Pasta&Pastai_209_MaggioGiugno 2025 issuu

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Focus sul mercato della pasta 2025

Il Raviolificio Scoiattolo tra restyling e nuove linee prodotto

Pasta&Pastai n. 208

ANNO XXX - MAGGIO/AGOSTO 2025

Direttore responsabile

Claudio Vercellone

Coordinatore tecnico scientifico

Silvia Folloni

Open Fields Srl

Comitato tecnico e scientifico

Alfio Amato

Alimentazione e salute

Andrea Bresciani

Unimi - Scienze e tecnologie alimentari

Alessandra Marti

Unimi - Scienze e tecnologie di cereali, pseudocereali e leguminose

Luigi Pelliccia

Responsabile Ufficio Studi e Mercato di Federalimentare

Roberto Ranieri

Innovazione e tecnologia settore agroalimentare

Redazione

Lorenzo Bellei Mussini

ufficiostampa@avenue-media.eu 051 6564337

Pubblicità

Paola Zerbini

pizeta@avenue-media.eu 051 6564348 - 339 2381497

In questo numero

L. Bellei Mussini, G.M. Durazzo, L. Pelliccia

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Avenue media

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Rivista chiusa a luglio 2025

n EDITORIALE

Andamento del raccolto

ECONOMIA AGROALIMENTARE Produzione ed export di pasta: 2025 riflessivo ......................................... 10 di Luigi Pelliccia

INTERVISTA

Rebranding: uno strumento di crescita aziendale .................................................. 18 di Lorenzo Bellei Mussini

DIRITTO ALIMENTARE

Intelligenza artificiale e settore alimentare: qualche riflessione

di Giuseppe Maria Durazzo

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Registrazione N. 8297 del 27 febbraio 2013 del Tribunale di Bologna

Rivista fondata a Parma nel 1995

a cura della Redazione

Andamento del raccolto di grano duro 2025

Secondo Italmopa, i volumi sono in sensibile incremento, mentre la qualità della materia prima è buona

Relativamente agli esiti quanti-qualitativi del nuovo raccolto nazionale di frumento duro, Italmopa - Associazione Industriali Mugnai d’Italia, aderente a Confindustria e a FederPrima, segnala che la produzione 2025 ha fatto registrare, rispetto al raccolto 2024, un sensibile incremento dei volumi che dovrebbero situarsi complessivamente in circa 4.365.000 tonnellate, ovvero una crescita di oltre il 24% circa rispetto alla produzione 2024 calcolata in 3.515.000 tonnellate. Un risultato riconducibile essenzialmente a un incremento delle superfici coltivate e, soprattutto, delle rese medie per ettaro costatate nelle principali Regioni produttrici del Centro, del Sud e delle Isole. Esiti favorevoli si riscontrano anche per quanto concerne la qualità sanitaria e merceologica della materia prima, con particolare riferimento ai pesi specifici dei grani che determinano la loro resa in macinazione, mentre, al contrario, si rileva, per quanto concerne la qualità tecnologica, una ridu-

zione dei tenori proteici rispetto agli ottimi risultati rilevati con il precedente raccolto 2024.

“L’andamento climatico favorevole costatato, negli ultimi mesi, nei principali areali di coltivazione, ha certamente influito positivamente sull’esito quantitativo del raccolto che dovrebbe risultare il più elevato dal 2016” hanno evidenziato congiun-

tamente Vincenzo Martinelli, nuovo Presidente Italmopa, e Clelia Loiudice, Presidente della sezione Molini a frumento duro Italmopa.

“La Regione Puglia, con una produzione stimata di 950.000 tonnellate, precede, in termini di volumi, la Regione Sicilia (800.000 tonnellate), la Regione Marche (580.000 tonnellate) e la Regione Emilia Romagna (450.000 tonnellate). Anche la qualità della produzione nazionale risulta complessivamente soddisfacente nonostante la riduzione generalizzata del tenore proteico. Per quanto concerne la produzione comunitaria, assistiamo, anche in questo caso, a una crescita dei volumi di produzione che dovrebbe garantire una parziale ricostituzione delle scorte situatesi, nel corso degli ultimi anni, su livelli preoccupanti”.

Va ricordato che l’industria molitoria italiana a frumento duro trasforma annualmente circa 6 milioni di tonnellate di frumento duro per la produzione di semole destinate essenzialmente alla produzione di pasta ma anche alla produzione di pane, a uso domestico o all’esportazione. Si tratta di un’industria che, da sempre, trasforma le migliori varietà di frumento, a prescindere dalla loro origine, per produrre semole rispondenti alle esigenze dei pastai italiani e dei consumatori.

La Redazione

Barilla presenta il nuovo report di sostenibilità

Barilla ha pubblicato il suo nuovo rapporto di sostenibilità, che illustra i progressi e gli obiettivi strategici al 2030. Il documento evidenzia l’impegno del gruppo nel miglioramento nutrizionale dei prodotti, nell’agricoltura rigenerativa, nell’efficienza energetica e idrica, nella sostenibilità del packaging e nel supporto alle comunità.

Nello specifico, l’azienda intende favorire la diffusione delle pratiche di agricoltura rigenerativa, con l’obiettivo di arrivare entro il 2030 a un approvvigionamento di 250.000 tonnellate di materie prime provenienti da produzioni rigenerative certificate. Da sottolineare è poi la partnership avviata nel 2024 con LEAD Network, un’organizzazione non profit che sostiene l’avanzamento delle donne nel settore della vendita al dettaglio e dei beni di consumo in Europa. Attualmente, il 35% degli executive e manager di Barilla sono donne, con l’impegno di raggiungere il 40% al 2030.

Da UniBa e Molino Casillo

una nuova pasta che riduce il colesterolo cattivo

Un innovativo trial clinico condotto dall’Università Aldo Moro di Bari (UniBa, che ha pubblicato recentemente la notizia sul proprio sito) ha evidenziato i benefici di una nuova pasta funzionale in grado di ridurre significativamente i livelli di colesterolo non HDL. I risultati del progetto, sviluppati grazie alla collaborazione tra UniBa, Molino Casillo, insieme all’azienda informatica Consis di Bari, che ha fornito il supporto tecnologico per la tracciabilità dei prodotti e la gestione informatizzata dei dati clinici attraverso tecnologia blockchain, così garantendo i più elevati standard di sicurezza alimentare e qualità dei dati, sono stati pubblicati su European Psychiatry. La sperimentazione ha coinvolto un gruppo di soggetti affetti da sindrome metabolica, inclusi pazienti in cura con farmaci psichiatrici. Dopo tre mesi di assunzione, i partecipanti hanno registrato una marcata diminuzione dei livelli di colesterolo non HDL.

