di bilancio, così come la relazione annuale della Cooperativa.

CULTURA Pagina 21

La potenza dell’artista britannica Tracey Emin in una grande mostra a Palazzo Strozzi a Firenze

Smettere di esistere, ma solo per poco: Carmen Gallo spiega come svanire senza perdersi

TEMPO LIBERO Pagina 35

Che cosa non capiamo della Generazione Z

La votazione si svolge secondo le disposizioni dello statuto e del regolamento per votazioni, elezioni e iniziative. Questi documenti possono essere consultati presso il servizio clienti nei supermercati Migros, presentando la quota di partecipazione o la tessera di socio. Sono disponibili anche su migrosticino.ch unitamente a numerose altre informazioni sulla Cooperativa e sulle sue attività nel 2024. Secondo l’articolo 30 dello statuto, il Consiglio di amministrazione ha nominato un Ufficio elettorale che sorveglia lo svolgimento della votazione e che si compone delle seguenti persone: Avv. Filippo Gianoni (presidente), Myrto Fedeli (vicepresidente), Edy Barri, Roberto Bozzini, Pasquale Branca (membri). Ogni comunicazione concernente la votazione generale è da indirizzare all’Ufficio elettorale di Migros Ticino, 6592 Sant’Antonino. Voglia compilare al più presto la scheda di voto e depositarla nelle apposite urne esposte nei nostri

punti vendita. Così facendo ci aiuta a risparmiare spese postali permettendoci di offrirle una tavoletta di cioccolato. Le urne sono a disposizione durante il normale periodo di apertura delle nostre sedi.

I soci che hanno scelto il voto in forma elettronica ricevono entro il 20 maggio 2025 per e-mail l’invito al voto.

Ultimo termine per votare (giorno di voto): SABATO 7 GIUGNO 2025

Con la partecipazione al voto le socie e i soci non solo fanno uso del proprio diritto di voto, ma esprimono anche l’apprezzamento per l’impegno di tutte le collaboratrici e di tutti i collaboratori di Migros Ticino, per il quale ringraziamo.

Sant’Antonino, 19 maggio 2025 Cooperativa Migros Ticino Il Consiglio di amministrazione

VOTO ELETTRONICO: registrarsi ora per la votazione generale 2026

Già quest’anno numerosi soci hanno deciso di partecipare al voto in forma elettronica. L’e-voting è sicuro, anonimo e pratico; permette inoltre di economizzare carta e tempo. L’iscrizione al voto online per la votazione generale 2026 è possibile a partire dal 20 maggio 2025 su: www.corporate.migros.ch/e-voting o scansionando il codice QR

Simona Ravizza – Pagina 5
Mattia Keller

Cooperativa MigrosTicino 2024

IlnuovoSupermercatodiBellinzonaNord soddisfaipiùaltistandardMigrosdisostenibilità:l’impiantofotovoltaicoinstallatosutettoefacciategarantisceunaproduzionedicirca300MWh/annui,sufficienteacoprireil fabbisognomediodioltre80economiedomestiche.

ANDAMENTOGENERALE

Il 2024èstatounannoditrasformazioneecambiamentoper Migros, caratterizzatodall’iniziodell’attivitàdiMigrosSupermercatiSA(MSM),daristrutturazionievenditeaziendali.In questo contestoimpegnativo,sièriuscitiamantenerestabile ilfatturatonelcorebusiness,ovveroperisupermercati. Pur troppo,questastabilitànonèstatariscontratainMigros Ticino ilcuifatturatoèsostanzialmentediminuitodall’anno precedente. Imotivisonosiaesogenicheendogeni.Ilforte incrementodelturismodegliacquistiversolavicinapenisola, dafebbraio2024rafforzatodall’abbassamentodella soglia taxfreea70euroinItalia,l’inflazione,ladebolezza dell’euro, ilristagnodellapopolazioneresidentehannoinfluito fortementesullacifradiaffarieindebolitol’acquistomedio dei consumatori.L’ulteriorerafforzamentodellaconcorrenza domestica,soprattuttodovutoallenuoveaperturedipunti di venditadegliharddiscounterhannocreatouncontesto del commercioaldettaglioancorapiùcompetitivo.Alivello endogeno ilsettoredeisupermercatidellaCooperativaha risentito–interminidicifradiaffari–dellaforteattivitàdi rivitalizzazione disupermercati:nel2024l’11%dellaretedi venditahabeneficiatodiinterventidiristrutturazioneprofonda. LeattivitàdiristrutturazionehannotoccatoancheristorantieTakeAwaydellacooperativa.Ilritardoaccumulatodai lavoridiristrutturazionedelCentroCommercialeSerfontana ha privatoMigrosTicinodiimportantiricaviprevistinelmese di dicembrenelsupermercatoenelTakeAwayMigros. Nel settore‘NonFood’,latransizionedalcommercio fisicoa quello onlineècontinuata.Sonostatiprincipalmenteimercati specializzatiaessereinteressati,daiqualiMigrossista attualmente separando.Acquirentisonogiàstatitrovatiper Melectronics,SportXxeBikeWorld,mentreilprocessodi venditaèincorsoperMicasaeDoit+Garden.Diconseguenza, dall’anno2025,verrannoeliminateinmodopermanente sialequotedifatturatochelefontidiperdita. Il settoredellagastronomiadiMigrosTicinohageneratouna leggeradiminuzionerispettoall’annoprecedente.Laragione di questaevoluzionevaricercatanellaforteattivitàdirivitalizzazione deipuntidivendita(vediRistoranteeTakeAway Migros nelCentroShoppingSerfontana).NelcontestodescrittolaprestazionedellagastronomiadiMigrosTicinoèda ritenersi buona.

La Cooperativaharealizzatounfatturatocomplessivodi 402.9 milionidifranchi,inferioredi32milionidifranchirispettoall’annoprecedente.Ilcalodel7.3%delfatturatoha provocatouneffettonegativosulrisultatooperativo(EBITrisultatooperativoprimadegliinteressiedelleimposte)ilquale sièattestatoa-13.2milionidifranchi,mentrelaperdita d’esercizio èdi14.1milionidifranchi.

SITUAZIONEFINANZIARIA

Ilcash flowoperativogenerato,paria3.5milionidifranchi, hapermessodi finanziaresoloparzialmentegliinvestimenti complessividi19.2milionidifranchieffettuatinell’esercizio.La sommadibilancioèdiminuitapassandoda148.1a140.6milioni difranchi.Laquotadicapitaleproprioèdiminuitadal49.7% al42.3%,einvaloreassolutoilcapitalepropriopresentaun totaledi59.5milionidifranchicontroi73.6milionidifranchi dell’annoprecedente.

SITUAZIONEDELPERSONALE

Al31.12.2024MigrosTicinoconta979unitàdilavoroatempopieno,inriduzionedi30unitàrispettoall’annoprecedente (1009collaboratori).

STATODELLEORDINAZIONIEDEIMANDATIEATTIVITÀDI RICERCAESVILUPPO

Operandonelcommercioaldettaglio,laCooperativanonhané ordinazioninémandatirilevantidacommentareenonsvolge attivitàdiricercaesviluppo.

EVENTISTRAORDINARI

Ilbilancioannuale2024èinfluenzatodaeffettistraordinaridovutiallarazionalizzazionedelportafoglio.Granpartediquesti effettièdovutaallacessionedeimercatispecializzatidiMigros: leprimechiusuredisedi,icostidismantellamentonellalogisticaenell’IT,cosìcomel’applicazionedelpianosociale,hanno gravatosuirisultatidituttelecooperativeediconseguenza anchesullacooperativaMigrosTicino.UnulterioreeffettostraordinarioriguardailbusinessdeisupermercatidiMigrosTicino, nelqualelacooperativacontinuaadinvestiremassicciamente rivitalizzandolesue filiali,perrecuperareilritardoaccumulato neglianni.

VALUTAZIONEDEIRISCHI

LaCooperativadisponediunprocessodigestionedeirischi.Il comitatodidirezione(CD)informaregolarmenteilconsigliodi amministrazione(CdA)sullasituazionedirischiodell’impresa. Quest’ultimoassicurachelavalutazionedeirischiabbialuogo neiterminiopportunieadeguati.Inbaseaun’analisisistematicadellasituazione,CdAeCDhannoidentificatoirischipotenziali,valutatoleprobabilitàchesiavverino,cosìcomelepossibiliconseguenze finanziarie. AppropriatemisureadottatedalCdApermettonodievitare,diminuireoarginarequestirischi.Irischipotenzialichedevono esseresopportatidallacooperativavengonocostantemente sorvegliati.DurantelaverificaannualedellastrategiaaziendaleilCdAconsideraevalutaadeguatamenteirischipotenziali. IlCdAhaeffettuatolavalutazioneannualeil18ottobre2024.

PROSPETTIVE

Dall’iniziodel2025MigrosTicinosièdotatadiunanuova organizzazionedellacentraleoperativa,piùsnellaefocalizzatasulcorebusinessdeisupermercati.

Iprossimiannisarannoinfluenzatidall’implementazionedellanuovastrategiaperisupermercatiMigros,elaboratada MSMedallecooperativeregionali.Leprimemisuretangibili inquestocontestosonol’introduzionedelnuovoconcettodi allestimentodeisupermercatichiamato«Papillon»elapoliticadiprezzoperiprodottidelbisognoquotidiano«PREZZO BASSO».Nel2025lacooperativacontinuerà,compatibilmenteconiprogetticheMSMrealizzerà,alavorarealmiglioramentodell’efficienzadigestionedelleattività(business excellence)deisupermercatiedeiVOI,dellagastronomia, dellaproduzionepasticceraedellacentraleoperativa.Nella businessexcellencerisiedeunconsiderevolepotenzialedi miglioramento.LastrategialocalediMigrosTicino«Transizione&Allineamento»manterràlasuavalidità,poichérisultainlineaconl’orientamentogeneraledellastrategiaMSM perisupermercatiMigros.Icambiamentinelsettoredeimercatispecializzativerrannotenutiinconsiderazione. Nelquadrodell’orientamentoalcliente,laristrutturazione forzatadeipuntivenditaattempati,l’aumentodellacapillaritàdellaretedivenditaeilmiglioramentodell’accessibilità allenostre filialirestanodigrandeimportanza.Nelcorsodel 2025laCooperativaapriràunnuovosupermercatodimediedimensioniMigroseunsupermercatodiprossimitàVOI MigrosPartner.Laristrutturazionedelgrandesupermercato Migros,delTakeAwayMigrosnelCentroShoppingSerfontanaaMorbioInferioreverràportataaterminenelprimotrimestre.

L’uscitaordinatadaimercatispecializzativerràportataa termineneiprossimi6-12mesi.LavenditadiduePdVOBI, AgnoeSant’Antonino,sicollocaanch’essainquestalogica.Lasfidachenederivaèlalocazionedelleimportantisuper ficidivenditachesirenderannodisponibili.Lariduzione dellefontidiperditalegateaimercatispecializzatieilrafforzamentodelgettitoimmobiliaremigliorerannolaredditività dell’azienda.

LacollaborazionelogisticaconMigrosLucerna,chefacapo alprogettoINSIEMEMLM,entrerànelvivonel2025conla realizzazionedelleprimetappe.Ilprogettocheprevedeilrifornimentologisticodeinostrisupermercatiesclusivamente apartiredallacentraleoperativalucernesediDierikonverrà completatonel2030.EssopermetteràdievitareingentiinvestimentinelsitodiSant’AntoninoediapprofittaredimodernetecnologieoggigiàpresentiematuresulsitodiDierikon. Ilprogettononpermetteràdirealizzaredelleeconomie,ma puntaamiglioriprestazionilogistichealcostoglobaleodierno.

RELAZIONEANNUALE

Ricavinetti

CONTOECONOMICO

Ricavidavenditadibenieprestazioni diservizio

Altriricavi

Altriricavid’esercizio

Totalericavid’esercizio

Costid’esercizio

Costodellemercieprestazionidiservizio

Costidelpersonale

Pigioni Manutenzionieriparazioni

Energiaematerialidiconsumo

Pubblicità

Speseamministrative

Altricostid’esercizio

Ammortamentierettifichedivalore

Totalecostid’esercizio

Risultatoprimadiinteressieimposte(EBIT)

Risultato finanziario

Risultatoprimadelleimposte

Impostedirette

Perditad’esercizio

edeglialtridebiti Variazionedeirateieriscontipassivi

Flussoditesoreriaderivantedall’attività diesercizio

Investimentiinimmobilizzazionimateriali eimmateriali

Partecipazioni Immobilizzazionimateriali

Flussoditesoreriaderivantedall’attività diinvestimento

Variazionedeidebitionerosiabrevetermine Variazionedeidebitionerosialungotermine Variazionedelcapitalesociale

Flussoditesoreriaderivantedall’attività di finanziamento

Variazionenettadeimezziliquidi

Variazionedelfondodiliquidità Mezziliquidial1.gennaio

1.Informazionirelativeaiprincipiutilizzatiperl’allestimentodelcontoannuale Ilcontoannualeèstatoallestitoconformementealleprescrizionidellalegislazionesvizzera,inparticolareinbaseagliarticolidelCodicedelleobbligazionirelativiallatenutadellacontabilitàcommercialeeallapresentazionedeiconti(art.957-963b).

Lapresentazionedeicontiesigedall’Amministrazionedellestimeedellevalutazionichepossonoavereun’incidenzasulvaloredegliattiviedei debiti,comepuredegliimpegnieventualialladatadelbilancio,maanchedeiricaviedeicostidelperiododiriferimento.Sedelcaso,l’Amministrazionedecide,apropriadiscrezione,l’utilizzodeimarginidimanovralegaliesistentiinmateriadivalutazioneeiscrizioneabilancio.Peril benedell’aziendaenelrispettodelprincipiodellaprudenza,èpossibile procedereadammortamenti,correzionidivalore,nonchélacostituzionediaccantonamentisuperioriaquantoilcontestoeconomicorichieda. Neisaldidibilancioal31.12.2023,icontidipartecipazioneMigros,sono statiriclassificatidacapitaledeiterziabrevetermineacapitaledeiterzia lungotermineinseguitoadunavalutazionepiùpuntualedellaposizione. Comecomunicatopubblicamentenel2024,sicercaunanuovaproprietà pertuttiiformatideinegozispecializzati.Glieffetticontabiliderivantida questadecisionesonostaticonsideratinelbilancio2024.LasocietàcooperativaMigrosTicinononallestisceuncontodigruppoinquantoisuoi contisonoinclusiinquellidellaFederazionedellecooperativeMigros,che pubblicauncontoconsolidatoinbaseaunanormacontabilericonosciuta (SwissGAAPFER).

ALLEGATO

2.1Mezziliquidi

Mezziliquidiincassaopressoistituti finanziariterzi

MezziliquidipressoBancaMigros

2.2Rateieriscontipassivi

Interessidapagare Ricaviincassatianticipatamente Altri

2.3Accantonamenti

RenditatransitoriaAVS Altriaccantonamenti

2.4Partecipazioni

FederazionedelleCooperativeMigros,Zurigo

Quotacapitale

Dirittidivoto

MigrosSupermercatiSA,Zurigo

Quotacapitale Dirittidivoto

ActivFitnessTicinoSA,S.Antonino

Quotacapitale

MiticoTicinoSA,S.Antonino

MiducaSA,Zurigo

Dirittidivoto

Quotacapitale

Dirittidivoto

Quotacapitale

Diritti divoto

VMPartnerTicinoSagl,S.Antonino

Quotacapitale

Dirittidivoto

2.5Costidelpersonale

Stipendiesalari

Onerisociali

Istitutidiprevidenzaprofessionale

Altricostidelpersonale

2.6Altricostid’esercizio

Altricostid’esercizio

Bollietasse

2.7Ammortamentierettifichedivalore

Ammortamentidiimmobilizzazionimateriali

Ammortamentidiimmobilizzazioniimmateriali

2.8Ricaviecosti finanziari

Ricavidainteressi

Ricavidadividendi

Altriricavi finanziari

Costi finanziari

31.12.2024 (in1’000CHF)

Altricosti finanziari 31.12.2023

3.Altreindicazioni

3.1Impegnieventuali

Nell’ambitodellenormaliattivitàcommerciali,laCooperativaMigrosTicinoè parteincausadidiversecontroversielegali.Sebbenel’esistodiquestecontroversienonpossaesserestimatoconungradodicertezzaassoluto,laSocietà CooperativaMigrosTicinononritienechetalicontroversiepossanoavereun impattosignificativosullasuaattivitàcommercialeosullasuasituazione finanziaria.Perideflussi finanziariprevistisonostaticostituitidegliaccantonamenti. Inmeritoal finanziamentoafavorediMiducaSA,chefornisceprestazionidi servizioallecooperativeregionaliMigrosnell’areadellescuoleclubedell’educazionedegliadulti,laFCMhaconcessoaMiducaSAunprestito finoa15 milionidifranchi.LecooperativecoinvoltenellapartecipazionediMiducaSA garantisconotale finanziamentonell’ambitodellalorochiavedicoperturadel disavanzo,parial2.9%.Indata27.01.2025laCooperativaMigrosTicinoha firmatounaconvenzionedipostergazioneconMiticoTicinoSAperunimporto diCHF1’800’000.-.Icreditiperquestoimportovengonopostergatirispettoa tuttiicreditiattualiefuturineiconfrontidellasocietà.

3.2Valoreresiduodeidebitidileasing finanziario Saldodebitidileasing Impegnipercontrattidiaffitto

3.3Scadenzadegliimpegni finanziarialungo termine esigibilitàda1a5anni esigibilitàsuperiorea5anni

3.4PersonaledellaCooperativaMigrosTicino Collaboratori fissi Apprendisti Collaboratoriatempoparzialeconretribuzione oraria Totaleposizioniatempopieno

3.5Onoraridell’ufficiodirevisione Onoraridirevisione

3.6Attuazionedegliobblighididuediligenceedirendicontazioneinconformità allelineeguidadell’OCSEdell’OIL(art.9cpv.1VSoTr) IlbilancioconsolidatodisostenibilitàdellaFederazionedelleCooperative MigrosperilGruppoMigroscontienel’obbligodiinformativainconformità conlelineeguidadell’OCSEdel30maggio2018einconformitàconlenormativericonosciutealivellointernazionaleConvenzioniILOn. 138e182, StrumentodiorientamentosullavorominorileperleimpreseILO-IOEdel 15dicembre2015.LasocietàcooperativaMigrosTicinoèinclusainquesto bilancioconsolidato.

3.7Informazioniinerentileriservelatenti Nell’annoincorsononsonostatesciolteriservelatenti(Annoprec.sciolteper 0.2milioniCHF).

3.8Eventiimportantisuccessivialladatadibilancio Nonvisonostatieventiimportantisuccessivialladatadibilancio.

Riportodall’esercizioprecedente

Perditad’esercizio

Perdita(Utile)adisposizionedeisoci Compensazioneconleriservefacoltativedautili Riportoall’esercizionuovo

Spesedelpercentoculturale Cultura,socialeedeconomia Formazione(ScuolaClub-MiducaSA)

Totale

0.5%dellacifrad’affarideterminante

RELAZIONEDELL’UFFICIODIREVISIONE

Relazionesullarevisionedelcontoannuale

Giudizio

AbbiamosvoltolarevisionedelcontoannualedellaSocietàCooperativafraproduttorieconsumatoriMigros-Ticino(lasocietà),costituitodalbilancioal31dicembre 2024,dalcontoeconomicoedalcontodei flussiditesoreriaperl’eserciziochiuso ataledata,comepuredall’allegato,cheincludeanchelasintesideipiùsignificativi principicontabiliapplicati.Anostrogiudizio,l’annessocontoannualeèconforme allaleggesvizzeraeallostatuto.

Elementiallabasedelgiudizio

Abbiamosvoltolanostrarevisionecontabileconformementeallaleggesvizzera eagliStandardsvizzeridirevisionecontabile(SR-CH).Lenostreresponsabilitàai sensiditalinormeestandardsonoulteriormentedescrittenellasezione«Responsabilitàdell’ufficiodirevisioneperlarevisionedelcontoannuale»dellapresente relazione.Siamoindipendentirispettoallasocietà,conformementealledisposizioni legalisvizzereeairequisitidellacategoriaprofessionale,eabbiamoadempiutoagli altrinostriobblighidicondottaprofessionalenelrispettoditalirequisiti. Riteniamodiaveracquisitoelementiprobativisufficientiedappropriatisucuibasare ilnostrogiudizio.

Altreinformazioni

L’Amministrazioneèresponsabiledellealtreinformazioni.Lealtreinformazionicomprendonoleinformazioniriportatenellarelazionesullagestione,adeccezionedel contoannualeedellanostrarelativarelazione.

Ilnostrogiudiziosulcontoannualenonsiestendeallealtreinformazionienonesprimiamoalcunaformadiconclusionedirevisioneariguardo. Nell’ambitodellanostrarevisionecontabile,ènostraresponsabilitàleggerelealtre informazionie,nelfarlo,valutaresesussistanodelleincoerenzesignificativerispettoalcontoannualeoaquantodanoiappresodurantelarevisionecontabile,ose lealtreinformazionisembrinocontenereinaltromododelleanomaliesignificative. Qualora,sullabasedellavorodanoisvolto,dovessimogiungereallaconclusione chevièun’anomaliasignificativanellealtreinformazioni,siamotenutiacomunicarlo.Nonabbiamoalcunaosservazionedaformulareataleriguardo.

Responsabilitàdell’Amministrazioneperilcontoannuale L’Amministrazioneèresponsabiledell’allestimentodelcontoannualeinconformità alledisposizionilegalieallostatuto,nonchépericontrolliinternidaessaritenutinecessariperconsentirel’allestimentodiuncontoannualechesiaesentedaanomalie significativeimputabiliafrodioerrori.

Nell’allestimentodelcontoannuale,l’Amministrazioneèresponsabileperlavalutazionedellacapacitàdellasocietàdicontinuarel’attivitàaziendale,perl’informativa,sedelcaso,sugliaspetticorrelatiallacontinuitàaziendale,nonchéperl’utilizzo delpresuppostodellacontinuitàaziendale,amenochel’Amministrazioneintenda liquidarelasocietàocessarel’attività,oppurenonabbiaalternativerealisticheatali scelte.

Responsabilitàdell’ufficiodirevisioneperlarevisionedelcontoannuale Inostriobiettivisonol’acquisizionediunaragionevolesicurezzacheilcontoannuale nelsuocomplessosiaesentedaanomaliesignificative,imputabiliafrodioerrori,e l’emissionediunarelazionecheincludailnostrogiudizio.Perragionevolesicurezzasiintendeunlivelloelevatodisicurezzache,tuttavia,nonforniscelagaranzia cheunarevisionecontabileeseguitainconformitàallaleggesvizzeraeagliSR-CH individuisempreun’anomaliasignificativa,qualoraesistente.Leanomaliepossono derivaredafrodioerroriesonoconsideratesignificativequalorasipossaragionevolmenteattenderecheesse,singolarmenteonelloroinsieme,sianoingradodi influenzareledecisionieconomichedegliutilizzatoripresesullabasedelcontoannuale. Unadescrizionepiùdettagliatadellenostreresponsabilitàperlarevisionedelconto annualeèdisponibilesulsitowebdiEXPERTsuisse:https://www.expertsuisse.ch/ it/revisionerelazione-di-revisione.Taledescrizionecostituisceparteintegrantedella nostrarelazione.

