Cooperativa Migros Ticino
società e territorio A colloquio con Nicoletta NoiTogni, sindaca di San Vittore e granconsigliera grigionese
ambiente e Benessere Covid: risultati sempre più incoraggianti da Israele, Inghilterra e dagli Usa dimostrano l’efficacia e la sicurezza dei vaccini
G.A.A. 6592 Sant’Antonino
Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXIV 12 aprile 2021
azione 15 Politica e economia Occhi puntati ad Est, gli Stati uniti vogliono riaffermare il ruolo guida su Cina e Russia
cultura e spettacoli Grazie ai tipi di Interlinea è uscito un doveroso omaggio a Giovanni Orelli
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Keystone
le ambizioni spaziali della cina
di Giulia Pompili pagina 25
nuovi approcci per la terza ondata di Peter Schiesser La Pasqua è stata una boccata d’ossigeno per i settori legati al turismo in Ticino, con l’eccezione della ristorazione; ora tutti gli occhi sono puntati sul Consiglio federale, che questa settimana rivaluterà la situazione pandemica. Non credo che si possa prevedere nuovi allentamenti: le ospedalizzazioni sono in aumento, anche nelle cure intense, e il Ticino ha di nuovo un’incidenza che supera i 160 casi per 100mila abitanti (per molto meno la Germania è chiusa da mesi, con forti restrizioni nei contatti interpersonali). La crescita dei contagi è di nuovo esponenziale, si dovrà inoltre ancora analizzare se la voglia di vacanza pasquale l’avrà aggravata, ma la percezione è che siamo all’inizio di una terza ondata. Lo conferma anche la task force scientifica nazionale, secondo cui il picco verrebbe raggiunto in giugno o luglio. La task force traccia oggi i suoi scenari basandosi su un nuovo modello epidemiologico elaborato dall’Università di Basilea, che tiene conto delle misure di contenimento, delle varianti del virus, della velocità con cui si vaccina la popolazione, dell’impatto che più favorevoli condizioni climatiche hanno sulla trasmissione del virus,
sulle ospedalizzazioni e sui decessi – e secondo questo modello e i dati di febbraio i contagi continueranno a crescere. Una volta di più, la situazione è delicata. Ad ogni ondata le condizioni sono diverse. Oggi abbiamo una campagna di vaccinazione in corso ed entro fine luglio (non più fine giugno, causa ritardi nelle forniture) chi lo vorrà potrà farsi vaccinare almeno la prima dose, ciò che ci avvicinerà all’immunizzazione di massa. Ma ci vorrà tempo, anche oltre fine luglio, prima di poter tirare un respiro di sollievo, poiché si è davvero protetti dal vaccino, perlomeno da un decorso grave della malattia, solo due settimane dopo la seconda dose. Al contempo è impossibile non percepire che il rispetto delle misure di contenimento viene meno nella popolazione, ciò che facilita la trasmissione del virus, tanto più quando c’è una variante come quella inglese che risulta più infettiva. Ci sono elementi di ottimismo (vedi Maria Grazia Buletti a pagina 13), lo stesso Consiglio federale è tuttora dell’opinione che in estate si possa tornare ad una vita con molte meno restrizioni, ma ci sono anche ragioni per preoccuparsi, perché se è vero che le ospedalizzazioni e i decessi delle persone più anziane sono in netto calo, ora negli ospedali ci finiscono comunque persone più giovani.
Come durante la seconda ondata, anche nella terza serve una prospettiva, eventualmente nuove forme di controllo della pandemia (che non siano restrittive), perché molte persone hanno raggiunto il limite di sopportazione. Non solo, ma soprattutto i giovani, per la maggior parte in paziente e frustrante attesa della fine del distanziamento fisico e sociale. Forse fra qualche giorno il Consiglio federale ci presenterà qualche prospettiva, in vista dell’estate, ma di certo non mancherà un ulteriore appello a far uso dei test rapidi per il Covid. Fino a poco tempo fa erano considerati inaffidabili e il loro uso controproducente, per il falso senso di sicurezza che possono dare – ma questo veniva detto anche delle mascherine, all’inizio della pandemia –, ora possono diventare un importante strumento di controllo dell’epidemia: offrirne 5 al mese a ognuno indurrà, si spera, le persone, a testarsi prima di una cena con amici, per esempio. Persino il nostro medico cantonale Merlani li ritiene utili, oggi, e oltre ai test di massa in scuole e aziende sta valutando la possibilità di chiedere alla popolazione di farsi tutti un test lo stesso giorno, da ripetere dopo alcuni giorni. L’esempio dei Grigioni è incoraggiante. La strategia oggi è: testare, testare, testare e vaccinare.