Pasta Rummo conferma la partnership

con le Nitto ATP Finals 2025

Pasta Rummo rinnova la sua presenza come partner ufficiale alle Nitto ATP Finals 2025, in programma a Torino dal 9 al 16 novembre presso l’Inalpi Arena, il più grande impianto sportivo indoor d’Italia. L’appuntamento chiude la stagione dell’ATP Tour e vedrà protagonisti i migliori otto tennisti al mondo nel singolare e nel doppio maschile, pronti a sfidarsi per il titolo in un evento che, sin dalla sua inaugurazione a Tokyo nel 1970, rappresenta un punto di riferimento per il tennis internazionale. Per l’occasione, Rummo ha realizzato una special edition da 250 grammi di pasta integrale in confezione limitata, distribuita esclusivamente durante le Nitto ATP Finals come omaggio ai presenti.

Granoro lancia una nuova campagna pubblicitaria

Granoro lancia una nuova campagna pubblicitaria di affissioni e lo fa con Al.ta Agency, agenzia creativa verticale nel mondo del food e spin-off del progetto media Al.ta Cucina, scelta dal brand dopo una gara che ha coinvolto diverse sigle nazionali. La campagna, on air dal 14 al 27 luglio 2025 in Puglia e Basilicata, parte da un assunto chiaro e provocatorio, che non gira intorno alla questione, “Il nostro grano non è italiano. È pugliese”, un’affermazione netta, che ribalta l’equivalenza ormai diffusa tra “grano italiano” e “qualità”, rivendicando con fierezza una provenienza ancora più precisa, più autentica, più buona.

Pasta F.lli Cellino, prezzo calmierato per tutto il 2025 in Sardegna

In un contesto economico complesso per le famiglie sarde, il Gruppo annuncia che “per tutto il 2025, la pasta Classica a marchio F.lli Cellino sarà disponibile a un prezzo più conveniente nei supermercati aderenti in Sardegna. Un impegno chiaro, pensato per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie in un momento in cui l’equilibrio tra qualità e accessibilità rappresenta un valore fondamentale”, si legge in un comunicato stampa. Una scelta in linea con i valori che da sempre ispirano l’attività del Gruppo: promuovere la filiera, valorizzare la materia prima locale e restituire ricchezza al territorio.

La Doria acquisisce

Feger

La Doria ha concluso l’acquisizione del 100% del capitale sociale di Fegé S.r.l. e Fegé Logistica S.r.l., due società costituite nell’ambito di una operazione di scissione parziale e proporzionale di Feger di Gerardo Ferraioli S.p.A. (“Feger”) e Sapori del Sole S.r.l. (“Sapori del Sole”), con sede ad Angri. A renderlo noto sono i vertici del gruppo La Doria. L’acquisizione ha riguardato i compendi aziendali di Feger e Sapori del Sole - attive rispettivamente nella produzione di derivati del pomodoro, legumi e sughi pronti, nonché nelle correlate attività di logistica. Con l’integrazione del compendio aziendale di Feger, La Doria consolida la sua leadership nei derivati del pomodoro e nei legumi, rafforzandola capacità produttiva del Gruppo e preparandosi ad affrontare con maggiore efficienza e flessibilità le sfide dei mercati internazionali.

Gragnano Città della Pasta 2025

Dal 12 al 14 settembre torna Gragnano Città della Pasta, l’evento che ogni anno celebra la tradizione, la cultura centenaria e l’amore incondizionato per la pasta. Promosso dal Consorzio di Tutela della Pasta di Gragnano IGP, in collaborazione con il Comune di Gragnano e la Regione Campania, la manifestazione giunge quest’anno alla sua 23esima edizione, confermandosi un appuntamento iconico, che trasforma la città campana in un vero e proprio red carpet del gusto, attirando migliaia di visitatori da tutta Italia - e oltre. Quest’anno la protagonista assoluta sarà lei: la pasta di Gragnano IGP, con la sua qualità eccellente e i suoi formati iconici. Gragnano è infatti un’industria culturale e gastronomica che, da secoli, sforna star indimenticabili: rigatoni, paccheri, fusilli e spaghetti.

Daunia Durum, il grano duro di Foggia verso il marchio di qualità

La provincia di Foggia si prepara a dare una svolta strategica al suo prodotto agricolo per eccellenza: il grano duro. Nasce infatti il progetto “Daunia Durum”, iniziativa promossa da Confagricoltura Foggia per arrivare a un marchio di qualità certificata che valorizzi il grano coltivato nel Tavoliere come prodotto unico e competitivo a livello nazionale e internazionale. L’idea è ambiziosa e guarda oltre i confini italiani: “Il nostro obiettivo - spiega Filippo Schiavone, presidente provinciale di Confagricoltura e membro della giunta nazionale - è arrivare nel giro di qualche anno a creare il Desert Durum della Daunia.

Responsabile Ufficio Studi e Mercato di Federalimentare

Il pastaio resta sempre un comparto con spiccata vocazione esportatrice

Idati dei primi mesi dell’anno concordano nel delineare un trend in moderata espansione per la pasta italiana. Cominciamo dalla produzione. L’anno scorso essa aveva chiuso con una crescita del +5,1%, rispetto al +1,8% messo a segno in parallelo dal “food and beverage” nazionale. Nel primo quadrimestre la troviamo invece che insegue, con un marginale +0,5% sullo stesso periodo 2024, a fronte del +1,9% raggiunto dall’industria alimentare nel suo complesso. Il rallentamento è netto. E si lega evidentemente, per un comparto con spiccata vocazione esportatrice come il pastaio, all’affievolimento specifico della spinta dell’export. Il quale, dopo aver chiuso con un +5,1% a consuntivo 2024, si è appiattito nel primo trimestre 2025 su un +0,6%.

In sostanza, le incertezze del commercio internazionale hanno impattato sul comparto più che sul “food and beverage” totale. Il quale infatti ha accusato un rallentamento dell’export più contenuto rispetto al pastaio, scendendo, dal +8,6% del 2024, al +6,2% del primo trimestre.

Il legame export e produzione

D’altra parte, il forte legame tra export e produzione nel mondo pastaio è ben noto ed è esplicitato una volta di più dai numeri 2024 di fatturato ed export. Il fatturato del comparto ha raggiunto infatti l’anno scorso la quota di 8.748 milioni, mentre l’export si è attestato sui 4.330 milioni. Ne esce una incidenza export/fatturato del pastaio pari al 49,5%, oltre venti punti sopra l’incidenza del 28,8% rag -

giunta a fianco dall’industria alimentare nel suo complesso. Metà della pasta prodotta nel Paese va oltre frontiera. Non a caso, mentre il fatturato pastaio pesa per il 4,4% su quello complessivo del “food and beverage” nazionale, quello dell’export pastaio sale nettamente e raggiunge una incidenza del 7,6%.

