Cooperativa Migros Ticino
G.A.A. 6592 Sant’Antonino
Settimanale di informazione e cultura Anno LXXIX 18 luglio 2016
Azione 29
Società e Territorio Vacanze e tempo libero dei giovani: le proposte di Compagno di viaggio
Ambiente e Benessere Le ricerche del neuroscienziato Nicholas Humphrey si concentrano sull’evoluzione della coscienza
Politica e Economia A Dallas si riaccende la questione razziale
pagina 9
Cultura e Spettacoli A Zurigo l’artista Francis Picabia non lascia indifferente il pubblico
-63 ping M shop ne 33-42 / 55 i alle pag pagina 19 pagina 3
pagina 26
Foto Geosfera
Dove le Alpi narrano la loro storia
di Elena Robert pagina 6
Banche, tallone d’Achille europeo di Peter Schiesser Si profila un prossimo terremoto finanziario in Europa, questa volta con epicentro non più in Grecia bensì in Italia? L’allarme lo lanciano «The Economist» e «Financial times». Tuttavia, i governanti italiani gettano acqua sul fuoco e persino a Bruxelles e a Berlino, che potremmo oggi definire la capitale tecnocratica e la capitale politica dell’Unione europea, si afferma che la crisi bancaria italiana non è acuta. Resta difficile prevedere i terremoti, in natura come in economia, ma sostenere che la crisi bancaria italiana non sia acuta pare un azzardo, se consideriamo che solo dall’inizio dell’anno l’indice delle quotazioni delle banche italiane (che hanno 360 miliardi di euro di crediti a rischio, di cui 200 irrecuperabili, per tre quarti da aziende private) ha perso oltre il 55 per cento, quello delle banche europee il 35 per cento, mentre lo Stoxx Europe 600 solo un po’ più del 10 per cento. Simili dichiarazioni vanno forse intese come un invito ai mercati a mantenere la calma, in aggiunta ai positivi segnali di un prossimo accordo fra Roma e Bruxelles-Berlino sul risanamento
delle banche con aiuti statali italiani, in deroga alle nuove norme Ue sul salvataggio delle banche che impongono invece, con il termine «bail in», sacrifici ad azionisti e clienti degli istituti di credito prima di ottenere aiuti europei. Evidentemente, in questo frangente a Bruxelles-Berlino pesa di più il timore di un’effettiva crisi finanziaria continentale che un’obbedienza cieca ad una rigida norma europea. Si concede quindi a Matteo Renzi, almeno così sembra, una scappatoia per evitare di far pagare a milioni di piccoli investitori e clienti il salvataggio delle pericolanti banche italiane. In particolare, permettendo aiuti al Monte dei Paschi di Siena, la più antica banca al mondo, prima della presentazione, il 29 luglio, dei risultati dello stress test cui l’Ue ha sottoposto 51 grandi banche europee, si punta ad evitare scosse ai mercati. D’altronde, in seguito alla crisi finanziaria del 2008, Germania, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Belgio, Olanda, Irlanda avevano messo a disposizione centinaia di miliardi di euro «statali» per salvare dal tracollo le loro banche (soltanto la Germania 250-280 miliardi), mentre l’Italia si era illusa di poter risolvere i problemi facendo ripartire l’economia nazionale (che ancora oggi resta al palo). Proprio per evitare che anche in futuro le
banche dovessero essere salvate a spese dei contribuenti, l’Ue aveva introdotto il meccanismo del «bail in», ed ora l’Italia, un po’ ingiustamente, avrebbe dovuto essere il primo Stato membro a subirlo. Se tutto va bene, la crisi non esploderà a breve, ma sarebbe un grave errore credere che basti un bizantino accordo a Bruxelles per tenere in equilibrio il sistema bancario europeo e in ultima istanza anche l’euro (una serie di fallimenti di banche in Italia indebolirebbe Renzi a vantaggio del Movimento 5 Stelle, favorevole ad un’uscita dalla moneta unica europea). L’ex presidente di direzione della Banca nazionale Svizzera, oggi vice presidente del gigante di intermediazione finanziaria Blackrock, Philipp Hildebrand, afferma in un’intervista al «Tages Anzeiger» che l’esito dello stress test previsto a fine mese deve indurre l’Europa a risanare finalmente l’intero sistema bancario. In caso contrario, ogni crisi locale potrebbe avere ripercussioni globali. Così la pensa anche l’FMI. In Italia si è consapevoli da oltre un anno che il numero di banche e sportelli è eccessivo, ma poco o nulla è accaduto sin qui. Certo, non sarà un risanamento indolore per gli Stati e per i risparmiatori, ma l’alternativa è un ulteriore sbriciolamento dell’Unione europea e la morte sicura dell’Euro.