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The main players of the cereal supply chain meet and discuss
Italmopa, along with AssalzooItalian Association of Livestock Feed Producers - has recently signed a collaboration agreement with CeMI (Commodities Exchange Milan) aimed at promoting the event, now in its fifth edition. CeMI is undoubtedly emerging as a relevant and significant event, which, moreover, takes place strategically close to the
beginning of the marketing campaign for operators working both in the Italian and international cereal supply chain. This opportunity for operators in the cereal supply chains is undoubtedly timely in the light of the current situation, which is characterised by many doubts and fears about the outcome of the next Italian harvests.
Italmopa, congiuntamente con Assalzoo - Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici, ha recentemente stretto un accordo di collaborazione con il CeMI-Commodities exchange Milano volto alla promozione della manifestazione, giunta ormai alla sua quinta edizione. CeMI si sta indubbiamente affermando come un evento rilevante e un appuntamento di riferimento, che peraltro si svolge strategicamente a ridosso dell’inizio della campagna di commercializzazione, per gli operatori delle filiere cerealicole sia nazionali, sia estere, ma anche per i fornitori di comparti correlati operativi, in particolare, nei settori finanziari e bancari, delle attrezzature
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Sichiama Sintesi, la nuova linea di Molini Fagioli, con le due nuove referenze Sintesi e Sintesi con Segale (SinTre), presentate in anteprima al Congresso di cucina Identità Golose andato in scena a Milano dal 9 all’11 marzo scorsi. Prodotti speciali, frutto di macinazione integrata®, con cereali macinati insieme per la prima volta. Una novità Sintesi che unisce grano tenero e grano duro mentre Sintesi con Segale (SinTre), unisce grano tenero, duro e segale. Il molino umbro porta avanti l’importanza di una materia espressione della tutela del territorio, rispetto della tradizione agricola, con l’uso della tecnologia solo per ottenere i migliori risultati.
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sostenibilità e formazione. Si è aperta all’insegna di queste tre parole chiave il Campionato Mondiale della Pizza per Agugiaro & Figna, la storica azienda molitoria che insieme al suo noto brand di farine “Le 5 Stagioni” è tornata a essere main partner dell’evento internazionale più atteso nel mondo della pizza del 9-11 aprile a Parma. Un legame che oggi si consolida grazie ai valori che l’azienda continua a trasmettere ai pizzaioli e agli operatori del settore attraverso la manifestazione. Anche quest’anno è stata la linea di farine “Le 5 Stagioni” ad affiancare i pizzaioli in gara e a dominare la scena negli spazi della manifestazione e in quelli di una rinnovata Lounge Pizza Stories, l’area dedicata agli iscritti dell’omonima community che unisce tramite passione, conoscenza e condivisione pizzaioli, appassionati, professionisti e distributori del settore pizzeria.
La Regione ha comunicato le modalità per presentare la domanda di riconoscimento dei distretti biologici, nell’ambito del bando ministeriale aperto il 15 aprile, mettendo a disposizione 15 milioni di euro a livello nazionale. Il nuovo distretto potrà essere riconosciuto a condizione che si sviluppi sul territorio di almeno due Comuni contigui e per una superficie agricola di non meno di 500 ettari o al pari del 3% o più della sau totale del distretto. Inoltre, è richiesta la partecipazione di almeno dieci soggetti, tra singoli imprenditori agricoli biologici, associazioni di produttori, cooperative e consorzi di produzione, preparazione e distribuzione dei prodotti, organizzazioni professionali agricole e associazioni locali di consumatori. Con l’istituzione dei nuovi distretti si punta alla diffusione e all’ulteriore sviluppo delle pratiche agricole biologiche in Lombardia.
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Il3 aprile scorso si è tenuta la riunione di insediamento del Consiglio di Amministrazione di Ismea, presieduto dall’avvocato Livio Proietti, nominato presidente dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare con Decreto del Presidente della Repubblica del 22 febbraio 2024. Nella seduta, l’avvocato Gaia Morelli, già membro del precedente CdA, e il Dott. Alessandro Beduschi, Assessore all’agricoltura della Regione Lombardia, nominati consiglieri del Consiglio di Amministrazione Ismea con Decreto ministeriale n. 111261 del 6 marzo 2024, hanno deliberato, su proposta del Presidente, la nomina a Direttore Generale dell’avvocato Maria Chiara Zaganelli, riconfermata nel ruolo, e a vicepresidente di Gaia Morelli.
Gambero Rosso premia la Puglia e il Salento: sono tredici i panifici di Lecce e provincia che entrano nella nuova edizione della guida Pane & Panettieri d’Italia (la classifica dei migliori panificatori italiani edizione 2024), tre invece le attività in provincia premiate dalla Guida con i Tre Pani, due in provincia di Bari e uno nella Bat. La guida celebra le migliori bakery moderne ma anche i forni tradizionali con tanto di laboratori all’interno e materie di prime di qualità per la realizzazione dei prodotti da forno.
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World News è la rassegna delle notizie dall’Europa e dal mondo sull’agroalimentare. Un punto di vista aggiornato e puntuale su quanto accade in sede comunitaria ed extra-comunitaria, per essere sempre informati sulle dinamiche internazionali in ambito politico, economico e scientifico. Brevi flash che possono risultare di interesse per la filiera - italiana ma non solo - della trasformazione dei cereali.
Il 1° aprile il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha ripreso l’aggiornamento settimanale delle condizioni delle colture dopo la pausa invernale della consueta relazione. La valutazione delle condizioni di grano invernale aggregato per i 18 stati di coltivazione del grano (seminato sull’89% di superficie nel 2023) era eccellente per il 7%, per il 49% buono, per il 33% adeguato, per il 7% povero e per il 4% molto povero. Ciò ha segnato un miglioramento rispetto alla relazione finale settimanale del 2023 rilasciata lo scorso 27 novembre, nella quale il Dipartimento aveva valutato il raccolto per il 9% eccellente, per il 41% buono, per il 35% adeguato, per il 9% povero e per il 6% molto povero.
Secondo un rapporto del Fas, gli elevati costi di produzione, i prezzi bassi e i margini ristretti per il grano in Cile proseguiranno, provocando così una minore produzione nella campagna 2024/25. Il rapporto, pubblicato il 29 marzo, stima che la superficie coltivata a grano sarà pari a 195.000 ettari, in calo del 2,5% rispetto al 2023/24, spingendo la produzione a 1,17 milioni di tonnellate, a sua volta in calo di 1,2 milioni. Solo il miglioramento delle rese degli ettari coltivati grazie alla maggiore disponibilità di acqua e al miglioramento dell’efficienza degli agricoltori dopo un decennio di siccità mitigherà alcune perdite di produzione.
Per mancanza di alternative migliori, il glifosato continuerà a essere utilizzato nelle coltivazioni messicane. In un comunicato del governo si legge che la data limite per la sostituzione del potente erbicida, accusato da numerose associazioni ambientaliste di avere conseguenze dannose per la salute umana e per l’ambiente, verrà posticipata. “L’esecutivo federale ha deciso di continuare la ricerca di un erbicida ad ampio spettro e a bassa tossicità alternativo al glifosato e in grado di mantenere la produttività”, ha scritto il governo, specificando che “deve prevalere la salvaguardia della sicurezza agroalimentare”. Secondo un decreto presidenziale del 2023, ad aprile l’uso glifosato doveva terminare per essere rimpiazzato da “alternative e pratiche sostenibili e culturalmente adeguate” al territorio del Paese.
