2025 - Costruire il futuro n°3 - Maggio giugno

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3/2025

Rivista bimestrale di ANCE Brescia

Presidente Ance Brescia editoriale / 1

Massimo Angelo Deldossi

Il valore e la responsabilità di costruire futuro

All’insegna dell’orgoglio di appartenere a un settore dalle ampie prospettive, ma ben radicato nella tradizione e riconoscente delle persone che lo portano avanti con impegno ogni giorno, mi rifaccio all’intervento tenuto durante l’appuntamento assembleare di quest’anno per ringraziare ancora una volta Voi, costruttori di futuro. Voi imprese, che quotidianamente affrontate la sfida più grande: quella di realizzare spazi di vita, luoghi dove la comunità cresce e muta. È un atto di grande responsabilità, che porta, tassello dopo tassello, a rendere tangibile il mondo che immaginiamo per le future generazioni: più sostenibile, più inclusivo, più sicuro. Nel costruire edifici, infrastrutture, case e servizi, contiamo con fatica sulle nostre forze e sulla nostra determinazione, ma oltre alle dinamiche interne aziendali e ai rapporti che stringiamo con committenti e fornitori, è il mondo stesso a influenzarci da vicino. Così, come Ance, abbiamo voluto dare spazio durante l’Assemblea associativa a fenomeni, cambiamenti globali e innovazioni da cui non possiamo esimerci. Una riflessione che ha messo in luce i giochi di forza tra potenze mondiali e le ricadute economico-sociali derivanti dalle stesse, per inquadrare la situazione attuale e definire insieme dove stiamo andando. Una strada che chiama ogni impresa ad attrezzarsi per diventare più strutturata, trasparente e digitale, senza snaturare le proprie radici e il knowhow tramandato di generazione in generazione. Anzi, è guardando al cammino percorso sino ad ora da ognuna che, anche la piccola impresa, deve trovare la forza per gestire al meglio gli stimoli esterni, introdurre strumenti innovativi a favore della digitalizzazione dei processi e dell’efficienza produttiva, dotandosi di una governance interna seria e di strategie lungimiranti.

Se l’innovazione ci viene incontro, non voltiamoci dall’altra parte. Dai dati Ance presentati a livello nazione, l’intelligenza artificiale generativa nel settore dell’edilizia può avere nel mondo, su un totale di 4.400 miliardi di dollari, un impatto tra i 90 e i 150 miliardi, che in euro si attesta all’incirca sugli stessi importi, offrendo vantaggi concreti: tempi di preparazione delle offerte nelle gare d’appalto ridotti dell’80%, taglio dal 20 al 30% dei costi di manutenzione, diminuzione delle tempistiche di sviluppo della progettazione (30-50%), dei tempi di consegna (50-70%) e una precisione nel controllo della qualità e del design maggiore dell’80%. È comprovato che le imprese che sono partite per prime nell’adozione dell’Ia, già nel 2017, sono riuscite in minor tempo ad assorbire l’investimento iniziale e successivamente ad avere maggiori introiti. Non esistono purtroppo né un percorso univoco né metodologie standardizzate per implementarla, ma con il servizio Ance di digitalizzazione e Bim, vogliamo offrire alle imprese un supporto in tal senso, che dia una panoramica delle tecnologie emergenti e del modo migliore per introdurle in azienda. Diventeranno presto pane quotidiano, tanto che la Commissione Lavoro ha accolto le proposte avanzate da Ance riconoscendo l’urgenza di un piano strategico che consenta ai lavoratori di acquisire competenze necessarie per gestire le nuove tecnologie, riducendo i rischi e aumentando l’efficienza. Il primo passo è dunque investire sulla formazione per un’edilizia più preparata, sicura, consapevole delle potenzialità del digitale e delle nuove tecnologie intelligenti. Serve puntare sulla formazione continua e l’aggiornamento professionale, partecipando a percorsi che includano l’uso di strumenti digitali avanzati e metodologie basate sull’Ia. Anche questo è un nostro compito, una nostra responsabilità per costruire un domani migliore.

Il valore che resta: persone, imprese, territori

L’Assemblea annuale di Ance Brescia ha acceso i riflettori sul cuore vero dell’economia italiana: le imprese familiari. Una struttura imprenditoriale che, pur nella sua dimensione spesso contenuta, regge da decenni il peso dello sviluppo industriale, della coesione sociale e dell’identità produttiva del Paese. Oltre l’82% delle imprese edili in Italia ha una governance familiare: una cifra che parla da sola. Ma non basta ricordarlo, bisogna partire da qui per costruire nuove strategie.

