2024 - Costruire il futuro n°1 - gennaio - febbraio

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ISSN 2612-5595

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, LO Brescia

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Rivista bimestrale di ANCE Brescia


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La rivista è distribuita a imprese edili, architetti, geometri, ingegneri, a uffici tecnici, amministratori e funzionari della Pubblica Amministrazione, a istituzioni e giornalisti “Costruire il Futuro” è il bimestrale di Ance Brescia che propone riflessioni e approfondimenti sul mondo della filiera della casa. La rivista affronta le tematiche più attuali per rispondere ai quesiti che ruotano attorno al settore edile, un comparto dalle grandi potenzialità, pronto ad abbracciare la digitalizzazione e nuovi orizzonti di sviluppo. Testi e immagini si inseriscono armoniosamente in uno spazio dove l’analisi del presente è accompagnata da soluzioni concrete, indispensabili per costruire il futuro della nostra società in linea con le più recenti esigenze di sostenibilità e di rinnovamento.

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editoriale / 1 Massimo Angelo Deldossi Presidente Ance Brescia

Difficoltà e obiettivi comuni aprono un 2024 di tensioni e opportunità La riforma del Codice degli Appalti, l’attuazione del Pnrr e il confronto con il Mit per arrivare a un Testo unico per la rigenerazione urbana e della casa sono solo alcuni esempi del lavoro speso a livello associativo per dare al comparto strumenti e linee guida di più chiara e semplice applicazione, orientando le Costruzioni a un percorso di crescita stabile, con piani di sviluppo di medio e lungo termine. Guardando a quanto è stato fatto durante l’anno appena trascorso, mentre a livello sovranazionale si discute in materia di End of Waste e di efficienza energetica degli edifici (Epdb), restano ancora alcune incognite e nodi da sciogliere. Primo fra tutti il futuro dei bonus fiscali d’interesse per l’edilizia, che vedono asciugarsi i fondi a disposizione, creando tensioni per la conclusione corretta degli ultimi lavori agevolati con aliquota piena. Inoltre, come segnalato da Euroconstruct, l'aumento dei tassi d'interesse e la guerra in Ucraina hanno frenato la crescita del settore a livello europeo. Gli esperti nazionali hanno stimato un calo dell’1,7% per il 2023, con un ulteriore peggioramento nel 2024, seguito però da una crescita moderata di circa l’1,5% ogni anno nel 2025 e nel 2026. In questo scenario non aiuta la difficoltà di reperire forza lavoro. Ancor più sapendo che nei prossimi sette anni il 10% dei lavoratori andrà in pensione. Ci stiamo attrezzando per far fronte alla carenza di manodopera puntando su un’immagine moderna di edilizia per attrarre nuove generazioni di costruttori e attivando con Prefettura e mondo cooperativo, oltre che con Eseb, attività di inserimento di migranti formati nel settore. Pur nuotando in acque agitate, forti dell’animo propositivo e del saper fare che ci contraddistingue, non dobbiamo però perdere di vista il reale obiettivo comune: lavorare con trasparenza e dedizione nel segno di una maggior efficienza, sostenibilità e qualità delle opere. Nell’estendere l’invito a partecipare alla vita associativa per unire le forze di fronte alle sfide di questo nuovo anno e favorire le crescita delle nostre imprese, reali motrici del cambiamento, colgo l’occasione per segnalare una novità che ci interessa da vicino: l’assemblea elettiva 2024 di Ance Brescia si svolgerà all’insegna delle regole e delle procedure introdotte dal nuovo Statuto. Un assetto rinnovato, che trasforma gli aspetti che regolano la nostra Associazione e le attività promosse per tenere il passo di un settore in continuo mutamento, disegnando un’organizzazione ancor più strutturata per fornire assistenza sulle questioni emergenti e nuovi servizi alle imprese iscritte. Con l’inizio del nuovo anno si consolida, ad esempio, il percorso di accompagnamento dei nostri associati sui temi dell’Esg, che diventeranno sempre più — ma lo sono già oggi — il riferimento di committenti ed enti creditizi per l’affidamento delle opere e il finanziamento delle stesse. L’Associazione offre un supporto qualificato, sia garantendo una chiara lettura dei principi e delle regole che determinano l’approccio sostenibile di un’impresa agli occhi dei suoi stakeholder, sia analizzando il bilancio della stessa al vaglio degli istituti di credito. Il 2024 si apre rimarcando una viva e costante attenzione non solo ai temi della transizione ecologica, ma anche dell’innovazione e della digitalizzazione d’impresa. Al contributo delle tecnologie e di software ad hoc, quali Check, il portale di cantiere, si affianca la competenza di figure preparate per accompagnare le imprese in questa evoluzione. L’Associazione è al Vostro fianco per fornire le competenze digitali richieste dal mercato e dalle stazioni appaltanti, in linea con le disposizioni del nuovo Codice degli Appalti.

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editoriale / 2 Alessandro Scalvi Direttore Ance Brescia

Legge di... bilancio?

Tra le scelte di particolare rilevanza economica e sociale contenute nella Legge di Bilancio approvata dal Governo a ridosso della chiusura dell’anno si deve considerare la decisione di bloccare, nella sostanza, l’applicazione del cosiddetto Superbonus edilizio. Pur se è assai probabile che del provvedimento capace di suscitare infinite discussioni si continui a parlarne anche il prossimo anno, nonostante la Legge di Bilancio tenti di tagliare drasticamente e in maniera definitiva i ponti con la manovra. Questo perché permangono molti problemi irrisolti, diretti e indiretti. Certo, il Superbonus come lo abbiamo conosciuto non esiste più: da inizio 2024 è passato al settanta per cento, ma solo per i condomini senza la possibilità di usufruire della formula della cessione del credito e dello sconto in fattura. La detrazione spettante per gli interventi da Superbonus per la quale si è già optato per lo sconto in fattura o la cessione del credito sulla base di Sal effettuati fino al 31 dicembre 2023, non sarà oggetto di recupero nell’ipotesi in cui i medesimi interventi non vengano ultimati, compreso il caso in cui non si sia raggiunto il conseguimento delle due classi di miglioramento. Mentre, per gli interventi nei condomini e negli edifici composti da due o quattro unità immobiliari di unico proprietario o persona fisica o in comproprietà solo per i redditi più bassi con Isee sotto i 15mila euro e che abbiano raggiunto entro il 31 dicembre 2023 almeno il sessanta per cento dei lavori, è prevista la corresponsione di un contributo per le spese sostenute dal 1° gennaio 2024 al 31 ottobre 2024. Soluzioni marginali che, date anche le poche risorse a disposizione, soddisfano appena l’1% dei quasi 13 miliardi di opere condominiali ancora a metà. E per tutti gli altri chi se ne farà carico? Al netto delle problematiche e degli strascichi che il mal congegnato provvedimento ci consegna, c’è un aspetto tutt’altro che secondario legato al tema della Legge Finanziaria e di tutti i macro aspetti economici decisi dalla politica. Il riferimento è alla fatica di comprendere quale ratio — ammesso ci sia — guida chi ci governa nel collegare le politiche fiscali con quelle industriali. Parrebbe, infatti, che le politiche fiscali, ad iniziare proprio dalla Legge di Bilancio, siano sottomesse a mere logiche di cassa: ho bisogno di risorse, quindi applico nuove imposizioni. Si dimenticano così in genere due aspetti: il primo legato alla capacità contributiva del tassato, come si vede chiaramente soprattutto in tema di immobili. Il secondo concerne la linea di sviluppo sulla base di specifiche decisioni politiche adottate che la norma fiscale dovrebbe garantire. Si pensi a quanto avvenne con il Piano Roosevelt per rilanciare la drammatica situazione economica post crisi del 1929. Comprendiamo che per questa Legge Finanziaria non c’erano i tempi per interventi strutturali rispetto alla Direttiva europea sulle case green ma dobbiamo aggiungere che il provvedimento sul Bilancio 2024 manca di visione e di anima. Ha prevalso una visione ragionieristica, a maggior ragione servirebbe una revisione futura per costruire un supporto allo sviluppo sostenibile. Credo sia utile, però, soffermarsi sulle conseguenze. Più volte abbiamo richiamato in qualità di associazione i potenziali danni sociali riscontrabili. Tornando ai problemi legati alle code del Superbonus, permangono molte criticità e potenziali disastrose conseguenze, come più volte annunciate da Ance. L’evento di riferimento nel nostro territorio è rappresentato dal caso accaduto in un cantiere di Calcinato impegnato nel Superbonus. Lì, arroccati sulla gru, tre muratori hanno protestato dalla mattina fino a tarda sera nella ricerca di un accordo, perché non percepivano uno stipendio da quattro mesi. Non per volontà dell’azienda, ma per dinamiche che conosciamo e delle quali la manovra ci ha resi partecipi. Il rischio è che, se non sarà individuata una conclusione più ordinata, la storia dei tre muratori potrebbe ripetersi su ogni cantiere ancora attivo, non solo nella provincia ma in tutta Italia.

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sommario gennaio-febbraio 2024

Rivista bimestrale di ANCE Brescia

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30-39 / focus Next Vision Brescia

editoriale/2 Legge di... bilancio? di Alessandro Scalvi

a cura della redazione

13 in primo piano Progetto Ascolto. I risultati dell’iniziativa firmata Campus Edilizia Brescia 17 appalti Nuovo Codice dei Contratti d’appalto 18 siti iconici La Venaria Reale luogo magico rinato dopo mezzo secolo di oblio 20 ance giovani Passaggio generazionale d’impresa 23 bim Legal Bim, metodi e strumenti di gestione informativa digitale nel settore Aec

a@collegiocostruttori.ancebrescia @ancebrescia Ance Brescia

47 ingegneria italia La genialità ingegneristica della cupola del Brunelleschi: un capolavoro senza tempo 53 cape Tre milioni di euro in formazione 54 tecnologie Comfort climatico per il benessere abitativo 58 bim digital awards Brescia incassa successi all’edizione 2023 60 eseb Cdw Circle. Una nuova vita per i rifiuti da demolizione 63 ance informa

40 economia I dati 2023 del Made in Brescia

44 legge di bilancio Le novità introdotte

Direttore responsabile Adriano Baffelli

Pubblicità: C.E.R. srl Unipersonale Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia t. 030 392895 - f. 030 381798 info@cerbrescia.it Numerica - Divisione commerciale di Editoriale Bresciana SpA Via Solferino, 22 - Brescia t. 030 37401 - clienti@numerica.com

26 storia per il domani Cent’anni fa scompariva il grande ingegnere Gustave Eiffel

42 digitalizzazione Il Codice dei Contratti pubblici, la Gestione informativa digitale e le imprese di costruzione Quali impegni?

Editore: C.E.R. srl Unipersonale Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia

Comitato di redazione Stefano Assini, Ferruccio Benetelli Roberto Facchetti, Emanuele Plona Fabio Rizzinelli, Francesca Scolari

8 costruire il futuro 2024 Fotografiamo il futuro ci consegna i sei scatti protagonisti del 2024 di Adriano Baffelli 10 edilizia a più dimensioni Un settore, tante strade

Rivista bimestrale del collegio costruttori edili di Brescia e provincia anno 6 - numero 1

Redazione e Direzione ANCE Brescia - Collegio Costruttori Edili di Brescia e provincia Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia

fotonotizia

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editoriale/1 Difficoltà e obiettivi comuni aprono un 2024 di tensioni e opportunità di Massimo Angelo Deldossi

@ancebrescia Registrazione del Tribunale di Brescia: 5 settembre 1951, n. 54 Numero singolo anno 2024: euro 10,00 Quote di iscrizione, che danno diritto a ricevere tutte le pubblicazioni curate da ANCE Brescia Collegio Costruttori Edili, escluse quelle destinate riservatamente ai soci: z Gruppo Corrispondenti: euro 120,00 + IVA 22% pari a euro 146,40; z Architetti, ingegneri, geometri iscritti ai rispettivi Albi: euro 60,00; z Gruppo Giovani Costruttori: euro 30,00 La collaborazione alla Rivista è aperta a tutti. Gli articoli devono essere trasmessi alla Redazione e la loro pubblicazione è subordinata al giudizio insindacabile del Comitato di Redazione. L’accettazione di uno scritto non implica da parte del Comitato di Redazione e di ANCE BresciaCollegio Costruttori Edili, di cui la Rivista è l’organo, riconoscimento od approvazione delle teorie o delle opinioni dell’autore. Gli articoli non pubblicati non vengono restituiti. La riproduzione, anche parziale, di articoli o disegni è subordinata alla citazione della fonte.

Progetto grafico e impaginazione

Stampa: LITOS srl, Gianico (Bs)

48 incontri

Giuseppe Zipponi di Adriano Baffelli

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fotonotizia

Teatro di Salò FINANZIATO IL COMPLETAMENTO DEL RESTAURO AVVIATO NEL 2017. COME SEGNALATOCI DALLO STUDIO ARCHIBEMS+PARTNERS SRL DI VILLANUOVA SUL CLISI, A CUI SONO AFFIDATI PROGETTAZIONE E DIREZIONE LAVORI, È IN FASE DI ULTIMAZIONE IL SECONDO LOTTO, MENTRE SONO INIZIATE LE PROCEDURE D’APPALTO PER IL TERZO LOTTO. IL COMUNE DI SALÒ HA NEL FRATTEMPO TROVATO I FONDI PER TERMINARE IL RESTAURO, ACCENDENDO UN MUTUO DI CINQUE MILIONI DI EURO, E APPROVATO IL QUARTO E ULTIMO LOTTO DEI LAVORI.

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ARCHIBEMS+PARTNERS SRL

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copertine 2024

Adriano Baffelli Direttore “Costruire il futuro”

Fotografiamo il futuro ci consegna i sei scatti protagonisti del 2024 Come raccontato nel numero precedente, gli interessanti frammenti di vita quotidiana immortalati dai fotografi partecipanti al concorso, le sei opere vincitrici, insieme ad altre quattordici selezionate dalla giuria, sono state esposte in una mostra ospitata negli spazi di Area12 Hub

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er il secondo anno consecutivo ad impreziosire le copertine di Costruire il futuro sono le prime sei fotografie classificatesi nel concorso fotografico Fotografiamo il futuro, promosso dalla stessa rivista e supportato da Ance Brescia, con il patrocinio del Comune di Brescia. Nel segno del tema proposto, “I volti dell’edilizia”, gli appassionati del8

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l’arte fotografica hanno fatto del loro meglio per realizzare scatti unici, apprezzati dalla Giuria. Insieme ai protagonisti dell’attività nei cantieri non sono mancati scatti su opere e dettagli del composito mondo dell’edilizia. Come raccontato nel numero precedente, gli interessanti frammenti di vita quotidiana immortalati dai fotografi partecipanti al concorso, le sei opere vincitrici, insieme ad altre quattordici selezionate dalla giuria, sono state esposte in una mostra ospitata negli spazi di Area12 Hub. I sei autori vincitori hanno ricevuto il riconoscimento in buoni sino a tremila euro per l’acquisto di attrezzature fotografiche professionali. Ma come testimoniato da alcuni di loro, la soddisfazione più grande è legata al fatto che gli scatti premiati siano i protagonisti delle copertine della nostra rivista per i sei numeri del 2024. Un modo per continuare, non solo idealmente, l’anno di Brescia, con Bergamo, capitale della Cultura 2023, nella certezza che la cultura legata all’arte e nello specifico alla fotografia, sposa la cultura materiale insita nel settore del costruito, immenso capitale di questa terra laboriosa e ricca di lavoratori splendidi e di imprenditori appassionati e lungimiranti. Nelle fotografie si possono ammi-

rare testimonianze di interventi di rigenerazione urbana, esempi di interventi di edilizia residenziale o di opere pubbliche che guardano al futuro. Le linee, le cromie, le forme di strutture e infrastrutture con particolari caratteristiche architettoniche, negli scatti sono valorizzate insieme ai gesti e ai volti dei protagonisti di un settore centrale per la società e l’economia. Un’iniziativa tesa a valorizzare il comparto e a comunicare, soprattutto ai giovani, il valore dello stesso, anche in termini di formazione e occupazione che è in grado di offrire. Come direttore della rivista che ha promosso il concorso, ringrazio anche in questa occasione Ance Brescia per aver creduto e sostenuto il progetto, e i membri che con il sottoscritto hanno partecipato alla giuria di esperti, presieduta da Massimo Tedeschi, al vertice dell’Associazione Artisti Bresciani e composta da: Giovanna Galli critica d’arte del Giornale di Brescia, Gian Paolo Laffranchi caposervizio Cultura e spettacoli di Bresciaoggi, Luigi Serboli architetto dello Studio aa-ls. Ringraziamento che rivolgo anche al comune di Brescia, che ha patrocinato il concorso e all’assessora all’Urbanistica, Michela Tiboni, intervenuta alla mostra ospitata in Area 12 Hub.


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Conosciamo le sei copertine 2024 con le migliori foto del concorso Fotografiamo il futuro Rivista bimestrale di ANCE Brescia

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Gennaio-Febbraio La fotografia di Roberto Triglia (Brescia) ritrae un episodio di rigenerazione urbana in corso a Brescia, imperniato sulla demolizione della torre Tintoretto a San Polo per far posto a edifici di altra tipologia. Il taglio della fotografia, la soluzione cromatica, l’equilibrio fra i volumi parzialmente erosi dalla demolizione e l’unica presenza umana della scena offrono un’immagine sintetica ed evocativa di questo intervento edilizio. Marzo-Aprile Cesare Barillà (Piacenza) ha realizzato un’immagine di forte impatto cromatico che crea un perfetto equilibrio fra la dimensione del lavoro umano e l’imponenza di un’armatura di cantiere. Il gioco fra linee verticali e linee orizzontali assume valenza simbolica del costruire, del creare nuove strutture edificate, nuovi volumi architettonici. Maggio-Giugno Alessandro Bacchetti (Brescia) sceglie il bianco e nero e coglie un istante perfetto per documentare il cantiere di un’opera pubblica, l’equilibrio fra intervento umano e tecnologie costruttive avanzate, l’orgoglio di un lavoro che plasma il paesaggio e il territorio offrendo servizi comuni di importanza vitale. Luglio-Agosto Il gioco fra linee geometriche e presenze umane nella fotografia di Aldo Bertolini (Brescia) crea un’immagine di notevole impatto e dimostra come, nel rispetto delle normative di sicurezza, il lavoro nei cantieri edili possa conoscere momenti di grande forza visiva, dai tratti spettacolari.

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Di seguito le descrizioni-motivazioni redatte dai giurati delle fotografie vincitrici, dal primo al sesto posto, del secondo concorso “Fotografiamo il futuro”, che troverete nello stesso ordine sulle copertine 2024 della rivista:

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Settembre-Ottobre L’edilizia contemporanea impone a volte soluzioni acrobatiche per interventi di monitoraggio e manutenzione. La fotografia di Sofia Daniela Maria Brandinali (Milano) documenta uno di questi momenti raggiungendo un saldo equilibrio formale fra costruito, mezzi tecnologici e intervento umano. 6/2024

Novembre-Dicembre Massimo Campioli (Modena) documenta un aspetto poco celebrato ma rilevante in campo edilizio, ovvero la preparazione di sottoservizi. La ripetizione del modulo circolare, l’equilibrio cromatico degli azzurri e dei grigi, la nota gialla dell’elmetto che diventa il punto focale dell’immagine concorrono a creare una soluzione quasi astratta di forte suggestione.