Le destinazioni dell’export sono contraddistinte da un “pacchetto” di quattro mercati che emergono su tutti gli altri. Sono Germania, Stati Uniti, Francia e Regno Unito. La loro importanza è ben rappresentata dal peso, ben superiore alla metà (56,4%), che essi esprimono assieme sull’intera torta dell’export trimestrale. Rispettivamente, la Germania con 183,0 milioni (+2,4%); gli USA con 179,1 milioni (+6,2%); la Francia con 140,7 milioni (-1,3%); il Regno Unito con 115,0 milioni (-5,1%).

Il distacco dalle destinazioni successive è netto, con la Spagna e il Paesi Bassi, che inseguono al

quinto e sesto posto, e che si fermano su quote trimestrali pari a 48,1 milioni e 34,3 milioni. Dai numeri che abbiamo citato emerge piuttosto un fenomeno importante: l’evidente affiancamento e l’incipiente sorpasso degli Usa sulla Germania nel ruolo di sbocco leader dell’export

Tabella 1

Principali destinazioni delle esportazioni

Valori e Quantità - Variazioni %

Gennaio-Settembre 2023/2022

di comparto. La tendenza è stata un po’ ondivaga negli ultimi anni, ma è palese da tempo, fino a diventare ormai matura e incipiente. Va aggiunto che essa è spinta, proprio durante il primo trimestre dell’anno, dal sorpasso già arrivato a livello macro, e cioè a livello dell’intero “food and beverage” nazionale. Il quale ha messo a segno nel periodo un export negli Usa di 2miliardi71milioni di euro (+10,9%), a fronte dei 2miliardi55 milioni (+6,2%) diretti in Germania. Il fenomeno ha una valenza che non è esagerato definire storica. Dispiace, piuttosto, che abbia un sapore agrodolce. Esso è arrivato, infatti, proprio quando è prevista, durante la seconda metà dell’anno, l’entrata in vigore dei nuovi dazi USA nei confronti delle esportazioni comunitarie: col rischio evidente di renderlo volatile. Sono i paradossi della storia. Comunque, la solidità e il

Metà della pasta prodotta nel Paese va oltre frontiera

peso del mercato americano finiranno senz’altro col consolidare, sul passo lungo, il suo primato.

Le

“varietà”

di pasta

Intanto, per ritornare al comparto pastaio, c’è da dire che l’export, nel primo trimestre dell’anno, ha raggiunto la quota di 1miliardo95milioni. C’è da precisare che il suo passo riflessivo, cui si accennava all’inizio, si deve alla leggera flessione della voce più importante, la “pasta alimentare non all’uovo né farcita”, che si è fermata a quota 742 milioni di euro, segnando un -0,6% sul primo trimestre 2024.

Diverso il comportamento della “pasta farcita”, che ha toccato la quota trimestrale di 210 milioni, segnando un tendenziale del +4,8%. Le voci collaterali della “pasta all’uovo non farcita” e dell’“altra pasta alimentare” hanno raggiunto invece quote trimestrali pari, rispettivamente, a 66 milioni (-0,4%) e a 76 milioni (+1,4%). In ogni caso, guardando il panorama complessivo emerge che i due comparti più “export oriented” del panorama alimentare italiano, l’enologico e il pastaio, mostrano entrambi nel 2025 una spinta espansiva marginale, a base di “zero virgola”. Spiccano invece due comparti importanti per fatturato, come il lattiero-caseario e il dolciario, che mettono a segno spunti espansivi a due cifre, valorizzando progressivamente il loro peso sui mercati internazionali. Va ricordato infine, guardando al mercato nazionale, che la pasta ha evidenziato una buona tenuta anche nella perdurante, difficile situazione attraversata dalle vendite interne. Il settore pastaio, su questo versante, conferma invariabilmente il ruolo di salvagente nelle fasi critiche di mercato. Economica, popolare, con

Incidenza

export/fatturato del pastaio pari al 49,5%

la sua enorme versatilità in cucina, la pasta aiuta alla grande a sostenere i consumi alimentari senza impegnare troppo il portafoglio. È una risorsa inossidabile, che emerge puntualmente nelle fasi difficili.

Conclusioni

Il

Il quadro congiunturale del Paese rimane comunque stagnante e non giustifica spazi espansivi della domanda e ampliamenti dei margini. Anche se l’inflazione è tutto sommato contenuta e stabile, i prezzi rimangono in tensione sul fronte delle bollette energetiche. La crescita del PIL, nel primo trimestre, è stata pari al +0,6% in termini tendenziali. Anche se risulta “meno peggio” rispetto a quella di altri player comunitari, essa rimane marginale e del tutto insufficiente a rilanciare il Paese dopo anni di stagnazione.

La crisi dei consumi si lega alla erosione delle retribuzioni e alla lunga crisi di produttività del sistema. La fatica del Paese trova una cartina di tornasole proprio nel perdurante calo delle vendite alimentari sui primi cinque mesi del-

l’anno. Al di là del +1,4% del trend tendenziale in valuta, edulcorato dall’effetto inflazione, esse hanno accusato infatti nel periodo un nuovo calo tendenziale del -1,2% in volume. Se si ricorda che i consumi alimentari in volume vengono da un -1,0% nel 2024 e avevano accumulato un taglio di 9,1 punti nel biennio precedente, si capisce la dura e anomala “traversata” che sta facendo il mercato interno. Un calo di oltre 11 punti in quantità, sull’arco di un quadriennio, di un mercato ritenuto da sempre solido e anticiclico come quello alimentare è senza precedenti sull’arco degli ultimi decenni.

D’altra parte, anche se l’occupazione tiene bene, essa è sorretta soprattutto da mansioni a scarso valore aggiunto e basso salario. Mancano perciò gli spunti per poter dire che la platea dei consumatori troverà nuovi e apprezzabili spazi di capacità di acquisto nell’anno in corso. Per cui l’export, con tutte le sue ombre, dai dazi alle tensioni internazionali, rimane l’unica valvola espansiva del comparto, del “food and beverage” e di tutto il manifatturiero italiano. La sua competitività è la vera architrave del sistema.

