2025 - Costruire il futuro n°1 - Gennaio febbraio

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1/2025

Rivista bimestrale di ANCE Brescia

CONCESSIONARIA ESCLUSIVA

PER BRESCIA E BERGAMO

Presidente Ance Brescia editoriale / 1

Massimo Angelo Deldossi

Una Manovra troppo cauta per le sfide che ci attendono

Il 2025 si apre con le novità introdotte dalla Manovra di Bilancio, che ha ricevuto dal Parlamento l’approvazione definitiva portando con sé una buona notizia per il settore delle opere pubbliche. Sono state prorogate le misure per l’adeguamento dei prezzi nei lavori pubblici previsti dall'articolo 26 del Dl Aiuti anche ai lavori eseguiti o contabilizzati nell'anno in corso. Un risultato fortemente atteso dagli operatori, al quale Ance Brescia plaude con grande apprezzamento e soddisfazione data la forte azione associativa orientata a estendere lo speciale meccanismo di aggiornamento dei prezzi per le opere pubbliche sino al 31 dicembre 2025. Il provvedimento continuerà anche per quest’anno a fornire un prezioso sostegno alle imprese esecutrici di lavori pubblici, travolte dall’incremento straordinario dei prezzi che ha gravato sul settore a partire dal periodo post Covid. Nonostante restino alcune criticità, che l’Associazione non mancherà di portare all’attenzione degli interlocutori istituzionali, e in tema di appalti persistano le tensioni sul correttivo, per il quale è stato fatto un lavoro complessivamente positivo ma permangono perplessità sulla questione della qualificazione delle imprese appaltatrici, resta la generale preoccupazione e un velo d’amarezza per una Manovra “prudente”, poco ambiziosa per recuperare i ritardi dell’Italia rispetto all’agenda 2030, che manca ancora di una programmazione puntuale degli investimenti per dare stabilità al comparto delle costruzioni.

Nel focus di questo numero, oltre al correttivo appalti, ripercorriamo alcune delle misure fiscali d’interesse per il settore introdotte dalla manovra finanziaria, dalle quali emerge, in estrema sintesi, la chiusura del capitolo Superbonus e una netta sforbiciata ai bonus edilizi, rimodulati “al ribasso” rispetto alle attuali percentuali di detrazione, con conseguente preoccupazione per le ripercussioni che si registreranno nel campo della ristrutturazione edilizia. Tanto più in una fase in cui siamo chiamati a delineare una linea di azione per concretizzare gli obiettivi fissati da Bruxelles con la direttiva Case verdi (Energy Performance of Building Directive, Epbd), che non può che passare da un percorso di investimenti privati facilitati però da strumenti agevolativi chiari e facilmente applicabili. Anche sul fronte del Pnrr c’è da correre per recuperare il tempo perduto. Si lavorerà con il fiato sul collo. Difficile che quest’anno si riesca a portare a compimento il cento per cento — o anche solo l’ottanta per cento — del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Vedremo cosa ci aspetta con la seconda mega-revisione generale prevista entro questa primavera. Da chiarire nel 2025 come affrontare, oltre alla sfida dell’efficientamento energetico e del Pnrr, la riforma delle regole per l’edilizia privata, lo svecchiamento della normativa urbanistica e l’approvazione della legge sulla rigenerazione urbana. Intanto le misure contenute nella Manovra 2025 si propongono di puntare allo sviluppo infrastrutturale del Paese con 24 miliardi di euro dal 2027 al 2036 e conferma 560 milioni per il Piano Casa Italia, ripartiti in tre tranche dal 2028 al 2030, a favore di interventi di riqualificazione urbana, recupero di edifici esistenti e sviluppo di nuovi progetti di edilizia residenziale pubblica e sociale. La crisi abitativa è ormai un fenomeno europeo e serve una visione comunitaria per affrontare il problema. Ance è in prima linea e ha attivamente partecipato al documento presentato dalla Federazione dell’Industria europea delle costruzioni alla Commissione Von der Leyen per illustrare la propria posizione sul Piano casa europeo, con l’obiettivo di creare le condizioni ottimali per una rapida attuazione di un Piano nazionale.

sommario

gennaio-febbraio 2025

1 editoriale/1

Una Manovra troppo cauta per le sfide che ci attendono di Massimo Angelo Deldossi

3 editoriale/2

Il valore delle imprese familiari di Alessandro Scalvi

8 copertine 2025

L’arte fotografica per raccontare l’essenza del costruito

10 ambiente

Transizione 5.0: un’opportunità per le imprese italiane

11 campus

Fondazione Campus

Edilizia Brescia Ets

stanzia oltre 350 mila euro

13 in primo piano

Archeologia industriale.

Un passato che costruisce futuro

18 sostenibilità

La sostenibilità nel costruito

21 economia circolare

Rifiuti: una gestione più digitale con la piattaforma Rentri

22 digitalizzazione & bim IA e rispetto della privacy

L’obbligo di anonimizzazone dei dati

26 innovazione & tecnologie

Digitalizzazione, produttività, rischio e conflitto per l’impresa di costruzione

28 storia per il domani

Un edificio da primato bresciano dei primi anni Trenta

42 economia Cauto ottimismo per il 2025

32-41 / focus Correttivo appalti e Legge di Bilancio

55 ance giovani

L’assemblea annuale fa il punto sulle potenzialità applicative dell’IA

56 iniziative

Brescia a ottant’anni delle grandi incursioni aeree

59 cape

Premialità nel settore edile

60 eseb

Eseb tra sicurezza e innovazione

63 ance

Ance informa

Rivista bimestrale del Collegio Costruttori Edili di Brescia e provincia anno 7 - numero 1

Editore: C.E.R. srl Unipersonale Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia

Direttore responsabile

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Redazione e Direzione

ANCE Brescia - Collegio Costruttori Edili di Brescia e provincia Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia

Comitato di redazione

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Pubblicità: C.E.R. srl Unipersonale Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia t. 030 392895 - f. 030 381798 info@cerbrescia.it

Numerica - Divisione commerciale di Editoriale Bresciana SpA Via Solferino, 22 - Brescia t. 030 37401 - clienti@numerica.com

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Ance Brescia

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Registrazione del Tribunale di Brescia: 5 settembre 1951, n. 54

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Prezzo abbonamento: euro 5,00

La collaborazione alla Rivista è aperta a tutti. Gli articoli devono essere trasmessi alla Redazione e la loro pubblicazione è subordinata al giudizio insindacabile del Comitato di Redazione. L’accettazione di uno scritto non implica da parte del Comitato di Redazione e di ANCE BresciaCollegio Costruttori Edili, di cui la Rivista è l’organo, riconoscimento od approvazione delle teorie o delle opinioni dell’autore. Gli articoli non pubblicati non vengono restituiti. La riproduzione, anche parziale, di articoli o disegni è subordinata alla citazione della fonte.

48 incontri Francesco Maceroni di Adriano Baffelli
44 siti iconici La Fortezza del Priamàr a Savona
Stampa: LITOS srl, Gianico (Bs)
Progetto grafico e impaginazione

Nuovo plesso scolastico a Vobarno

IN VALSABBIA L’ISTITUTO COMPRENSIVO DI VOBARNO È STATO OGGETTO DI INTERVENTI DI EFFICIENTAMENTO ENERGETICO E ADEGUAMENTO SISMICO CON L’ACCORPAMENTO DELLA SCUOLA PRIMARIA E DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO ALL'INTERNO DELLO STESSO EDIFICIO. PER L’ANNO SCOLASTICO 2024-2025 I GIOVANI STUDENTI SONO STATI ACCOLTI NELLA NUOVA STRUTTURA, STUDIATA SECONDO MODERNI STANDARD DI EFFICIENZA ENERGETICA E SICUREZZA. IL NUOVO PLESSO SCOLASTICO È UN’OPERA ATTESA DA ANNI DALLA COMUNITÀ LOCALE E ORA OFFRE SPAZI ATTREZZATI E AMBIENTI FUNZIONALI PER UN APPRENDIMENTO DI QUALITÀ. COMPLETATE LE DEMOLIZIONI DEL VECCHIO ISTITUTO, ESEGUITE LE OPERE EDILI PER IL MIGLIORAMENTO SISMICO E LE LAVORAZIONI DI FINITURA, LA STRUTTURA SI COMPLETA CON UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO IN COPERTURA, UN SISTEMA DI RISCALDAMENTO A PAVIMENTO, UN IMPIANTO ELETTRICO DOMOTIZZATO CON SISTEMA DI CONTROLLO AUTOMATIZZATO DELL’ILLUMINAZIONE DELLE AULE.

L’arte fotografica per raccontare l’essenza del costruito

Confortati dal successo registrato dalle prime due edizioni del contest fotografico “Fotografiamo il futuro”, partecipate da centinaia e centinaia di scatti da tutta Italia, Ance Brescia ha riproposto nel 2024 l’iniziativa realizzata con la rivista Costruire il futuro, in collaborazione con Musil, Museo dell'Industria e del Lavoro di Brescia e patrocinato da Provincia di Brescia e Comune di Brescia. Il tema della terza edizione era “Archeologia industriale. Un passato che costruisce futuro” . Le testimonianze del passato industriale sono molto più di semplici reliquie. Fabbriche dismesse, siti minerari, acciaierie e fonderie rappresentano un'eredità materiale e culturale che ci parla di un’epoca di intensa attività produttiva. Questi spazi, un tempo il cuore pulsante dell'economia, oggi sono spesso esempi di rigenerazione urbana, rappresentando luoghi di sviluppo, incontro, innovazione e trasformazione del paesaggio. Il contest invitava i partecipanti a esplorare e catturare il dialogo tra il passato industriale e il presente. Gli scatti dovevano rappresentare ex siti produttivi, mettendo in evidenza la loro eredità materiale e culturale, oggi restituiti a nuova funzione. L'obiettivo è mostrare come le infrastrutture storiche possano essere reinterpretate e riqualificate, diventando simboli di innovazione e trasformazione della contemporaneità. Approfondimen-

ti possono essere visionati direttamente sul sito dedicato www.fotografiamoilfuturo.it. Hanno partecipato fotografi e fotoamatori maggiorenni desiderosi di dimostrare la loro abilità con la macchina fotografica e fortemente intenzionati a risultare tra i vincitori, certo per ricevere buoni sino a duemila euro per l’acquisto di attrezzature fotografiche professionali, ma crediamo anche, se non soprattutto, per mettere in mostra la loro verse artistico-creativa aggiudicandosi uno spazio sulle sei copertine di Costruire il futuro 2025. Privilegio, appunto, ai primi sei classificati, dopo il vaglio della qualificata giuria composta da personaggi influenti del settore artistico, culturale e comunicativo del territorio che ha selezionato i sei scatti verticali vincenti. I fotografi delle foto scelte saranno invitati alla cerimonia di premiazione che si terrà entro il mese di marzo 2025. Le opere vincenti, insieme ad una selezione dei migliori scatti in orizzontale, saranno esposte in mostre itineranti che daranno il giusto rilievo alle opere pervenute, a partire sempre da marzo 2025. Nelle vesti di direttore responsabile della rivista che ha proposto il contest, ringrazio Ance Brescia per aver creduto e sostenuto con convinzione il progetto, e i componenti della giuria di esperti, presieduta dal dottor Giacomo Bettoni, presidente del Museo Nazionale della Fotografia Cinefotoclub di Brescia.

Ammiriamo in anteprima le sei foto vincitrici protagoniste delle copertine 2025 della nostra rivista

Sulla base delle motivazioni della giuria di esperti conosciamo le fotografie che impreziosiscono le sei copertine 2025 di “Costruire il futuro”:

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La fotografia di Alessandro Bacchetti centra pienamente l’obiettivo della terza edizione del contest fotografico, con grande chiarezza d’immagine. L’autore è stato capace non solo di evidenziare e valorizzare il risultato di un processo rigenerativo, ma ha saputo cogliere anche la partecipazione sociale e la vitalità di un luogo riconsegnato alla comunità all'interno del Parco Dora di Torino, sotto la copertura, ancora esistente, dell’ex capannone delle Acciaierie Vitali.

Lo scatto notturno di Alessio Soggetti gioca su colori e linee geometriche fondendo la moderna struttura dell’Armani Silos di Milano, ex fabbrica della Nestlé, con il contesto infrastrutturale circostante, restituendo un’immagine in grado di combinare costruito e ambiente.

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Il contrasto tra un capolavoro della scultura antica e un contesto rinnovato in chiave moderna, dove la cultura si alimenta di nuova energia. L’immagine di Alfredo Ferro, scattata all’interno della Centrale termoelettrica Montemartini di Roma rende omaggio a un esempio di archeologia industriale riconvertito in sede museale, in un gioco di sguardi tra classicità e spazi produttivi.

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Arcangelo Piai ci regala una composizione diagonale perfetta. Il suo scatto della Venezia Heritage Tower, in passato torre di raffreddamento, celebra la materialità dell’opera, fatta di cemento armato, vetro e metallo, ed esalta la sua verticalità accompagnando lo sguardo dell’osservatore a ricercarne il punto più alto. Una metaforica proiezione verso il futuro, la stessa che ha visto questo luogo trasformarsi all’insegna dell’innovazione.

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Nello scatto di Tiziana Cini la splendida ciminiera dell’ex cimatoria Campolmi di Prato svetta nel silenzio di un cielo notturno illuminata, insieme al cortile che la circonda, dal bagliore della vita culturale che abita gli edifici circostanti, oggi Museo del Tessuto, omaggio alle lavorazioni tessili che in passato venivano svolte al suo interno. L’autrice ha chiaramente riconsegnato un’immagine che simboleggia il ritorno a nuova vita di una grande fabbrica ottocentesca.

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Tino De Luca restituisce con il suo scatto in bianco e nero i profili e i giochi geometrici dei pannelli bugnati che caratterizzano le facciate del Teatro Renato Borsoni di Brescia, ex Ideal Standard, con un’ottima resa artistica dell’architettura.

PROGETTI PER IL FUTURO DEL TERRITORIO

Fondazione Campus Edilizia Brescia Ets stanzia oltre 350mila euro

Temi di primo piano per il futuro di Brescia nell’agenda della Fondazione Campus Edilizia Brescia Ets, ente del terzo settore nato l’8 maggio 2024 dando prosieguo ai sette anni di attività del progetto Campus Edilizia Brescia (www.campusediliziabrescia.it). Con l’impegno di consolidare e strutturare l’operosità di quest’ultimo, promuovendo interventi di rigenerazione tesi a migliorare la qualità della vita e dell’abitare, l’Assemblea della Fondazionale — composta dai soci Ance Brescia, Comune di Brescia, Confindustria Brescia, insieme a Paolo Bettoni, Raffaele Collicelli, Massimo Angelo Deldossi e Franco Gussalli Beretta, agli ordini professionali provinciali di ingegneri, architetti e geometri, alla Camera di Commercio di Brescia, alla Cassa edile di Brescia e all’Ente sistema edilizia Brescia — ha definito in un clima di coesa collaborazione le linee di indirizzo per un 2025 all’insegna della valorizzazione del percorso intrapreso con l’iniziativa Campus e dello sviluppo economico e sociale di Brescia e provincia stanziando per quest’anno 350mila euro a favore di progetti a servizio del territorio. “Un investimento per il futuro che dà respiro a progetti di rigenerazione urbana basati sui dati emersi dall’analisi approfondita dello stato dell’arte e portata avanti con lo studio Brescia Next commissionato dalla nostra Fondazione, guardando all’evoluzione dei centri abitati nel medio e lungo

periodo per far fronte anche alle problematiche connesse alla residenzialità e allo spopolamento e decrescita di alcuni territori — dichiara il presidente della Fondazione Ets, l’ingegner Massimo Deldossi —, con piena soddisfazione per l’approvazione in sede assembleare delle attività che daranno attuazione alle linee guida definite per il 2025. Un indirizzo che punta al miglioramento della qualità e della sicurezza dell'abitare, allo sviluppo di progetti concreti sui temi della casa e della rigenerazione urbana, in prospettiva di sostenibilità, contribuendo alla loro realizzazione attraverso partnership territoriali e supportando le amministrazioni nella comprensione delle tematiche sociali, economiche e finanziare utili ad ottimizzare le risorse finalizzate allo sviluppo delle comunità locali.

