Cooperativa Migros Ticino
Società e Territorio Il nuovo Foglio dell’Atlante geologico della Svizzera è dedicato a Mendrisio
Ambiente e Benessere Nuove strategie ambientali: il Ticino sempre più impegnato contro microplastiche e microinquinanti, e lo fa investendo sul fronte degli impianti di depurazione
G.A.A. 6592 Sant’Antonino
Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXII 23 aprile 2019
Azione 17 Politica e Economia Julian Assange anello di collegamento nel Russiagate grazie al quale salva Trump
Cultura e Spettacoli La Bilblioteca Cantonale di Bellinzona dedica una rassegna a Lucrezio, autore latino
pagina 11
pagina 3
pagina 25
pagina 35
di Cazzullo,Venturi, Di Stefano pagine 21-22-51
AFP
Rinascerà dalle proprie ceneri
Una nuova era alle porte? di Peter Schiesser Tenetevi forte, è in arrivo un doppio loop, sull’ottovolante della rivoluzione informatica: il G5. Detto banalmente, un potenziamento tecnologico che faciliterà e renderà ancora più rapida la trasmissione dei dati attraverso la rete, di cui in realtà nessuno può prevedere oggi le future ricadute e applicazioni. Vien detto che questo nuovo scalino evolutivo tecnologico è la condizione necessaria per inaugurare l’era dell’«internet delle cose», in cui tutto – l’auto, la casa, gli apparecchi, noi... – sempre più interagirà in tempo reale. Ma non sappiamo in che modo questa interconnessione modificherà il nostro modo di vivere. Come non avremmo mai immaginato che sarebbe venuta l’era dei social media, quando abbiamo cominciato a scambiarci e-mail e sms. Tanto più che si fa già molta fatica a capire come è cambiata e sta cambiando la nostra vita, a livello micro e macro, con le potenzialità tecnologiche odierne: che esaltano il potere di un nostro gesto (con un touch compriamo, vendiamo, scegliamo, decidiamo), modificano l’accesso alla conoscenza (molto più libero ma velato dalle fake news), ci rendono
vulnerabili come individui e come collettività ad attacchi, truffe, criminalità, a vere e proprie guerre cibernetiche (già in atto da anni), ci spogliano della nostra privacy e della nostra identity, e magari anche un po’ del passato human spirit. In realtà, le promesse di un ancora più lussureggiante virtuale paradiso cibernetico non verranno a scadenza domani: se teoricamente la tecnologia G5 dovrebbe permettere di ridurre il tempo di latenza (quello che scorre fra un atto e la reazione) da 30 a 1 millisecondo, a scaricare un film ad alta risoluzione in 40 secondi, in realtà sarà inizialmente una sorta di G4+, giusto tre volte più veloce del G4 (informazioni dedotte da un articolo della NZZ, 12.2.2019). Inoltre, se guardiamo al panorama nazionale, molto dipenderà dal gestore di telecomunicazione: debole nel comparto della rete fissa, Sunrise, almeno in questa prima fase, sfrutterà la tecnologia G5 come se fosse una fibra ottica aerea, per collegare meglio alla rete mobile chi vive in zone finora male allacciate; Swisscom, leader nella telefonia fissa, potenzierà l’offerta in termini di velocità, qualità ed efficienza, ciò che potrà essere interessante soprattutto per i grossi clienti. Ma per poter entrare in questa nuova era, le antenne di telefonia mobile
dovranno essere adattate alla nuova tecnologia, e se ne dovranno aggiungere di nuove. Le aziende del settore parlano chiaro: o si alza la soglia limite delle radiazioni non ionizzanti permesse (in Svizzera la legge è fra le più severe al mondo), o si costruiscono 15 mila antenne in più. Siccome oggi tutti vogliamo uno smartphone dell’ultima generazione ma non un’antenna in giardino, per lodevoli motivi di salute (benché gli studi scientifici arrivino al massimo a non poter escludere danni alla salute, non però a comprovarli in condizioni non estreme), l’innovazione tecno-informatica richiederà tempo in Svizzera. Ma, indipendentemente dalle resistenze che potranno nascere da noi, la partita vera si giocherà a livello mondiale e noi ne saremo senz’altro influenzati. Sul piano internazionale, poi, la partita politica che si gioca attorno al G5 non è meno intricata: Huawei, leader in alcuni componenti tecnologici del G5, è un’azienda cinese di proprietà dello Stato, si teme quindi che Pechino possa impossessarsi di una mole enorme di dati in tutto l’Occidente grazie a qualche accorgimento tecnico invisibile. Non per nulla l’Amministrazione Trump tenta di convincere gli europei a rinunciare a Huawei. Con poco successo, finora.