Cooperativa Migros Ticino
G.A.A. 6592 Sant’Antonino
Settimanale di informazione e cultura Anno LXXVII 21 luglio 2014
Azione 30
Società e Territorio Intervista a Paola Merlini sull’attività di Egalité Handicap
Ambiente e Benessere Importanti risultati di ricerche scientifiche suscitano nuove domande, che cambieranno forse la nostra visione dell’universo
Politica e Economia Cambio di passo di Putin nella crisi ucraina
Cultura e Spettacoli Una Szeemann & Bohdan Stehlik all’Ala Est di Lugano
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Un museo sulla montagna
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di Elia Stampanoni pagina 10
La memoria nelle città di Alessandro Zanoli Fa molto piacere che si sia deciso di dedicare una targa commemorativa a Estival Jazz, in Piazza Riforma, sotto i portici dell’istituto bancario che ne è sponsor. L’onirificienza, per quanto nella forma un po’ semplice di cartoncino su plexiglas, è più che meritata. Ed è un segno di stima anche per le centinaia di migliaia di appassionati, i quali, nel corso degli anni, hanno partecipato con entusiasmo alle esibizioni di un vero Pantheon del jazz internazionale. L’iniziativa fa riflettere, d’altro canto, su come sia andata calando nel corso del tempo l’abitudine di «celebrare» in questo modo l’importanza di personalità o di particolari avvenimenti. L’urbanistica moderna sembra non prevedere più queste finestre temporali, spiragli che ci rendono concreta la percezione del passato e rendono la città uno spazio del ricordo, magari minore, ma significativo. Nella civiltà del presente assoluto manca la volontà di ricordare o mancano le personalità degne di essere ricordate? Partendo dalla targa estivaliera, ci viene la curiosità di un piccolo giro d’orizzonte, sempre rimanendo nei pressi della piazza Riforma. Ecco dunque la
doppia targa commemorativa sull’angolo di Piazza Manzoni (che registra il luogo in cui era installata la celebre tipografia Agnelli e la tragica morte dell’Abate Vanelli, nel 1799). Poco più in là l’epigrafe dedicata al volontario luganese Giovanni Taglioretti, mentre non lontano una targa in bronzo ricorda la presenza a Lugano di Alessandro Manzoni, allievo dei Padri Somaschi tra il 1776 e il 1779. Volendo aggiungere alla lista anche il monumento dedicato a Giacomo Luvini Perseghini nell’atrio del Palazzo comunale, ecco come la Storia ci viene incontro, in una passeggiata in città, con tutto il suo correlato di memoria civile e senso di appartenenza. Se a noi sembrano oggi inutili, il valore sociale delle targhe commemorative era invece ben chiaro ai politici dell’800. In Italia, ad esempio, celebrare luoghi e personaggi, fissare nel paesaggio urbano i fatti risorgimentali, serviva a creare un sentimento di unità nazionale. Non si contano laggiù le case che hanno dato accoglienza a Giuseppe Garibaldi, creando un fenomeno dai tratti anche un po’ umoristici. Nel contesto delle targhe legate al Risorgimento anche la Svizzera italiana può dire la sua, a testimonianza di un legame forte con le
vicende della vicina penisola. La più curiosa è forse quella che si trova sulla facciata dell’Hotel Ravizza a San Bernardino. Vale la pena di citarla per esteso: «In questo albergo / soffermossi nell’agosto del 1858 / il conte Camillo Benso di Cavour / reduce da Plombières / preludio agli eventi / che fecero / l’Italia libera e una». Chissà cosa significa quel «soffermossi»... Dà l’idea di una breve pausa durante un lungo, scomodo, ballonzolante viaggio in carrozza. Il Conte scende, si sgranchisce le gambe, si spolvera il cilindro, entra nell’albergo mentre con un gran fazzolettone pulisce le lenti dei suoi occhialini. Nella testa ha un complicato piano politico: sta tornando da un colloquio segreto tenuto con Napoleone III e nell’incontro ha concordato la possibilità che la Francia sostenga militarmente la causa dell’indipendenza italiana. Il piano andrà a buon fine. Quella lapide ricorda il frammento di un avvenimento epocale che ha modificato l’assetto del mondo: nessuno la noterà ma ha una sua piccola dignità, che vale molto più della pietra su cui è scolpita. È come un segnalibro, e ci ricorda che a volte, al di là della quotidianità distratta, la Storia può passare anche sotto casa nostra.