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edilizia a più dimensioni

Un settore, tante strade Al Giornale di Brescia per parlare delle nuove professioni che interessano l’edilizia del futuro

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ono già al lavoro negli uffici tecnici e nei cantieri edili, ma figure quali il project manager, il digital construction manager o il Bim construction manager, sono sempre più presenti sul campo e si relazionano con le professioni storiche del settore delle costruzioni, dall’operaio al direttore lavori, dal tecnico edile al collaudatore. Un microcosmo di competenze e abilità approfondito durante l’evento organizzato nella Sala Libretti del Giornale di Brescia, dal titolo “Edilizia: un mondo a più dimensioni”, che prende il nome dall’omonima iniziativa portata avanti da Ance Brescia, Cassa edile Brescia, Collegio Geometri e Geometri laureati di Brescia, Ente sistema edilizia Brescia e Università degli Studi di Brescia per valorizzare l’offerta formativa di alto profilo erogata in territorio bresciano a vari livelli. L’evento, moderato dal direttore del Giornale di Brescia Nunzia Vallini, ha rimarcato la sinergia che la testata ha stretto con il sistema delle costruzioni locale per dare evidenza ai temi che interessano l’edilizia contemporanea. L’impegno a far conoscere un settore in trasformazione sotto la spinta di una rivoluzione 5.0 e di nuovi strumenti per l’intelligenza artificiale, ha portato a organizzare una serata di confronto sui cambiamenti che riguardano tutti i lavoratori del comparto e le future generazioni che si approcciano al mondo delle costruzioni. Un nuovo modo di lavorare e tante professioni specializzate per adoperare le sofisticate strumentazioni tecnologiche oggi a disposizione stanno arricchendo il panorama di qualifiche richieste dalle imprese edili e affini del territorio, sempre più sensibili all’implementazione di dispositivi innovativi per una più efficace gestione delle commesse e una migliore qualità delle opere. Ricopre dunque un ruolo fondamentale il percorso di formazione intrapreso e l’aggiornamento continuo della propria professione. Per i ragazzi e le ragazze interessati a valutare un impiego nel settore, l’orientamento scolastico è alla base di una piena soddisfazione lavorativa. Lo ha ricordato la professoressa Patrizia Bonaglia dell’Ufficio scolastico territoriale di Brescia, sottolineando che, da quest’anno, l’orientamento è diventato curricolare, cioè fortemente calato per volere del Miur nei curricoli degli studenti, per aiutarli a elaborare


il proprio progetto di vita futuro. In questo contesto, i Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento), che incontrano grande soddisfazione negli studenti bresciani, sono un’occasione per scoprire le proprie attitudini professionali. Un’occasione per assaporare da vicino la vita di cantiere, che necessita di figure preparate, pronte a far fronte all’urgenza di un turn over del personale, data l’elevata percentuale di professionisti in via di pensionamento. Lo fa presente il presidente di Ance Brescia, Massimo Angelo Deldossi, che invita a immaginare come cambierà il settore nei prossimi anni: “Non siamo più i muratori di un tempo. Una volta il muratore aveva il badile, oggi ha un mini-escavatore, una volta aveva il metro, oggi usiamo il laser scanner”. I corsi erogati in provincia forniscono competenze teoriche e pratiche per utilizzare queste nuove strumentazioni, che rendono il lavoro più smart, richiedendo un minor sforzo fisico da parte dell’operatore. “Ci voglio teste, non braccia. Servono figure preparate e competenti per far fronte all’evoluzione digitale in corso” sottolinea

L’evento, moderato dal direttore del Giornale di Brescia Nunzia Vallini, ha rimarcato la sinergia che la testata ha stretto con il sistema delle costruzioni locale per dare evidenza ai temi che interessano l’edilizia contemporanea Adriano Baffelli, direttore della nostra rivista e responsabile della comunicazione per il Sistema Ance Brescia. Dopo l’intervento di Ibrahima Niane, consigliere Cape, sulla necessità di investire in formazione per garantire sicurezza e competitività del mercato, si è entrati nel vivo delle proposte erogate sul territorio da Eseb, Its Academy I Cantieri dell’Arte, Istituti Cat (Costruzioni, ambiente e territorio) e Università degli studi di Brescia. Ne hanno presentato nel dettaglio l’offerta formativa il direttore della Scuola edile bresciana, Antonio Crescini, il presidente del Collegio Geometri di Brescia, Giuseppe Zipponi, e il professore del dipartimento Dicatam dell’Università statale, Giovanni Plizzari. Tutte proposte che forniscono un bagaglio di conoscenze ed esperienze proiettate al mondo del lavoro.

Dai corsi professionali per operatore edile e tecnico edile, rivolti ai ragazzi in uscita dalla terza media, che hanno da tempo sposato l’alternanza scuola-lavoro per offrire una formazione sul campo, ai percorsi Its strettamente improntati all’utilizzo delle nuove tecnologie per le costruzioni con i corsi in digital construction manager e le declinazioni in digital construction manager — sustainability, per la progettazione di edifici sostenibili ed eco-compatibili, e in digital construction manager — historical buildings, per gestire in ottica digitale il restauro di edifici storici e immobili di elevato valore culturale. Dagli istituti Cat che formano una figura storica del comparto delle costruzioni, che ha accompagnato l’edilizia sin dal dopoguerra, il geometra; al corso di laurea triennale Ted (Tecnico dell’edilizia), nato a Brescia su richiesta del territorio, che l’ha fortemente voluto per avere una figura, intermedia tra il diploma e la laurea quinquennale, abilitata all’esercizio della professione di geometra. “Una figura che — spiega il presidente dei geometri bresciani — non si occupa solo di costruzioni, ma ha il pregio di spaziare in vari ambiti: dall’edilizia al catasto, dalla topografia, all’efficientamento energetico e acustico, dalla gestione dei condomini alla sicurezza nei cantieri”. La parola è poi passata a studenti ed ex studenti dei corsi Cat, Eseb, Its Academy e Ted che hanno raccontato il proprio percorso formativo e le opportunità lavorative offerte dal settore. Chi come Simone Moreni, iscritto al 3° anno del corso per operatore edile in Eseb e già indirizzato da piccolo a seguire la strada dell’edilizia, venendo da una famiglia di costruttori, ha sottolineato l’intensa correlazione tra le materie apprese durante il triennio, tutte volte a comprendere e imparare le diverse attività e competenze che interessano il processo produttivo. Andrea Pavesi, studente del 2° anno in digital construction management, dopo il diploma all’Istituto Tartaglia, si è iscritto all’Its Academy I Cantieri dell’Arte per approfondire le innovazioni che trasformano il lavoro di cantiere, alternano due giorni a scuola e tre in azienda. Sono seguiti gli interventi di Lorenzo Cuni Berzi e Ana Caca della classe V Cat dell’Istituto Einaudi di Chiari, che hanno raccontato la loro esperienza nell’apprendere l’utilizzo di nuovi software e nuove tecnologie per l’edilizia. Infine, la testimonianza del primo laureato Ted, Giovanni Melotti, che grazie al tirocinio previsto dal percorso di studi ha potuto conoscere lo studio d’ingegneria con il quale collabora ancora oggi, portando le proprie conoscenze di fotogrammetria e laser scanning. gennaio/febbraio/2024

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Prodotti studiati per durare.

I veri valori non sono cambiati. E mai cambieranno. Dal 1977 una storia imprenditoriale con forte orientamento al servizio e presenza sul territorio. Dal 2007 produttore di pannelli fotovoltaici di alta qualità ed un punto di riferimento per gli specialisti del fotovoltaico.


in primo piano

Progetto Ascolto I risultati dell’iniziativa firmata Campus Edilizia Brescia alle trentadue tematiche emerse durante i colloqui promossi da Campus Edilizia Brescia con le fondazioni e le associazioni del territorio sono stati individuati sei ambiti di intervento per aumentare l’attrattività di Brescia. Primo fra tutti il miglioramento dell’ambiente e della qualità della vita. Dato che trova riscontro anche nelle anticipazioni presenti nello studio economico “Next Vision Brescia”, sulla competitività di Brescia nel contesto nazionale e internazionale, che sarà successivamente raccolto in una pubblicazione, ideale seguito di Brescia Next, dato alle stampe nel marzo del 2019. L’analisi, commissionata al Cresme, evidenzia come l’ambiente sia ancora uno dei punti di debolezza del territorio. La principale criticità riguarda la qualità dell’aria che colloca Brescia all’ottantaquattresimo posto in Italia e al ventiseiesimo per incidenza di casi di malattie respiratorie. Penalizzante anche la carenza di aree verdi in rapporto alla popolazione. La rigenerazione urbana delle numerose aree industriali dismesse, che si concentra nella riqualificazione dell’area sud

ovest, può rappresentare quindi l’occasione di rilancio della città. Altro ambito di intervento individuato dal Progetto Ascolto concerne il miglioramento dell’abitabilità della città, con soluzioni locative che puntino all’inclusività anche dei soggetti più fragili come gli anziani o le donne vittime di violenza, e i giovani studenti e lavoratori. Punto che si collega direttamente al potenziamento della mobilità, a partire dal trasporto pubblico extraurbano fino al ridisegno delle infrastrutture di congiunzione con l’hinterland. Azioni che migliorerebbero la vivibilità dell’area e permetterebbero ai cittadini di sfruttare la posizione di favore del territorio e la buona accessibilità della rete stradale, grazie alla quale Brescia conquista posizioni piazzandosi al quarantaduesimo posto in Italia nella comparazione con le altre province. L’impegno all’integrazione della mobilità punta ad aumentare l’attrattività del territorio

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tematiche emerse durante gli incontri

Il tema della cultura, suggerito nelle fasi di ascolto del progetto, rappresenta un ambito nevralgico da sviluppare e da implementare continuando a erogare investimenti per fare di Brescia uno dei maggiori poli culturali italiani

riconducibili a

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ambiti

governance ambiente cultura abitare mobilità sociale

anche in relazione alle ottime tendenze demografiche bresciane, che collocano la nostra provincia tra le quindici migliori in Italia, otto posizioni guadagnate rispetto al 2019. In base alle ultime stime del Cresme in termini di crescita demografica attesa fino al 2050, Brescia incrementerà del 74% la sua popolazione in comparazione con un campione selezionato di duecentotrentotto città europee simili per tipologia. Sempre in relazione allo stesso benchmark, però, occorre segnalare la nota negativa riscontrata, che rileva le scarse capacità innovative del territorio, con appena il 15% della popolazione laureata e un tasso di disoccupazione che si è attestato all’11,3% nella media del 2021. Non sorprende quindi

constatare che la produzione dei brevetti risulti modesta rispetto alla media europea: appena 103 per milione di abitanti. Performance notevoli caratterizzano il settore turistico bresciano. Su centosette province la città si classifica al trentesimo posto in Italia per arrivi per abitante e ventiquattresima per permanenza media dei turisti nelle strutture ufficiali. L’alto tasso di occupazione dei posti letto (diciassettesima per livello di occupazione delle strutture durante l’anno) colloca il territorio al ventottesimo posto nella classifica nazionale delle province più turistiche. Il tema della cultura, suggerito nelle fasi di ascolto del progetto, rappresenta un ambito nevralgico da sviluppare e, appro-

fittando della spinta positiva del settore in relazione all’iniziativa di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, da implementare continuando a erogare investimenti per fare di Brescia uno dei maggiori poli culturali italiani. “La provincia di Brescia per le sue dimensioni è una media regione italiana, che consta di numerosi centri nevralgici. Occorre rafforzare l’area costruendo alleanze tra Brescia e i venti comuni dell’hinterland. Ma anche stringere rapporti con le città vicine come Mantova, Cremona, Verona e Trento rilanciando la “metropoli del Garda”: terza area economica del Paese e interconnessa con l’Europa” dichiara il direttore del Cresme Lorenzo Bellicini.

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Sostenibilità “senza pensieri”

Open Network, tramite il dipartimento Sostenibilità, diretto dalla Dott.ssa Beatrice Scappini (professionista con oltre un decennio di esperienza in consulenza, insegnamento e ricerca in ambito universitario sul tema) fornisce servizi all'avanguardia nel settore dell'ESG – Environmental, Social, and Governance –, sempre più cruciale per il tessuto imprenditoriale contemporaneo. Open Network, in un'epoca in cui la consapevolezza ambientale e l'etica aziendale giocano un ruolo sempre più rilevante nelle strategie di business, si propone di offrire un supporto completo e specializzato alle aziende che ambiscono a integrare principi di sostenibilità nelle loro operazioni. Rilevante in questo contesto è il supporto

che Open Network intende offrire anche al settore edile e delle costruzioni. In questo ambito, l'adozione di principi di sostenibilità assume un ruolo importante: ancora oggi, il settore è fortemente legato all'utilizzo di materiali “estrattivi vergini” e poco orientato alla circolarità. L’obbiettivo è quello di guidare le imprese edili verso pratiche più sostenibili, ponendo le basi per una business continuity che tenga conto dell'importanza di un impiego responsabile delle risorse e della minimizzazione dell'impatto ambientale. La consulenza prevede innanzitutto l'implementazione di strategie di sostenibilità mirate, che permettano alle imprese di allinearsi con gli standard ESG globali. Questo non solo migliora l'immagine aziendale e rafforza la fiducia degli

stakeholder, ma apre anche la strada a nuove opportunità di mercato e a una maggiore resilienza operativa. Inoltre, Open Network risolverà per il cliente il problema della complessità normativa e della rendicontazione in ambito ESG. Molte aziende si trovano infatti alle prese con la sfida di interpretare e applicare le normative sul tema, che sono effettivamente molto articolate e in continuo aggiornamento.

Chi fosse interessato, può fin da ora contattare Open Network s.r.l. ai seguenti recapiti: info@opennetworksrl.it tel. 030 6480473

Dott.ssa Beatrice Scappini


appalti

Un progetto destinato a proseguire

Nuovo Codice dei Contratti d’appalto Al lavoro per la semplificazione

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n luogo di dialogo fra le pubbliche amministrazioni e gli stakeholder del territorio per affrontare insieme le modifiche delle normative individuando buone prassi da mettere in pratica sul territorio e abbattere il contenzioso. Sono le prerogative principali che caratterizzano il longevo tavolo delle Pa, un’iniziativa esistente da quasi venticinque anni e partecipata da Ance Brescia, Provincia e Comune di Brescia, Brescia mobilità, Acque Bresciane, a2a, Ats Brescia le Aler di Brescia, Cremona e Mantova, nonché la rappresentanza di alcuni Comuni del territorio che si sono aggiunti nel tempo. È nell’ambito di questo tavolo che, su richiesta di Brescia Infrastrutture (società partecipata al 50% dal Comune di Brescia che si occupa della progettazione e realizzazione delle infrastrutture), a partire dal primo semestre del 2023, è stata aperta una nuova finestra di dialogo specifica sull’analisi dei nuovi contratti d’appalto. Una necessità scaturita dall’aggravarsi del quadro normativo sottoposto, soprattutto nell’ultimo periodo, a numerose variazioni che hanno da una parte complica-

Pubbliche amministrazioni e stakeholder del territorio riuniti in un tavolo per l’aggiornamento degli schemi e dei modelli dei contratti d’appalto

to la gestione degli schemi impostati e dall’altra hanno reso quelli esistenti ormai obsoleti e doverosi di un aggiornamento. Il gruppo di lavoro, composto dai rappresentati di Ance Brescia e Brescia Infrastrutture, all’opera da giugno dello scorso anno, si è riunito in più occasioni per un confronto diretto analizzando minuziosamente il modello precedente, approfondendo punto per punto le tematiche nodali di un contratto d’appalto tipo. A partire dalla revisione dei prezzi, sino all’indicazione da parte dell’amministrazione del contratto collettivo, il valore della manodopera, il subappalto, le riserve, le varianti, la contabilità, senza dimenticare i criteri di aggiudicazione e le categorie di gara. Un impegno intenso nato con lo scopo di creare un documento chiaro e ben dettagliato in grado di rispondere alle necessità di ogni soggetto coin-

volto nel processo, sia la stazione appaltante da una parte sia gli operatori economici dall’altra, senza intralciare le lavorazioni delle opere. Il lavoro ha dato vita ad una prima bozza di Capitolato speciale d’appalto (il documento tecnico che definisce le regole del rapporto tra committente e appaltatore) e lo schema di contratto da presentare. Due strumenti utili per agevolare i cantieri, troppo spesso ostacolati da inutili lungaggini burocratiche, e far proseguire le opere necessarie allo sviluppo del territorio e al benessere della cittadinanza. Conclusa la parte operativa i nuovi schemi sono stati esposti agli altri partecipanti del tavolo, che hanno espresso la propria volontà ad adottare i modelli e a consegnare i propri suggerimenti di miglioramento al fine di rendere lo strumento sempre più funzionale allo scopo designato.

L’esperienza non è destinata a esaurirsi, infatti il Gruppo di lavoro si è già dimostrato disposto a proseguire l’impegno nella presentazione di nuove proposte di modelli, dal Disciplinare di gara per affidamenti fino ai documenti per l’appalto integrato, attraverso incontri periodici finalizzati allo scopo. L’intento inoltre è quello di allargare il tavolo ad altri stakeholder del territorio con la volontà di introdurre anche altri argomenti ad oggi cruciali per il settore come la digitalizzazione e la sostenibilità. Obiettivo quest’ultimo già affrontato dal sistema Ance con la fondazione di Dihcube, il polo italiano per l'innovazione nel mondo delle costruzioni che punta ad accrescere i livelli di digitalizzazione del settore attraverso servizi rivolti a tutta la filiera. Il progetto ha dato avvio lo scorso luglio ad un primo percorso formativo dedicato alle Pubbliche amministrazioni con lo scopo di dare le competenze necessarie per gestire la progettazione dell’opera digitalmente. Un’esperienza più che positiva data la nutrita adesione con quasi settanta iscritti provenienti da venticinque comuni bresciani, e destinata per tale ragione a ripetersi anche nel nuovo anno.

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siti iconici

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teve McCurry, fotografo di fama planetaria, così descrisse il sito protagonista in questo numero della rubrica dedicata alle strutture di particolare rilevanza che possono meritare l’appellativo di iconiche: “La Reggia di Venaria è davvero un luogo magico, uno dei più belli del mondo. Mano a mano che ti avvicini al borgo, attraversi le corti esterne ed entri in queste meravigliose sale ti liberi lentamente di tutto. È come rinascere. Non si potrebbe chiedere posto migliore per una mostra”. Il 21 novembre 2015, quando era Presidente del Consiglio dei ministri, visitando l’immensa struttura così la descrisse Matteo Renzi: “La Reggia di Venaria è davvero meravigliosa: oggi ne ho potuto vedere solo una parte, ma già è stata sufficiente per capire il contesto straordinario del complesso che può prestarsi ad ospitare anche attività ed eventi di ribalta internazionale”. L’augurio è che, se ancora non avete avuto occasione di visitarla, lo possiate fare presto. Soltanto attraversando i suoi spazi eleganti e allo stesso tempo sobri, gradevoli, ricchi di fermento, è possibile comprenderne lo spirito più profondo e autentico. Non casualmente la Venaria Reale ha ospitato le riprese di “Benvenuto Presidente!”, il fortunato film con protagonista Claudio Bisio, nelle vesti del cittadino Giuseppe Garibaldi, votato dai parlamentari convinti di giocare con il nome dell’eroe dei due mondi, inconsapevoli che un suo omonimo esistesse ancora. Lungo la Galleria Grande si vede nel film Bisio “Presidente” pattinare in roller. È un luogo che ha un fascino senza tempo e spero di tornarci presto, commentò all’epoca l’attore. Solo dal 1978, dopo numerosi appelli e denunce per l'insostenibile degrado, ad opera soprattutto dello storico dell'arte Federico 18

La Venaria Reale luogo magico rinato dopo mezzo secolo di oblio La Reggia adagiata alle porte di Torino è un gioiello architettonico

di Adriano Baffelli

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Un progetto pensato prima di Versailles

nnn Veduta della Reggia di Venaria. La grande galleria. La chiesa interna.

