Azione 13 del 24 marzo 2014

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Cooperativa Migros Ticino

G.A.A. 6592 S. Antonino

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXVII 24 marzo 2014

Azione 13 M sho alle pa pping gine 4 9-54

Società e Territorio Paghetta, premi e regali, come insegnare il valore dei soldi ai propri figli?

Ambiente e Benessere Un metodo di trattamento che offre nuove prospettive nella cura dei tumori: con l’oncologa Licia Rivoltini parliamo di immunoterapia

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Politica e Economia La Crimea vota l’annessione alla Russia, ma Ucraina e Stati Uniti la dichiarano illegale

Cultura e Spettacoli Sul set di Torneranno i prati, il nuovo film di Ermanno Olmi, sulla Prima guerra mondiale

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di Maria Grazia Buletti

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Vincenzo Cammarata

Saper fare, saper essere

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Una partita a scacchi d’altri tempi di Peter Schiesser Quale soluzione è immaginabile nel XXI secolo per disinnescare un conflitto condotto con metodi da XX secolo, le cui radici affondano nel XIX e nei secoli precedenti? E chi vincerà questa partita a scacchi giocata su più livelli, la cui prima pedina vinta/persa è la Crimea? Le risposte non possono che rispecchiare la complessità insita nelle due domande. Tuttavia, per ora dalle stanze del potere in Occidente emerge solo una posizione che rispecchia i valori e le norme del moderno diritto internazionale in cui non trovano più posto secessioni e annessioni di territori orchestrate da una superpotenza, ma appare un po’ impotente. Di conseguenza non si dà riconoscimento internazionale al passaggio della Crimea dall’Ucraina alla Russia e si imbocca la via delle sanzioni economiche. Ma poi finisce qui. Perché è chiaro che la Crimea è perduta: Stati Uniti, Unione europea e Ucraina non sanno come annullare un’annessione realizzata in perfetto stile imperialistico da XX secolo e precedenti. E nessuno sa come reagire se le mire di Putin si estendessero al resto dell’Ucraina orientale. Per esempio: che cosa farebbero Stati Uniti e Unione europea se, per cor-

rere in aiuto ad altri fratelli russi, Mosca occupasse tutto l’est dell’Ucraina e perciò anche le regioni che danno sul Mar Nero? Non è un’ipotesi così remota. Soprattutto se consideriamo che in quello Stato cuscinetto fra Romania e Ucraina meridionali chiamato Moldavia c’è la regione della Transnistria (grande poco meno del doppio del Ticino). Nel 1990 si è dichiarata indipendente, ospita truppe russe (un terzo della popolazione è russo) e in questi giorni ha chiesto l’annessione alla Russia. Russa la Crimea, russa 400 chilometri più a ovest la Transnistria, Odessa (lingua ufficiale il russo e russo un terzo della popolazione) e altri territori nel mezzo potrebbero con il tempo scivolare nella morsa di Putin. Come si opporrebbero Stati Uniti e Unione europea? Con bombardieri e carri armati o missili? Naturalmente no: piuttosto con un crescendo di sanzioni economiche. Ma queste colpirebbero chi le subisce e chi le impone. Si può capire la ritrosia di molti Paesi europei, soprattutto della Germania, a imporre sanzioni troppo severe: l’Ue importa il 35 per cento del petrolio, il 30 per cento del gas (perlopiù attraverso l’Ucraina) e il 26 per cento di altri combustibili fossili dalla Russia. Il vasto intreccio di relazioni economiche che si è creato fra l’Europa e la Russia è un Tallone

d’Achille per entrambi. Di una guerra economica soffrirebbero tutti, in particolare in una fase congiunturale delicata come quella attuale. Se nella strategia dell’Occidente l’integrazione economica delle ex potenze nemiche (Russia, Cina) doveva fungere da deterrente a politiche imperialistiche vecchio stile, ora rende più difficile sanzionarle. Gli Stati Uniti, inoltre, subirebbero ritorsioni russe sul piano geopolitico: come già ventilato, Mosca si opporrebbe a Washington in tema di Siria e di nucleare iraniano. In una strategia globale, tuttora da elaborare, converrebbe forse tenere a mente che Putin sa reagire con rapidità e astuzia a tutte le mosse degli avversari, a differenza di questi. Usa e Ue si sono schierati a difesa di una rivoluzione contro un potere corrotto e autoritario, a sostegno di un’opposizione filo-occidentale e anti-russa che chiede maggiore legalità, democrazia e prosperità. Ma in passato i leader filo-occidentali (in particolare Julia Timoshenko) non si sono rivelati meno corrotti e meno incapaci di quelli filo-russi. Un moderno Stato ucraino, con valori «degni» di un’Ue e che esca dal suo stato economico comatoso è tutto da immaginare e da costruire - una prospettiva un po’ modesta per le regioni orientali che sentono sul collo il fiato di Madre Russia.


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