Il contesto lo abbiamo tutti presente: la transizione digitale, le sfide ambientali, l’instabilità geopolitica e il progressivo invecchiamento demografico impongono una visione rinnovata. In questo quadro, il Rapporto sul futuro della competitività europea di Mario Draghi rappresenta un importante riferimento per comprendere la direzione in cui l’Europa, e con essa l’Italia, è chiamata ad andare. Si denuncia un’Europa rallentata, incapace di reagire con la stessa prontezza e aggressività competitiva di Stati Uniti e Cina. La parola chiave è innovazione, ma non intesa come fine a sé stessa: deve essere sistemica, accessibile e accompagnata da riforme strutturali, da un mercato unico più efficiente e da una nuova cultura della produttività.

In un contesto economico globale che esalta la dimensione ipertecnologica, finanziarizzata, impersonale, il nostro tessuto produttivo appare quasi anacronistico. Eppure, i numeri raccontano altro. Raccontano di un Paese che, grazie alle imprese, è tra i leader mondiali della manifattura; che investe in tecnologia, in robotica, in formazione, e che compete nelle nicchie ad altissimo valore aggiunto. Un Paese in cui il modello di capitalismo, proprio anche del settore edile, non si misura sulla capitalizzazione di borsa, ma sulla capacità di durare nel tempo, di passare il testimone tra generazioni, di incarnare una “cultura del fare” impresa che è dapprima identità, oltre che strategia.

Ecco allora che le imprese familiari, se adeguatamente supportate, possono diventare il fulcro di questa transizione. Sono radicate nei territori, flessibili, capaci di visione di lungo periodo, ma devono aprirsi al cambiamento. Non possono più bastare la tradizione e l’intuito imprenditoriale: benché necessari, vanno accompagnati da competenze, capacità di fare rete, cultura manageriale e apertura al capitale umano giovane e qualificato. Lo stesso Rapporto Draghi sottolinea l'urgenza di superare la frammentazione e di investire in strumenti di aggregazione e cooperazione.

Per questo l’assemblea annuale non è stata un semplice momento celebrativo, ma l’occasione per ribadire una visione: quella di un’associazione che vuole essere casa comune per l’imprenditoria locale, attraverso una progettualità concreta, che va dalla formazione tecnica all’orientamento strategico, dalla rappresentanza sindacale al dialogo con le istituzioni. Ance Brescia non è solo un luogo di servizi, ma un motore culturale, un ponte tra imprese e comunità, tra economia e società.

Durante l’Assemblea si è parlato anche di visione collettiva, del bisogno di fare sistema, di alimentare un senso di appartenenza che superi la logica dell’interesse individuale. Solo così possiamo garantire la tenuta e il rilancio del nostro tessuto imprenditoriale. Solo così possiamo rendere la nostra provincia un modello italiano ed europeo di competitività sostenibile.

Il futuro si costruisce insieme: è una necessità. E le imprese familiari, se messe nelle condizioni di esprimere il loro potenziale, possono guidare questa costruzione. Con il supporto di Ance Brescia, con il dialogo costante tra tutti gli attori della filiera, con l’impegno condiviso per un’economia che sia non solo solida, ma anche giusta, dinamica e innovativa.

Alessandro Scalvi
Direttore Ance Brescia

sommario

maggio-giugno 2025

1 editoriale/1

Il valore e la responsabilità di costruire futuro di Massimo Angelo Deldossi

3 editoriale/2

Il valore che resta: persone, imprese, territori di Alessandro Scalvi

8 in primo piano

Inaugurata la mostra con gli scatti selezionati dalla giuria della terza edizione di FotografiAMO il futuro

12 campus edilizia

Brescia Solidale, una Fondazione a supporto delle persone anziane

16 sostenibilità

Strumento chiave per una rendicontazione trasparente e consapevole

22 digitalizzazione & bim

La decisione amministrativa automatizzata

26 innovazione & tecnologie

L’impresa di costruzioni e la riduzione di intensità del capitale umano

28 storia per il domani

I progetti cestinati della Brescia mai nata

42 economia

La situazione del made in Brescia e le previsioni sull’economia nazionale

44 siti iconici

L’Arsenale di Venezia: architettura, ingegneria e futuro di un patrimonio vivo

32-41 / focus Assemblea Generale 2025

46 architettura

Con “Fondamentale” Ance partecipa alla Biennale di Architettura di Venezia

48 opere pubbliche

Dai dati Silrop una panoramica sulle opere pubbliche in territorio bresciano

56 ance giovani

Giovani costruttori: “propositività” la chiave del nostro impegno

59 cape

Rimborso per le attività estive dei figli dei lavoratori iscritti ed erogazione dell’Ape