Zeri, la Reggia fu affidata alla Soprintendenza per un restauro durato moltissimi anni. Dal 1997 i lavori registrarono un'accelerazione con l'intervento dell'Unione Europea, che supportò concretamente i ministeri dell’Economia e dei Beni Culturali italiani, la Regione Piemonte, la Provincia di Torino e il Comune di Venaria. Come ricordano i responsabili: “La Reggia di Venaria Reale fu uno dei più grandi cantieri di restauro italiano ed europeo. Infatti, non toccò solo il risanamento del complesso architettonico, ma il restauro restituì anche il valore urbanistico dell'intero territorio, compreso il borgo storico di Venaria, le infrastrutture per la viabilità, il grande parco, la riqualificazione dei giardini, le

circa trenta cascine e ville interne”. La Venaria Reale è un grande “progetto culturale permanente” che offre opportunità di conoscenza, emozioni ed esperienze molteplici. L’affascinante struttura, grandioso complesso alle porte di Torino con 80mila metri quadri di edificio monumentale della Reggia e sessanta ettari di giardini, beni adiacenti al seicentesco Centro Storico di Venaria e ai 3mila ettari recintati del Parco della Mandria, è un capolavoro dell’architettura e del paesaggio, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1997 e aperto al pubblico nel 2007 dopo essere stato a lungo, come poco sopra indicato, il cantiere di restauro più rilevante d’Europa per i beni culturali.

La Reggia di Venaria Reale fu pensata qualche anno prima della Versailles francese – alla quale molti la accostano – e molto del suo fascino architettonico si deve a uno dei maggiori interpreti dell’architettura, in chiave barocca, del Settecento: Filippo Juvarra. Visitandola si respirano intensi decenni di storia, da inserire nel lungo percorso della dinastia Savoia, una delle più longeve del contesto europeo e si apprezzano molti dettagli tecnici e architettonici. Naturale pensare alle capacità tecniche di progettisti, impresari e maestranze edili, la cui abilità seppe regalare un unicum, un concentrato di soluzioni edificatorie all’insegna della solidità abbracciata all’eleganza. Se le maestose gallerie colpiscono, non da meno al vostro cronista hanno suscitato attenzione ed ammirazione gli ampi spazi sotterranei dove fervevano intensi i lavori dei numerosi addetti alle cucine. Un ambiente magico, all’insegna dei mattoncini rossi, che lascia presagire un’organizzazione perfetta e una rigorosa gestione di un’attività che è facile immaginare frenetica e all’insegna della precisione e del rigore sabaudo. L’estro dell’architetto di origini messinesi, Juvarra, si è concretizzato appieno anche nella Cappella Regia di Sant’Uberto, pregevole spazio religioso dedicato al patrono dei cacciatori, in perfetta sintonia con la prima destinazione del complesso in esame. La dominazione napoleonica comportò l’inizio di una serie di cambiamenti per la Reggia. Soprattutto i maestosi giardini pagarono il prezzo più alto: furono distrutti per lasciare spazio a una piazza d'armi, considerato che l'intera struttura fu trasformata in caserma. Dopo il Congresso di Vienna del 1815 e a seguito della Restaurazione, dopo il 1818, il complesso fu confermato come quartier generale della Cavalleria sabauda, ospitando anche una scuola di equitazione militare di rango europeo, per volontà di re Vittorio Emanuele I. La Venaria fu utilizzata come caserma reale sino al secolo scorso, quando, nel secondo dopoguerra, tale utilizzo terminò e la struttura fu inesorabilmente consegnata a un lungo e buio periodo di abbandono durato oltre mezzo secolo, durante il quale non sono mancati furti e danneggiamenti. Sino alla rinascita e alla rinnovata offerta di una meraviglia che non può mancare nel bagaglio di attenti cercatori di siti iconici e di appassionati di architettura e di esempi rilevanti di opere del costruito.

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ance giovani Passaggio generazionale d’impresa Un ponte di collegamento per costruire un futuro condiviso di Valentina Epifani

Nell’Assemblea annuale di chiusura dell’anno il Gruppo Giovani di Ance Brescia sceglie il passaggio generazionale come argomento di incontro fra l’eredità del passato e il futuro che attende il settore

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a sfera pratica, legale, ma anche i risvolti psicologici e soprattutto le sabbie mobili dei legami affettivi. Il passaggio di testimone all’interno di un’azienda può essere un momento difficile e delicato da gestire. Gli aspetti da tenere in conto sono numerosi e trasversali fra loro, ma soprattutto se trattati con superficialità potrebbero mettere a rischio la solidità futura dell’impresa. Una delle prime lezioni fondamentali da apprendere è che muoversi per tempo facilita il processo. E solo pianificando con cura l’equazione è possibile trasformare un momento delicato della vita di un’azienda in un’occasione di crescita del proprio business. L’argomento non è da sottovalutare dato il massiccio ricambio generazionale a cui va incontro il settore. Questo si collega inoltre alle nuove leve attese che saranno le dirette responsabili della direzione che 20

prenderà l’edilizia del futuro. Secondo l’Osservatorio Aub di Aidaf (Italian Family Business), circa il 65% delle imprese italiane sono imprese familiari. Poco più della metà di quest’ultime è guidata da un imprenditore ultrasessantenne e, pertanto, dovrà presto affrontare la tematica del passaggio generazionale. In Italia molti dei passaggi generazionali avvengono in maniera non pianificata, considerando la successione come un evento anziché un processo che prevede un iter lungo, a volte anche di alcuni anni. Non tutte le imprese sopravvivono al periodo di transizione dalla prima alla seconda generazione e ancor meno riescono a spingersi oltre la terza generazione. Le statistiche evidenziano come il passaggio generazionale sia un momento delicato e spesso non adeguatamente affrontato. Se è pur vero che le prime considerazioni che l’imprenditore

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“La miglior condizione in cui possiamo trovarci è il patto di famiglia, perché consente di anticipare la successione dell'imprenditore, permettendo il passaggio generazionale all'interno dell’impresa e sottraendola a future dispute ereditarie”

La holding quale strumento di composizione della dialettica familiare La holding rappresenta una buona soluzione per affrontare il passaggio generazionale in azienda sia sotto l’aspetto della pianificazione successoria che fiscale. Si tratta di una società finanziaria che detiene la maggioranza delle azioni e il controllo di un gruppo di imprese facenti capo alla famiglia. La creazione di una holding consente di separare gli interessi dei familiari coinvolti nella gestione aziendale da quelli interessati solo alla percezione di dividendi, permettendo di amministrare in modo più snello la governance aziendale e di gestire le eventuali conflittualità tra famigliari all’interno della struttura stessa senza ostacolare o compromettere il lavoro delle società operative. Tale sviluppo organizzativo permette di godere di alcuni vantaggi fiscali in quanto il soggetto della ripartizione non è il patrimonio aziendale ma bensì le quote societarie e la tassazione dei dividendi distribuiti dalle società operative è all’1,2%. In linea di massima le holding che adottano approcci oculati e proattivi sono più propense a prosperare nel lungo termine, trasmettendo con successo il testimone da una generazione all'altra.

fa spesso riguardano gli aspetti tecnici e fiscali, il passaggio generazionale va’ visto da diverse angolazioni, valutando altri aspetti quali, ad esempio, l’organizzazione aziendale dell’impresa nonché la previsione di un patto di governance generazionale e l’affiancamento, nelle valutazioni globali da fare, da parte di un terzo che, in maniera più obiettiva, riesca a dare dei consigli non solo tecnici, ma anche organizzativi ed umani. Vi sono numerosi strumenti che possono essere usati per ottimizzare i risultati, famigliari, di governance e il carico tributario. Occorre tener conto, inoltre, del momento storico attuale favorevole, in cui le imposte di donazione e successione italiane sono molto convenienti rispetto al panorama europeo. Infatti, ormai da qualche anno, “giace” in Parlamento un progetto di riforma dell’imposta di donazione

e successione che lo renderebbe molto più oneroso, in particolare per i patrimoni rilevanti, quindi è meglio mettersi all’opera. “La miglior condizione in cui possiamo trovarci è il patto di famiglia, perché consente di anticipare la successione dell’imprenditore, permettendo il passaggio generazionale all’interno dell’impresa e sottraendola a future dispute ereditarie” spiega l’esperto Federico Venturi dottore commercialista di Pirola Pennuto Zei & associati. Lo strumento del patto di famiglia è stato introdotto nell’ordinamento italiano solo nel 2006. Si tratta della possibilità per un imprenditore di gestire il passaggio generazionale della propria impresa, trasferendo ad uno o più discendenti l’azienda o le quote di partecipazione al capitale della “società di famiglia”, senza che vi possano essere contestazioni in sede di

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ance giovani

eredità. Una novità importante nel sistema del diritto successorio dato che in Italia sono molto diffuse, come già anticipato, le imprese a carattere familiare. Pur incidendo notevolmente sulla sostanza della successione testamentaria dell’imprenditore, il patto di famiglia è un contratto tipicamente tra vivi, che comporta il trasferimento immediato dell’impresa. Un passaggio essenziale per rendere il patto funzionale è costruire una governance chiara, meglio se gestita da una sola persona. Per riuscire a mantenere l’equilibrio all’interno della struttura aziendale è utile, infatti, avere sempre una quota di minoranza e una di maggioranza. “Può capitare, ad esempio, di suddividere le quote cinquanta e cinquanta tra due fratelli, ma quest’azione rappresenta in sé un rischio nel futuro. Con il passare del tempo potrebbero nascere disaccordi che porterebbero a una separazione. E senza una quota maggioritaria la suddivisione fra i due sarebbe critica. Elemento che viene aggravato se nel processo di transizione si inserisce anche la sfera affettiva, la quale rischia di condizionare le scelte e rendere più complesse le decisioni” aggiunge il dottor Venturi. Sono proprio le relazioni che rendono delicato il processo di trasmissione della leadership, dato che soprattutto nelle realtà familiari, rappresentano una variabile inevitabile e imprevedibile. I legami sono difficili da gestire per tale motivo è bene trovare un equilibrio in grado di far proseguire il processo senza fraintendimenti. “La chiarezza è un aspetto cruciale da salvaguardare durante l’iter di trasmissione. Se le scelte sono definite e condivise sin dal principio i rapporti possono essere gestiti con maggiore facilità” spiega Lea Spanakis docente e coach di leadership della società di consulenza bre22

Il trust: un veicolo giuridico versatile per la gestione dei patrimoni L’istituto giuridico del trust trova legittimazione nell’ordinamento italiano a partire dal 1992, ma le sue origini hanno luogo nell’Inghilterra medievale. È un modello di supporto al processo di successione dell’impresa estremamente versatile nella gestione del patrimonio, che offre soluzioni adattabili a una vasta gamma di esigenze finanziarie e successorie. La sua capacità di creare una struttura legale separata, insieme alla flessibilità nelle disposizioni, lo rende uno strumento prezioso per coloro che cercano di proteggere, distribuire o trasmettere il proprio patrimonio in modo efficace e responsabile. La sua struttura prevede la presenza di un disponente (settlor) che concede specifici beni mobili, immobili, materiali o immateriali di sua proprietà in affidamento e gestione a un altro soggetto che può essere persona fisica (trustee) o società professionale (trust company). I beni costituiti in trust restano separati dal patrimonio personale del trustee oltre che da quello del disponente per tutto il tempo previsto nell’atto istitutivo. Il trustee diviene dunque unico titolare dei diritti di amministrazione e gestione dei beni.

sciana Studiobase. L’aspetto dell’affettività nel processo è preponderante perché intacca e inficia le scelte pratiche che devono essere assunte. La dottoressa Spanakis evidenzia l’importanza di scegliere una figura di comando senza suddividere il compito in più persone, perché la duplicità genera confusione. È fondamentale trovare il giusto equilibrio indirizzando la leadership verso il soggetto, figlio o persona designata, che si ritiene possa es-

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sere in grado di prendere in mano le redini e guidare il processo di cambiamento verso la giusta direzione. “Far precedere un momento di accompagnamento può aiutare. Non è un’azione che può essere svolta dall’oggi al domani, ma come suggerito dalla stessa parola si tratta di un “processo”. Ciò implica tempo, risorse, organizzazione e impegno. Occorre coinvolgere anche i collaboratori della struttura in questo passaggio

e soprattutto è essenziale non far mai trasparire che non si può fare affidamento alla persona scelta” spiega la dottoressa. Emerge però l’aspetto del “quando” sia il momento giusto per iniziare ad approcciarsi al percorso. “Non esiste un momento propizio universalmente definito, ma la decisione di avviare il processo dovrebbe derivare direttamente dall’imprenditore. È una variabile che può cambiare da contesto a contesto. Solo lui può valutare quando si sente pronto per affidare la leadership a un successore” continua Spanakis proseguendo nella definizione delle dinamiche del passaggio generazionale che mettono al centro l’imprenditore come protagonista iniziale del cambiamento e suggerendo un approccio graduale, che inizia da un confronto tra il genitore e il futuro leader. Da questo momento, inizia la fase di affiancamento, durante la quale può essere opportuno integrare un processo di formazione, coinvolgendo risorse interne o esterne all’azienda per garantire una transizione fluida e di successo. Infatti, il passaggio generazionale se viene gestito con cura e attenzione può rappresentare un momento di crescita e prosperità per l’azienda, ma occorre predisporlo per tempo. Le soluzioni, come i modelli e gli strumenti a supporto, come già accennato sono diversi e possono variare a seconda delle situazioni e necessità. Per tale ragione il Gruppo Giovani di Ance Brescia ha programmato, grazie al supporto di Pirola Pennuto Zei & associati, un percorso formativo rivolto agli imprenditori che approfondisce ogni fase pratica e burocratica del delicato meccanismo del passaggio generazionale aziendale, inclusi due dei modelli esposti anche in occasione dell’assemblea di fine anno: la holding e il trust.


bim Legal Bim, metodi e strumenti di gestione informativa digitale nel settore Aec Prime riflessioni: che cosa è il dato? di Chiara Micera, avvocata

ell’anno 2023 è stato emanato il decreto legislativo 36, meglio noto come il Nuovo Codice Appalti, nel più ampio quadro normativo europeo avente sulla transizione digitale e la sostenibilità. Questi ultimi due obiettivi sono perseguiti da ciascun partecipante al consesso sociale, atteso che ai fini dell’efficacia del mutamento di paradigma richiesto, è necessario che vi sia una condizione sistemica. In tale cambiamento il settore Aec svolge un ruolo essenziale, in quanto protagonista della realizzazione delle strutture “fisiche”, in cui gli ambiziosi traguardi possano sostanziarsi. Appare altresì influente il cambiamento sociale intervenuto a seguito del fenomeno pandemico, che unitamente ad altri di comparabile incidenza, quali ad esempio, quello migratorio o dell’invecchiamento della popolazione, ha portato a ragionare su nuove esigenze abitative. Per soddisfarle è neces-

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Il prezioso contributo dell’avvocata Chiara Micera per comprendere digitalizzazione e legal Bim Adriano Baffelli

Come abbiamo scritto nel precedente numero di Costruire il futuro, Ance Brescia ha attivato per le imprese associate un nuovo servizio su Legal Bim e digitalizzazione per favorire la transizione digitale, aspetto non più procrastinabile a prescindere dalla dimensione delle imprese. A supportare i funzionari di Ance Brescia in questa nuova strategica attività è l’avvocata Chiara Micera, fondatrice dell’omonimo studio forense di Bologna e consulente esperta di Legal Bim. Nella veste di direttore della rivista sono particolarmente lieto di annunciare la collaborazione dell’avvocata Micera con la testata, che inizia con l’interessante articolo ospitato in queste pagine, incentrato sulla consistenza e il valore del dato, alla base dell’universo sotteso al Bim e alla digitalizzazione del settore. Innegabilmente, infatti, gli operatori del settore Aec (Architecture, engineering and construction) necessitano di nuove sensibilità, derivanti dalla conoscenza dei nuovi temi che dovrà essere acquisita, fosse anche solo per mantenere o, meglio, sviluppare il proprio posizionamento nel mercato. La serialità degli articoli che verranno via via pubblicati in questa rubrica, ha lo scopo di esporre

sario avere strutture connesse e a basso impatto costruttivo prima, e manutentivo poi, sino alla fase finale di dismissione ecologica dell’opera. Gli strumenti a disposizione per la realizzazione degli obiettivi sono molteplici, interdipendenti tra loro, e in costante evoluzione tecnologica. Tra essi in questa sede, vogliamo occuparci dei c.d. “metodi e strumenti di gestione informativa digitale”, più comunemente (e impropriamente) noti con l’acronimo Bim, che sta per Building information modeling. Sebbene solo nell’ultimo ventennio sia cresciuta la maturità tecnologica per affrontare il tema nei termini odierni, in realtà il concetto risale agli anni Sessanta, quando l’ingegnere statunitense Douglas Englebart, meglio noto come l’inventore del mouse che tutt’ora utilizziamo con i nostri pc, cominciò a ragionare sulla possibilità di esprimere la progettazione di una costruzione non attraverso la modellazione “per forma”, ma con espressioni numeriche. La metodologia in esame presuppone l’utilizzo di piattaforme informatiche che consentano la progettazione e la realizzazione di un modello tridimensionale contenente tutte le informazioni aventi ad oggetto il bene in realizzazione. In italiano potremmo dire “Modellizzazione delle informazioni di costruzione”, e la definizione ad oggi più accreditata è quella del National Institute of Building Sciences (Nibs) come la “rappresentazione digitale delle caratteristiche fisiche e funzionali di un oggetto”. Bisognerà quindi chiedersi come si realizzi “la rappresentazione digitale”. La costruzione viene descritta quale insieme di elementi (asset) attraverso i dati digitali dei parametri che le compongono, utilizzando diverse tecnologie, tra cui sistemi di gestione di dati in prevalenza strutturati (es. database), software 3D per la progettazione, strumenti gestionali per il project management, la 24

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l’angolo visuale del giurista, con specifica preparazione sul tema, per sollecitare le riflessioni delle diverse categorie coinvolte. La transizione digitale è un fenomeno ineluttabile, allora non resta che cavalcare al meglio il cambiamento. Noi lo facciamo proponendo le riflessioni di una delle figure professionali con maggiore competenza sullo specifico tema. Buon viaggio digitale alle imprese e ai loro tecnici!

cantierizzazione e il facility management. Le informazioni così fornite contribuiscono al risultato finale in termini di dimensioni, proprietà, specifiche tecniche e posizione dei componenti e dei sistemi edilizi, ma anche contributo intellettuale alla progettazione, all’indicazione dei materiali, al computo metrico, ai tempi ed i modi dello sviluppo delle fasi, ivi compresa quella esecutiva, del cantiere. Questa descrizione semplificata dovrebbe condurre alla prima riflessione che la fattispecie in questione è la gestione organizzata di un flusso/scambio di dati tra più soggetti o infrastrutture informatiche. Se il progetto o il cantiere sono un “insieme di dati”, dobbiamo ragionare su cosa siano i dati e su come siano disciplinati.