I vertici di Scoiattolo - Raviolificio di Famiglia e di Robilant illustrano a “Pasta&Pastai” i passaggi del recente restyling del pastificio lombardo

Lo scorso 10 giugno, Scoiattolo - Raviolificio di Famiglia ha presentato il proprio rebranding, un rinnovamento dell’immagine aziendale, che ha riguardato il brand ma anche il packaging, le ricette e l’assortimento, un percorso reso necessario dalla volontà di rafforzare il marchio in Italia, la fiducia e il percepito del consumatore. La presentazione si è svolta a Milano nella sede di Robilant, la branding agency che ha curato il progetto di riposizionamento e identità visiva. Hanno parlato Massimiliano Di Caro, Direttore Generale di Scoiattolo - Raviolificio di Famiglia, Fabio Molinaro, Direttore Creativo e Partner di Robilant, e Alice Galli, Communication & Marketing Director di Scoiattolo - Raviolificio di Famiglia. All’evento era presente anche “Pasta&Pastai” che ha voluto approfondire, con Fabio Molinaro e Matteo Leonti di Robilant, il “rebranding” come strumento di crescita aziendale, nonché conoscere da Massimiliano Di Caro gli step che hanno portato Scoiattolo - Raviolificio di Famiglia a questo importante riposizionamento.

La Redazione

Qual è stato il vostro ruolo nel progetto di riposizionamento di Scoiattolo - Raviolificio di Famiglia e come lo avete strutturato (rispondono Fabio Molinaro e Matteo Leonti, rispettivamente creative director e strategic director, nonché entrambi partner di Robilant. N.d.R.)?

Il nostro ruolo è stato quello di partner strategici e creativi nel definire una nuova identità per Scoiattolo - Raviolificio di Famiglia, in grado di valorizzarne l’unicità e rafforzarne il posizionamento nei mercati italiani e internazionali. Abbiamo iniziato da un ascolto profondo dell’azienda, della

di Lorenzo Bellei Mussini - Pasta&Pastai publishing coordinator

sua storia e dei suoi valori, per poi tradurli in una strategia di marca coerente, distintiva e memorabile. Il percorso ha incluso la ridefinizione del tono di voce, dell’identità visiva e del sistema di offerta, con l’obiettivo di unire emozione e razionalità, passato e futuro. Sono stati identificati colori di marca forti e autentici, capaci non solo di distinguere in modo chiaro le diverse linee di prodotto, ma anche di costituire nuovi elementi di brand equity. A questi si affiancano visual di prodotto originali e qualificanti, pensati per raccontare la qualità e l’unicità dell’offerta in modo immediato e coinvolgente. Particolare attenzione è stata dedicata all’impatto a scaffale, con soluzioni visive capaci di emergere in un contesto competitivo e catturare l’attenzione del consumatore. Per la linea Nonna Ebe, è stata inoltre sviluppata una nuova struttura di confezionamento, più distintiva e premiante, pensata per valorizzarne il posizionamento premium e rafforzare la perce-

Fabio Molinaro, direttore creativo e partner di Robilant

Come sta andando il mercato della pasta fresca in Italia e all’estero? Voi come siete posizionati, anche in termini di referenze (risponde Massimiliano Di Caro, Direttore Generale di Scoiattolo - Raviolificio di Famiglia. N.d.R.)?

Il mercato della pasta fresca in Italia ha mostrato in tutti i mesi del primo semestre 2025 un andamento a volume positivo (GDO + Discount), con evidenza di una crescita della GDO, seppur inferiore al canale Discount. Il mercato è sempre fortemente soggetto alla pressione promozionale. All’estero registriamo un mercato senza grandi variazioni rispetto allo standard; la crescita di Scoiattolo - Raviolificio di Famiglia è legata a nuovi clienti o dossier. La strategia del 2025 messa in atto da Scoiattolo - Raviolificio di Famiglia sulla marca e la rivisitazione delle linee assortimentali e dei suoi prodotti (con nuove referenze e ricette rinnovate per i prodotti esistenti), nonché le nuove opportunità create su diversi mercati esteri e in ampliamento, ci portano a prevedere di chiudere l’anno in corso con 72mio di fatturato. A oggi i nostri prodotti di punta nel mercato della pasta fresca sono principalmente prodotti a doppia sfoglia con ingredienti ricercati, accostamenti sfiziosi e bilanciati in grado di impreziosire il banco della pasta fresca e di portare sulla tavola

di ogni giorno qualcosa che stupisca! Spaziamo da proposte fortemente innovative con grandi % di ripieno, come formati inusuali e brevettati (vedi il Gigante), fino a soluzioni autentiche che richiamano l’artigianalità e le ricette segrete dei nostri inizi e della nostra storia (vedi i nuovissimi Tortelli di Nonna Ebe). Sia in Italia sia all’estero vengono valorizzate scelte che mettono al centro la ricercatezza e il gusto sfizioso degli abbinamenti insieme alla semplice bontà degli ingredienti selezionati.

Entriamo nel dettaglio delle vostre nuove linee: quali sono stati gli elementi strutturali delle nuove offerte?

All’interno del riassortimento dei nostri prodotti, sia degli storici sia delle nuove proposte, abbiamo voluto rimettere al centro il prodotto per raccontare con più chiarezza e immediatezza, a partire dal piatto, chi siamo, da dove veniamo e perché viviamo la pasta fresca in modo così profondo. Abbiamo pertanto riorganizzato l’offerta andando a individuare ancora meglio i prodotti più distintivi e significativi dell’azienda, dividendoli in 4 linee capaci di parlare tra loro e di farsi portavoce dei valori della marca, seppur avendo poi anche una propria voce ben distinta e un target consu-

La presentazione delle nuove linee con Alice Galli
La crescita di Scoiattolo è legata a nuovi clienti o dossier

matore potenzialmente differente. Tutte le ricette esistenti sono state aggiornate per permettere al consumatore di vivere l’esperienza della pasta fresca con ancora più gusto mentre le nuove ricette vogliono raccontare qualcosa di unico: sia guardare al passato nell’ autenticità e immediatezza di sapori artigianali, squisiti e indimenticabili (pochi gusti e decisi, come voleva “Nonna Ebe”) sia spingersi verso ciò che ancora non esiste per vivere un’esperienza straordinaria nel piatto (proposta innovativa con il formato brevettato a livello industriale per “I Giganti”). Ogni linea riesce così a parlare di scenari diversi e possibili, sia attraverso la scelta dei ripieni che dei formati (raccontati da un’immagine e un codice colore distintivi e diversificati per ogni linea), pur essendo tutti parte della stessa storia di famiglia, che racchiude più persone, diversi momenti storici d’impresa e tante anime al suo interno. Il posizionamento e la riorganizzazione a banco dei prodotti saranno quindi più immediati: grazie alla differenza data da colore, fotografia degli ingredienti, ripieni e formati proposti, punto prezzo. Per un’esperienza della marca e del Raviolificio di famiglia a tutto

tondo, che i consumatori potranno trovare finalmente nel banco della GDO a partire da metà settembre 2025. La nuova offerta Scoiattolo - Raviolificio di Famiglia sarà composta dalle seguenti linee: “I Senza Tempo”, tre prodotti della tradizione dal ripieno ancora più gustoso e di carattere, con sapori familiari e senza tempo; “Gli Iconici”, formati particolari e ripieni innovativi che s’incontrano per regalare un’esperienza di alta qualità per chi cerca qualcosa di speciale che sappia stupire il quotidiano; “Le Ricette di Nonna Ebe”, dedicata alla nostra fondatrice, con due tortelli che raccontano i sapori di casa, con pochi ingredienti e un gusto inconfondibile; “I Giganti”, che segnano l’innovazione del formato e dell’esperienza della pasta fresca, grazie a una proposta extralarge dai ripieni irresistibili, frutto di un processo industriale innovativo e brevettato.