60 eseb

In Eseb la prima edizione delle Olimpiadi della sicurezza

63 ance

Ance informa

Rivista bimestrale del Collegio Costruttori Edili di Brescia e provincia anno 7 - numero 3

Editore: C.E.R. srl Unipersonale Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia

Direttore responsabile

Adriano Baffelli

Redazione e Direzione

ANCE Brescia - Collegio Costruttori Edili di Brescia e provincia Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia

Comitato di redazione

Adriano Baffelli, Fabio Rizzinelli, Alessandro Scalvi, Francesca Scolari

Pubblicità: C.E.R. srl Unipersonale Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia t. 030 392895 - f. 030 381798 info@cerbrescia.it

Numerica - Divisione commerciale di Editoriale Bresciana SpA Via Solferino, 22 - Brescia t. 030 37401 - clienti@numerica.com

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Ance Brescia

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Registrazione del Tribunale di Brescia: 5 settembre 1951, n. 54

Prezzo copia singola: euro 1,60

Prezzo abbonamento: euro 5,00

La collaborazione alla Rivista è aperta a tutti. Gli articoli devono essere trasmessi alla Redazione e la loro pubblicazione è subordinata al giudizio insindacabile del Comitato di Redazione. L’accettazione di uno scritto non implica da parte del Comitato di Redazione e di ANCE BresciaCollegio Costruttori Edili, di cui la Rivista è l’organo, riconoscimento od approvazione delle teorie o delle opinioni dell’autore. Gli articoli non pubblicati non vengono restituiti. La riproduzione, anche parziale, di articoli o disegni è subordinata alla citazione della fonte.

50 incontri Matteo Baroni di Adriano Baffelli
Stampa: LITOS srl, Gianico (Bs)
Progetto grafico e impaginazione
Camera di Commercio: al via i lavori per l’adeguamento sismico

SONO INIZIATE LE OPERE PER IL MIGLIORAMENTO DELLE CARATTERISTICHE ANTISISMICHE DELL’IMMOBILE SEDE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI BRESCIA, CHE SI SVILUPPA VERTICALMENTE SU NOVE LIVELLI: TRE INTERRATI E SEI FUORI TERRA. GRAZIE AGLI INTERVENTI PER L’ADEGUAMENTO STRUTTURALE DELL’EDIFICIO, CHE NE MANTERRANNO L’ESTETICA ORIGINALE, L’IMMOBILE REGISTRERÀ UN SALTO DI SEI CLASSI NELLA NORMATIVA ANTISISMICA. LE OPERE PORTERANNO ANCHE A UN MIGLIORAMENTO DELLE PRESTAZIONI ACUSTICHE E TERMICHE DELL’EDIFICIO E A UN AUMENTO DEL VALORE PATRIMONIALE INTORNO AL 20%. A SEGUITO DELL’INTERVENTO, INOLTRE, QUELLO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI BRESCIA SARÀ IL PRIMO EDIFICIO PUBBLICO DELLA CITTÀ DI BRESCIA A OTTENERE LA CERTIFICAZIONE LEED (LEADERSHIP IN ENERGY AND ENVIRONMENTAL DESIGN). I LAVORI, CURATI DA SE.VA.T, SOCIETÀ SERVIZI VALLE TROMPIA, DURERANNO 14 MESI, MA IL CANTIERE NON INTERROMPERÀ LE REGOLARI ATTIVITÀ DEGLI UFFICI CAMERALI.

in primo piano

Contest FotografiAMO il futuro

Inaugurata la mostra con gli selezionatiscattidalla giuria della terza edizione

Premiati contestualmente i primi sei classificati, che si sono aggiudicati buoni acquisto sino a duemila euro e uno spazio sulle copertine della rivista Costruire il futuro. Dal 16 giugno l’esposizione si sposta nelle sedi di Eseb, Cape ed Ance Brescia