Gli investimenti 2025 guardano allo sviluppo economico-sociale, alle problematiche della residenzialità, all’evoluzione dei centri abitati e a progetti di rigenerazione urbana

Archeologia industriale

Un chepassatocostruisce futuro

Selezionati gli scatti vincitori della terza edizione. Protagonisti dell’iniziativa gli ex siti produttivi, oggi trasformati in luoghi di cultura e d’incontro

opo il successo delle prime edizioni, Ance Brescia ha rilanciato “FotografiAMO il futuro” (www.fotografiamoilfuturo.it), il contest fotografico realizzato con la rivista Costruire il futuro. Partecipato da fotografi e fotoamatori da ogni dove, ha raccolto anche per la terza edizione numerose adesioni e centinaia di scatti che, nel mese di gennaio, sono stati valutati da una giuria qualificata presieduta da Giacomo Bettoni, presidente del Museo nazionale della Fotografia — Cinefotoclub Brescia e composta da Francesco Fontana, presidente del Museo dell’Industria e del Lavoro (Musil), Francesca Bazoli, presidente della Fondazione Brescia Musei, Adriano Baffelli, giornalista e direttore responsabile della rivista “Costruire il futuro” e Luigi Serboli, architetto co-fondatore dello studio Boschi+Serboli. L’iniziativa, svolta in collaborazione con il Musil e patrocinata da Provincia di Brescia e Comune di Brescia, ha chiesto ai partecipanti della nuova edizione di immortalare con la propria macchina fotografica ex siti produttivi che sono stati oggetto di intervento di rigenerazione. Il tema di quest’anno, “Archeologia industriale. Un passato che costruisce futuro”, ha ispirato i fotografi a restituire attraverso il proprio obiettivo, il dialogo tra il passato industriale e il presente di alcuni luoghi riconsegnati a nuova vita e a nuova funzione, oggi simboli di innovazione e trasformazione della contemporaneità. Il contest ha voluto così sottolineare che le testimonianze del passato industriale sono molto più di semplici reliquie. Fabbriche dismesse, siti minerari, acciaierie e fonderie rappresentano un’eredità materiale e culturale che ci parla di un’epoca di intensa attività produttiva. Questi spazi, un tempo il cuore pulsante dell'economia, oggi sono spesso modelli di rigenerazione urbana. Nelle fotografie si possono ammirare così testimonianze di interventi di edilizia residenziale o di opere pubbliche

che guardano al futuro. Molti gli esempi di luoghi che, rendendo omaggio al passato produttivo/industriale, si aprono oggi alla cittadinanza come spazi inclusivi, per il tempo libero, per la cultura. Alcuni trasformati in aree espositive, gallerie d’arte o musei.

Anche per la terza edizione del contest “FotografiAMO il futuro” la Giuria di esperti ha individuato fra le numerose proposte i sei scatti verticali vincitori, oltre a una selezione di altre quattordici fotografie che saranno esposte in una mostra prevista entro la metà di marzo. Le immagini premiate si sono aggiudicate uno spazio sulle sei copertine di Costruire il futuro 2025 e i loro autori riceveranno un riconoscimento in buoni sino a duemila euro da utilizzare per l’acquisto di attrezzature fotografiche professionali. L’iniziativa conferma ancora una volta la volontà di ridisegnare l’immagine di un settore in profonda evoluzione, che promuove la rigenerazione e trasformazione

Fabbriche dismesse, siti minerari, acciaierie e fonderie rappresentano un’eredità materiale e culturale che ci parla di un’epoca di intensa attività produttiva

dell’esistente dismesso o fatiscente per promuovere un costruito sostenibile, di qualità e a misura d’uomo. Sul tema della rigenerazione degli spazi produttivi ci siamo confrontati con l’avvocato Francesco Fontana, presidente del Museo dell'Industria e del Lavoro di Brescia, realtà che ha articolato sul territorio un sistema museale orientato alla valorizzazione e conservazione della memoria dell’industrializzazione come fenomeno che coinvolge l'intera società, racchiudendo la storia dell’industria e del lavoro industriale in luoghi rigenerati carichi di significato storico e architettonico.

I componenti della giuria

PRESIDENTE Giacomo Bettoni

Presidente del Museo

Nazionale della Fotografia

Cinefotoclub Brescia

Rigenerare per passatovalorizzare e cultura del lavoro

Il punto di vista del Musil con il presidente

Francesco Fontana di Laura Mesa

COMPONENTE

Adriano Baffelli

Giornalista professionista direttore di “Costruire il futuro”

COMPONENTE

Francesco Fontana

Presidente del Museo dell’Industria e del Lavoro

COMPONENTE

Francesca Bazoli

Presidente della Fondazione Brescia Musei

COMPONENTE

Luigi Serboli

Co-fondatore dello Studio Boschi+Serboli architetti associati

Presidente Fontana, Industria e Lavoro sono indubbiamente pilastri del tessuto imprenditoriale bresciano e, nel delineare gli aspetti economicosociali del territorio, disegnano la fisionomia stessa della nostra estesa provincia. Con l’edizione 2024 del contest fotografico Fotografiamo il futuro, di cui il sistema museale da lei rappresentato è fattivo collaboratore, si guarda alla reinterpretazione degli spazi industriali per trasformarli in risposta alle necessità contemporanee. Cosa, secondo lei, negli interventi di rigenerazione urbana può essere valorizzato dell’eredità materiale e culturale di questi siti produttivi?

Credo che le risposte non siano semplici e non possano essere generalizzate e standardizzate. Ogni sito produttivo ha una sua storia, una sua connotazione, una sua caratteristica, e quindi credo che volta per volta e caso per caso debba essere fatta una valutazione per capire bene il significato importante di ogni realtà. Ogni sito produttivo dismesso, proprio per la sua specifica storia, ha comunque un insegnamento da portare. Credo che sia fondamentale proprio questo: l’idea che sia in un museo, sia in un'attività di recupero e rigenerazione, il focus non debba essere tanto sulla memoria, ma sull'insegnamento che una storia particolare ci può dare per il presente e per il futuro. Credo, poi, che il recupero di ogni struttura, del suo senso e della sua storia, debbano necessariamente essere inseriti in una visione più ampia dello sviluppo del territorio. Se veramente si vuole fare rivivere le strutture produttive di un tempo, recuperarle a destinazioni e funzioni che siano veramente vive, per non rischiare di impiegare risorse inutilmente e per creare spazi vuoti e non vissuti, è necessaria una forte azione sinergica e coordinata prima di tutto in fase pianificatoria.

Le vostre sedi, che invitiamo i lettori a visitare, sono esempi encomiabili di riqualificazione. Dallo spazio di oltre tremila mq nella ex centrale idroelettrica di Cedegolo al Museo del Ferro realizzato nell’antica Fucina Caccagni in città. Cosa ha portato

in primo piano

il Musil a scegliere questi luoghi per custodire e diffondere la cultura industriale e il saper fare del nostro territorio?

Fondazione Musil è una fondazione di gestione, cui è stato affidato appunto il compito di valorizzare le sedi e gli edifici che, sin dall'accordo di programma del 2005, sono state affidati “alle cure” della fondazione stessa. La decisione di individuare, oltre alla sede centrale in corso di realizzazione, alcune sedi decentrate sul territorio della provincia rispondeva a diverse finalità. Ad oggi il sistema museale, anche in assenza della sede di Brescia, è operativo e funzionale. Innanzitutto, come risulta anche dalla articolata composizione della fondazione, si voleva un coinvolgimento della più ampia parte possibile del territorio bresciano (oltre alla Regione che ha riconosciuto il valore culturale dell’iniziativa facendosi promotrice dell’accordo di programma originale), proprio per evidenziare e rimarcare come il tema del lavoro sia un

tema di rilevanza culturale di cui sono intrise tutte le realtà, tutti gli enti, tutte le associazioni del territorio, ognuna con la propria interpretazione e sfaccettatura.

Per quanto riguarda l'ex Fucina di San Bartolomeo a Brescia e l'ex centrale idroelettrica nel comune di Cedegolo, credo che la risposta sia semplice una volta che le vediamo e le visitiamo. Si tratta di strutture, molto belle, anche sotto il profilo dell'inserimento ambientale ed urbanistico, e piene di significato sia storico sia architettonico. Mi affascina molto l'idea di poter trasmettere l'idea della bellezza nel e del mondo lavoro: è un messaggio estremamente importante per il futuro verso il quale, credo che tutti debbano impegnarsi e si debbano muovere. La sede di Rodengo Saiano è nata con una finalità diversa; quella di essere un “magazzino museo visitabile” all’interno della quale sono custoditi molti macchinari, reperti, che mostrano la genialità e la capacità tecnica degli uomini del passato; inoltre la sede raccoglie moltissime

Ogni sito produttivo ha una sua storia, una sua connotazione, una sua caratteristica, e quindi credo che volta per volta e caso per caso debba essere fatta una valutazione per capire bene il significato importante di ogni realtà

macchine e reperti legati al mondo e alla storia cinematografici, ponendosi, sotto questo profilo, come realtà importantissima a livello nazionale ed europeo.

Che sviluppi ci sono invece per la sede del Musil a Brescia?

Sono molto fiducioso. Come sa, la realizzazione della sede centrale era stata iniziata ed il cantiere si è poi fermato per problematiche contingenti. L’attuale Amministrazione co-

munale nei propri programmi ha ribadito la volontà di realizzare la sede centrale, riconoscendo il valore fondamentale, sia sotto il profilo culturale, sia storico del progetto: si tratterebbe del più importante museo del lavoro in Italia e a livello europeo, del luogo ove custodire una storia e una cultura che caratterizza il territorio, con il fine di attualizzarle guardando al futuro. Come risulta anche da recenti interviste sulla stampa locale della Sindaca Laura Castelletti, il Comune sta trovando la soluzione per definire le problematiche emerse, che do-

La sostenibilità nel costruito

Sfide globali, strategie e soluzioni

Il Green Deal Europeo rappresenta il fulcro di questa strategia, articolandosi in priorità come la mobilità pulita, l’economia circolare, la bioeconomia, che si traduce nella gestione sostenibile delle foreste e nell’agricoltura rigenerativa e le infrastrutture intelligenti, ovvero reti energetiche interconnesse e digitalizzate

Il settore delle costruzioni riveste un ruolo cruciale nella crisi climatica globale, essendo uno dei principali responsabili delle emissioni di gas serra e del consumo energetico e di materiale al mondo. Ad oggi contribuisce in maniera significativa con il 40% del consumo energetico globale e al 36% delle emissioni di CO2, dati che assumono particolare rilievo se si considera che, secondo le proiezioni, la popolazione mondiale raggiungerà i 9,7 miliardi di abitanti entro il 2050, con un conseguente fabbisogno stimato di 230 miliardi di metri quadrati di nuove costruzioni. Questa crescita esponenziale passa inevitabilmente attraverso una profonda revisione degli impatti ambientali associati all’intero ciclo di vita delle costruzioni, con particolare attenzione al concetto di carbonio incorporato e al carbonio operativo. Il primo, il cosiddetto “embodied carbon”, comprende le emissioni generate durante la produzione dei materiali, il loro trasporto e la fase di costruzione, mentre il carbonio operativo si riferisce all’energia consumata durante l’utilizzo dell’edificio stesso. In un contesto in cui le tecnologie per migliorare l’efficienza energetica continuano a progredire, il peso relativo del carbonio incorporato assume un’importanza sempre maggiore, arrivando a costituire fino al 70% delle emissioni

totali nel ciclo di vita di un edificio nuovo. Un esercizio pratico di classificazione delle fonti di emissione aiuta a distinguere tra carbonio incorporato e operazionale, evidenziando come alcune attività siano caratterizzate prevalentemente da emissioni generate nelle fasi iniziali della catena produttiva, mentre altre derivino dal consumo energetico durante l’uso quotidiano dell’edificio. Per esempio, la produzione del calcestruzzo rappresenta un chiaro caso di carbonio incorporato, in quanto le emissioni si originano durante la produzione dei materiali, mentre il consumo energetico legato ai sistemi HVAC rientra nella categoria del carbonio operativo. Allo stesso modo, il trasporto delle travi d’acciaio, l’installazione dei vetri tripli e la produzione dei materiali isolanti sono attività che, pur essendo spesso trascurate, contribuiscono in maniera rilevante alle emissioni iniziali, mentre operazioni come l’illuminazione durante il tempo di utilizzo, la manutenzione degli

La necessità di rivedere l’intero ciclo di vita degli edifici, dalla scelta dei materiali alla gestione operativa, passando per la fase di costruzione e il successivo fine vita, impone una visione che tenga conto non solo delle esigenze immediate, ma anche degli impatti a lungo termine sull’ambiente e sulla società

Il calcestruzzo, rappresenta il materiale più utilizzato al mondo, con una produzione che raggiunge i 14 miliardi di metri cubi all’anno ed è responsabile dell’8% delle emissioni globali di CO2

Piccola introduzione a LCA sugli edifici

L’analisi del ciclo di vita degli edifici si configura come uno strumento indispensabile per valutare l’impatto ambientale di una costruzione “dalla culla alla tomba” . Tale ciclo si articola in diverse fasi: la prima fase, identificata come A1-A3, comprende l’estrazione delle materie prime, la produzione dei materiali e il loro trasporto; la seconda fase, denominata A4-A5, riguarda la costruzione vera e propria, con le attività di cantiere e la logistica associata; la fase operativa, contraddistinta dalle voci B1-B5, è caratterizzata dal consumo energetico, dalla manutenzione e dai rinnovamenti necessari per il corretto funzionamento dell’edificio; infine, la fase di fine vita, rappresentata dalle categorie C1-C4 e D, si occupa della demolizione, del riciclo e dello smaltimento dei materiali. È importante sottolineare come, nonostante gli edifici siano progettati per garantire un’efficienza operativa che mira a ridurre al minimo il consumo energetico, durante la fase di utilizzo essi continuino a incidere in maniera considerevole sull’ambiente, generando il 28% delle emissioni di CO2 a livello globale. Le inefficienze, quali sistemi di riscaldamento, ventilazione e aria condizionata (HVAC) poco performanti, illuminazione non ottimizzata e dispersione termica dovuta a isolamento carente, esacerbano tale problema, rendendo necessaria una revisione profonda degli standard progettuali e gestionali.

ascensori e il consumo degli elettrodomestici sono esempi di fonti di emissioni operative. Anche la fase di demolizione, che comprende la rimozione strutturale e il riciclo dei materiali, rientra nella categoria del carbonio incorporato, evidenziando come, in un nuovo edificio, si possa arrivare a una situazione in cui il 60-70% delle emissioni complessive sono già generate prima ancora che l’edificio entri in funzione.

Un’analisi approfondita dei materiali da costruzione offre ulteriori spunti di riflessione sulle responsabilità e sulle opportunità presenti in questo settore. Il calcestruzzo, ad esempio, rappresenta il materiale più utilizzato al mondo, con una produzione che raggiunge i 14 miliardi di metri cubi all’anno, ma è anche responsabile dell’8% delle emissioni globali, principalmente a causa della produzione del cemento, che richiede la cottura del clinker a temperature elevate, tipicamente intorno ai 1.450°C, un processo che rilascia ingenti quantità di CO2. Tra le soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale del calcestruzzo, si annoverano l’impiego di materiali cementizi supplementari come le scorie d’altoforno, le ceneri volanti o altri che permettono di sostituire una parte del clinker, ottenendo una riduzione delle emissioni che può variare dal 40% al 70%. Altre strategie includono lo sviluppo di calcestruzzi carbon-neutral, dove il CO2 catturata viene impiegata come additivo per ridurre l’impatto ambientale complessivo. Parallelamente, il settore dell’acciaio, che contribuisce per il 7% alle emissioni globali, deve affrontare sfide altrettanto complesse, genera circa 2,6

tonnellate di CO2 per ogni tonnellata di acciaio prodotta. In risposta a questo problema, si stanno sviluppando tecnologie rivoluzionarie come l’acciaio verde, in cui l’idrogeno sostituisce i combustibili fossili come agente riducente, e si promuove un maggior riciclo dell’acciaio, il quale è completamente riciclabile senza perdere le sue proprietà qualitative. Il legno, invece, viene spesso celebrato per la sua capacità di agire da serbatoio di carbonio, grazie al fatto che gli alberi assorbono CO2 durante il loro ciclo di vita, tanto da permettere di parlare di edifici carbonnegative se il legno viene utilizzato in maniera sostenibile. Tuttavia, è essenziale non cadere in una visione semplicistica, in quanto la deforestazione e i trattamenti chimici applicati per preservarne la durabilità possono vanificare i benefici ambientali, rendendo imprescindibile l’utilizzo di certificazioni quali FSC o PEFC, che garantiscono una gestione forestale responsabile, e una valutazione completa tramite Life Cycle Analysis, che consi-

Rifiuti Una gestione più digitale con la piattaforma Rentri economia circolare

Classificazione del rifiuto

In Italia, il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, all’articolo 183, definisce il rifiuto come qualsiasi sostanza o oggetto di cui il detentore si disfi, abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsi.