Acausa delle condizioni meteorologiche avverse legate a El Niño, il Fas ha valutato al ribasso le sue previsioni per la produzione di mais e grano in Brasile nella campagna di commercializzazione 2023/24. Nel suo rapporto Global Agricultural Information Network, pubblicato il 1° aprile, il Fas ha ridotto la sua proiezione di raccolto di mais di 2 milioni di tonnellate rispetto alle previsioni precedenti, portandolo così a 122 milioni, in calo rispetto ai 135,5 milioni del 2022/23. L’agenzia ha anche ridotto le sue proiezioni per le esportazioni di mais del Brasile del 13% a 45 milioni di tonnellate. Per quel che concerne invece il frumento, il rapporto ha osservato che anche la sua produzione dovrebbe diminuire significativamente: da un record di 10,6 milioni di tonnellate a 8,2 milioni.
riferisce che l’India sta sollecitando i commercianti nazionali e non di astenersi dall’acquisto del grano di questa nuova stagione da agricoltori locali, poiché sta tentando di ricostituire le sue riserve esaurite. La Food Corporation of India, un ente sostenuto dal governo, ha venduto quantità record di grano negli ultimi due anni per cercare di frenare l’inflazione alimentare, che è salita in parte a causa di colture più piccole negli anni consecutivi a causa del tempo secco. La stessa aveva inoltre vietato le esportazioni di frumento nel 2022, una misura tuttora in vigore. A marzo, le scorte di grano erano a 9,7 milioni di tonnellate, il livello più basso in sette anni. L’India, il più grande paese in termini di popolazione, ha anche il più grande programma di benessere alimentare del mondo, che dà diritto a circa il 60% dei suoi 1,4 miliardi di cittadini di usufruire del grano. Per mantenere il programma funzionante, la FCI deve mantenere grandi riserve di grano.
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di oltre otto punti in quantità, ha messo inevitabilmente in crisi la spinta produttiva. E questo, anche perché il sostegno dei mercati esteri si è ridotto, riducendo la sua tradizionale forza compensatrice. Va detto in proposito che alcuni osservatori hanno definito il 2023 addirittura come un “annus horribilis” per il commercio internazionale, stante il calo in volume che esso ha accusato, con un -2,2% stimato su base annua. Un segno negativo così marcato si era registrato, da inizio secolo, solo
nel 2009, con la crisi innescata dai mutui subprime, e poi nel 2020, con la pandemia. Hanno faticato quindi le vendite all’estero del Made in Italy, affiancando in questo il trend della Germania, primo esportatore della Comunità, gigante europeo in recessione strisciante. Autorevoli previsioni
pongono comunque alle spalle il punto di svolta, per cui la domanda estera complessiva per l’Italia dovrebbe ritornare a salire nel 2024, con un +2,3% sull’anno precedente, dopo il simbolico +0,1% in valore e il -3,1% in quantità registrati l’anno scorso.
PRODOTTI
(dinamica indicativa valore unitario)
In questo contesto generale, l’export specifico dell’industria alimentare 2023 ha raggiunto la quota di 52,2 miliardi, con una crescita del +6,6% sull’anno precedente, in netto calo dopo il +18,5% registrato nel 2022 e il +12,4% del 2021. La crescita si è legata tutta all’effetto prezzi, in quanto l’export di settore ha registrato, in quantità, una contrazione del -2,1%, dopo il +3,2% del 2022. Va sottolineato che la forbice 2023 fra i trend dell’export in valuta e quantità è stata nettamente superiore per l’alimentare, con 8,7 punti di differenziale, rispetto a quella complessiva, pari a 3,2 punti. E ciò, a dimostrazione delle specifiche tensioni di costo subite dal settore, accerchiato sul fronte delle commodity agricole e dell’energia. Tuttavia, malgrado questo handicap, il “food and beverage” è riuscito a fare meglio del grande aggregato nazionale. E questo la dice lunga sulla sua capacità competitiva in un anno molto complesso.
All’interno di questo contesto, l’export del comparto molitorio è riuscito a mettere a segno risultati premianti. Esso nel 2023 ha toccato infatti la quota di 619,6 milioni, con un +8,4% sull’anno precedente, cui si è affiancata una quota in quantità di 629mila tonnellate, con un +5,7%. Tutti segni “più”, quindi, migliori del “food and beverage” complessivo, ed una forbice prezzi, esito
del confronto tra i delta in valuta e quantità, di soli 2,7 punti, largamente inferiore a quella, pari a 8,7 punti, dello stesso “food and beverage”. Questo fattore è importante, perché è stata proprio la spinta costi-prezzi, assieme alla debolezza della
congiuntura internazionale, a deprimere la domanda estera. Va sottolineato altresì che le importazioni del comparto hanno raggiunto nell’anno la quota di 404,4 milioni, con un +12,0% sul 2022. Ne è derivato un leggero appesantimento del saldo
di comparto. Esso ha raggiunto infatti i 215 milioni, con un +2,2% sulla quota dell’anno precedente.
Sfarinati di frumento e altri cereali
Gli “sfarinati di frumento tenero” hanno registrato una quota export pari a 239,6 milioni di euro, con un +5,7%. In quantità, questo segmento ha superato le 295mila tonnellate, con un +4,8%. Gli “sfarinati di frumento duro” hanno segnato una quota export nettamente inferiore, pari a 110,8 milioni di euro, con un esiguo +0,5%. In quantità, essi hanno sfiorato le 147mila tonnellate, con un +12,3%. Infine, il perimetro degli “altri derivati dei cereali” ha toccato la quota maggiore, con 269,2 milioni di euro e un corposo +14,8%. In quantità, esso ha raggiunto le 186mila tonnellate, con un +2,3%.
I paesi destinatari dell’export
Come sbocco leader dell’export aggregato di comparto si è confermata la Germania, con una quota di 184,2 milioni e un
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importazioni siano resi pubblici anche in caso di esiti favorevoli e che lo stesso avvenga per i prodotti nazionali, parimenti controllati. Un nuovo approccio basato non solo sulla comunicazione delle non conformità, ma anche delle conformità potrebbe permettere al consumatore di avvicinarsi all’obiettivo di compiere una scelta consapevole tra gli alimenti sulla base di controlli proporzionali e pubblici.