Relazionesualtredisposizionidileggeeregolamentari

Conformementeall’art.906COincombinazioneconl’art728acpv.1cifra3CO ealloSR-CH890,confermiamol’esistenzadiunsistemadicontrollointernoper l’allestimentodelcontoannualeconcepitosecondoledirettivedell’Amministrazione. Confermiamoinoltrechelapropostadiriportoanuovodellaperditadibilancioè conformeallaleggesvizzeraeallostatuto,eraccomandiamodiapprovareilconto annualechevièstatosottoposto.

Ernst&YoungSA

ElisaAlfieri DavideBernasconi

PeritorevisoreabilitatoPeritorevisoreabilitato (Revisoreresponsabile)

Lugano,10marzo2025

Festeggiate con noi!

100 anni Migros ◆ Il 23 e il 24 maggio vi aspettiamo nella vostra filiale preferita

Per festeggiare a tutto tondo i cento anni dalla sua fondazione nel 1925, con la campagna «MERCI – GRAZIE», Migros vuole ringraziare tutti i suoi collaboratori e tutta la spettabile clientela. In altre parole, chi, di giorno in giorno e di settimana in settimana, sceglie di fare la propria spesa «alla Migros», optando per prodotti di ottima qualità e classici (o cult) che fanno parte del carrello della spesa da decenni. Poiché ogni compleanno va festeggiato, – e ancor più quello dei cent’anni! – ma anche perché noi della Cooperativa Migros Ticino vogliamo ringraziarvi di persona, venerdì 23 e sabato 24 maggio vi aspettiamo nella vostra filiale Migros di fiducia! Ad accogliervi, oltre alle collaboratrici e ai collaboratori abituali, ci saranno anche numerosi collaboratori attivi nell’amministrazione, che, per l’occasione, vestendo una T-Shirt esclusiva griffata M100 con la scritta GRAZIE, avranno modo di incontrarvi di persona, scambiare due chiacchiere davanti a un caffè e magari portarvi la spesa in macchina. Per addolcire la vostra esperienza di acquisto durante i due giorni di festeggiamenti, vi accoglieremo in ogni filiale Migros del Cantone con un rinfresco, un caffè e una tortina gratuiti. Ai bambini regaleremo dei fogli da colorare e delle matite colorate. In 8 filiali selezionate sarà presente anche una parete adibita a selfie con oggetti fotografici in 3D di sei prodotti Migros considerati cult. Potrete così scattare foto ricordo con il vostro cellulare per immortalare un’esperienza di acquisto fuori del comune! Segnatevi la data! Vi aspettiamo!

Dove?

Nel vostro supermercato Migros di fiducia! Quando?

Venerdì 23 e sabato

24 marzo 2025 tutto il giorno Perché?

Per festeggiare con noi i 100 anni di Migros!

Con il camion vendita lungo la Tremola

Auguri Migros ◆ Il ricordo di Tarcisio Ostini

100anniMigros

Fra le clienti e i clienti di Migros, ve ne sono alcuni che hanno un legame speciale con l’azienda, perché contraddistinto da un ricordo o da un aneddoto particolari. È anche il caso di Tarcisio Ostini, classe ‘46, tipografo di Giubiasco, che abbiamo contattato per farci raccontare un ricordo risalente a oltre sessant’anni or sono.

«Ricordo che quando avevo tredici o quattordici anni, eravamo all’inizio degli anni 60, ho fatto un periodo di lavoro di quattro settimane nei magazzini della Migros, che all’epoca erano a Taverne: il mio compito era quello di sostituire i listelli rotti delle casse di legno utilizzate per le patate. Avevo ottenuto quel “lavoretto” grazie a mio padre, che era capo magazziniere. Mio padre mi portava spesso ai magazzini della Migros, e ricordo ancora perfettamente tutti gli operai e gli impiegati di ufficio. Conobbi perfino Charles Hochstrasser, che una volta mandò suo figlio Ulrico a trascorrere una giornata con noi nella nostra baita in valle di Blenio».

100 anni fa il mitico Ford Model TT

100 anni Migros ◆ Swiss Railpark ha quasi terminato di restaurare il secondo dei primi cinque furgoni vendita acquistati da Gottlieb Duttweiler: dal 19 al 24 maggio lo potrete ammirare a Sant’Antonino

Sono molte le sorprese che Migros ha in serbo per festeggiare i suoi cento anni (v. articolo sopra, Festa dei Clienti) insieme alle sue e ai suoi clienti. Fra queste vi è anche un tuffo nel passato, grazie a un furgone Ford Model TT del 1926, che farà diverse tappe nel nostro Cantone, e potrà così essere ammirato un poco ovunque. I primi furgoni Ford Model TT (Ford Model T “Truck”) furono realizzati negli Stati Uniti negli anni venti del Novecento partendo dalla Ford Model T. Quando nel 1925 Gottlieb Duttweiler iniziò la propria attività, si appoggiava su cinque autocarri Ford Model TT che, spostandosi da una località altra del Canton Zurigo, a prezzi discount vendevano sei prodotti: caffè, riso, sapone, grasso di cocco, zucchero e cornetti (un tipo di pasta). Nel 1975 Migros

regalò uno di questi cinque pionieristici veicoli di vendita al dettaglio al Museo dei trasporti di Lucerna, dove ogni tanto, nel corso degli anni, è riapparso. I veicoli nei depositi sono infatti talmente numerosi che vengono esposti a rotazione, e non sempre ci sono le risorse necessarie a ristrutturazione e manutenzione. Ci ha ora pensato l’Associazione CSG Swiss Railpark con sede nelle

ex Officine FFS a Biasca, antenna del Museo dei Trasporti in Ticino che, coordinata dal suo Presidente Marco Morisoli, sta restaurando uno dei 5 storici furgoni Ford Model TT Migros nell’ambito della Scuola Restauratori/-trici Biasca, spin off dell’Associazione. «Grazie al restauro delle Officine di Biasca, che terminerà nel 2029, abbiamo realizzato degli spazi per eventi, ma anche per il restauro

di vecchi veicoli. Abbiamo dunque chiesto al Museo dei trasporti se ci lasciassero sistemare il furgone». Ma che tipo di restauro è stato fatto? «Il furgone non era in condizioni ottimali, dunque c’è stato parecchio da fare. Oggi si tende a lasciare una patina “storica” sul veicolo e non si insiste nel tirarlo a lucido. In fondo è anche questo il suo fascino. Il furgone è esattamente quello che girava sulle strade di cento anni fa, con le sue scritte, i suoi cassetti, ecc.». E dove lo si potrà vedere? «Per iniziare, nell’atrio del Centro Migros di Sant’Antonino. Intendiamo immatricolarlo entro la fine dell’anno. Anche il Museo dei trasporti è molto soddisfatto di come si sia rinnovato il partenariato con Migros, nato negli anni settanta, proprio in occasione della donazione del furgone al Museo».

Dove e quando Venite a vedere il vecchio Ford nella mall del Centro Sant’Antonino, dal 19 al 24 maggio 2024, orari di apertura negozi

«Un giorno mi chiamarono e mi chiesero se volevo accompagnare il signor Fumagalli (autista di camion) a Lucerna in treno per ritirare il primo camion-vendita servisol. Al ritorno da Lucerna, all’epoca non c’era ancora l’autostrada, prendemmo la vecchia Tremola: quasi a tutte le curve il Fumagalli doveva fermarsi e fare manovra, era quasi impossibile riuscirci in un colpo solo!» «Il camion vendita rappresentava una novità, fino ad allora c’era stato il camion con il portello laterale. «Ul chaffeur» arrivava nei paesi con la commessa, scendevano, aprivano il portellone ed estraevano il bancone, poi arrivavano le clienti, facevano i loro acquisti e la commessa, se c’era, “tippava” il prezzo. Il nuovo camion vendita, che era servisol, impressionava soprattutto per la lunghezza. Le clienti e i clienti entravano, percorrevano il corridoio di vendita e, prima di uscire, pagavano. Quando, dopo una giornata di lavoro, i camion vendita rientravano in centrale, si metteva puntualmente all’opera la squadra notturna per il rifornimento delle merci».

«Al termine dell’apprendistato di tipografo andai a lavorare al centro elettronico della Migros per sei mesi, conoscendo nuovi aspetti dell’azienda, dopodiché ho lavorato per cinquant’anni e cinque mesi alla tipografia Salvioni... ma la Migros mi è sempre rimasta nel cuore».

Il furgone
Ford Model TT durante il restauro alle Ex Officine di Biasca. (Morisoli)
Tarcisio Ostini accompagnò in Ticino il primo camion vendita Migros servisol

SOCIETÀ

Tumore al pancreas: casi in costante aumento

Le cifre spingono gli esperti a chiedersi se questo tumore rappresenti un’epidemia oncologica, ne parliamo con il dottor Pietro Majno-Hurst

Ripristinare e proteggere la biodiversità

Le zone umide d’acqua stagnante, come pozze, paludi, stagni o lanche, sono degli ambienti pregiati e utili alla riproduzione degli anfibi: alcuni esempi nel Malcantone

Conosciamo davvero i nostri figli?

Il caffè dei genitori ◆ La serie televisiva di grande successo Adolescence mette a nudo una verità scomoda: per noi genitori il tempo dell’autoassoluzione è finito

Il problema non riguarda solo gli incel, i redpillati e la manosfera (che più avanti capiremo cosa sono). E, paradossalmente, non è nemmeno il fatto che il rapporto con l’altro sesso nell’adolescenza sia vissuto principalmente tramite i like su Instagram, o che l’approccio alla sessualità avvenga attraverso le foto pornografiche condivise su Snapchat. Il vero problema, come ci diciamo spesso a Il caffè dei genitori, è quello che noi adulti non sappiamo della vita dei nostri figli, e ciò passa anche attraverso un linguaggio che ci è del tutto (o quasi) sconosciuto. Dietro questo linguaggio incomprensibile, c’è un mondo che non conosciamo. E senza questa conoscenza, siamo totalmente impreparati e incapaci di offrire agli adolescenti l’aiuto di cui hanno bisogno per crescere. Mamme, papà, insegnanti, psicologi, forze dell’ordine: nessuno è escluso. Tutti siamo in difficoltà a infrangere la barriera di comunicazione che oggi, più che mai, ci separa dalla Generazione Z. E dalla loro vita. In queste condizioni, che strumenti possiamo fornire loro per cavarsela?

È questa la convinzione che, nel lontano ottobre 2021, ci ha spinto a creare la rubrica di «Azione», Le parole dei figli, e che ora si ripropone con forza dopo la visione di Adolescence su Netflix, in streaming dal 13 marzo 2025. La serie ha già battuto ogni primato di visualizzazioni, diventando la più vista in 71 Paesi (24,3 milioni di visualizzazioni al 17 marzo, saliti a 66,3 milioni dopo solo 11 giorni dall’uscita). Così, a Il caffè dei genitori, ci ritroviamo a riflettere di nuovo sulla domanda: «Quanto davvero conosciamo i nostri figli?». Ragioniamoci insieme a costo di spoilerare un po’ la trama di Adolescence, che non è basata su uno specifico caso di cronaca ma prende tuttavia spunto da reali crimini perpetrati da giovanissimi, atti di violenza che si registrano ormai sempre più spesso ovunque, come dimostra il caso di Berikon, nel Canton Argovia, di pochi giorni fa. Alle prime luci dell’alba, l’ispettore capo Luke Bascombe fa irruzione nella casa dei Miller, accompagnato da agenti incappucciati che puntano fucili automatici dopo aver abbattuto la porta. L’obiettivo è arrestare il 13enne Jamie, accusato di aver accoltellato la compagna di classe Katie. La reazione immediata di papà Eddie e mamma Manda è un grido disperato: «Avete sbagliato famiglia!». Eddie, che si spacca la schiena «aggiustando cessi» dalle 6 del mattino fino alle 8 di sera, riesce a guadagnare decentemente solo quando c’è un’urgenza. Cresciuto con un padre che lo picchiava con la cintura, ha sempre

cercato (e creduto) di essere un papà migliore. Manda, dal canto suo, non ha mai mancato di preparare panini per i figli, sempre pronta ad accoglierli al ritorno da scuola. Quando Jamie si rifugia nella sua cameretta, lei lo considera al sicuro. Per entrambi lui è quel bambino che si divertiva al parco giochi, seduto in cucina a disegnare per ore, con la faccina sporca di gelato. Come può essere diventato un adolescente che a soli 13 anni «butta via i vestiti sporchi di sangue, ma non le sneakers perché costano troppo»? Che cosa ne sanno loro di incel, redpillati e manosfera? Che cosa ne sa l’ispettore Bascombe che pure ha un figlio, Adam, che frequenta la stessa scuola? Che cosa ne sanno i docenti che corrono qui e là smarriti? E noi genitori cosa ne sappiamo?

Le telecamere non lasciano scam-

po a Jamie: le immagini lo incastrano. Ma forze dell’ordine e psicologi devono scavare nel movente dell’omicidio, e ciò è possibile solo grazie all’aiuto di Adam. È lui a rivelare al padre, l’ispettore Bascombe, il significato nascosto dietro un post su Instagram e le sue emoji. Ed è così che si spalanca un mondo sconosciuto agli adulti: quello degli incel, gli «involontariamente celibi», maschi convinti che il loro aspetto fisico li condanni all’esclusione dal mondo sessuale. La loro visione della realtà si nutre di simboli: la bluepill (pillola blu) rappresenta l’illusione, l’accettazione passiva della situazione. La redpill (pillola rossa), invece, è la presa di coscienza di una verità scomoda. Chi ha visto The Matrix (1999) ricorderà la scelta di Neo tra le due pillole offerte da Morpheus. Per Ja-

mie, però, tutto si gioca su un’emoji: una dinamite, postata da Katie sotto il suo post, che simboleggia l’effetto della pillola rossa. Un messaggio inequivocabile. Per lui, la redpill è una condanna. L’inevitabile conferma di essere un incel, schiacciato dalla regola dell’«80/20», secondo cui l’80% delle donne desidera soltanto il 20% degli uomini più attraenti. La manosfera è il termine che indica l’insieme di comunità online di incel Noi adulti restiamo spettatori di quel post, incapaci di decifrarlo. Così come, forse troppo spesso, osserviamo e perfino monitoriamo la vita dei nostri figli senza davvero conoscerla. Li geolocalizziamo, ma mai come oggi ci sfuggono gli spostamenti della loro mente. Come possiamo allora spiegare agli adolescenti – ci chiediamo, ancora una volta, a Il caf-

fè dei genitori – che una relazione sana non passa da un like sui social? Come possiamo convincerli che non sempre è necessario essere performanti con l’altro sesso (e nella vita) se, come papà Eddie, quando giocano male a calcio distogliamo lo sguardo perché ci vergogniamo? E come possiamo insegnare loro che il rifiuto va accettato? Tra i ragazzi della Gen Z «la vergogna si è capovolta. Non è più il corpo nudo a imbarazzare – la nudità via smartphone è sempre mediata, in differita – ma lo sguardo nudo, privo della barriera dello schermo», scrive lo psicopedagogista Stefano Rossi in Sentimenti MALeducati (ed. Feltrinelli, agosto 2024). Per Jamie, l’umiliazione virtuale diventa la molla che lo spinge a un omicidio reale. Ma non c’è bisogno di arrivare alle conseguenze estreme. Anche nella vita di tutti i giorni dove fallisce la nostra educazione sentimentale, vince la pornografia. Ce lo aveva spiegato già la criminologa Elena Martellozzo in un Caffè delle mamme estivo (23 agosto 2021): «I giovani vedono la pornografia online molto prima di avere esperienze sessuali: il 48% dei maschi prima dei 13 anni, il 48% delle femmine prima dei 15. Scoprono il porno prima del sesso, forse anche prima di aver baciato o abbracciato un partner. E la pornografia trasmette messaggi distorti sui ruoli di genere, rafforzando stereotipi che sono identificati tra le cause della violenza contro le donne».

E anche quando non è patologico, il rapporto con il sesso è spesso complesso. Troppi adolescenti lo evitano: più liberi, sì, ma in ritirata, spaventati dall’idea di esporsi senza filtri (su questo tema, si veda Il caffè dei genitori «Niente sesso, siamo giovani» del 26 agosto 2024).

I genitori di Jamie si aggrappano a frasi che suonano come un’autoassoluzione: «Non potevamo sapere»; «Credevamo di fare la cosa giusta»; «Ci abbiamo provato». Come non immedesimarsi nella loro disperazione? Ma poi mamma Manda arriva alla sola verità possibile, quella che non lascia scampo: «L’abbiamo messo al mondo noi». E alla fine di Adolescence papà Eddie piange a dirotto, stringendo un peluche sul letto di Jamie: «Mi dispiace, ragazzo – sussurra –. Avrei dovuto fare di meglio». Ecco Adolescence non dà giudizi, ma forse ci lascia un messaggio a cui non possiamo più sfuggire: per noi genitori, il tempo dell’autoassoluzione è finito. Dobbiamo davvero cercare di conoscere i nostri figli. Come farlo, però, resta una domanda senza risposte certe. Anche a Il caffè dei genitori, di strade sicure non ne abbiamo ancora trovate.

Il giovane attore Owen Cooper nei panni di Jamie Miller insieme a Stephen Graham che interpreta Eddie Miller, il padre di Jamie, in una scena della serie Adolescence prodotta da Netflix. (Courtesy of Netflix)
Simona Ravizza
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Sfiziosamente ticinese

Attualità ◆ La luganighetta è un grande classico della nostra cucina. Con la specialità firmata Nostrani del Ticino ogni pasto si trasforma in un momento ricco di gusto e tradizione. Abbiamo chiesto al produttore, la Salumi del Pin di Mendrisio, alcuni consigli utili e curiosità su questo grande classico

Le settimane dei Nostrani del Ticino fino al 26 maggio

La luganighetta nostrana è una specialità di salsiccia fresca a base di carne suina – ottenuta da animali allevati in Ticino – condita con sale e spezie, impastata e insaccata in un budello naturale edibile di ovino.

Il nostro prodotto è ottenuto utilizzando i migliori tagli selezionati di carne di maiale ticinese. È preparato giornalmente, in modo da avere sempre un prodotto freschissimo. È una specialità che deve essere consumata cotta.

Il colore dell’impasto deve essere rosso vivido, non grasso, non avere odori anomali, e la consistenza non deve calare eccessivamente in cottura.

Con il termine «edibile» si intende un budello naturale che può essere consumato senza problemi per la salute. A volte ci sono dei budelli naturali che possono essere stati sottoposti a dei trattamenti atti a migliorarne l’aspetto, che però potrebbero essere potenzialmente dannosi per il consumatore se ingeriti. Questi budelli vengono definiti «non edibili». In ogni caso, tali indicazioni sono riportate sull’etichetta.

Idealmente alla griglia o in padella.

La preparazione più semplice è

quella alla griglia. Scaldare il grill a 220°C e grigliare la luganighetta a fuoco medio-alto per 10-15 minuti, girandola regolarmente, senza bucarla né aggiungere altri condimenti.

Un’altra ricetta sfiziosa è sicuramente la luganighetta con le cipolle: rosolare la salsiccia brevemente in padella con un po’ di olio. To-

Freschezza in un istante

gliere la salsiccia e nella stessa padella stufare delle cipolle affettate, aggiungendo sale, pepe, alloro e vino bianco, lasciando cuocere per 30 minuti. Aggiungere la salsiccia e lasciare cuocere insieme alle cipolle per altri 45 minuti. Due altre varianti della ricetta prevedono, al posto della cipolla, di utilizzare per esempio dei funghi oppure dei friarielli.

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Un gusto vincente

Attualità ◆ Con il formaggio El Noè a vincere sono anche le papille gustative

«Carattere deciso, cuore morbido»: quale slogan più azzeccato per un prodotto dedicato a uno dei nuotatori più talentuosi degli ultimi anni, il campione ticinese Noè Ponti! Il «suo» formaggio El Noè non solo conquista per il suo gusto avvolgente, ma proprio come il noto atleta, anche per il suo legame con il territorio, dal momento che è prodotto esclusivamente con latte ticinese dal Caseificio del Gottardo di Airolo, rinomata struttura che con cura e passione produce artigianalmente molte specialità nel rispetto di antiche tradizioni casearie. Oltre alla produzione, il caseificio accoglie anche numerosi visitatori, che possono così scoprire l’affascinante arte della lavorazione del formaggio. El Noè viene fabbricato con latte

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vaccino pastorizzato e si caratterizza per la sua consistenza molle e la crosta fiorita edibile. La sua pasta è morbida ed elastica, di un bel colore bianco crema, con un sapore gradevole, dolce, tendente leggermente al salato. L’affinamento è di due settimane. Questo formaggio a pasta molle si può gustare in vari modi: è ottimo da solo, al naturale, accompagnato semplicemente da una croccante insalata di stagione e pane rustico; arricchisce in modo impeccabile ogni tagliere misto di affettati e formaggi della nostra regione; può essere servito come originale dessert oppure, perché no, anche leggermente grigliato fino a renderlo cremoso all’interno per un piatto semplice e saporito in sentor d’estate.

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Tumore al pancreas, un’evoluzione che preoccupa

Salute ◆ Il numero dei casi registrati è in costante aumento e gli esperti si chiedono se questo tipo di malattia non rappresenti un’epidemia oncologica in divenire

I dati del Registro svizzero dei tumori sono chiari: così come in tutti i Paesi industrializzati, in Svizzera, il numero di casi di tumore al pancreas sono aumentati passando dai 4000 casi tra il 1980 e il 1984 ai quasi 8000 tra il 2015 e il 2019. Le previsioni sono ancora più allarmanti, tanto che la tendenza potrebbe far superare l’incidenza del cancro al seno nelle donne. Anche gli Stati Uniti mostrano un’evoluzione simile, con il numero di tumori al pancreas che è passato da 43mila casi nel 2010 a 62mila nel 2020; seguendo l’attuale curva di questa allarmante incidenza, la proiezione sarebbe vicina a 90mila nel 2030. Queste cifre in rialzo hanno condotto i professori Jean Louis Frossard (Servizio di gastroenterologia e epatologia dell’HUG, Ginevra) e Darius Moradpours, (suo omologo al CHUV di Losanna) a chiedersi se questo tumore rappresenti un’epidemia oncologica in divenire.