Ridare nuova vita a spazi abbandonati, vedere il risultato dei processi di rigenerazione di strutture fatiscenti che vengono riconsegnate alla città, guardare al futuro delle aree del tessuto urbano che un tempo hanno fatto la storia di un territorio per rifunzionalizzarle a seconda delle esigenze della contemporaneità. Questi sono alcuni dei motivi che spingono città fortemente industrializzate come Brescia ad approcciarsi e a seguire percorsi e modelli virtuosi di rigenerazione di siti produttivi dismessi. E nel solco di tale visione, Ance Brescia, insieme alla rivista bimestrale associativa Costruire il futuro, in collaborazione con il Museo dell’Industria e del Lavoro di Brescia (musil) e il patrocinio di Provincia di Brescia e Comune di Brescia, ha lanciato lo scorso anno la terza edi-

1° classificato

Alessandro Bacchetti

(Brescia)

Skate Park

Luogo dello scatto:

Parco Dora, Torino

2° classificato

Alessio Soggetti

(Cassina Valsassina, Lecco)

Ex fabbrica Nestlé

Luogo dello scatto: Armani Silos, Milano

3° classificato

Alfredo Ferro

(Albano Laziale - RM)

Pothos e la Caldaia

Luogo dello scatto: Centrale Montemartini, Roma

4° classificato

Arcangelo Piai

(Susegana - TV)

Venezia Heritage Tower

Luogo dello scatto:

Venezia Heritage Tower, Marghera (VE)

5° classificato

Tiziana Cini

(Poggio a Caiano, Prato)

C’era una volta

Luogo dello scatto: Museo del Tessuto, Prato

6° classificato

Tino De Luca

(Brescia)

Simbolo di rinascita

Luogo dello scatto: Teatro Borsoni, Brescia

zione del concorso fotografico FotografiAmo il futuro che ha raccolto centinaia di scatti in linea con il tema “Archeologia industriale. Un passato che costruisce futuro”. La giuria — presieduta da Giacomo Bettoni, presidente del Museo nazionale della Fotografia — Cinefotoclub Brescia e composta da Francesco Fontana, presidente del Museo dell’Industria e del Lavoro (musil), Francesca Bazoli, presidente della Fondazione Brescia Musei, Adriano Baffelli, giornalista e direttore responsabile della rivista “Costruire il futuro” e Luigi Serboli, architetto co-fondatore dello studio Boschi+Serboli — ha selezionato le sei immagini vincitrici che si sono aggiudicate uno spazio sulle copertine di Costruire il futuro 2025 e per i loro autori è previsto un riconoscimento in buoni sino a duemila euro

da utilizzare per l’acquisto di attrezzature fotografiche professionali.

La consegna dei premi è avvenuta in occasione dell’inaugurazione della mostra fotografica, aperta fino al 15 giugno, negli spazi del musil, Museo del ferro “Lodovico Giordani” di via Manestro 107 a Brescia. L’evento è stata l’occasione per rendere merito agli scatti che meglio hanno saputo rappresentare la rigenerazione di luoghi produttivi riconsegnati a nuova vita e a nuova funzione, oggi simboli di innovazione e trasformazione che guardano al futuro. “L’arte ha questa straordinaria capacità di rendere visibile ciò che spesso è invisibile o ignorato, creare connessioni profonde e imprimere messaggi nella memoria collettiva — ha sottolineato il vicepresidente di Ance Brescia, Fabio Rizzinelli,

“L’arte ha la straordinaria capacità di rendere visibile ciò che spesso è invisibile o ignorato, creare connessioni profonde e imprimere messaggi nella memoria collettiva”

portando personalmente e a nome dell’Associazione i suoi complimenti a tutti i partecipanti. “Per questo motivo abbiamo sentito il bisogno, in rappresentanza dell’edilizia del territorio, di raccontare il nostro settore, che evolve, che rigenera, che innova, attraverso uno strumento potente e immediato quale l’arte fotografica. Attraverso i processi di rigenerazione non recuperiamo semplicemente immobili, ma ricostruiamo significati per dare nuova funzione ai luoghi e nuovo senso alle comunità”.

