Azione 14 del 30 marzo 2015

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Cooperativa Migros Ticino

G.A.A. 6592 Sant’Antonino

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXVIII 30 marzo 2015

Azione 14 M sh alle p opping agin e 41 -50 /

Società e Territorio I sentieri escursionistici del Ticino, un patrimonio da gestire e promuovere

Ambiente e Benessere Quali sono gli obiettivi principali della chirurgia plastica, e quali sono le differenze tra quella ricostruttiva rispetto a quella estetica?

Politica e Economia È ipotizzabile un intervento militare in Libia?

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Cultura e Spettacoli Vite e felicità di ognuno di noi: uniche e irripetibili

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Cina, fragile dragone

Keystone

di Federico Rampini pagina 23

Un campanello d’allarme per l’AVS di Peter Schiesser È suonato il campanello d’allarme: nel 2014, per la prima volta dal 1999, il saldo di bilancio dell’AVS, ossia la differenza fra entrate e uscite, è risultato negativo. Era previsto, ma la stima di 32 milioni di franchi di maggiori uscite risulta ora decuplicata. E da qui al 2020 le autorità federali prevedono saldi di bilancio negativi tutti gli anni fino ad un massimo di un miliardo, dopodiché il divario esploderà, raggiungendo gli 8 miliardi nel 2030, data mediana in cui, si calcola, il fondo di compensazione AVS avrà consumato il suo patrimonio, attualmente di una trentina di miliardi. Siamo al punto di non ritorno? Non è la prima volta che succede da quando esiste l’AVS (1948), ricordano all’Ufficio federale delle assicurazioni sociali: avvenne negli anni Settanta e Ottanta a causa della crisi economica, poi ancora dalla metà degli anni Novanta, quando si è cominciato a sentire l’invecchiamento della popolazione. Nel 1999 il Parlamento votò un aumento dell’IVA di 1 per cento in favore dell’AVS e dell’AI (di cui 83% per la prima, 13% per la seconda) e la situazione si stabilizzò. A dir la verità, sarebbe peggiorata subito se non ci fossero stati i contributi

della manodopera straniera specializzata e ben pagata, arrivata in Svizzera dopo gli accordi sulla libera circolazione. E poi nello scenario descritto sopra non si tiene conto dei proventi che il capitale del fondo genera (nel 2014 1,7 miliardi di franchi), tuttavia questi possono solo ritardare una tendenza, non invertirla. La risposta dunque é: siamo al punto di non ritorno se le Camere federali non riusciranno a varare una riforma dell’assicurazione vecchiaia entro il 2020 che sia in grado di trovare una maggioranza in una votazione popolare. Ci riusciranno? L’esperienza e la fiducia nel pragmatismo elvetico lasciano sperare che alla fine una soluzione si troverà. Ma, solo quattro mesi dopo che il Consiglio federale ha licenziato il messaggio su «Previdenza per la vecchiaia 2020», i segnali che giungono dal Parlamento sono molto negativi per il ministro Berset. Secondo i suoi critici, il mega-pacco di riforme, in cui è contenuto l’aumento a 65 anni dell’età di pensionamento per le donne, l’età di pensionamento flessibile, una riforma della legge sulla previdenza professionale con diversi punti delicati, è votato al fallimento: più elementi critici contiene una riforma, più oppositori si coalizzeranno. Ai tre maggiori partiti borghesi, UDC, PLR, PPD, non è andato a genio che Berset non abbia tenuto

conto delle critiche espresse durante la procedura di consultazione. E ancora meno considerano accettabile che il risanamento dell’AVS e la revisione della legge sulla previdenza professionale avvengano per 9 decimi incrementando le entrate e solo per 1 decimo tramite risparmi. La commissione per la sicurezza sociale e la salute del Consiglio degli Stati affronta da alcuni giorni il messaggio del Consiglio federale e si capirà presto in quale direzione si muoverà la Camera dei Cantoni. Da informazioni stampa, i partiti borghesi sembrano orientati a suddividere il pacchetto in più riforme e ad affrontarne alcune subito, altre più avanti (altre mai), in particolare vorrebbero al più presto innalzare a 65 anni l’età di pensionamento delle donne e diminuire al 6% il tasso di conversione per i capitali del secondo pilastro. Non sono notizie tranquillizzanti: nel recente passato revisioni dell’AVS e della previdenza professionali troppo unilaterali sono state bocciate dal Popolo, o dalle stesse Camere. Se poi si considera che in tema di assicurazione vecchiaia e malattia è oggi estremamente difficile trovare una maggioranza popolare, come sostiene in una sua analisi il politologo svizzero tedesco Michael Hermann, la scadenza del 2020 per trovare una soluzione solida appare fin troppo vicina.


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