Il rischio di tumore al pancreas aumenta in chi soffre di pancreatite cronica, ma tra le cause multifattoriali ci sono anche stile di vita e alimentazione

Parte dell’inquietudine risiede nella natura silente del suo sviluppo iniziale che, malgrado un notevole aumento delle conoscenze scientifiche e dei progressi nella gestione multidisciplinare, è spesso diagnosticato tardivamente e il suo esito si rivela ancora troppo sovente fatale, nel giro di pochi mesi: «Una delle particolarità insidiose del cancro del pancreas è il suo notevole potere metastatico non appena il tumore primario misura più di 5 millimetri». I numeri del carcinoma pancreatico e le sue cause multifattoriali sono stati tema del nostro incontro con il professor Pietro Majno-Hurst, specialista in chirurgia viscerale presso EOC, che così ne riassume i principali fattori causali predisponenti: «Agenti tossici fra cui primeggiano fumo e alcol, a cui si aggiunge una componente genetica nel 10% dei casi. Dobbiamo poi considerare il sovraccarico ponderale e l’obesità, così come probabilmente è confermata co-responsabile la resistenza all’insulina (che poi può sfociare nel diabete di tipo 2)». Secondo lo specialista: «Stiamo per poter aggiungere il tumore del pancreas alle malattie che sono legate all’alterazione del nostro stile di vita. Negli ultimi 50 anni abbiamo rimpiazzato la nostra attività fisica con i trasporti motorizzati, il sonno con altre attività ricreative o lavorative, il cucinare genuinamente a casa con cibi processati industrialmente e che contengono troppo sale, zucchero e grassi. Non si sottovaluti che la qualità del cibo e lo stress sono fattori che favoriscono la resistenza all’insulina, elementi sui quali possiamo agire solo con comportamenti individuali per supplire a quella che dovrebbe essere un’azione sistemica a favore della prevenzione, oggi purtroppo carente, o addirittura ostacolata da interessi economici».

A completare il quadro, uno studio nazionale francese di regressione ecologica (2011 – 2021) ha individuato fra le cause ipotizzate del tumore pancreatico una serie di pesticidi ampiamente usati che potrebbero spiegare

l’aumento dell’incidenza. L’ipotesi trova conferma nelle parole del professor Majno che completa il quadro delle cause citando la pancreatite cronica come un fattore di rischio importante per il cancro del pancreas. Per il 50% si può ricondurre a delle pancreatiti acute recidivanti, mentre un altro 50% può emergere lentamente, talvolta senza fattori predisponenti evidenti diversi da fumo e alcol («un vero e proprio veleno per questi pazienti»): «La pancreatite cronica crea uno stato infiammatorio che aumenta il rischio di tumore. Sono pazienti che bisogna seguire costantemente per riuscire a individuare precocemente l’eventuale insorgenza di cancro».

L’articolo dei professori Jean Louis Frossard e Darius Moradpours indica, di fatto, la diagnosi precoce come uno degli strumenti migliori per una buona prognosi: «Il monitoraggio della glicemia in alcune popolazioni a rischio, o anche il test dell’emoglobina glicata, potrebbero essere un marcatore di interesse per la diagnosi precoce del cancro al pancreas». Dal canto suo, il professor Majno si dice fiducioso sull’evoluzione delle cure multidisciplinari specialistiche: «Grazie agli enormi progressi della medicina, i mezzi per combattere il cancro al pancreas sono aumentati: quindici anni fa la sopravvivenza a cinque anni era del 5%, oggi per molti pazienti possiamo parlare del 3040%, o di percentuali ancora più alte in quelli che seguiamo per pancreatite cronica, per delle cisti del pancreas o per una predisposizione familiare (più di 2 casi in famiglia)». È certo che, come per altri tumori, si giungerà alla guarigione: «Ad esempio, nel tumore del seno siamo giunti ad oltre il 90% di guarigione». Ad ogni modo, la medicina multidisciplinare oggigiorno personalizza per ciascun paziente gli obiettivi delle terapie che, peraltro, oltre a chirurgia e radioterapia si avvalgono pure di nuovi prodotti altamente efficaci (farmaci e chemioterapie mirate). Anche la ricerca scientifica galoppa verso nuovi orizzonti ed è naturale citare la semaglutide (Agonista GLP-1), il farmaco per i pazienti con diabete di tipo 2 e per la cura dell’obesità che tanto ha fatto discutere negli ultimi tempi: «Non dimentichiamo che l’obesità è un fattore di rischio molto incisivo nello sviluppo di tumore al pancreas, così come l’insulinoresistenza; questo farmaco potrebbe dunque fungere da fattore protettivo allo sviluppo del cancro al pancreas come da altri tumori, ma dobbiamo aspettare più dati a lungo termine». Alcuni studi recenti condotti su pazienti con il diabete di tipo 2 hanno dimostrato che quelli trattati con semaglutide hanno probabilità più basse di contrarre dieci dei tredici tumori associati all’obesità rispetto a coloro che invece assumevano insulina. Nello specifico, il rischio di sviluppare un tumore è stato ridotto della metà per alcuni tumori specifici come cancro al pancreas e alla cistifellea. Ciò significa che questo farmaco divenuto popolare per perdere peso potrebbe avere effetti protettivi sullo sviluppo di alcune neoplasie fra le quali quella pancreatica: «Questo effetto è già stato dimostrato per la chirurgia bariatrica. Sono inoltre state verificate altre proprietà positive degli GLP-1 agonisti sul piano neurologico e della salute comportamentale, con un di-

minuito rischio di convulsioni e di dipendenza da alcol, cannabis, stimolanti e oppioidi, e forse anche un ruolo nella prevenzione della malattia di Alzheimer». È interessantissimo, perché i suoi effetti dovrebbero

aiutare anche a smettere di fumare e consumare alcol: «Non dimentichiamo che si sottovaluta la nocività dell’alcol per lo sviluppo dei tumori: una bottiglia di vino equivale a fumare dieci sigarette per l’uomo, e venti

Ora in azione

per la donna». Concludendo, riflettiamo sul fatto che contrastare questa epidemia oncologica in divenire comporta una serie di azioni «possibili» individuali e collettive, verso uno stile di vita sano.

Un piccolo ringraziamento per tutto il Paese.

Lasciati sorprendere dall’anniversario Migros.

Festeggiamo 100 anni e tutti sono invitati.

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23 e 24 maggio 2025

Un impegno continuo per la biodiversità

Ambiente ◆ In Ticino sono molti i progetti per ripristinare, proteggere o ricreare zone umide, luoghi pregiati e ideali per la riproduzione degli anfibi: alcuni esempi nel Malcantone

Le zone umide d’acqua stagnante, come pozze, paludi, stagni o lanche, sono degli ambienti pregiati, spesso associati alla riproduzione degli anfibi. La loro importanza per la conservazione della biodiversità è dunque assodata e sono molti gli sforzi profusi nel nostro territorio per recuperare, mantenere o valorizzare questi ecosistemi.

Il Dipartimento del territorio ha appoggiato e promosso (finanziariamente e a livello di coordinamento) diversi progetti in tal senso, al fine di intervenire sui biotopi inventariati nel cantone: «In Ticino, solo per i siti di riproduzione per gli anfibi, si contano attualmente (a marzo 2025) 67 oggetti d’importanza nazionale, 189 cantonale e 185 locale, a cui si aggiungono circa duecento paludi e una ventina di torbiere. Tutti questi biotopi vengono monitorati regolarmente dal nostro ufficio per valutarne lo stato e la qualità», spiega Mirko Sulmoni, responsabile per le zone umide e gli anfibi per l’Ufficio della natura e del paesaggio.

In Ticino ci sono 67 siti di riproduzione per gli anfibi d’importanza nazionale, 189 cantonale e 185 locale, circa duecento paludi e una ventina di torbiere

All’impegno di osservazione e monitoraggio si sommano le preziose segnalazioni della popolazione, che possono indicare delle situazioni in cui potrebbero essere necessari degli interventi, poiché, come spiega Sulmoni, «si tratta di ambienti naturali, ma essendo inseriti in un contesto antropizzato, venendo a mancare quei processi che avverrebbero in natura, hanno comunque la necessità di essere “curati”. Penso per esempio ai fiumi incanalati dove la dinamica fluviale non è più presente e la creazione o il rinnovo di zone umide e stagni non sono più possibili in modo naturale. L’uomo deve quindi sostituirsi ai processi naturali, simulandoli tramite degli interventi di gestione. E poi c’è il grande problema delle neofite, la cui lotta è oggi un tema fondamentale anche nella gestione delle zone umide».

Situazioni che si possono con-

statare pure nei biotopi d’importanza nazionale o cantonale distribuiti tra Croglio, Monteggio e Sessa, nel Malcantone. Qui, in un fazzoletto di territorio e nello spazio di pochi chilometri, sono stati valorizzati, recuperati o ricreati alcuni siti di riproduzione per gli anfibi. Operazioni coordinate e promosse dal Dipartimento del territorio grazie ai crediti concessi nell’ambito dell’attuazione del Piano d’azione della Strategia Biodiversità Svizzera. Un impegno non ancora concluso e per il quale il Consiglio di Stato ha già licenziato a inizio anno un messaggio per un nuovo credito per il periodo 2025-2028 per un importo complessivo di oltre 22milioni di franchi, destinato a vari progetti, in più ambiti e in tutto il cantone. L’intento è proprio di garantire continuità alle misure intraprese nel quadriennio precedente, come per esempio nei biotopi del Malcantone. Uno dei biotopi è situato in località Ressiga, incastonato tra il fiume Tresa e la strada Cantonale che conduce a Fornasette. Gli interventi, svolti nel 2023 e 2024, hanno permesso di sgomberare e ampliare la pozza, togliendo il materiale in esubero accumulatosi negli anni e contrastando l’evoluzione naturale, emulando quello che accadrebbe per esempio in caso di un’alluvione. Si è inoltre liberato lo stagno dalla vegetazione eccessiva e soprattutto lottato contro le neofite invasive, che avevano colonizzato una buona parte della superficie protetta d’importanza nazionale, distribuita su circa 1,3 ettari e comprendente la zona umida e le zone cuscinetto. Ed è proprio qui, nelle aree «secche» attorno alla pozza d’acqua, che hanno trovato condizioni ideali piante come il Poligono del Giappone, alcune specie di bambù o la Palma di Fortune: «Siamo intervenuti dopo la segnalazione di un’abitante e la bonifica è stata difficoltosa per la massiccia presenza delle neofite. La terra è stata scavata, setacciata e vagliata prima di rimetterla nuovamente sul posto. In futuro sono previsti ulteriori controlli, almeno 4–6 all’anno, per eliminare i giovani germogli sfuggiti alla bonifica e stroncare così sul nascere una nuova proliferazione», spiega Sulmoni. Lo stagno è comunque già tornato vitale, ospitando anfibi e altre specie che, nel pe-

riodo di riproduzione, si spostano dal bosco adiacente per depositare le loro uova, sfidando anche strade e altri pericoli. Qui, in zona Ressiga, sono presenti popolazioni di Rana rossa (o temporaria), verde e agile, ma anche di Salamandra pezzata e di Rospo comune. La Raganella italiana è invece stata censita a Sessa, nella Pozza a est di Motto dove, su una superficie di oltre due ettari, le ultime operazioni di valorizzazione sono state effettuate nell’inverno 2022/2023. I provvedimenti hanno interessato principalmente la rinaturazione della riva di uno degli stagni presenti, dalla quale sono state eliminate strutture artificiali come muretti e recinzioni che ostacolavano il normale flusso migratorio degli anfibi.

Decisamente più marcati sono stati i lavori eseguiti nell’autunno 2024 in zona Cava Gere a Croglio, in uno stagno nei pressi di un corso d’acqua e del bosco, costruito una quindicina di anni fa per compensarne un altro esistente in precedenza nei parag-

gi che, in stato d’abbandono, è stato nel frattempo dismesso. Il fondale del nuovo biotopo, che non garantiva più la presenza costante d’acqua, è stato impermeabilizzato in modo che non rimanga mai a secco, almeno durante il periodo della riproduzione degli anfibi: «Con i cambiamenti climatici, con una tendenza a periodi di siccità prolungata alternati a forti piogge racchiuse in tempi brevi, la gestione idrica diventa un fattore importante nella salvaguardia delle zone umide ma, con i dovuti accorgimenti, si riesce a garantirne per ora la protezione», precisa Sulmoni. Oggi la vegetazione sta colonizzando l’area, dove sono pure stati messi a dimora arbusti e altri vegetali autoctoni, mentre rane, rospi e salamandre hanno già ritrovato da soli la via verso un luogo di procreazione ideale. Ed è quanto ci si aspetti accada anche per l’oggetto inventariato di Suino (nei pressi di Sessa, in località Suvino), dove dello stagno rilevato nel 1991 restavano solo poche pozze spar-

se e l’area era stata colonizzata da una fitta vegetazione, autoctona ma anche alloctona come il bambù e il Poligono del Giappone. Le operazioni prioritarie, ultimate a marzo 2025, hanno interessato il ripristino del regime idrico dello stagno (ora garantito principalmente da acqua di falda), la lotta alle neofite e la creazione di una nuova grande pozza.

Oltre a valorizzare, risanare, recuperare e conservare biotopi, specie e ambienti, il credito in consultazione promuove anche l’infrastruttura ecologica, uno dei capisaldi della Strategia svizzera (vedi Azione del 19.6.23). Rientrano nel programma pure l’informazione e la sensibilizzazione dei partner attivi sul territorio, degli enti pubblici e della popolazione, così come il monitoraggio degli interventi e della loro efficacia. Anche la lotta alle specie alloctone invasive, come visto, ha un’importanza sempre maggiore nei progetti di carattere ambientale, influendo in modo considerevole sulla spesa totale di un progetto.

Il biotopo in località Ressiga si trova tra il fiume Tresa e la strada cantonale che conduce a Fornasette. (Elia Stampanoni)
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ATTUALITÀ

La fragile tregua tra Stati Uniti e Cina L’accordo di «cessate-il-fuoco» sui dazi raggiunto in Svizzera non elimina le nuvole nere che si addensano sull’economia globale, e non solo

Una Chiesa cattolica in movimento

Dal nuovo Papa al ruolo delle donne nella Chiesa, passando dalle aperture di Francesco e dal celibato dei preti. Intervista alla teologa Cristina Simonelli

Donne, le nuove locomotive elettorali

Svizzera ◆ Il politologo Lukas Golder: «L’UDC ha trovato la chiave per conquistare i Governi cantonali: puntare sulle candidate, questo rischia di mettere ancora più in difficoltà il PLR in attesa del voto nazionale del 2027»

Mancano pochi mesi al giro di boa dell’attuale legislatura delle Camere federali ed è già tempo di tracciare un primo bilancio. Che partito ha il vento in poppa, quale rimane fermo al palo e quale, invece, deve cominciare a preoccuparsi in vista delle elezioni nazionali dell’autunno 2027? «Il quadro attuale, segnato da forti incertezze a livello geopolitico, nella politica di sicurezza e nei rapporti commerciali rafforza l’UDC che sa capitalizzare il bisogno di sicurezza e controllo», osserva il politologo Lukas Golder e co-direttore dell’Istituto gfs.bern. «Una situazione che penalizza soprattutto il PLR, partito che condivide in parte lo stesso spazio tematico con l’UDC. Tuttavia, non mi aspetto nel prossimo futuro significativi spostamenti di elettrici ed elettori dal partito di Thierry Burkart a quello di Marcel Dettling».

L’Alleanza del Centro è riuscita ad arrestare l’emorragia di consensi, senza però innescare un vero e proprio rilancio

L’analisi dell’esperto si basa sui risultati emersi dalle elezioni per il Parlamento e il Consiglio degli Stati in dieci Cantoni. Considerando il voto fino all’aprile 2025, il principale vincitore a livello di legislativo è stata l’UDC, che ha guadagnato seggi in quasi tutti i Parlamenti cantonali, in particolare sette seggi in più a San Gallo e cinque sia a Svitto che ad Argovia. Il PLR, invece, fatta eccezione per Sciaffusa e Argovia, ha sempre perso, con un totale di undici seggi in meno. Secondo Golder non si tratta di «sconfitte drammatiche, ma che confermano la costante erosione dell’elettorato che il partito sta vivendo da decenni».

Nel 1919 l’allora Partito radicale democratico contava sul sostegno del 28,8% dell’elettorato; nel 2023 la sua base si è praticamente dimezzata, scendendo al 14,3%. A preoccupare il PLR è soprattutto il risicato margine di vantaggio, di soli 0,2 punti percentuali, sull’Alleanza del Centro. «Un distacco di pochi decimi – sottolinea Golder – che potrebbe però rimettere in discussione la legittimità del secondo seggio del PLR in Consiglio federale».

Dopo il cambio di nome e la fusione con il Partito borghese democratico, l’Alleanza del Centro è riuscita ad arrestare la sua decennale emorragia di consensi, senza però riuscire a innescare un vero e proprio rilancio. Negli ultimi mesi, inoltre, il partito guidato da Gerhard Pfister – che lascerà la presidenza a giugno – ha avu-

La democentrista Sibylle Jeker nel Canton Soletta ha strappato un seggio in Governo a un esponente del PLR. (Keystone)

to difficoltà a Berna. La gestione della successione di Viola Amherd, la cui uscita di scena dal Dipartimento federale della difesa è stata accompagnata da scandali e polemiche, non ha trasmesso l’immagine di una forza politica coesa e pronta a raccogliere la sfida della nomina di un proprio rappresentante in Consiglio federale. In generale, lo scivolamento verso destra dell’elettorato in Svizzera prosegue, come già emerso nell’ottobre 2023. Da allora l’UDC ha conquistato 26 seggi nei Parlamenti cantonali. I Verdi si trovano invece in una fase di riflusso: per restare nell’immaginario marino a loro caro, la loro ondata verde si è trasformata in risacca, con una perdita di 17 seggi. «L’eco negativa delle elezioni nazionali continua a farsi sentire per il partito ecologista», osserva Golder. «Ma la storia delle prossime elezioni nazionali non è ancora scritta». Il momento di difficoltà dei Verdi, tuttavia, non ha rafforzato il «fratello maggiore»: il Partito socialista non avanza né arretra, tranne nel Canton Neuchâtel, dove ha compiuto un balzo in avanti, conquistando sei seggi in Gran Consi-

glio. Secondo Lukas Golder, «il PS ha consolidato la sua posizione, soprattutto nei grandi centri urbani, grazie a una campagna elettorale permanente e una comunicazione particolarmente efficace, soprattutto sui canali online».

Il momento di difficoltà dei Verdi non ha rafforzato il Partito socialista che non avanza né arretra, tranne nel Canton Neuchâtel

Se volgiamo l’attenzione sulle elezioni dei Governi cantonali che, a differenza dei Parlamenti, si svolgono secondo il principio maggioritario, emerge un fenomeno molto interessante: la destra ha individuato nelle donne le nuove locomotive elettorali. «L’UDC sta imparando che, con candidate donne, ha decisamente maggiori possibilità di successo nelle elezioni per il Consiglio di Stato», indica il co-direttore dell’Istituto gfs. bern, ricordando che i Governi cantonali, insieme alla Camera dei Cantoni, restano uno degli ultimi baluar-

di non ancora conquistati dalla destra conservatrice. L’analisi nasce dall’esito del ballottaggio nel Canton Soletta, dove la democentrista Sibylle Jeker ha strappato un seggio a un esponente del PLR. «Le elettrici e gli elettori di altri partiti sono più propensi a votare una candidata UDC rispetto a un uomo dello stesso partito che difende posizioni più intransigenti», osserva Lukas Golder.

Un’evoluzione che potrebbe impensierire il PLR? «L’attuale programma, incentrato sul liberalismo economico, sulla riduzione delle tasse e sui tagli alla spesa pubblica, non riesce a conquistare il voto femminile», afferma il politologo. Al PLR mancherebbe un messaggio capace di conquistare le donne, ad esempio la conciliabilità tra famiglia e lavoro o una visione moderna del ruolo femminile nell’economia e nella società. Inoltre, sottolinea Lukas Golder, il partito di Thierry Burkart avrebbe un problema strutturale: fatica a motivare le giovani donne ad aderire al PLR, preferendogli l’UDC. Un’altra elezione esemplare, che evidenzia il crescente potenziale fem-

minile, si è svolta in marzo nel Canton Vallese, dove Franziska Biner dell’Alleanza del Centro ha ottenuto il miglior risultato tra i candidati eletti, superando nettamente Christoph Darbellay, Consigliere di Stato in carica. «Anche in questa elezione cantonale è emerso chiaramente che una donna, pur non essendo ampiamente conosciuta, riesce a raccogliere consensi anche tra l’elettorato di altri partiti», afferma Golder. Sul rapporto tra PLR e voto femminile, Golder riconosce però infine che il partito vanta una lunga tradizione nella promozione di donne in politica. «Basti pensare alla consigliera federale Karin Keller-Sutter o a Petra Gössi, ex presidente del partito, che è riuscita a conquistare un seggio al Consiglio degli Stati per il Canton Svitto». Le elezioni nazionali del 2027, e con esse la difesa del secondo seggio in Consiglio federale – probabilmente quello di Ignazio Cassis – si vinceranno anche grazie ai volti nuovi e femminili. Per scovarli e farli emergere restano poco più di due anni: basteranno al PLR?

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Luca Beti

Quella fragile tregua tra Stati Uniti e Cina

Diplomazia ◆ L’accordo di «cessate-il-fuoco» sui dazi raggiunto in Svizzera non elimina le nuvole nere che si addensano sull’economia globale (e non solo). Intanto Xi Jinping omaggia l’amico Vladimir Putin recandosi a Mosca

Il giorno prima dello storico incontro fra America e Cina ospitato nei pressi di Ginevra, la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter – con una punta d’ironia – ha fatto un riferimento di natura spirituale, auspicando che lo Spirito Santo «arrivasse» a Ginevra nel fine settimana del vertice, dopo essere stato, a suo dire, «presente a Roma» per l’elezione al soglio pontificio dell’americano Robert Prevost. Keller-Sutter aveva offerto subito di ospitare un round di negoziati tra le prime due economie del mondo: la Svizzera ha ottimi rapporti bilaterali sia con Washington sia con Pechino, ma è stato soprattutto dopo il famigerato «Liberation day» del presidente americano Donald Trump, cioè il giorno in cui la guerra dei dazi globale è iniziata, che il Governo elvetico si è fatto promotore di un negoziato per allentare le pressioni sui mercati globali. Alla fine il vicepremier cinese per l’economia, He Lifeng, il segretario al Tesoro statunitense, Scott Bessent, e il rappresentante per il Commercio, Jamieson Greer, si sono dati appuntamento in una lussuosa villa su una collina a Cologny, vicino Ginevra, residenza dell’ambasciatore svizzero all’Onu, Jürg Lauber, che per sapienza del destino quest’anno è stato eletto anche presidente del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.

