Azione 01 del 4 gennaio 2016

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Cooperativa Migros Ticino

G.A.A. 6592 Sant’Antonino

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXIX 04 gennaio 2016

Azione 01 ping M shop ne 21-23 i alle pag

Società e Territorio Alle Medie di Breganzona si sperimenta l’interattività

Ambiente e Benessere Citroën ripropone la mitica «spiaggina», in auge negli anni Settanta e Ottanta, con una crossover cabrio tutta ecologica, in commercio dalla prossima primavera

Politica e Economia L’album del 2015 fra tante ombre e qualche luce accesa

Cultura e Spettacoli Guardare leggere in un’incantevole mostra a Rancate

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Ti-Press

Mobilità sostenibile tramite App

di Loris Fedele pagina 7

Tempo di responsabilità di Peter Schiesser Ammettiamolo: non ce lo saremmo aspettato così, il 2015. Non presentivamo l’attacco a Charlie Hebdo in gennaio a Parigi, e neppure, ancora a Parigi in novembre, immaginavamo che potessero venir mitragliati senza pietà decine di giovani in uscita libera la sera. Non ci aspettavamo che centinaia di migliaia di persone si mettessero in marcia per cercare rifugio, speranza, un futuro in Europa, abbandonando il Medio Oriente in fiamme e l’Africa in miseria. Né in Svizzera prevedevamo che la perniciosa crisi dell’euro spingesse la Banca Nazionale ad abbandonare il tasso di cambio minimo del franco con la valuta europea, rallentando l’economia intera e danneggiando l’industria votata all’esportazione, il turismo, il settore del commercio. E siamo in fondo stupiti che il tempo faccia le bizze e non ci regali né pioggia né neve da mesi... Fermiamoci qui: quanto ricordato basta per evocare lo smarrimento che ci ha colto in varie forme nell’anno appena trascorso. Un annus horribilis, si direbbe. E da questo 2016, che dobbiamo attenderci? Forse la cosa migliore sarebbe di evitare pronostici, di farci facili illusioni. La peggiore, di

credere che tutto possa tornare come era prima, crogiolandoci nel ricordo di una mitica età dell’oro. La convinzione che in (un certo) passato tutto andasse meglio e si vivesse più armoniosamente è insito nella storia personale di ognuno, l’evoluzione che compiamo crescendo l’ha impressa nella nostra psiche, e condiziona anche la storia delle società. In realtà, non è mai stato vero: scegliamo di crederlo, nella nostra ricerca di una coerenza e stabilità, come individuo e come cittadino. E a volte stride parecchio, come quando si sente dire che le generazioni del secolo scorso erano più sagge di quelle odierne, rimuovendo come d’incanto che quei tempi furono funestati da due guerre mondiali senza eguali nella storia dell’umanità. Ma tant’è: si vede che abbiamo bisogno di situare in un tempo lontano (quindi poco verificabile) un sentimento di sicurezza senza il quale la nostra esistenza risulterebbe in balia degli eventi. Invece questa fase della modernità che chiamiamo l’età della globalizzazione ci schiaffa in faccia proprio questa verità: stabilità e sicurezza sono concetti relativi in un tempo in cui si fa largo il caos; esistono e non esistono. Dipende. Da persona a persona, da contesto a contesto, da momento a momento.

È motivo per disperarsi? No. È ragione per assumersi responsabilità. Come individuo e come collettività. È il momento in cui possono, devono essere affermati valori fondamentali, quei valori che in tutte le fasi della Storia hanno fatto crescere l’umanità, rafforzandone la comunità. La risposta al caos non è il nichilismo – questa è la scelta compiuta da chi si estremizza. E la risposta da dare al vuoto – di valori, nell’individuo e nella società – non è una nuova ideologia. Al contrario, la risposta è la riscoperta di ciò che ci lega come individui e, viste le sfide che ci attendono in campo ambientale, nel nostro rapporto con il pianeta. Ed ecco che, se guardiamo anche a questo anno appena trascorso, possiamo vedere che, accanto allo sconcerto che ci hanno provocato gli eventi ricordati all’inizio, c’è motivo di sperare che l’umanità possa trovare delle vie d’uscita dai mille problemi che l’attanagliano (Alfredo Venturi ce le ricorda a pagina 13). Ma non sono solo le grandi istituzioni e i governi a doversi riscoprire più saggi ed umani, anche noi, nel nostro piccolo abbiamo delle responsabilità che non possiamo delegare ad altri. Nei rapporti con il prossimo, ma anche con noi stessi, oltre che con il pianeta Terra. L’augurio per il 2016 è che ce ne ricordiamo giorno dopo giorno.


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