A livello di sostenibilità, quali sono le attività in essere anche a fronte del finanziamento ricevuto da Intesa Sanpaolo?

Scoiattolo - Raviolificio di Famiglia crede fermamente in una sostenibilità concreta e integrata, in grado di abbracciare ambiente, persone e comunità. Al centro di questo impegno c’è un programma che coinvolge l’intero ciclo produttivo: dalla

Il nuovo plant
è un progetto di valore e integrazione nel territorio

selezione delle materie prime al packaging, dalla responsabilità sociale sul territorio fino alla sostenibilità edile per il proprio progetto di crescita. La qualità degli ingredienti scelti, l’attenzione alla filiera corta e la tracciabilità dei processi si uniscono a scelte ambientali consapevoli. L’accurata selezione dei fornitori, quasi completamente italiani per ridurre l’impatto della filiera, prosegue fino al confezionamento per il quale Scoiattolo - Raviolificio di Famiglia ha messo a punto un packaging in grado di coniugare le reali esigenze di conservazione della pasta fresca con il rispetto dell’ambiente, anche in ottica di economia circolare per la parte di etichettatura. Le confezioni Scoiattolo - Raviolificio di Famiglia sono infatti principalmente monomateriche e realizzate con plastica riciclata al 70%, mentre i cartoni per il trasporto composti per l’80% da carta riciclata. Il progetto circolare CYCLE4GREEN al quale l’azienda aderisce, e attivo dal 2021, consente il riciclo interno di 20.000 kg annui di carta siliconata (grazie allo smaltimento della stessa e alla relativa riconversione in etichette cartone), riducendo così significativamente le emissioni di CO2

e il consumo idrico. L’innovazione, il miglioramento e la sicurezza dei processi produttivi si confermano un punto saldo all’interno della gestione aziendale del Raviolificio, costantemente alla ricerca di nuove soluzioni per soddisfare i clienti e le esigenze del mercato, senza dimenticare le numerose operazioni di efficientamento effettuate nel corso degli ultimi anni, che hanno permesso di diminuire sensibilmente i consumi energetici e le emissioni dei gas naturali, come le ultimissime integrazioni in tecnologia 5.0. Proprio nel rispetto di questi principi, si inserisce la costruzione del nuovo stabilimento, un progetto di valore e integrazione nel territorio e nel verde circostante, realizzato con materiali cementizi fotocatalitici (TX ACTIVE) adatti alla riduzione delle emissioni inquinanti e che vedrà la presenza di nuovi e ampi spazi di lavoro per una visione futuristica e innovativa di business e welfare. Proprio sul progetto del nuovo plant e sullo sviluppo sostenibile della capacità produttiva si inserisce il significativo finanziamento ricevuto da Intesa San Paolo, che vuole accompagnare le imprese nella transizione ambientale. Grazie al finanziamento ricevuto, Scoiattolo - Raviolificio di Famiglia mira a promuovere sostenibilità e innovazione tramite significativi investimenti per un importante incre-

mento della capacità produttiva ottenuto con tecnologie innovative e utili a ridurre i consumi kWh/kg con l’inserimento di sistemi di power quality e di autoproduzione energia da fonti rinnovabili. In aggiunta, grazie all’uso di tecnologie ispettive non distruttive di ultima generazione utili a identificare derive qualitative del processo, l’azienda punta a un abbassamento considerevole degli scarti dovuti a non conformità e di conseguenza alla riduzione di inefficienze e sprechi di materie prime ed energia. Inoltre, a fronte dell’ampiamento e del nuovo reparto di stoccaggio, oltre che all’integrazione di alcune funzioni logistiche, l’obiettivo è anche quello di diminuire le relative emissioni derivanti dal trasporto su gomma. Intesa Sanpaolo, ai fini di promuovere lo sviluppo di una economia sostenibile da parte delle imprese, ha inquadrato gli investimenti di Scoiattolo - Raviolificio di Famiglia nei tre criteri ESG, supportandolo così mediante un finanziamento con condizioni dedicate agevolate (riduzione del tasso riconosciute al raggiungimento degli obiettivi di miglioramento in ambito ESG) per accompagnare i suoi sforzi nella direzione di una maggiore sostenibilità sotto il profilo ambientale, sociale e di governance.

La sostenibilità poi è anche sociale e solidale: secondo la rendicontazione REGUSTO, tutte le donazioni fatte nell’anno 2024 corrispondono a

17.752kg di prodotto distribuito, equivalenti a 35.503 pasti donati (con un risparmio di 28.621 kg di CO2, 50.137 m2 di suolo e 32.848 m3 di acqua), grazie alla collaborazione con associazioni come Banco Alimentare, Banco di Solidarietà Alimentare NONSOLOPANEONLUS, Caritas, Protezione Civile, Croce Ross, Bocatas-Binario 10 e tantissime realtà locali minori, che si attivano con diverse iniziative a supporto delle famiglie e del vivere comunitario.

L’azienda promuove inoltre progetti a favore della salute femminile, dell’accoglienza e del sostegno di diverse fragilità e dell’inclusione e partecipa attivamente a progetti educativi e sociali (come Pediatria dell’Ospedale di Tradate, Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, progetti locali per i ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo livello e tanto altro).

A sostegno del territorio, Scoiattolo - Raviolificio di Famiglia è inoltre main sponsor di realtà sportive locali con cui condivide valori e progettualità, tra cui Varesina Calcio, Varesina Basket, HCMV Varese Hockey, Yaka Volley e Skorpions Varese, con la volontà di continuare a creare nuove sinergie e supporto positivo, per un’impresa che sa generare una rete di valore sempre più forte e sostenere lo sport e i suoi significati.