I negoziati fra Washington e Pechino sono durati due giorni e si sono conclusi con l’annuncio di una tregua sui dazi di novanta giorni e l’inizio di nuovi negoziati più specifici, dettagliati, con l’obiettivo di mettere fine a una guerra commerciale che stava rischiando di diventare troppo grande e articolata (anche se per molti analisti sarà difficile, dopo tale bufera, tornare alla normalità). Le tariffe Usa sulle importazioni dalla Cina sono scese così dal 145 a circa il 40%, mentre i dazi cinesi, aumentati in reazione a quelli di Trump su alcune importazioni dall’America, sono passati dal 125 al 10%. La Casa Bianca ha esultato: tutta la comunicazione successi-

va a quel vertice è stata costruita per mostrare l’ennesimo successo di Trump nella sua strategia di dazi temerari, che servono in realtà a far accettare a tutti i Paesi condizioni più favorevoli all’America. Dal punto di vista cinese, però, le cose non stanno esattamente così. Per esempio, Pechino ha più volte sottolineato che ad aver invitato in Svizzera i rappresentanti della leadership è stata proprio la Casa Bianca – mentre nella narrazione americana è importante dimostrare il contrario, e cioè che i leader degli altri Paesi vogliono correre a trovare un accordo con Trump.

Secondo la ricostruzione di alcuni media americani, il dialogo fra America e Cina è iniziato con un incontro segreto nel seminterrato del palazzo di Washington DC che ospita la sede centrale del Fondo monetario in-

ternazionale (FMI), a pochi minuti a piedi dalla Casa Bianca. Il ministro delle Finanze e rappresentante cinese nel Consiglio dei governatori della Banca Mondiale, Lan Fo’an, era al FMI per la riunione di primavera, e il suo omologo americano, Scott Bessent – rappresentante di una corrente più pragmatica dell’amministrazione, soprattutto sulla Cina – lo aveva incontrato di nascosto per organizzare i colloqui. Nelle stesse ore Trump, che alla Casa Bianca stava incontrando la presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, aveva quasi rivelato ai giornalisti l’esistenza di contatti segreti tra Usa e Cina parlando di «colloqui in corso», rischiando di mandare a monte la possibilità di un vertice. In Svizzera la leadership cinese di Xi Jinping ha mandato il suo negoziatore capo, He Lifeng. Per il settanten-

Il 9 maggio Xi Jinping sedeva

destra di Vladimir Putin per la parata militare del «Giorno della Vittoria». Un’immagine che sfida l’Occidente. (Keystone)

ne e confidente di lunga data di Xi, il vertice con Bessent è stata la prima prova ai massimi livelli della diplomazia. Ha infatti sostituito una vecchia conoscenza dell’America, Liu He, andato in pensione l’anno scorso. Secondo chi lo conosce da tempo, He Lifeng si è occupato per anni dello sviluppo economico cinese, ed è un osso duro che aderisce completamente alla politica burocratica del Partito comunista. Negli ultimi mesi ha trascorso molto tempo con investitori stranieri, ed è uno strenuo difensore della sovraccapacità industriale cinese, cioè della capacità della Cina di produrre più di quanto sia in grado di assorbire con i consumi interni, creando per conseguenza surplus commerciali con qualunque Paese sia in grado di importare. Da rigido burocrate che non si discosta dalle dichia-

Fondo o conto: dove investire al meglio i capitali del pilastro 3a?

razioni preimpostate del Partito, He Lifeng si è progressivamente mostrato più amichevole, soprattutto con gli uomini d’affari stranieri. Sebbene quello che è stato definito un cessate-il-fuoco fra le prime due economie del mondo nella guerra dei dazi sia soltanto temporaneo, i mercati per ora ne hanno in parte beneficiato, e per le grandi aziende che lavorano fra America e Cina ora il pericolo si ripresenterà ad agosto. Nel frattempo, però, potrebbe succedere di tutto. Pochi giorni dopo il vertice di Ginevra, l’Ufficio per l’industria e la sicurezza americano, quello che sovrintende ai controlli sulle esportazioni, ha fatto sapere di aver messo in atto un approccio molto restrittivo nei confronti dei microchip che servono per la creazione di prodotti per l’Intelligenza artificiale, e ha soprattutto sottolineato che «l’utilizzo di chip Huawei Ascend», cioè il miglior prodotto del colosso cinese del tech, «in qualsiasi parte del mondo viola i controlli sulle esportazioni degli Stati Uniti». Poche ore dopo, un editoriale pubblicato dal «China Daily», quotidiano in lingua inglese di proprietà del Dipartimento centrale della propaganda del Partito comunista cinese, avvertiva: «L’opportunità di stabilizzare le relazioni economiche e commerciali bilaterali rischia di essere sprecata dagli Stati Uniti». In più, c’è da gestire la politica internazionale, quella slegata al commercio: il 9 maggio, nelle stesse ore dei colloqui in Svizzera, il leader Xi Jinping sedeva alla destra del presidente della Federazione russa, Vladimir Putin, nella Piazza Rossa di Mosca per la parata militare del «Giorno della Vittoria», la ricorrenza con cui si celebra la vittoria dell’Unione Sovietica sulla Germania nazista nella Seconda guerra mondiale. È l’immagine di un’intesa che sfida l’Occidente, costruita sulla memoria storica e orientata al futuro. Un messaggio chiaro a Washington, Bruxelles e agli altri alleati, trasmesso dal cuore di Mosca.

La consulenza della Banca Migros ◆ Le possibilità sono diverse e tutto dipende dai rischi che si è disposti a correre

Dipende dal rischio che gli investitori sono disposti ad assumersi. Un normale conto 3a offre una garanzia del capitale, vale a dire che il denaro versato rimane al sicuro e non è esposto alle oscillazioni del mercato dei capitali.

In un fondo d’investimento 3a il denaro viene investito in titoli come azioni oppure obbligazioni, che possono essere soggetti a forti oscillazioni dei corsi. Per questo è importante mantenere gli investimenti il più a lungo possibile, in modo da poter compensare nel tempo le perdite di corso temporanee. L’orizzonte d’investimento dovrebbe essere di almeno cinque anni mentre, se il portafoglio ha una quota azionaria elevata, sarebbe opportuno che tale orizzonte prevedesse un minimo di dieci anni. I fondi d’investimento 3a presentano due grandi vantaggi: in primo

luogo offrono maggiori opportunità di guadagno rispetto a un conto di previdenza. Chi ha investito in un fondo dal 2019 è riuscito a conseguire un rendimento fino al 6% all’anno, a seconda della strategia d’investimento scelta. A titolo di confronto, la remunerazione media dei conti 3a si è attestata recentemente sullo 0,47%. In secondo luogo, in caso di una soluzione in fondi, i proventi non vengono distribuiti bensì reinvestiti nel patrimonio del fondo. Gli investitori possono così beneficiare dell’effetto dell’interesse composto e questo vale anche per i conti del pilastro 3a. La convenienza di investire o meno in un fondo d’investimento 3a dipende anche dalla situazione in cui ci si trova: chi sta per andare in pensione o desidera finanziare a breve una proprietà abitativa con le prestazioni del

caso contrario c’è il rischio di subire una perdita qualora, al momento della vendita,

il fondo previdenziale valga meno rispetto all’acquisto.

Quando l’orizzonte temporale è più lungo una soluzione in fondi è invece un buon investimento. Gli investitori possono decidere l’entità del rischio che intendono assumersi. Per i più prudenti è consigliabile un fondo conservativo con una quota azionaria bassa, ad esempio del 25%. I più propensi al rischio potrebbero prendere in considerazione un fondo con una quota azionaria leggermente più elevata, pari al 45%. Quasi tutte le banche offrono anche fondi con una quota azionaria del 75% e oltre.

Le commissioni per i fondi 3a sono in prevalenza inferiori rispetto a quelle dei fondi d’investimento classici. Tuttavia vale la pena confrontare le offerte per aumentare il rendimento netto. A proposito, alla Banca Migros

gli investitori non pagano commissioni per l’acquisto e la vendita di fondi previdenziali né diritti di custodia. Indipendentemente dalla forma dell’investimento, effettuare versamenti nel 3° pilastro conviene sempre. Sia per il fondo che per il conto è possibile dedurre dall’imposta sul reddito l’importo versato e beneficiare quindi di un rendimento «garantito».

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3° pilastro farebbe meglio a lasciare gli averi sul conto 3a. In
Pubblicità di un servizio finanziario ai sensi della LSerFi.
Isabelle von der Weid, consulente alla clientela della Banca Migros ed esperta in previdenza.

Donne nella Chiesa, sull’esempio di Marcella

L’intervista ◆ La teologa italiana Cristina Simonelli esamina le possibili prospettive dopo l’elezione di papa Leone XIV

Le Chiese, anche quella cattolica, contengono un’infinita varietà di sfumature, orientamenti, possibilità, tentativi, passi avanti, chiusure, idee nuove, ritorni ecc. In un momento di cambiamento – come può essere l’avvento di un nuovo Papa – abbiamo interrogato Cristina Simonelli, docente di Storia della Chiesa e teologia, già presidente del Coordinamento delle teologhe italiane (vedi www.teologhe. org), anche su temi caldi quali il ruolo subalterno delle donne nella Chiesa, il celibato dei preti, gli abusi ecc. Ma partiamo da Leone XIV. «Trovo interessante il suo usare termini quali disarmato e disarmante quasi fossero un mantra», dice la nostra interlocutrice. «Prevost li applica a tutto. Dalla pace ai mezzi di comunicazione: “Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra”». È una presa di posizione importante, che condivide coi suoi predecessori, perché ci troviamo di fronte all’urgenza assoluta di bloccare le guerre e la corsa agli armamenti. Altrimenti c’è l’abisso». Inoltre, anche questo pontefice ha un passato missionario, fa notare Simonelli, che fa ben sperare in un contesto di scarsa attenzione nei confronti degli «ultimi» della Terra (leggi Trump, suo connazionale tra l’altro). «Leone XIV è l’esempio di un mondo meticcio, mescolato, qual è quello del Nord America (leggi Cazzullo a pag. 19). Di certo non rappresenta quella parte di Chiesa nordamericana rampante che ce l’aveva con Papa Francesco ad esempio per la Laudato si’, la sua enciclica dedicata al tema dell’ambiente, della giustizia sociale e della responsabilità umana verso il creato…».

Talvolta le persone, nei posti di guida, cambiano, anche in meglio. Penso a Giovanni XXIII e ad Oscar Romero

Bisogna però riconoscere che il suo stile è totalmente diverso da quello di Bergoglio. «Più ieratico», osserva Simonelli. Con la sua prima apparizione pubblica, ad esempio, Leone XIV ha riportato in scena la mozzetta, la mantellina rossa corta col cappuccio, e la stola decorata con croci dorate e ricami alle quali Bergoglio aveva rinunciato, prediligendo abiti semplici, senza ornamenti né simboli liturgici. Però, continua l’intervistata, «non è l’affabilità, la sobrietà o la più o meno compostezza a fare la persona. Considerando il fatto che talvolta gli individui – nei posti di guida – cambiano, anche in meglio. Penso all’arcivescovo salvadoregno Oscar Romero (1917-1980), partito da un’impostazione molto tradizionale, alla prova dei fatti diventò profeta della giustizia e martire (fu ucciso a causa del suo impegno nel denunciare le violenze della giunta militare del suo Paese). Senza dimenticare Giovanni XXIII (18811963), molto anziano quando fu eletto Papa. Forse si trattò di una scelta conservatrice. Ma lui, mettendo in atto qualcosa di tradizionale come un concilio ecumenico, rivoltò la Chiesa cattolica (Concilio Vaticano II)». Torniamo ai 12 anni di Francesco. Si può parlare di una vera apertura della Chiesa? Chances che si continui così? Per la teologa, l’ex Papa «ha portato cambiamenti reali che hanno liberato anche vari spazi di parola; non si può negare che nella Chiesa cattolica ci sia un uso di censura e auto-

censura molto forte. Però è come se si fosse palesato un linguaggio del cuore che diceva “Dio ama tutti”, “Chi sono io per giudicare?”, “Le donne devono avere più spazio”, “È necessario smaschilizzare la Chiesa” e – proprio accanto – un blocco sul quale Bergoglio non ha voluto intervenire: il blocco dei sistemi di pensiero». Ora, per alcuni durante il suo pontificato sono stati attivati mutamenti che procederanno nel tempo: l’apertura alla sinodalità, alle coppie omosessuali, ai divorziati, risposati e conviventi, la valorizzazione dell’autorità delle donne in Vaticano, la discussione sul diaconato femminile ecc. Simonelli è dell’idea che quei processi possano anche essere soggetti a “regressione” poiché non sono stati fissati ad esempio con leggi canoniche. «È insomma rimasto uno spazio aperto. Come si evolverà è tutto da vedere. Una cosa è certa: la Chiesa cattolica, anche grazie alla forza e alla spiritualità della figura di Francesco, ha riconquistato uno spazio pubblico e simbolico notevole in un contesto complesso. E il ruolo del Papa ha ripreso vigore e cen-

tralità. In ogni caso anche nella Chiesa cattolica non è una persona sola a comandare: ci sono collegi, gruppi, istanze partecipative che contano. Da lì possono emergere belle sorprese».

L’apertura al diaconato femminile, tra l’altro testimoniato nell’antichità, potrebbe essere una porta di ingresso

Intanto continua a dominare una visione tradizionale della Chiesa, che ad esempio esclude le donne dagli incarichi rilevanti (diaconato, sacerdozio e via dicendo). «I quadri della Chiesa cattolica sono più maschili di un esercito», dice l’intervistata. «Alla base però ci sono orientamenti diversi, anche tra le donne, ed è un bene, altrimenti torniamo al pensiero unico. Si va dalle posizioni più accese, a quelle medie, a quelle che io definisco anche troppo zuccherose. Per me tutti gli argomenti contrari al coinvolgimento femminile nella leadership ordinata risultano ormai svuo-

Segnali di apertura (e non) dal Ticino

Azione cattolica ticinese è fra i promotori (con la Chiesa cattolica cristiana, e la Chiesa evangelica riformata della CERT e della CERS) di una «Veglia di preghiera per il superamento dell’omobitransfobia» giovedì 22 maggio nella Chiesa Evangelica Riformata a Lugano, «dopo che abbiamo rilevato un bisogno concreto da parte di alcune persone omosessuali e delle loro famiglie che ci hanno espresso il bisogno di poter vivere la loro fede in un ambito protetto, poiché sono state allontanate dalle loro realtà parrocchiali e/o di comunità». L’idea ha creato qualche malumore: inizialmente la veglia doveva infatti tenersi mercoledì alla Basilica del Sacro Cuore, ma è stata spostata e posticipata dopo parecchie critiche. Su un altro fronte, il Gruppo donne della Diocesi di Lugano ribadisce che nella Chiesa cattolica le donne conti -

nuano a essere marginalizzate e poco coinvolte nei ruoli di responsabilità: «Una loro maggiore partecipazione negli organismi ecclesiali non è solo una questione di equità, ma un’opportunità per arricchire la Chiesa con una prospettiva più ampia e inclusiva». Per favorire il cambiamento, in occasione dell’8 marzo scorso, il gruppo ha consegnato a Mons. De Raemy un dossier intitolato Eccoci, manda noi! che raccoglie le biografie e i contatti di donne presenti in ambiti diversi: dalla sanità alla politica, dai media alla comunicazione, dall’avvocatura all’insegnamento, fino all’imprenditoria. «Quando risuonerà in ambito ecclesiale la domanda biblica “Chi manderò?” (Is 6,8), una consultazione di questo book potrà offrire una risposta inaspettata, rivelando risorse fino ad oggi rimaste nell’ombra, ma capaci di arricchire la comunità con prospettive nuove e vitali»

tati. Anche l’obiezione che ordinare le donne le clericalizzerebbe: il “clericalismo” non è un destino, neppure per gli uomini, è deriva di un ruolo importante. Comunque la questione non viene posta da molte come l’unica idea possibile. Si tratta di lavorare trasversalmente sulla pace, sull’ambiente, sui rapporti di giustizia, quindi anche sui rapporti di giustizia all’interno della Chiesa. Promuovere un rapporto più dialogico, in movimento, tra chi ha potere effettivo e il resto del gruppo». Il fatto che gli apostoli fossero solo uomini? Forse non è così vero e se ci si deve attenere ai fatti evangelici allora i preti non dovrebbero essere solo 12 e unicamente ebrei? «Alla fine – osserva Simonelli – è rimasto l’argomento dell’autorità: è così perché sì, perché è di diritto divino. Io sono convinta, senza fare di questo l’unico tema, che sia una discussione importante da portare avanti, anche se conflittuale». L’apertura al diaconato femminile, tra l’altro testimoniato nell’antichità, potrebbe essere una porta di ingresso. Sono in molte a pensare che sarebbe opportuno “però si deve avere pazienza per non essere responsabili di uno scisma”. Ma le generazioni più giovani faticano a capirlo; lo scisma in realtà è già in atto». Passiamo al tema del celibato dei preti cattolici latini. «Questa è una cosa che capisco ancora meno», afferma l’esperta. «È contro la tradizione. Nella Prima lettera a Timoteo si dice che il vescovo sia una persona perbene, sposata, che ha saputo guidare la sua famiglia. L’imposizione del celibato – tra l’altro con scarsi risultati –risale solo al IV-V secolo in Occidente, mentre in Oriente (stessa Chiesa fino al 1054 d.C.) si è sempre mantenuta la prassi di ordinare uomini sposati. Non si tratta comunque di imporre il matrimonio ai sacerdoti e nemmeno di essere contrari alla vita monastica o al celibato, si tratta di essere contro l’esclusività di questa situazione. L’imposizione del celibato non è nemmeno espressione di buon senso, di fronte alla scarsità di vocazioni del clero, ed è un modo, tra le righe, di esprimere un certo disprezzo per la sessualità e di fare dei ver-

Da molto tempo si discute sulla possibilità di avere donne prete nella Chiesa cattolica. Per ora è un tabù e al massimo si ipotizza il diaconato femminile, ma non senza forti opposizioni dei fedeli tradizionalisti. (Freepik)

tici della Chiesa un gruppo maschile chiuso (pensiamo ai cardinali in Conclave). Non dico che in tutte le Chiese in cui i sacerdoti sono anche sposati le donne sono molto più avanti. Ma almeno lì c’è la possibilità che visioni diverse si facciano spazio». Simonelli sottolinea poi che la questione del celibato non ha a che vedere con gli abusi, «i quali hanno piuttosto a che fare con uno squilibrio di potere, col patriarcato, lo stesso che porta alla violenza sulle donne nelle famiglie e nelle coppie».

Una madre della Chiesa

Chiediamo infine alla teologa di regalarci l’immagine di una figura che l’ha ispirata. «Metterò un nome tra tanti, Marcella, una romana morta durante il sacco di Roma da parte dei Visigoti (410 d.C.). La sua memoria è conservata nelle risposte date alle sue lettere da Girolamo. Nei testi antichi, non solo cristiani, spesso la presenza delle donne va appunto letta in filigrana, attraverso scritti maschili. Marcella, vedova, era animatrice di un gruppo chiamato Circolo dell’Aventino: donne, ma anche alcuni uomini che si riunivano per leggere e commentare la Bibbia. Pregavano e analizzavano la Scrittura nelle lingue latina, greca ed ebraica. Marcella non era una devota sottomessa e silenziosa ma una figura di grande profondità, autorevolezza e forza. “Se sorgeva qualche disputa a proposito di un testo, si ricorreva al suo giudizio”, scriveva Girolamo. Lei rispondeva, ma spesso senza dire che l’opinione era sua, attribuendola a Girolamo o ad altri “per non umiliare il sesso virile e i sacerdoti che l’interrogavano, forse poco propensi a farsi discepoli di una donna”, notava con finezza Girolamo». La morte di questa madre della Chiesa è legata, come detto, a un contesto di guerra. Come in tutti i conflitti – osserva Simonelli – alla devastazione si accompagna il furto e alla rapina lo stupro. In casa di Marcella, ormai anziana, viveva una giovane. I soldati volevano i soldi e la ragazza però Marcella si è messa in mezzo. È morta dopo breve tempo per le violenze subite.

La Provenza sul grill Verdura e Cantadou

Il Cantadou è uno dei preferiti in Svizzera da oltre 50 anni. In estate, questo formaggio fresco si sposa perfettamente con le verdure grigliate.

È cremoso, saporito e un vero classico: il Cantadou porta un pezzo di Provenza sulle tavole svizzere da oltre 50 anni. Questo formaggio fresco, con la sua consistenza morbida e i suoi intensi aromi di erbe, è un vero e proprio tuttofare in cucina.

Particolarmente apprezzati: gli champignon ripieni

Molti conoscono il Cantadou come un classico da spalmare o da accompagnare all’aperitivo. Ma la griglia ci dimostra quanto sia davvero versatile: si scioglie delicatamente sulle verdure calde, è facile da spalmare e mette in gioco nuovi sapori con la sua nota piccante. Gli champignon ripieni di Cantadou sono super apprezzati. Togliere i gambi, riempire di Cantadou e grigliare. Anche i peperoni piccoli o le zucchine tagliate a metà possono essere facilmente riempiti. Se piacciono, perché non grigliare brevemente le melanzane o i peperoni e poi aggiungere un cucchiaio di formaggio fresco – una bontà ideale come antipasto o come piatto principale leggero.

Verdure e non solo: il maestro della versatilità

Oltre che con le verdure, il Cantadou è ottimo anche con le patate alla griglia o sul pane, ad

Scopri la varietà: il Cantadou

Aglio ed erbe aromatiche, mix di pepe, rafano oppure pomodoro-origano, il tutto in un pratico formato da 140 g a fr. 3.50

Azione: 20% su tutti i Cantadou, a partire da 2 pezzi, dal 20 al 26 maggio.

esempio come base per un sandwich estivo con pomodori e rucola. È ideale anche per raffinare primi piatti caldi a base di pasta, risotti o come decorazione cremosa su zuppe fredde.

Con o senza ospiti:

è sempre un’ottima soluzione

Un altro vantaggio: il Cantadou può essere utilizzato direttamente dalla confezione. Non sono necessarie ulteriori preparazioni, né aromi, né altri ingredienti. Questo lo rende ideale per una veloce grigliata con gli amici o per una semplice cena a due. E comunque, un tocco di estate provenzale riecheggia in ogni boccone, senza dover viaggiare.

Il Mercato e la Piazza

È la fine del World Economic Forum?

I lettori avranno forse sentito parlare nelle scorse settimane di Klaus Schwab, il fondatore del World Economic Forum (WEF) di Davos. Questa assise di coloro che contano nel mondo della politica e dell’economia ha, tra l’altro, il pregio di colmare il vuoto di pernottamenti che, di solito, colpisce le stazioni sciistiche in gennaio, una volta che le vacanze di Natale sono finite. Schwab è stato al centro dell’attenzione, di recente, perché, dopo più di 50 anni, ha lasciato la presidenza del consiglio di fondazione del WEF. Dapprima si è parlato di dimissioni dovute alla tarda età, poi sono emerse dichiarazioni del consiglio stesso stando alle quali invece Schwab sarebbe stato obbligato a lasciare la presidenza perché contro di lui è stata aperta un’inchiesta in seguito a denuncia anonima: avrebbe utilizzato abusivamente fondi del WEF per fi-

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nanziare viaggi e altre spese personali. La “WOZ”, il settimanale di sinistra zurighese, aggiunge anche che egli avrebbe manipolato risultati di studi pubblicati dalla sua fondazione. Staremo a vedere! Non è la prima volta che responsabili di fondazioni vengono sottoposti a inchiesta con accuse di questo genere. Di solito, però, queste inchieste finiscono nel niente. Ma il fatto di cronaca ci dà l’opportunità di parlare del WEF.

