Cooperativa Migros Ticino
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Settimanale di informazione e cultura Anno LXXVII 7 luglio 2014
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Società e Territorio Il selfie: analisi di un fenomeno di massa che nasconde creatività e ironia
Ambiente e Benessere Il Parc Naziunal Svizzer è il più antico delle Alpi e quest’anno festeggia il suo primo centenario
Politica e Economia Si riaccende la tensione fra israeliani e palestinesi
Cultura e Spettacoli A Rancate si ripercorre la carriera di Rosetta Leins
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Franco Banfi
I gioielli di ghiaccio del Naret
di Banfi e Belloni pagina 11
Pennellate di Francia di Peter Schiesser 20 giugno. Il ministro dell’economia Arnaud Montebourg mette fine alla vertenza Alstom, colosso energetico e ferroviario francese: lo Stato diventa azionista di maggioranza e autorizza un’alleanza con la americana General Electric, ma alle condizioni francesi. Restano a mani vuote la tedesca Siemens e la giapponese Mitsubishi. In Francia il capitalismo di Stato ha vinto sul liberalismo. Montebourg statuisce: «vigilanza patriottica». La grandeur è salva, ma al prezzo di un’alleanza con gli americani. 20 giugno, ore 21. Appuntamento in un bar nell’11.esimo arrondissement di Parigi per Francia-Svizzera. Giovani di ogni etnia affollano le strade, poche auto a contendersele; negozietti e locali di ogni genere. La goleada dei bleu impedisce di accorgersi che fra le decine di scalmanati avventori ci sono tre svizzeri. Alla quinta rete, il tripudio è incontrollabile, impossibile distinguere una voce nel coro di una nazione calcisticamente rinata. Poi, la sorpresa: al 5 a 1 battono le mani, al 5 a 2 le mani battono ancora e qualcuno grida Vive la Suisse! Più tardi mi dicono che la Nazionale francese aveva deluso alla vigilia dei Mondiali, che si aveva paura della Svizzera. Siccome non si voleva
un’umiliazione dei rossocrociati, sono state applaudite anche le sue reti, si ammira la forza con cui si battono pur se sconfitti. La blasonata banca BNP Paribas dovrà pagare 8,947 miliardi di dollari agli Stati Uniti per aver aggirato le sanzioni americane nei confronti di Sudan, Iran e Cuba. Il 30 giugno BNP Paribas si è dichiarata colpevole a New York di falsificazione di documenti commerciali e collusione. Come Credit Suisse, non perderà la licenza bancaria negli Stati Uniti, ma dovrà sottostare a umilianti verifiche future sulla correttezza delle sue operazioni. Attraverso una filiale a Ginevra, fra il 2002 e il 2009 BNP Paribas ha fatto affari con i tre Paesi, comprando e vendendo petrolio e gas in dollari (motivo della sanzione), per 30 miliardi. A nulla è valso l’intervento del presidente francese Hollande presso Obama, il quale gli ha laconicamente ricordato che in America il potere giudiziario è indipendente da quello politico. La grandeur francese subisce un colpo secco. BNP Paribas perde la reputazione di banca al di sopra di ogni sospetto, i francesi l’illusione che la banca fosse eticamente superiore alle altre. 21 giugno, Fête de la musique. A Montmartre, atmosfera rilassata, gioioso coinvolgimento del pubblico, una massa allegra si gode la
serata, in una sorta di orgia estiva abbraccia con il suo entusiasmo i suonatori, mangia, beve, incurante dell’ammasso di rifiuti e di cocci di vetro che con le ore ricoprono le strade. Parigi sa ancora divertirsi e onorare gli artisti. Non quelli a caccia di turisti, ma i propri, quelli che ricordano ai parigini che la città è ancora una fucina artistica. Il 2 luglio Nicolas Sarkozy viene posto in stato di fermo per 15 ore. Interrogato dai giudici, viene poi indagato per «corruzione attiva, traffico di influenza attiva e occultamento di violazione del segreto professionale». È la prima volta che un ex presidente viene indagato per reati tanto gravi. In Francia il presidente ha il potere di un re. Ma deve porlo al servizio della repubblica, non di sé stesso. I guai giudiziari di Sarkozy intaccano anche l’immagine dell’istituzione. Sabato pomeriggio al Jardin du Luxembourg. In una grande vasca rotonda una ventina di inaffondabili barchette di legno con la vela vengono sospinte dalla brezza e rincorse per ore da bambini che con un bastone le sospingono altrove quando toccano il bordo della vasca. Un’amica commenta: «adoro questo gioco, non ha mai fine». Qua e là, Parigi vive ancora i tempi lunghi dipinti dagli Impressionisti nella seconda metà dell’Ottocento.