All’inaugurazione della mostra, che insieme ai sei scatti premiati espone altre quattordici opere selezionate e candidate alla terza edizione del concorso, era presente anche il presidente del musil, Francesco Fontana, che ha commentato: “Sono particolarmente lieto che la sede rinnovata del Museo del Ferro ospiti una mostra che unisce storia e futuro: nelle immagini esposte, infatti, il patrimonio industriale viene concepito come una matrice di nuove progettualità, in linea quindi con la nostra declinazione della mission museale. La collaborazione con Ance Brescia, inoltre, è stata molto proficua e spero possa confermarsi attraverso ulteriori iniziative”. Adriano Baffelli, direttore responsabile di Costruire il futuro, ha invece ricordato come “Gli spazi rigenerati, un tempo cuore pulsante dell'economia, oggi sono spesso esempi di rigenerazione urbana, rappresentando luoghi di sviluppo, incontro, innovazione e trasformazione del paesaggio. Il contest invitava i partecipanti a esplorare e catturare il dialogo tra il passato industriale e il presente. Il risultato ottenuto è interessante e positivo”.

Da metà giugno la mostra si sposterà nelle sedi degli enti bilaterali del sistema Ance Brescia: prima negli spazi dell’Ente Sistema Edilizia Brescia, in via della Garzetta 51 e in seguito presso Cassa Edile Bresciana, in via Guglielmo Oberdan 122. Le fotografie saranno infine esposte nella sede dell’Associazione dei costruttori edili bresciani, in via Ugo Foscolo 6.

campus edilizia

Brescia Solidale, una Fondazione a dellesupportopersone anziane Intervista al presidente Giacomo Mantelli

gli inizi di maggio 2025 la sindaca di Brescia, Laura Castelletti, ha nominato cinque persone nel Consiglio direttivo di Fondazione Brescia Solidale Onlus: Giacomo Mantelli, in qualità di presidente — ruolo che ricopre dal 2017 — Fulvio Lonati, medico, consigliere di Bs Solidale dal 2023; Rupy Mavi, dottore commercialista, consigliera di Bs Solidale dal 2021; Elia Croce, medico; Matteo Miglio, dottore commercialista, in consiglio di Bs Solidale dal 2021. La Fondazione Brescia Solidale Onlus è un ente senza scopo di lucro, istituito dal Consiglio comunale di Brescia nel dicembre 2006 e operativo dal settembre 2007, con l'obiettivo di promuovere la solidarietà sociale attraverso servizi dedicati all'assistenza e alla cura delle persone anziane, in particolare di quelle in condizioni di parziale o totale compromissione dell'autonomia personale. La Fondazione gestisce un'ampia rete di strutture e servizi nel territorio bresciano, tra cui Residenze Sanitarie Assistenziali (Rsa), Centri Diurni Integrati, Comunità per anziani, Alloggi Sociali e Servizi domiciliari. Questi ultimi includono interventi socioassistenziali a domicilio per persone con ridotta o nulla autonomia, al fine di mantenere la persona nel proprio ambiente e contenere il ricorso a strutture residenziali. Tra i progetti innovativi della Fondazione vi è il Servizio per l'Adattamento degli ambienti di vita (Sav), che offre consulenza per l'abbattimento delle barriere architettoniche nell'ambiente domestico, proponendo soluzioni personalizzate per favorire l'autonomia delle persone con disabilità o anziane. La Fondazione promuove iniziative di formazione e supporto per i caregiver, come corsi dedicati, e gestisce lo Sportello Assistenti familiari (Saf), che fornisce informazioni e assistenza

per l'iscrizione al Registro degli Assistenti familiari e per l'accesso a bonus economici destinati alla retribuzione degli assistenti. Con una visione integrata e orientata alla qualità dei servizi, la Fondazione Brescia Solidale Onlus rappresenta un punto di riferimento nel panorama dell'assistenza agli anziani, collaborando attivamente con il Comune di Brescia e la rete dei servizi sociosanitari territoriali. Da un incontro tra l’ingegner Massimo Deldossi, nella sua veste di presidente della Fondazione Campus Edilizia Brescia Ets, e il dottor Mantelli, presidente della Fondazione Brescia Solidale, realtà che, come ricordavamo sopra, gestisce alcune Rsa e case protette per anziani, sono emersi i molti problemi che la nostra città affronta per gestire gli anziani, criticità destinate ad incrementarsi notevolmente nei prossimi anni. Nell’occasione il presidente Mantelli ha presentato il progetto per realizzare sedici nuovi posti letto per pazienti gravi con assistenza dedicata in un nuovo padiglione all’Arici Sega di San Polo. La Fondazione Campus sta verificando la possibilità di occuparsi della progettazione esecutiva per dare un concreto supporto alla meritoria azione del sodalizio che sin dalla denominazione evidenzia il proprio ruolo a favore delle esigenze di alcune figure fragili della nostra

comunità. Per capire meglio l’attività della Fondazione abbiamo rivolto alcune domande al dottor Mantelli.