Per quanto riguarda la classificazione del rifiuto, secondo l’articolo 184 dello stesso decreto legislativo, i rifiuti si dividono in base a origine (rifiuti urbani e rifiuti speciali) e pericolosità (rifiuti pericolosi e non pericolosi).

I rifiuti pericolosi sono quelli che presentano le caratteristiche di pericolo descritte nell’Allegato I della Parte IV del Decreto.

Spetta al produttore del rifiuto attribuire correttamente i codici Eer e determinare le caratteristiche di pericolo.

Il 13 febbraio 2025 rappresenta una data cruciale per la gestione dei rifiuti in Italia, con l’entrata in vigore del Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti (Rentri). Questo sistema segna un importante passo verso la digitalizzazione delle procedure di gestione dei rifiuti, migliorando trasparenza, sostenibilità e conformità normativa. Il Rentri è una piattaforma digitale pensata per tracciare l'intero ciclo di vita dei rifiuti, dalla loro produzione fino allo smaltimento finale, con l’obiettivo di prevenire e ridurre il rischio di smaltimento illecito, migliorare l'efficienza nella gestione dei rifiuti e facilitare il monitoraggio delle operazioni legate ai rifiuti attraverso documenti aggiornati e digitalizzati. Il sistema introduce innovazioni come l’aggiornamento digitale della modulistica, inclusi formulari di identificazione (Fir - Formulario di Identificazione dei Rifiuti) e registri di Carico e Scarico, che sostituiscono i tradizionali documenti cartacei.

Il Rentri prevede tre scaglioni temporali per l’iscrizione dei soggetti obbligati, in base all’attività svolta e al numero di dipendenti. Durante l’iter di conversione in legge del Decreto Milleproroghe (DDL 1337), la Commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato emendamenti per prorogare di 60 giorni

l’iscrizione degli operatori del primo scaglione (es. recuperatori, trasportatori e produttori di rifiuti pericolosi con più di 50 dipendenti), i cui termini scadevano il 13 febbraio scorso. Tuttavia, la proroga sarà effettiva solo con l’entrata in vigore della legge di conversione e l’emanazione di un decreto ministeriale del Ministero dell’Ambiente, da adottarsi entro 30 giorni. Questa proroga potrebbe influenzare anche l’adozione dei nuovi format di Fir e Registro cronologico di carico e scarico, anch’essi in vigore dal 13/02/ 2025. Tuttavia, fino all’adozione del decreto ministeriale, la proroga non è ufficialmente in vigore e gli operatori devono rispettare le scadenze attuali, utilizzando i nuovi format di FIR e Registro di carico e scarico dal 13/02/2025.

Tempistiche e Obblighi di Iscrizione. L’apertura del portale Rentri è avvenuta il 15 dicembre 2024, consentendo al primo gruppo di operatori obbligati di iscriversi entro il termine massimo del 13 febbraio 2025. Tra i circa 70mila soggetti tenuti all’iscrizione figurano impianti di recupero e smaltimento rifiuti, trasportatori professionali di rifiuti, intermediari nel settore rifiuti e imprese con oltre 50 dipendenti che producono rifiuti pericolosi o non pericolosi derivanti da attività industriali, arti-

gianali e da trattamenti di rifiuti, acque o fumi.

Un aspetto importante riguarda le imprese edili, le quali non sono obbligate all’iscrizione se non producono rifiuti pericolosi. Per queste aziende è sufficiente una registrazione sul portale Rentri, necessaria per accedere all’area “Produttori di Rifiuti non iscritti” e utilizzare i nuovi modelli di formulari vidimati.

Iscrizione vs Registrazione. La distinzione tra iscrizione e registrazione al Rentri è fondamentale. La prima riguarda le imprese che producono rifiuti pericolosi, oppure gestiscono il trasporto dei rifiuti come previsto dalle categorie 4 e 5 dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali. Le finestre temporali di iscrizione sono differenziate in base alla dimensione dell’azienda: dal 15 dicembre 2024 al 13 febbraio 2025 per imprese con oltre 50 dipendenti; dal 15 giugno al 14 agosto 2025 per imprese con 11-50 dipendenti e dal 15 dicembre 2025 per imprese con fino a dieci dipendenti. La registrazione è necessaria per le imprese che producono solo rifiuti non pericolosi e che quindi non compilano il registro di carico e scarico. L’accesso al portale avviene tramite un’area dedicata, da cui è possibile generare e utilizzare i nuovi formulari di identificazione dei rifiuti già vidimati digitalmente.

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Gli utili approfondimenti legali connessi alla transizione digitale nell’edilizia

Continuano gli approfondimenti dedicati alla digitalizzazione a cura dell’avvocata Chiara Micera, fondatrice dello studio legale Micera con sedi a Bologna, Brescia e Roma, e consulente esperta di Legal Bim e diritto delle nuove tecnologie, nel solco della collaborazione con Ance Brescia per supportare le imprese edili nella transizione digitale. Un servizio di particolare rilevanza in quanto, se è vero che è fondamentale dotarsi di supporti tecnologici performanti ed efficaci, è altresì necessario affrontare in modo più ampio il tema della transizione digitale e dei suoi effetti. Con particolare rilievo agli aspetti legali, con approfondimenti che passano da un’attenta analisi dell’apparato normativo che si sta costruendo in materia di sicurezza informatica e protezione dei dati. Un argomento di estrema attualità, che presenta vantaggi per l’efficientamento e l’evoluzione di processi e meccanismi di gestione aziendale, anche per il settore delle costruzioni, toccando insieme temi, quali l’etica e la privacy, tanto dibattuti dai tavoli dei legislatori italiani ed europei. Ad interessare il comparto dell’edilizia è, in questo contesto, anche l’interconnessione tra la gestione in sicurezza dei dati e l’attività di approvvigionamento degli stessi da parte delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza durante le fasi di appalto. L’avvocata Micera passa così in rassegna le principali misure adottate per prevenire i rischi connessi all’utilizzo della tecnologia e i reati informatici, insieme alle linee guida e alle raccomandazioni indicate per le Pubbliche amministrazioni.

IA e rispetto della privacy L’obbligo di anonimizzazione dei dati

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cura dell’Avv. Chiara Micera © riproduzione riservata

Imodelli d’Intelligenza Artificiale sono sempre più diffusi nel panorama mondiale, coinvolgendo oramai ogni settore professionale, circostanza ulteriormente evidenziata anche dalle recenti innovazioni tecnologiche molto orientate al panorama IA, presentate di recente al Ces 2025, la fiera digitale e tecnologica di Las Vegas tenutasi ai primi di gennaio.

La diffusione della tecnologia, però, sta portando con sé le riflessioni dei diversi operatori sulle implicazioni giuridiche connesse al suo uso.

I risvolti legali sono molteplici, e ne abbiamo già parlato in due miei precedenti articoli pubblicati su questa Rivista nel 2024, e segnatamente sul n.2 dal titolo “IA in cantiere: supporto e sicurezza” e sul n.3 “Tecnologia e cantiere edile: il quadro normativo”, ma qui vogliamo porre l’attenzione su un documento di recentissima emanazione, datato 18 dicembre 2024, dove l’European Data Protection Board, organismo noto con l’acronimo Edpb, in italiano il Comitato Europeo per la Protezione del Dato, si è espresso su un quesito formulato dall’autorità irlandese per la protezione dei dati (Dpa), in tema di tecnologie in rapida evoluzione e con un rilevante impatto sulla società, al fine di conseguire un'armonizzazione normativa a livello europeo. Il documento, così come redatto, costituisce una risorsa preziosa per affrontare le intricate problematiche relative alla protezione dei dati personali nell'ambito della programmazione ed implementazione dei modelli di IA. Tema centrale nella disamina fornita dall’Edpb è quello dell’anonimizzazione effettiva dei dati personali forniti al modello ai fini dell’addestramento. Come chiarito dall’Autorità europea per la protezione dei dati, l'uso del termine “qualsiasi informazione” nella definizione di “dati personali” di cui all'Articolo 4, comma 1, del Gdpr, il Regolamento Europeo sulla privacy, mira a conferire un'ampia portata a tale concetto, il quale include ogni tipo di informazione, purché essa si riferisca a un soggetto identificato o identificabile, direttamente o indirettamente, attraverso tali dati.

A tal proposito, le informazioni fornite alla macchina possono riferirsi a una persona fisica, anche quando sono tecnicamente strutturate o codificate, ad esempio in un formato leggibile solo dalla stessa, sia proprietario, che open source, in modo tale da non rendere immediatamente evidente il collegamento con quella determinata persona fisica.

In tali circostanze, è possibile che alcune applicazioni software possano essere utilizzate per identificare, riconoscere ed estrarre facilmente dati specifici, aspetto

che diviene particolarmente rilevante per quanto concerne i modelli di IA.

Infatti, sebbene quest’ultimi solitamente non contengano un diretto collegamento con i parametri di addestramento originali legati al modello di apprendimento, in questi modelli — in cui i parametri rappresentano relazioni statistiche tra i dati di addestramento — è comunque tecnicamente possibile estrarre dati personali dal modello stesso, sia direttamente, attraverso le relazioni intercorrenti fra i dati inclusi nel modello, sia “indirettamente”, interrogandolo e che rispondendo, potrebbe “inavvertitamente” comunicare dati personali all’interlocutore.

Ad esempio, l’estrazione potrebbe derivare da attacchi informatici denominati “attacchi di inferenza sull’appartenenza”, i quali sfruttano i punteggi di confidenza forniti dal modello sugli esempi usati ai fini dell’addestramento, o “attacchi d’inversione”, che sfruttano i parametri del modello per decodificarne gli input.

Pertanto, secondo l’Edpb affinché un determinato modello di IA possa essere considerato anonimo, l’Autorità deve avere prova, con mezzi ragionevoli, che: i dati personali, relativi ai dati di addestramento, non possono essere estratti dal modello o che la possibilità di estrazione sia risibile secondo lo stato dell’arte; qualsiasi output prodotto interrogando il modello, non riveli informazioni riconducibili ai soggetti i cui dati personali sono stati utilizzati per addestrare il modello. Questo significa che i dati personali utilizzati per l’addestramento non devono mai essere accessibili direttamente dal modello, nemmeno in forma probabilistica e che non deve esserci alcuna possibilità di ottenere dati personali attraverso interazioni con il modello, sia intenzionalmente, che accidentalmente.

Infine, l’Edpb esige che i titolari del trattamento conservino una documentazione esaustiva che includa analisi del rischio, descrizioni delle tecniche impiegate per minimizzare l'identificabilità dei dati e risultati dei test condotti per verificare la resistenza del modello a potenziali aggressioni e la stessa dovrà essere sufficientemente dettagliata da consentire alle autorità di controllo di valutare l'efficacia delle misure tecniche adottate e garantire che i doveri di anonimizzazione siano stati adempiuti nel totale rispetto dei requisiti sanciti del Gdpr.

La questione di fondo è il bilanciamento degli interessi, tra le libertà fondamentali dei titolari dei dati e l’interesse legittimo di terzi all’utilizzo degli stessi.

All’interno del parere adottato, l’Edpb chiarisce che il Gdpr non stabilisce alcuna gerarchia tra le diverse basi

Avvocata Chiara Micera
Studio legale Micera
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giuridiche previste dall'Articolo 6, che specifica le condizioni per cui il trattamento dei dati personali sia lecito. Dovrà quindi, supplire una valutazione caso per caso, che ponga di nuovo la responsabilità in capo al singolo soggetto che utilizza la tecnologia di valutare autonomamente quali siano i criteri per esercitare legittimamente il proprio interesse all’utilizzo.

Il documento emanato dall’Autorità interviene in ausilio, esponendo i principi fondamentali sanciti dal Gdpr che devono essere tenuti in considerazione, al fine di valutare la compliance di un modello IA. Essi sono: 1. il Principio di responsabilizzazione del Titolare del trattamento; 2. i Principi di liceità, correttezza e trasparenza; 3. i Principi di limitazione delle finalità e minimizzazione dei dati; 4. i Principi attinenti ai diritti degli interessati (specie: il diritto di opposizione ai sensi dell'Articolo 21 del Gdpr).

Ma sarà altrettanto importante, se non preliminare, individuare la sussistenza di un interesse legittimo ed anche in questo caso, il documento fornisce indicazioni, che serviranno altresì alle Autorità di controllo per la valutazione nel merito.

Per la sussistenza, saranno necessari tre condizioni congiunte: 1. l’obiettivo, cioè il perseguimento di un interesse legittimo da parte del titolare del trattamento o di una terza parte; 2. la necessità del trattamento per perseguire l'interesse legittimo; 3. la compatibilità con i diritti e libertà fondamentali degli interessati.

Dati i criteri, il Comitato poi espone le modalità di controllo per la valutazione dell'interesse legittimo nel contesto dello sviluppo e dell'implementazione dei modelli di intelligenza artificiale, che si sviluppa su tre passaggi distinti.

Il primo consiste nel perseguimento di un interesse legittimo da parte del titolare del trattamento o di una terza parte. Come sottolineato dal Comitato Europeo per la Protezione dei Dati (Edpb), un interesse può essere considerato legittimo se soddisfa i seguenti tre criteri cumulativi: a) l'interesse è conforme alla legge; b) l'interesse è chiaramente e precisamente definito; c) l'interesse è reale e attuale, non ipotetico.

L’Edpb, sempre per aiutare l’interprete all’individuazione dei requisiti, fornisce anche all’interno del proprio parere, degli esempi che possano costituire un interesse legittimo nel contesto dei modelli di IA: i) sviluppare il servizio di un agente conversazionale per assistere gli utenti; ii) sviluppare un sistema di IA per rilevare contenuti o comportamenti fraudolenti; iii) migliorare il rilevamento delle minacce in un sistema informatico.

Il secondo passaggio della valutazione consiste nel determinare se il trattamento dei

dati personali sia necessario per lo scopo dell'interesse legittimo perseguito, in conformità al Considerando 39 del Gdpr, il quale sancisce che “I dati personali dovrebbero essere trattati solo se la finalità del trattamento non è ragionevolmente conseguibile con altri mezzi”.

La valutazione sulla necessità del trattamento comporta quindi l’esame due elementi, cioè: se l'attività di trattamento consentirà il perseguimento dello scopo; se non esiste un modo meno invasivo per perseguire questo scopo.

Sarà necessario, quindi, prestare grande attenzione alla quantità di dati personali trattati e valutare se questa sia proporzionata al perseguimento dell'interesse legittimo in questione, anche alla luce del principio di minimizzazione dei dati, che potrà essere altresì implementato da misure tecniche per proteggere i dati personali e può anche contribuire a soddisfare il test di necessità.

La terza fase, sicuramente la più delicata, è la valutazione dell'interesse legittimo alla luce del bilanciamento con gli interessi e i diritti altrui.

Questo passaggio implica l'identificazione e la descrizione dei diversi diritti e interessi contrapposti in gioco, mediante una stretta preliminare identificazione degli uni e degli altri.

In tal senso, vanno prese in considerazione anche le circostanze specifiche del caso, al fine di dimostrare che l'interesse legittimo che si intende perseguire costituisca una base giuridica appropriata per le attività di trattamento poste in essere.