I dati sono delle rappresentazioni originarie di un fatto, un evento o altro effettuate attraverso simboli o un'altra forma espressiva legate a qualsiasi supporto. L’informazione è l’interpretazione del dato o dell’insieme di dati secondo un processo che li ha resi comprensibili per il destinatario, attraverso un sistema che l’acquisisce dal mondo esterno


I dati sono delle rappresentazioni originarie di un fatto, un evento o altro effettuate attraverso simboli o un'altra forma espressiva legate a qualsiasi supporto. L’informazione è l’interpretazione del dato o dell’insieme di dati secondo un processo che li ha resi comprensibili per il destinatario, attraverso un sistema che l’acquisisce dal mondo esterno. L’informatica è quel ramo della scienza che si occupa della rappresentazione e dell’elaborazione dell’informazione, cioè del trattamento dell’informazione. Un sistema informativo è un insieme di elementi, ordinato tramite regole ed interrelazioni, che interagendo tra loro elaborano, scambiano, archiviano ed emettono dati con lo scopo di produrre e distribuire dati nel momento richiesto. Date queste definizioni, appare chiaro comprendere che siamo di fronte a un procedimento di gestione dei dati digitali basato sull’interoperabilità di informazioni diverse, attraverso le nuove tecnologie di condivisione del Cloud Computing e IoT: il modello architettonico tridimensionale si evolve in Big Data, catalogando e relazionando tutti i dati sviluppati durante il processo di progettazione. L’art. 43 e l’allegato tecnico I.9 del Nuovo Codice Appalti disciplinano la gestione informativa digitale, introducendo una serie di principi che prescrivono degli adempimenti in capo ai diversi soggetti che intendono o devono applicare la metodologia, quando la stessa è obbligatoriamente prescritta, vuoi per lo scaglione di valore dell’appalto, vuoi per la tipologia d’intervento. In questa sede vogliamo richiamare l’attenzione sul secondo comma dell’articolo 43, ove è previsto quale criterio premiale per l’aggiudicazione dell’appalto, al di fuori delle ipotesi di obbligatorietà, l’adozione della metodologia. Inoltre, l’art.45 destina degli incentivi economici alle funzioni tecniche svolte dai dipendenti delle Pa che utilizzano la metodologia, previa

adozione della stazione appaltante delle misure organizzative previste dal sopracitato articolo. E ciò stia a sottolineare l’opportunità per il settore Aec di investire sulla formazione e la transizione digitale dei propri processi aziendali e/o professionali. Ma il tema di nostro maggiore interesse è quanto chiaramente espresso nel comma 4 dell’allegato I.9, il quale recita: “Le stazioni appaltanti adottano un proprio ambiente di condivisione dati, definendone caratteristiche e prestazioni, la proprietà dei dati e le modalità per la loro elaborazione, condivisione e gestione nel corso dell’affidamento e dell’esecuzione dei contratti, nel rispetto del diritto d’autore, della proprietà intellettuale e della riservatezza”. L’ambiente di condivisione dati è la piattaforma nell’ambito della quale si sviluppa il lavoro collaborativo della progettazione e/o della costruzione dell’opera con l’utilizzo della metodologia (non a caso, la norma parla di metodi e strumenti). Il comma sopracitato deve sollecitare la nostra riflessione rispetto alle categorie del diritto che sino ad ora abbiamo applicato alle attività del settore Aec o se le stesse debbano essere integrate o addirittura sostituite da nuovi fonti normative, in grado di dare un assetto giuridico alle nuove esigenze che si appalesano da quello che sarà l’uso massivo della metodologia. La risposta è complessa e secondo l’angolo visuale della scrivente, è in divenire. Il Bim si inserisce nel più ampio contesto di quella che è la transizione digitale che ontologicamente è un sistema connesso, anzi fondato sulle connessioni. Connessioni che attengono anche alle discipline che saranno sempre più ibridate, e che avranno moduli espressivi molto distanti da quelli adusi, e sul punto, basti richiamare il dibattito in corso sull’applicazione dell’intelligenza artificiale. gennaio/febbraio/2024

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storia per il domani

Cent’anni fa scompariva il grande ingegnere Gustave Eiffel di Franco Robecchi, ingegnere e autore

iffel. Vi è qualcuno che non conosca questo nome? Uomo di Digione, nato nel 1832 in una famiglia parzialmente di origine tedesca (volle cambiare il suo cognome, che era Bonickhausen) da giovane ingegnere sembrava orientato al campo della chimica. Un fortunato destino, invece, lo portò verso l’ingegneria civile, da subito orientata verso il neonato campo delle costruzioni con telaio in ferro. Era l’avvio di un’immensa stagione che sta tuttora segnando la modernità e che tale rimarrà, presumibilmente, almeno per svariati secoli. Apparso alla luce circa cent’anni prima, l’uso delle aste in ferro, allora la ghisa, per la realizzazione di una struttura ingegneristica, aveva avuto una diffusione lenta. Era tuttavia giunto a un traguardo importantissimo quando, nel 1851, in Londra si elevò il cosiddetto Crystal Palace, che ospitava la prima Esposizione universale della storia. Eiffel giunse a tagliare il secondo, esaltante traguardo ancora con un’Esposizione universale, quella parigina del 1889. In quell’epoca le grandi manifestazioni mondiali avevano davvero la possibilità di presentare, anche nei contenitori o nei monumenti simbolo, epocali soluzioni edilizie che, in seguito, ancora oggi, come si è visto a Milano nel 2015, non esistono neppure lontanamente. Allora gli ingegneri potevano fare la storia. A parte il fatto che Joseph Paxton, progettista del Crystal Palace, non era per nulla ingegnere, bensì un modesto praticone, costruttore di serre, sia lui che Eiffel ebbero la sorte di trovarsi sulla cuspide del missile che era partito verso la galassia della moderna tecnologia. Le costruzioni edili senza pareti portanti avevano avuto due precedenti, molto illustri: l’architettura in legno e l’architettura gotica. Ora però ferro e acciaio moltiplicavano per cento le potenzialità di quelle scelte, inaugurando anche una straordinaria rivoluzione estetica.

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Eiffel iniziò la fase più interessante della sua attività come addetto al settore ferroviario e ai ponti che esso implicava. Fu anche coinvolto in un’avventura professionale che lo lega, anche se in forma meno eclatante e personale, a una delle opere più famose del pianeta: la statua newyorchese della “Libertà che illumina il mondo”. Modellata dallo scultore Auguste Bartholdi e alta 46 metri, fu realizzata, a Parigi, con una lamiera di rame fissata su un telaio interno progettato, appunto, da Eiffel. È tuttavia la torre di Parigi la star della mano di Eiffel, nonché uno dei patrimoni mondiali dell’Unesco, dal 1991. È difficile trovare un monumento altrettanto noto in tutto il mondo come esplicito e dominante nella rappresentazione simbolica di una città. Spesso la torre è indicata come uno dei primi edifici moderni che mutarono l’antico concetto dell’estetica architettonica. Molto era dovuto al materiale utilizzato per la costruzione. La pratica dell’uso dei profilati in acciaio portò negli edifici una leggerezza visiva mai vista prima, abbinata spesso, come appunto insegnava la Tour Eiffel, a una schiettezza materiale. Infatti la struttura costituiva essa stessa la forma architettonica, senza rivestimenti e senza ulteriori completamenti, tanto meno decorativi. I ferri erano in vista e i fori del reticolo erano intatti, senza alcuna occlusione. In realtà l’estetica è sempre dovuta andare a patti con i materiali, perché

nnn Una fase di lavoro nella selva dei tralicci della torre. Ritratto di Gustave Eiffel nel suo ambiente di cantiere, con una tavola di progetto in mano e lavoratori alle sue spalle.

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storia per il domani

era ovvio che le forme dovessero essere ratore, l’architetto Stephen Sauvestre. compatibili con i limiti di resistenza dei L’immenso edificio, 312 metri di altezza, componenti. Tuttavia si può riconoscere esclusa l’antenna, 125 metri di lato nel che nella Tour Eiffel i risultati di calcolo quadrato di base e 8.000 tonnellate di peintrinseci al nuovo materiale divennero so, fu scelto a conclusione di concorsi molto più determinanti nel definire la forpartecipati da numerosi progettisti. Crima di quanto non fosse avvenuto nelle ticata da molti intellettuali, la costruzione precedenti edificazioni storiche, anche poté comunque decollare, con l’assunzioperché il calcolo nella scienza delle cone dell’appalto costruttivo da parte dello struzioni aveva solo pochi decenni di vita. Il materiale imponeva invece una nuova estetica poiché esibiva le forÈ difficile trovare un monumento me a reticolo, lasciato inoltre altrettanto noto in tutto il mondo. limpido, senza tamponature. Spesso la torre è indicata come Il tipo di edificio non le riuno dei primi edifici moderni chiedeva, non essendo preche mutarono l’antico concetto visti spazi chiusi, ma l’aspetto visivo fece scuola. Sempre dell’estetica architettonica più, e oggi più che mai, si espongono i telai, in acciaio o cemento armato, attenuando le tamponature, ad esempio eseguenstesso Eiffel, nel 1887. Due anni dopo era dole con soli vetri. Il senso di leggerezza pronta ad accogliere i milioni di visitatori che deriva da questi tipi di costruzioni fu dell’Esposizione universale del 1889. certamente evidenziato dalla torre pariGustave Eiffel, che in gioventù ebbe una gina. Sempre riferendoci al presunto previta da dandy e da donnaiolo, si sposò a valere delle formule ingegneristiche sulle trent’anni con una diciassettenne dalla scelte formali, va però ricordato che non quale ebbe felicemente cinque figli. La fu Eiffel a scegliere la forma estetica della sua personalità, in perenne ebollizione torre, bensì un suo dimenticato collabointellettuale, lo indusse anche a introdursi 28

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nel gruppo che si riprometteva di realizzare il canale di Panama. Negli anni Ottanta la colossale impresa, stimolata dal fortunato esito del recente canale di Suez, vide in Francia la sede di una società volta alla realizzazione, che vedeva leader lo stesso protagonista di Suez, Ferdinand de Lesseps, presto sostituito da Eiffel. Anche all’illustre ingegnere e imprenditore la fortuna non presentò sempre il volto del successo. Infatti l’impresa di Panama fu un fallimento che coinvolse lo stesso Eiffel la cui società cadde rapidamente in bancarotta, il che causò anche l’increscioso rinvio dell’Eiffel a un processo giudiziario. Egli tuttavia ne uscì infine assolto. La sua torre risultò il monumento nazionale per eccellenza. In essa si volle riconosciuta tutta l’élite dell’intelligenza nazionale, con la scrittura, lungo la trave di bordo del primo piano, sui quattro lati, dei nomi di 72 tra gli scienziati più importanti di Francia. In seguito fu aggiunto, alla base della torre, un ritratto bronzeo e dorato, di Eiffel medesimo. La costruzione fu eseguita soprattutto da 225 operai, che vennero chiamati “i carpentieri del cielo”, capaci lavorare in condizioni incredibili, in equilibrio su travi poste a centinaia di metri dal suolo. Nonostante


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A sinistra: Sequenza fotografica della costruzione della torre.

A destra e in basso: Ritratto di Eiffel. Eiffel in tarda età. Morì a 91 anni. Eiffel (primo seduto a sinistra, nella prima fila) nella sua mortificante situazione di imputato, durante un’udienza processuale per la questione del canale di Panama.

Sotto: Veduta generale degli stand dell’Expo di Parigi del 1889, dominati dalla neonata torre.

le sommarie misure di tutela dell’incolumità, quasi disdegnate perché mortificanti l’audacia, non si verificò alcun incidente mortale durante la costruzione, e neppure alcuno sciopero. Pestifera fu invece la veemenza degli attacchi di opinione sull’opportunità e la bellezza del fabbricato. Intellettuali di ogni sorta, da Emile Zola a Guy de Maupassant, spararono accese critiche contro l’opera. Eiffel ebbe, oltre l’impegno di realizzare la torre, l’assillante necessità di rispondere alle accuse, talora anche con metodi creativi. Si ricorda il suo ratto, diciamo così, del celebre musicista Charles Gounod, l’autore della famosa musica per l’Ave Maria, che stava, per l’ennesima volta, esprimendo giudizi negativi sulla torre. Eiffel lo portò, quasi di forza, in sommità alla struttura, dove, in un suo piccolo ufficio che si era creato in quota, Eiffel invitò Gounod a mettersi al pianoforte che l’ingegnere aveva fatto portare sin lassù. Gounod rimase incantato dal panorama della Parigi che si vedeva da 270 metri d’altezza e, convertito nelle sue opinioni, posò le mani sulla tastiera, ispirato, per cantare le lodi di quella meraviglia dell’ingegno umano. Nei decenni successivi alla costruzione Eiffel dovette contrastare l’insistente

pressione di coloro, amministrazione comunale compresa, che volevano abbattere la torre, la cui vita, peraltro, era prevista sin dall’inizio a scadenza, non superiore ai vent’anni. Nonostante la Francia si gloriasse di possedere, con la torre, l’edificio più alto del mondo, che sarebbe rimasto tale fino agli anni Trenta, circolava la convinzione che la struttura, la cui inutilità funzionale era sottolineata da

Eiffel fu anche coinvolto in un’avventura professionale che lo lega, anche se in forma meno eclatante e personale, a una delle opere più famose del pianeta: la statua newyorchese della “Libertà che illumina il mondo”

molti, dovesse per lo meno essere migliorata e ridisegnata, con aggiunte che furono proposte, davvero di rara bruttezza. Eiffel invece, nel tentativo di salvare la torre, puntava sull’utilità scientifica che la struttura poteva avere. Per questo installò nella porzione più alta un gabinetto di rilevazione meteorologica e poi una stazione radio. Proponeva la torre come adatta per esperimenti scientifici: di caduta dei gravi o di applicazione del pendolo di Foucault. Determinante nel chiudere ogni ipotesi di distruzione o stravolgimento, fu, oltre la mole di visitatori che pagavano per salire sulla torre (250 milioni a tutt’oggi), la positiva valutazione militare della torre come utile per l’avvistamento e anche per difesa aerea. Proprio al volo umano Eiffel dedicò la sua attenzione tecnica negli ultimi vent’anni di vita. Nel 1903 un veicolo più pesante dell’aria (non come le mongolfiere, quindi, che esistevano da 150 anni), per la prima volta nella storia umana, si era levato nei cieli. Era avvenuto in terra statunitense ad opera di due geniali fratelli, di nome Wright. Eiffel si dedicò agli studi sui velivoli non riuscendo tuttavia a portare, in quel settore, quel contributo rivoluzionario che aveva donato al mondo con la sua straordinaria torre. gennaio/febbraio/2024

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Next Vision Brescia

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OptimQuadrupei iocari Octavius, ut Il partecipato convegno Next Vision Brescia, organizzato perspicax agricolae satis fortiter agnascor da Campus Edilizia Brescia, ha offerto alla collettività i risultati di tremulus suis, quod fragilis matrimonii due studi: il Progetto Ascolto, sul versante sociale (approfondito incredibiliter celeriter corrumperet syrtes. nel “Primo piano” di questo numero), e Next Vision Brescia, con Medusa fermentet bellus catelli. Plane contenuti economici e di rilievo trasversale per il futuro della città adfabilis matrimonii suffragarit adlaudabilis

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focus next vision brescia

Next Vision Brescia Lo studio presenta il quadro socioeconomico bresciano

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I

l futuro di Brescia è ancora da scrivere e la capacità di sviluppare progetti di medio e lungo termine sarà determinante per rendere il territorio più competitivo a livello nazionale ed europeo. Ma quali sono gli interventi necessari per migliorare l’attrattività di città e provincia? Una risposta la fornisce lo studio “Next Vision Brescia, riflessioni condivise per la Brescia di domani”, commissionato da Campus Edilizia Brescia al Cresme, autorevole centro italiano per le ricerche sul settore del costruito e del mercato immobiliare, che analizza gli aspetti sociali ed economici che caratterizzano la città. L’obiettivo è fornire dati approfonditi e analitici dai quali le Amministrazioni potranno partire per impostare le strategie future di crescita del territorio. Presentato insieme ai risultati del Progetto Ascolto — altra iniziativa Campus Edilizia Brescia che, sul versante sociale, ha coinvolto i principali operatori del Terzo settore e restituito un dossier completo — lo studio “Next Vision Brescia” è stato illustrato in occasione dell’omonimo convegno, ospitato nel Salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia alla presenza della sindaca Laura Castelletti, del vicesindaco Federico Manzoni, degli assessori Marco Fenaroli, Valter Muchetti, Michela Tiboni, e di un autorevole panel di relatori che hanno fornito interessanti spunti di riflessione sui dati presentati. “Oggi stiamo affrontando un tema di strategia e di sviluppo urbanistico che avrà un forte impatto. Per ridisegnare il volto della città in base alle funzioni che vogliamo dare, dobbiamo decidere in quale direzione andare. Lo dobbiamo fare insieme. Ci sono linee programmatiche già definite, ma mancano ancora pezzi da congiungere e soprattutto condividere. Noi crediamo fortemente nell'esperienza che abbiamo disegnato con Campus Edilizia Brescia. Ci crediamo perché diventa un luogo di condivisione delle strategie” ha dichiarato la sindaca Laura Castelletti nei saluti iniziali rivolti ai presenti, confermando l’interesse del Comune di Brescia per l’iniziativa.