al fine di poterne vantare l’italianità. Quel prodotto, seppure conforme, esattamente come quello importato, risultò non accettato dal consumatore perché decisamente meno attraente, con un guscio fragile, con un aspetto quasi marcescente e altre caratteristiche che non lo facevano preferire a quello proveniente da Paesi extra Ue. Molti consumatori, per continuare a citare quel caso specifico, ipotizzando un difetto qualitativo, si lamentarono e abbandonarono quella merceologia nazionale. La narrazione che separa gli alimenti in “buoni” e “cattivi” - e si potrebbe estendere il tema agli aspetti nutrizionali7 - per categorie rigide è sostanzialmente e logicamente erronea. Un altro effetto che quella narrazione produce nel mondo reale e del diritto è, a mio avviso, nei confronti degli stessi organi di controllo, quindi delle strutture pubbliche, sollecitate a estenuanti attività di vigilanza volte ad accertare eventuali non conformità dell’alimento d’importazione; visto dall’esterno,
verrebbe da ipotizzare che i molti controlli servano anche a dare risposte a una parte del corpo sociale e dei corpi intermedi e in fin dei conti a rafforzare la legittimità di quella funzione pubblica e della stessa attività privata d’importazione. Tutto regolare e normale, seppure talvolta detti controlli non siano coordinati in sede di Paesi Ue (dove ciascuno di essi è portato ad approfondimenti sensibili alle necessità particolari). In tale contesto di controlli, sarebbe auspicabile che fosse accolta la proposta volta a far sì che, con le cautele opportune, gli esiti dei controlli alle
Con la recente approvazione dell’uso alimentare di taluni insetti, nella vulgata la “farina di insetti”8 si è creato un ulteriore elemento di confusione presso il largo pubblico. Vero è che il Legislatore italiano, come pure quello dell’Ue, riferendosi ai quattro insetti alimentari ammessi non usa il termine farina, bensì quello di polvere (certamente meno invogliante per il buongustaio), ma come testimoniano i numerosi articoli giornalistici pubblicati, al momento attuale il termine normalmente associato allo stato degli insetti è quello di “farina”: da cui la nascente preoccupazione da parte dei consumatori che negli sfarinati regolati dal D.P.R. 2001/187 e nei prodotti derivati si trovi, miscelata, la polvere autorizzata d’insetto. Credenza che, se non si farà chiarezza rapidamente, si assommerà a quelle consolidate: si pensi alla vulgata della “farina raffinata” che diffonde un timore di chissà quale trattamento durante la molitura. False informazioni che circolano nonostante
le tante regole legali che, disciplinando il settore molitorio e più in generale quello della produzione alimentare e dell’informazione al consumatore anche con risvolti sanzionati penalmente, dovrebbero rincuorare il consumatore e quindi determinare la dissoluzione delle notizie false le quali, invece, continuano a trovare tedofori che le diffondono.
Alcuni esempi esteri
Anche se il quadro normativo nazionale che disciplina gli sfarinati non è mutato da anni in Italia, è difficile non osservare come le singole legislazioni nazionali sugli sfarinati valorizzando le produzioni locali talvolta finiscano per penalizzarle, vista l’applicabilità del principio della
libera circolazione tra Paesi Ue. Principio fondante del diritto unionale che permette l’entrata in un territorio statale di prodotto non conforme secondo la norma locale a condizione che però lo sia rispetto a quella dello stabilimento di produzione. La Francia adotta, ad esempio, una specifica definizione di semola di grano
duro di tipo superiore regolata dal Decreto del 27 maggio 1957 (pubblicato il 30/05/1957): quella specifica semola la ritroviamo quale ingrediente obbligatorio in talune paste alimentari vendibili in Francia (si veda il Decreto 55-1175 del 31/08/1955), così costituendo una sorta di barriera alle importazioni visto che
se lo sfarinato può circolare la denominazione della pasta non conforme costituisce una limitazione giuridica difficile da superare per i produttori non francesi. Così la norma spagnola del 20169 fissa le caratteristiche degli sfarinati con un’attenzione alla protezione delle farine nazionali. Anche la norma italiana vigente, erede della storica L. 580/67, ha come obiettivo la tutela del patrimonio italiano in tema di sfarinati e alcuni derivati il che potrebbe essere visto come lungimirante atteggiamento ora inquadrabile negli obiettivi della recente legge che contiene “Disposizioni organiche per
(1) Infofarine. Da ultimo si consulti il video della conferenza “Farine: fra verità e mistificazioni. Contrastare le notizie ingannevoli attraverso la conoscenza scientifica”, https://infofarine. it/ consultato il 2 marzo 2024.
(2) Richiamo al mio articolo su “Molini d’Italia” 6/7 del 2020.
(3) D.M. 26/07/2017, successivamente rinnovato più volte e attualmente fino al 31/12/24.
(4) Norme Codex per la farina di grano CODEX STAN 152-198, al punto 3 indica i fattori essenziali di composizione e di qualità e tra essi non vi è alcun riferimento all’origine. Così recita: 3.1 Facteurs de qualité - critères généraux
3.1.1 La farine de blé et tous ingrédients lui étant éventuellement ajoutés doivent être sains et propres à la consommation humaine.
3.1.2 La farine de blé doit être exempte d’odeurs et de goûts anormaux ainsi que d’insectes vivants.
3.1.3 La farine de blé doit être exempte de souillures (impuretés d’origine animale, y compris les insectes morts) en quantités susceptibles de présenter un risque pour la santé.
(5) Vedi tra gli altri l’art. 20, comma 2, del codice consumo; Comunicazione della Commissione dal titolo “Orientamenti sull’interpretazione e sull’applicazione della Direttiva 2005/29/ CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alle pratiche commerciali sleali delle imprese nei confronti dei consumatori nel mercato interno” (2021/C 526/01), in Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea del 29 dicembre 2021, C 526/1; Corte Giustizia C-485/17 e giurisprudenza precedente.
(6) Si segnalano per la puntuale osservazione, i quesiti interpretativi sollevati dinanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea dal Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale (Sezione Sesta) n. 08650/2022 REG.PROV.
COLL. n. 10361/2021 REG.RIC. che pone alla Corte di Giustizia anche il seguente quesito: Se la nozione di consumatore medio di cui alla Direttiva 2005/29/CE inteso come consumatore normalmente informato e ragionevolmente attento e avveduto - per la sua elasticità e indeterminatezza - non debba essere formulata con riferimento alla miglior scienza e esperienza e di conseguenza rimandi non solo alla nozione classica dell’homo oeconomicus ma anche alle acquisizioni delle più recenti teorie sulla razionalità limitata che hanno dimostrato come le persone agiscono spesso riducendo le informazioni necessarie con decisioni “irragionevoli” se parametrate a quelle che sarebbero prese da un soggetto ipoteticamente attento e avveduto
la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy”, la 2023/206. Eppure in questo contesto di diritti nazionali abbiamo, ad esempio, la Spagna10 che autorizza l’uso di enzimi il che, fintanto che non verrà adottata dall’Ue una lista comune degli enzimi utilizzabili, porterà a delle differenze sui diversi mercati interni e delle disparità negli effetti della circolazione intra Ue dei prodotti, o come visto sopra, talune paste italiane non potranno essere vendute con una denominazione confacente in Francia. Se poi si volesse estendere lo sguardo al Canada11, osserveremmo che la locale
acquisizioni che impongono una esigenza protettiva maggiore dei consumatori nel caso - sempre più ricorrente nelle moderne dinamiche di mercato - di pericolo di condizionamenti cognitivi.
(7) Il Nutri-Score è, per il settore del diritto alimentare, forse la più evidente statalizzazione del concetto di alimento “buono” e “cattivo”. Cfr. il mio Il Nutri-Score bocciato dell’AGCM? in “Molini d’Italia”, 10/2022.
(8) “Le farine d’insetti arrivano anche in Italia” https://www.corriere.it/economia/ consumi/24_gennaio_05/farine-dinsetti-arrivano-anche-italia-pubblicatidecreti-come-saranno-utilizzate-f28fcfe6abdf-11ee-a103-112813160fba.shtml; “Prodotti a base di farina di insetti in vendita anche nei supermercati. Ecco come riconoscerli” https://www.ilgiornale. it/news/cittadini/farina-insetti-ufficialepresto-nei-supermercati-regole-2267969. html; “Farina degli insetti, perché sarà fuori dalle produzioni di pasta e pizza” https:// www.ilsole24ore.com/art/farina-insettiperche-sara-fuori-produzioni-pasta-e-pizzaAEBudq8C; “Farine di insetti negli alimenti” https://www.csqa.it/it-it/press/farine-diinsetti-negli-alimenti, consultati da ultimo il 2 marzo 2024.
(9) Decreto Reale 677/2016. Si veda la denominazione la “Harina acondicionada: es la harina a la cual se le añaden determinados ingredientes, como aditivos, enzimas»”.
