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2. LO STILE CARTOON ED EPISODICO DI TELLTALE GAMES E

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RINGRAZIAMENTI

RINGRAZIAMENTI

Steven Wilson, infatti, oltre che “colpevole” di aver fatto innescare in Guarini4

l’idea del videogame (e che a sua volta è scaturita dal lavoro di un artwork di Hajo Müller), entra a far parte del team creativo riadattando questo suo brano diventando la colonna sonora di “Last Day of June”. E così come in quest’ultimo, anche in “Drive Home” si avverte il non-peso della mancanza delle parole, che, d’altro canto, in Wilson sono presenti come ripiego di tutte le cose, come se fossero un’estensione ineluttabile di ogni oggetto, ogni persona, del tutto. In effetti esse, nel brano, sono un riecheggio molto più costante, una nota dolente nel cuore di chi, in un attimo, perde l’amore della sua vita, deve rinunciare alla libertà di movimento e subisce pertanto un evento così traumatico da far sì che la mente, autonomamente, rimuova tutto ciò, per non esserne sopraffatta.

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“Drive Home” però, cosa significherebbe a questo punto? Tornare a casa significa ricordare un simile evento? Aggrapparsi a ciò che resta di chi si ha amato? Cercare una “risoluzione” in mezzo a quel dolore? Le parole, appunto, non servono né serviranno a raccontare ciò che, in maniera struggente, riesce a fare “Last Day of June” o l’assolo di Guthrie Govan5 nel brano musicale.

Steven Wilson, a supporto di Massimo Guarini, spiega nel “Making of Last Day of June” (intervista fatta a loro due al momento dell’uscita del videogame) spiega come, quest’ultimo e così come qualsiasi altro videogioco che tenta di affrontare tematiche e di esplorare emozioni così forti, possano, anzi debbano, essere considerate vera e propria arte. Una vittoria su due fronti, osservando dal punto di vista del game director.

4 Autore di videogiochi, scrittore e regista italiano. Di recente è stato candidato ai BAFTA Game Awards. 5 Chitarrista inglese. Collabora con Wilson dal 2013 ma già dal 2011 è fondatore e membro attivo del gruppo rock fusion “The Aristocrats”.

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