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Focus on economics FOCUS ECONOMIA
Migliora la congiuntura dell’industria alimentare
The economic situation of the food industry is improving
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di Luigi Pelliccia
Responsabile Ufficio Studi e Mercato di Federalimentare
IL SOSTEGNO DEL BIOLOGICO AL COMPARTO È NOTEVOLE E IN CONTINUA CRESCITA SIGNIFICANT AND CONSTANTLY GROWING ORGANIC SUPPORT FOR THE SECTOR
The food industry is progressively growing. Over the first five months of this year, production managed to overcome the 2020 downturn, rising above the final level of 2019 and promising to do even better in the months to follow. This is not yet the case for the milling sector, which is far behind, with a -9.6% drop in production in May 2021/2020 and -9.9% in the fivemonth trend comparison. The reasons for this accelerated revival of the sector’s turnover lie in the boost of producer prices, which were up 2.5% in the May trend and up 0.9% in the five-month approximate average. While exports will further accelerate this growth, a significant role will be played by organic products, whose domestic market figures also offer a positive outlook for exports.
Idati Istat più recenti mostrano una promettente accelerazione della congiuntura della trasformazione alimentare. Infatti, la produzione di maggio del settore evidenzia una spinta tendenziale del +10%, che supera di quasi due punti il “buco” del -8,1% accusato nel maggio 2020. Nei primi cinque mesi dell’anno raggiunge così un tendenziale del +5,0%, anch’esso maggiore di due punti netti rispetto al -3,0% del tendenziale gennaio-maggio 2020. In pratica, la produzione dei primi cinque mesi di quest’anno è riuscita a scavalcare la flessione del 2020, portandosi oltre il livello consuntivo del 2019 e promettendo di fare ancora meglio nei mesi a venire. Il molitorio, invece, insegue a grande distanza, con una flessione produttiva del -9,6% sul maggio 2021-2020 e del


-9,9% nel confronto tendenziale sui cinque mesi. C’è da aggiungere che la scivolata è oggettiva e non legata a rientri a seguito di forti impulsi dell’anno precedente. Nel maggio 2020, infatti, il tendenziale della produzione molitoria registrava un -0,4%, mentre quello sui cinque mesi 2020-2019 segnava un +2,6%. Il percorso di recupero produttivo del comparto perciò è urgente, ma non sarà rapido. Il fatturato dell’industria alimentare mostra a maggio un vistoso tendenziale del +12,0%, che recupera largamente il -5,8% di maggio 2020. Sui cinque mesi 2021-2020 questo parametro mette a segno così una crescita del +3,8%, dopo il +0,6% dei primi cinque mesi 2020. Ne esce una forbice di oltre tre punti fra i due trend, superiore a quella evidenziata nello stesso confronto dalla produzione e anche al passo del fatturato 2019.
I motivi del rilancio
La ragione del rapido rilancio del fatturato di settore sta, con tutta evidenza, nella spinta dei prezzi alla produzione, che hanno segnato un +2,5% nel tendenziale di maggio e un +0,9% nella media indicativa sui cinque mesi. La veloce accelerazione dei prezzi alla produzione degli ultimi mesi (a inizio 2021 il trend era ancora negativo) potrebbe continuare, dila-
PER IL MOLITORIO IL PERCORSO DI RECUPERO PRODUTTIVO È URGENTE
tando ulteriormente il differenziale fra i trend di fatturato e produzione e creando altresì disagi nel trasferimento della catena del valore. In questo quadro, i prezzi alla produzione del molitorio hanno mostrato un passo superiore rispetto alla media del “food and beverage”, con un +3,5% nel confronto maggio 2021-2020, legato soprattutto alle tensioni sulle quotazioni internazionali di alcune commodity.
Le esportazioni
L’export è il parametro che darà le maggiori soddisfazioni nel corso dell’anno. Sul quadrimestre ha infatti segnato progressi tendenziali del +3,8% per l’industria alimentare, del +15,8% per il primario e del +6,2% per l’agroalimentare aggregato. Mentre il primario aveva sempre registrato variazioni positive nei primi mesi dell’anno, l’industria alimentare veniva da una serie di segni negativi, seppure in attenuazione. Il recupero del suo tendenziale dal -0,5% trimestrale al +3,8% di gennaio-aprile è perciò netto e foriero di ulteriori, interessanti progressi, dopo i nodi logistici che hanno frenato gli scambi internazionali nel passaggio 2020-2021. Non a caso le anticipazioni Istat delle esportazioni di “beni di consumo non durevole” (di cui l’alimentare è gran parte) indicano una crescita del +20,8% nel confronto maggio 2021-2020 e un tendenziale parallelo sull’arco dei cinque mesi 2021-2020 che tocca il +10,8%. Sono dati aggregati, ma sembrano confermare l’attesa di crescita a due cifre dell’export di settore nella seconda metà dell’anno. L’export molitorio si presenta invece in chiaroscuro. Il trend tendenziale aprile 2021/2020 segna un -3,6%, ma fa sperare perché risale decisamente rispetto al -9,0% registrato dal tendenziale trimestrale. Va aggiunto tuttavia che i valori unitari medi del prodotto esportato flettono, in quanto la discesa in valore dell’export sui quattro mesi sopra citata si confronta con la totale piattezza della stessa in chiave quantitativa (+0,0%). In linea generale, va comunque sottolineato che è incoraggiante il netto rafforzamento dell’export dell’industria alimentare negli Usa, con un +6,4% su gennaio-aprile, dopo il -1,6% dei primi tre mesi, mentre la Germania (+2,8%) e
L’EXPORT DEL SETTORE ALIMENTARE PROSEGUE LA SUA CRESCITA
la Francia (+2,0%) hanno rinforzato apprezzabilmente nel quadrimestre le precedenti dinamiche trimestrali. Il Regno Unito, gravato dalle specifiche problematiche della Brexit, ha registrato nel periodo un -10,1%, dopo il -12,9% di gennaio-marzo. Da ricordare altresì, fra i mercati europei leader, l’ottima accelerazione della Svizzera, che ha messo a segno nel quadrimestre un +11,2%, dopo il +5,7% trimestrale.
Il mercato esterno e interno
Fra i grandi mercati extra-europei vanno segnalate le spinte vistose su gennaio-