Affermare che il WEF sia stato un successo è dire poco. Col passare del tempo questa manifestazione ha infatti riunito sempre di più il Gotha della politica e dell’economia mondiale. Nell’ultimo quarto del passato secolo, per un politico e per un manager che si rispetti era diventato un must. Da un rapporto del Consiglio federale sui costi della sicurezza apprendiamo che quest’anno alla riunione

di Davos avrebbero dovuto partecipare 2500 persone, di cui tra i 200 e i 300 capi di Stato e ministri. E circa 400 rappresentanti del mondo della comunicazione. Nel rapporto si trova anche un apprezzamento entusiastico di quella che viene ritenuta «una delle più importanti manifestazioni in materia di politica economica e sociale a livello mondiale». Ma non solo il Consiglio federale, «anche gli abitanti del Comune – si legge sempre in questo rapporto – si sono dichiarati a più riprese favorevoli al WEF e al loro ruolo di ospiti». Sta di fatto, però, che l’allontanamento di Klaus Schwab rischia di gettare una grossa ombra sul futuro della manifestazione. In più di un commento alla situazione venutasi a creare dopo la partenza del fondatore ci si è chiesti se, senza Schwab alla testa, il WEF sarebbe rimasto a Davos o comunque in una sede svizzera.

Da Leone XIII a Pope Leo, vero figlio del mondo

Ero in America quando è stato eletto il primo Papa nordamericano della storia. Su mio treno da New York a Washington, all’una e 13 ora locale dell’8 maggio 2025, si è alzato un grido di gioia. L’elezione di un Papa «born in the Usa» ha avuto un effetto elettrizzante in tutto il Paese, da Chicago, dove Robert Francis Prevost è nato, alle comunità latine del Texas e della California, sino sulla East Coast, dove italiani e irlandesi sbarcavano nel secolo scorso. Il pregiudizio per cui uno «yankee» non poteva diventare Papa si era rivelato falso. Ma Prevost non è lo «yankee» che abbiamo in mente. Nato a Chicago, Illinois – la città segnata dal magistero sociale dell’arcivescovo Joseph Bernardin, vicino negli ultimi anni al giovane Obama – Prevost ha studiato in Pennsylvania nell’università degli agostiniani, Villanova. Motto: «Veritas, Unitas, Caritas». Papa Leone – per gli americani Pope Leo – è un vero figlio del mondo. Il padre, Louis

Marious, aveva radici francesi e italiane; la madre, Mildred Martínez, viene descritta come di origine spagnola. Ma il «New York Times» rilancia una storia straordinaria: la nonna materna del Papa, Louise Baquié, era creola; e il nonno, Joseph Martinez, era nero, piccolo proprietario terriero a Seventh Ward, quartiere di New Orleans tradizionalmente abitato da una comunità cattolica di origini africane e caraibiche. I nonni del Papa lasciarono la Louisiana per Chicago agli inizi del Novecento.

La folla di piazza San Pietro, dopo l’iniziale delusione – si attendeva un Papa italiano – l’ha amato. E non solo perché il Papa si è proclamato romanista, la fede più diffusa nella Città Santa. Il Papa ha la stessa sensibilità sociale di Bergoglio, e un tratto più prudente e misurato. Parla di pace, si rivolge ai poveri, ai deboli, agli ultimi, e nello stesso tempo si presenta con il suo stile, la sua personalità, il suo lin-

Il presente come storia

guaggio. E il suo nome. Leone Magno fu il Papa che fermò Attila, non con la spada ma con la croce. Il Papa pacificatore. Leone era il nome dell’amico più fedele di san Francesco, restò al suo fianco nell’ora più difficile, quando il santo cercò l’isolamento sulla Verna dove secondo la tradizione ricevette le stimmate, raccolse le sue confidenze e ci ha lasciato su Francesco pagine bellissime. E Prevost, prima di essere eletto dai cardinali nel segreto del Conclave, è stato scelto da Bergoglio, che l’ha trovato in un Paese di missione, il Perù, non a Lima o a Cuzco ma nella remota Chiclayo, l’ha fatto cardinale, l’ha chiamato a Roma nei tempi giusti: al momento dell’elezione Prevost lavorava nella Curia come prefetto della potente congregazione dei vescovi da due anni, abbastanza per conoscere la macchina, ma non per essere sentito come parte integrante della Curia stessa. Però il motivo principale per cui Papa Le-

Gorizia e Nova Gorica: cultura senza frontiere

Paese che vai, confine che trovi. Tuttavia ogni linea di demarcazione fa storia a sé. È come una spugna che, a spremerla, lascia fuoruscire i rapporti sedimentati da secoli, fatti di contatti amichevoli come pure di conflitti incancreniti, trasmessi immutati da una generazione all’altra. Le nostre società sono attraversate da un reticolo di confini tracciati per le ragioni più varie, per delimitare una proprietà privata o per marcare una differenza sociale. Ma il confine più visibile e tangibile è quello che va sotto il nome di frontiera: è qui che si penetra in un mondo diverso, uno spazio in cui le norme che regolano la convivenza possono assumere forme radicalmente aliene, dalla circolazione stradale alla valuta, dalla lingua alla confessione religiosa ecc. Chi risiede in Ticino sa che la frontiera è la rappresentazione plastica del moto perpetuo, un vibrafono che re-

gistra e restituisce il suono, vale a dire gli umori dei territori e le decisioni prese a Berna e a Roma. Suoni lieti ma anche sordi, che la frontiera assorbe, facendosi di volta in volta confine-ramina, confine-filtro, confine-cerniera, un’alternanza di chiusure e aperture, come ben sanno i profughi che ogni giorno chiedono asilo. Ecco quindi nascere la «preoccupazione nella popolazione» (le autorità ricorrono spesso a quest’espressione) come se i migranti fossero tutti dei potenziali delinquenti o spacciatori, e non persone (spesso famiglie con minori) in fuga da guerre o da regimi oppressivi. In molti Paesi la frontiera ha assunto le sembianze di una muraglia sormontata da lunghi filari di filo spinato. Tutt’intorno pattuglie armate, garitte e sensori sorvegliano l’area giorno e notte. Ma la tentazione di presidiare militarmente il confine per renderlo impenetrabile risale alla notte dei

Per Davos e per Berna non si tratta di una questione senza importanza. Il WEF è oggigiorno un’azienda che occupa, nel mondo, quasi mille persone. Da uno studio dell’Università di San Gallo (basato sull’edizione del 2023) apprendiamo che le ricadute economiche per il comune di Davos si aggirano sui 100 milioni di franchi. Quelle concernenti il resto della Svizzera sono minori, ma non molto lontane da questa cifra. Il WEF ha quindi, specialmente per Davos, un indotto economico importante. Oggi, con la globalizzazione in perdita di velocità, ci si può chiedere, tuttavia, se esso continui ad essere, come sostiene il nostro Consiglio federale, una manifestazione importante. Il cosiddetto «spirito di Davos» conta ancora, per manager e responsabili politici, come contava all’inizio di questo secolo quando un autore critico come John Ralston Saul affermava che a

Schwab era riuscito di «creare una versione moderna di una corte, con tutte le caratteristiche della vita di palazzo, ossia assenza di potere, ma speranza di poter esercitare qualche influenza»? Certo Davos continua ad essere importante in Svizzera. Ma nel resto del mondo? Forse hanno ragione coloro che, come aveva fatto Ralston Sau già venti anni fa, stanno prevedendone la decadenza in seguito allo scadimento del concetto di globalizzazione. Lo spirito di Davos, secondo la formula «insieme ci sforziamo di realizzare un mondo migliore», si basa sulla multilateralità e la promuove. Con il ritorno del nazionalismo, e addirittura del protezionismo, di questo spirito non resta quasi più niente. Per dirla tutta: insieme oggi non si fanno più che piani di riarmo. Così l’allontanamento di Schwab potrebbe addirittura segnare la fine del WEF.

one si chiama così è la Rerum Novarum: le cose nuove, l’enciclica del 1891 di Papa Leone XIII, eletto il 20 febbraio 1878. Quaranta giorni prima era morto Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia. Tredici giorni prima era spirato Pio IX, il pontefice più longevo della storia. Quando Pio IX fu fatto santo da Wojtyla, soltanto il cattolicissimo Francesco Cossiga ebbe il coraggio di notare che veniva fatto un torto all’Italia. Perché Pio IX si era battuto contro l’unificazione del Paese, aveva fatto imprigionare e a talora ghigliottinare i patrioti risorgimentali, aveva fatto cannoneggiare le truppe italiane che entravano a Porta Pia, e quando Roma era diventata la capitale si era chiuso sdegnosamente in Vaticano. Non soltanto Pio IX non aveva accettato la perdita del potere temporale. Dopo un’iniziale apertura, aveva voltato le spalle alla modernità, al liberalismo, al conflitto sociale che esplodeva sotto i suoi occhi.

Leone XIII fu il primo Papa ad avere solo il potere spirituale. E intuì che quella che il suo predecessore considerava una disgrazia era in realtà un’immensa occasione. Il Papa non sarebbe più stato il capo di uno degli Staterelli in cui era divisa l’Italia. Il Papa sarebbe stato un leader spirituale per il mondo intero. Leone XIII fu il primo Papa che tentò di conciliare la cristianità con la modernità. Avvertiva la necessità di confrontarsi con le grandi novità cui assisteva. Da una parte, l’impetuoso sviluppo dell’industria, del capitalismo, dell’economia, che cambiava le vite e financo il paesaggio: ciminiere, fabbriche, fumi, rumori. Dall’altra parte, la nascita del socialismo, la forza del sindacato, le prime lotte sociali. In mezzo, una politica che non aveva la forza di rinnovarsi, che non reggeva il passo della società. Era il tempo della rivoluzione industriale. Ora Leone XIV deve affrontare un’altra rivoluzione: quella dell’intelligenza artificiale.

tempi. Tutti ricordiamo il muro di Berlino, ma prima di questa ben nota e traumatica iniziativa ce ne furono altre lungo la cortina di ferro ch’era calata sul Continente dopo la Seconda guerra mondiale. Tra queste meritano attenzione le divisioni che interessarono Trieste e Gorizia dopo il 1945, allorché queste città divennero terreno di scontro tra gli angloamericani da una parte e la Jugoslavia di Tito dall’altra. Una contesa poi cementata dalla logica dei blocchi est-ovest, fino alla dissoluzione della Federazione jugoslava, che coinvolse comunità intere, partiti e movimenti, associazioni, sindacati e giornali, finendo per avvelenare gli animi anche di chi perorava la causa di una convivenza interetnica pacifica, fondata sulla tolleranza e la collaborazione. E invece si andò per le spicce, senza alcun riguardo per la storia e le usanze locali. In televisione circolano ancora documentari in

cui militi armati di secchio e pennello tracciano senza criterio alcuno strisce bianche su strade e campi, scompaginando relazioni socio-economiche e troncando legami affettivi. A Gorizia, osserva lo storico Raoul Pupo, «il nuovo confine è un mostro. La stazione della Transalpina è tagliata a metà dal reticolato, in periferia la linea attraversa una stalla, lasciando la mucca da una parte e il mungitore da quell’altra». Nel frattempo Tito aveva fatto costruire dall’altro lato Nova Gorica, città-vetrina del nuovo ordine socialista, completata nel 1974. Il collasso del socialismo reale ha provveduto a riaprire le porte anche in questa mini-Berlino nel nord-est italiano. I valichi sono stati riaperti, le reti metalliche smantellate, le arcigne e occhiute guardie trasferite altrove. Consegnato al passato il regime titino, i rapporti sono tornati cordiali, anche se la libera circolazione della manodo-

pera (che qui va sotto la voce «lavoratori transfrontalieri») ancora deve fare i conti con disfunzioni di natura fiscale e previdenziale (come tra il Ticino e la Lombardia).

Tutta questa vicenda non è stata archiviata ma pare in qualche modo superata, soprattutto tra le giovani generazioni. Quest’anno Gorizia e Nova Gorica si sono strette in un abbraccio sotto le insegne di prima capitale europea della cultura transfrontaliera, progetto sostenuto dall’Unione europea. Scandisce l’anno un ricchissimo calendario di manifestazioni: concerti, teatro, cinema, mostre, raduni popolari, festival, di qua e di là dell’ormai dismesso steccato politico-ideologico. Come dicono in quest’angolo del Friuli con compostezza austro-ungarica: «Uniti per separare la vera arte e la cultura da copie e approssimazioni a buon mercato. Per aiutare le persone a conoscersi e vivere meglio».

di Aldo Cazzullo
di Orazio Martinetti

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CULTURA

Cannes, appunti da un set personale

Robert De Niro riceve la Palma alla carriera e condivide un’opera incompiuta sul padre artista raccontando di cimeli, ricordi e anche di una nave carica di fantasmi

Cinque passi ai margini di Zurigo

Nella sua nuova Graphic Novel, Ivano Talamo svela una metropoli altra da sé, permettendo ai tratti della sua mano di ridisegnare la mappa della città in cui vive

Sesso e solitudine secondo Tracey Emin

Mostre ◆ A Firenze Palazzo Strozzi dedica un’importante personale all’artista britannica

Ha una voce sottile e armoniosa Tracey Emin, vibrante di ironia e di tenerezza malgrado la sincerità spiazzante del suo modo di raccontarsi che rende l’incontro con questa celebre artista britannica, a Palazzo Strozzi a Firenze, frizzante e al tempo stesso affettuoso. Prologo importante perché la sua mostra: Tracey Emin, Sex and Solitude, curata da Arturo Galansino, è la personale più ampia che le sia stata dedicata in Italia sino ad oggi, e lei stessa ha voluto scegliere le sessanta opere esposte, tra quelle storiche e quelle più recenti, non per ripercorrere le tappe della propria carriera dagli anni 90 a oggi, ma piuttosto per seguire le linee tortuose tracciate dalle sue scelte di donna e di artista recentemente insignita da Re Carlo III, del titolo di «Dame» come riconoscimento dell’importanza della sua carriera, e del suo contributo all’arte nel proprio Paese, anche per aver creato un progetto di residenze per giovani artisti a Margate, nel Kent, dove la sessantaduenne Tracey Emin vive e ha un suo atelier.

Il percorso espositivo della mostra è diviso in sezioni che sembrano i capitoli di un giornale intimo, dove ognuno dei quadri in mostra, ogni scultura, neon, video, o ricamo, è un riflesso dell’artista, un composito puzzle di ricordi ed emozioni che l’arte ha trasformato: «Sono immagini che hanno attraversato il mio cuore e il mio sangue, arrivando alla fine della mia mano.» – ha raccontato Tracey Emin – «Tutto è passato attraverso di me». Così il suo corpo ha preso possesso di tutte le sale di Palazzo Strozzi, e s’impone e si sovrappone a quell’architettura, attraverso le opere e le parole, i titoli e i pensieri, a cominciare dal cortile rinascimentale dove campeggia la metà inferiore di un enorme busto di donna in bronzo, prono: I Followed You to the End (Ti ho seguito sino alla fine, 2024), con due gambe che sembrano nascere dalla materia bruta, animate in modo prepotente e sofferente dal desiderio vitale. E anche se la mostra al piano nobile del Palazzo inizia con Love Poem for CF (Poesia d’amore per CF, 2007), un grande neon rosa alto quattro metri e mezzo che riproduce la calligrafia di Tracey Emin e quei suoi versi (dedicati all’ex-fidanzato Carl Freedman), scritti negli anni 90, pieni di dolore e di sentimento, le opere che seguono sono scene di sesso: There was no Right Way (Non c’era il modo giusto, 2022) e Everything is moving nothing Feels Safe (Tutto si muove niente sembra sicuro Mi hai fatto sentire così, 2018), dove emozione e vulnerabilità s’intrecciano e creano un’atmosfera carica di sensualità e di malinconia, che si collega alle esperienze della sua vita, di «quell’adolescente molto libera nel sesso, nel modo di pensare, nelle idee», ma anche ferita dall’ab-

bandono del padre; dalla violenza di uno stupro; dall’amore, addolcito solo dalla trascendenza dell’arte che è «l’unica che non ferisce mai» e alla quale Tracey Emin torna sempre con gioia. Ogni passaggio, ogni esperienza segna una sua presa di coscienza, la reazione è una provocazione e una rivolta.

La mostra è divisa in una serie di sezioni che sembrano corrispondere ai capitoli del diario intimo della stessa Emin

Ce lo rivela quella stanza ricreata a Palazzo Strozzi con dipinti, disegni, foto, un giaciglio e un filo da bucato con indumenti intimi appesi, e che rievoca una famosa performance dell’artista quando, nel 1996, all’interno di una Galleria d’arte di Stoccolma, si chiuse per tre settimane e mezzo in una sorta di «studio temporaneo» in cui era visibile dal pubblico esterno attraverso piccole lenti grandangolari. Lì, completamente nuda visse e lavorò realizzando dipinti e disegni ispirati ai suoi maestri ideali: Egon Schiele, Yves Klein, Edvard Munch, Pablo Picasso, ma si fece an-

che ritrarre in una serie di fotografie Naked photos – Life Model Goes Mad (Foto di nudo – La modella impazzisce), che gioca con ironia sul suo doppio ruolo in questa performance, dove è protagonista assoluta e modella indomita. Fu anche un momento di svolta per Tracey Emin che con il dipinto Exorcism of the Last Painting I Ever Made riuscì a tornare alla pittura abbandonata sei anni prima, nel 1990, dopo un aborto. La vita e l’arte sono strettamente legate nella sua esistenza, quasi a sostituire quella religione che lei, figlia di padre musulmano e di madre inglese, atea e di antica famiglia Romanichal, non ha mai avuto, né come appiglio, né come confine. Dopo il Royal College of Art, è diventata una delle artiste più rappresentative degli Young British Artists, movimento (di cui faceva parte anche Damien Hirst), con una serie di opere rimaste famose, come la sua tenda-igloo: Every Body I Ever Slept With 1993-1995 all’interno della quale aveva ricamato i nomi delle 102 persone con le quali aveva condiviso il letto: dai suoi numerosi amanti, ai suoi familiari, a sua nonna. Nel 1998 ha monopolizzato l’attenzione mediatica con: My Bed, opera candidata al Turner Prize,

ed esposta alla Tate Gallery: un letto sfatto circondato da preservativi usati, biancheria sporca di sangue, bottiglie vuote e mozziconi di sigarette (venduta all’asta da Christie’s nel 2015, per due milioni e mezzo di sterline).

Nel 2007 Tracey Emin ha rappresentato la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia e attualmente un suo neon: I Want My Time with You (Voglio trascorrere il mio tempo con te), campeggia nella stazione londinese di St. Pancras, ma tra i suoi ultimi prestigiosi lavori c’è anche The Doors (2023), le porte monumentali in bronzo per la National Portrait Gallery di Londra, per le quali ha realizzato, con una tecnica innovativa, quarantacinque ritratti di donne provenienti da ogni contesto sociale e da epoche diverse. Ha inciso una sola parola su The Doors, intima e immediata: Mum (mamma).

A Palazzo Strozzi i titoli delle varie sezioni della mostra Tracey Emin, Sex and Solitude sono versi di poesie, di canzoni, frammenti di un discorso amoroso, schegge di desiderio, di passione, di mal d’amore, di vita che emana da quei corpi nudi aggrovigliati, allacciati in un abbraccio, abbandonati, ma anche da quei picco-

li quadretti dedicati alla sua vecchia casa, al suo gatto, alla sua vita di ieri sconquassata quattro anni e mezzo fa, dalla diagnosi di cancro alla vescica che le lasciava poche probabilità di sopravvivere. Poi le pesanti operazioni e le cure: «Allora ho accettato di morire e ho deciso di vivere il tempo che mi restava» – Ci ha confessato Tracey Emin – «E ho iniziato a essere felice ogni giorno di più, come non lo ero mai stata. La mia vita da sempre difficile, sbiadiva e io mi sentivo in paradiso. Mi hanno tagliato a pezzettini e rimesso insieme, ma sono ancora qui. E la mia fede e la mia ricompensa: è vivere, e mi sento un artista migliore in grado di fare molte cose». Il neon azzurro con la calligrafia di Emin che sovrasta il portone di Palazzo Strozzi recita Tracey Emin. Sex and Solitude; è la prima e ultima opera della mostra e, uscendo, sembra ancora più vivida.

Dove e quando Tracey Emin, Sex and Solitude, Firenze, Palazzo Strozzi, fino al 20 luglio 2025. Orari: tutti i giorni 10.00-20.00; giovedì apertura fino alle 23. www.palazzostrozzi.org

Tracey Emin, Sex and Solitude, Palazzo Strozzi, Firenze, 2025. (Photo Ela Bialkowska, OKNO Studio © Tracey Emin. All rights reserved, DACS 2025)
Blanche Greco
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Una nave di ricordi per suo padre

Cinema ◆ Robert De Niro, Palma D’Oro 2025, incanta Cannes con una masterclass intima e silenziosa

«Ho paura della morte, ma non ho scelta. Allora l’accetto e approfitto della vita, con tutto il buono e il cattivo che mi riserva». Sono queste le parole con cui Robert De Niro, mercoledì scorso, ha concluso la sua masterclass, rispondendo a una domanda del pubblico. Parole che riecheggiano l’autenticità dell’icona mondiale del cinema, che alla 78esima edizione del Festival di Cannes ha ricevuto la Palma d’Oro alla carriera.

Un appuntamento, quello della masterclass, che da qualche anno la rassegna cinematografica (in svolgimento proprio in questi giorni) propone agli appassionati nella sala Debussy – la seconda per capienza, con i suoi 1068 posti. Nelle scorse edizioni si sono alternati, tra gli altri, Meryl Streep, Tom Cruise e Sylvester Stallone. Ma De Niro è diverso. Anzitutto per il suo carattere schivo e riservato, e poi per quell’aura unica che lo circonda, frutto di una carriera straordinaria, dei due Oscar ricevuti e dei numerosi altri riconoscimenti ottenuti. È stato quindi un evento storico poter assistere alla sua masterclass. Come ha detto all’inizio il Delegato generale del festival, Thierry Frémaux: «Questa sarà una data che, tra qualche anno, potrete raccontare ai vostri figli e nipoti dicendo: “Io c’ero”».