7,8

8,1

Facendo sintesi dell’andamento economico mondiale, nazionale, regionale e locale degli ultimi anni, lo studio Next Vision Brescia ha fornito una panoramica delle dinamiche che hanno interessato Brescia nel corso del 2023, avanzando le prospettive future in serbo per la nostra provincia. Nel confronto sull’andamento del Pil in termini di variazione percentuale, Brescia risulta più sensibile alle recenti crisi e la crescita del Prodotto interno lordo nel periodo 2019-2022, rispetto alle altre province italiane, è debole. Dall’elaborazione Cresme su dati Istat e dal modello Cresme/Prima, nel 2022 si evidenzia un timido +2,5% a fronte, ad esempio, di un +7% di Como, +5,9% di Lecco e +5,4% di Bergamo. Positivo l’andamento demografico rilevato. A Brescia la popolazione cresce e, secondo i dati di settem-

11,4

bre 2023, è arrivata a 199.260. La nostra provincia si colloca inoltre tra le quindici migliori in Italia per indice di sviluppo demografico, otto posizioni guadagnate rispetto alla situazione del 2019. Il Cresme afferma che Brescia ha superato il periodo pandemico limitando i danni in termini di saldi naturali e saldi migratori, due dei parametri più direttamente colpiti dall’emergenza sanitaria. L’andamento degli indici demografici si è quindi riflesso in migliore posizionamento in termini di età media e attrattività, elementi che determinano previsioni trentennali più positive rispetto al passato. Emergono comunque forti criticità in termini di scarsa capacità di crescita e vocazione all’innovazione, punti deboli che caratterizzano tutto il contesto italiano. Le indicazioni più negative, tuttavia, arrivano dall’analisi Cresme sulle condizioni vita, che incorpora elementi di natura eterogenea sulle capacità di un territorio di garantire un ambiente di vita favorevole ai cittadini e fa emergere la necessità di una riflessione a tutto tondo sulle capacità di Brescia di risultare attrattiva nei confronti di fasce sempre più ampie di po-

I dati presentati dal Cresme

Dinamiche economiche a confronto

3,7 2019

2020

2021

2022

0,4

0,6

0,7

1,0

1,8 0,5

2018

0,2

0,9

1,7

2,5

2,7

2,1

1,6

2017

2023

PIL Brescia

+0,4

n Italia n Lombardia n Brescia -7,0

Brescia è più sensibile alle crisi

FONTE: ELABORAZIONE CRESME

-8,3

-8,4

2016

2,5

2,0

1,4

1,0

0,5

1,0 2015

3,5

Variazione % valore aggiunto a valori costanti

gennaio/febbraio/2024

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focus next vision brescia

Crescita del PIL nelle province lombarde

7,2

6,8

7,4

7,1

6,9

Monza e della Brianza

polazione, italiana e straniera. L’evoluzione dello scenario demografico si gioca, secondo quanto riporta il Centro di ricerche, sulla consistenza dei flussi migratori e sull’impegno a fare fronte ad alcune criticità evidenti, che riguardano in modo particolare l’inquinamento dell’aria, la bassa presenza di zone verdi e la qualità dell’infrastruttura digitale. Diverso l’andamento della produzione industriale bresciana dopo gli incredibili risultati registrati nel secondo trimestre 2021 (+42%). La provincia segna un -1,5% nel terzo trimestre 2023 e la stessa percentuale di decrescita si registra a livello lombardo. L’artigianato bresciano si avvicina allo zero (resta comunque al +1,3%) e rallentano servizi (+1,7%) e commercio al dettaglio (+1,4%). Anche l’export è in calo e scende a -5,8 punti percentuali nel primo semestre 2023 (variazione rispetto allo stesso periodo

Mantova

Milano

Un 2022 in netto rallentamento

Cremona

Sondrio

n 2022 n 2022 su 2019 FONTE: ELABORAZIONE CRESME

-5,3

Bergamo

2,0

2,4

Lecco

2,2

2,5 Brescia

1,8 Como

2,2

4,6

4,4 Pavia

4,3

4,5 Lodi

3,0

4,7

5,4

6,4

5,9

7,0

Posizione nella classifica nazionale riferita al 2022

gennaio/febbraio/2024

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focus next vision brescia

Dinamica degli occupati in provincia di Brescia

n Totali

Dati in migliaia

FONTE: CRESME SU DATI ISTAT

553 548 542 533 524

526

542

2021

2022

522

524 519

542

516

512

508 504

2008

del 2022), mentre si mantengono positive le esportazioni a livello regionale e nazionale. La dinamica degli occupati in provincia, presentata nei dati Cresme, dopo la crescita registrata dal 2016 al 2019 e il brusco freno causato dall’emergenza sanitaria e dal conse-

2009

2010

2011

2012

guente lockdown, evidenzia una positiva ripresa, fortemente trainata dal settore delle costruzioni. Grazie anche al boom degli investimenti incentivati, nel 2022 il valore della produzione del comparto in provincia di Brescia è arrivato a 7,6 miliardi

2013

2014

2015

2016

2017

di euro, con il 67% di tale importo destinato a interventi di riqualificazione. Quasi quattro miliardi hanno riguardato investimenti in manutenzione straordinaria e circa 2,5 miliardi in nuova edilizia residenziale, non residenziale e opere pubbliche. Il restante, circa 1,2

2018

2019

2020

miliardi, si è indirizzato verso interventi di manutenzione ordinaria. Le prospettive future riportate dal Centro di ricerche, rilevano una contrazione pesante della riqualificazione nel 2024 (e nel 2025), mentre crescono le opere pubbliche da realizzare.

Dinamica degli occupati per settore di attività economica in provincia di Brescia Dati in migliaia

213 -9.000

Altri servizi

223 191 -11.000

Industria

202 79 -9.000

Commercio, alberghi

88

Le costruzioni motore occupazionale di Brescia nel 2019-2022

46 +17.000

Costruzioni

29

n 2022 n 2021 n 2019

13 +1.000

Agricoltura

12 0

36

gennaio/febbraio/2024

FONTE: CRESME SU DATI ISTAT

50

100

150

200

250



focus next vision brescia

Il valore della produzione nelle costruzioni in provincia di Brescia nel 2022 Dati in milioni di euro

Macro trend che disegnano il futuro

100% VALORE DELLA PRODUZIONE

7.574

84,8%

16,6%

Investimenti

Manutenzione ordinaria

6.421

1.153

32,9%

51,8%

Nuovo

Manutenzione straordinaria

2.495

3.927

7,8%

36,2%

Edilizia residenziale

Edilizia residenziale

592

2.739

Transizione demografica

Sostenibilità e crisi ambientale

15%

9,9%

Edilizia non resid. privata

Edilizia non resid. privata

1.137

751

10,1%

5,8%

Opere pubbliche

Opere pubbliche

Recupero

766

437



67,1%

Digitalizzazione intelligent industry robotic AI

Competitività territoriale e polarizzazione sociale

32,9% Nuovo

FONTE: CRESME/SI

Grazie anche al boom degli investimenti incentivati, nel 2022 il valore della produzione del comparto in provincia di Brescia è arrivato a 7,6 miliardi di euro, con il 67% di tale importo destinato a interventi di riqualificazione.

Le immagini a corredo dell’articolo sono di Fotolive

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Forti tensioni geopolitiche internazionali rischi e nuove catene globali del valore

Un nuovo ciclo sistemico di accumulazione per l’economia mondo


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economia I dati 2023 del Made in Brescia

Nonostante le ombre, non sono mancate alcune luci. Come nel caso dell’edilizia, ancora positiva nel terzo trimestre 2023, con il volume d’affari delle imprese in progresso, anche se con un andamento inferiore guardando alle rilevazioni precedenti. Nel terzo trimestre, volume d’affari in crescita per le imprese edili, ma contrazioni nell’export e negli acquisti dall’estero

U

n 2023 condizionato da diverse incognite, nazionali e internazionali, che tuttavia non ha fiaccato la forza e soprattutto la volontà del made in Brescia. In attesa di tracciare il bilancio definitivo dell’anno da poco concluso, il sistema economico-produttivo territoriale è già ampiamente proiettato sul 2024: un esercizio che, dal punto di vista industriale, auspicando la ripresa della Germania, unita a un Pil mondiale atteso in crescita a un ritmo del 2,9%, in ambito provinciale le stime prospettano come complesso e moderatamente positivo, nonostante sia connotato da forti elementi di fragilità e incertezza. Il tutto accompagnato dal rinnovato richiamo sull’importanza strategica di prestare sempre attenzione a innovazione, digitalizzazione e capitale umano, considerati come i capisaldi del nostro futuro. Il rallentamento, che dovrebbe emergere dal consuntivo del 2023, trova riscontro nell’analisi aggiornata alla fine del terzo trimestre effettuata dal Servizio Studi della Camera di commercio territoriale. L’attività delle imprese manifattu40

riere bresciane ha riportato una nuova flessione che segue quella segnata tra aprile e giugno: la produzione si è contratta dello 0,5% su giugno, mentre la variazione è diventata più importante nel confronto con lo stesso periodo del 2022 attestandosi a -1,5%. La media dei primi tre trimestri, riporta una variazione nulla (0,0%) su base tendenziale. L’artigianato manifatturiero bresciano ha ribadito anche nel terzo trimestre una dinamica migliore dell’industria, ma il ritmo di crescita è proseguito nel percorso discendente già riscontrato nei periodi precedenti: la produzione è aumentata su base annua dell’1,3% mentre rispetto al secondo trimestre ha mostrato un +0,5% portando il numero indice al 109,4. Complessivamente nei 9 mesi dell’anno l’attività dell’artigianato manifatturiero è cresciuta dell’1,6% nel raffronto con l’analogo periodo del 2022. Nonostante le ombre, non sono mancate alcune luci. Come nel caso dell’edilizia, ancora positiva nel terzo trimestre 2023, con il volume d’affari delle imprese in progresso del 4,5% tendenziale, anche se

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con un andamento inferiore guardando alle rilevazioni precedenti (+7,9% nel secondo trimestre). Il quadro, delineato dall’indagine svolta da Unioncamere Lombardia sull’andamento economico del settore, dà spazio anche a dati ancora positivi sul fronte dell’occupazione (+0,3% la variazione del numero di addetti nel trimestre), con le imprese che confermano un’elevata difficoltà nel reperire la manodopera necessaria. Per gli ultimi mesi dell’anno la maggioranza degli imprenditori ha prospettato ancora il segno più per volume d’affari e occupazione, grazie ai cantieri già avviati, ma sulla domanda di nuovi lavori non hanno nascosto l’incertezza. Ma dall’analisi sono emersi anche altri aspetti. Le imprese lombarde, secondo i dati del report, hanno avviato come l’anno scorso un percorso verso i temi della sostenibilità, riconoscendone anche il valore economico. Secondo l’Associazione Ance Lombardia è il momento giusto per il mondo del credito di utilizzare criteri omogenei di valutazione delle aziende, il più possibile tarati sul settore edile e con-


-19,1% gli acquisti dall’estero nel quarto trimestre 2023

-9,3% la variazione dell’export bresciano nell’ultimo trimestre 2023

+0,3% la variazione del numero di addetti nell’ultimo trimestre 2023

divisi tra istituzioni e imprese. La parte finale dell’anno da poco concluso ha fatto emergere anche altri dati e indicatori per il made in Brescia. Nel terzo trimestre 2023, l’export bresciano, pari a 4.731 milioni di euro, ha registrato una contrazione del 9,3% tendenziale, che ha fatto seguito al -11,7% rilevata tra aprile e giugno. La dinamica bresciana appare più negativa di quanto emerso in Lombardia (-2,8%) e in Italia (-4,6%). Nello stesso periodo, gli acquisti dall’estero, pari a 2.667 milioni, hanno evidenziato una discesa del 19,1% tendenziale. Tra gennaio e settembre l’export complessivo del made in Brescia si è attestato a 15.694 milioni, mostrando una dinamica negativa sull’analogo periodo del 2022 (-6,6%): il valore realizzato è comunque il secondo più alto da quando è disponibile la serie storica. La flessione rispetto all’anno prima va interpretata alla luce della frenata del commercio internazionale (-2,0% nel 2023) e del generalizzato sgonfiamento delle quotazioni delle materie prime industriali, alla base delle merci scambiate dall’industria bresciana.

Luci e ombre dal fronte della Cassa integrazione in provincia: a novembre, l'Inps ha autorizzato alle imprese bresciane 1,53 milioni di ore, in calo sia nel confronto con il mese precedente (-44%) che a livello tendenziale (-30,6%). A questo, però, si è accompagnato il fatto che nel periodo di Natale e di inizio del nuovo anno, in base ai dati aggiornati del sindacato, oltre quindicimila lavoratori del comparto metalmeccanico si sono trovati alle prese con la Cassa integrazione o con altri ammortizzatori sociali. In tema di mercato del lavoro, il terzo trimestre 2023 — ultimo dato al momento disponibile — ha portato un numero di cessazioni superiore ai nuovi contratti avviati nel Bresciano: anche se si tratta di poche decine di unità (precisamente, 201) è il segno delle difficoltà che il mondo economico sta attraversando: soprattutto nel comparto della manifattura, che per l'Osservatorio sul mercato del lavoro della Provincia sta soffrendo in modo maggiore. Tra luglio e settembre, nella sola industria, a fronte di 12.318 avviamenti si sono registrate 13.860 cessazioni di rapporti, con un saldo negativo di 1.542 unità che si ripercuote sul totale comprensivo di tutti i settori. Prendendo in considerazione i nove mesi dell'anno, gli avviamenti sono risultati ancora superiori alle cessazioni (+12.418), ma è netta la differenza con il periodo gennaiosettembre 2022, quando il saldo era positivo per 17.197 unità (il calo è del 27,7%). Il segno rosso riguarda anche i contratti permanenti (tempo indeterminato più apprendistato): sempre nei nove mesi del 2023, le cessazioni superano gli avviamenti di 1.339 unità (42.677 contro 41.338); discorso inverso per i rapporti di lavoro a «scadenza», con l'avviamento di 126.440 contratti flessibili a fronte di 112.683 fine rapporto (+13.757).

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41


digitalizzazione Il Codice dei Contratti pubblici, la Gestione informativa digitale e le imprese di costruzione Quali impegni? Angelo Luigi Camillo Ciribini Università degli Studi di Brescia

L

a data del 1° gennaio 2025, prevista dal Codice dei Contratti pubblici, per alcune condizioni di obbligatorietà in relazione alla gestione informativa digitale (lavori di importo superiore a un milione di euro, con esclusione quasi totale degli interventi di manutenzione), sta agitando, a un anno dalla sua entrata in vigore, tutte le rappresentanze del settore della costruzione e dell’immobiliare interessate al tema. I soggetti, in apparenza, più direttamente coinvolti sono le stazioni appaltanti e gli enti concedenti, ma occorre domandarsi in che modo gli obblighi che li riguardano possano riversarsi sulla loro controparte contrattuale, professionale e imprenditoriale: segnatamente, in questa circostanza, sulle imprese di costruzione. Per prima cosa, i candidati all’acquisizione del contratto pubblico saranno chiamati a formulare un’offerta di gestione informativa in risposta a un capitolato informativo. In molti casi, certamente in quelli concernenti i contratti di appalto di sola esecuzione, accanto al capitolato informativo, i concorrenti alla gara o i soggetti eventualmente legati a un affidamento diretto, dovranno considerare e analizzare i modelli informativi forniti dal potenziale committente che, all’interno dell’unità di supporto al responsabile unico del progetto, disporrà di un Bim Coordinator, supportato dal Bim Manager e dal Cde Manager della stazione appaltante. 42

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L’analisi del capitolato informativo e degli eventuali modelli informativi introdotti nei contenitori informativi di gara sarà anche, per l’impresa concorrente utile per decidere se e in che termini sottomettere un’offerta (metodologica ed) economica. Naturalmente, in molte occasioni, i modelli informativi saranno prodotti da soggetti professionali esterni all’amministrazione pubblica, che disporranno, ovviamente, di proprie figure professionali dedicate, coinvolgibili anche nella direzione dei lavori. Il che esigerà la presenza nell’organico dell’impresa di costruzione di almeno un Bim Coordinator e di uno o più Bim Specialist coinvolti nella predisposizione dell’offerta di gestione informativa, in collaborazione con i soggetti tradizionali. La valutazione delle condizioni operative relative alle caratteristiche dell’ambiente di condivisione dei dati, ormai divenuto strutturale per tutti i progetti della struttura di committenza pubblica, implicherebbe forse, in taluni casi, anche l’apporto di un Cde Manager. Una volta divenuta affidataria, l’impresa appaltatrice dovrebbe avviare la predisposizione del piano di gestione informativa, come esito di una trattativa di dettaglio con la controparte. Il piano di gestione informativa è, tuttavia, un documento diverso dal capitolato informativo dato che esso, pur costituendone la risposta speculare, assume una natura dinamica, di carattere evolutivo, con l’apporto della catena di fornitura. A prescindere dalla presenza possibile di un raggruppamento temporaneo, e, dunque, di un complesso di profili professio-

In molte occasioni, i modelli informativi saranno prodotti da soggetti professionali esterni all’amministrazione pubblica, che disporranno di proprie figure professionali dedicate

nali dedicati presso le diverse imprese coinvolte, la gestione del piano di gestione informativa implica il coordinamento della catena di fornitura, almeno al primo livello: ciò significa che l’impresa affidataria del contratto principale dovrà decidere se selezionare fornitori e sub appaltatori attrezzati digitalmente oppure se prenderli in carico, pur non disponendo delle competenze digitali necessarie. Senza contare i contratti di concessione e gli appalti integrati, o altre forme contrattuali, in cui l’appaltatore sarà implicato nella progettazione esecutiva, l’impresa appaltatrice dovrà, prima di tutto, gestire la modellazione informativa concernente la progettazione costruttiva, cosicché il suo Bim Coordinator dovrà controllare e verificare i modelli informativi disciplinari e governare quelli federati o aggregati, procurati da sub appaltatori e


I soggetti, in apparenza, più direttamente coinvolti sono le stazioni appaltanti e gli enti concedenti, ma occorre domandarsi in che modo gli obblighi che li riguardano possano riversarsi sulla loro controparte contrattuale, professionale e imprenditoriale

da fornitori. Si aggiunga che è possibile che la configurazione dei modelli informativi procurati dalla stazione appaltante per il progetto esecutivo (Project Information Model) richieda una cospicua e profonda rivisitazione, con conseguente negoziazione con la committenza, anche in funzione della produzione dei modelli informativi As Built (Asset Information Model). All’avvio del contratto di realizzazione, alla consegna dei lavori, possibili modelli informativi sullo stato dei luoghi dovranno essere accettati in contraddittorio nell’apposito verbale. In questo caso, l’attività di formulazione di specifici requisiti informativi addizionali per la modellazione informativa sarà necessaria per l’impresa contraente principale nei confronti della propria catena di fornitura. Detto questo, i profili professionali dedicati attivi nell’impresa appaltatrice dovranno dialogare con il Bim Coordinator attivo nell’ufficio di direzione dei lavori. Si deve fare presente che non esistono sinora molti precedenti della presenza del Bim Coordinator nella direzione dei lavori, cosicché anche per la committenza pubblica sussistono molte incognite.

Il che vuol dire che non solo si debba comprendere nell’esperienza operativa dei prossimi anni come si rapporterà il Bim Coordinator nelle relazioni con il direttore dei lavori e con gli altri soggetti presenti, tra cui il coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione, ma anche come il primo si relazionerà con l’omonima figura della controparte contrattuale. Gli usi principali qui ipotizzabili riguardano la contabilità dei lavori (anche come 5D Bim), il controllo della quantità e della qualità (Field Bim), oltre che dell’avanzamento dei lavori (4D Bim), possibilmente supportato da diverse forme di rilievo digitale: escludendo, per ora, altre soluzioni digitali, come, ad esempio, il ricorso all’Internet of Things o all’Augmented Reality all’interno del cantiere. A questo proposito, l’impresa di costruzione non potrà esclusivamente ragionare sui profili professionali e sulle attività richieste contrattualmente dalla controparte, bensì dovrà riflettere sulle opzioni digitali utili a incrementare la propria efficienza ed efficacia. Qui si apre un altro ambito, poiché sinora si è detto dell’approccio di natura reattiva per l’impresa di costruzione nei riguardi degli obblighi attribuiti alla stazione appaltante o all’ente concedente. Al contrario, ogni altra modalità che si ritenga favorevole dipenderà dalla capacità imprenditoriale di interiorizzare l’impiego dei dati, specialmente di quelli strutturati, ad esempio, in modo interoperabile col proprio sistema di controllo di gestione e con altri sistemi di gestione, come per la qualità. Le imprese di costruzione più mature digitalmente potrebbero, a titolo esemplificativo, sfruttare le serie di dati raccolte per alimentare algoritmi predittivi per mitigare il rischio di accadimento delle non conformità o, almeno, per gestire al meglio il sistema di programmazione dei controlli (in argomento di qualità, salute e sicurezza, ambiente, e così via). Ad esempio, l’associazione tra i modelli informativi aggiornati al tempo di rilevazione, i programmi temporali ed economici dei lavori basati sulle strutture di scomposizione e i dati relativi allo stato di avanzamento dei lavori e allo stato interno dei lavori, i piani di controllo e le registrazioni delle non conformità e altro, permette di visualizzare immediatamente la situazione e la tendenza. Analogamente, dispositivi di analisi dell’evoluzione dei modelli informativi potrebbero consentire di svolgere azioni di business intelligence.