CONGIUNTURA ALIMENTARE 2021 - L’EVOLUZIONE DEI PRINCIPALI PARAMETRI
Parametri 2021 Gennaio
2021 Febbraio 2021 Marzo 2021 Aprile 2021 Maggio 2021 Giugno
Mese Mese Bimestre Mese Trimestre Mese Quadrim. Mese 5 mesi Mese 6 mesi
Produzione Industria Alimentare Produzione Industriale Totale Fatturato Industria Alimentare Fatturato Industria Totale
-3,7 0,2 -1,4 8,5 1,8 8,9 3,4 10,0 5,0 -2,4 -0,6 -1,4 37,7 9,7 79,5 21,6 24,1 23,7 -2,0 -2,1 -1,6 1,3 -0,7 9,7 1,7 -1,6 0,9 -0,4 38,1 11,3 105,0 26,2
Export Primario Export Industria Alimentare Export Agroalimentare Export Totale
6,2 . 2,7 . 11,8 . 15,8 -9,2 . -4,6 . -0,5 . 3,8 -6,2 . -3,1 . 1,9 . 6,2 -8,1 . -6,2 . 4,8 . 19,9 Prezzi alla Produzione Ind. Alimentare -0,4 0,2 -0,1 1,0 0,3 1,4 0,6 2,5 0,6 Prezzi alla Produzione Ind. Totale -0,4 0,7 0,1 3,0 1,1 7,9 2,7 10,0 3,5 Prezzi Alimentari al Consumo 0,6 0,2 0,4 0,0 0,3 -0,6 0,1 -0,8 -0,1 -0,7 -0,2 Prezzi al Consumo Alim. Lavorato
0,1 0,1 0,1 -0,7 -0,2 -0,8 -0,4 -1,1 -0,5 -0,4 -0,4 Prezzi al Consumo Alim. Non Lavorato 1,1 0,7 0,9 1,0 0,9 -0,3 0,6 -0,4 0,4 -1,1 0,2 Inflazione 0,4 0,6 0,5 0,8 0,6 1,1 0,7 1,3 0,8 1,3 0,9 Vendite Alim. Destagion. in Valore 4,5 -5,5 -0,7 3,7 0,8 0,6 0,8 -1,5 0,3 Vendite Alim. Destagion. in Volume 3,8 -5,6 -1,1 3,7 0,6 1,2 0,7 -0,6 0,4 Vendite Non Alim. Destagion. in Valore -15,5 -6,0 -10,6 49,7 3,5 83,0 16,5 28,1 18,9 Vendite Non Alim. Destagion. in Volume -17,1 -7,8 -12,4 50,3 1,5 83,1 14,0 28,0 16,9 Vendite Totali Destagion. in Valore -6,8 -5,7 -6,2 22,9 2,2 30,4 8,4 13,3 9,3 Vendite Totali Destagion. in Volume -8,5 -7,0 -7,7 23,5 1,1 31,5 7,4 14,1 8,8 N.B. Le var. % progressive del fatturato e dei prezzi sono indicative in quanto ottenute in base alle medie delle var. % mensili precedenti. Fonte: elaborazione Federalimentare su dati Istat