(10) Art. 3, 2, Decreto Reale 677/2016: Otros ingredientes: aditivos y enzimas en las condiciones y las dosis autorizadas según la normativa vigente; y lo previsto en el artículo 2, apartado 11 letra a), harina acondicionada, y letra c), harina preparada.
(11) Paese col quale si applica dal 2016 l’accordo economico e commerciale globale (CETA).
(12) Amilasi (da Aspergillus niger var.; Aspergillus oryzae var.; Bacillus amyloliquefaciens var.; Bacillus subtilis var.; Rhizopus oryzae var.; Bacillus licheniformis JS1252, Bacillus subtilis NBA(DS 68703); Bacillus subtilis AR-651), β-Amylase (da Priestia flexa AE-BAF), Maltotétraohydrolase (da Bacillus licheniformis GICC03548), Amylase maltogène (da Bacillus subtilis BRG-1 (pBRG1); Bacillus subtilis DN1413 (pDN1413); Bacillus subtilis LFA 63 (pLFA63); Bacillus subtilis RB-147 (pRB147) ), α-Amylase maltogène (da Bacillus licheniformis HyGe750n6; Bacillus licheniformis HyGe767n2; Bacillus subtilis BS154; Bacillus subtilis RF12029; Bacillus subtilis RF13018; Bacillus subtilis ROM; Saccharomyces cerevisiae M17906, Bacillus
legislazione ammette l’uso di enzimi non solo nei prodotti di seconda trasformazione (come anche la legislazione nazionale italiana), ma direttamente nelle farine12 con un dettaglio scientifico e normativo al momento sconosciuto nell’Ue. Nel rispetto delle norme vigenti e della facoltà dei Legislatori sovrannazionali e nazionale di porre nuove norme o di modificare o abrogare le esistenti, credo che si possa chiedere al mondo del diritto e ai tecnici di restare fedeli ai compiti di essere strumenti di sicurezza e qualità.
Giuseppe Maria Durazzolicheniformis MDT06-221), Asparaginase (da Aspergillus niger AGN7-41, Aspergillus niger ASP72, Aspergillus oryzae (pCaHj621/ BECh2#10) Bacillus subtilis MOL2940), Broméline, Carboxypeptidase D (da Aspergillus oryzae AT1727), Cellulase (da Rasamsonia emersonii ,Trichoderma reesei A83), Glucoamylase (da Aspergillus niger var.; Aspergillus oryzae var.; Rhizopus oryzae var., Aspergillus niger 126-PE001-32, Aspergillus niger 41SAM2-54), β-Glucanase (da Rasamsonia emersonii), Glucose-oxydase (da Aspergillus niger J39, Aspergillus niger ZGL528-72, Aspergillus niger var.; Aspergillus oryzae Mtl-72 (pHUda107), Trichoderma reesei RF11400), Glutaminase (da Bacillus licheniformis SJ13263), Hexose oxydase (da Ogataea polymorpha B13HOX4-Mut45 ), Lipase (da Aspergillus niger var.; Aspergillus oryzae var.; Rhizopus oryzae var.; Tissus comestibles des préestomacs d’agneaux, de chevreaux ou de veaux; Tissus pancréatiques d’animaux, Aspergillus niger (LFS-54); Saccharomyces cerevisiae LALLLI , Aspergillus oryzae AI-11 (pBo el 960), Aspergillus oryzae BECh2#3 (pCaHj559); Aspergillus oryzae (MStr115) (pMStr20), Candida cylindracea AE-LAYH, Trichoderma reesei RF10625, Ogataea polymorpha B14-CBSsynt); Trichoderma reesei Morph Lip3), Lipoxydase (da Grumeaux ou farine de fine Soja), Pentosanase (da Aspergillus niger var.; Bacillus amyloliquefaciens var.; Bacillus subtilis var., Trichoderma reesei (QM9414) ), Protéase (da Aspergillus niger var.; Aspergillus oryzae var.; Bacillus amyloliquefaciens var.; Bacillus subtilis var., Bacillus subtilis Raa1102), Thermolysine (da Anoxybacillus caldiproteolyticus TP7), Protéine-glutaminase (da Chryseobacterium proteolyticum AE-PG), Pullulanase (da Bacillus acidopullulyticus NCIB 11647; Bacillus licheniformis SE2-Pul-int211 (pUBCDEBR A11DNSI), Bacillus licheniformis BMP 139 (pR11Amp), Bacillus subtilis B1-163 (pEB301) ), Transglutaminase (da Streptomyces mobaraensis M2020197, Streptomyces mobaraensis S-8112), Xylanase (da Aspergillus acidus RF7398, Aspergillus oryzae Fa 1-1 (pA2X1TI), Aspergillus oryzae JaL 339 (pJaL537); Bacillus subtilis DIDK 0115 (pUB110 OIS2), Aspergillus niger (XYL-2)(pXYL3): Bacillus subtilis (XAS); Trichoderma reesei A83, Bacillus licheniformis HyGe329, Bacillus subtilis CF 307 (pJHPaprE-xynAss-BS3xylanase#1), Bacillus subtilis Giza3508, Bacillus subtilis RH 6000, Rasamsonia emersonii,Trichoderma reesei (LOVxlnA#568.4), Trichoderma reesei RF542).
COMUNIONE
D’INTENTI
E COORDINAMENTO
STRATEGICO
A SUPPORTO DEL GRUPPO
GIOVANI ITALMOPA
COMMUNION OF INTENT AND STRATEGIC
COORDINATION TO SUPPORT ITALMOPA YOUTH GROUP
Paolo Gallo è membro e vicepresidente del Comitato Direttivo del Gruppo Giovani Italmopa, nonché responsabile commerciale di Molino San Paolo, impianto molitorio di famiglia. In questa intervista a “Molini d’Italia”, illustra in maniera efficace le necessità qualitative dell’industria molitoria, nonché contribuisce a valorizzare il lavoro dei Giovani Italmopa per mantenere elevato il grado di attenzione nei confronti del gruppo e delle sue attività. Questa impostazione, infatti, contribuisce a un progressivo avvicinamento dei mugnai di ultima generazione, elemento di vitale importanza per l’intero gruppo.
La Redazione
Dr. Gallo, recentemente è stato nominato vicepresidente del Gruppo Giovani Italmopa, quali sono le sue proposte da condividere con la presidenza?
«Lo scorso mese di febbraio ho avuto il piacere e l’onore di essere nominato vicepresidente del gruppo Giovani. Con l’occasione di questa intervista vorrei ringraziare il presidente Clelia Loiudice e il past president Giorgio Belotti. La loro amicizia e il loro sostegno sono stati fondamentali per il mio inserimento in
• Siamo specializzati nella realizzazione di: Molini da farina - SilosRiserie - Oleifici - Mangimifici - Sementifici - Birrerie - Pastifici
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questo gruppo che ormai mi vede partecipe da diversi anni. Le mie proposte si rifanno alle linee tracciate dal nostro presidente e ampiamente discusse con i nostri colleghi durante il primo direttivo svoltosi qualche settimana fa. Tratteremo e ci soffermeremo su temi molto interessanti ed estremamente attuali. Tematiche che spaziano dall’intelligenza artificiale alle problematiche legate al climate change e green claims. Con grande entusiasmo e massima disponibilità spero di poter dare un valido supporto a tutte le attività del gruppo».
Lo scorso gennaio, a Sigep, si è parlato di disinformazione su grano e farine, nonché di corretta comunicazione. Quali possono essere le ulteriori modalità e gli strumenti per mantenere correttamente informati i consumatori e che apporto possono fornire in particolare i Giovani da questo punto di vista?