Grazie al regista e fotografo francese JR, da anni, sono in corso le riprese di un docu-film sul padre di Robert De Niro, pittore, taciturno quanto l’attore

La conversazione si è rivelata interessante e fuori dagli schemi. Di solito, infatti, l’intervistatore ripercorre la carriera della star, soffermandosi su aneddoti e dettagli più o meno noti. In questo caso, invece, il regista e fotografo francese JR ha preferito esplorare il presente di De Niro. Lo ha fatto grazie all’amicizia che li lega e a un progetto che portano avanti insieme da alcuni anni. Il tutto sotto gli occhi curiosi e attenti anche di Leonardo DiCaprio e Quentin Tarantino, presenti in sala. Come noto, il protagonista di Taxi Driver non è un grande parlatore (al contrario, per esempio, di Tom Cruise, che poco prima ha catalizzato l’attenzione nella masterclass dedicata al regista dell’ultimo Mission: Impossible, Christopher McQuarrie). Ma JR conosce bene De Niro e ha saputo metterlo a suo agio, portandolo a parlare del progetto in corso, a partire dal loro primo incontro.

«A 27 anni sono andato a New York e ho avuto l’onore di incontrare Bob al Tribeca Festival. Gli ho parlato dei miei progetti e lui, incuriosito, mi ha preso sotto la sua ala. Ci siamo sentiti regolarmente, fino a quando mi ha proposto di visitare l’atelier di suo

padre e di realizzare un documentario su di lui».

«La mia intenzione – ha raccontato De Niro – era far conoscere il loro nonno ai miei figli e agli altri membri della famiglia. Per questo ho chiesto a JR di filmare alcuni reperti che ha lasciato e lo studio in cui ha dipinto. Del resto, anche come attore, ho sempre amato conservare oggetti, vestiti e cimeli di scena, per poi mostrarli ai miei figli».

Il documentario è stato anche lo stimolo per sfogliare i diari lasciati dal padre. «A dire il vero, non ero mai stato pronto a leggerli, ma con questo progetto mi sono preso il tempo per scoprirli e per comprendere meglio mio padre, visto che anche lui non era un gran chiacchierone». Un percorso di scoperta che è proseguito anche attraverso le lettere della madre, Virginia Admiral, pittrice, poetessa e attivista per i diritti civili.

Una decina di anni fa era già stato realizzato un documentario sul padre, prodotto da HBO e intitolato Remembering the Artist: Robert De Niro Sr.. Il nuovo progetto – come ha spiegato ancora De Niro – va però ben oltre. Sia per la profondità della ricerca, sia per il tempo impiegato nella realizzazione. «Lo portiamo avanti quando abbiamo un’idea: ne discutiamo, magari giriamo qualche scena. Per ora non so bene cosa sia, ma credo che, quando sarà terminato, lo scopriremo. Siamo completamente liberi di decidere».

Il pubblico ha poi avuto il privilegio di vedere un estratto del filmato. Difficile descrivere a parole di cosa si tratti, anche perché quella mostrata è con buona probabilità una versione

Verscio, atto cinquantesimo

Teatro ◆ È lo spettacolo di fine anno a sottolineare il Giubileo dell’Accademia Dimitri

Giorgio Thoeni

Quando si spengono le luci la magia di uno spettacolo non è mai del tutto conclusa. Partono gli applausi e la scena si illumina nuovamente, escono tutti gli attori e ringraziano il pubblico: è il segnale della promessa di continuare a sorprendere e far sognare.

È la sensazione che accompagna ogni anno lo spettacolo che sigla la fine della formazione triennale degli studenti dell’Accademia Dimitri di Physical Theater, come nel caso di Everything is going to be fine andato recentemente in scena a Verscio, che verrà replicato al LAC di Lugano il prossimo 3 giugno. La produzione è una delle prove d’esame conclusivo che l’istituzione delle Terre di Pedemonte organizza ogni anno sotto la guida di una regia professionale proveniente da diversi ambiti culturali e teatrali chiamata a confrontarsi con le capacità dei giovani studenti.

jonglage considerate come delle categorie minori.

destinata a cambiare ancora. In ogni caso, il filmato è suggestivo e visivamente sorprendente: ad esempio, una ripresa dall’alto mette a fuoco dapprima De Niro sdraiato, allargando poi l’inquadratura con un lento zoom per farci scoprire che l’attore è disteso su una gigantografia del padre, ed entrambi sono su una grande nave cargo diretta a Manhattan. Altre scene, invece, sono più intime e familiari. Il tutto realizzato senza effetti speciali o trucchi particolari.

Gli ultimi minuti della masterclass, riservati alle domande del pubblico, hanno permesso a De Niro di raccontare alcuni aneddoti della sua vita, al di là della riflessione iniziale sulla morte: il primo film visto al cinema con suo padre fu, ad esempio, La bella e la bestia di Jean Cocteau. «Andavamo almeno una volta alla settimana al cinema. Era facile, perché così non doveva parlare molto», ha detto sorridendo. Ha poi aggiunto di essere cresciuto con gli occhi pieni delle interpretazioni di Marlon Brando, James Dean, Montgomery Clift e Laurence Olivier: «Quella generazione di grandi attori mi ha sicuramente formato, così come i western di John Ford».

Rispondendo a un giovane attore, ha anche svelato il metodo che applica nella scelta delle sceneggiature: «Se ho un’intuizione iniziale, spesso è quella giusta. Magari prima devo fare un giro e un percorso più lungo per capirlo, ma l’intuito mi è sempre stato vicino». De Niro ha poi lasciato la scena con la sua consueta aria da persona qualunque, ma accompagnato da una scia di applausi e da una lunga standing ovation

Il carattere dello spettacolo può cambiare a seconda degli orientamenti creativi della regia mettendo comunque alla prova la dimensione comunicativa del teatro fisico. Questa volta la prova collettiva è stata affidata alla compagnia Juksta con sede ad Atene e fondata da Christine Gouzelis e Paul Blackman per realizzare un progetto originale per linguaggio e atmosfere stratificate, fra caos e armonia. Un omaggio all’avventura umana intrecciata con tutta la sua ricchezza e fragilità, dalla danza al teatro, in un racconto fra personalità diverse riunite in un unico grande affresco colorato.

Lo spettacolo è un ulteriore tassello che compone il variopinto scenario di eventi disseminati nel corso dell’anno per caratterizzare il giubileo della scuola fondata nel 1975 dal clown Dimitri con la moglie Gunda e l’attore e pedagogo ceco Richard Weber. È interessante ricordare a grandi linee quelle che sono le sue caratteristiche, a partire dall’idea dei suoi fondatori di riunire in maniera inedita diverse tradizioni dell’arte teatrale e circense, dalla Commedia dell’Arte ai numeri comici del clown, dalla pantomima alla danza. Un approccio che voleva rispondere a quella tendenza nata negli anni Sessanta che si prefiggeva il superamento degli steccati che dividevano il teatro di prosa da quello di movimento ingabbiandolo in discipline come la pantomima, il mimo, la danza, la clownerie, l’acrobazia o il

C’è voluta tutta la tenacia di Dimitri e dei suoi collaboratori per superare certe reticenze e conquistare credibilità, sia dalla comunità locale con cui instaurare un dialogo sia nei confronti delle istituzioni cantonali e federali nell’affermare la validità di un progetto. Un percorso lungo e tortuoso lungo il quale ancora oggi si celano le insidie dell’economia, spesso avara nei confronti del teatro, e della precarietà di un settore da salvaguardare. Su questi aspetti vigila costantemente la struttura dell’Accademia, mantenendo vivo e innovativo un luogo dove ancora oggi vengono curate sia la maturazione artistica sia la crescita personale con l’obiettivo di proporre un’esperienza attenta all’evoluzione della scena e dei suoi linguaggi. È una sfida continua per questa scuola universitaria professionale di teatro, soprattutto nel voler tenere alta l’asticella dell’approccio multidisciplinare dei programmi per l’ottenimento del Bachelor e del Master, percorsi che ogni anno attirano decine di giovani provenienti da Svizzera ed Europa e che in Cinquant’anni ha laureato oltre settecento artisti.

L’Accademia dedica anche molta attenzione ai progetti di ricerca e alla loro divulgazione. L’esempio più recente è costituito da un’indagine realizzata in collaborazione con la SUPSI volta a ricostruire l’identikit di una parte sensibile della nostra scena culturale, una sorta di censimento realizzato per meglio conoscere e analizzare il mondo del lavoro, la sicurezza sociale e gli aspetti legali legati all’universo delle arti della scena nella Svizzera italiana dove, tra l’altro, un terzo degli artisti contattati risultano usciti dall’Accademia.

Un aspetto importante che sottolinea il ruolo di un’istituzione che è parte integrante della nostra ossatura sociale e culturale, una realtà di cui tener conto.

Dove e quando

Everything is going to be fine Lavoro collettivo di fine formazione degli Studenti Bachelor e Master dell’Accademia Dimitri, martedì 3 giugno, alle 20:30, Sala Teatro del Lac di Lugano. Per info e biglietti: www.luganolac.ch

Un’immagine

Robert De Niro durante l’incontro con i giornalisti a Cannes, 2025. (Nicola Mazzi)

GUSTO

Dolci precorritrici dell’estate

Fragole rosa al cioccolato

Dessert per 4 persone

ca. 300 g di cioccolato bianco o di copertura

500 g di fragole colorante alimentare rosa o rosso in pasta o gel decorazioni di zucchero, ad es. nonpareilles, perline di zucchero o colorante alimentare in polvere dorato

1. Trita finemente il cioccolato, trasferiscilo in una scodella di acciaio e fallo sciogliere lentamente a bagnomaria. Versa poco cioccolato liquido in una piccola tasca da pasticciere per decorare a piacimento.

2. Immergi ca. 1/4 di tutte le fragole nel cioccolato sciolto, lascia sgocciolare un po’ poi adagia le fragole su una teglia foderata con carta da forno. Guarnisci le fragole con le decorazioni di zucchero o con il cioccolato messo da parte e lascia asciugare.

3. Aggiungi 1-2 gocce di colorante alimentare alla glassa di cioccolato. Ricopri di glassa un altro quarto delle fragole. Tingi nuovamente la glassa e ricopri altre fragole in modo che alla fine tutte le fragole siano ricoperte di cioccolato e decorate a piacimento.

4. Conserva le fragole in frigorifero fino al momento di servirle in modo che la glassa si consolidi.

Fragole Svizzera, 500 g Fr. 3.25 invece di 6.50

Testo: Dinah Leuenberger

Ricetta
Azione del giubileo Per il 100º Migros sorprende con delle azioni speciali, come quella di questa settimana sulle fragole a metà prezzo.

Limonata alle fragole e al miele

Bevanda per 4 bicchieri

100 g di miele di fiori liquido

1 dl di succo di limone

250 g di fragole

1 l d’acqua minerale frizzante

1 mazzetto di menta cubetti di ghiaccio per servire fetta di limone per servire

1. Scalda il miele con il succo di limone, finché non si è sciolto il miele. Unisci qualche fragola sminuzzata e riduci in purea con un frullatore a immersione. Filtra lo sciroppo con un colino e lascialo raffreddare.

2. Dividi a metà o in quattro il resto delle fragole. Distribuisci lo sciroppo nei bicchieri e riempili di acqua minerale. Servi con le fragole, la menta, i cubetti di ghiaccio e le fette di limone.

Consiglio utile Questo sciroppo può essere preparato anche con bacche, ad es. i lamponi.

alle fragole e al rabarbaro

La composta di fragole e rabarbaro cotta in forno conferisce gusto e colore a questi gelati fatti in casa a base di yogurt, frutta e miele.

Crostata
Ricetta

Zurigo al di là dei cliché

Graphic Novel ◆ Ivano Talamo racconta la città elvetica «degli altri» partendo da cinque passeggiate fuori rotta

Nel descrivere Zurigo come fredda e quieta, ci si potrebbe riferire tanto all’ambiente fisico quanto all’atmosfera emotiva percepita da chi viene da fuori a un primo contatto con la città attraversata dalla Limmat. Ivano Talamo, che a Zurigo vive e lavora, prende in prestito quest’endiadi, già coniata da Emily Dickinson per descrivere la Svizzera in generale, e ne ricava un titolo provocatorio per il suo fumetto: Così fredda, così quieta. Cinque passeggiate nella Zurigo degli altri, nel quale mostra la vivacità e il disordine inaspettati che si nascondono in questa città solo in apparenza tranquilla.

Le cinque passeggiate menzionate, che raccontano i segreti di Zurigo, si snodano attraverso altrettanti capitoli. A questi si aggiungono un prologo, che introduce il tema dell’ordine cittadino soffocante poi sviluppato nel resto del volume, e un epilogo che ripete l’amore dell’autore verso questa città, dove ha imparato a trovare spazi e momenti più spontanei. I capitoli sono episodi a sé stanti che descrivono le impressioni o le esperienze, si direbbe reali, dell’autore riguardo a diversi aspetti di Zurigo, ma il loro accostamento amplia sempre più le rivelazioni sulla città, precisandone progressivamente il ritratto.

I disegni sono, per la maggior parte, paesaggi che riproducono numerose vedute della città in modo riconoscibile, componendo in successione un itinerario percorribile, come se l’autore li avesse realizzati davvero durante brevi soste lungo il percorso, en plein air, portando con sé ogni volta solo due matite colorate per posare tratti veloci sul bianco della pagina. Il realismo nelle forme dei paesaggi si combina armoniosamente con l’astrazione dei colori fantasiosi e la rinuncia frequente ai dettagli, talvolta con l’aggiunta di elementi stilizzati, comici o simbolici. Il risultato è dunque un ritratto trasognato, evidentemente filtrato tramite gli occhi dell’artista, la cui percezione soggettiva di Zurigo diventa il vero cuore del racconto. Ogni passeggiata è tematicamente legata a ciò che narra l’autore nel capitolo: vie intitolate a intellettuali e mecenati del passato, quartieri scelti come ambientazione per romanzi distopici, aree poco sorvegliate che accolgono attività innocue o criminali, muri arricchiti dalle opere di artisti internazionali o da vandali, edifici carichi di ricordi affettuosi minacciati dagli interessi edilizi. Le nuvolette di dialogo sono rare: per la maggior parte, il racconto procede nelle didascalie, che sembrano riportare i pensieri dell’autore, oppure le sue parole rivolte al lettore che lo accompagna nella passeggiata, mentre i luoghi attraversati si susseguono come sottofondo visivo. Talvolta i disegni illustrano i temi specifici contenuti

nel testo, alternando quindi passato e presente, realtà e immaginazione. Questa combinazione tra scrittura e segno agevola l’immersione in un tono intimista e diaristico, talvolta addirittura poetico. Il volume non perde occasione per scavalcare l’apparente ordine intransigente di Zurigo e mostrarne i lati meno vistosi, la Zurigo degli altri, appunto. Vengono spesso messe in risalto le idee controcorrente, la cultura indipendente, le manifestazioni di sfida allo status quo e ai giganti dell’economia. L’autore non nasconde apprezzamento e ammirazione per queste piccole vite disordinate che riescono a ricavare un loro spazio e arricchire la città con arte e umanità; tuttavia non trascura nemmeno gli esiti negativi in cui talvolta delle iniziative controcorrente possono risultare. D’altra parte, la critica al conformismo e agli stili di vita considerati più rispettabili non è esplicita, bensì solo suggerita contrapponendo queste due anime coesistenti di Zurigo: l’autorità desiderosa di controllo,

Il martire liberato

Narrativa ◆ A Kaveh Akbar è riuscito un libro doloroso quanto affascinante

Simona Sala

Un libro che è un affresco di dolore, verrebbe da dire. Come d’altronde si conviene a quel presunto Martire! del titolo (al netto del punto esclamativo, sospeso tra ironia e perentorietà), che rappresenta anche lo status cui ambisce Cyrus Sham, protagonista del romanzo di Kaveh Akbar.

La polifonia di voci che compone la prima opera in prosa del suo giovane autore (al pari del protagonista, nato in Iran, ma portato negli Stati Uniti quando ancora piccolo), è una stratificazione di voci intrecciate che si rincorrono sull’intricata superficie di proiezione della vita, speculare a quella dell’Iran; un Paese in cui, dalla Rivoluzione, le storie intrise di poesia e di profumi, sangue e redenzione di secoli di cultura sono costrette a convivere con la storia della sopraffazione sistematica da parte del regime.

angelo della morte. L’unico appiglio che impedisce a Cyrus di sprofondare in un baratro fatto di perenne assenza e straniamento è dato dalla lingua materna, cullata e coltivata, testimonianza di un tempo lontano forse privo di peccato.

e la variegata resistenza contro l’appiattimento culturale. Sebbene le sue preferenze risultino chiare, l’autore riconosce contraddizioni in entrambe queste parti, così come l’artificialità del confine che le separa. Il volume non costituisce dunque una critica a un’eccessiva tranquillità di Zurigo, bensì un elogio dei suoi abitanti capaci di fomentare disordine creativo e riflessioni sulla società. L’autore esprime il suo affetto per l’anima di questa città che ha scoperto accogliente, nonostante l’iniziale soggezione trasmessa da ricche industrie, marche di lusso e locali esclusivi, che impressionano i nuovi arrivati. Si tratta di un invito a varcare una porta di servizio nascosta per entrare nel cuore scapestrato e pulsante di Zurigo, difficile da trovare e difficile da lasciare.

Bibliografia

Ivano Talamo, Così fredda, così quieta. Cinque passeggiate nella Zurigo degli altri, Hoppipolla edizioni, 2024, 157 pagine.

L’ascesa degli ayatollah al potere non è stata solo una virata di destino e destinazione di un popolo, ma anche la negazione, oltre che di tutto ciò che era avvenuto prima, del presente. Proibito amare, proibito scegliere chi amare, proibito a questo punto forse perfino sognare. Ed è forse proprio per questa diffusa assenza di una prospettiva a lungo termine che Alì, da poco rimasto vedovo (la moglie Roya è morta per un incidente aereo causato da un errore degli americani), decide di lasciare il proprio Paese natale per gli Stati Uniti con il figlioletto Cyrus. A casa del nemico, forse, ma con un lavoro sicuro e umile quanto può esserlo un impiego in un allevamento di polli. Cyrus si laurea a pieni voti, ma non solo. Riesce a diventare un apprezzato poeta, ma non solo. Si fa amare, ma non riesce mai a essere all’altezza dell’amore altrui. Alla radice di questa incapacità – che lo porterà a diventare alcolista e a portarsi dentro una disperazione sottile, proprio come Kaveh Akbar – vi è sempre la frattura originaria, con la perdita della madre, mai conosciuta, e con una patria, amata visceralmente, ma anche compianta, in cui ancora vive un pezzo di famiglia, uno zio che sui campi di battaglia si presenta vestito da

Gli Stati Uniti, se non altro, sono il laboratorio ideale per la rielaborazione di un’identità combattuta, forse meno per la ricerca di un senso esistenziale. Per questo, e per il desiderio che fa da fil rouge a tutto il libro, ossia chinarsi sul martirio e studiare la morte, a un certo punto Cyrus andrà a New York, intenzionato a conoscere l’artista iraniana Orkideh. Quest’ultima, in quello che pare un sentito (e dichiarato) omaggio all’arte di Marina Abramovich, all’interno di un grande museo offre i propri ultimi giorni di vita al pubblico, incontrandolo e parlandogli, in una condivisione del processo di morire che saprà dapprima attanagliare Cyrus e poi rendergli una sorta di pace. Cyrus cerca Orkideh: e parlandole, soffrendoci, nel dolore dei silenzi, ma anche di una cultura da entrambi abbandonata per sempre, riesce paradossalmente a ricomporre un’identità che fino a quel momento era parsa solo un groviglio inestricabile di sensazioni disordinate, frammentate, che non avevano idea della direzione da prendere. È intenso, il linguaggio di Akbar, e con semplicità gli riesce di trascinare il lettore in mondi complessi, rimbalzandolo tra disperazione e speranza e inducendolo a pensare, attraverso Cyrus, a se stesso e a cosa significhi la parola «io», in un senso più intimo e all’interno di un contesto. Una prospettiva sul concetto di passato e di senso della vita dalla forte carica trascendentale, qualità che ha certamente aiutato questo intenso libro a essere fra i finalisti del National Book Award e fra i migliori libri del 2024 del «The New York Times Book Review».

Bibliografia

Entrata

Una pagina interna del lavoro di Talamo (Hoppipolla)
alleAccanto terme Leukerbaddi
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Kaveh Akbar, Martire!, Milano, la nave di Teseo, 2024
Dettaglio della copertina del libro di Akbar.

PICCOLO SNACK PER GRANDI RODITORI.

Disponibile anche

nella versione

Torino

Semplicemente buono

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Ragusa e Torino è in vendita alla tua Migros

GUSTO

Grigliare

Pane di accompagnamento per grigliate

Con un bratwurst ci vuol un buon pezzo di pane, anche speciale e sfizioso. Suggerimenti e ricette per pane di mais, focacce e soffici panini per hamburger fatti in casa.

Testo: Angela Obrist

Pane attorcigliato alle erbe

Pasticceria salata, per 4 persone

400 g di farina semibianca

2 cucchiaini di lievito in polvere

1 bustina di lievito secco

2 cucchiaini di sale

2,5 dl d’acqua

4 rametti d’erbe a piacere , ad es. timo o rosmarino

1. Mescola la farina con il lievito in polvere, il lievito secco e il sale in una scodella. Forma un incavo. Versa l’acqua nell’incavo. Impasta il tutto fino a ottenere una pasta liscia e omogenea. A piacere lava le erbe. Stacca gli aghi o le foglioline dai rametti e incorporali all’impasto. Trasferisci la pasta in un sacchetto salvafreschezza abbastanza capiente. Durante il trasporto, la pasta lieviterà.

2. Dividi la pasta in 4 porzioni e forma dei filoni lunghi ca. 30 cm. Attorciglia i filoni a spirale sui bastoni e premi leggermente la pasta.

3. Cuoci il pane attorcigliato sulla brace per ca. 10 minuti, evitando il contatto diretto con il fuoco.

Cornbread

Contorno, per 8 persone, per 1 stampo di 25 x 18 cm

200 g di burro

60 g di zucchero bruno

300 g di farina semibianca

200 g di farina di mais

1 bustina di lievito in polvere

10 g di sale

2 uova 3,5 dl di latticello

1. Scalda il forno a 200 °C. Scalda il burro con lo zucchero in una padella.

2. Mescola entrambe le farine con il lievito e il sale. Sbatti le uova e incorporale alla farina insieme con la miscela di burro e zucchero e il latticello. Impasta fino a ottenere una massa liscia.

3. Rivesti una teglia con carta da forno. Distribuisci la massa nella teglia e livellala. Cuoci al centro del forno per ca. 40 minuti.

Ricetta
Ricetta

Suggerimenti per la preparazione del pane

In questo modo il risultato

è particolarmente soffice

La tecnica di cottura cinese Tang Zhong rende il pane bianco particolarmente soffice e lo mantiene fresco più a lungo. Con un po’ di latte e un po’ di farina si ottiene un impasto appiccicoso che si trasforma in un cuore umido ed elastico. Sembra complicato? Non lo è affatto, come dimostra la ricetta dei panini per hamburger.