Benché non vi siano ulteriori specificazioni sui profili professionali per la verifica della progettazione ai fini della validazione, per il coordinamento per la sicurezza e per il collaudo tecnico-amministrativo, anche in questi casi le due parti contrattuali in causa dovranno possedere abilità, conoscenze e competenze. Tra l’altro, si ricorda che i modelli informativi prodotti nel corso dell’esecuzione del contratto pubblico di realizzazione dei lavori e la relativa relazione specialistica saranno soggetti alle verifiche della commissione di collaudo tecnico-amministrativo. Di là delle singole commesse o, meglio, dei singoli progetti legati al contratto pubblico, sempre nell’ottica della gestione interna, l’impresa potrà, in analogia alla committenza pubblica, dotarsi di un sistema formalizzato di gestione dei processi digitalizzati, rivolto anche alle commesse private e allo sviluppo immobiliare. Queste sintetiche note dimostrano in che misura l’impresa di costruzione operante nel settore dei lavori pubblici sia indirettamente sottoposta alla pressione sul tema, in conseguenza alla cogenza a cui è indirizzata la stazione appaltante dalla legislazione. Per queste ragioni, a pochi mesi dall’entrata in vigore degli obblighi legislativi, l’impresa di costruzione è chiamata a introdurre con urgenza processi organizzativi rivisitati, anche riguardo alla relazione con altre imprese raggruppate e con la propria catena di fornitura, oltre a dover reclutare risorse umane specializzate, non facilmente reperibili sul mercato in questo momento e a dover sostenere significativi investimenti strumentali. A sostegno delle imprese di costruzione possono intervenire le associazioni di rappresentanza a livello territoriale e nazionale, così come le entità del sistema paritetico della formazione. Il capitale umano necessario potrà essere, inoltre, fornito non solo dagli atenei, ma anche dalle Its Academy. Si tratta, del resto, non solo di preparare figure professionali specializzate, ma pure di fornire un acculturamento diffuso sulla trasformazione digitale per tutto il personale, di cantiere e di sede. Non si deve, infine, dimenticare che il tema della gestione informativa digitale presenta importanti risvolti sul piano giuridico-contrattuale, tali per cui occorrerà un supporto consulenziale, internalizzato o esternalizzato, che spazierà dalla costruzione o negoziazione del contratto sino alla gestione delle riserve e del contenzioso: che non mancherà sicuramente.

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legge di bilancio La storia del Superbonus è ormai giunta alla sua parabola conclusiva. La detrazione spettante per gli interventi del centodieci per la quale si è già optato per lo sconto in fattura o la cessione del credito sulla base di Sal effettuati fino al 31 dicembre 2023, non sarà oggetto di recupero da parte dell’Agenzia delle entrate nell’ipotesi in cui i medesimi interventi non vengano ultimati, compreso il caso in cui non si sia raggiunto il conseguimento delle due classi di miglioramento

Le novità introdotte nella legge di bilancio 2024

del Pnrr invece vengono rimodulati i fondi stanziati che ammontavano nel 2023 a 11,6 miliardi, con una riduzione degli oneri a carico dello Stato per 2,3 miliardi. Fra le misure sono presenti anche alcune novità inerenti al settore edile e al mercato della casa. Bonus edilizi e Superbonus

Le principali misure d’interesse per il settore edile

I

n chiusura del 2023 è arrivata puntuale l’approvazione della legge di bilancio. La manovra pubblicata ufficialmente in Gazzetta il 30 dicembre è passata al varo con duecento voti favorevoli, centododici contrari e tre astenuti. Sono circa ventotto i miliardi complessivi dell’intero piano da destinare alle voci individuate dal Governo e nello specifico a tre argomenti designati come principali: taglio del cuneo fiscale, riforma dell’Irpef e aiuti per le famiglie. Inizialmente composto da ottantanove articoli nella prima sezione e venti nella seconda, il disegno di legge è stato notevolmente snellito, riducendo la complessità normativa a un unico articolo con cinquecentosessantuno commi nella prima sezione e venti articoli nella seconda. 44

Tra le modifiche più di sostanza della manovra appare lo stop alla stretta sulle pensioni con il ritorno alla quota 103 che consentirà l’uscita a 17 mila persone. Per l’area lavoro viene introdotta una maxi-deduzione sul costo del personale rivolta alle imprese che desiderano assumere a tempo indeterminato, che si somma ad un innalzamento della soglia di esenzione applicabile ai fringe benefit fino a mille euro per ciascun lavoratore. Mentre per i dipendenti con due figli a carico la soglia aumenta sino a duemila euro. La legge di bilancio conferma inoltre l’arrivo del taglio del cuneo fiscale con un intervento che prevede un esonero contributivo del sei per cento per i redditi fino a 35mila euro e del sette per cento per i redditi fino a 25mila euro. Sul fronte

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La storia del Superbonus è ormai giunta alla sua parabola conclusiva. La detrazione spettante per gli interventi del centodieci per la quale si è già optato per lo sconto in fattura o la cessione del credito sulla base di Sal effettuati fino al 31 dicembre 2023, non sarà oggetto di recupero da parte dell’Agenzia delle entrate nell’ipotesi in cui i medesimi interventi non vengano ultimati, compreso il caso in cui non si sia raggiunto il conseguimento delle due classi di miglioramento. Mentre, per gli interventi nei condomini e negli edifici composti da due o quattro unità immobiliari di unico proprietario o persona fisica o in comproprietà, solo per i redditi più bassi con Isee sotto i 15mila euro e che abbiano raggiunto entro il 31 dicembre 2023 almeno il sessanta per cento dei lavori è prevista la corresponsione di un contributo per le spese sostenute dal 1° gennaio 2024 al 31 ottobre 2024. Il decreto contiene anche una stretta al bonus barriere architettoniche al settantacin-


Proroga caro materiali Prevista dal nuovo testo anche l’estensione delle misure contro il caro materiali valide per le opere

pubbliche e introdotte dal decreto aiuti. Si tratta, in sintesi, di disposizioni finalizzate a fronteggiare fronteggiare gli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali da costruzione in relazione agli appalti pubblici di lavori, le quali

Casa Sul mercato della casa uno degli aspetti più salienti riguarda la possibilità di usufruire della garanzia massima dell'ottanta per cento del Fondo di garanzia per l'acquisto della prima casa. Tale estensione riguarda specificamente le categorie prioritarie che soddisfano determinati requisiti di reddito ed età. Fra queste categorie sono stati introdotti anche i nuclei familiari numerosi. Queste famiglie, che rispettano determinate condizioni anagrafiche e reddituali, possono ora beneficiare di disposizioni in merito alla misura massima della garanzia concedibile e all'accantonamento di un coefficiente di rischio. Ulteriori disposizioni si applicano nei casi di surroga del mutuo originario. Estese anche le disposizioni in materia di rivalutazione dei valori di acquisto delle partecipazioni negoziate e non negoziate, compresi terreni edificabili e agricoli, inclusi gli asset posseduti alla data del 1° gennaio 2024. Queste disposizioni, già previste in passato e prorogate più volte, stabiliscono un'imposta sostitutiva con aliquota al sedici per cento per tali operazioni, contribuendo a incentivare la valorizzazione del patrimonio immobiliare. Fra le misure di interesse si aggiunge anche il tema delle locazioni brevi con l’introduzione di un regime alternativo di tassazione mediante cedolare secca con aliquota al ventisei per cento. L’aliquota può essere poi ridotta al ventuno per cento per i redditi da locazione breve relativi a un'unità immobiliare specifica. Inoltre, si introducono nuove modalità di adempimento agli obblighi fiscali per gli intermediari che gestiscono queste locazioni.

Ritenuta d’acconto A partire dal 1° marzo 2024, la ritenuta d'acconto sull'imposta sul reddito dovuta dai beneficiari all'atto dell'accredito dei pagamenti relativi ai bonifici passa dall'otto all'undici per cento. Mentre dal 1° aprile 2024, la ritenuta d'imposta dovuta sulle provvigioni riguardanti rapporti di commissione, agenzia, mediazione, rappresentanza di commercio e procacciamento di affari si applica anche agli agenti di assicurazione e ai mediatori di assicurazione.

hanno previsto l’applicazione dei prezzari regionali aggiornati per i lavori eseguiti dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023. Tali misure agevolative saranno quindi estese ai lavori eseguiti dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2024.

que per cento, verso il quale molti avevano virato per paura di non riuscire a portare a termine i lavori ricorrendo al Superbonus. È stato limitato il ventaglio di interventi ammessi a quelli che hanno in oggetto scale, rampe e l’installazione di ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici. Novità anche per il Sismabonus per il quale non sarà più consentita la cessione del credito nel caso di interventi di demolizione e ricostruzione degli edifici relativi alle zone sismiche 1-23, compresi in piani di recupero di patrimoni edilizi o riqualificazione urbana e per le quali non sia stato richiesto, prima della stessa data, il relativo titolo abilitativo. L’Agenzia delle entrate si assicurerà che i soggetti realizzatori dei lavori agevolati col Superbonus abbiano presentato la comunicazione di variazione catastale, visto che gli interventi potrebbero influire sulla rendita catastale. La manovra impone tasse maggiori a carico di chi rivende l’immobile dopo averlo riqualificato sfruttando l’aliquota al centodieci. In queste transazioni, tra i “costi inerenti al bene” non rientreranno gli interventi agevolati. I costi extra rientreranno quindi nella formazione della plusvalenza, tassata al ventisei per cento. Ma la stretta non varrà per gli immobili acquisiti per successione o quelli adibiti a prima casa per la maggior parte dei cinque anni antecedenti alla vendita. Il principale timore legato a tutte queste novità sul Superbonus è che molti decidano di non proseguire con i lavori di fatto rallentando l’opera di efficientamento energetico edilizio che il Paese aveva intrapreso più di tre anni fa, oppure rischiando di generare contenziosi legali con le aziende costruttrici che avevano iniziato gli interventi. gennaio/febbraio/2024

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Ance Brescia supporta Ingegneria Italia nella realizzazione di un documentario dedicato alla splendida opera fiorentina e al genio che si cela dietro la sua costruzione

La genialità ingegneristica della cupola del Brunelleschi: un capolavoro senza tempo di Valentina Epifani Il genio è la capacità innata di pensare fuori dagli schemi e trovare soluzioni che altri non riescono a vedere. Una caratteristica che nella storia ha dato vita a capolavori senza tempo e che tutt’ora suscitano meraviglia e stupore in chi li ammira. La grandezza di tali opere comprende anche le tecniche di costruzione adoperate per sopperire alle difficoltà nelle lavorazioni che potevano incontrarsi ai tempi in cui la tecnologia non era così evoluta come ad oggi. Soluzioni che sono state in grado di fare scuola e che tutt’ora vengono studiate. Fra queste opere è possibile includere la cupola del Brunelleschi che si erge maestosa all’interno della basilica di Santa Maria del Fiore nel Duomo di Firenze. La più grande cupola in muratura al mondo che non solo cattura l’occhio con la sua imponenza, ma rappresenta anche un monumento alla genialità ingegneristica del suo progettista. Per fare cultura e promuovere il connubio fra arte, monumenti e tecniche di costruzione, Ance Brescia ha supportato Inge-

gneria Italia nella realizzazione di un documentario dedicato all’opera del Brunelleschi. Il video pubblicato sul canale youtube degli influencer bresciani narra la storia della costruzione della “cupola”, così comunemente chiamata dagli abitanti della città di Firenze, che inizia nel 1420, quando la cattedrale di Santa Maria del Fiore era già stata costruita. Verso la fine del XIII secolo la città viveva un periodo di forte espansione che caldeggiò la volontà di sostituire la vecchia chiesa di San Reparata con una basilica molto più grande, per rispecchiare il potere e sottolineare la superiorità rispetto ai centri limitrofi come Pisa e Siena. Idee tradotte nella realizzazione di una cattedrale gigantesca, alla quale però mancava una cupola

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Le imponenti misure della struttura principale, con una base ottagonale di ben 45,5 m a 54 metri di altezza da terra, rendevano la costruzione della copertura una vera impresa. L’ostacolo più imponente da superare era costruire senza l’ausilio di centine, una base d’appoggio utilizzata nell’antichità per la costruzione degli archi. Si aggiunge anche la scarsa trazione dei mattoni che non avrebbero assicurato solidità alla struttura. Per tale ragione la cupola di Santa Maria del Fiore ha una forma diversa da quella emisferica tipica del tempo. La cupola, infatti, è una volta a padiglione ottagonale, con una struttura composta da due parti l’una interna all’altra, in legno e in muratura, separate da uno spazio vuoto di circa un metro e venti, per alleggerire il più possibile il peso e ridurre al minimo le componenti laterali delle forze. Tra la base e la cuspide ci sono quattro catene di pietra arenaria rinforzate con ferro, che insieme a una serie di anelli di legno ingabbiano la struttura impedendo che si apra verso l’esterno. Gli archi seguono la regola del quinto acuto, cioè il raggio della loro curvatura è quattro quinti del diametro di base, e i rispettivi centri sono posti a un quinto di diametro dagli angoli dell’ottagono interno. Recenti ricerche hanno rivelato che la posa dei mattoni della cupola non è orizzontale, ma bensì a corda blanda, ossia una posizione incurvata lungo rette originate da un punto situato al centro dell’ottagono di base. Anche questo risulta un ulteriore stratagemma ingegnato dal Brunelleschi per garantire una stabilità alla struttura, massimizzando la superficie di frizione tra i diversi strati della costruzione, per evitare che gli elementi interni si staccassero per mancanza di un punto di appoggio. Non per ultimo, la scelta di disporre i mattoni a spina di pesce, posizionando lungo le corde blande ogni 90 cm circa un mattone in verticale. In questo modo i grandi anelli che dovevano essere realizzati uno sopra l’altro fino alla lanterna potevano essere interrotti, in maniera da creare dei settori indipendenti più piccoli ma facilmente gestibili.

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FOTO GIULIA BERTOLETTI

incontri

Giuseppe Zipponi IL GEOMETRA SVOLGE UNA PROFESSIONE CHE PER LA PROPRIA POLIVALENZA SI ADEGUA ALL'EVOLVERSI DELLE NECESSITÀ DEL MERCATO OFFRENDO NUMEROSE OPPORTUNITÀ PROFESSIONALI SIA IN AMBITO PUBBLICO SIA NELLA SFERA PRIVATA. “IL GEOMETRA È DI FAMIGLIA! PARLANE CON LUI”, RECITA UN CLAIM DEL COLLEGIO BRESCIANO DELLA CATEGORIA, GENERANDO NEL CRONISTA IL RICORDO DEI CONTATTI, QUAND’ERA RAGAZZINO, CON IL PROFESSIONISTA CHE, SEGUENDO INTENSAMENTE LE PRATICHE E I PROGETTI PER LA REALIZZAZIONE DELLA CASA PATERNA, ERA DIVENTATO PROPRIO UNO DI FAMIGLIA, ED ERA PERCEPITO COME UN EFFICACE RISOLUTORE DI PROBLEMI.

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Conosciamo il presidente del Collegio Geometri di Brescia Un prezioso ruolo di connessione tra committenti e interessi pubblici superiori di Adriano Baffelli

Presidente Zipponi, dopo questo primo biennio alla guida del Collegio dei Geometri e dei Geometri laureati di Brescia e provincia qual è il bilancio che ne trae? Sono orgoglioso di rappresentare i geometri bresciani. Un ruolo prestigioso che mi hanno affidato gli iscritti e i consiglieri due anni fa; un’elezione un poco inaspettata, forse merito dei precedenti dodici anni da consigliere. Un impegno costante ma che mi con-

FOTO GIULIA BERTOLETTI

Alla sede del Collegio Geometri di Brescia, situata in piazzale Cesare Battisti, si arriva agevolmente anche con i mezzi pubblici. In particolare, è comodo utilizzare la moderna e funzionale metropolitana driverless cittadina, considerando che la fermata San Faustino si trova a poche centinaia di metri. Siamo a Porta Trento, collegamento ideale tra il cuore della Brescia che fu rappresentato da via San Faustino, multietnica e intrisa dell’atmosfera universitaria per la sedi di Economia e Giurisprudenza dell’Università degli studi di Brescia, e l’arteria che conduce allo storico e intimo Borgo Trento e a nord della città, verso la Valtrompia. Un’area dinamica, che ingloba e modella tradizione e sguardi verso il nuovo, il futuro. La sede del Collegio geometri e geometri laureati della provincia di Brescia è attiva qui dal 1967. Dal 2021 al vertice dell’organismo associativo siede il presidente Giuseppe Zipponi. La realtà ha solide radici e guarda con determinazione al futuro.

sente comunque di continuare la mia professione, anzi di accrescere le mie conoscenze. In cambio cerco di fare il meglio per i nostri iscritti, negli aspetti di routine ma pure inserendo opportune innovazioni. Naturalmente con la collaborazione di consiglieri, commissioni, dipendenti e collaboratori. Il nostro è un Collegio storicamente ben organizzato; quando incontro colleghi di altre provincie mi dicono: ah certo che voi di Brescia…. La gestione è improntata anzitutto su trasparenza ed economicità. Siamo a disposizione dei nostri 2.300 iscritti per ogni esigenza, dalle iscrizioni alle pensioni, dalle consulenze alla formazione. Qual è il ruolo del geometra nell’odierno scenario economico e sociale? La professione del geometra è unica; raggruppa una molteplicità di competenze concrete e attuali che difficilmente si riscontrano nelle professioni simili. Catasto, progettazione civile, industriale e in agricoltura, gestione dei cantieri, sicurezza, acustica, antincendio. Amministrazioni condominiali, consulenze a famiglie, imprese, Tribunali e pubbliche amministrazioni. Efficientamento energetico che ci ha visti protagonisti per via del Superbonus e che ci lascia in eredità una nuova cultura di risparmio dell’energia che ci accompagnerà per de-

cenni. E noi geometri siamo lì, anche come interfaccia tra le esigenze della committenza e degli interessi pubblici superiori. Da sempre presenti a fianco di famiglie e imprese, i nostri geometri si adattano man mano a nuove leggi e tecnologie con anche una consolidata capacità di collaborazione tra colleghi, anche di altre professioni. Siete molto impegnati per far conoscere ai giovani le potenzialità della vostra professione o sbaglio? Facciamo incontri in molte terze medie e anche nei dieci istituti per geometri Cat della nostra provincia per avvicinare i diplomandi alla professione o al percorso universitario. I numeri ci confortano, per il terzo anno consecutivo sono in aumento. Abbiamo anche condiviso con Ance Brescia, Eseb e UniBs la campagna “Edilizia, un mondo a più dimensioni” per far conoscere la filiera dell’edilizia. Se i giovani conoscono il nostro mondo poi rispondono positivamente. Cosa direbbe a un giovane per invitarlo e convincerlo che fare il geometra è oggi più che mai un’ottima scelta? Per prima cosa, il diploma di geometra offre di per sé molte opportunità, anche nel caso si scelga di non svolgere la libera professione, proseguendo percorsi universitari, nel pubblico, e comunque nel settore

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FOTO GIULIA BERTOLETTI

incontri

Nato a Brescia nel 1967. Diplomato all’Istituto per Geometri Tartaglia nel 1986. Dal 1987 al 1998 dipendente e tecnico comunale dei Comuni di Lumezzane e Sarezzo. Iscritto al Collegio Geometri di Brescia ed esercita la libera professione dal 1998. All’attivo collaborazioni continuative con incarichi esterni e supporto tecnico presso altri vari comuni ed enti pubblici, con particolare riferimento ad

appalti ed espropriazioni. Si occupa di progettazione e direzione lavori di edilizia civile e opere pubbliche. Consulente Tecnico d’Ufficio del Tribunale di Brescia. Docente Corsi per geometri partecipanti all’Esame di Stato nella materia di Edilizia e Urbanistica. Componente di varie commissioni paesaggistiche e della Commissione Censuaria provinciale. Premiato dal ministro della Funzione

Pubblica nel 1998 per il progetto di semplificazione attività edilizia. Consigliere Comunale di Azzano Mella dal 2006 al 2016 dove ha anche fondato una squadra di calcio dilettantistico. Consigliere del Collegio Geometri dal 2005 al 2017. Direttore del Parco regionale del Monte Netto dal 2008 al 2014. È presidente del Collegio Geometri di Brescia dal 2021.