Iniziamo dall’intervento per il nuovo padiglione dell’Arici Sega, quali sono i soggetti destinatari dei nuovi posti letto?

Partendo dalle problematiche che vivono le famiglie in un periodo storico come l’attuale, caratterizzato da costante invecchiamento della popolazione e da conseguente aumento delle patologie croniche e da forte richiesta di soluzioni ai temi della non autosufficienza, ci siamo interrogati su come implementare i servizi e i posti letto per persone anziane particolarmente fragili. Intenderemmo concentrarci su coloro che possono necessitare di cure intermedie e/o subacute e che possono trovarsi in emergenza, magari a seguito di dimissioni da ospedali.

Presidente Mantelli, il padiglione è da realizzare ex-novo?

Abbiamo l’intenzione di utilizzare alcuni ambienti attualmente a rustico, che insistono sul piano terra di un’ala della Rsa Arici Sega di via Fiorentini, nel quartiere di San Polo a Brescia. Si tratta di volumi che sono stati approntati in sede di costruzione dell’intero nuovo edificio nel 2007 e

nnn

In alto a destra Giacomo Mantelli, presidente di Fondazione Brescia

Solidale Onlus

che in fase di avvio operativo dei servizi di quella Unità di offerta (120 posti letto di Rsa e un Centro diurno integrato) non risultavano necessari, pertanto non vennero completati internamente. Complessivamente stiamo parlando di poco meno di 700 mq su un unico piano che si apre su portico e giardino interno e che, in particolare, prevederebbero la sistemazione di circa 530 mq di superficie utile di pavimento.

Ci può parlare degli aspetti principali dell’attività della vostra Fondazione?

La Fondazione Brescia Solidale Onlus è un ente di diritto privato senza scopo di lucro, istituito dal Consiglio comunale di Brescia nel dicembre del 2006 e operativo dal 2007. Persegue le proprie finalità di solidarietà sociale attraverso la gestione di servizi e strutture destinate all’assistenza e alla cura di persone anziane in condizione di parziale o totale compromissione dell’autonomia personale; realizza interventi e servizi orientati a prevenire e rispondere a situazioni di bisogno, di disabilità o di disagio sociale. Promuove inoltre attività di formazione e di promozione culturale funzionali al perseguimento della mission aziendale. Devo dire che negli ultimi anni, a causa del trend demografico, del positivo allungamento della speranza di vita, ma anche del conseguente aumento dei bisogni di salute che una popolazione più longeva inevitabilmente registra, il nostro focus si è spostato sempre più sui servizi sanitari e socio-sanitari, mentre in passato, anche nei servizi residenziali, esisteva anche una dimensione sociale, di servizio a persone sole o con poca autonomia personale seppur con condizioni di salute nella norma. Anche il periodo della pandemia ha imposto una

campus edilizia

accelerazione in questo e quindi oggi ci troviamo a fronteggiare parecchie situazioni oggettivamente gravi: nelle nostre strutture residenziali abbiamo ben tre reparti per persone affette da demenze e morbo di Alzheimer e un reparto per persone in stato di vita vegetativo; le liste d’attesa, peraltro, sono lo specchio di questa situazione, nella quale ovviamente chi clinicamente sta peggio accede prima, determinando nei fatti una popolazione di utenti molto fragili. Nelle sue scelte strategiche e nell’operatività quotidiana la Fondazione si ispira ai principi contenuti nel Codice etico e persegue la costante collaborazione con il Comune di Brescia e con la rete integrata dei servizi sociosanitari.

Quali sono le principali criticità che si registrano a Brescia nell’assistenza agli anziani?

Nella provincia di Brescia attualmente abbiamo più di 90mila ultraottantenni, con una previsione di boom di anziani ultrasettantenni nel prossimo decennio. Ovviamente e per fortuna non tutti sono o saranno fragili, ma indubbiamente moltissimi hanno più di una malattia cronica, hanno pochissima autosufficienza e sempre più spesso non hanno rete familiare o parentale di supporto. I posti in strutture come Rsa, Comunità residenziali assistite e Centri diurni integrati sono circa 10mila, di cui circa 1.800 nella città capoluogo. Sicuramente siamo in condizioni migliori rispetto ad altre zone d’Italia, ma viviamo comunque l’urgenza di trovare soluzioni ulteriori, possibilmente innovative, per fronteggiare la grande mole di richieste che ci arrivano da famiglie in grande difficoltà.