Pertanto, la valutazione dovrà essere effettuata nel contesto specifico, considerando la natura dei dati trattati, le aspettative ragionevoli degli interessati e le misure adottate per ridurre i rischi.

L’Edpb sottolinea infine l'importanza di una completa trasparenza da parte del titolare del trattamento, affinché gli interessati siano consapevoli dell'utilizzo dei propri dati e possano esercitare i propri diritti, in primis quello di opposizione.

Nella parte conclusiva del Parere, l’Edpb si sofferma sui possibili impatti che potrebbe avere un trattamento illecito di dati durante lo sviluppo/addestramento di un modello IA, identificando tre ipotesi, con implicazioni legali differenti.

Il primo è quando un titolare del trattamento tratta illecitamente dati personali per sviluppare il modello, che saranno conservati ed utilizzati dallo stesso titolare, ad esempio, per implementare il modello.

In proposito, l’Edpb chiarisce che, se le fasi di sviluppo e implementazione comportano scopi separati (costituendo quindi attività di trattamento separate), la mancanza di una base giuridica per l'attività di trattamen-

to iniziale influisce sulla liceità del trattamento successivo, che sarà considerato viziato ab origine, rendendo necessario l’intervento delle autorità per imporre misure correttive, come la rimozione dei dati o la limitazione all’utilizzo del modello.

Una seconda ipotesi è che i dati rimangano nel modello ma che siano trattati per l’implementazione del modello da parte di un terzo.

Potrà sussistere anche la responsabilità di quest’ultimo, qualora non abbia adeguatamente assolto alla verifica preliminare della lecita acquisizione dei dati, obbligo a cui viene sottoposto, ad esempio se il trattamento originario sia stato oggetto di opposizione dell’interessato o sia pendente un procedimento presso un’Autorità di controllo o giudiziaria.

La terza ipotesi invece, ricorre quando il Titolare che ha sviluppato il modello anonimizza i dati personali prima dell’implementazione.

Ove tale procedura sia stata validamente utilizzata dal punto di vista tecnico, ne discende ovviamente che non si applichi la disciplina privacy alla successiva fase dell’implementazione, a meno che la stessa non involga la necessità, nei termini sopraesposti, di acquisire nuovi e diversi personali, che dovranno essere valutati separatamente e conformarsi al Regolamento.

In conclusione, deve apprezzarsi il significativo sforzo dell’Autorità di individuare criteri e procedure rigorose per la protezione dei dati, sebbene lo schema adottato sia sempre modulato sul criterio della c.d. accountability, e cioè di responsabilità in capo al trattamento del dato di individuare i rischi e di porvi preliminarmente rimedio. Tale ultima circostanza, con riferimento all’utilizzo dell’IA, presta il fianco alla considerazione che ai fini del rispetto delle raccomandazioni sia necessaria una significativa capacità tecnica ed economica, e ciò potrebbe non giovare lo sviluppo della tecnologia stessa, limitando i potenziali positivi effetti. Appare evidente che l’equilibrio tra il rispetto dei diritti fondamentali dell’individuo e l’innovazione tecnologica sia di là da venire, e su questo, allo stato dell’arte, ci pare che a ciò si possa davvero supplire con la redazione di codici di condotta, di policy aziendali, nonché documenti programmatici di tradizionale impostazione giuridica che consentano in primis di prevenire o mitigare i rischi di contenzioso, ed in secundis sino a prevedere una vera e propria politica di contract management per l’utilizzo della tecnologia, che ontologicamente è dinamica, e ciò impone quindi che sia affiancata da una disciplina giuridica pattizia di progressiva implementazione, nel quadro normativo esistente (tra l’altro, anch’esso in divenire).

troppo esigui. Sta, infatti, sorgendo la preoccupazione per l’impostazione di strategie industriali certamente illuminate, ma che, in assenza di determinati presupposti, possano risolversi in insuccessi. La narrazione relativa alla digitalizzazione è, naturalmente, ormai piuttosto stanca, nel senso di una ripetitività, sia pure ravvivata da espressioni relativamente inedite, tra cui ormai immancabile quella propria al cosiddetto gemello digitale, ma, al contempo resta nell’ombra la questione ultima, relativa alla cultura industriale dell’impresa di costruzione, cogli annessi e connessi attinenti alla crescita degli utili nei confronti del fatturato, alla dimensione e alla catena di fornitura, agli assetti societari e ai rapporti coi mercati finanziari a partire dalla capitalizzazione: per non dire delle tematiche da trattare con le parti sociali e delle relazioni industriali in merito alle applicazioni digitali. È palese, infatti, specie allorché la Gestione Informativa Digitale oltrepassi il cosiddetto BIM, ovvero la modellazione informativa, che si renda opportuna una riflessione altra da quella convenzionale. Essa riguarda il tessuto imprenditoriale, la sua frammentazione, il suo rapporto col mondo della produzione, della distribuzione e del sub appalto.

In verità, il tema ulteriore riguarderebbe proprio la verifica della praticabilità della locuzione unitaria «impresa di costruzione» e la sua evoluzione in rapporto ai processi di finanziarizzazione, propri e delle proprie controparti contrattuali. Esiste, infatti, una nozione di impresa di costruzione che presenti delle costanti, non dettate dalle alleanze in cui si trova ad agire, prevale ancora in essa un’anima produttiva che sia autonoma dalle logiche dei mercati finanziari? Sotto un certo punto di vista, per l’impresa di co-

Digitalizzare il versante dell’offerta imprenditoriale significa essere in grado di assicurare una diffusione sistemica: per farlo, è necessario ripensarne la configurazione.

È qui che si può saldare una politica industriale che si basi su programmi di investimento e una strategia industriale che abbia convenienza a strutturarsi per soddisfare quel tipo di domanda

struzione, questi ragionamenti preludono a ben altro che a introdurre in azienda un qualunque dispositivo digitale, magari, oltre a tutto, facendone una sommatoria che non dia adito a un sistema, con le sue relazioni. Da un altro, punto di vista, a una strategia industriale che miri a porre in questione certi apparati radicati, dovrebbe fare da contraltare una politica industriale da parte dei decisori pubblici e delle istituzioni finanziarie che proponga volumi di investimenti per programmi significativi, che permettano al versante dell’offerta di ridisegnare il profilo delle filiere, delle catene del valore e della fornitura.

Probabilmente, una delle cause per cui questa ipotesi appare lontana dalla realizzazione risiede nella difficoltà, da

parte dei decisori, di comprendere appieno la natura e il ruolo del settore. D’altro canto, non per nulla la storiografia contemporanea dell’architettura e dell’ingegneria si sta interrogando sulle esperienze della industrializzazione edilizia verificatesi tra gli Anni Cinquanta e gli Anni Settanta del secolo scorso, connesse agli impegni dettati, ad esempio, dalle direttive comunitarie al Paese e al settore. È per questo motivo che le suggestioni e le tesi legate ai processi di digitalizzazione, enfasi a parte, appaiono spesso, in ultima analisi sterili: perché, di fondo, partono da assiomi precostituiti sulla positività della digitalizzazione, tendono a normalizzare le implementazioni in termini di divario, sembrano dissociate dalle

prassi quotidiane. Certamente, vi sono eccezioni che potrebbero, in parte, dimostrare il contrario, ma, appunto, in queste circostanze, servirebbe comprendere il percorso seguito e l’onere relativo. Lo scopo che ci si vorrebbe prefiggere è quello di fare sì che l’impresa medesima espliciti i propri flussi e i propri fabbisogni, evidenziando quali data set potrebbero essere condivisi all’interno e all’esterno di essa, e definendo un percorso di acculturamento e di operatività che le permetta di acquisire metodologie, risorse umane e strumenti a ragion veduta.

Digitalizzare il versante dell’offerta imprenditoriale significa essere in grado di assicurare una diffusione sistemica: per farlo, è necessario ripensarne la configurazione. È qui che si può saldare una politica industriale che si basi su programmi di investimento e una strategia industriale che abbia convenienza a strutturarsi per soddisfare quel tipo di domanda. Occorre assolutamente evitare il doppio racconto di ciò che dovrebbe essere, che nessuno mette in discussione, ma che pochi attuano, e ciò che è realmente, la cui natura non sia da palesarsi più che tanto. Ne andrebbe, infatti, della credibilità della transizione in atto, duplice o triplice che sia. Il punto, dunque, non è tanto promuovere soluzioni realizzative improntate alla prefabbricazione, con tutte le declinazioni digitali possibili, dall’automazione alla robotica, dalla stampa additiva alla flying factory, quanto ridisegnare processi e modelli (di processo) che coinvolgano in forma alternative finanziatori, investitori, promotori, committenti, costruttori, assemblatori, distributori, per individuare architetture contrattuali flessibili che garantiscano una distribuzione degli utili e delle marginalità equilibrate nelle catene di fornitura.

storia per il

domani

Un edificio da primato bresciano dei primi anni Trenta

di Franco Robecchi, ingegnere e autore

ggi si fa un gran parlare di fascismo e anche noi ci accodiamo alla moda per illustrare una delle opere costruttive più importanti della Brescia dell’epoca. Ci riferiamo al palazzo alto che si trova nella Piazza della Vittoria, che nacque con la denominazione di Torrione Ina. Torrione, anziché grattacielo, per un orgoglio denominativo tutto italiano e non americaneggiante e Ina poiché sorse a spese dell’Istituto nazionale Assicurazioni. Più esattamente, committente fu la Società anonima per la gestione del patrimonio immobiliare dell’ente assicurativo, guidata dall’ingegner Gino Cipriani.

Non occorre dire che nacque nel contesto della costruzione dell’intera Piazza della Vittoria, far il 1930 e il 1932. Anzi, di quella piazza era ritenuto, dal progettista dell’intero comparto, il romano architetto Marcello Piacentini, la “chiave di volta”. In effetti la sua mole e la sua altezza fungevano da cardine intorno al quale ruotava l’intera architettura della piazza. Non solo costituì l’edificio più alto di Brescia, ma si vantava di essere anche il più alto edificio di residenza civile d’Europa. In Italia dovettero passare altri tre anni per vedersi sorgere un edificio simile: la Torre Littoria di Torino. Il fabbricato è alto 55,50 metri sul piano stradale, comprendendo inoltre due piani interrati. La mole comprende 13 piani

che includevano 28 appartamenti, poi divenuti 31, con 216 locali. L’area occupata misura 1500 metri quadrati cui vanno aggiunti 785 metri quadrati di porzioni pertinenti scoperte. I porticati del piano terra sono retti da colonne in granito e pilastri rivestiti con pietra del Garda: marmo Cornabò azzurro e Azzurro di Torbole, della ditta Lombardi di Rezzato. Una doppia galleria a croce attraversa, al piano terra, il fabbricato creando spazi protetti dal sole che in estate sono particolarmente gradevoli, in modo inversamente proporzionale all’uso che, prezioso per caffè o ristoranti, potrebbe essere sfruttato, come i porticati, per tavolini all’aperto, il che non avviene.

nnn

Per la struttura furono predisposti 4 ascensori, due dei quali si fermavano al settimo piano, e due montacarichi.

L’edificio vantava di essere il primo di tale mole costruito con telaio portante in cemento armato. I calcoli della struttura furono eseguiti dallo specialista ingegner Luigi Compagna, con la supervisione dell’illustre docente del Politecnico di Milano, patriarca luminare del c.a., Arturo Danusso. Per una logica estetica dell’epoca, nonché per un’esplicita scelta del classicheggiante Piacentini, la struttura venne nascosta all’esterno da un tamponamento in laterizio e da un paramento di facciata costituito da mattoni a vista (6.000 metri quadri), appunto imitativi di un’antica torre e all’origine del nome del palazzo. Notevole fu la

Foto 1. Veduta aerea della Piazza della Vittoria in fase di ultimazione dei lavori. In primo piano, a sinistra, il Torrione.
Foto 2. Uno scorcio delle poderose armature del cemento armato del Torrione.

storia per il domani

La costruzione dell’innovativo edificio, realizzata dal gennaio 1931 all’ottobre 1932, fu assunta dalla Società anonima bresciana Imprese Consorziate (Sabic), che riuniva tre aziende locali: la Pisa, la Baiguera & Cis e la Paroletti

struttura di fondazione. Per essa fu realizzata una piastra di cemento armato estesa su tutta l’area di appoggio, alta 75 cm, irrigidita da 6 travi a traliccio, alte 8 metri, larghe 2 metri e 20 cm, lunghe 40 metri. Le opere di fondazione richiesero 450 tonnellate di acciaio, 14.000 quintali di cemento e 5.000 metri cubi di sabbia. La struttura di fondazione fu protetta da influssi franosi o idraulici circostanti da un muro di sostegno esteso lungo tutto il perimetro, scostato di un metro e mezzo dai muri perimetrali, alto 9 metri, anch’esso in cemento armato. La costruzione dell’innovativo edificio, realizzata dal gennaio 1931 all’ottobre 1932, fu assunta dalla Società anonima

bresciana Imprese Consorziate (Sabic), che riuniva tre aziende locali: la Pisa, la Baiguera & Cis e la Paroletti. Direttore dei lavori fu personalmente Marcello Piacentini, però aiutato in loco dall’ingegnere comunale Nicolò Rocco. Al piano terra erano predisposti spazi per 14 negozi, mentre all’ultimo piano era prevista una panoramica tea-room, che, proprio a quel fine, fu decorata con affreschi del pittore fiorentino Silvano Tajuti. Non era che una delle opere d’arte di cui il palazzo si arricchì. Sulla facciata rivolta verso la piazza Piacentini volle disporre una serie di pannelli in cotto, opera dello scultore Vittorio Saltelli, raffiguranti, in bassorilievo, attività produttive tipiche del Bresciano. Sulla parete esterna di un largo pilastro, al piano terra, fu fissata un’ampia lastra in terracotta, opera dell’illustre Arturo Martini, raffigurante l’Annunciazione della Vergine. Non era che una delle tante opere d’arte che elevavano Piazza della Vittoria a una sorta di museo all’aria aperta. Una concentrazione di cultura artistica che non ebbe né avrebbe avuto l’eguale in Brescia e che oggi è molto impoverita. Opere furono distrutte, pare, da bombardamenti, come il citato bassorilievo del Martini, altre furono asportate per motivi politici, come il Mussolini a cavallo, in bronzo, che era sulla parete ovest della “Torre della Rivoluzione”, sopra il Quadriportico, opera dello scultore Romano Romanelli. Da ottant’anni campeggia sulla piazza il residuo quadro scalcinato sul quale era fissata la lastra di bronzo e nessuno ha avuto la ca-

gennaio/febbraio/2025

Correttivo appalti e Legge di Bilancio

Le novità sulla Manovra di Bilancio 2025 e un’analisi dei principali punti della normativa sull’adeguamento del Codice Appalti, con particolare riferimento alle sfide legate all’introduzione obbligatoria del Bim

focus correttivo appalti e legge di bilancio

Le conferme del correttivo in materia di Bim

Dal 1° gennaio 2025 è divenuto effettivo l’obbligo di utilizzare il Bim (Building Information Modeling) negli appalti pubblici, sia per la progettazione che per la realizzazione di lavori relativi a nuove costruzioni e interventi su edifici esistenti. Il decreto è entrato in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, ossia il 31 dicembre 2024

EDILIZIA UN MONDO A PIÙ DIMENSIONI

La digitalizzazione è un pilastro per la rivoluzione industriale in atto e che caratterizzerà un periodo di grande trasformazione del mondo produttivo. Come avvenuto per le precedenti anche questa interesserà tutti i settori, non sarà possibile tornare indietro ed avrà effetti ad oggi non puntualmente prevedibili

Il percorso normativo e le sfide per il Bim nel 2025

In questo anno che si apre quali sono i ruoli e gli approcci degli operatori economici, nonché dei professionisti e delle stazioni appaltanti nei confronti del Bim, alla luce del percorso normativo giunto ora a compimento? Ricordiamo i passaggi normativi, da cui il Bim prende le mosse. Il riferimento iniziale in materia di Bim è stato l’articolo 22, punto 4, della Direttiva 2014/24/Ue del 26 febbraio 2014 che ha chiarito che “per gli appalti pubblici di lavori e i concorsi di progettazione, gli Stati membri possono richiedere l’uso di strumenti elettronici specifici, quali gli strumenti di simulazione elettronica per le informazioni edilizie o strumenti analoghi”. Nel dar seguito a tale previsione, l’articolo 23, del D.Lgs. 18 aprile 2016 n.50, al comma 1, si poneva come obiettivo quello di razionalizzare le attività� di progettazione e delle connesse verifiche attraverso il progressivo uso di metodi e strumenti elettronici specifici quali quelli di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture; il successivo comma 13 stabiliva, poi, che le stazioni appaltanti potessero richiedere per nuove opere e interventi di

recupero, riqualificazione o varianti, in via prioritaria per lavori complessi, l’uso dei citati metodi e strumenti elettronici specifici in grado di utilizzare piattaforme interoperabili a mezzo di formati aperti non proprietari, al fine di non limitare la concorrenza tra i fornitori di tecnologie e il coinvolgimento di specifiche progettualità tra i progettisti. Ancora, la stessa norma introduceva il principio per cui l’uso dei metodi e strumenti elettronici potesse essere richiesto soltanto dalle stazioni appaltanti dotate di personale adeguatamente formato e che l’applicazione delle metodologie Bim costituisse parametro di valutazione dei requisiti premianti previsti per la qualificazione delle stesse dall’articolo 38 del d.lgs. 50/2016.