Per i neoiscritti al Collegio ci sono anche notevoli agevolazioni fiscali e abbiamo un orizzonte di lavoro per tutti i settori

dell’edilizia. La libera professione in verità non è una scelta netta, arriva dopo anni di esperienze e collaborazioni e in questi anni si ha modo di indirizzarsi in alcune delle molteplici competenze del geometra. Il mio consiglio è di avere un po’ di pazienza e di specializzarsi in più competenze, senza avere paura di cambiare. Per i neoiscritti al Collegio ci sono anche notevoli agevolazioni fiscali e abbiamo un orizzonte di lavoro per tutti i settori. I neodiplomati e neoabilitati sono molto ricercati; tanto che un recente spot radiofonico della Fondazione Italiana Geometri li definisce “gli introvabili”. Quando e come decise di intraprendere il percorso di studi per diventare geometra? Le racconto una curiosità. Mio padre costruì una enorme tettoia senza permessi e il geometra del paese trovò il modo di sospendere i provvedimenti comunali e poi fece le pratiche del condono edilizio del 1985. Io ero un ragazzino e rimasi molto colpito dal lavoro di quel geometra che risolse un problema di famiglia. Poi i cinque 50

anni al Tartaglia e la pratica in un avviato studio di un esperto collega, iniziata già nei pomeriggi di tutto l’anno di frequenza della quinta classe, e da allora non mi sono più fermato. È vero che i progetti del Pnrr impattano sugli studi privati e molto sugli uffici tecnici pubblici, per lo più in sofferenza per carenza di professionisti? Sul punto sarò molto critico. La politica ha commesso lo stesso errore del Superbonus 110 per cento: troppi investimenti in troppo poco tempo. Occorre più programmazione. In aggiunta si sono frapposti i burocrati che hanno complicato le procedure. Gli uffici pubblici sono in tilt per via di rendicontazioni e portali assurdi. Migliaia di funzionari pubblici indaffarati in controlli esclusivamente formali. Enti che controllano altri enti, altro che sussidiarietà! Per il paese e per i nostri studi tecnici gli investimenti sono comunque importanti. Dovrebbe diventare una regola fissa: più investimenti e meno sussidi e spese correnti. Campus Edilizia Brescia è un’iniziativa innovativa e di

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ampio respiro, che può risultare utile per la crescita di città e provincia. Sulla base dell’esperienza maturata sin qui, qual è la posizione del Collegio Geometri nei confronti del Campus? Devo dire che la rilevanza del Campus Edilizia Brescia è risultata chiara sin dall’inizio alla nostra categoria, tanto che noi come geometri abbiamo condiviso e partecipato da subito al percorso fatto fino qua. Sulla base di tale convincimento, per quanto concerne la nascente Fondazione Campus Edilizia Brescia, aggiungo che il Collegio Geometri di

Brescia ha condiviso un percorso insieme agli Ordini di Architetti e Ingegneri, decidendo di farne parte come socio partecipante. Sicuramente si tratta di uno strumento innovativo, che racchiude l’intera filiera e che valorizza positivamente la sinergia tra privato e pubblico. Quali sono le principali differenze che riscontra tra il modo di affrontare oggi la vostra professione rispetto anche solo a una ventina di anni fa? A qualcuno verrà da ridere… ma la prima cosa che mi viene da dire è che una volta, per fare i progetti, si usavano la


china e la lametta, oggi ci sono i computer. Può sembrare banale ma è la sintesi dell’evoluzione: nuove tecnologie che hanno richiesto specializzazioni continue. Quello che non è cambiato è il rapporto di fiducia tra professionista e famiglia. Nel nostro lavoro la fiducia del committente è fondamentale. Trova che tra i suoi colleghi ci sia più attenzione all’innovazione o agli aspetti Esg? Gli strascichi lasciati dal Superbonus hanno segnato la nostra sensibilità verso i temi ambientali, l’innovazione e la sostenibilità. Quello che di buono ci è stato insegnato in questi ultimi tre folli anni è anche il principio secondo cui chi si efficienta con progetti sostenibili ha accesso prioritario agli incentivi. Quando

poi le risorse vanno a ridursi, come oggi, questo presupposto deve rimanere il cardine progettuale di ogni intervento. Vi è stato un accrescimento delle competenze anche se bisogna ammettere che ad oggi siamo ancora all’inizio della svolta, ma la strada intrapresa è quella giusta. Quanti sono i geometri in attività nella nostra provincia, quante sono le donne e qual è la presenza dei giovani? Il nostro Collegio, per numero di iscritti, è il primo in Lombardia e il quarto il Italia. Siamo 2.300 iscritti dei quali 304 sono donne. I giovani, calcolando gli under 35, sono circa 300. Il corso TED dell’Università Statale di Brescia ha visto incrementarsi il numero di iscritti, indubbiamente un buon segnale…

Bisogna dare merito all’Università che ha creduto in questo progetto cinque anni fa, in collaborazione con il nostro Collegio e Ance Brescia. Il percorso triennale — con un anno di pratica — dopo il diploma, offre la possibilità di elevare le conoscenze, anche scientifiche, e di specializzarsi in alcuni ambiti. I numeri sono in aumento da due anni e siamo alla soglia dei 50 posti disponibili per anno accademico; il geometra laureato è molto ricercato dal mondo del lavoro. Per l’accesso alla professione la laurea triennale sarà obbligatoria ma questo giorno è ancora lontano. Chi intende iscriversi oggi al Cat potrà accedere alla professione con il praticantato di 18 mesi. Quale futuro attende i geometri e in particolare i geometri bresciani?

Il geometra è una figura necessaria alle famiglie e alla società. Abbiamo davanti decenni di fervore delle nostre attività. La traccia green sarà un impulso per tutto il settore, così come la rigenerazione dell’edificato esistente. Se poi le cose cambieranno, ci adegueremo dando il nostro contributo. Quali sono i suoi passatempo preferiti quando la professione e le responsabilità della presidenza del Collegio le concedono una tregua? Ho sempre giocato a calcio e mi piace organizzare e intraprendere viaggi, soprattutto brevi. Ho trasmesso questa passione per viaggiare alle mie figlie Carolina e Giulia. Peraltro, Giulia è geometra e mi aiuta nelle pratiche edilizie, con il vantaggio che lei sa disegnare col computer.

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EDILIZIA UN MONDO A PIÙ DIMENSIONI


cape Vestiario per le imprese La Cassa edile di Brescia firma una convenzione per l’acquisto di abbigliamento da lavoro e dpi

Tre milioni di euro in formazione Un investimento per garantire sicurezza e competitività del mercato

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brahima Niane, in qualità di consigliere Cape, è intervenuto durante l’evento “Edilizia: un mondo a più dimensioni”, iniziativa volta a promuovere le professioni che ruotano intorno al comparto delle costruzioni, per parlare dell'edilizia del futuro, che ha bisogno anche di una formazione adeguata, soprattutto quando si parla di un settore che conta quasi il 50% di persone di provenienza estera. Brescia risulta infatti essere una delle province italiane di maggiore attrattività per le maestranze che giungono da altri Paesi. Innovazione e nuove metodologie costruttive stanno interessando il comparto e richiedo-

no l’acquisizione di competenze specifiche per l’utilizzo corretto e in sicurezza di strumentazioni e tecnologie. Per questo motivo la Cassa edile di Brescia, unitamente all’Ente sistema edilizia Brescia, volge particolare attenzione alla formazione di tutti gli addetti ai lavori e delle varie figure che ruotano intorno all’attività di cantiere. Cape, che conta 17.900 lavoratori attivi nel mese di novembre 2023, che salgono a circa 25.000 comprendendo quelli transitati durante l’anno in provincia di Brescia, dei quasi 260 milioni di euro di massa salari gestiti dall’Ente, destina tre milioni alla formazione erogata in stretta sinergia con

l’Ente sistema edilizia Brescia. Un investimento che consente di offrire corsi gratuiti, proprio per rendere accessibili competenze teoriche e pratiche utili alla modernizzazione del comparto, nell’ottica di fornire una formazione continua a lavoratori e professionisti. Oltre all’innovazione delle metodologie e delle attrezzature, i corsi garantiscono un puntuale aggiornamento su tutte quelle tematiche d’interesse per il settore con l’obiettivo di favorire una maggiore sicurezza e competitività del mercato, qualità delle opere e un approccio più sostenibile dell’intero comparto delle costruzioni.

La Cassa edile ha stipulato una convenzione triennale con Bongiorno Antinfortunistica Srl, consentendo alle imprese regolarmente iscritte in Cape di effettuare acquisti di vestiario da lavoro e dispositivi di protezione individuale (dpi) a condizioni economicamente favorevoli. La convenzione sottoscritta prevede che l’impresa possa usufruire dello stesso prezzo d’acquisto riservato a Cape nel caso decidesse di acquistare altri capi, rispetto a quelli forniti annualmente e gratuitamente dalla Cassa ai lavoratori, presenti nell’elenco selezionato dall’apposita commissione e beneficiare al contempo del 10% di sconto sul prezzo listino per l’acquisto di qualsiasi altro capo a catalogo del fornitore e di spese di spedizione con consegna alla sede aziendale gratuite, indipendentemente dal quantitativo acquistato. L’ordine può essere effettuato dall’impresa direttamente sul sito www.bongiornowork.com/it. In alternativa è possibile contattare Bongiorno Antinfortunistica agli indirizzi e-mail maura@bongiornowork.com germana@bongiornowork.c om o telefonicamente al numero 035 201401. In fase di ordine, dovrà sempre essere indicato il codice promo “Iscritto Cape”. Sul sito della Cassa edile di Brescia sono riportate tutte le indicazioni utili per poter approfittare della convenzione.

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tecnologie

Comfort climatico per il benessere abitativo Progettare soluzioni di condizionamento favorendo il dialogo fra involucro e sistemi impiantistici di Laura Mesa

Approfondiamo il tema del benessere abitativo con l’ingegnere Luca Vittuari, direttore generale Rbm SpA, società bresciana che progetta e produce componenti e sistemi idrotermosanitari innovativi nei settori del comfort climatico, dell’efficienza energetica e della distribuzione idrotermica. La divisione More, in particolare, progetta e realizza soluzioni integrate per il benessere climatico abitativo attraverso sistemi che minimizzano le correnti d’aria e permettono il completo controllo di temperatura, umidità e qualità dell’aria con un’unica intelligenza 54

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Correggere la quota parte delle emissioni serra dovute alla climatizzazione agendo sul solo isolamento dell’involucro edilizio porta a un incremento delle condizioni di malessere indoor. Inoltre, a questa correzione non sempre seguono le sperate riduzioni economiche in bolletta.

Ingegner Vittuari, con l’intensificarsi di fenomeni legati al cambiamento climatico e al riscaldamento globale, quali sono, a suo avviso, le ricadute che si possono riscontrare oggi nel comportamento dell’uomo quando parliamo di comfort o benessere abitativo? Il cambiamento climatico legato al riscaldamento globale si ripercuote su tutti noi soprattutto dal punto di vista normativo e sulla limitata visione che viene fornita per la risoluzione del problema, con particolare riferimento agli edifici esistenti. Mi spiego meglio: per limitare il riscaldamento globale si è portati sempre più a inseguire il concetto di efficienza energetica con il massiccio ricorso all’isolamento termico dell’edificio, al fine di ridurne i consumi energetici per il riscaldamento. Questo avviene, nella maggior parte dei casi, con l’applicazione di un mero cappotto esterno e la sostituzione dei serramenti, soluzione praticata anche perché incentivata dal legislatore. Tale intervento modifica sensibilmente l’equilibrio termoigrometrico, sia dell’edificio sia delle persone che vi abitano. Per fare un esempio, in assenza di Vmc (Ventilazione meccanica controllata), la mancata traspirazione dell’involucro e la perfetta tenuta dei serramenti, non consente il rinnovo dell’aria, favorisce la stagnazione dell’umidità, generata all’interno dell’am-

biente, nonché degli agenti patogeni introdotti dalle persone. In che modo questi cambiamenti influenzano la vita dell’uomo? Lo portano a fare scelte diverse rispetto al passato? Purtroppo questa parziale visione della soluzione sta portando a un peggioramento della qualità della vita e a un inasprimento dei costi gestionali per un’impiantistica che, spesso realizzata postuma rispetto all’edificazione o alla ristrutturazione, viene chiamata a correggere le problematiche che l’utente scopre solo dopo aver preso possesso dell’edifico. Il benessere dell’uomo è legato a più fattori: principalmente alla temperatura media radiante dell’involucro edilizio interno, al tasso di umidità relativa e alla velocità dell’aria. Prendiamo, ad esempio, un condominio dove è stato posato un cappotto termico esterno e sono stati sostituiti i serramenti, senza prendere alcuna contromisura verso l’irraggiamento diretto e verso l’integrazione impiantistica. Durante la stagione fredda, si verificherà un innalzamento della temperatura media radiante, che porterà a un aumento della temperatura dell’aria e alla diminuzione del tasso di umidità relativa. I fruitori dell’ambiente modificheranno il proprio abbigliamento per ridurre l’eccessiva sensazione di calore e le condizioni ambiente non saranno controllabili. Si dovrà, quin-

di, agire sull’apertura delle finestre esponendo l’utente, il cui organismo si era predisposto per contrastare il caldo rimanendo privo di difese di fronte al repentino sbalzo di temperatura, all’aria fredda entrante. In estate, invece, l’incidenza diretta dell’irraggiamento, unitamente all’elevata temperatura esterna, porterà l’ambiente, isolato esternamente, ad essere poco vivibile già nei primi mesi primaverili. Per avere un rapido refrigerio, la persona si servirà di ventilatori e split, entrambi dannosi per l’eccesso dell’azione ventilante. Purtroppo, alla cessazione dell’azione ventilante, l’individuo piomberà nuovamente in un’istantanea condizione di malessere. Quali accorgimenti si possono adottare a livello abitativo per garantire il benessere termoigrometrico delle persone? Correggere la quota parte delle emissioni serra dovute alla climatizzazione agendo sul solo isolamento dell’involucro edilizio porta a un incremento delle condizioni di malessere indoor. Inoltre, a questa correzione non sempre seguono le sperate riduzioni economiche in bolletta. Spesso si ottiene l’effetto inverso, con ambienti caratterizzati da un incremento dei costi gestionali ed energetici. Restando in Italia, è sufficiente dare un’occhiata ai dati reali dei consumi energetici per comprendere che la politica di efficienza energegennaio/febbraio/2024

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tica non sta portando i risultati attesi. A partire dall’entrata in vigore della Legge 10/91 ad oggi, mentre è migliorata sempre più la classe energetica degli edifici (quindi la teoria), il consumo energetico limitato alla sfera climatizzazione per gli usi finali domestici non è diminuito, tutt’altro, nonostante non siano sostanzialmente mutati il numero di abitanti e le abitazioni presenti sul territorio nazionale (fonte Enea). Si è passati dai 25 Mtep (Megatep, ovvero milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) del 1990 ai 32 Mtep, dato consolidato alla fine del 2021. Si possono implementare soluzioni per il comfort climatico anche nelle aziende? Certamente, soprattutto negli ambienti industriali e produttivi in genere. Anche in questo caso, difficilmente l’esasperazione dell’involucro edilizio può portare a un concreto miglioramento delle condizioni ambientali e dei conseguenti consumi energetici. I sistemi di climatizzazione di reparto devono essere il più possibile localizzati alle isole di lavoro e facilmente adattabili alle modifiche di layout. I sistemi centralizzati di climatizzazione interna, da studiare in relazione alla forma geometrica degli ambienti e alla destinazione d’uso degli stessi, sono aspetti da valutare contestualmente allo studio del lay-out produttivo. E nel caso di realtà esistenti, un’attenta diagnosi energetica, con il monitoraggio dei principali indicatori energetici e ambientali, può portare all’adozione di soluzioni sostenibili in grado di migliorare l’ambiente di lavoro, contenendo la spesa energetica. L’adozione di filtri sui varchi di transito, il recupero e la valorizzazione delle eccedenze termiche da veicolare dove è necessario, l’uso dei reflui termici a bassissima temperatura, non diversamente utilizzabili, l’uso del free-cooling notturno e/o invernale per smaltire l’endogeno in eccesso, l’impiego di fonti rinnovabili e alternative per favorire il raffrescamento degli ambienti e l’eventuale scambio energetico con il limitrofo tessuto urbano, sono tutte metodiche atte a migliorare la vivibilità e l’efficienza energetica. Pensando al benessere dell’ambiente, quali sono le risposte sostenibili che si possono attuare in contesto residenziale, commerciale e produttivo? È molto importante l’interazione fra involucro e impiantistica. Per questo motivo è necessario che gli attori coinvolti nella ristrutturazione o nella realizzazione di un nuovo edificio, a partire dalla fase progettuale, interagiscano fra loro favo-

Il cambiamento climatico legato al riscaldamento globale si ripercuote su tutti noi soprattutto dal punto di vista normativo e sulla limitata visione che viene fornita per la risoluzione del problema, con particolare riferimento agli edifici esistenti rendo un approccio interdisciplinare. Isolamento termico, isolamento acustico, serramenti, vetrate prive di scudi, limitata considerazione degli ombreggiamenti, e così via, sono tutti aspetti che, soprattutto nelle ristrutturazioni, portano l’ambiente abitativo ad essere, spesso, poco vivibile. Per contro, si è portati a pensare che l’impiantistica possa farsi carico della mancata interazione fra gli attori della filiera realizzativa, correggendo il microclima interno, condizione spesso irrealizzabile per la limitata presenza, o assenza, di spazi tecnici, che favoriscono il ricorso al “fai da te” con soluzioni tampone spesso inadeguate, invasive e gestionalmente energivore. Quali sono le prospettive per il futuro della climatizzazione? Ci può anticipare uno spaccato degli scenari possibili? Su cosa si sta lavorando? L’impiantistica moderna sta studiando soluzioni “su misura” nell’interesse di fornire all’utente finale un ambiente abitativo confortevole anche dal punto di vista del microclima e del benessere interno. Un sistema edificio-impianto progettato in modo non corretto, o senza considerare un approccio interdisciplinare, non può essere facilmente modificato, o sostituito,

come un qualsiasi complemento d’arredo, e le mancate considerazioni preventive possono essere spesso di difficile risoluzione ad opera completata. Quello che l’impiantistica moderna dovrebbe fornire a supporto di un sistema edificio-impianto, il più possibile vicino all’utente finale, passa, a mio avviso, dall’implementazione di dispositivi impiantistici preassemblati che possano coniugare la facilità installativa e manutentiva con le necessità edilizie e architettoniche. Questo assicurando la fornitura preventiva delle corrette prescrizioni manutentive, con particolare riferimento agli spazi minimi necessari per consentire l’installazione dei dispositivi impiantistici, che devono risultare facilmente gestibili dall’utente finale, sfruttando tutte le potenzialità dei prodotti. Il futuro dell’impiantistica deve inoltre orientarsi all’adozione di strumenti diagnostici in grado di avvertire, per tempo, circa l’insorgenza di anomalie o di necessità manutentive, informando correttamente l’utente finale della necessità legata alla manutenzione, facendo comprendere che questa non riguarda più la sola produzione, ma coinvolge l’intera impiantistica, pena il progressivo decadimento dell’efficienza energetica. gennaio/febbraio/2024

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bim&digital award Brescia incassa successi all’edizione 2023 Due progetti arrivati fra i finalisti e un vincitore per la competizione nazionale dedicata alla digitalizzazione del settore edile

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a leonessa ruggisce tre volte nella settima edizione dei Bim Digital Award 2023, il concorso organizzato da Cluster-ER Build, in collaborazione con l'Ordine degli Architetti di Bologna, ASSOBIM e SAIE, che premia l’innovazione e l’eccellenza nell’ambito delle costruzioni, identificando progetti e casi significativi per rappresentare la trasformazione digitale del settore. L’idea della competizione nasce dalla crescente attenzione riposta sull’argomento spinta anche da un contesto normativo pressante e un ambiente economico sempre più competitivo. Il concorso del 2023 si è suddiviso in sei categorie: edifici complessi, piccoli progetti, cantieri smart, ricerca universitaria, interventi di restauro e valorizzazione del patrimonio e pubbliche amministrazioni e digitalizzazione. Fra i finalisti selezionati dalla giuria di esperti spiccano ben tre progetti made in Brescia presentati da diverse realtà, sia pubbliche che private, che sono stati realizzati non solo sul territorio provinciale. Nella categoria “Pubbliche amministrazioni e digitalizzazione” sono stati selezionati per la fase finale due progetti “Nuovo laboratorio Acque bresciane” e “Validazione smart per digital twin di una stazione appaltante” presentati rispettivamente dalle realtà locali Acque Bresciane e Brescia Infrastrutture. I progetti bresciani si sono dimostrati lodevoli esempi di attenzione verso un argomento per il settore ormai imprescindibile, che coinvolge l’intera filiera e a cascata anche gli interessi del singolo cittadino, nella realizzazione di strutture e luoghi del vivere funzionali, di qualità ed ecocompatibili.