In questo modo si crea una bella crosta

Il calore proveniente dal basso è importante per la cottura del pane nel forno. Pertanto, preriscaldare la teglia per circa 30 minuti prima di infornare il pane. Il pane lievita meglio con il vapore. Questo funziona anche in un forno tradizionale non provvisto di programma di cottura professionale: preriscaldare una seconda teglia sotto quella del pane. Quando il pane viene infornato, versare un getto d’acqua fredda sulla teglia inferiore per creare vapore.

Come decorarlo

Cospargere il pane con semi di girasole o di zucca, semi di papavero, semi di sesamo o semi di chia prima della cottura. Premere leggermente. Se il condimento non si attacca, spennellare la pasta con un po’ di acqua, latte o una miscela di uovo e acqua. Questo assicura anche una bella lucentezza. Le focacce vengono tradizionalmente spennellate con olio d’oliva.

Panini per hamburger

Il metodo tangzhong arriva dall’Asia e rende gli impasti per il pane sofficissimi e leggeri. Noi l’abbiamo applicato e il risultato merita una prova.

Focaccia alle olive

La focaccia è semplice da realizzare e perfetta per tante occasioni, dall’aperitivo alla merenda, da gustare da sola o insieme con salumi e formaggi.

Ricetta

Panini soffici all’aglio

Contorno, per ca. 28 pezzi

Per 1 tortiera apribile di ca. 26 cm Ø

500 g di farina

1 cucchiaio di sale

30 g di lievito fresco ca. 3 dl di latte diluito con acqua (metà latte, metà acqua), tiepido 2 spicchi d’aglio

60 g di burro, morbido ¼ di mazzetto di prezzemolo 10 g di semola di grano duro o di pangrattato

1. Mescola la farina con il sale in una scodella. Sciogli il lievito nella miscela di acqua e latte, poi impasta il tutto per ca. 5 minuti fino a ottenere un impasto elastico e omogeneo. Copri la scodella con la pellicola trasparente e lascia lievitare la pasta in un luogo caldo per ca. 2 ore.

2. Nel frattempo spremi l’aglio sul burro. Trita finemente il prezzemolo, incorporalo al burro e mescola bene il tutto.

3. Spennella la tortiera apribile con poco burro all’aglio e cospargila di semola. Con l’impasto lievitato forma delle palline di ca. 30 g ciascuna e accomodale nella tortiera lasciando un po’ di spazio tra una e l’altra. Copri ancora una volta e lascia lievitare per ca. 1 ora.

4. Scalda il forno ventilato a 180 °C. Spennella con cura le palline con due terzi del burro all’aglio. Cuoci il pane in forno per 20-25 minuti.

5. Sforna e lascia intiepidire. Distribuisci il burro all’aglio restante sul pane e servilo tiepido.

Altre

Un gioco nato dal colore e dal tatto

La proposta creativa per i più piccoli di questa settimana unisce pittura, costruzione e movimento in un’esperienza che aiuta a migliorare attenzione e immaginazione

La mappa generazionale del viaggio

Da Blade Runner alle crociere, da Interrail a Instagram, come cambiano esperienze, desideri e abitudini dei viaggiatori Boomer, Gen X, Millennial e Gen Z

Il nascondino può essere un gioco serio

Pubblicazione ◆ Carmen Gallo esplora il desiderio adulto di sparizione temporanea: un esercizio di sottrazione che non elude la vita, ma la riformula

Tecniche di nascondimento per adulti di Carmen Gallo edito da Italo Svevo è un testo unico sia per la materia di cui tratta sia per lo stile e il genere letterario a cui appartiene, o meglio perché è impossibile attribuirgliene uno. Quasi scontato, visto che lo ha scritto una poetessa che con la sua prima raccolta si è aggiudicata il prestigioso premio Napoli per la poesia, dire che è scritto in una prosa poetica. Forse quello a cui assomiglia di più questo libro dalla forma elegante e snella è un gioco. Il punto di partenza è infatti quello che non solo ai bambini, ma anche agli adulti piace nascondersi, anzi la differenza è che i grandi spesso hanno bisogno di farlo. Si nascondono nei posti esotici, se possono permetterselo, oppure attraverso l’isolamento, ma non è di questi nascondigli che Gallo vuole parlare, perché le tecniche che intende trasmettere devono essere utili a scomparire solo per un po’. La prima regola del gioco è infatti che il nascondimento deve poter finire: a un certo punto, bisogna poter ritornare. Le altre regole che devono essere chiare a chi voglia imparare a nascondersi sono: «non avere paura della paura» e accettare che questo desiderio o bisogno di nascondersi temporaneamente derivi dalla presenza di una minaccia o dall’esistenza di un nemico, che non vengono definiti. La minaccia di un temporale, magari,

oppure il nemico in cui può trasformarsi la solitudine: chi legge saprà di volta in volta definire da che cosa voglia nascondersi, almeno per un po’. Dopo aver chiarito quindi di che tipo di scomparsa si tratta: temporanea, reversibile, che non ha niente a che vedere con il suicidio o con la latitanza, Gallo inizia a descrivere le possibili tecniche di nascondimento con i relativi vantaggi e pericoli. Per esempio, ci si può nascondere nelle «cose innocue da pensare», quelle che non comportano nessun rischio, in cui ci si possa adagiare tranquillamente, ma bisogna fare attenzione, perché quando si ha davvero paura, scrive Gallo, la prima cosa che viene meno è proprio l’immaginazione, quindi è bene non farci troppo affidamento. Il nascondiglio che viene scelto molto spesso consiste nel diventare come tutti, celare così la propria identità, utilizzare l’omologazione come forma di anestetico dall’angoscia generata dal nemico, quando il nemico magari sono le nostre nevrosi, oppure le ambizioni o i desideri non conformi. Gallo mette in guardia dall’uti-

lizzo di questa tecnica di nascondimento, perché presenta il rischio di «non avere più voglia di tornare. È un nascondimento troppo comodo, ma anche appiccicoso». Al contrario, si può cercare di nascondersi diventando altro da sé, quindi una persona che non ha più paura di quel nemico, che anzi si concepisce proprio libero da questo costante darsi la caccia, scrive Gallo, che definisce il modo in cui tutte e tutti viviamo, forse l’autrice intende nella vita amorosa, sul lavoro, nelle dinamiche familiari. Si tratta di una tecnica estremamente efficace, ma troppo faticosa, perché necessita di riuscire a sentirsi liberi, anche quando in realtà non lo siamo. La soluzione potrebbe quindi essere quella di diventare non qualcun altro, ma qualcos’altro: il soffitto, il soffione di una doccia, il disordine nella stanza. Molte persone scelgono di nascondersi in una promessa e chi legge pensa subito al matrimonio o al contratto di una società, c’è chi prova a farlo all’interno di una coppia, scomparendo nell’altro o almeno provandoci.

La maggior parte di noi, senza saperlo, si nasconde nella propria storia, vale a dire in quello che pensiamo sia il nostro modo di essere, che deve determinare ciò che ci accade o che dovrebbe succederci. Oppure ci nascondiamo nel lavoro, convinti che trascorrere tutta la propria vita dietro lo schermo di un computer ci protegga dal dover affrontare la sfida contro il nemico, quando in realtà si tratta di una forma di ibernamento che ci impedisce di fare tantissime altre cose: amare, litigare o andare in piscina. Le tecniche possibili sono quindi molte, ma quelle che funzionano e che sono adatte a permetterci di ritornare, invece, sono pochissime. Gallo ne individua solo una, è la sua e ha a che fare con il sentirsi a casa. Forse il nascondimento migliore è proprio questo, in effetti, quello che ti permette, solo per il tempo necessario, di sentirti davvero al sicuro.

Bibliografia

Carmen Gallo, Tecniche di nascondimento per adulti Roma, Italo Svevo Ed., pp. 75

Laura Marzi
Pagina 39
Pagina 37

Ora anche come app

ricoperte di cioccolato e decorate a Conserva le fragole in frigorifero

Le divertenti spirali di lumache e farfalle

Crea con noi ◆ Un gioco semplice e colorato, perfetto per sviluppare fantasia, motricità fine e concentrazione

Sarà divertente dipingere lo sfondo con tempere e pennelli, creando un prato primaverile e un cielo sereno. Con cartoncini colorati i piccoli artisti potranno poi dare forma a una simpatica lumaca e a una tenera farfalla. Il percorso a spirale di corda di juta trasformerà il tutto in un gioco di coordinazione: le palline dovranno seguire il tracciato, muovendosi verso il centro o lungo l’intero cammino. Un’attività adatta per sviluppare concentrazione e motricità fine.

Procedimento

Tagliate due rettangoli di cartone della dimensione di 21x30cm. Con le tempere o i colori acrilici dipingetene uno con sfondo verde (per la lumachina) e l’altro con sfondo blu (per la farfalla). Lasciate asciugare bene. Aggiungete dettagli di prato, fiori o le nuvole in cielo, per rendere lo sfondo più vivace. Stampate il cartamodello, ritagliatelo e riportate le forme sui cartoncini corrispondenti.

Giochi e passatempi

Cruciverba

Lo sapevi che a metà del 1800 il ketchup… Troverai il resto della frase a cruciverba risolto, leggendo nelle caselle evidenziate.

(Frase: 6, 5, 4, 10)

ORIZZONTALI

1. Un numero

5. Grande recipiente per liquidi

10. Regione montuosa della Calabria

12. Il Trek storica saga della fantascienza

13. «Di» per gli inglesi

15. Il pesciolino di Geppetto

17. È una al tocco

18. Correlativo di quam

20. Prende i voti...

22. Le iniziali della Blasi

23. Associazione no profit

24. Depone uova verdi

26. Le iniziali della conduttrice D’Amico

28. Pallini a Parigi

30. Un anagramma di cori

32. Metro quadrato in breve

Incollate con la colla a caldo la corda di juta creando una spirale. Sarà più facile se prima l’avrete disegnata con una matita. Ora trasferite i cartoncini sulla base preparata in precedenza. Con un pennarello potete disegnare la bocca e aggiungere altri dettagli alle vostre figure, come guance, sopracciglia o decorazioni sulle ali. Per rendere le figure ancora più simpatiche, incollate degli occhi mobili e realizzate le antenne usando un pulisci-pipa e due perline di legno. Lasciatevi guidare dalla fantasia: ogni dettaglio renderà il vostro lavoro unico.

Consiglio utile: infilate un pulisci-pipa piegato su un lato del cartone e fissatelo bene sul retro con del nastro adesivo. Potrete utilizzarlo come piccolo porta-palline: sarà utile per riporre le palline ed evitare di perderle quando il gioco non viene usato.

Utilizzo

Prendete delle perline da 1cm di legno (in alternativa potete utilizzare palline di feltro o creare delle palline di carta stagnola).

I bambini devono posizionare una pallina all’inizio del percorso di corda e, muovendo la base o usando le dita farle avanzare lungo la spirale fino al centro o alla fine.

Non adatto ai bambini sotto i 3 anni per la presenza delle piccole palline.

Utilizzare sotto la sorveglianza di un adulto.

Materiale

• Cartone spesso di riciclo

• Cartoncini colorati

• Colori acrilici o tempere

• Pennelli

• Corda di iuta naturale spessa

• Colla a caldo

• Cartoncini colorati

• Occhietti mobili (facoltativi)

• Perline di legno (per decorare e per il gioco)

• Pulisci-pipa nero (per le antenne della lumaca)

• Forbici

(I materiali li potete trovare presso la vostra filiale Migros con reparto Bricolage o Migros do-it)

Buon divertimento!

Tutorial completo azione.ch/tempo-libero/passatempi

Vinci una delle 2 carte regalo da 50 franchi con il cruciverba e una carta regalo da 50 franchi con il sudoku

Scoprite i 3 numeri corretti da inserire nelle caselle colorate.

33. Nilo senza fine

34. La «ti» dei greci

35. Preposizione francese

36. Sono taglienti

VERTICALI

1. Può essere a perdere

2. Le iniziali dell’attrice Stefanenko

3. Moto nervoso

4. Ci può essere anche quella ottica

6. Le iniziali del comico Siani

7. Questo a Trastevere

8. Possono esserlo amici e ... prodotti

9. Figura della danza classica 11. Atmosfera poetica 14. Ventilatore inglese

16. Un quinto di five

19. 1050 romani

21. Comodi, spaziosi

25. Uomo senza cuore!

27. Fiume albanese

29. Guida la preghiera nella moschea

31. La giornalista Lasorella (iniz.)

34. Le iniziali della Anselmi

Soluzione della settimana precedente PICCOLE CURIOSITÀ – Il cervo con le sue corna che si rinnovano periodicamente, è simbolo di rinascita e quindi spesso lo troviamo… Resto della frase: … RAFFIGURATO NEI BATTISTERI

Regolamento per i concorsi a premi pubblicati su «Azione» e sul sito web www.azione.ch I premi, tre carte regalo Migros del valore di 50 franchi, saranno sorteggiati tra i partecipanti che avranno fatto pervenire la soluzione corretta entro il venerdì seguente la pubblicazione del gioco. Partecipazione online: inserire la soluzione del cruciverba o del sudoku cliccando sull’icona «Concorsi», homepage in alto a destra Partecipazione postale: la lettera o la cartolina postale che riporti la soluzione, corredata da nome, cognome, indirizzo del partecipante deve essere spedita a «Redazione Azione, Concorsi, C.P. 1055, 6901 Lugano . Non si intratterrà corrispondenza sui concorsi. Le vie legali sono escluse. Non è possibile un pagamento in contanti dei premi. I vincitori saranno avvertiti per iscritto. Partecipazione riservata esclusivamente a lettori che risiedono in Svizzera.

Sudoku

Barbecue a legna: molti dimenticano

GUSTO

Grigliare

l’ingrediente tempo

Quando le temperature esterne si alzano, torna la voglia di grigliate. Ma fare il barbecue con la legna non è così facile. Andreas Isoz della Steakhouse Bahnhöfli di Mettmenstetten ci svela i suoi migliori consigli.

Testo: Kian Ramezani

Perché grigliare con la legna?

Le braci del fuoco a legna creano un sapore imbattibile che né il gas né il carbone possono eguagliare. Il fuoco crea anche un'atmosfera accogliente e confortante, che ha un effetto positivo sul senso del gusto.

Cosa serve per un fuoco a legna?

Un buon legno, un accendino e un coltellino. Questo basta per grigliare facilmente alcune salsicce. Per braciole, bistecche o petto di pollo è necessaria una griglia. E cosa che molti dimenticano: un buon fuoco a legna richiede tempo. Ci vogliono ben 60 minuti perché si formi una bella brace con un leggero strato di cenere, su cui si può grigliare perfettamente.

Quale legno consiglia?

Nella nostra Steakhouse utilizziamo solo legno duro, preferibilmente di faggio della regione. Il legno di abete è generalmente meno adatto perché brucia troppo rapida-

mente e a causa delle scintille che volano. Inoltre, la legna non deve essere umida, altrimenti non brucerà a sufficienza e ci vorrà più tempo per la formazione della brace. Come deve essere accatastata la legna?

Il fuoco ha bisogno di ossigeno sufficiente. Impiliamo i legni tutti nella stessa direzione con uno spazio sufficiente tra l’uno e l'altro. Anche una disposizione incrociata con il legno spesso in basso e il legno sottile in alto funziona molto bene.

Meglio accendere dal basso o dall’alto?

La qualità del fuoco non ne risente molto. Ma i fattori esterni giocano un ruolo importante: un fuoco acceso dall’alto produce meno fumo perché i gas che ne derivano attraversano la fiamma calda e bruciano quasi completamente. Se il vento soffia, a volte non c’è altra scelta che accendere un fuoco riparato in basso.

Tagliare o meno le salsicce?

Io taglierei una salsiccia di vitello, visto che è fatta con un impasto di carne che si espande durante la cottura e può provocare la rottura della salsiccia, il che è poco gradevole da vedere. Questo non accade con le salsicce a bassa percentuale di impasto di carne, come quelle di maiale, per cui non è necessario tagliarle. A meno che, ovviamente, i bambini non insistano.

Come si può evitare il fumo?

Se si utilizza la legna per la cottura e il barbecue, il fumo non può essere completamente evitato. Tuttavia, un fuoco acceso dall’alto e sufficientemente caldo non produce quasi alcun fumo. Non si deve mai accendere il fuoco con carta lucida o legno incollato, perché potrebbe produrre vapori tossici.

Invece di cambiare la distanza dal calore, ti consigliamo di lavorare con

diverse zone di calore

A un certo punto, le braci si spengono. Non si può più grigliare?

Se si vuole preparare il cibo per un periodo di tempo più lungo, si dovrebbe sempre lasciare la legna accesa sul bordo per garantire un rifornimento costante di braci fresche.

A quale distanza dal fuoco si deve grigliare?

Invece di modificare la distanza dalle braci, si consiglia di lavorare con zone di calore diverse. È molto facile farlo spingendo le braci lontano e dando loro una forma a cuneo. In questo modo, nella parte posteriore ci saranno più braci e quindi più calore, mentre nella parte anteriore ci sarà più fresco. Questo consente di ottenere contemporaneamente diversi livelli di cottura e quindi preparare diversi tipi di carne o di tenerli in caldo.

Si può grigliare direttamente sulle fiamme?

Una volta portata a temperatura in un punto più fresco della griglia, la carne può essere grigliata sulla fiamma. Senza questa preparazione, tuttavia, non si raggiunge il grado di cottura desiderato e la carne rimane fredda e cruda all’interno. Nel peggiore dei casi, si brucia anche all’esterno. Molte cose possono andare storte in termini di sapore cuocendo direttamente sulla fiamma, quindi non è consigliabile.

Gustose idee per la griglia
Salsiccia Ticinese
Andreas Isoz (41) è il direttore della Steakhouse Bahnhöfli di Mettmenstetten (ZH) e della Winzerhaus di Weiningen (ZH).
L’ossigeno è altrettanto importante per un buon fuoco quanto la legna adatta.
Azione

Viaggiatori d’Occidente

Viaggiando di generazione in generazione

Sono nato nel 1964. Tecnicamente sono un Boomer, sia pure di misura, ma forse sarebbe meglio dire che mi trovo sul confine tra due generazioni: Baby Boomer (1946-64) e Generazione X (1965-80). Ecco perché, mi sono detto, lungo tutta la mia vita per me era sempre troppo presto (il ’68 per esempio) o troppo tardi. Strada facendo «ho visto cose che voi umani non potreste immaginare», per citare un film molto amato dalla mia generazione (Blade Runner, 1982, nel quale peraltro la trama è proiettata in un lontanissimo… 2019, che nel frattempo è già passato da un pezzo). Ho visto l’uomo sulla Luna e presto potrei ritrovarlo su Marte. Ho ascoltato la voce di sei papi, ho visto cadere il Muro di Berlino e le Torri Gemelle, ricordo quando Maradona segnò un gol con la mano. Non solo i grandi eventi, anche gli oggetti della mia vita quotidiana sono cambia-

ti continuamente. Sono cresciuto con la TV di Stato in bianco e nero, l’ho vista diventare a colori, infine moltiplicarsi in mille canali. Sono figlio del vinile, poi ho comprato le prime musicassette (e il Walkman!), infine i CD (dopo l’effimero MiniDisc); oggi sono abbonato a una piattaforma di streaming audio digitale. In gioventù ho scritto ancora lettere a mano, poi ho faticosamente imparato a digitare con due dita sulla macchina da scrivere e sui primi computer; ma quando mi sono affacciato al mondo digitale ero già un giovane adulto, e dunque non ce la farò mai a competere con i nativi digitali della Generazione Z (1997-2012). Potrei continuare quasi all’infinito, ma avete capito cosa intendo. Una generazione non è solo un’indicazione temporale, come il segno zodiacale, ma condivide nella memoria grandi eventi storici, personaggi,

Cammino per Milano

consumi, esperienze. Anche così la generazione non è un destino, certo, piuttosto un orizzonte di senso. Naturalmente questo vale anche per i viaggi. Restando al mio caso personale, ho viaggiato da giovane con l’Interrail, senza Wi-Fi. Ho usato guide cartacee e carte geografiche, quando Google Maps e Trip Advisor non esistevano; ho avuto un album rilegato di fotografie, prima di Instagram. Sono tutte caratteristiche dei Baby Boomer in viaggio, mi spiega Rachele Focardi, italiana prestata a Singapore e Londra, esperta di dialogo tra generazioni. Altri aspetti? I Baby Boomer, spesso pensionati con qualche risorsa, amano viaggi comodi, magari organizzati, come le crociere; da soli muovono l’80% dei viaggi di lusso e buona parte del turismo culturale nelle città d’arte. La Gen X (1965-80) ha meno certezze di lavoro e carriera; inoltre deve

Il Vertumno del giardino Perego

L’odore dei pitosfori appena dopo l’acquazzone, per strada, all’improvviso, preannuncia il parchetto che stavo cercando. Accentuato dalla pioggia, il profumo ubriacante dei fiorellini biancopanna-crema di questo arbusto sempreverde il cui nome, al plurale, mi fa sempre venire in mente Montale, accoglie il visitatore sulla soglia del giardino Perego. Aperto nel 1941 come parco cittadino, questo pezzetto di giardino rimasto di quello all’inglese dei conti Perego di Cremnago, in origine era il giardino con gli orti curati dalle monache umiliate del monastero di Sant’Erasmo e dove passeggiavano calme le canonichesse regolari lateranensi del convento dell’Annunciata. E in questo lembo di verde sopravvissuto quasi per miracolo, senza fatica adocchio subito, di schiena, l’oggetto del mio peregrinare metropolitano. È la statua tardo settecentesca del dio etru-

sco del mutamento delle stagioni, la primavera in particolar modo, come pure delle trasformazioni in generale, scolpita da uno scultore di Rancate. E così, in pieno centro, a due passi dal quadrilatero della moda, imbocco il sentiero irregolare disegnato nel 1817 da Luigi Canonica (1762-1844). Un altro mio conterraneo: architetto illustre nato a Tesserete – un paio di chilometri da casa e dove ho fatto le medie – e autore qui a Milano dell’Arena civica, l’ampliamento del palcoscenico della Scala, molti altri teatri, palazzi, opere di urbanismo. Il camminamento è breve verso la statua del Vertumno, attorniato da rocailles ritrovate: tocco della collaborazione di Canonica con il paesaggista Luigi Villoresi (1779-1823) – con il quale realizza il parco della reggia di Monza dove aveva ideato il teatrino della villa Reale – noto anche come ibridatore di rose. Un signore su-