L’attuazione doveva passare da un decreto del Ministero delle Infrastrutture per definire modalità� e tempi di progressiva introduzione dell’obbligatorietà� dei suddetti metodi, da valutarsi in relazione alla tipologia delle opere da affidare e della strategia di digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche e del settore delle costruzioni. Nasce quindi il Decreto Mi-

focus correttivo appalti e legge di bilancio

nisteriale n. 560/2017 - il “Decreto Baratono” e, successivamente, l’analogo provvedimento n. 312/2021 che ne ha integrato e modificato i contenuti a seguito dell’entrata in vigore dell’articolo 48, comma 6, del decreto-legge n. 77/2021, il decreto “Semplificazioni 2”. I decreti hanno affrontato il tema Bim prevalentemente nell’ottica della progettazione fissando, peraltro, sin dall’inizio la sua finalizzazione più oltre per far conseguire alla stazione appaltante elevati livelli di conoscenza destinati a mitigare il rischio di allungamento dei tempi contrattuali o il superamento dei costi previsti, e a tutelare la salute e della sicurezza dei lavoratori coinvolti, rendendo disponibili informazioni attendibili ed utili anche per la fase di esercizio ed in generale per l’intero ciclo di vita dell’opera.

Veniva quindi fissato un calendario di progressiva applicazione temporale dell’obbligo di utilizzare le metodologie Bim prevedendo sei scaglioni temporali, dal 1° gennaio 2019 al 1° gennaio 2025, legati all’importo ed alle caratteristiche dei singoli interventi, ferma la facoltà di applicarle anche prima, su base volontaria. L’utilizzo del metodo Bim veniva comunque condizionato alla preventiva adozione da parte delle stazioni appaltanti, di un piano di formazione del personale in relazione al ruolo ricoperto, di un piano di acquisizione o di manutenzione degli strumenti hardware e software di gestione digitale dei processi decisionali e informativi adeguati e di un atto organizzativo che esplicitasse il processo di controllo e di gestione delle singole fasi procedimentali, l’identità dei gestori dei dati e la proprietà degli stessi nonché le modalità di gestione dei conflitti, in relazione alla natura delle opere e dei cespiti comprensivi degli aspetti tecnici e procedurali adottati.

Il decreto Baratono disponeva, infine, che la documentazione di gara per l’affidamento di servizi di progettazione, dell’esecuzione di lavori o della gestione delle opere, dovesse contenere: “a) i requisiti informativi strategici generali e specifici, compresi i livelli di definizione dei contenuti informativi, tenuto conto della natura dell’opera, della fase di processo e del tipo di appalto; b) tutti gli elementi utili alla individuazione dei requisiti di produzione, di gestione e di trasmissione ed archiviazione dei contenuti informativi, in stretta connessione con gli obiettivi decisionali e con quelli gestionali, incluso il modello informativo relativo allo stato ini-

ziale dei luoghi e delle eventuali opere preesistenti.” Nel frattempo, in sede di normazione tecnica, a fine 2018 veniva emessa la parte 7 dello Standard Uni 11337, dedicata ai requisiti di conoscenza, abilità e competenza delle figure coinvolte nei processi in questione individuando quattro distinte figure, già menzionate prima in sintesi: il Bim Manager, il Bim Coordinator; il Bim Specialist, il Cde Manager, ciascuno dei quali con compiti e competenze distinti e specificamente descritte. Quanto ai contenuti ed agli ambiti della Gestione Informativa mediante il Building Information Modeling, questi venivano nel frattempo definiti a livello tecnico dallo standard Uni En Iso 19650. Il D.Lgs. 36/2023, recependo i contenuti dei decreti “Baratono” e “Semplificazione 2”, conferma la centralità di ruolo del Bim, affermando, nella relazione del Consiglio di Stato, che in coerenza con l’introduzione del principio del risultato, il nuovo codice mira a favorire, attraverso l’uso di metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni, cioè il Bim, il miglior esito dell’investimento pubblico. Tale metodologia di gestione, continua la relazione, assicura la riduzione della complessità� dei procedimenti, oltre al contenimento delle tempistiche, in tal modo implementando il livello di efficienza e di efficacia nella realizzazione e gestione delle opere e dei servizi connessi.

Coerentemente con tale premessa, il provvedimento dedica l’intero articolo 43 ai metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni, utilizzando una terminologia innovativa che corrisponde, sia pure in senso non strettamente letterale, a quella generalmente utilizzata a livello internazionale che riconduce il Bim al più ampio contesto dell’Information Management.

Inoltre, il nuovo Codice dei Contratti, come modificato dal Correttivo di cui al D.Lgs. 209/2024, fa espresso riferimento alla terminologia utilizzata dalle norme tecniche Uni, per garantire che vi sia uniformità nell’utilizzo dei metodi e degli strumenti per la gestione informativa digitale delle costruzioni.

Tra i provvedimenti che si sono affacciati alla porta della digitalizzazione del settore, vi è la Prassi di Riferimento Uni/PdR 74:2019 che fornisce linee guida per la qualificazione delle imprese nel settore dell'edilizia, con particolare attenzione alla qualità dei lavori e alle competenze dell'organizzazione in ottica di certificazione (Sgbim). Questa prassi si applica

L’intelligenza artificiale e le tecnologie 4.0 possono potenziare le capacità del Bim, aprendo nuove opportunità per l’analisi dei dati, la simulazione, la progettazione e la gestione degli edifici

per migliorare la trasparenza e la competitività nel mercato edile ed è spesso valorizzata in chiave premiale nelle gare d'appalto pubbliche e private.

Tra gli obiettivi della PdR 74/2019, infatti, vi è la valorizzazione delle imprese qualificate e con elevate competenze tecniche, organizzative e gestionali, mirando a garantire qualità e sicurezza nelle opere di costruzione e favorendo la sostenibilità e l’innovazione tecnologica nel settore edilizio. Il documento definisce i requisiti di un sistema di gestione Bim che una organizzazione deve attuare per migliorare l’efficienza del processo di programmazione, progettazione, produzione, esercizio e eventuale dismissione dell’opera ed è predisposta in coerenza con la Uni En Iso 9001:2015 in modo che le imprese che attuano un Sistema di Gestione per la Qualità (Sgq) lo possano agevolmente integrare.

Sostenibilità “senza pensieri”

Open Network, tramite il dipartimento Sostenibilità, diretto dalla Dott.ssa Beatrice Scappini (professionista con oltre un decennio di esperienza in consulenza, insegnamento e ricerca in ambito universitario sul tema) fornisce servizi all'avanguardia nel settore dell'ESG –Environmental, Social, and Governance –, sempre più cruciale per il tessuto imprenditoriale contemporaneo.

Open Network, in un'epoca in cui la consapevolezza ambientale e l'etica aziendale giocano un ruolo sempre più rilevante nelle strategie di business, si propone di offrire un supporto completo e specializzato alle aziende che ambiscono a integrare principi di sostenibilità nelle loro operazioni.

Rilevante in questo contesto è il supporto che Open Network offre

anche al settore edile e delle costruzioni.

In questo ambito, l'adozione di principi di sostenibilità assume un ruolo importante: ancora oggi, il settore è fortemente legato all'utilizzo di materiali “estrattivi vergini” e poco orientato alla circolarità.

Grazie alla convenzione stipulata con Ance Brescia, Open Network rivolge a tutti gli associati servizi su misura orientati all’adozione dei criteri Esg, riservando condizioni di particolare favore.

L’obbiettivo è quello di guidare le imprese edili verso pratiche più sostenibili, ponendo le basi per una business continuity che tenga conto dell'importanza di un impiego responsabile delle risorse e della minimizzazione dell'impatto ambientale. La consulenza prevede innanzitutto l'implementazione di strategie di sostenibilità mirate, che permettano

alle imprese di allinearsi con gli standard ESG globali. Questo non solo migliora l'immagine aziendale e rafforza la fiducia degli stakeholder, ma apre anche la strada a nuove opportunità di mercato e a una maggiore resilienza operativa.

Inoltre, Open Network risolverà per il cliente il problema della complessità normativa e della rendicontazione in ambito ESG.

Molte aziende si trovano infatti alle prese con la sfida di interpretare e applicare le normative sul tema, che sono effettivamente molto articolate e in continuo aggiornamento.

Chi fosse interessato, può fin da ora contattare Open Network s.r.l. ai seguenti recapiti: info@opennetworksrl.it tel. 030 6480473

Dott.ssa Beatrice Scappini

Proroga e rimodulazione dei bonus in edilizia

Bonus Anno Aliquota Limite agevolazioni

2025 50% abitazione principale 36% seconde case

euro (tetto max di spesa)

Bonus Ristrutturazioni

2026-2027 36% abitazione principale 30% seconde case

2028-2033 30% tutte le abitazioni 48.000 euro (tetto max di spesa) dal 2034 36% tutte le abitazioni

Bonus Mobili 2025 50% abitazione agevolata con il bonus ristrutturazioni

Ecobonus

Sismabonus/Sismabonus acquisti

2025 50% abitazione principale 36% altri immobili

2026-2027 36% abitazione principale 30% altri immobili

2025 50% abitazione principale 36% altri immobili

2026-2027 36% abitazione principale 30% altri immobili

l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. Rimane infatti invariata la condizione che, per accedere alla detrazione Irpef, è richiesta l'esecuzione, sulla stessa abitazione, di lavori di recupero agevolati con il bonus ristrutturazioni.

In ambito Superbonus la misura del 65% prevista per il 2025 viene riservata solo a chi, al 15 ottobre 2024, abbia presentato, insieme a istanza del titolo abilitativo in caso di demolizione/ricostruzione, la Cilas, adottando, per lavori condominiali, la delibera di approvazione dei lavori agevolati. È inoltre prevista la possibilità di ripartizione in dieci anni della detrazione spettante relativamente alle spese del 2023, quindi con aliquota previgente del 110% o del 90%, presentando un’istanza irrevocabile entro il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al 2024. Nessun cambiamento, invece, per il bonus barriere architettoniche. Resta in vigore con aliquota al 75% ma solo per un numero limitato di interventi, circoscritti a scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici.

La cessione del credito e lo sconto in fattura restano solo per chi accede al Superbonus a determinate condizioni:

 65% condomini e mini-condomini: delibera dei lavori e Cilas entro il 17 febbraio 2023 e sostenimento di parte delle spese comprovate da fatture per lavori già realizzati, entro il 30 marzo 2024;

 65% onlus «non sanitarie», Aps, Odv: costituzione dell’ente entro il 17 febbraio 2023, e Cilas, o istanza per il titolo in caso di demolizione e ricostruzione, e delibera condominiale in caso di interventi condominiali, entro il 30 marzo 2024;

 110% onlus “sanitarie”: costituzione dell’ente entro il 17 febbraio 2023, e Cilas, o istanza per il titolo in caso di demolizione e ricostruzione, e delibera condominiale in caso di interventi condominiali, entro il 30 marzo 2024.

 110% zone terremotate (entro e fuori cratere): Cilas, o istanza per il titolo in caso di demolizione e ricostruzione, delibera

5.000 euro (tetto max di spesa)

euro

euro

euro (tetto max di detrazione)

96.000 euro (tetto max di spesa)

condominiale in caso di interventi condominiali, o istanza per concessione contributi presentate entro il 30 marzo 2024. Per le zone del cratere: istanze presentate dal 30 marzo 2024 se verrà rifinanziato il fondo di 400 milioni di euro stanziato per il 2024.

La Legge di Bilancio 2025 introduce inoltre a regime, nel Testo unico delle Imposte sui redditi, l’articolo che disciplina il “riordino delle detrazioni” con effetto dalle spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2025. È stato fissato un tetto massimo complessivo di oneri detraibili (compresi quelli agevolati con i bonus in edilizia) per i soggetti con reddito superiore a 75mila euro (nel quale non rientra l’abitazione principale), variabile in base al numero dei figli a carico. L’ammontare annuale degli oneri detraibili viene calcolato moltiplicando un “importo base” pari a 14mila euro se il contribuente ha reddito complessivo superiore a 75mila euro e a ottomila euro se superiore a 100mila euro, per un coefficiente pari a:

 0,5 se nel nucleo familiare non sono presenti figli a carico;

 0,7 se nel nucleo familiare è presente un figlio a carico;

 0,85 se nel nucleo familiare sono presenti due figli a carico;

 1 se nel nucleo familiare sono presenti più di due figli a carico, o almeno uno con disabilità.

Dalle detrazioni che vengono ripartite in più anni sono escluse le spese mediche e le detrazioni per investimenti in Start up o Pmi innovative. Le nuove disposizioni non interessano le rate delle spese detraibili con i bonus in edilizia sostenute sino al 31 dicembre 2024, gli interessi passivi relativi a mutui per l’acquisto/costruzione della prima casa contratti fino al 31 dicembre 2024 e i premi di assicurazione sulla vita e sulla casa derivanti da contratti stipulati sempre entro la stessa data. Per i soggetti con reddito superiore a 120mila euro, le descritte limitazioni alle spese detraibili si aggiungono al tetto alla detrazione Irpef del 19% operante sulle diverse categorie di spesa.

economia

Un contesto di difficile lettura, con crisi che si sovrappongono e sommano i loro effetti, rendendo difficile le previsioni: un quadro ancora all’insegna delle incognite, che tuttavia lascia spazio, iniziando dal contesto regionale, ad alcuni segnali incoraggianti in attesa di conferma.

Indicazioni ancora confortanti sono emerse dal comparto edile lombardo: nel terzo trimestre dell’anno da poco concluso — in base agli ultimi dati aggiornati di Unioncamere Lombardia — ha registrato una nuova accelerazione nel volume d’affari, con una variazione rispetto allo stesso periodo del 2023 pari al +6,3%, dopo il +2,1% e il +3,9% dei trimestri precedenti. Positivo anche il dato congiunturale, con un +2% su giugno. Bene pure le commesse con un aumento tendenziale del 4,6% che ha confermato, anzi migliorato ulteriormente, i valori dei periodi iniziali dell’anno. Ancora in frenata i prezzi di vendita, con un incremento congiunturale dell’1,9%, il più contenuto dal 2021 quando i listini avevano iniziato ad accelerare per compensare i forti rincari delle materie prime. È proseguita, inoltre, l’espansione della base occupazionale delle imprese delle costruzioni: la variazione del numero di addetti tra inizio e fine trimestre è stata del +0,2%. Il dato mostra un rallentamento rispetto agli incrementi tra gennaio e giugno, anche per motivi fisiologici legati alle oscillazioni stagionali delle assunzioni, ma conferma il trend positivo degli ultimi quattro anni. Spostando l’analisi a livello provinciale, il nuovo anno si è aperto nel segno delle sfide dopo un 2024 che, in base ai dati più aggiornati, mostra luci (poche) e ombre. L’analisi del comparto manifatturiero evidenzia lo stop alla fase di discesa dell’attività produttiva: nel terzo trimestre la variazione rispetto allo stesso periodo del 2023 è risultata nulla (0,0%), dopo ben cinque rilevazioni consecutive negative. Tra luglio e settembre il valore delle esportazioni bresciane — pari a 4.639 milioni di euro — ha registrato una nuova flessione su base tendenziale (-1,5%): la sesta rilevazione negativa consecutiva da aprile 2023. Quanto riscontrato in ambito territoriale — in base alle analisi condotte dai Centri Studi di Confindustria e Confapi Brescia — è in controtendenza rispetto al leggero incremento rilevato in Lombardia (+1,4%) e alla stagnazione nazionale (-0,1%). Nei nove mesi del 2024, l’ammontare complessivo dell’export del made in Bs si è attestato a 15.062 milioni di euro, in flessione del 3,6% su base annua, con un andamento più negativo guardando a quanto emerso in Lombardia (-0,5%) e in Italia (-0,7%).