Da parte vostra quali proposte avanzate per garantire un supporto più capillare alle famiglie con persone anziane che sono in difficoltà ad assisterle?

Sicuramente dobbiamo sviluppare in modo massiccio i servizi di cura domiciliare.

Dobbiamo cercare di favorire la permanenza degli anziani presso le proprie abitazioni il più possibile, anche perché è ciò che desiderano di più. Per fare questo però vanno potenziati i servizi che portano a casa delle persone l’assistenza medico-infermieristica, vanno potenziate la telemedicina e la teleassistenza, i servizi di assistenza e cura socio-sanitaria (quelli che noi chiamiamo Adi, Sad e Rsa aperta). Se le risorse lo permettessero poi andrebbero implementati nei vari distretti i servizi semiresidenziali o residenziali per

tidiana. Il Servizio si avvale di un’équipe costituita da architetto, fisioterapista e geriatra che effettuano la valutazione mediante sopralluogo a domicilio e incontri con l’interessato. Spesso vi è la necessità di avvalersi di ulteriori consulenze per l’abbattimento di barriere architettoniche, per ristrutturazioni di abitazioni non adeguate alle necessità igienico-sanitarie dei pazienti-utenti e soprattutto per le automazioni e i dispositivi domotici, per le quali sicuramente sarebbe utile ed importante una collaborazione con Fondazione Campus Edilizia.

La Fondazione promuove iniziative di formazione e supporto per i caregiver, come corsi dedicati, e gestisce lo Sportello Assistenti familiari (Saf), che fornisce informazioni e assistenza per l'iscrizione al Registro degli Assistenti familiari e per l'accesso a bonus economici destinati alla retribuzione degli assistenti

pazienti gravi, come quello che noi abbiamo in animo di fare, in rete e in sinergia con le strutture territoriali che le Asst stanno gradualmente realizzando (Case della Comunità, Ospedali di Comunità, Cot etc.).

La vostra azione contempla anche un Servizio, il Sav, per l'Adattamento degli ambienti di vita, che offre consulenza in tema di soluzioni per favorire l'autonomia delle persone con disabilità o anziane. Potrebbe essere utile a tal proposito una collaborazione con la Fondazione Campus Edilizia Brescia Ets?

Il Sav intende rispondere alla domanda “come posso continuare a vivere a casa mia quando le condizioni di salute, mobilità, autonomia e necessità di assistenza sono mutate?” La risposta offerta dal Servizio prevede soluzioni individualizzate di adattamento delle case, la proposta di arredi e ausili adeguati, la prefigurazione di soluzioni di automazione e dispositivi domotici per il controllo ambientale, informazioni relative alle agevolazioni e ai contributi di cui beneficiare. A seguito di una valutazione delle autonomie residue della persona non autosufficiente e dei bisogni legati alla specifica situazione abitativa il Sav informa, facilita e orienta il cittadino nell’individuare soluzioni per favorire l’autonomia nelle azioni di vita quo-

Quali altri aspetti potrebbero essere affrontati insieme dalle due realtà?

Proprio per quanto appena detto sarebbe molto importante essere insieme nella missione di comunicare e promuovere una nuova “cultura dell’abitare”, nella quale la dimensione strutturale e urbanistica dialogano con la dimensione sociale e con tutto ciò che riguarda la salute delle persone. Si tratta di costruire insieme un nuovo welfare abitativo a servizio della città e di tutte le comunità. “Abitare” un luogo o una casa vuol dire “vivere pienamente” nella comunità territoriale cui apparteniamo, coltivando relazioni solidali. Noi che operiamo nel sociale e con gli anziani da molto tempo abbiamo smesso di parlare di “ricoveri” o di “ospizi” utilizzando più volentieri il termine “residenza” o il termine “comunità residenziale”, perché parliamo di persone e di relazioni… Ecco, forse anche nel pensare e parlare delle nuove forme dell’abitare, dovremmo abbandonare la logica degli “appartamenti” (il cui termine significa separazione e ha la stessa radice di apartheid) o termini come “alloggio” (un tempo questa parola riguardava solo asini, cavalli e soldati) e promuovere invece la logica delle abitazioni (habitus), come luogo di vita, di realizzazione e di incontro, in tutte le fasi della esistenza.

sostenibilità

Sostenibilità Strumento chiave per una rendicontazione trasparente e consapevole

L’attenzione alla sostenibilità ambientale e al benessere delle persone riflette pienamente la filosofia promossa attraverso la formazione continua delle imprese associate

Negli ultimi anni, il concetto di sostenibilità ha acquisito un ruolo centrale nelle strategie aziendali e nelle politiche pubbliche. In questo contesto, si sono affermati come strumenti fondamentali per misurare, comunicare e migliorare l’impatto ambientale, sociale ed economico di organizzazioni e imprese.