Sport in Azione

damericano mangia il suo pranzo da una vaschetta in alu sotto il bagolaro, su una panchina un ragazzo scalda con l’accendino un tocco di fumo. Arrivo dal Vertumno monco in pietra di Viggiù, detta anche «La gentile», e incontro il suo sguardo triste. Gli occhi scavati, senza naso come statue più antiche, il muschio tra i riccioli, provato da tutto questo tempo qui fuori ma bello come un Apollo, è opera di Grazioso Rusca (1757-1829). Scultore ticinese non conosciutissimo citato però, pare, in tutte le guide turistiche dei tempi per via di due angeli portamensa nella Cappella Colleoni a Brescia. Di sue opere, in zona, ci sono da vedere, in pietra arenaria, su in cima a Palazzo Rocca Saporiti in corso Venezia, i dodici dei consenti della mitologia romana. E se aguzzate ancora di più la vista, in marmo di Candoglia potete scorgere sul Duomo, una sua guglia raffigurante Sant’Eu-

I quattro Moschettieri hanno lasciato il segno

Si è parlato a lungo, nelle scorse settimane, del rifiuto degli spadisti svizzeri di rendere omaggio alla bandiera e all’inno di Israele. Agli Europei under 23 di Tallinn, in Estonia, il quartetto rossocrociato aveva conquistato la medaglia d’argento alle spalle dei coetanei israeliani. Va detto subito che i nostri atleti si erano congratulati con i loro rivali. Il gesto proposto sul podio ha tuttavia suscitato un putiferio. Senza mezze misure, si è passati dalle lodi per il coraggio e la coerenza dei nostri atleti, all’indignazione per aver mescolato politica e sport. Quest’ultimo assunto, lo dico con un pizzico di nostalgia, appartiene a un passato romantico da tempo sepolto. Da anni, lo sport è visceralmente invischiato nella politica. Anzi, lo sport è politica. Restando a Tallinn, vi siete chiesti come mai non c’era la squadra russa? Semplicemente perché dal febbraio del 2022, da quando l’e-

sercito di Putin ha invaso l’Ucraina, lo sport russo è stato messo al bando. Che colpe hanno i giovani atleti russi che hanno dedicato l’infanzia e l’adolescenza alla formazione, per costruirsi una carriera da campioni? In compenso, a Tallinn, come a tutte le manifestazioni europee, partecipano gli atleti israeliani. Vi risulta che Israele si trovi in Europa? Chiaramente no. Ma ciò avviene poiché nel contesto asiatico molte nazioni si rifiutano di sfidare squadre o atleti che si presentano sotto le insegne della stella di Davide. Non è una scelta politica, questa? Che dire poi del boicottaggio dei Giochi Olimpici di Mosca nel 1980, da parte degli Stati Uniti e dei Paesi vicini alla Nato? Una scelta campata per aria? No, fu la reazione, dell’allora presidente USA Jimmy Carter, all’invasione sovietica in Afghanistan, avvenuta pochi mesi prima. Vogliamo parlare della rap-

occuparsi dei figli e spesso anche di genitori sempre più longevi. Per questo sono viaggiatori molto pragmatici e attenti ai costi. Sarebbero curiosi, ma poi spesso, tutto considerato, un buon villaggio turistico resta la scelta preferita. Invece i Millennial (1981–1995) sono stati la generazione più innovativa, sia nel lavoro, dove hanno ridefinito spazi, ruoli e priorità, sia nei viaggi. Sono focalizzati sui propri bisogni e desideri, cercano esperienze autentiche, uniche e l’incontro coi locali; privilegiano la sostenibilità ambientale. Spesso organizzano da soli i loro viaggi, anche appoggiandosi a social media e influencer. I più giovani Gen Z (19972012) naturalmente stanno ancora definendo il loro stile di viaggio, quasi diviso tra mondo reale e spazio della rete, con frequenti passaggi dall’uno all’altro.

Come sempre poi la realtà è piace-

volmente complicata. E così emerge anche una domanda crescente per viaggi multigenerazionali. Già ora metà dei Boomer e Gen X viaggia soprattutto in famiglia e il 40% di questi viaggi comprende tre generazioni. I nonni Baby Boomer sono quasi sempre i finanziatori occulti, mentre i nipoti presidiano il versante tecnologico. L’organizzazione non è facile: bisogna combinare attività adatte a tutte le età e livelli di energia, alternando cultura, avventura, relax, con un occhio all’accessibilità per chi si muove con più fatica. Specie dopo l’isolamento della pandemia, e il ritorno ai molti impegni quotidiani, si cerca di passare più tempo di qualità assieme, almeno durante le vacanze, per rafforzare i legami familiari, meno scontati che in passato, attraverso esperienze condivise che diventeranno poi ricordi. Gettando ponti preziosi tra generazioni diverse.

stachio, oltre a un San Luca evangelista e un bassorilievo con Davide che tiene la testa di Golia sulla facciata sempre del Duomo, del quale, nel 1805, viene nominato protostatuario. Un moto di pietà e stima mi spinge ad abbracciare con lo sguardo, un pomeriggio capriccioso ai primi di maggio, il suo Vertumno dimenticato tra le fronde di un ippocastano. Abbandonato qui dai Perego che si sono portati via tutte le altre statue che adornavano il loro glorioso giardino, un tempo percorso da un sistema di rogge che si fingevano ruscelli attorno a finti ruderi. Gli tiene compagnia, sempre scolpito in calcarenite oolitica a grana fine grigia-rosetta ora adombrata e inzuppata in parte di pioggia, un cane senza più gamba né muso. Il braccio destro del Vertumno tiene pendula una ghirlanda di fiori cesellati tipo ortensie. Spariti i finti ruderi, falsi ruscelli, la peschiera delle suo-

re, la serra neogotica del Canonica, in questo avanzo di giardino all’italiana prima ritrasformato poi all’inglese ed ex verde claustrale, racchiuso oggi tra via dei Giardini, via Borgonuovo, via dell’Annunciata, resta lui l’unica vestigia di grazia. Oltre agli angoli come scorci di boschi tipici del giardino all’inglese. La divinità etrusca metamorfica, propizia alla crescita della vegetazione, con quel cane accanto, zoppo, il muso mozzo, quasi non è più statua e sembra avere preso qui vita propria. Senza perderci analizzando il mito di Vertumno tra Properzio e Ovidio, vanno almeno enumerate alcune delle sue diciassette trasformazioni: mietitore di spighe, convitato ebbro, Bacco eccentrico, fauno uccellatore, pastore, venditore di rose, vecchietta. Una signora anziana si siede su una panchina di legno, all’ombra della quercia rossa.

presaglia messa in atto quattro anni dopo dal blocco sovietico, che non si presentò all’edizione di Los Angeles? Fu una pura e semplice scelta politica. Konstantin Černenko non aveva alcuna ragione oggettiva per replicare. Nell’Unione sovietica si inventarono che, in California, la loro delegazione non avrebbe potuto beneficiare di adeguate condizioni di sicurezza. Lo sport, piaccia o no, è usato dai potenti come strumento di propaganda e come manifestazione spinta dell’identità nazionale. Fra le edizioni dei Giochi Olimpici che ho potuto seguire sul posto, quella del 2014 a Sochi è stata la più vergognosa. Per i miliardi investiti dal regime di Vladimir Putin nella costruzione di cattedrali nel deserto, atte a celebrare la sua gloria e la sua potenza. Vergognosa anche e soprattutto per il controllo militaresco al quale tutti noi siamo stati sottoposti. Le porte dei bus che ci

trasportavano sui luoghi di gara venivano sigillate col piombo da soldati in assetto di guerra. Sembrava di vivere in prossimità del muro, nella ex DDR. Sei anni prima, a Pechino, si ebbe la sensazione che ogni giornalista, ogni cameraman, ogni tecnico, ogni ospite, avesse costantemente alle sue spalle una sorta di angelo custode. Per proteggerlo? Magari, non saprei, e non lo escludo. Di certo per evitare che ficcasse il naso, là dove sarebbe stato saggio lasciar perdere. Lo sport, può essere persino più potente ed efficace di un summit fra leader politici, e può fungere da molla con la quale costruire una carriera politica. Negli anni Settanta, la distensione tra Stati Uniti e Cina era stata alimentata da una partita di ping pong.

Georges Weah, da Pallone d’oro a Presidente della Liberia. Arnold Schwarzenegger, da Bodybuil-

der a Governatore della California. Più recentemente, Vitalij Klyčko, ex pugile, campione del mondo dei pesi massimi, è diventato sindaco di Kiev e braccio destro di Volodymyr Zelens’kyj. Sono solo tre esempi fra mille. Non saprei dire se è la politica che sa sfruttare abilmente la forza dello sport, o viceversa. Sono per contro convinto del fatto che i due ambiti vivano una relazione incestuosa. In entrambi, la posta in gioco è elevatissima, sia in termini di legittimazione del sistema politico, sia in termini finanziari.

In questo scenario, i veri protagonisti, gli atleti, vengono spesso censurati. A loro non è concesso esprimere un parere. Prima che sportivi, sono esseri umani, con cuore e testa. In un contesto così complesso, e così compromesso, il timido, gentile, silenzioso gesto dei quattro spadisti svizzeri suona quasi come romantico.

di Claudio Visentin
di Oliver Scharpf
di Giancarlo Dionisio

Hitdella settimana

invecedi14.75

Prosciuttocrudodei Grigionisurchoix Svizzera,120g, inself-service, (100g=4.58)

3.15 invecedi4.50

Asparagiverdi Spagna/Italia/Ungheria, mazzoda1kg 36%

6.95 invecedi10.95

9.70 invecedi19.40

ChickenCrispy DonPollo prodottosurgelato,inconf. speciale,1,4kg,(100g=0.69)

Validigio.–dom.

Prezzi

imbattibili weekend del

Tuttol'assortimentodiabbigliamento

Settimana Migros Approfittane e gusta

6.95 invece di 10.95 Asparagi verdi Spagna/Italia/ Ungheria, mazzo da 1 kg 36% 20. 5 – 26. 5. 2025

5.50 invece di 9.54

Prosciutto crudo dei Grigioni surchoix Svizzera, 120 g, in self-service, (100 g = 4.58)

32%

9.95

invece di 14.75

Orata reale M-Classic, ASC d'allevamento, Turchia, 2 pezzi, 720 g, in self-service, (100 g = 1.38)

9.70

invece di 19.40

Chicken Crispy Don Pollo prodotto surgelato, in conf. speciale, 1,4 kg, (100 g = 0.69)

Bellezza dalla natura Frutta e verdura

1.80

Patate dolci

Stati Uniti / Spagna / Egitto, al kg Formaggio per insalata M-Classic

Chicchi

Ricetta per il delizioso sciroppo di rabarbaro: migusto.ch

Rabarbaro Svizzera, al kg 21%

6.50

invece di 8.30

27%

5.95

invece di 8.25

Melone retato Italia, al pezzo 34%

2.95

invece di 4.50

21%

1.80

invece di 2.30

Lattuga cappuccio con cuore Anna's Best 230 g, (100 g = 0.78)

31%

Albicocche

Spagna, vaschetta da 1,5 kg, (1 kg = 3.97)

3.40

invece di 4.95

22%

Pomodori carnosi Ticino, al kg, (100 g = 0.34)

3.50

invece di 4.50

Cetrioli da campo Ticino, al kg, (100 g = 0.35)

Migros Ticino

Rosolare la salsiccia per 8–10 minuti a fuoco medio, girando di tanto in tanto. Ha un sapore delicato di pepe e noce moscata e si abbina meravigliosamente alla ciabatta, alle verdure grigliate e alle patate arrosto.

Pesce e frutti di mare

Il mare nel piatto

4.25 Filetti di salmone con pelle Migros Bio d'allevamento, Irlanda, per 100 g, in self-service

2.80 Filetti di merluzzo M-Classic, MSC pesca, Atlantico nordorientale, per 100 g, in self-service

Gamberi Black Tiger tail-on crudi Pelican, ASC prodotto surgelato, 400 g, 14.36 invece di 17.95, (100 g = 3.59) a partire da 2 pezzi 20% PREZZO BASSO

2.95 Filetti di trota affumicati M-Classic, ASC d'allevamento, Danimarca, 125 g, in self-service, (100 g = 2.36)

45%

8.95 invece di 16.35

Lombi di nasello del Capo M-Classic, MSC pesca, Atlantico sudorientale, 300 g, in self-service, (100 g = 2.98)

23%

9.95

invece di 13.05

Gamberetti sbollentati e sgusciati M-Classic, ASC d’allevamento, Ecuador, 450 g, in self-service, (100 g = 2.21)

Merluzzo atlantico da pesca selvatica

20%

12.70

Bastoncini di merluzzo Pelican, MSC prodotto surgelato, 2 x 720 g, (100 g =.0.88) conf. da 2

invece di 15.90

Il nostro pane della settimana: cruschello di segale, sesamo e semi di lino donano a questa pagnotta un aroma di tostatura dalle note dolci. La mollica è morbida e saporita

2.80

invece di 3.50

3.20 Twister rustico cotto su pietra Migros Bio 360 g, prodotto confezionato, (100 g = 0.89)

6.95 invece di 9.30 Biberli d'Appenzello 6 x 75 g, (100 g = 1.54)

Oat Cookies Petit Bonheur 230 g, prodotto confezionato, (100 g = 1.22) 20% 3.– Toast di

4.50

Trancio di tiramisù 275 g, prodotto confezionato, (100 g = 1.64)

12.90 invece di 19.50

Leckerli finissimi in conf. speciale, 1,5 kg, (100 g = 0.86) 33%

Un bel sorriso e... «cheese»!

da 2 20%

8.25 invece di 10.36

Le Gruyère dolce AOP

2 x 280 g, (100 g = 1.52)

7.05

invece di 8.85

Le Gruyère grattugiato AOP 3 x 130 g, (100 g = 1.81)

1.85

invece di 2.35

Ha un sapore più delicato e dolce rispetto al fratello maggiore

Appenzellerin

invece di 2.05 Asiago pressato DOP per 100 g, prodotto confezionato 17% 2.40 invece di 3.–Canaria Caseificio per 100 g, prodotto confezionato

1.70

Migros Ticino
a partire da 2 pezzi

conf. da 6 –.30 di riduzione

Yogurt Saison e M-Classic disponibili in diverse varietà, per es. Saison ribes/limetta/rabarbaro, 6 x 200 g, 3.90 invece di 4.20, (100 g = 0.33)

2.20

Formaggini freschi per 100 g 15%

invece di 2.60

Grande Caffè Macchiato, Cappuccino o Zero, per es. Macchiato, 3 x 250 ml, 3.95 invece di 4.95, (100 ml = 0.53) conf. da 3 20%

conf. da 2 20%

5.60

invece di 7.–

Formaggio fresco Cantadou aglio ed erbe aromatiche, rafano o mix di pepe, 2 x 140 g, (100 g = 2.00)

conf. da 2 15%

4.55

invece di 5.40

Mezza panna UHT Valflora, IP-SUISSE 2 x 500 ml, (100 ml = 0.46)

conf. da 6 20%

Latte intero UHT o latte drink UHT, Migros Bio per es. latte intero, 6 x 1 litro, 9.35 invece di 11.70, (100 ml = 0.16)

Tutti i formaggi freschi Cantadou (confezioni multiple escluse), per es. aglio ed erbe aromatiche della Provenza, 140 g, 2.80 invece di 3.50, (100 g = 2.00)

Migros Ticino

Prodotti

freschi e pronti

Pronto e servito in un battibaleno

conf. da 4 30%

Pizze Anna's Best, refrigerate Prosciutto o Margherita, per es. Prosciutto, 4 x 400 g, 14.95 invece di 21.60, (100 g = 0.93)

20x CUMULUS

3.95 BBQ-Mix Anna's Best 250 g, (100 g = 1.58)

20x CUMULUS

Pronto al volo sulla griglia o in forno Ora anche in confezione famiglia

6.95 Succo d'arancia Andros 1,5 litri, (100 ml = 0.46)

conf. da 3 33%

Ravioli Anna's Best refrigerati ricotta e spinaci o mozzarella e pomodoro, per es. ricotta e spinaci, 3 x 250 g, 9.50 invece di 14.25, (100 g = 1.27)

conf. da 2 20%

Cornatur nuggets o scaloppine mozzarella e pesto, per es. nuggets, 2 x 225 g, 6.30 invece di 7.90, (100 g = 1.40)

Con buccia d'arancia, goji, acerola, mango e mela

Fruits Smoothie Orange

Irresistibili

20%

7.35

invece di 9.20

Coppette di gelato M-Classic prodotto surgelato, Ice Coffee, Vacherin o Bananasplit, in confezioni speciali, per es. Ice Coffee, 4 x 165 ml, (100 ml = 1.11)

50%

9.70

invece di 19.40

5.95

Gelato su stecco Cowboy prodotto surgelato, 12 x 48 ml, (100 ml = 1.03)

Mega Star prodotto surgelato, alla mandorla, alla vaniglia o al cappuccino, in conf. speciale, 12 x 120 ml, (100 ml = 0.67)

6.95

Gelato su stecco Thunderstorm prodotto surgelato, 8 x 67 ml, (100 ml = 1.30)

4.50

Gelato su stecco Delta-Jet prodotto surgelato, 8 x 53 ml, (100 ml = 1.06)

Gli immancabili a casa tua

Chips Zweifel

Wave Inferno, Nature, Paprika oppure Poulet im Chörbli, in conf. XXL Big Pack, per es. Wave Inferno, 250 g, 4.75 invece di 6.15, (100 g = 1.90) 22%

Baked Cracker, Pita o Pretzel, Zweifel per es. Baked Cracker, 2 x 95 g, 4.45 invece di 5.60 conf. da 2 20%

2.90 Arachidi Salt & Vinegar Party 200 g, (100 g = 1.45) 20x CUMULUS Novità

Spuntini prelibati

Tutte le gallette di riso e di mais (prodotti Alnatura e mini tondelli di riso con cioccolato al latte esclusi), per es. gallette di mais Lilibiggs, 130 g, 1.19 invece di 1.70, (100 g = 0.92) a partire da 2 pezzi 30%

Cini Minis o Nesquik, Nestlé 2 x 500 g, (100 g = 0.74) conf. da 2 25%

7.40 invece di 9.90

Ora aromatizzate con sale e aceto

Sofficini M-Classic prodotto surgelato, disponibili in diverse varietà, 8 pezzi, 480 g, per es. al fromaggio, 3.71 invece di 5.30, (100 g = 0.77) a partire da 2 pezzi

6.60

Nutella in conf. speciale, 1 kg, (100 g = 0.66) Hit per le pause

5.70 invece di 8.17

Wedges Denny’s, Classic o Mexican prodotto surgelato, in conf. speciale, 1 kg, (100 g = 0.57) 30%

da 3 33%

5.90 invece di 8.85 Sugo di pomodoro al basilico Agnesi 3 x 400 g, (100 g = 0.49)

5.60

Oli d'oliva Don Pablo

1 litro o 500 ml, per es. 1 litro, 8.76 invece di 10.95 20%

Tutti i tipi di caffè Exquisito, in chicchi e macinato per es. extra dolce macinato, 250 g, 4.76 invece di 5.95, (100 g = 1.90) 20%

5.25 invece di 7.50

Spumante bianco o rosato, Non senz'alcol, 750 ml, (100 ml = 0.70) 30%

9.95 invece di 14.95

rossa, blu o gialla, 6 x 1,5 litri, (100 ml = 0.11) conf. da 6 33%

Dolci e cioccolato

Amore al primo boccone

5.40

invece di 6.80

Knoppers frutta a guscio, arachidi o cocco, in confezione speciale, 10 x 40 g, (100 g = 1.35) 20%

conf. da 3 20%

Tavolette di cioccolato Excellence o Les Grandes, Lindt per es. Excellence Orange Intense, 3 x 100 g, 9.45 invece di 11.85, (100 g = 3.15)

conf. da 3 22%

Biscotti M-Classic

biscotti Japonais, biscotti all'albicocca o Rocher al cioccolato al latte, per es. biscotti Japonais, 3 x 115 g, 5.– invece di 6.45, (100 g = 1.45)

20x CUMULUS Novità

–.50 di riduzione

Tutti i biscotti in rotolo M-Classic e Migros Bio per es. Biscotti Rädli, 210 g, 1.70 invece di 2.20, (100 g = 0.81)

Chicchi di mais fritti e ricoperti di cioccolato

2.95 Frey Crispy Coaties fritti e salati, 130 g, (100 g = 2.27)

a partire da 2 pezzi

30%

Tutto l'assortimento Haribo per es. Kinder-Party, 250 g, 2.94 invece di 4.20, (100 g = 1.18)

Per una casa che profuma di primavera

30%

Tutto l'assortimento Hygo WC per es. cestelli per WC Color Pearls Ocean Breeze, il pezzo, 2.77 invece di 3.95, (10 g = 0.79)

o Discs, Persil in confezioni speciali, per es. in polvere per colorati, 4,5 kg, (1 kg = 5.54) 48%

a partire da 2 pezzi 15%

Confezione di ricarica Handy 1,5 litri, 2.81 invece di 3.30, (1 l = 1.87)

Carta igienica Hakle pulizia trattante o pulizia morbida, in confezione speciale, per es. pulizia trattante, FSC®, 24 rotoli, 17.50 invece di 29.20 40%

Salviettine umide Hakle

Detersivo Perwoll in conf. speciale, 2,6 litri, per es. Black, (1 l = 6.13) 30%

15.95 invece di 23.02

a partire da 2 pezzi

Pagine che profumano

Collutori Listerine

(confezioni multiple e da viaggio escluse), per es. protezione gengive Total Care, 500 ml, 4.88 invece di 6.50, (100 ml = 0.98)

Tutto l'assortimento Secure (confezioni multiple e sacchetti igienici esclusi), per es. Ultra Normal FSC®, 20 pezzi, 4.96 invece di 6.20 a partire da 2 pezzi 20%

finte super facili da applicare

Collutori Listerine per es. Fresh Mint, 2 x 500 ml, 7.95 invece di 10.70, (100 ml = 0.80)

Tutto l'assortimento Sensodyne e Parodontax (confezioni multiple e speciali escluse), per es. dentifricio Sensodyne Repair & Protect, 75 ml, 5.96 invece di 7.95, (100 ml = 7.40)

Set di ciglia Ardell Press On per es. Set Naked Soft Volume con applicatore, il set, 19.95

Feelgood Purefun il pezzo

Un po’ di tutto dall’assortimento

30%

Tutti i tovaglioli, le tovagliette e le tovaglie di carta, Kitchen & Co., FSC® (articoli Hit esclusi), per es. tovaglioli con cuori, 33 x 33 cm, 20 pezzi, 3.15 invece di 4.50

20%

Tutto l'assortimento di alimenti umidi per gatti Vital Balance per es. Adult al manzo, 4 x 85 g, 3.68 invece di 4.60, (100 g = 1.08)

Accorciare gli steli di circa 5 cm e mettere in acqua tiepida

9.95 Fantasmini per bebè disponibili in diversi colori e motivi, taglie 10–26

15%

Per un perfettosound

Tutto l'assortimento JBL per es. altoparlante Go 4 nero, il pezzo, 39.96 invece di 49.95 20%

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