Cooperativa Migros Ticino
G.A.A. 6592 Sant’Antonino
Settimanale di informazione e cultura Anno LXXIX 14 marzo 2016
Ms alle hoppin pag g ine 4958 /
Azione 11
Società e Territorio Due nuovi studi scientifici confermano che i cervelli di donne e uomini sono identici
Ambiente e Benessere Viaggio nel Fars, il cuore della Persia, lungo la via di antichi caravanserragli pagina 15
pagina 2
Politica e Economia Dopo il Supermartedì del 2 marzo votano gli importanti stati della Florida e dell’Ohio
71-7 9
Cultura e Spettacoli La Beyeler di Basilea dedica una mostra importante all’artista francese Jean Dubuffet
pagina 37
pagina 27
Keystone
I profughi, merce di scambio
di Lucio Caracciolo pagina 25
Primavera persiana, atto secondo di Peter Schiesser Nel fragore delle guerre che devastano il Medio Oriente fino al Maghreb, la nostra attenzione nota appena i semi della speranza che osano sfidare l’inverno delle armi e dei totalitarismi. Eppure c’è una nuova primavera pronta a sbocciare che potrebbe mutare gli assetti del mondo arabo, anche se arabo quel Paese non è, bensì persiano: in Iran, l’accordo sul nucleare (e la conseguente abolizione delle sanzioni economiche) ha innescato una dinamica nuova. Ha rinnovato quel desiderio di riforme che aveva trovato in Mohammad Khatami, eletto presidente nel 2007, il suo primo alfiere. Ha dato all’attuale presidente Hassan Rohani una maggiore forza politica in un parlamento dai contorni ancora poco decifrabili, ma non più dominato dai conservatori. E lo ha portato nel Consiglio degli esperti, il gremio che sceglierà il successore dell’Ayatollah Khamenei, la guida suprema della rivoluzione islamica sciita. Ma il potere, in Persia, è solo parzialmente in mano al presidente e al governo. Ci sono Stati nello Stato, come i Pasdaran, le fondazioni dei centri islamici, che hanno un potere politico ed economico enorme, i Pasdaran anche
militare. Sanno tutti troppo bene che il regime ha ancora la forza per reprimere un dissenso troppo smaccato, occorre dunque agire con cautela quando serve e con audacia quand’è il momento. Rohani si sta muovendo in questo senso, un po’ come il primo Gorbaciov, quando cominciò a mettere in discussione il comunismo sovietico dall’interno. Riferisce il «New York Times» che il 7 marzo Rohani ha infranto per primo un tabù assoluto: in diretta televisiva ha ricordato «il mio caro fratello Seyyed Mohammad Khatami», difendendo la sua figura e dicendosi certo che l’Iran non dimenticherà chi ha contribuito alla sua grandezza, contravvenendo così al divieto assoluto di menzionare il nome dell’ex presidente. Benché nei suoi otto anni di presidenza non sia riuscito a realizzare molte riforme, costantemente bloccato dalle forze conservatrici, Khatami resta molto popolare in Iran, e per questo motivo il regime lo ha dichiarato una non-persona, quasi agli arresti domiciliari. La regia ha reagito spegnendo l’audio, ma il nome di Khatami era stato pronunciato, e un’alleanza saldata in diretta. Sì, perché prima delle elezioni parlamentari di febbraio, in un video sui social media Khatami aveva invitato i suoi sostenitori a
votare sia i candidati riformisti, sia quelli centristi (che si riconoscono in Rohani), e così gli elettori hanno fatto. La vittoria di Rohani è anche la vittoria di Khatami. I loro avversari non stanno certo con le mani in mano: i Pasdaran mostrano i muscoli sfidando gli Stati Uniti con un nuovo lancio di missili a lunga gittata. Tuttavia, c’è un motore potente che sta dietro a questa nuova primavera: la necessità di riforme economiche. Una necessità che trova d’accordo anche strati più conservatori, a riprova del fatto che i fronti sono molto fluidi. Gli anni in cui l’Iran era sottoposto a sanzioni economiche, in conseguenza della sfida atomica lanciata dal successore di Khatami, il folle Ahmadinejad, sono stati molto duri: l’economia recedeva, mentre la popolazione cresceva, in numero e in età. Ora è tempo di aprirsi al mondo, chiamare investimenti e know how tecnologico per uno sviluppo economico coerente con le risorse del Paese, a cominciare dall’ottimo grado di formazione scientifica della giovane generazione. Rohani è un riformista? Ambisce solo a far decollare l’economia? Fino a dove si spingerà? L’anno prossimo ci sono le elezioni presidenziali, avrà sicuramente tempo altri quattro anni per farcelo capire.