Altri segnali confermano un 2024 non certo brillante in ambito provinciale. Come quelli del mercato del lavoro, rimasto in frenata. Anche i dati relativi al terzo trimestre dell’anno da poco concluso hanno certificano il «fiato corto» dell’economia, con la differenza tra avviamenti e cessa-

+6,3% il volume d’affari del settore edile nel terzo trimestre del 2024

Cauto ottimismo per il 2025

A livello provinciale, il nuovo anno si è aperto nel segno delle sfide dopo un 2024 che, in base ai dati più aggiornati, mostra luci (poche) e ombre. L’analisi del comparto manifatturiero evidenzia lo stop alla fase di discesa dell’attività produttiva

siti iconici

Da quasi cinque secoli, essendo stata costruita tra il 1542 e il 1544, la Fortezza del Priamàr protegge — oggi solo simbolicamente — la città di Savona. La edificò la Repubblica di Genova, appunto, per difendere il territorio da eventuali incursioni marinare e insieme, in realtà, anche per far sentire il controllo della Superba sulla città dei Papi, così definita perché figli del suo territorio furono Sisto IV e Giulio II della Rovere, in parte distrutta nel 1528 dalle truppe di Andrea Doria e dell’imperatore Carlo V. In quel periodo, secondo alcune ipotesi, Savona avrebbe dato i natali a Cristoforo Colombo, ipotesi che più di una volta ha visto contrapporsi con vigore gli storici savonesi e genovesi. Dai testi storici sappiamo che, già durante i lavori della sua edificazione, la struttura militare iniziò la sua attività, ospitando un presidio sin dal 1543. diventa funzionante, tanto che, a cantiere ancora aperto, già nell’aprile del 1543, vi si insedia un primo presidio. L’etimologia di Priamàr, come frequentemente accade, non è considerata univoca: per alcuni pietra sul mare, da pria a' mà, per altri pietra cattiva, friabile, da pria mala. Una cosa è certa: per fare posto alla pietra a mare o friabile che dir si voglia, intervenendo sul promontorio roccioso esistente valorizzando militarmente la sua naturale posizione strategica, si sacrificò una dei più vivaci e rilevanti quartieri della città medievale. Sacrificio rilevante, che distrusse tre ospedali, dieci oratori delle confraternite, il Convento domenicano e finanche la Cattedrale di Santa Maria di Castello e il Palazzo Vescovile. Uno sventramento che avrebbe dato vita alla principale fortificazione della Liguria. La struttura è imponente e presenta spazi multiformi e anche tra loro molto diversi, dovuti alle varie funzioni assolte nei secoli, alle eterogenee fasi vissute e ai conseguenti ampliamenti. Come molta parte delle strutture monumentali del nostro Paese ha vissuto anche periodi di oblio e abbandono, sfociati nel periodo più recente in una profonda e complessa azione di restauro e recupero. Intervento che oggi consente alla For-

La Fortezza del Priamàr a Savona: da presidio militare a cittadella della cultura

La struttura è imponente e presenta spazi multiformi e anche tra loro molto diversi, dovuti alle varie funzioni assolte nei secoli, alle eterogenee fasi vissute e ai conseguenti ampliamenti

novità dalle aziende

Aquanest, una soluzione sostenibile per la gestione urbana delle acque piovane

Il cambiamento climatico e l’urbanizzazione intensiva influiscono anche sulla capacità di gestire i deflussi superficiali. Precipitazioni meno frequenti ma più intense, superfici sempre più impermeabili e infrastrutture fognarie spesso inadeguate stanno aumentando il rischio di inondazioni e la brusca alternanza tra siccità e alluvioni. Per affrontare queste sfide, i Sistemi di Drenaggio Urbano Sostenibile (SUDS) propongono una soluzione innovativa, con l’obiettivo di ripristinare la capacità naturale del terreno di gestire le acque meteoriche e di ridurre l’impatto delle attività umane sul ciclo idrico.

Come agiscono i SUDS?

 Gestiscono grandi volumi d’acqua: riducono i rischi di allagamento e deflussi eccessivi.

 Mitigano gli effetti degli eventi estremi: tutelano sul lungo termine la naturale capacità drenante del suolo.

 Proteggono la biodiversità: contribuiscono a preservare l’equilibrio tra ambiente antropico e naturale.

Questi sistemi possono essere implementati in modi diversi, adattandosi alle specifiche esigenze di ogni area: dalla laminazione, per controllare i deflussi in reti fognarie esistenti, all’infiltrazione, che ripristina la capacità di assorbimento del terreno, fino all’accumulo, che consente di riutilizzare l’acqua per l’irrigazione o per altri servizi.

Aquanest: la soluzione firmata Valsir

Aquanest è un sistema composto da moduli drenanti per realizzare invasi interrati per la gestione delle acque meteoriche. Progettato in polipropilene arricchito con cariche minerali, Aquanest è caratterizzato da un’elevata resistenza meccanica che lo rende ideale anche per le aree carrabili soggette al passaggio di mezzi pesanti. Ogni modulo misura 0,79x0,79x0,80 m, con una capacità di accumulo di 479 litri d’acqua . Gli elementi sono composti da piastre grigliate e colonne coniche cave e permettono di creare invasi estremamente stabili e durevoli nel tempo.

I vantaggi di Aquanest

 Semplicità di installazione: grazie al peso ridotto e a una geometria estremamente funzionale, non richiede attrezzature particolari, riducendo tempi e costi di posa.

 Resistenza certificata: classificato SLW60 secondo la normativa DIN 1072, è testato per sostenere carichi fino a 600 kN (ovvero 60 tonnellate, quando ricoperto da uno strato di terreno di 80 cm).

 Versatilità d’uso: può essere configurato per infiltrazione, laminazione o accumulo, adattandosi a ogni esigenza progettuale. Qualsiasi configurazione dei moduli permette di effettuare facilmente sia la videoispezione che la pulizia del sistema.

 Praticità: la geometria dei moduli è stata progettata per semplificarne il trasporto. Un singolo camion con una capacità di carico di 70 mc può trasportare gli elementi necessari a realizzare un invaso da 400 mc

 Sostenibilità: limita i deflussi superficiali, impedisce la diffusione di agenti inquinanti e contribuisce al ripristino del ciclo idrico naturale. Inoltre, è realizzato in polipropilene riciclato che può essere totalmente recuperato a fine vita ed è conforme al Decreto CAM.

Un sistema efficiente e sostenibile

I moduli Aquanest sono progettati per prevenire i problemi legati a un’eccessiva impermeabilizzazione delle superfici urbane. Nel totale rispetto del principio dell’invarianza idraulica, garantiscono il mantenimento delle capacità idriche e idrologiche delle aree antropizzate, prevenendo il rischio di inondazioni. Grazie alla sua facilità di installazione e alla versatilità d’uso, Aquanest rappresenta una soluzione ideale per promuovere un approccio sostenibile alla gestione delle acque meteoriche nelle aree urbane, contribuendo a migliorare la qualità della vita e la sicurezza dei cittadini.

Campi di applicazione

Aquanest trova applicazione in molti contesti, sia in aree verdi che carrabili. Può essere utilizzato con questi obiettivi:

 Infiltrazione: il bacino disperdente viene avvolto in tessuto non tessuto, permettendo alle acque di defluire liberamente nel terreno.

 Laminazione: l’invaso viene protetto con geo-membrane impermeabili per regolare il deflusso verso le reti fognarie.

 Accumulo: le acque raccolte possono essere riutilizzate per irrigazione, impianti antincendio o altre esigenze.

Conosciamo il Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Brescia Fiamme Gialle, un Corpo evoluto, al passo con i tempi e saldo presidio della legalità

Osservando la solida struttura in pietra della Caserma Leonessa, sede del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Brescia, in via Milano, nasce spontaneo il paragone con la solidità di un Corpo che lo scorso anno ha festeggiato i due secoli e mezzo di attività. Al contempo, pensando al dinamismo innovativo della GdF e dei suoi uomini in divisa grigia, un altro paragone fa capolino: quello con la prossima sede del Comando bresciano, che traslocherà nei vasti spazi dell’ex caserma Achille Papa. Dopo la demolizione degli edifici esistenti sono iniziati i lavori tesi a dare nuova vita al vecchio presidio militare per trasformarlo in una cittadella di servizi. Insieme alla Guardia di Finanza traslocheranno a fianco del Mella e di Ponte Crotte, l’Agenzia delle Dogane e la Motorizzazione civile. Nel nuovo contesto continuerà con vigore l’attività dei finanzieri in terra bresciana per contrastare con efficacia i crimini finanziari ed economici e, tra i vari malaffari, il traffico di stupefacenti.

Colonnello Maceroni, dopo i primi diciotto mesi al comando della Guardia di Finanza di Brescia e provincia, come descrive il rapporto tra i bresciani, cittadini e imprese, e il fisco?

Le statistiche posizionano questa provincia tra i primissimi posti in Italia e la città di Brescia spesso in posizioni che surclassano i capoluoghi di importanti regioni, su metriche che spaziano dall’economia, al turismo, all’industria manufatturiera. Il rapporto tra

bresciani, imprese e istituzioni, tra cui il fisco, rispecchia questo scenario che non sarebbe possibile senza un lavoro sinergico e un dialogo costante tra tutti gli attori del territorio. Sinergie che il Corpo ha potuto verificare concretamente nell’ambito dei numerosi protocolli d’intesa che il Comando Provinciale ha siglato con le istituzioni locali e nelle interlocuzioni tenute con le associazioni di categoria. In particolare, ad esempio, sono stati conclusi protocolli di collaborazione con la Procura Generale presso la Corte d’Appello di Brescia, con le Agenzie fiscali, l’Ispettorato del Lavoro, Inps, Inail, con la Provincia, Acb, Comune di Brescia, Ats e le Asst territoriali, con l’Autorità di bacino lacuale dei laghi d’Iseo, Endine e Moro e con l’Università ed enti equipollenti. Parallelamente è costante e frequente il dialogo con enti e associazioni rappresentativi dell’economia locale, tra cui, ad esempio, la Camera di Commercio, Confesercenti, Confindustria, Confapi, Confcommercio, Coldiretti, Confagricoltura e Confartigianato.

Per quanto concerne i reati fiscali e la presenza di criminalità organizzata siamo nella media nazionale oppure la situazione è ancor più preoccupante?

Preoccupazione non è il termine giusto, perché quello

bresciano è fondamentalmente un territorio sano. Tuttavia, non bisogna mai dimenticare che la ricchezza che questa provincia esprime attira inevitabilmente fenomeni d’illegalità e tentativi di inquinamento dell’economia sana e, pertanto, la soglia di attenzione del Corpo resta costantemente alta, come del resto testimoniano le importanti operazioni concluse che hanno condotto a rilevanti sequestri e che hanno avuto ampia diffusione sui media locali e nazionali. Tra i dati comunicati nell’ambito della celebrazione della festa del Corpo dello scorso anno, ad esempio, è possibile citare la denuncia di 558 soggetti per reati tributari, di cui 34 tratti in arresto, il sequestro di beni per un valore di oltre 133 milioni di euro, gli accertamenti patrimoniali nei confronti di 191 soggetti e la confisca di beni per oltre 7,5 milioni di euro in applicazione della normativa antimafia. Fare un paragone rispetto alla media nazionale sul numero dei reati fiscali o sulla presenza di organizzazioni criminali rischia di essere un esercizio approssimativo e fuorviante se i dati di riferimento non sono correlati alle variabili economiche e territoriali. In quest’ottica, la provincia di Brescia non si discosta da altre realtà assimilabili. In molti paventavano problemi e interferenze losche nella

gestione dei fondi Pnrr. Ipotesi che hanno trovato conferma dal vostro osservatorio oppure in terra bresciana tutto è filato liscio?

La disciplina che regola l’accesso ai fondi Pnrr è articolata e richiede risorse professionali di cui non tutti i potenziali beneficiari dispongono. Si pensi ai piccoli Comuni che in alcuni casi si sono trovati a gestire importanti linee di finanziamento senza avere personale con adeguata esperienza specifica. Su questo snodo chiave, il Corpo si è posto al fianco degli enti interessati, in una posizione di ascolto e promuovendo attività formative e informative condotte direttamente o con l’ausilio della Ragioneria dello Stato, in modo da supportare la fisiologia della provincia che, va ricordato, in larga misura è sana e determinata ad agire nel perimetro della legalità. Questo costante dialogo con le espressioni del territorio, di cui peraltro l’incontro avuto con Ance ne è concreta testimonianza, al

Nato a Formia, in provincia di Latina, nel 1975, il Colonello t. ST RN (Comparto ordinario) Francesco Maceroni è coniugato e padre di tre figli. Ha frequentato l'Accademia della Guardia di Finanza dal 1996 al 2001. Ha conseguito i seguenti titoli di studio: Lauree in Giurisprudenza e Specialistica in Scienze della Sicurezza Economico Finanziaria; Master di secondo livello in Diritto Tributario e in Diritto Tributario dell’Impresa. In campo professionale ha frequentato numerosi corsi di specializzazione, in particolare, ha frequentato il 42° Corso Superiore di Polizia Tributaria. Attualmente è Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Brescia. Nel grado di colonnello ha assolto l’incarico di Capo di Stato Maggiore del Comando Generale e di Comandante del I Gruppo Tutela Entrate del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Roma. Nei gradi da tenente a tenente colonnello è stato Comandante della Tenenza di Sassuolo, Comandante di Sezione del 1° e del 2° anno di corso d’Accademia, Capo Drappello e Capo Sezione Impiego Dirigenti e Direttivi presso l'Ufficio Personale Ufficiali del Comando Generale, Capo Ufficio Comando e Capo Ufficio Operazioni del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Palermo. Negli anni ha insegnato materie giuridiche, tributarie e tecnico-professionali presso l’Accademia del Corpo, l’allora Scuola di polizia tributaria (ora polizia economico-finanziaria) nonché il Centro Addestramento di Palermo e di Roma.

contempo, è stato ed è prezioso per intercettarne i segnali patologici ed intervenire con rapidità per prevenirne gli sviluppi. Sul tema, richiamando ancora i dati diffusi in occasione della festa del Corpo dello scorso anno, sono stati eseguiti 219 interventi nei confronti di cittadini e imprese, diretti a verificare il rispetto dei requisiti per l’accesso a crediti d’imposta, contributi e finanziamenti, oltreché la corretta esecuzione delle opere e dei servizi oggetto di appalti pubblici.

A suo avviso l’intensa attività di Ance Brescia per favorire trasparenza e sicurezza, ad esempio con l’introduzione della piattaforma digitale Check, ha ottenuto i risultati che si prefiggeva e prefigge, ovvero di salvaguardare le imprese corrette e oneste e garantire la committenza pubblica e privata?

