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Fact & News FATTI E NOTIZIE

DI NUOVO AL VIA “I PERCORSI DEL MOLINO”

Ripartono gli appuntamenti del centro di formazione “I percorsi del molino” ideato da Molino Grassi, dove non solo si promuove e valorizza la farina, ma vengono approfondite anche tematiche specialistiche legate all’Arte bianca. Presso la sede dell’azienda, a Parma, è in programma un ciclo di eventi formativi in presenza, che prevedono un confronto tra docenti e studenti sulle tematiche legate alla realizzazione di impasti, lavorazioni, lievitazioni e cotture, oltre che sulle modalità di valorizzazione dei prodotti nella comunicazione, nella vendita e nel servizio al cliente. Focus di tutti i corsi sarà la scelta e l’utilizzo delle materie prime, la specificità dell’utilizzo di ciascuna di esse e l’apporto che una farina o una semola di qualità può offrire a un prodotto finito. Per ulteriori informazioni: www.molinograssi.it/corsi

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PRODUZIONE ITALIANA DI MAIS IN NETTO CALO, MA NON IN QUALITÀ

Il clima di quest’anno ha fortemente condizionato la campagna maidicola 2021, con cali produttivi a macchia di leopardo su tutto il territorio italiano. In Emilia Romagna, così come in alcune aree del Veneto, si stima una flessione dei raccolti del 30-40%. Nonostante il netto calo produttivo, il mais presenterà un’eccellente qualità. A dirlo è Confagricoltura, che mette sul banco degli imputati il susseguirsi di grandinate, piogge violente e siccità di questa primavera/estate in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto, le quattro regioni leader del comparto, dove si concentra circa l’85% della superficie italiana coltivata a mais. Secondo Confagricoltura, grandi risultati sono stati raggiunti in questi anni grazie all’agricoltura di precisione e conservativa, ma per coniugare produttività e sostenibilità ambientale serve un ulteriore cambio di passo.

I RISCHI DEL GREEN NEW DEAL

La comunicazione della Commissione “Dal produttore al consumatore” e la nuova strategia per la biodiversità, che rappresenta la parte agricola del Green Deal europeo, determineranno una riduzione senza precedenti della capacità produttiva dell’agricoltura europea e del reddito degli agricoltori. Queste, in sintesi, le conclusioni contenute nella relazione tecnica pubblicata recentemente dal Join Research Center (Jrc), l’organismo che fornisce consulenze scientifiche indipendenti a supporto del processo decisionale della Commissione. Tali conclusioni sono state rilanciate dal Copa-Cogeca. In particolare, segnala Confagricoltura (il cui presidente, Massimo Giansanti, è anche vicepresidente del Copa), lo studio ha previsto come impatto delle nuove strategie proposte da Bruxelles un calo della produzione agricola tra il 5% e il 15% rispetto ai livelli attuali, con tagli più incisivi sugli allevamenti, e un aumento dei prezzi per i consumatori di circa il 10%. La riduzione delle produzioni comporterebbe poi una contrazione delle esportazioni di cereali, nonché un peggioramento del deficit commerciale dell’Ue per semi oleosi, ortofrutta, carni bovine, ovine e caprine.

GRANO DURO: PREZZI IN AUMENTO DI OLTRE IL 50%

Iprezzi del grano duro sono cresciuti di oltre il 50% negli ultimi tre mesi, fino a raggiungere il record storico di quasi 450 euro/t. Si tratta di un deficit mondiale - differenza tra produzione e consumo - di circa 1,5 milioni di tonnellate per la campagna 2021-2022 e anche le scorte internazionali sembrano essere insufficienti. Questa impennata preoccupa l’intera filiera cerealicola nazionale (agricoltori-molini-pastifici). La questione grano duro si inserisce nel più generale movimento di volatilità e tensione dei prezzi delle grandi commodity agricole, dovuto in larga misura alla ripartenza dei consumi in Cina. Anche l’industria molitoria è in allarme, come ha sottolineato Silvio Grassi, presidente di Italmopa, che vede profilarsi uno scenario inedito per il settore, caratterizzato da un’oggettiva difficoltà degli impianti ad approvvigionarsi.