aprile 2021 di quelli dell’Estremo Oriente, a cominciare dalla Cina (+50,2%), affiancata dalla Corea (+52,4%), dal Vietnam (+37,3%) e dalla Malaysia (+36,6%). Da rilevare, accanto, la netta accelerazione della Russia con un +18,0%, dopo il +11,6% trimestrale, a dispetto dell’annoso embargo. Sul mercato interno, invece, a dimostrazione della fiacchezza della domanda e della vischiosità della catena del valore, i prezzi al consumo dell’alimentare “lavorato” hanno continuato a flettere, con trend tendenziali del -1,1% a maggio e del -0,4% a giugno, in “rientro” dopo gli aumenti record (si fa per dire) registrati proprio nei tendenziali di maggio (+1,7%) e giugno (+1,5%) dello scorso anno. L’alimentare “non lavorato” ha mostrato variazioni tendenziali di prezzo del -0,4% a maggio e del -1,1% a giugno che, tuttavia, si confrontavano con spinte ben più forti registrate a maggio (+3,7%) e a giugno (+4,1%) 2020. Le vendite alimentari in valore, del resto, hanno mostrato a maggio 2021 un calo tendenziale del -1,5%, dopo il +2,8% di maggio 2020. Il calo del maggio scorso è
I SUPERMERCATI SONO OGGI IL CANALE LEADER NELLA VENDITA DI PRODOTTI BIOLOGICI
il peggiore dei primi cinque mesi dell’anno, con l’eccezione di febbraio (-5,5%) che però si “scontrava” con il picco dell’effetto scorte di febbraio 2020 (+8,2%). I confronti sui cinque mesi evidenziano in sostanza grande piattezza delle vendite alimentari sia in valore (+0,3%) che in volume (+0,4%), dopo le spinte tendenziali del +4,6% in valore e del +2,9% in volume registrate sui cinque mesi 2020-2019.
Il sostegno del comparto bio
È evidente, in sostanza, che la crescita della produzione alimentare 2021 che si sta profilando, visto l’assestamento dei macro-numeri del mercato interno, potrà consolidarsi in larga misura solo grazie alle esportazioni, dove è probabile che si riesca a registrare a breve la performance migliore degli ultimi anni. Ma è vero altresì che l’export rimane ancora confinato su una fetta di fatturato poco superiore al 25%, per cui il “tiro” da esso rappresentato per l’espansione della filiera alimentare sarà sicuramente significativo, ma limitato in termini di impatto complessivo. Un sostegno importante alla congiuntura alimentare verrà, ancora una volta, dal comparto biologico, che ormai raggiunge i 2 milioni di ettari con una crescita del +79% nel confronto decennale 2020-2010. Ne esce una percentuale bio sul totale dell’area nazionale coltivata del 15,8%, contro l’8,7% del 2010. Il suo universo è rappresentato da 80.643 aziende, con un +69% sull’arco 2020-2010. Questa crescita impetuosa ha portato il mercato complessivo del biologico italiano 2020 alla ragguardevole quota di 6,9 miliardi di euro di fatturato (dati Nomisma per Osservatorio Sana), che si ripartisce in tre grandi aree: l’export vale 2,6 miliardi di euro, le vendite nei supermerca-
ti 2 miliardi e tutti gli altri canali - negozi bio, altri negozi, e-commerce, vendita diretta ecc. - 2,3 miliardi. I dati contemplano l’andamento globale del settore considerando sia l’alimentare, largamente prevalente, sia la cosmesi. Da questi spicca il forte peso rappresentato dall’export, che sfiora il 38% del fatturato totale, mentre la proiezione esportatrice del “food and beverage” nazionale nel suo complesso, come prima ricordato, supera di poco il 25%. L’evoluzione del settore bio si deve soprattutto alla forte crescita delle vendite nei supermercati, quadruplicate nel giro di dieci anni, che nel 2014 hanno effettuato il sorpasso su quelle dei negozi specializzati, rimaste pressoché costanti. I supermercati, quindi, non hanno intaccato le vendite dei negozi specializzati, ma si sono ritagliati una loro grande fetta di mercato e adesso sono il canale leader, anche grazie ai prodotti bio a proprio marchio; questi, infatti, hanno permesso la diffusione del biologico presso nuove fasce di pubblico che difficilmente sarebbero entrate nei negozi specializzati e che hanno trovato un buon assortimento di alimenti bio a prezzi accessibili. Cresce, insomma, l’indice di penetrazione del comparto: nel periodo compreso fra agosto 2019 e agosto 2020, 88 famiglie su 100 hanno acquistato almeno una volta prodotti biologici, mentre erano 86 l’anno precedente e 69 cinque anni prima (dati Osservatorio Sana). È un passo davvero premiante.

Luigi Pelliccia

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