Dotarsi di un sistema di guida e monitoraggio del rispetto delle norme che sovrintendono alla regolarità amministra-

È stato membro: di Sottocommissioni e di Commissioni per il reclutamento e per gli esami di Ispettori, Allievi Ufficiali e Ufficiali del Corpo; del Gruppo di lavoro concernente l’ordinamento degli studi del biennio di applicazione del ruolo aeronavale; del Gruppo di lavoro per l’analisi del contesto interno ed esterno, la definizione del posizionamento strategico del Corpo e la stesura del documento di pianificazione strategica nel quale tracciare la vision di medio-lungo periodo e le conseguenti linee di intervento; del Gruppo di lavoro “Program Management”; del Gruppo di lavoro incaricato di valorizzare le funzioni ricondotte al Comando Aeronavale Centrale del Corpo; della Commissione giudicatrice del concorso per l’ammissione al 52° Corso superiore di Polizia economicofinanziaria. È stato insignito delle seguenti onorificenze: “Cavaliere” dell’ordine al merito della Repubblica Italiana; Medaglia militare d’argento al merito di lungo comando; Croce d’oro per anzianità di servizio. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti di ordine morale relativi allo svolgimento di importanti attività di polizia tributaria e giudiziaria nonché di Stato Maggiore.

tiva e tecnica dei cantieri, tra cui rientrano gli aspetti della sicurezza sul posto di lavoro, costituisce un vantaggio decisivo anche sotto il profilo del rispetto del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 che regolamenta la responsabilità amministrativa degli enti. La disciplina, infatti, prevede che l’ente risponde per uno degli illeciti in catalogo nella misura in cui non sia stato in grado di

provare di aver comunque adottato, prima della realizzazione del reato, misure organizzative idonee a prevenire la commissione di illeciti da parte dei suoi organi di vertice. È su questo punto che uno strumento gestionale e di monitoraggio come “Check” può essere dirimente nella valutazione della responsabilità dell’ente. Quindi sicuramente la piattaforma ha tutte le potenzialità

per assicurare la salvaguardia delle imprese corrette e oneste e garantire la committenza pubblica e privata.

Sempre in tema di impegno per contrastare ad esempio lavoro nero e comportamenti il-

diffondere e far rispettare uno specifico Protocollo della legalità. Cosa ne pensa?

Le iniziative adottate si collocano nella scia di quanto già auspicato a livello centrale con il Protocollo di legalità stipulato tra il ministero dell’Interno e l’Ance nazionale in data 4 agosto 2021, a cui anche Ance Brescia ha aderito in data 17 ottobre 2024.

A Brescia l’edilizia ha da sempre avuto rilevanza strategica. La filiera del costruito, secondo gli ultimi dati da voi diramati la scorsa estate, assorbe oltre il 26% di tutte le imprese della provincia e più del 16% degli addetti

leciti e distorsivi del mercato, l’organizzazione presieduta dall’ingegner Deldossi è attivamente impegnata da anni a

L’Associazione si era attivata già a partire dal 2017 nel perseguimento di obiettivi di legalità con un alcuni protocolli che coinvolgono l’intera filiera delle costruzioni, perimetrati principalmente sulle materie della si-

curezza sul lavoro, leale concorrenza, trasparenza contrattuale e buone prassi organizzative, amministrative, tecniche e formative. Successivamente, tra il 2018 ed il 2021 sono stati stipulati ulteriori protocolli che hanno visto quali controparti anche il Comune e la Provincia di Brescia e l’articolazione territoriale dell’Ispettorato del Lavoro, in cui l’ambito di competenza è stato esteso al contrasto alle pressioni della criminalità organizzata nel settore edile. L’adesione dello scorso ottobre al protocollo siglato centralmente con il ministero dell’Interno, ha spostato il focus prioritariamente sulla lotta ai fenomeni corruttivi e sul contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata. Si tratta indubbiamente di un passo avanti im-

portante, particolarmente in un territorio come quello bresciano la cui florida economia e i consistenti flussi di finanziamento connessi al Pnrr solleticano inevitabilmente gli appetiti della criminalità, le cui capacità mimetiche sono sempre più insidiose.

Tutto evolve e in questa precisa fase storica i cambiamenti sono particolarmente veloci. Le chiedo: quali sono i principali cambiamenti organizzativi e operativi della Guardia di Finanza?

Il contesto esterno, i suoi mutamenti e le sue tendenze evolutive sono oggetto di attento e costante monitoraggio e studio. Questo avviene non solo analizzando le statistiche periodicamente disponibili e seguendone gli andamenti e le tendenze, ma soprattutto in-

Le nuove tecnologie, l’avvento dell’intelligenza artificiale e una globalizzazione sempre più trasversale, hanno condotto a confrontarsi con meccanismi fraudolenti insidiosi e sofisticati che spesso si muovono velocemente

terloquendo costantemente con tutti gli stakeholder presenti sul territorio che per primi registrano i cambiamenti e i segnali che ne derivano. In questo ambito si collocano i citati protocolli d’intesa, le interlocuzioni con gli enti e le associazioni di categoria, tra cui anche l’incontro con la vostra associazione. Si tratta di un approccio metodologico che consente al Corpo di porsi al fianco del tessuto economico e sociale sano e di ridurre i tempi di reazione rispetto all’insorgere di nuovi fenomeni d’illegalità. Parallelamente lo scenario attuale, dominato dal susseguirsi delle innovazioni tecnologiche, dal moltiplicarsi dei canali informativi globalizzati e da flussi di dati sempre più ampi e a rischio distorsione,

richiede un costante adeguamento sui piani delle dotazioni e soprattutto della formazione del personale. Sul punto sono molto importanti le partnership avviate localmente anche con il mondo accademico che consentono un proficuo arricchimento di competenze e un costante aggiornamento. Parallelamente quali sono, invece, i principali cambiamenti registrati negli ultimi decenni nei comportamenti sociali attinenti alla sfera di competenza delle Fiamme gialle?

Le nuove tecnologie, l’avvento dell’intelligenza artificiale e una globalizzazione sempre più trasversale, hanno condotto a confrontarsi con meccanismi fraudolenti insidiosi e sofisticati che spesso si muovono velocemente mimetizzandosi su canali transnazio-

nali e che, pertanto, richiedono competenze specialistiche e di alto livello. Intimamente connesso a questo scenario, come già detto, è l’aumentato esponenziale dei dati disponibili dai quali è sempre più complesso estrarre le informazioni utili separandole dal cosiddetto rumore informativo. È cambiato anche, e in positivo, il grado di consapevolezza dei cittadini sull’importanza della legalità economico-finanziaria, a cui oggi sono particolarmente sensibili. In risposta, i processi di lavoro dell’Istituzione sono stati improntati a standard elevati di trasparenza, competenza e professionalità ed è stata affinata la capacità di comunicare con tempestività, in modo semplice, sintetico e diretto sui molteplici canali oggi disponibili. Questi citati, ovviamente, sono solo una piccola ma importante parte dei cambiamenti osservati nei comportamenti sociali che, senza pretese di esaustività in questo breve spazio, hanno già posto delle rilevanti sfide.

Le imprese di tutti i settori vivono la grande difficoltà di trovare addetti, anche per l’atteggiamento diverso dei giovani nei confronti del mondo del lavoro. La Guardia di Finanza registra le stesse difficoltà ad arruolare nuove leve? Non sono state registrate queste difficoltà nei processi di reclutamento. Come ho anticipato, il Corpo, negli ultimi

anni, ha costantemente aggiornato i parametri di comunicazione sia interna, sia esterna, adeguandoli ai mutamenti culturali e sociali, con particolare attenzione alle esigenze e alle aspettative delle nuove generazioni. Con l’intento di suscitare interesse ed entusiasmo proprio sui più giovani, particolare attenzione è stata posta a veicolare i valori condivisi di riferimento, le opportunità offerte dal vasto spettro d’impiego coperto dai nostri compiti istituzionali, che investono il territorio in

tutti i suoi aspetti, dall’attività di polizia economica finanziaria nei Reparti ordinari, alla tutela della sicurezza in montagna, fino ai comparti specialistici aereo e navale e alle proiezioni internazionali. L’accento è stato posto, quindi, sull’impegno per definire percorsi d’impiego che consentono a ciascun militare di esprimere il proprio potenziale, supportandone la crescita professionale senza tralasciare il benessere organizzativo. Tutti questi aspetti sono stati veicolati anche a Brescia e pro-

L’adesione al Protocollo della legalità dello scorso ottobre, siglato centralmente con il ministero dell’Interno, ha spostato il focus prioritariamente sulla lotta ai fenomeni corruttivi e sul contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata

vincia, nell’ambito di specifici incontri tenuti con i ragazzi nelle scuole, che hanno sempre suscitato grande attenzione ed interesse.

Che cosa conosce del mondo dell’edilizia e delle costruzioni e come lo considera? Il settore, per sua natura, rappresenta un importante volano per gli investimenti imprenditoriali e per i finanziamenti statali ed europei che vi confluiscono. Le modalità del suo sviluppo, inoltre, impattano considerevolmente sulla sostenibilità ambientale e sulla sicurezza dei lavoratori che qui sono esposti fisiologicamente a rischio. A Brescia, in particolare, l’edilizia ha da sempre avuto rilevanza strategica, infatti la filiera del costruito, secondo gli ultimi dati da voi diramati la scorsa estate, assorbe oltre il 26% di tutte le imprese della provincia e più del 16% degli addetti. Il rovescio della medaglia è tuttavia costituito dagli appetiti che inevitabilmente può suscitare in soggetti di pochi scrupoli e in cerca di facili arricchimenti, nella migliore ipotesi, o nelle organizzazioni criminali, nella peggiore. Per questo va sottolineata l’importanza del protocollo stipulato con il ministero dell’Interno e il canale aperto con la Prefettura di Brescia, così come il dialogo instaurato con la Guardia di Finanza a partire dall’incontro dello scorso 27 gennaio.

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“Costruire il Futuro” è il bimestrale di Ance Brescia che propone riflessioni e approfondimenti sul mondo della filiera della casa. La rivista affronta le tematiche più attuali per rispondere ai quesiti che ruotano attorno al settore edile, un comparto dalle grandi potenzialità, pronto ad abbracciare la digitalizzazione e nuovi orizzonti di sviluppo.

Testi e immagini si inseriscono armoniosamente in uno spazio dove l’analisi del presente è accompagnata da soluzioni concrete, indispensabili per costruire il futuro della nostra società in linea con le più recenti esigenze di sostenibilità e di rinnovamento.

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L’assemblea annuale fa il punto sulle potenzialità applicative dell’IA

L’Assemblea ordinaria del Gruppo Giovani di Ance Brescia è stata un’occasione importante per fare il bilancio delle attività dell’anno appena trascorso e avviare una riflessione sulle sfide e le opportunità del futuro

Durante l'incontro, è stato dedicato uno spazio formativo al tema dell'intelligenza artificiale, approfondendo le sue potenzialità applicative nel settore delle costruzioni. L’Assemblea ha confermato il suo valore come momento di confronto, utile per fare il punto sulla situazione del gruppo e per tracciare nuove direzioni.

All’apertura dei lavori, il Presidente del Gruppo Giovani, Santo Prandelli, ha ricordato come l’anno trascorso abbia fatto registrare al gruppo una significativa crescita, con l’ingresso di numerosi membri. Un risultato, ha commentato Prandelli, “motivo di grande soddisfazione e che conferma la giusta direzione del percorso intrapreso, che ha visto il coinvolgimento attivo di molti giovani professionisti impegnati nel settore edile”. Il vicepresidente di Ance Brescia

Roberto Facchetti ha ricordato che il Gruppo rappresenta “un percorso di crescita e una scuola di leadership, che insegna a lavorare insieme, anche tra competitor, e a valorizzare il dialogo, per trovare soluzioni condivise”.

Le attività del 2024 si sono concentrate sul rafforzamento del dialogo con le altre associazioni giovanili del territorio,

in particolare nel contesto del progetto Gpp (Giovani Per un Progetto), ampliando inoltre la rete di collaborazione anche a livello extraprovinciale con Ance Bergamo Giovani e prendendo attivamente parte ai consigli nazionali e regionali. Obiettivo specifico del gruppo è stato quello di avvicinare le nuove generazioni al settore, facendo conoscere loro le

numerose opportunità professionali e di crescita. La convinzione che il futuro dell’edilizia dipenda proprio dai giovani ha spinto il gruppo a concentrarsi su iniziative formative e di orientamento nelle scuole, con il desiderio di offrire agli studenti spunti, confronti e opportunità di maggiore conoscenza del settore. Il 2025 rappresenta un nuovo passo per il Gruppo Giovani, che vedrà il rinnovo delle cariche apicali nella prossima primavera.

AI Essentials: le basi per esplorare l’intelligenza artificiale

Ospite d’eccezione della serata è stato Walter Riviera, responsabile tecnico dei progetti AI di Intel per Europa, Medio Oriente e Africa, che ha offerto una panoramica approfondita sullo stato dell'arte dell’intelligenza artificiale e sulle sue potenziali applicazioni nel settore dell’ambiente costruito. Riviera ha aperto il suo intervento con una riflessione sul significato dell’intelligenza artificiale, sfatando alcuni miti e chiarendo che non si tratta di una tecnologia futuristica, ma di una realtà già presente in numerosi settori. Ha evidenziato come l’AI sia in grado di analizzare enormi quantità di dati per ottimizzare i processi e prendere decisioni più rapide ed efficaci.

Il focus si è concentrato sulle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale per l’industria delle costruzioni. Tra le applicazioni esplorate: dalla redazione automatica di verbali all’ottimizzazione della progettazione per creare modelli più efficienti, riducendo sprechi di materiali e migliorando i flussi di lavoro, fino al monitoraggio della sicurezza, con la capacità di individuare potenziali pericoli nei cantieri e ridurre i rischi di incidenti.

conflitto, le opere d'arte, anche quelle appartenenti a chiese, santuari e altri luoghi di fede bresciani, rientrarono a casa dai rifugi. Per l’occasione vennero riunite e nel 1946 in una mostra allestita nel Duomo Vecchio di Brescia che celebrava lo scampato pericolo duran-

te il conflitto. Non tutte le opere furono risparmiate dai danni, ma grazie agli sforzi straordinari dei funzionari e degli esperti coinvolti nella protezione, gran parte del patrimonio artistico bresciano riuscì a sfuggire alla distruzione.

L’impegno di Ance Brescia a favore della comunità

L’Associazione è impegnata nella promozione sociale del territorio, dimostrando un’attenzione costante alle esigenze della comunità e contribuendo al miglioramento della qualità della vita. Attraverso collaborazioni e donazioni a enti di diversa natura, l’Associazione sostiene le fasce più vulnerabili della popolazione e promuove attività culturali e di interesse generale, in sintonia con la sua missione di responsabilità sociale. Nel corso del 2024, Ance Brescia ha erogato un totale di 15mila euro a sostegno di cause sociali, contribuendo a progetti significativi:

Associazione True Quality per il progetto Co-crea per la realizzazione di un’opera murale e di un intervento di rifunzionalizzazione delle aree comuni, che preveda il coinvolgimento degli abitanti dell’area di intervento nel quartiere Primo Maggio a Brescia.

Associazione Carcere e Territorio di Brescia ODV quale contributo all’acquisto di beni di prima necessità per le persone detenute.

Fondazione Museo Diocesano di Brescia per la realizzazione della mostra “Brescia ferita (1944-1945). I luoghi della fede dai bombardamenti alla rinascita” in occasione dell’80° anniversario dei bombardamenti su Brescia.

Fondazione ANT Italia Onlus, quale sostegno istituzionale a favore dell’assistenza socio-sanitaria domiciliare gratuita ai pazienti oncologici.

CeSiA - Università degli Studi di Brescia per la realizzazione del Convegno “Approcci innovativi nella riqualificazione del patrimonio costruito” nell’occasione della ricorrenza del ventennale del sisma del novembre 2004.