Lo strumento può rappresentare una possibile porta aperta alla involontaria diffusione del patrimonio immateriale riservato dell’azienda alimentare

Debbo questa piccola avvertenza alla diffusione, da parte di ciascuno di noi, del supporto al nostro lavoro fornito dall’intelligenza artificiale (AI), che in seguito definirò anche “macchina”, nella quotidianità professionale e talvolta personalei. Da legale debbo notare che quanto scritto nel “dialogo” intercorso con l’AI resta scritto, o meglio registrato nella memoria della macchina. Quindi al pari di ogni mail, chat, o altra forma di messaggistica o di memorizzazione elettronica permane e sostanzialmente non è cancellabile. Dal punto di vista legale, quanto oggetto di interfaccia con la macchina resta parimenti utilizzabile dagli organi di giustizia nelle loro varie articolazioniii .

La questione processuale è complessa visto che riguarda la salvaguardia delle informazioni da raccogliere, le modalità della raccoltaiii, ma anche il discernimento tra fatti reali e fatti creati della macchina. Anche se l’esperienza maturata nel corso degli anni riguarda l’interazione volontaria o meno delle persone con gli oggetti elettronici collegati o collegabili, smartphone, computer e le relative applicazioni, essa si sta applicando al ricorso (volontario o meno) all’interazione con la macchina dell’AI. E la più recente frontiera verrà sempre più studiata, regolamentata e naturalmente sfruttata quale fonte di notizie volontariamente scambiate dall’utente con la macchina o carpite dalla macchina anche in assenza di consenso o volontà esplicita della persona, così pure contro la volontà dell’umano.

di Giuseppe Maria Durazzo - Avvocato, esperto in diritto alimentare

Quindi, in sostanza, le informazioni entrano nella macchina perché le forniamo noi stessi volontariamente ciò sia per nostro consenso “liberamente” prestato iv all’inizio dell’impiego della macchina stessa, o perché la macchina le acquisisce da nostre azioni, anche senza che l’utente lo voglia, sia per ordini legittimi dell’autorità così come per attività illegittime gestite da chi controlli o infiltri l’intelligenza artificiale. E sovente poco importa, una volta che le informazioni siano fuoriuscite dall’azienda alimentare, che si riesca a individuare il beneficiario di quellev .

L’automatismo del funzionamento della macchina, spesso al di fuori della stessa intenzione del potenziale utente, può generare equivoci, false rappresentazioni della realtà, non solo esterna alla vita dell’operatore, ma anche in relazione al comportamento dello stesso. La macchina che sbaglia, ad esempio, può diventare, dunque, lo strumento di prova di comportamenti che l’uten-

te non ha mai avuto, o di pensieri mai sviluppati, ma anche di semplici intenzioni che non solo non si sono mai compiute, ma neppure in potenza si sono mai formate.

Tralasciando l’appassionante dibattito giuridico esistente in materia, chi interagisca (volente o nolente) con la macchina non è detto che manifesti un propositum delinquendi e men che meno ponga in essere l’attività di quegli “atti inequivoci” che in termini penalistici possono sostanziare il tentativo del delitto. Ma il rischio del fraintendimento del dato che può essere tratto dalla macchina è tanto maggiore, quanto maggiore sia l’abilità della macchina nell’elaborare il prodotto che è quello così detto dell’intelligenza artificiale.

Si potrebbe obiettare che è conoscenza comune che anche la macchina sbagli sia le risposte (e in effetti da un po’ di tempo le risposte della macchina sono sovente accompagnate da clausole di

L’automatismo del funzionamento della macchina può generare equivoci

salvaguardia a favore del proprietario della macchina stessa e del suo gestore), sia a comprendere ciò che le viene richiesto come servizio. E quindi, un’interazione errata uomo/macchina può facilmente essere inquadrata dal terzo (ad esempio l’operatore del controllo) nell’errore, ma visto che processualmente sappiamo quanto taluni fatti di scienza (e la macchina è espressione della scienza) siano deificati (si pensi all’interpretazione dei dati genetici di persone o cose nelle vicende processuali), occorre considerare ogni “malinteso” tra utente e macchina come un potenziale rischio futuro a fronte del terzo inquirente.

L’ampiezza del “dialogo” tra utente e macchina può essere tale da fornire agli inquirenti, così come agli utilizzatori terzi della macchina, un quadro che va ben oltre a quello che oggi è la copia forense di una chat via telefono cellulare o scambio di un qualsiasi messaggio elettronico.

A maggior ragione se l’interazione tra utente e macchina non avvenga secondo la volontà e la coscienza della persona che, magari, neppure sa di essere sottoposto al rapporto con la macchina la quale è strumento di proprietà o di uso da parte di terzi non manifestati.

Per semplificare ancora, mentre ognuno di noi è ben cosciente che il virus informatico, nel computer o nello smartphone, tra le altre cose carpisce cose nostre e talvolta ce ne accertiamo solo a incidente avvenuto, così la macchina, anche in caso di suo perfetto funzionamento, conserva sia le cose che le offriamo intenzionalmente, sia l’interazione avvenuta, che ciò per cui è addestrata a raccogliere comunque informazioni.

Essere aziendalmente coscienti della portata dell’innovazione

Guardando alla criminalistica, viene da pensare alla formazione moderna della dattiloscopia che ha permesso di illuminare molti casi, specialmente prima che, nella fattispecie, i criminali imparassero a usare i guanti nel corso delle pro -

Attenzione

alla condivisione con la macchina del patrimonio immateriale aziendale

prie scorribande. Per restare al mondo del diritto alimentare che è ben lontano da quello dei criminali, ma che invece non di rado è vittima di concorrenza sleale, sfruttamento di notizie anche false, domande di risarcimenti non legittime ecc. se interagisco con la macchina per informarmi sull’arsenico, o sulle tossine dell’Alternaria non è (auspicabilmente) perché intenda compiere un delitto o nasconderne le prove, ma semplicemente per ragioni di studio, di miglioramento di processo, di sviluppo di prodotto. Ciò nonostante è evidente che in caso poi intervenisse un episodio, in qualche maniera riconducibile all’azienda, d’intossicazione da arsenico o da tossina dell’Alternaria (tante per rimanere all’esempio), si potrebbero determinare alcuni effetti in tema di responsabilità aziendale (ex. D. Lgs. 231/2001), di bilancio ESG (ambientale, sociale e di governance), certificazioni ecc.

Il tema, qui solo sommariamente accennato, è dunque di porre attenzione a non creare quel malinteso che può determinare il disaccordo e la falsa rappresentazione della verità con un soggetto

esterno all’interazione tra utente e macchina e a non favorire accidentalmente l’intervento esterno criminale contro la propria azienda. Ancora una volta, il tema non è quello del favore o del disfavore all’uso (intenzionale) della macchina, bensì quello di essere personalmente e aziendalmente coscienti della portata dell’innovazione.