«Ancora oggi il nostro settore è in preda a informazioni totalmente fuorvianti. Informazioni che derivano certamente da una scarsa “cultura agro-alimentare” del consumatore finale e che continuano a essere condivise sul “mondo social”. Purtroppo credo che gran parte di
queste informazioni siano create e condivise ad hoc da parte di personaggi e associazioni il cui unico intento è danneggiare una categoria a favore di interessi di parte. Questa “battaglia” tra attori nella stessa filiera mi crea sinceramente grande
sconforto. Ho sempre creduto in un dialogo fra le parti. Dialogo che, purtroppo, fino a ora non ha prodotto i risultati sperati e che le innovazioni comunicative (vedi social) abbiano definitivamente compromesso. Proprio in Sicilia, fino a qualche settimana fa, nel corso delle operazioni di scarico di una nave di grano, si sono verificati spiacevoli episodi che hanno sicuramente messo in cattiva luce la nostra azienda e l’intero settore. Il tema è preoccupante e nel futuro questi episodi potrebbero sfociare in atti violenti. La nostra
La nostra tecnologia valorizza tutte le qualità della pasta, all’interno di una gamma completa di linee che rispondono a qualsiasi richiesta del settore. Insieme, per ogni esigenza, la soluzione più avanzata.
associazione negli ultimi anni ha fatto parecchio in ambito comunicativo ma credo che questo non basti. Credo sia importante il supporto di un organo o di un ente statale che difenda, con dati e prove alla mano, il buon operato e l’assoluta buona fede di chi vuole operare e lavorare sul mercato con la massima serietà».
La Sua Azienda, Molino San Paolo, costituisce un’importante realtà siciliana. Di recente è stato avviato, proprio in Sicilia, il distretto operativo dei cereali. Qual è la sua opinione in merito? Quali sono le iniziative che, come Molino, state portando avanti sul territorio siciliano e quali le tematiche che riterreste opportuno approfondire? «Anche noi siamo stati sottoscrittori del distretto operativo dei cereali. Il distretto si pone l’obiettivo di rafforzare l’aggregazione, la competitività e la crescita del comparto cerealicolo siciliano. Precursore del distretto è stato il Consorzio di ricerca “Gian Pietro Ballatore” a cui va sicuramente il merito, nel corso degli ultimi venti anni, di aver creato sinergie tra il mondo agricolo e il settore molitorio locale. Sinergie, fino a qualche anno fa, lontanamente impensabili, con potenziali prospettive di miglioramento. Come azienda, collaboriamo da diversi anni proprio con il Consorzio, sviluppando progetti di ricerca mirati alla valorizzazione delle qualità e delle varietà di
grano duro, alle analisi tecnico-economica delle diverse fasi della filiera, all’ottimizzazione dei processi di utilizzo della materia prima tramite sistemi di monitoraggio. Siamo stati fra i primi nell’Isola a effettuare lo stoccaggio differenziato della materia prima con l’intento di “educare” agricoltori e stoccatori a differenziare la materia prima in ragione della qualità. Credo
«COME AZIENDA, COLLABORIAMO DA ANNI CON IL CONSORZIO “GIAN PIETRO BALLATORE”»
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«OCCORRE PERSEGUIRE CON L’ORGANIZZAZIONE DI EVENTI COME “MOLINI A PORTE APERTE”»
sia fondamentale, con l’aiuto di enti di ricerca settoriali e con l’aiuto delle Università locali, soffermarsi sugli aspetti qualitativi della granella. Sarebbe importante riunire gli attori della filiera in un tavolo tecnico per studiare e ricercare soluzioni che possano accrescere alcuni deficit qualitativi presenti sulle nostre produzioni agricole, prendendo anche esempio da Paesi leader mondiali in ambito agricolo. Su questi
aspetti abbiamo più volte cercato di coinvolgere anche le istituzioni che, ahimè sino a ora, non hanno mai approfondito seriamente la problematica».
La Vostra Azienda ha aderito lo scorso anno alla Giornata “Molini a porte aperte”. Che riscontro avete avuto nell’occasione e quali suggerimenti si sente di dare in vista della prossima edizione della manifestazione in programma presumibilmente nel 2025? «La nostra azienda ha aderito sia nel 2019 che nel 2023 alla giornata “Molini a porte aperte”. Nel corso della prima edizione abbiamo registrato più di trecento presenze. È stato veramente entusiasmante notare lo stupore e la meraviglia di alcuni visitatori che sconoscevano totalmente il nostro mondo. Raccontare la nostra storia e la nostra azienda è stato motivo di orgoglio. Credo sia importante perseguire con l’organizzazione di questo tipo di eventi. Per il futuro, si potrebbe pensare a un coinvolgimento degli altri protagonisti della filiera, rendendo partecipi all’iniziativa fornitori e clienti completando così un percorso che va dal grano al prodotto finito».
La Redazione
Considerations on durum wheat quality. Updates.
Luigi De Lisio Dottore in Scienze delle Preparazioni Alimentari già Tecnologo presso il Parco Scientifico e Tecnologico del Molise (PST)
As it is well known, durum wheat is mainly intended for the pasta processing industry, which requires certain quality standards; to meet these requirements it is necessary to intervene in each stage of the supply chain, including storage. Hence, the importance of a commodity classification of durum wheat according to quality classes (i.e. according to a grading) and its differentiated storage according to this grading. In this article, the author looks into the state of the art.
L’IMPORTANZA
DELLO STOCCAGGIO
NELLE FASI
DELLA FILIERA
THE IMPORTANCE OF STORAGE
IN THE SUPPLY
CHAIN STAGES
Poiché è trascorso del tempo dal periodo di pubblicazione di un mio articolo dal titolo “Considerazioni sulla qualità del frumento” (“Molini d’Italia”, maggio 2022), nel presente documento riporto alcuni aggiornamenti in merito. Storicamente la produzione nazionale di frumento duro (pari a circa 4 milioni di tonnellate) copre circa il 60% del fabbisogno interno, il rimanente 40% (circa 2,6 milioni di tonnellate) è costituito da materie prime di importazione. Tuttavia, i dati di novembre 2023 indicano numeri
in aumento per l’importazione, per cui sono stati già importati circa 2,9 milioni di tonnellate. Come noto, il frumento duro è destinato prevalentemente all’industria di trasformazione della pasta che richiede determinati standard qualitativi e per rispondere a tali esigenze occorre intervenire in tutte le fasi della filiera tra cui quella dello stoccaggio. L’articolo precedente di maggio 2022 evidenziava, tra l’altro, l’importanza di una classificazione merceologica del frumento duro secondo classi di qualità (ossia secondo un grading) e lo stoccaggio differenziato dello stesso in base a tale grading. L’articolo faceva riferimento a un progetto di ricerca svolto presso il Parco Scientifico e Tecnologico del Molise (PST) prima del 2003 ed è ancora attuale in quanto allo stato odierno non esiste a livello nazionale un sistema pienamente operativo con determinate caratteristiche. Il progetto aveva anche lo scopo di fornire uno strumento tecnico utile per la riorganizzazione del comparto cerealicolo molisano e nazionale. Il programma era stato elaborato sulla base dei dati del monitoraggio qualitativo regionale del frumento duro condotto dal PST e di quelli nazionali.
*Silos per lo stoccaggio di cereali, sfarinati e semilavorati destinati all’uso alimentare prodotti in base alle norme della Dichiarazione di Conformità per i M.O.C.A. (Materiali e Oggetti a Contatto con Alimenti).