IL RILANCIO DEL SISTEMA PRODUTTIVO AGRICOLO PASSA DAI SOSTEGNI FINANZIARI

LA FAO APPROVA IL NUOVO QUADRO STRATEGICO 2022-2031

Secondo il presidente di Confagricoltura, Massimo Giansanti, in virtù del livello record di 50 miliardi di euro di prodotti Made in Italy del settore agroalimentare destinati al mercato estero, urge impostare, in una logica nuova, i rapporti tra finanza, credito e imprese del settore. L’obiettivo, spiega Giansanti, “è migliorare le relazioni con il sistema finanziario e bancario, riducendo l’asimmetria informativa verso le imprese; accrescere competenze e strumenti per un’idonea diagnosi della situazione economico-finanziaria aziendale; allargare gli orizzonti dell’impresa alle fonti di finanziamento anche non bancarie. In quest’ottica è ottima anche l’iniziativa di Ismea di promuovere la finanza di mercato per le imprese del settore agroalimentare”. Lo scopo, grazie alle relazioni con gli stakeholder e al riassetto organizzativo, è quello di favorire la programmazione e il consolidamento delle imprese. I membri della Fao hanno approvato il nuovo Quadro strategico 2022-2031 che guiderà gli sforzi dell’Organizzazione per trasformare i sistemi agroalimentari e affrontare la fame, la povertà e la disuguaglianza nel prossimo decennio. Il Quadro cerca di supportare l’Agenda 2030 per lo sviluppo di sistemi agroalimentari sempre più efficienti, inclusivi, resilienti e sostenibili, per una produzione, una nutrizione, una vita e un ambiente migliori. Il documento si concentra sugli obiettivi sostenibili (SDGs): nessuna povertà, zero fame e riduzione delle disuguaglianze, senza dimenticare la promozione dell’innovazione, le tecnologie digitali e i dati per trasformare i sistemi agroalimentari. La Fao ha poi eletto l’ambasciatore Hans Hoogeveen, rappresentante permanente dell’Olanda presso le Organizzazioni delle Nazioni Unite a Roma, nuovo presidente indipendente del Consiglio (Icc) per i prossimi due anni (2021-2023).

OTTIME PROSPETTIVE DI SVILUPPO PER L’EXPORT DEL BAKERY SALATO CRESCE LA DOMANDA DI MANGIMI PRODOTTI IN UNIONE EUROPEA

La filiera del bakery salato ha ottime prospettive di sviluppo fuori dai confini nazionali. Dall’analisi Nomisma comparata importexport, aggiornata al periodo 2018-2019, emerge infatti un saldo commerciale consistente e in crescita per pane e similari “all’italiana”, pari a 486 milioni di euro. Le esportazioni hanno superato i 900 milioni di euro a fronte di una crescita del +9,8%, risultata superiore a quella delle importazioni (+6,8%). Anche i primi otto mesi del 2020 hanno evidenziato un trend positivo dell’export, specie delle categorie più convenzionali del bakery salato: pane fresco, fette biscottate, crespelle, torte salate, pizzette. La buona performance del pane può derivare dal fatto che i consumatori stranieri, pur apprezzando il valore aggiunto in termini di servizio dei prodotti industriali, percepiscono bene la qualità che caratterizza il ciclo produttivo del pane made in Italy, a partire dalla selezione della materia prima fino al prodotto finale. Grazie alla ripartenza del turismo e alla riapertura dei ristoranti, aumentano i consumi alimentari in Europa. È quanto riferisce la Commissione europea nell’ultima relazione sulle prospettive a breve termine per i mercati agricoli dell’Ue. Ad avere un impatto positivo sui consumi sono i progressi della campagna vaccinale contro il Covid-19 e la graduale revoca delle restrizioni. Secondo quanto stimato dalla Commissione, i prezzi mondiali delle materie prime e dell’energia, nonché i costi di trasporto, sono in aumento a causa del miglioramento delle prospettive di crescita. La crescente domanda di importazioni di mangimi dalla Cina contribuisce poi all’impennata dei prezzi dei cereali e dei semi oleosi, il ché dovrebbe andare a vantaggio dei produttori di seminativi dell’Unione europea, le cui buone prospettive di produzione sono confermate.

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