La protezione dei diritti di proprietà intellettuale

Un secondo punto sul quale, ancora sommariamente, riporto l’attenzione è che anche nel settore alimentare e del relativo diritto, vi è la necessità di proteggere i diritti di proprietà intellettuale, intesi nel senso più ampio, quindi quelli dei brevetti, dei marchi e d’autore ed i segreti commerciali. Ai quali aggiungerei tutte quelle pratiche che, seppure non protette legalmente con gli strumenti di diritto di cui sopra, costituiscono il savoir-faire aziendale (organizzazione, programmazione, pianificazione, prevenzione dei reati ecc.) e ne formano il patrimonio immateriale seppur non contabilizzato. In via generale il Reg (Ue) 2024/168 all’art. 25 prevede che “Qualsiasi distributore, importatore, deployer o altro terzo è considerato fornitore di un sistema di IA ad alto rischio ai fini del presente regola-

Permane

un quadro d’incertezza circa gli ambiti di tutela giuridica

mento ed è soggetto agli obblighi del fornitore a norma dell’articolo 16, nelle circostanze seguenti:... e dispone che i vari diritti e doveri incombenti (5)... lasciano impregiudicata la necessità di rispettare e proteggere i diritti di proprietà intellettuale, le informazioni commerciali riservate e i segreti commerciali conformemente al diritto dell’Unione e nazionale”.

La condivisione volontaria con la macchina del patrimonio immateriale aziendale (più o meno riservato o protetto) è in qualche maniera un trasferimento di quei beni a un soggetto terzo. Il soggetto terzo è costituito in primis , ma non esclusivamente, dal proprietario/gestore della macchina. Quindi, a prescindere da certe ipotesi criminali, quali l’intrusione nel sistema della macchina o in quello dell’utente al fine di carpire quanto la macchina ha immagazzinato, l’esportazione dei dati determina, nel breve o nel lungo periodo, la non voluta condivisione di quel patrimonio. La piena e ribadita nel tempo consapevolezza che l’esportazione dei dati avviene a prescindere da alcune scelte d’impostazione del sistema di interazione con la mac -

china, appare un elemento di formazione sia per noi giuristi, sia per i tecnici dell’azienda alimentare vi. È pure difficile, per me semplice utilizzatore semianalfabeta d’informatica, individuare il o i destinatari dei dati trasferiti, ma il fatto che avvenga in incertam personam non credo che sia rassicurante. Il non conoscere chi ci sia al di là dello schermo, oggi o domani, dovrebbe indurre un comportamento adeguato. La tutela giuridica offerta dal Reg (Ue) 2024/168 appare improntata a una certa adattabilità alle varie situazioni visto che così dispone all’art. 53, 1 b): “(i fornitori di modelli di AI N.d.R.) elaborano, mantengono aggiornate e mettono a disposizione informazioni e documentazione per i fornitori di sistemi di AI che intendono integrare il modello di AI per finalità generali nei loro sistemi di AI. Fatta salva la necessità di rispettare e proteggere i diritti di proprietà intellettuale e le informazioni commerciali riservate o i segreti commerciali conformemente al diritto dell’Unione e nazionale, le informazioni e la documentazione”.

Il quadro d’incertezza che riguarda la definizione degli ambiti di tutela giuridica dei vari beni immateriali aziendali legalmente protetti o meno, la territorialità difficilmente definibile in

questa materia, l’impossibilità di operare una giurisdizione mondiale da parte degli organi giudiziari Ue e nazionali dei Paesi dell’Unione rendono fragile l’attuale specifico corpo giuridico, ma è tema diverso da quello dell’attenzione che deve porre l’utilizzatore della macchina il quale opportunamente è cosciente del contesto nel quale opera.

Per il vero, per certi versi è paradossale che ci si affidi con molte remore ai dipendenti e ai collaboratori dell’azienda alimentare, imponendo loro regole di privacy e accordi di riservatezza, ivi compreso all’avvocato che, in quanto tale è già tenuto a una riservatezza rafforzata prevista dall’art. 28 del Codice deontologico forensevii , mentre talvolta ci si rapporti con la macchina con leggera indifferenza rispetto a questi aspetti.

Conclusioni

La macchina è e si appresta a diventare, salvo cambi di rotta imposti dal futuro Legislatore, la maggiore falla rispetto alla conservazione delle informazioni dell’azienda, del proprio personale, delle strategie che si ipotizza di adottare, delle ricette che sono allo studio da parte della ricerca e sviluppo, dei piani commerciali, delle politiche di prezzo ecc. Le stesse norme in tema di priva-

cy, laddove non vi sia un vero e proprio stoccaggio delle informazioni (in senso tradizionale, almeno) appaiono non applicabili ai sistemi di funzionamento della macchinaviii. La privacy, volta principalmente alla tutela dei dati personali che, secondo la definizione del Garante per la protezione dei dati personali sono “le informazioni che identificano o rendono identificabile, direttamente o indirettamente, una persona fisica e che possono fornire informazioni sulle sue caratteristiche, le sue abitudini, il suo stile di vita, le sue relazioni personali, il suo stato di salute, la sua situazione economica, ecc.”ix tutela poco o nulla l’impresa alimentare. Quindi, nei confronti dell’uso poco attento della macchina è consigliabile continuare a mantenere attenzioni non minori di quelle oggi standardizzate in tema di privacy e di non divulgazione delle informazioni riservate adattandole alla potenza della macchina dell’AI.

Giuseppe Maria Durazzo

RIFERIMENTI:

i Per una prima introduzione in tema richiamo il mio: Intelligenza artificiale e diritto alimentare, in “Molini d’Italia”, marzo 2023, p. 37 e ss.

ii Reg (Ue) 2024/168, art. 53, 3. I fornitori di modelli di AI per finalità generali collaborano, secondo necessità, con la Commissione e le autorità nazionali competenti nell’esercizio delle loro competenze e dei loro poteri a norma del presente regolamento.

iii Digital forensics. Prove digitali nei processi: strumenti e metodi per una raccolta conforme alle procedure https://www. agendadigitale.eu/documenti/giustizia-digitale/prove-digitali-nei-processi-strumenti-e-metodi-per-unaraccolta-conforme-alle-procedure/ Tutti i link sono stati consultati da ultimo il 13 luglio 2025.

iv Sulla base di quel “consenso informato dato liberamente dai soggetti delle prove è ottenuto prima della loro partecipazione a tali prove e dopo che sono stati debitamente informati con indicazioni concise, chiare, pertinenti e comprensibili” di cui al Reg (Ue) 2024/168, art. 61, 1.

v Il Legislatore dimostra di essere interessato a rafforzare l’attuale quadro regolatorio in materia di disciplina e repressione degli abusi. Si veda il d.d.l. n. 2316 recante “Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale” (del 20/03/25).

vi Ai non tecnici informatici, come il sottoscritto, è stato detto che è in corso una fase di addestramento della macchina e che in ragione di quella la macchina può far propri dei dati personali. Ma il tema generale è quello dell’acquisizione da parte della macchina, di informazioni in ogni occasione della propria attivazione.

vii Art. 28 - “Riserbo e segreto professionale”

1 È dovere, oltre che diritto, primario e fondamentale dell’avvocato mantenere il segreto e il massimo riserbo sull’attività prestata e su tutte le informazioni che gli siano fornite dal cliente e dalla parte assistita, nonché su quelle delle quali sia venuto a conoscenza in dipendenza del mandato.