La MOCA è una certificazione che garantisce il rispetto di requisiti obbligatori in tema di igiene alimentare dove i prodotti vengono realizzati rispettando il Regolamento (CE) 1935/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 ottobre 2004.
A mio avviso uno dei limiti del sistema italiano è stata l’assenza di un unico organismo centrale market oriented avente una funzione di coordinamento tra le due parti, ossia il settore agricolo e quello dell’industria di trasformazione. In altri termini, avendo come riferimento il sistema canadese, sarebbe stato vantaggioso disporre di organizzazioni centrali simili al “Canadian Grain Commission” e al “Grain Research Laboratory” i quali possono svolgere, tra l’altro, non solo attività di ricerca ma anche attività di monitoraggio, controllo ispettivo e coordinamento lungo la filiera cerealicola al fine di assicurare determinati livelli qualitativi. Per rispondere a tali carenze, da alcuni anni numerose aziende italiane hanno adottato un sistema molto funzionale che consiste nel siglare patti di coltivazione e filiera con gli agricoltori locali per disporre di materie prime rispondenti a standard qualitativi prestabiliti.
Una revisione della Pac?
Poiché il settore agricolo è un anello debole della filiera agro-alimentare, a mio avviso, la Politica agricola comune (Pac) va revisionata e dovrebbe fornire maggiori aiuti economici e finanziari agli
operatori agricoli, altrimenti la produzione di frumento italiano (e di altre materie prime) si sposterà in altre nazioni europee, o in quelle extra Ue, con conseguenze economiche, occupazionali, sociali ecc., (un discorso simile vale per gli operatori agricoli europei per il rischio di spostamento verso aree extra Ue). A loro volta, gli operatori nazionali del settore devono concentrarsi e consorziarsi per superare la frammentazione dell’offerta tipicamente italiana (proponendo partite di frumento con massa più critica e di qualità
omogenea) e per ridurre soprattutto i costi in quanto il frumento è una commodity inserita in un contesto di mercato libero e
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Finanza, la Capitanerie di Porto, l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e delle repressioni frodi dei prodotti agroalimentari). I controlli hanno evidenziato la piena rispondenza delle partite di frumento duro ai requisiti igienico-sanitari stabiliti dalle normative vigenti in Europa (https://www.pastaepastai.it/italmopa-stop-alla-disinformazione-il-grano-importato-e-sicuro/). I risultati sono importanti per rassicurare i consumatori che
ricevono continuamente disinformazioni e fake news da canali non ufficiali. A ciò bisogna aggiungere che è attivo il Rasff“Il sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi” della Commissione europea che monitora costantemente prodotti alimentari e mangimi presenti sul territorio comunitario e quelli in arrivo in Europa da nazioni extra-Ue.
In ogni modo i controlli possono impedire la commercializzazione di eventuali lotti
non conformi, tuttavia permangono i problemi irrisolti per cui l’offerta di frumento duro nazionale è inferiore alla domanda dell’industria di trasformazione che richiede materie prime con determinati standard qualitativi. Negli ultimi anni è stato avviato un progetto di stoccaggio differenziato del frumento duro, denominato “Fruclass”, coordinato dall’Università degli Studi della Tuscia. Mi auguro che l’iniziativa possa fornire in futuro un valido contributo al comparto.
Luigi De Lisio• De Lisio L., Considerazioni sulla qualità del frumento, “Molini d’Italia”, maggio 2022.
• Latella M., Lo stato dei centri di stoccaggio italiano, “Molini d’Italia”, giugno 2023.
• Italmopa, Stop alla disinformazione, Il grano importato è sicuro, “Avenue Media”, marzo 2024
• “L’origine del grano non è sinonimo di qualità”, “Molini d’Italia”, marzo 2024. NOVITÀ!
Italian trade is increasingly dependent on maritime transport. In fact, 37% of our import/export travels by sea and its value reached 254 billion euros in the first nine months of 2023. Over the 20-year period 2003-2023, sea transport increased by 8%, with a parallel decrease in road transport. Along the routes of international freight traffic, Italy can
play a major role thanks to a renewed strategic central position in the Mediterranean, which is today the hub towards the markets of Northern Europe as well as the Middle East and North Africa (MENA) area, the largest GDP and trade area in the world, the main gateway to Africa and a hub for the Atlantic shore of the United States.
LA SITUAZIONE
DEI PRINCIPALI
POLI MARITTIMI
NAZIONALI
DESTINATARI
DELL’IMPORT
DI CEREALI
THE SITUATION OF THE MAIN
ITALIAN MARITIME
HUBS THAT IMPORT CEREALS
Il commercio italiano dipende sempre più dal trasporto marittimo. Infatti, con un valore pari a 254 miliardi di euro registrato nei primi 9 mesi del 2023, il 37% del nostro import/export viaggia per mare. Nell’arco del ventennio 2003-2023, il trasporto via mare è aumentato dell’8%, con un parallelo decremento di quello su gomma. Nelle rotte del traffico internazionale di merci l’Italia può giocare un ruolo primario grazie a una rinnovata centralità strategica del Mediterraneo, che oggi rappresenta il punto di snodo verso i mercati del Nord Europa e dell’area Middle East and North Africa (MENA), l’area di Pil e di commercio più grande al mondo, la principale porta per l’Africa e un hub per la sponda Atlantica degli Stati Uniti. Inoltre, negli ultimi 15 anni l’import/ export dei principali player mondiali (Usa
e Cina) ed europei (Germania, Francia e Italia) verso i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo e del Golfo (area MENA) è in costante crescita.
Per quanto riguarda il commercio dei cereali - nello specifico di grano - i porti italiani svolgono un ruolo molto importante, poiché il frumento (duro e tenero) rappresenta una materia prima fondamentale per l’industria alimentare del nostro Paese. La loro posizione strategica, le moderne infrastrutture e le capacità di movimentazione delle merci contribuiscono a garantire una catena di approvvigionamento affidabile, in grado di sostenere la produzione di prodotti a base di grano che sono parte integrante della
NELLE MERCI
RINFUSE SOLIDE
tradizione culinaria italiana. L’efficiente gestione di questi porti è determinante per assicurare all’Italia una costante e stabile fornitura di grano, indispensabile per mantenere la sua leadership a livello mondiale nella produzione di pasta e di altre eccellenze della nostra industria alimentare. Il mercato del traffico marittimo delle rinfuse solide - e quindi anche del grano - è fortemente legato alle strutture portuali e alla loro dinamica operativa, in quanto la movimentazione di questo tipo di merci richiede terminal con specifiche caratteristiche. Infatti, quelle per le rinfuse solide recitano un ruolo di primo piano nella catena di trasporto perché sono in grado di collegare i produttori con gli end users; la loro efficienza è influenzata da una serie di fattori interni ed esterni, così come dal layout di progetto alla base della costruzione del
terminal. Essi svolgono una funzione essenziale poiché sono i principali responsabili dell’efficienza dell’intera catena logistica, aspetto che ne determina più di ogni altro il costo. I terminal per rinfuse solide operano al servizio di navi dotate di grandi stive, di norma suddivise in compartimenti utilizzabili in maniera selettiva secondo la categoria merceologica. L’ubicazione ottimale di questa tipologia di terminal è determinata da fattori marittimi, quali l’esposizione ai fenomeni meteorologici e la profondità dei fondali, combinati con la facilità del trasporto via terra (strada/ferrovia) e la disponibilità di aree a grande capacità di stoccaggio. Un elemento di forte economia di scala per la gestione di spazi ed equipaggiamenti e per la specializzazione del personale, è rappresentato dalla concentrazione delle movimentazioni per una o poche tipologie di prodotto in quantità elevate. La dinamica generalmente in flessione che si registra per questo segmento di traffico nei porti dell’area mediterranea nell’ultimo decennio, si associa a un indebolimento della quota dei porti ionici, solo parzialmente compensata,
nell’ultimo triennio, dalla crescita riscontrata nei porti adriatici.