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Nuovo laboratorio Acque bresciane Rovato (BS) Acque Bresciane La società Acque Bresciane srl, ha affidato ad un raggruppamento di imprese, la progettazione del nuovo laboratorio di analisi acque di via San Fermo a Rovato in Provincia di Brescia che dovrà eseguire quotidianamente analisi chimiche e microbiologiche sulla qualità dell’acqua. Il raggruppamento comprende Milano Ingegneria per la parte di coordinamento contrattuale controllo costi e sicurezza, Fabrica Lab per gli impianti elettromeccanici, Acustica Astorino per la consulenza acustica e Awarelab per la consulenza specialistica dei servizi di laboratorio. Il modello Bim multidisciplinare utilizzato consente di sviluppare la progettazione al livello esecutivo in maniera più consapevole e minimizzando le interferenze. Inoltre, la disponibilità di computi metrici chiari, esaustivi ed estratti dai modelli permette di ricevere una certezza del dato utile anche per il futuro uso manutentivo del manufatto. La progettazione degli

spazi dei nuovi laboratori identificati in un quadrilatero regolare è pensata per i tecnici che lavoreranno all’interno degli ambienti e che potranno effettuare le attività analitiche in modo sicuro ed ottimale, in conformità con i flussi operativi. E proprio l’acqua è l’elemento cardine dell’intero progetto. Opposto al pubblico spazio dei laboratori e degli uffici, caratterizzati da ampie superfici vetrate, il cuore dell’edificio è rappresentato dal chiostro. Un luogo intimo, concepito come un’oasi verde alla maniera del giardino dei semplici tipico della cultura monacale occidentale. La forma del chiostro riprende le due più importanti forme geometriche: il cerchio e il quadrato. La piazza centrale del chiostro è concepita come un cerchio inscritto in un quadrato su modello del salone centrale della Villa la Rotonda di Palladio. Per quanto riguarda gli elementi trasparenti della facciata si è scelta la tecnologia delle facciate vetrate continue. Per entrambe le coperture del piano terra e del primo piano è stata scelta la tecnologia del tetto verde.


Validazione smart per Digital Twin di una Stazione Appaltante Brescia (BS) - Brescia Infrastrutture

Unità abitative Euromilano Milano (MI) - DVA Si aggiudica la vittoria nella categoria “Edifici complessi” il lavoro dal titolo "Progettare e coordinare un complesso di quattrocentoventotto unità abitative mediante modelli digitali" di Euromilano affidato allo studio bresciano DVA (DVision Architecture) la società di progettazione, architettura e ingegneria, con base a Brescia, fondata nel 2015 dai soci Armando Casella, Pietro Bianchi, Andrea Solazzi, Renato Simoni, Marco Merigo e Alessandro Vitale. Il cuore della candidatura è il processo innovativo di gestione di dati e informazioni sviluppato per la progettazione di un intervento di oltre 28mila metri quadrati di superficie lorda. Di questa estensione, oltre 27mila metri quadrati sono destinati a residenza e ottocento metri quadrati a funzioni commerciali. L'opera, composta da cinque edifici, due torri e tre linee, ospita quattrocentoventotto appartamenti, spazi commerciali, oltre 18mila metri quadrati di autorimesse e quasi 4mila metri quadrati di area verde interna al lotto, con un investimento stimato superiore a 100 milioni di euro. Per ogni edificio sono ricostruiti diversi scenari di accorpamento, al fine di presentare al mercato, già alla fine della progettazione definitiva, una vasta gamma di proposte, facilitando la fase di marketing e commercializzazione degli appartamenti. Tre diverse configurazioni, analizzate

attraverso la generazione di modelli virtuali dettagliati. Questo consente una migliore comprensione delle sfide progettuali e una valutazione accurata delle opzioni disponibili per ottenere risultati ottimali in termini di funzionalità, estetica, sostenibilità ed efficienza. Nel contesto dello sviluppo progettuale, è stato redatto un piano di gestione informativa e un project information requirements, essenziali per gestire, controllare e monitorare i dati nei modelli informativi durante l'intero processo progettuale. Una caratteristica distintiva è la gestione delle aggregazioni degli spazi mediante l'uso di varianti di progetto e la generazione di piani e appartamenti tipologici. Non trascurabile è sicuramente l’impatto sul mantenimento nel tempo delle prestazioni edilizie, dove l'organizzazione e la gestione delle informazioni relative all'edificio facilita le attività di manutenzione e gestione dell'immobile come investimento economico. Mentre, sul fronte della sostenibilità, la corretta interpretazione di ogni scelta progettuale ha impatti positivi sia in termini economici che ambientali.

Brescia Infrastrutture S.r.l. si inserisce in un piano di implementazione BIM (comprendente formazione interna, stesura di template e linee guida e applicazioni su progetti pilota) attuato con una società consulente, con un particolare focus sulla validazione dei modelli informativi, per certificare l’aderenza alle specifiche condivise e la qualità del prodotto ricevuto, impiegandolo per le fasi di Facility Management e O&M. L’impatto economico del processo è stato affrontato, anche tramite l’utilizzo di fondi dedicati alla formazione e alle implementazioni digitali, con l’obiettivo di ottimizzare i processi e, sul medio periodo, di allineare le competenze tramite re-skilling alle richieste delle normative cogenti. Ne deriva un impatto positivo, anche per la scelta di impiegare strumenti e plug-in con un costo limitato o nullo, puntando più su processi ottimizzati e strutturati su formati standard, piuttosto che su software costosi e complessi, soprattutto traguardando la fase di gestione e definendo metodologie operative scalabili. La sostenibilità è impattata positivamente, in quanto l’implementazione della metodologia BIM all’interno della società ha permesso di mettere a sistema dei processi di controllo maggiormente efficienti, nonché di standardizzare e produrre una domanda consapevole in relazione alle tematiche digitali, e, non in maniera secondaria, di adempiere agli obblighi normativi. Il carattere innovativo è dato dall’uso di strumenti tailor made scalabili per scopi specifici che vengono veicolati tramite l’uso dei modelli prodotti dagli Appaltatori a cui la società richiede l’applicazione della metodologia BIM e la produzione di AIM, la cui validazione diventa aspetto focale. L’attività interna è stata quella di individuare un insieme di requisiti informativi e di specifiche necessari per l’utilizzo degli as-built in fase di gestione e manutenzione tramite software dedicati. Una volta definita una domanda specifica (utilizzo di CI e di AIR) si sono impiegati strumenti specifici (Autodesk Revit, Autodesk Navisworks, DiRoots One ed in particolare Sheet Link e Para Manager, Solibri Anywhere, BIMVision) per procedere alla redazione, tramite un ecosistema di file e di formati sia nativi che aperti di report dettagliati con punteggi assegnati alle diverse attività di controllo svolte, ricomprendenti: Naming convention e controllo formale della documentazione; Coordinamento geometrico monodisciplinare e interdisciplinare sulla base della matrice di interferenze; Controllo del contenuto informativo e della corretta esportazione nel formato aperto non proprietario IFC e dei relativi Pset; Controllo di LC3 e del 5D. Il carattere innovativo e di spicco è legato all’uso di tools molto diffusi per la costituzione di questi report, tra cui Microsoft Excel, facendo convergere gli output prodotti dagli strumenti citati e strutturando le dashboard che, esprimendo valutazioni basate su punteggi di conformità relativi alla documentazione di gestione informativa, garantisce l’individuazione in primis e comunicazione in secondo luogo delle criticità rilevate in maniera automatizzata, identificando un workflow standard, particolarmente semplice ed efficace, con costi di attuazione molto limitati e scalabile ad ogni situazione grazie al suo carattere aperto e mainstream.

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eseb

Cdw Circle

Una nuova vita ai rifiuti da demolizione

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l comparto delle costruzioni risulta essere il settore industriale che più utilizza risorse nell'Unione europea. Impiega circa il 50% delle principali materie prime disponibili e allo stesso tempo, secondo Eurostat, genera oltre il 33% del totale dei rifiuti prodotti in Europa. I dati Anpar Italia riferiscono che solo il 7% del Cdw (Construction and Demolition Waste) riciclato viene oggi riutilizzato per produrre nuovo calcestruzzo per applicazioni strutturali e non strutturali, mentre la maggior parte dei Cdw minerali viene declassata per essere utilizzata come stabilizzatore per marciapiedi, ferrovie e altre opere civili (82%) oppure operazioni di riempimento (11,5%). Per raggiungere il riciclaggio totale dei rifiuti da costruzione e demolizione, grazie alla produzione di materie prime secondarie a valore aggiunto da reintrodurre nel settore, nasce il progetto “Valueadded recycled materials from construction and demolition waste — Cdw Circle”, iniziativa che beneficia del cofinanziamento di circa 2,2 milioni di euro a fondo perduto del programma Life, principale strumento finanziario dell’Unione europea dedicato all’ambiente e all’azione per il clima. Cdw Circle ha l'ambizioso obiettivo di riciclare il 100% dei Cdw attraverso una tecnologia di selezione radicalmente innovativa che permette di separare le frazioni inerti (come aggregati, mattoni, piastrelle) e consentire la produzione di materie prime secondarie a valore aggiunto da riutilizzare nel settore delle costruzioni. Il progetto prevede la progettazione e realizzazione da parte dei partner Cavart e Binder+Co di un nuovo impianto pilota, capace di trattare oltre 90mila tonnellate all’anno di Cdw, che intende proporsi quale precedente emblematico di sostenibilità ed economia circolare a livello nazionale ed europeo nel trattamento dei rifiuti da demolizione e costruzione. L’iniziativa impegna, oltre 60

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alle aziende Cavart (Bergamo) e Binder+Co (Austria), anche Regione Lombardia, Ente Sistema Edilizia Brescia (Eseb), Università degli Studi di Brescia (UniBs) e un pool di imprese bresciane, Gruppo Gatti Spa, Pavoni Spa e Prandelli Santo Srl, con il supporto del Csmt (Innovative Contamination Hub), a cui è affidato lo sviluppo successivo del project management. Cdw Circle testerà i suoi prodotti finali a Brescia e, a seguito della fase di test, i partner svilupperanno modelli di business adeguati, supportando la catena di approvvigionamento della nuova nicchia di mercato e la creazione di un ecosistema con le parti interessate attive nel settore.

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Per raggiungere l’obiettivo di riciclaggio totale dei Cdw, il progetto prevede:

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la separazione selettiva degli aggregati di calcestruzzo da mattoni e altri materiali di scarto attraverso l’implementazione di un nuovo impianto pilota progettato da Cavart e installato in uno dei siti autorizzati del Gruppo Gatti di Lograto;

2

il miglioramento delle procedure di selezione dei Cdw utilizzando tecnologie innovative, come la selezione ottica, messa a disposizione da Binder+Co;

3

lo sviluppo e la prova di nuove miscele di calcestruzzo utilizzando una frazione adeguata di aggregati riciclati con prestazioni comparabili ai prodotti convenzionali sia in termini di costi sia di qualità;

4

la creazione di alcune nicchie di mercato per i materiali inerti per potenziare il valore economico di tali prodotti.

Il progetto Cdw Circle si rende riconoscibile attraverso un logo che, nel susseguirsi di segmenti disposti in forma circolare, richiama il tema dell’economica circolare, il processo/l’azione di riciclo e la continuità tra le varie fasi di utilizzo e riutilizzo dei materiali. Il pittogramma, declinato nelle tonalità di verde chiaro e verde scuro, che rimandano ai cromatismi associati per convenzione a sostenibilità e ambiente, evidenzia così l’attività e il dinamismo che caratterizza il processo di rigenerazione.

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Dai notiziari mensili di gennaio e febbraio 2024, una panoramica su alcune delle ultime novità in tema di lavoro, lavori pubblici, tributi, ambiente e trasporti. Tutte le notizie sono riportate anche sul sito internet dell’Associazione: ancebrescia.it

LAVORO

2024

SUPPLEMENTO N. 1 AL N. 1/2024 DEL NOTIZIARIO DEL COLLEGIO COSTRUTTORI

ISSN 2465-3101

Via U. Foscolo, 6 - 25128 Brescia Registrazione del Tribunale di Brescia del 5 settembre 1951 n. 54 Direttore responsabile: Adriano Baffelli Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 art. 1, comma 1, DCB Brescia (Conv. L. 27/02/2004 n. 46)

gennaio - Inail. Riduzione del tasso medio per prevenzione: avvenuta pubblicazione modello OT23 2024 L’Inail ha reso disponibili sul proprio sito il modello di domanda per la riduzione del tasso medio per prevenzione per l’anno 2024 (“Modello OT23”), nonché la guida per la compilazione dello stesso. Per vedersi riconosciuto il beneficio, le aziende interessate devono inviare il modello compilato in modalità telematica sul sito www.inail.it entro il 29 febbraio 2024, unitamente alla documentazione probante richiesta dall’Istituto. L’Istituto precisa, inoltre, che il corso teorico-pratico di guida

sicura deve essere stato frequentato nell’anno 2023 da almeno il 30% dei dipendenti dell’azienda che siano addetti alle operazioni di autotrasporto o che comunque utilizzino a vario titolo veicoli aziendali. Maggiori informazioni sul sito dell’Associazione.

LAVORI PUBBLICI

gennaio - Nuovo tasso d’interesse legale per l’anno 2024 Con decorrenza dal 1° gennaio 2024, la misura del saggio degli interessi legali è fissata al 2,50% in ragione d’anno. L’art. 1284 del

Codice civile attribuisce al Ministro dell’economia il potere di modificare annualmente il tasso d’interesse legale sulla base del rendimento medio annuo lordo dei titoli di Stato di durata non superiore a dodici mesi e tiene conto del tasso d’inflazione registrato nell’anno.

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ance brescia

alla Città Metropolitana di Milano le somme ad essa spettanti a titolo di quota parte della tariffa dei diritti di escavazione. L’importo delle tariffe, a valere dal 1° gennaio 2024, varierà nella misura di seguito indicata: sabbia e ghiaia da 0,70 euro/mc a 0,80 euro/mc e pietre ornamentali da 5,30 euro/mc a 6,03 euro/mc. Per saperne di più: www.ancebrescia.it.

TRASPORTI

gennaio - Appalti pubblici in digitale dal 1° gennaio 2024: le indicazioni Anac-Mit L’Anac ha diffuso un comunicato, d’intesa del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, relativo all’avvio del processo di digitalizzazione degli appalti pubblici. Sul sito Ance Brescia è possibile trovare l’analisi del Comunicato da parte della Direzione Legislazione Opere Pubbliche di Ance. Il documento individua le attività necessarie per operare in modalità digitale e chiarire gli aspetti applicativi relativi al passaggio ai nuovi sistemi, in linea con le norme del Codice appalti.

TRIBUTI

AMBIENTE

gennaio - Termine sospeso per la comunicazione obbligatoria del titolare effettivo al Registro delle imprese

gennaio Responsabili tecnici: approvato il calendario delle verifiche per l’anno 2024

È stata disposta la sospensione cautelare dell’obbligo di effettuare la comunicazione del titolare effettivo, la cui scadenza era fissata entro l’11 dicembre 2023, in seguito a un’Ordinanza predisposta dal Tar Lazio. L’obbligo di effettuare la comunicazione del titolare effettivo resterà, pertanto, sospeso in attesa del giudizio di merito del Tar del Lazio.

Il Comitato nazionale dell’Albo gestori ambientali ha approvato il calendario delle verifiche per Responsabili tecnici relativo all’anno 2024. Le sessioni, ordinarie e straordinarie, saranno più di 80 nelle varie regioni italiane e si concluderanno con l’ultima data prevista per il 10 dicembre 2024 in Lombardia ed Emilia-Romagna. Il calendario completo è consultabile online sul sito dell’Albo.

gennaio - Nuove tariffe di escavazione È stata pubblicata sul Burl, la Deliberazione di Giunta regionale n. 508/2023 che definisce l’entità delle tariffe di escavazione e approvazione delle modalità e delle tempistiche con le quali la Regione richiederà annualmente alle Province e 64

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gennaio Calendario 2024 dei giorni vietati alla circolazione Il Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili ha reso disponibile il Calendario per le limitazioni alla circolazione stradale dei mezzi pesanti fuori dai centri abitati per l’anno 2024.

gennaio Indennizzi maggior usura anno 2024 Sul sito dell’Associazione sono disponibili le tabelle per l’anno 2024 relative agli indennizzi di maggiore usura del manto stradale che dovranno essere versati dalle seguenti categorie di veicoli: macchine operatrici eccezionali abilitate alla circolazione stradale; rimorchi e/o semirimorchi eccezionali adibiti al trasporto esclusivo di macchine operatrici e veicoli eccezionali. Dovendo presentare telematicamente le richieste di autorizzazione (per gli associati, anche attraverso il servizio gratuito di Ance Brescia) si consiglia in ogni caso di verificare quanto calcolato dal sistema prima di effettuare il pagamento dell’indennizzo.



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