2 L’obbligo del segreto va osservato anche quando il mandato sia stato adempiuto, comunque concluso, rinunciato o non accettato.

3 L’avvocato deve adoperarsi affinché il rispetto del segreto professionale e del massimo riserbo sia osservato anche da dipendenti, praticanti, consulenti e collaboratori, anche occasionali, in relazione a fatti e circostanze apprese nella loro qualità o per effetto dell’attività svolta.

4 È consentito all’avvocato derogare ai doveri di cui sopra qualora la divulgazione di quanto appreso sia necessaria:

a) per lo svolgimento dell’attività di difesa;

b) per impedire la commissione di un reato di particolare gravità;

c) per allegare circostanze di fatto in una controversia tra avvocato e cliente o parte assistita;

d) nell’ambito di una procedura disciplinare.

In ogni caso la divulgazione dovrà essere limitata a quanto strettamente necessario per il fine tutelato.

5 La violazione dei doveri di cui ai commi precedenti comporta l’applicazione della sanzione disciplinare della censura e, nei casi in cui la violazione attenga al segreto professionale, l’applicazione della sospensione dall’esercizio dell’attività professionale da uno a tre anni.

viii Si veda il parere dell’autorità tedesca: https://datenschutz-hamburg.de/fileadmin/user_ upload/HmbBfDI/Datenschutz/Informationen/240715_Diskussionspapier_HmbBfDI_KI_Modelle.pdf ix https://www.garanteprivacy.it/home/diritti/cosa-intendiamo-per-dati-personali

Astorino: la tradizione italiana che parte dal grano

Grani 100% italiani, lavorazioni artigianali e uno sguardo attento all’identità del territorio. È questa la filosofia che guida da oltre un secolo il pastificio Astorino, eccellenza calabrese nel panorama della pasta di qualità.

Fondata nel cuore della Calabria, Astorino Pastificio Artigianale, è oggi un punto di riferimento per chi cerca una pasta che sappia coniugare gusto, tracciabilità e sostenibilità.

Ogni formato è il risultato di una filiera controllata in ogni fase: dalla selezione del grano, rigorosamente italiano, fino alla lenta essiccazione che preserva le caratteristiche organolettiche e il profumo autentico del grano.

“Crediamo in un prodotto che racconti la nostra terra già al primo assaggio. Per questo selezioniamo solo grani italiani e, per alcune nostre linee speciali, utilizziamo esclusivamente grano coltivato in Calabria”, spiega Salvatore Astorino. Una scelta non solo etica, ma anche qualitativa: valorizzare i grani italiani significa rispettare la biodiversità, garantire sicurezza alimentare e so-

stenere la filiera agricola nazionale. E Astorino va oltre, dedicando una linea speciale di pasta prodotta esclusivamente con grani calabresi, coltivati in terreni vocati e lavorati secondo criteri di agricoltura sostenibile.

Il risultato è una pasta di altissimo profilo, che si distingue per tenuta in cottura, sapore autentico e consistenza porosa, perfetta per accogliere i condimenti più ricchi della tradizione italiana.

Il catalogo Astorino comprende un’ampia gamma di formati: dalla classica trafilatura al bronzo, che regala una pasta ruvida e corposa, fino alle paste speciali aromatizzate, con ingredienti naturali come peperoncino, nero di seppia e curcuma.

Senza dimenticare la linea biologica, sempre prodotta con grani italiani certificati, e le proposte senza glutine, pensate per chi ha esigenze alimentari specifiche.

Innovazione e tradizione, quindi, si incontrano in una realtà che ha saputo crescere restando fedele alle proprie radici. Con un occhio al futuro e i piedi ben saldi nei campi di grano che raccontano, da sempre, la storia del Mediterraneo.

Pasta Garofalo lancia “Real Italian Carbs”: la stessa pasta, sia in Italia sia negli Stati Uniti

Pasta Garofalo, il nome leader dell’autentica pasta italiana da oltre due secoli, ha annunciato oggi il lancio della sua nuova campagna di comunicazione: “Real Italian Carbs”, un coraggioso invito agli americani a riscoprire la pasta nel modo in cui è veramente pensata: sana, autentica e identica a quella che si mangia in Italia. Che si gusti un piatto di Garofalo a Napoli o a New York, la pasta è identica perché proviene da un unico sito di produzione: Gragnano, la culla della pasta.

Lì, tra i monti Lattari e la Costiera Amalfitana, Pasta Garofalo produce pasta di alta qualità senza compromessi dal 1789.

“Negli Stati Uniti è diffuso il mito che qui la pasta sia ‘diversa’, che provochi gonfiore o fastidio, a differenza dell’Italia”, afferma Anita Menna, Brand Manager di Pasta Garofalo. “La verità? Se mangiate Garofalo, è la stessa identica pasta, in qualsiasi parte del mondo vi troviate. Nessuna modifica nascosta, nessun aggiustamento per i mercati esteri, solo i veri carboidrati italiani, fatti in Italia, sempre”.

Per sfatare questo mito e dare vita al messaggio, Garofalo ha recentemente lanciato la campagna in occasione del SFA Summer Fancy Food Show di New York e ha puntato dritto al cuore della città con un'ac-

cattivante attivazione spontanea: un camioncino trasparente con il marchio “Real Italian Carbs”, con all'interno una vera famiglia italiana, importata dall'Italia, che condivide un piatto di pasta. Dal 28 al 30 giugno, il furgone ha attraversato NYC, fermandosi nei luoghi chiave e offrendo omaggi e istantanee della calda cultura italiana amante dei carboidrati.

Nell’ambito della campagna, Garofalo presenta anche un nuovo design della confezione che mette la trasparenza in primo piano, proprio come i suoi valori di produzione. Con la dicitura “Real Italian Carbs”, il nuovo look è un segnale orgoglioso per i consuma

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