Azione 22 del 26 maggio 2014

Page 1

Cooperativa Migros Ticino

G.A.A. 6592 Sant’Antonino

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXVII 26 maggio 2014

Azione 22 -67 ping M shop ne 41–50 / 60 i alle pag

Società e Territorio Uomini e figli: riflettere e confrontarsi sui diversi ruoli dei padri

Politica e Economia La persecuzione dei cristiani nei Paesi musulmani

Ambiente e Benessere L’utilizzo della luce in medicina per comandare i neuroni del nostro cervello – Seconda parte

Cultura e Spettacoli I percorsi a tratti paralleli di Jean Arp e Osvaldo Licini

pagina 13

pagina 3

pagina 32 pagina 25

Meglio una fine orrenda Alla riscoperta delle vie d’acqua che un orrore senza fine che uniscono Ticino e Milano di Peter Schiesser Credit Suisse ha avuto la sfortuna di diventare vittima di un nuovo orientamento giudiziario americano: se in passato una denuncia penale (figurarsi per evasione fiscale) significava la morte di una banca o di qualsiasi grande società estera, oggi si può sopravvivere, la licenza ad operare su suolo americano viene salvata, ma a caro prezzo. 2815 milioni di dollari sono la somma più alta che una banca svizzera abbia mai dovuto sborsare in un contenzioso giudiziario. Che appare ancora poca cosa di fronte ai 13 miliardi di dollari che JP Morgan deve pagare per manipolazioni del tasso Libor. Ma che è più del triplo di quanto dovette versare UBS per lo stesso tipo di reato (aver attivamente aiutato cittadini americani ad evadere il fisco). Una conferma del fatto che oggi a Washington la tendenza è di spremere il limone con tutta la forza che una superpotenza egemonica riesce ad esprimere: il vice-ministro della giustizia statunitense James Cole ha sottolineato negli scorsi giorni che dal 2009 le autorità americane hanno comminato multe a istituti finanziari per 50 miliardi di dollari. È la legge del più forte, in cui la giustizia si associa anche all’arbitrio. Tuttavia, a giudicare dalle reazioni, fra i dirigenti della banca, negli ambienti bancari e fra i politici svizzeri prevale il sollievo per aver chiuso la vertenza con il fisco americano (i dettagli a pagina 28). Credit Suisse è una banca di importanza sistemica, un suo fallimento non avrebbe le ripercussioni di un crack di UBS, ma l’impatto sarebbe importante, sia in Svizzera sia negli Stati Uniti, dove impiega molto personale (un aspetto di cui le autorità statunitensi hanno sicuramente tenuto conto quando hanno deciso di non togliere la licenza ad operare alla banca svizzera). Ora Credit Suisse può guardare avanti, liberato dagli scheletri che aveva negli armadi. È dal 2008, quando UBS entrò nel mirino del fisco americano, che il CS è uscito dal mercato patrimoniale americano e che non accetta più capitali non dichiarati al fisco, ma c’erano i decenni precedenti da farsi perdonare, ossia da indennizzare. E questo ora viene fatto. Per risolvere il contenzioso fiscale fra Stati Uniti e UBS ci era voluto un trattato internazionale e la violazione del segreto bancario, con la consegna di migliaia di nominativi di clienti americani – un vero e proprio affare di Stato. Nel caso di Credit Suisse, il fisco americano non ha richiesto i nomi dei clienti, poiché tramite autodenunce o altri canali riesce ad ottenerli comunque, quindi la vertenza è risultata meno «politica». Ciò non tranquillizzerà del tutto gli altri 13 istituti bancari svizzeri sotto accusa negli Stati Uniti. In particolare la Banca cantonale di Zurigo, quella di Basilea e la Julius Bär devono aspettarsi di essere spremute a dovere. Ma allontana comunque per tutti lo spettro di un fallimento. Una volta risolti anche questi contenziosi, si potrà dire che per la piazza finanziaria svizzera sarà terminata un’epoca. Dovranno essere trovati ancora dei meccanismi per regolare le pendenze con Italia, Francia, Germania. Ma con l’introduzione, fra qualche anno, dello scambio automatico di informazioni fiscali, in un contesto in cui le banche svizzere non vogliono più accogliere capitali non dichiarati, si potrà inaugurare una nuova era. Nella quale, per avere successo, le banche svizzere dovranno – nelle parole del presidente della direzione della Banca Nazionale Thomas Jordan: saper offrire prestazioni e servizi sopra la media, essere assolutamente resistenti alle crisi finanziarie (grazie ad abbondanti mezzi propri), godere di una reputazione superiore alla media. Questa è la nuova frontiera. Molto meno rischiosa della precedente.

VOTAZIONE GENERALE 2014 Rinnoviamo a tutti i soci l’invito a partecipare alla votazione generale Migros. Ultimo termine per la spedizione o consegna della scheda

SABATO 7 GIUGNO 2014 Attenzione: diversamente da quanto indicato nella lettera di accompagnamento al materiale di voto, informazioni dettagliate sulle attività e i risultati di Migros Ticino nel 2013 sono contenute nel rapporto annuo pubblicato nel n. 21 di Azione del 19 maggio 2014.

di Claudio Rossetti

pagina 15


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
Azione 22 del 26 maggio 2014 by Azione, Settimanale di Migros Ticino - Issuu