Un importante caso di riferimento per l’area Adriatico-Ionica è il terminal portuale di Ravenna, la piattaforma per rinfuse solide più grande del Mediterraneo, che opera con attrezzature e impianti (macinazione, miscelazione, insacco ecc.) distribuiti su 2 km di banchina e 800 mila mq di superficie, oltre a vantare uno scalo ferroviario di proprietà; questo terminal è in grado di movimentare fino a 7 milioni di tonnellate l’anno tra sbarchi e imbarchi. Il porto di Ravenna è leader per l’import di cereali, semi oleosi e materie prime per la produzione di ceramiche. Secondo i dati di Port Infographic 2023, ricerca pubblicata online nell’ambito dell’osservatorio permanente di SRM sull’economia dei trasporti marittimi e della logistica, realizzato grazie al partenariato tra SRM e Assoporti, le sole rinfuse solide movimentate nel periodo gennaio-settembre 2023 al porto di Ravenna sono state pari a 7.906.002 tonnellate, il 9% in meno rispetto allo stesso periodo del 2022. Dal sito web del Porto di Ravenna si evince che i diversi fattori che hanno provocato il brusco rallentamento dell’economia mondiale (crisi energetica, inflazione, aumento dei tassi bancari,
interruzione delle forniture, che ha limitato la circolazione di generi alimentari e provocato un generale aumentato dei prezzi) hanno inevitabilmente influito
sull’andamento del traffico di merci movimentate nei porti nazionali. Inoltre, Ravenna ha dovuto fare i conti anche con i danni provocati dell’alluvione in Romagna del maggio 2023 e con le ripercussioni causate dalla crisi nel Mar Rosso. E così, il comparto alimentare, con 5.206.157 tonnellate di merce movimentata, nel 2023 ha registrato un calo dell’8,8% rispetto al 2022. Analizzando poi l’andamento delle singole merceologie, si registra un segno negativo per quanto riguarda i prodotti agricoli e, in particolare, per
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la movimentazione (relativa al solo sbarco) dei cereali, che chiudono il 2023 con un -6,7% rispetto al 2022.
Un altro importante terminal italiano per il mercato dei cereali è il porto di Venezia. Ubicato all’interno della laguna, si estende
su due aree: la Marittima, in centro storico, che accoglie il traffico passeggeri, e Porto Marghera, dove si concentra il traffico merci (container, rinfuse solide e liquide) e dei traghetti. Grazie a una notevole domanda localizzata nel porto e nel retroterra, all’intermodalità ferroviaria e fluviale, a una buona accessibilità nautica e alle procedure di controllo unificate,
il porto di Venezia è scalo di riferimento per il traffico delle rinfuse agroalimentari. Il comparto agroalimentare, che per il porto di Venezia rappresenta, in termini di tonnellate movimentate, il 7,7% dei volumi totali, è caratterizzato dalla presenza di due tipologie di industrie: quella molitoria (molini per la produzione di farine per l’alimentazione umana) e quella mangimistica per uso zootecnico (allevamenti avicoli, suinicoli e di bovini). A queste si aggiunge l’industria della spremitura dei semi oleosi per la produzione di olii e farine, quest’ultime destinate, attraverso l’industria dei mangimi, al settore zootecnico. Va tenuto in considerazione che, soprattutto per i cereali, i volumi movimentati dai porti dipendono anche dall’andamento del raccolto nazionale e di quello dei Paesi dell’Europa centrale, che approvvigionano le industrie del settore via gomma e via ferrovia; in particolare,
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Molini Italiani. Al tempo stesso, a stabilire la vocazione di un hub portuale è anche la tradizione del territorio. Dall’altra parte dello Stivale, nella parte ovest della Penisola, partendo da nord si incontra il porto di Genova (comprensivo dello scalo di Savona-Vado), uno dei principali hub marittimi del Mediterraneo. Mentre le sole rinfuse solide movimentate nel periodo gennaio-settembre 2023 sono state pari a 2.643.471 tonnellate (-13% rispetto al 2022, secondo Port Infographic 2023), dalla relazione annuale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale del 2022, si evince che il grano importato si attesta a 74.480 tonnellate nel solo scalo di Savona-Vado. Una quantità certamente importante, seppur non al livello di Ravenna e Venezia. Anche il porto di Livorno, scalo polivalente dotato di infrastrutture e mezzi che consentono di accogliere ogni tipo di nave e di movimentare qualsiasi categoria merceologica, non presenta numeri significativi in termini di rinfuse solide. Al pari di molti altri scali portuali italiani, anche il porto di Livorno ha risentito della situazione congiunturale negativa caratterizzata dalla frenata dell’economia europea e dalle incertezze legate all’aumento del costo del denaro. Nello specifico, i dati pubblicati dall’Autorità del Sistema Portuale del Mar Tirreno settentrionale, riferiti al periodo gennaio-giugno 2023, attestano i volumi delle rinfuse solide importate a 264.522 tonnellate (-16,5% rispetto allo
stesso periodo del 2022), con i cereali che si attestano a 27.457 tonnellate. In questa rapida rassegna trova posto anche il porto di Napoli, la cui posizione geografica ne fa un nodo cruciale per il trasporto di merci verso le regioni meridionali del nostro Paese. Anche qui si registra un netto calo (-9,6%) delle importazioni di merci rinfuse solide nel periodo gennaiosettembre 2023, che si attesta a 993.813 tonnellate, quando nel 2022 erano state di 1.161.363 tonnellate, con 273.791 tonnellate di cereali.
Conclusioni
L’Italia è al 14° posto nella classifica del Liner Shipping Connectivity Index, che misura la competitività del sistema portuale e logistico mondiale. Il sistema portuale italiano dovrebbe, pertanto, sfruttare meglio la sua strategica posizione geografica e i porti italiani aspirare a diventare punti di transito alternativi a quelli del Nord Africa e del Pireo, in particolare per quanto riguarda il commercio diretto con la Cina. Ma la prossima e fondamentale sfida riguardante i porti è la loro sostenibilità, con la indispensabile riconversione energetica e ambientale. Per raggiungere l’obiettivo europeo della neutralità climatica per le attività antropiche, anche questo settore dovrà dare il proprio contributo in termini di decarbonizzazione. Si tratta di uno degli ambiti su cui, per la natura globale del settore e le sue caratteristiche specifiche, è forse più complesso intervenire. Sostituire, ad esempio, il diesel che fa muovere le navi, richiede non solo interventi sulle flotte ma anche sui porti. Per cui, quali sono le tecnologie da mettere in campo per trovare le soluzioni più adeguate? Quali investimenti richiederanno tali trasformazioni? Come dovranno adeguarsi i porti per ospitare e rifornire navi a impatto zero sull’ambiente, nonché per gestire centri di stoccaggio sempre più ecologici?
La Redazione
A Milano il 10 maggio la quinta edizione di CeMI: Borsa internazionale dedicata alle commodity agroalimentari
rganizzato dall’Associazione Granaria di Milano e Ager Bologna con l’Associazione Granaria di Torino, il 10 maggio si terrà il 5° CeMI - Commodities Exchange Milano, evento internazionale dedicato a produzione, trasformazione, commercializzazione, controllo delle commodity agroalimentari.