Furono decine le ditte che operarono nel periodo immediatamente dopo la fine della guerra e contribuirono a ripristinare la funzionalità di edifici pubblici, privati e religiosi e dei vari servizi. Nel fondo “Riparazione danni di guerra” dell’Archivio di Stato di Brescia ne sono elencate 71. Queste imprese e i loro dipendenti offrirono a Brescia la possibilità di riavviare rapidamente la vita quotidiana, i servizi, di riparare e ricostruire gli edifici civili e religiosi della città. Le imprese indicate erano: Arrighini e Mantovani (via Campo Marte 8); Arici e Zorzini (Rezzato); Bellini Mosè; Bernardelli Dario; F.lli Bianchetti (Fornaci); Bianchi e C. (via Trieste 72); Boldi Pietro (via Trieste 55); Guido Bologna (via San Faustino 24); Bonetti e figli (via Cremona 73); Broccolo Armando (via San Martino della Battaglia 16); Bulgarini Angelo; Giovanni Burlotti; Busi Ettore (piazzale Arnaldo 39); F.lli Calatroni (contrada del Mangano 14); Campana geom. Arturo (via Gabriele Rosa 21); G. Castiglioni; F.lli Chizzolini e C.; Soc. Comedile (via Leonardo da Vinci); Coop. Industriale Nazionale (via Carducci 3); Muratori ex internati di Borgosatollo; Muratori di Castenedolo; De Franceschi Renato e C.; Sez.ne Economato; “F.A.S.A” (Medole); F.lli Fenaroli; Antonio Ferretti (Gavardo); Fumagalli e C. (via Moretto 47); Fogari Camillo; Gasperini Giovanni (via 18 novembre); Gazzaretti Enzo; Ghidini Pietro; Francesco Lancini; Legnotecnica bresciana; Loda Giovanni e C.; F. lli Lombardi (Rezzato); Longhena Emilio (via delle Battaglie 71); Alberto Maccechini; F.lli Madesana (Goito, Mantova); F. lli Marigo (contrada Santa Chiara); Marchetti Giuseppe (via Pozzo dell’Olmo 17); Miadoro Benedetto (Bagnolo Mella); Migliorati Leone (piazza T. Brusato 18); Moncini (Capo di Ponte); Palini (Pisogne); Parzani e Riva; Pasotti e F. (via Rua Confettora 9); S. a. Pasotti legnami (via Massimo D’Azeglio 6); Prati Arturo; Pedretti Pietro; Fausto Pezzagno (via Umberto I 16); Piccolo e Romano; Rino Prandini (piazza T. Brusato 18); Parti Arturo; Rizzi, Donelli e Breviglieri; Fausto Saiani; Soc. Scie Dogini, Magnoni, Ing. Zani (corso C. Alberto 19); Italcementi; Società Bresciana cementi e laterizi; Cementifera Sebina; Severino Stabiumi; F.lli Taffi; Sugherificio lombardo; S.a. Giac. Togni (corso Garibaldi 16); Zucca Giuseppe (vicolo Inganno 10a); Zanetti Angelo (via Battaglie 68); Cugini Zani (via Mulino 2); Guglielmo e Silvio Zani; Guido Bologna (via S. Faustino 24); Busi Ettore (piazzale Arnaldo 3a); Società Sielte; Zanetti Angelo (via Battaglie 68).

Premialità nel settore edile

Cape eroga oltre 2 milioni di euro a sostegno delle imprese qualificate

Nel panorama delle costruzioni, la valorizzazione delle imprese che operano con trasparenza, legalità e continuità rappresenta un elemento strategico per la crescita e la qualificazione dell’intero comparto. In questa direzione si inserisce l’ultima erogazione, operata da Cape, della premialità prevista dal contratto provinciale, che ha destinato oltre 2 milioni di euro a più di 650 imprese bresciane in possesso dei requisiti richiesti.

L’importo complessivo del premio riconosciuto è particolarmente significativo perché copre le annualità dal 2018 al 2023, a testimonianza di un impegno costante nel tempo nel sostenere le aziende che operano con correttezza e professionalità. Con il Contratto Collettivo Provinciale siglato nel 2022 per la provincia di Brescia, è stata introdotta una premialità rivolta alle imprese virtuose iscritte in Cassa Edile Brescia al fine del rilancio del contratto di settore. Nello specifico, la volontà di Ance Brescia e delle sigle sindacali che hanno sottoscritto l’accordo è stata quella di premiare le imprese che, applicando con rigore il contratto collettivo di lavoro per i dipendenti delle imprese edili, garantiscono la legalità e la sicurezza, garantendo ai propri lavoratori le prestazioni erogate da Cape e valorizzando quindi il ruolo del sistema bilaterale. Un impegno concreto per sostenere le aziende virtuose, caratterizzate da una solida storicità e da una gestione responsabile del personale e della sicurezza nei cantieri.

Sanedil:

la sanità integrativa per i lavoratori edili

Sanedil è il Fondo di Assistenza Sanitaria

Integrativa dedicato ai lavoratori delle imprese edili e affini, nato per garantire prestazioni sanitarie e sociosanitarie a operai e impiegati iscritti e ai loro familiari fiscalmente a carico. L'iscrizione è automatica per chi ha un contratto collettivo del settore edile ed è interamente a carico del datore di lavoro. Grazie a Sanedil, i lavoratori possono accedere a rimborsi, indennità e servizi sanitari tramite primarie compagnie assicurative o direttamente dal Fondo. Cape supporta l’accesso ai servizi forniti da Sanedil. Per maggiori dettagli, visita www.cassaedilebrescia.it

Un aspetto particolarmente innovativo è stato l’inserimento, tra i requisiti richiesti, della presenza di un account attivo sulla piattaforma “Check - il portale di cantiere”, lo strumento digitale al servizio della trasparenza e della legalità che garantisce la regolarità dei cantieri e il rispetto delle norme, promuovendo una comunicazione chiara tra imprese, professionisti e committenti. L’erogazione della premialità rappresenta un chiaro segnale dell’importanza di investire sulla qualità e sulla legalità nel comparto edile. Un incentivo che non solo premia le imprese più virtuose, ma che intende costruire un settore più sicuro, efficiente e competitivo.

Il Piano Sanitario valido sino al 31 dicembre 2025

Prestazioni in autogestione Lenti e montatura; Trattamenti fisioterapici riabilitativi; Ausili e presidi sanitari.

Prestazioni Pacchetti prevenzione; Analisi del sangue; Visite specialistiche; Esami di alta specializzazione (rmn, tac, ecografie, etc.); Protesi ortopediche e acustiche; Ablazione del tartaro; Cure odontoiatriche conservative (carie); Ortodonzia; Implantologia; Estrazione denti (avulsione); Protesi mobili dentarie; Interventi chirurgici odontoiatrici per patologie particolari; Ricovero per grande interventi chirurgici previsti da polizza; Assistenza infermieristica privata durante il ricovero; Trasporto sanitario; Malformazioni neonati; Maternità gravidanza; Servizio Monitor Salute; Grave inabilità determinata da invalidità permanente da infortunio sul lavoro o gravi patologie; Trattamenti fisioterapici riabilitativi da infortunio e patologie temporaneamente invalidanti.

Eseb tra sicurezza e innovazione

Proseguono i seminari del sabato per il settore edile

Tre recenti seminari, organizzati nell’Auditorium di via della Garzetta da Eseb, Cape, le sigle sindacali

Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil insieme ad Ance Brescia, hanno affrontato le tematiche fondamentali di sicurezza e innovazione, fornendo agli operatori del settore utili strumenti per affrontare le sfide del settore

Sicurezza nei cantieri: un sistema che responsabilizza tutti

L’incontro “La sicurezza nel cantiere come obbligo di sistema” ha posto al centro del dibattito la sicurezza come pilastro imprescindibile dell’edilizia, approfondendo anche l’introduzione della patente a crediti, strumento normativo adottato per premiare le imprese virtuose e contrastare le realtà improvvisate.

Uno degli aspetti più discussi è stato il legame tra qualificazione delle imprese e riduzione degli infortuni. L’incremento dei progetti edilizi legati a incentivi fiscali e ai finanziamenti del Pnrr ha portato, in alcuni casi, a una corsa contro il tempo che ha sacrificato l’attenzione alla sicurezza. Sono intervenuti Vincenzo Perna, ispettore territoriale del lavoro Itl Brescia, Francesco Zanelli, funzionario servizio sindacale di Ance Brescia, Maurizio Fazio, ispettore territoriale del lavoro Itl Brescia, Corrado Gatti, delegato alle Relazioni industriali di Ance Brescia e Fabio Mascia, vicepresidente Eseb e segretario generale Fillea Cgil di Brescia. Il seminario ha evidenziato la necessità di un cambio culturale profondo: la sicurezza non deve essere percepita come un ostacolo burocratico, bensì come un vantaggio competitivo e un elemento essenziale per la sostenibilità del settore. La patente a crediti si inserisce in questo contesto come strumento di selezione e valorizzazione delle imprese più attente al rispetto delle norme e alla tutela dei lavoratori. La sua implementazione mira a incentivare pratiche virtuose e a responsabilizzare tutti gli attori della filiera edilizia.

L’intelligenza artificiale nelle costruzioni: una rivoluzione in corso

Il tema dell’innovazione digitale è stato invece protagonista di due seminari, “L’IA è già nel mondo delle costruzioni. Lo sai?” e “Innovazione digitale e aspetti legali nell’ambiente costruito”, che hanno radunato oltre 400 persone nelle due giornate, a testimonianza di un interesse crescente verso le nuove tecnologie applicate all’edilizia.

Gli eventi hanno visto la partecipazione di esperti del settore, tra cui Roberto Magnani, membro del Comitato tecnico scientifico dell’Ente nazionale per l’Intelligenza Artificiale, l’avvocato Chiara Micera dello Studio Legale Micera, Marta Olivieri, Associate Partner & Innovation Manager di DVArea e Ceo di ODUElab e infine Alessio Pennati di Spektra Srl - A Trimble Company. Gli interventi hanno approfondito le potenzialità dell’intelligenza artificiale nell’ottimizzazione dei processi, nella gestione dei cantieri e nell’analisi dei dati. L’IA permette di monitorare i progressi delle opere in tempo reale, rilevare situazioni di rischio prima che si verifichino incidenti e migliorare l’efficienza delle lavorazioni, riducendo sprechi e ritardi.

Un aspetto chiave emerso dal seminario riguarda l’impatto dell’intelligenza artificiale sulla sicurezza nei cantieri. Sistemi di visione artificiale, algoritmi di analisi del rischio e strumenti di manutenzione predittiva possono contribuire a creare ambienti di lavoro più sicuri e a supportare le decisioni delle imprese. Tuttavia, il progresso tecnologico porta con sé anche nuove sfide legali ed etiche, legate alla protezione dei dati, alla responsabilità in caso di errori e alla necessità di una regolamentazione adeguata all’uso di queste tecnologie.

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ance brescia

Dalla newsletter settimanale di gennaio e febbraio 2025, una panoramica su alcune delle ultime novità in tema di urbanistica, lavori pubblici, tributi e trasporti. Tutte le notizie sono riportate anche sul sito internet dell’Associazione: ancebrescia.it

URBANISTICA

gennaio / Manifestazione di interesse “Opportunity Lombardy”. Opportunità insediative e progetti di investimento in Lombardia

La Manifestazione di interesse “Opportunity Lombardy” rappresenta un’opportunità per le imprese edili che desiderano avviare nuovi progetti sul territorio lombardo. L'iniziativa, coordinata da Unioncamere Lombardia, intende incentivare la mappatura di aree e immobili disponibili per l’avvio di attività economiche, offrendo visibilità gratuita per attrarre investitori. Aree e immobili selezionati saranno promossi a livello nazionale e internazionale, senza

costi per i proprietari, valorizzando così i loro asset immobiliari. La domanda di partecipazione deve essere inviata in modalità telematica attraverso la piattaforma Bandi e Servizi, entro le ore 10 del 1° ottobre 2025. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito regionelombardia.it.

LAVORI PUBBLICI

gennaio / Legge di Bilancio 2025 e DL Aiuti. Proroga anche per l’anno in corso del meccanismo straordinario di adeguamento dei prezzi nei lavori pubblici

In vigore il Decreto “Milleproroghe 2025” che dispone la proroga dei termini per scadenze afferenti i

singoli ministeri. In tema di appalti pubblici, la Legge di Bilancio 2025 prevede la modifica del cosiddetto Decreto Aiuti, il quale reca disposizioni per fronteggiare gli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali da costruzione negli appalti pubblici. In particolare, vengono prorogate le misure riguardanti l’adeguamento dei prezzi dei materiali, ai lavori eseguiti o

contabilizzati anche nell’anno attuale, fino al 31/12/2025.

gennaio / Correttivo al codice dei contratti pubblici. Le principali novità per gli appalti pubblici di lavori

In vigore il Decreto Legislativo recante «Disposizioni integrative e correttive

NOTIZIARIO

I contenuti del Notiziario non saranno più trasmessi tramite pubblicazione cartacea, ma saranno inviati tramite newsletter a tutti gli iscritti.

Puoi ricevere la newsletter di Ance Brescia mandando una richiesta via e-mail a info@ancebrescia.it

ance brescia

al codice dei contratti pubblici di cui al decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36», un provvedimento importante per il settore dei lavori pubblici e che prevede una serie di novità che toccano ambiti fondamentali per le attività delle imprese del settore. Gli ambiti di intervento del decreto correttivo sono stati riassunti dalla Relazione illustrativa in dieci macrotemi: equo compenso, tutele lavoristiche, digitalizzazione, qualificazione delle stazioni appaltanti, revisione prezzi, consorzi, tutela delle micro, piccole e medie imprese, fase esecutiva del contratto di appalto, partenariato pubblico privato, Collegi Consultivi Tecnici (Cct).

TRIBUTI

gennaio / Legge di Bilancio 2025. Proroga e rimodulazione dei bonus in edilizia

Con la Legge di Bilancio 2025 i bonus edilizi vengono prorogati fino al 2027, ma con una rimodulazione al ribasso delle attuali percentuali di detrazione. Le principali novità riguardano i seguenti bonus: ristrutturazioni, mobili, Ecobonus, Sismabonus e Superbonus. Gli uffici dell’Associazione (enrico.massardi@ancebresc ia.it) restano a disposizione per qualsiasi chiarimento.

gennaio / Iva al 10% per le opere di urbanizzazione. Criteri di applicazione

L’Agenzia delle Entrate ha confermato l’aliquota Iva al 10% per le opere di urbanizzazione primaria e

secondaria, elencate nell’articolo 4 della legge n. 847 del 1964, come integrato dall’articolo 44 della legge n. 865 del 1971 e riprodotte nell’articolo 16 del Testo Unico sull’edilizia.

L’agevolazione si estende anche alle prestazioni di servizi legate a contratti di appalto per la realizzazione delle suddette opere. Possono inoltre beneficiare della stessa aliquota anche le opere o impianti assimilati a quelli elencati nel citato numero 127-quinquies.

L’agevolazione riguarda anche le cessioni di beni (escluse materie prime e semilavorate) destinati alla costruzione degli edifici come scuole, caserme, ospedali, case di cura e analoghe.

TRASPORTI

gennaio / Servizio gratuito per la richiesta di autorizzazioni alla circolazione dei trasporti eccezionali

Ance Brescia offre agli associati un servizio gratuito di supporto per il

conseguimento delle autorizzazioni necessarie alla circolazione dei mezzi d’opera e dei trasporti eccezionali. I permessi vengono classificati in tre categorie (periodiche, multiple e singole) e rilasciate tramite piattaforme telematiche, dagli Enti proprietari o concessionari delle strade, quali Anas, Province e Società Autostrade. Gli interessati possono contattare gli uffici di Ance Brescia al numero 030 399133.

gennaio / Trasporti eccezionali. Indennizzi di usura del manto stradale 2025

La circolazione di veicoli eccezionali e di trasporti in condizioni di eccezionalità su strade pubbliche è subordinata all’ottenimento di un’autorizzazione preventiva, che deve essere richiesta esclusivamente tramite l’applicativo telematico TE-online. I pagamenti relativi a diritti istruttori, bolli virtuali e indennizzi per maggiore

usura del manto stradale devono essere effettuati tramite l’applicativo TE-online o tramite sistema PagoPA. Gli autocarri classificati come mezzi d’opera sottostanno a un indennizzo d’usura equiparabile alla tassa auto regionale in termini di durata e importo, e non si applicano le tabelle Anas. Ulteriori informazioni disponibili alle pagine dedicate di Regione Lombardia.

gennaio / Trasporti. Divieti di circolazione 2025: pubblicato il decreto

Il Ministero dei Trasporti ha firmato il Decreto che definisce i divieti di circolazione per i veicoli industriali con massa complessiva superiore a 7,5 tonnellate per il 2025. Quest’anno i giorni di divieto sono 78, due in più rispetto al 2024. Il provvedimento sarà presto pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Per ulteriori informazioni accedere al sito del Ministero dei Trasporti dopo la pubblicazione.

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