Unico evento annuale dedicato al mondo delle agro commodity in Italia, paese fondamentale nel panorama del mercato cerealicolo mondiale. La manifestazione vede coinvolta l’intera filiera: dai produttori, agli importatori ed esportatori di cereali europei ed extraeuropei, dai costruttori di attrezzature industriali e imballaggi, ai
mediatori, i mulini, agli operatori dei servizi connessi, tra i quali logistica, trasporti, servizi bancari, assicurativi e noleggi.
Gli 800 partecipanti della scorsa edizione hanno inserito il CeMI nel calendario dei più importanti appuntamenti internazionali del settore, incontri che si tengono con cadenza annuale in città come Parigi,
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• Bilanciate singolarmente
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Progettiamo e costruiamo impianti per la lavorazione di riso, cereali, legumi
Praga, Sète, Barcellona, Budapest e Vienna. In Italia, infatti, nonostante l’attività settimanale delle singole Borse, mancava un incontro di specifico respiro internazionale per tutti gli operatori del settore. La partecipazione a CeMI garantisce un’occasione unica di incontrare nello stesso luogo i manager delle diverse aziende coinvolte e i rappresentati delle associazioni di categoria principiali del settore delle agro commodity. Il nostro Paese, strutturalmente deficitario di materie prime agricole, è il secondo importatore europeo di cereali, semi oleosi e farine proteiche ed è, con posizioni variabili, sempre tra i primi dieci nel mondo. Questo rende l’appuntamento di Milano un evento appetibile per l’estero. “Con l’organizzazione di CeMI, abbiamo raccolto l’esigenza da parte di tutti gli operatori delle commodity di un incontro in Italia tra persone e imprese”. Commenta Alessandro Alberti presidente dell’Associazione Granaria di Milano - “Il successo di numeri e partecipazione che abbiamo riscontrato sin dal primo giorno dell’organizzazione ci fa capire la vitalità del settore e la necessità di un appuntamento annuale di confronto e scambio”. Il programma prevede una intera giornata di business per tutta la filiera delle agrocommodity con 40 espositori e complessivamente circa 800 operatori che avranno
la possibilità di consolidare rapporti e creare nuove relazioni. Saranno infatti presenti la maggior parte degli operatori del settore.
L’evento è stato ideato dall’associazione Granaria di Milano e si rinnova tutti gli anni grazie alla preziosa collaborazione di Ager Bologna e anche al contributo della Granaria di Torino. Per chi non lo sapesse l’Associazione Granaria di Milano nasce nel lontano gennaio del 1902, e la sua missione è rimasta ancora attuale: organizzare le riunioni di mercato che si svolgono nella sede di Milano tutti i martedì; fissare con la partecipazione delle categorie interessate, le condizioni per
la negoziazione delle merci anche mediante la formulazione di contratti tipo; favorire la conciliazione delle controversie fra soci e fra non soci.
La Borsa Merci di Bologna, il cui mercato si svolge settimanalmente ogni giovedì, costituisce un importante punto di riferimento per chiunque operi nel settore dell’agricoltura e dell’industria di trasformazione dei cereali, semi oleosi e materie prime per l’alimentazione animale.
All’Ager fanno capo più di 700 operatori della filiera cerealicola (del territorio nazionale ed europeo) con attività di: produzione, stoccaggio cooperativo e privato, commercio e trading, servizi logistici,
Negli oltre 50 anni di attività, la Defino & Giancaspro S.r.l. si è ritagliata un ruolo di rilievo nel campo molitorio, distinguendosi per la progettazione e la realizzazione di impianti e macchine sempre all’avanguardia. L’azienda ha saputo adattarsi, negli anni, alle mutevoli esigenze del settore, diventando un punto di riferimento per l’efficienza, l’innovazione costante delle soluzioni proposte e la capacità di realizzare prodotti personalizzati. Un impegno verso i propri clienti che si traduce nella ricerca costante di soluzioni integrate atte a soddisfare le più svariate richieste ed esigenze, sia che si tratti di mettere in piedi un nuovo progetto sia che venga richiesto di ampliare e migliorare l’efficienza di un impianto o linee di produzione esistenti. Questa trasversalità d’intervento è possibile grazie a un mix equilibrato di tecnici qualificati e operai specializzati, che quotidianamente lavorano, fianco a fianco, fondendo idee ed esperienze; uffici di progettazione e un’intera
officina con più di 80 fra tecnici e operai messi a servizio del cliente. Strutture metalliche, silos, tubazioni, accessori, e un’ampia gamma di macchine, realizzati con massima precisione e dedizione e conformi ai più alti standard in materia di qualità e sostenibilità, così come la garanzia nell’applicazione degli standard MOCA riguardanti il contatto con gli alimenti, diventano un elemento chiave per il successo delle aziende molitorie.
Ciò che rende unica la Defino & Giancaspro è la capacità di creare prodotti su misura, versatili e in grado di superare la standardizzazione dettata dal mercato e dalla riduzione dei costi di produzione che molte volte sacrificano le necessità del cliente per garantire maggiori profitti. Inoltre, a partire dal 2021, l’azienda ha ulteriormente potenziato le proprie linee di produzione, investendo in maniera significativa in nuove attrezzature. Questa evoluzione non è un semplice adeguamento alla domanda crescente, ma una trasformazione completa verso un’azienda sempre più intelligente e interconnessa. L’integrazione di tecnologie avanzate consente un monitoraggio in tempo reale, manutenzione predittiva e un controllo preciso dei processi, garantendo massima efficienza e sicurezza. Forte della storica esperienza nei montaggi e grazie al rinnovamento messo in atto, l’azienda ha intrapreso nuove sfide e punta a porsi come protagonista sul mercato italiano anche nella fornitura di interi impianti per stoccaggio di cereali e sfarinati, gestendo l’intero iter dalla progettazione e ingegnerizzazione fino al montaggio e messa in marcia. Un’eccellenza italiana che guarda al futuro, senza dimenticare il proprio passato.
Offrendo tecnologie per la produzione di pasta, con più di 170 referenze in tutto il mondo, AXOR ha recentemente realizzato altri due importanti progetti in Europa: la vendita di una Linea Pasta Corta 2200 kg/h e due Linee Rotaxor
per Pellets/Snacks in Italia. Marco Mistroni, Direttore di AXOR, ha affermato che AXOR sta constantemente migliorando i propri servizi che offre nel campo della produzione di pasta e che sta continuando a implementare le attività del proprio
R&D senza sosta in modo da sostenere la domanda che aumenta ogni anno. Mistroni afferma che lo scopo dell’azienda è quella di fare incontrare i bisogni di oggi con le tecnologie più avanzate. La missione di AXOR è di offrire tecnologie per la produzione di pasta a seconda dei bisogni dei produttori di pasta. Nel reparto R&D, ogni progetto viene studiato ed analizzato nel dettaglio tenendo conto delle necessità dei clienti, passo dopo passo, dalla progettazione all’installazione. AXOR pianifica tutti i processi a seconda delle proprietà delle materie prima che verranno utilizzate nella produzione di pasta, in modo da assicurare massima efficienza di produzione di ogni progetto. La personalizzazione, l’assistenza in ogni passo del processo e la combinazione della tradizione e la modernizzazione delle tecnologie sono la forza di AXOR. La più grande fonte di motivazione è vedere che vengono realizzate in toto le aspettative dei clienti in ogni progetto che viene completato e di aggiungerne dei nuovi nelle differenti aree geografiche del mondo.
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✓ i tecnici alimentari
✓ i fornitori di materie prime
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