A differenza del pensiero tradizionale, non ci si limita solo ai risultati economici, ma ci si rende conto degli effetti dell’attività aziendale sull’ambiente, sul benessere sociale e sulla governance.

Questi strumenti rispondono alla crescente domanda di trasparenza da parte di cittadini, investitori e istituzioni, diventando mezzi essenziali per costruire fiducia e reputazione. Inoltre, la rendicontazione della sostenibilità è sempre più richiesta anche a livello normativo.

In questo contesto, la raccolta sistematica di dati assume

un'importanza fondamentale poiché permette di monitorare e valutare le performance in modo oggettivo e strutturato. Questi dati rappresentano un punto di partenza indispensabile per individuare aree di miglioramento e definire azioni strategiche mirate al perfezionamento continuo delle performance aziendali. Un esempio concreto di integrazione della sostenibilità nelle strategie organizzative e nella rendicontazione e raccolta di dati è rappresentato dalla analisi degli interventi di svolti sulla sede di Ance Brescia.

La rinnovata struttura, infatti, è diventata simbolo di sostenibilità, grazie a interventi come il nuovo Auditorium dei Capimastri, caratterizzato da impianti tecnologici avanzati, materiali fonoisolanti e sistemi di ventilazione che migliorano significativamente la qualità ambientale.

Altro spunto è stato l’intervento su tutti i piani della sede

dell’Associazione, nei quali è stato anche implementato un sistema di domotica che ha permesso negli ultimi anni di diminuire i consumi di energia elettrica e termica, portando non solo un risparmio economico ma anche ambientale. La raccolta dei dati di miglioramento è stata fondamentale, anche con l’implementazione della Fabbrica dell’Aria. Innovativa soluzione sviluppata con il supporto di Pnat dell’Università di Firenze, che sfrutta le piante per depurare l’aria interna da composti organici volatili e polveri sottili che ha rimosso quasi 380 grammi di Voc (Composti Organici Volatili) e oltre 5.000 milligrammi di PM2.5, contribuendo a migliorare sensibilmente la qualità degli ambien-

ti interni. I Voc sono sostanze chimiche emesse da materiali da costruzione, arredi, prodotti per la pulizia e attività industriali, potenzialmente nocive per la salute umana e per l’ambiente.

Questa attenzione alla sostenibilità ambientale e al benessere delle persone riflette pienamente la filosofia promossa attraverso la formazione continua delle imprese associate. Nel 2024, l’associazione ha implementato un articolato programma formativo che ha coperto temi chiave come il nuovo Codice dei Contratti pubblici, gli incentivi fiscali, il Building Information Modeling (BIM), l’intelligenza artificiale applicata al settore edile e la sostenibilità ESG. La formazione continua, infatti, rappresenta una leva stra-

L’offerta formativa ha compreso approfondimenti su temi particolarmente innovativi e sfidanti, come la digitalizzazione avanzata dei cantieri, la certificazione dei sistemi di gestione Bim, la gestione della sicurezza attraverso strumenti innovativi come la patente a crediti, e l’introduzione di soluzioni tecnologiche avanzate nel real estate per l’efficienza energetica e la sostenibilità

tegica fondamentale per affrontare le transizioni ambientali, sociali e tecnologiche del settore edilizio, avendo integrato la propria offerta formativa nella più ampia strategia di sostenibilità e responsabilità sociale, documentando puntualmente le attività formative nel bilancio di sostenibilità.

Attraverso indicatori quantitativi e qualitativi, come il numero di eventi, le ore totali

erogate e l’impatto percepito, l’associazione promuove una cultura dell’apprendimento permanente come elemento strutturale e strategico. L’offerta formativa ha compreso anche approfondimenti su temi particolarmente innovativi e sfidanti, come la digitalizzazione avanzata dei cantieri, la certificazione dei sistemi di gestione Bim, la gestione della sicurezza attraverso strumenti innovativi come la

patente a crediti, e l’introduzione di soluzioni tecnologiche avanzate nel real estate per l’efficienza energetica e la sostenibilità.

L’esperienza evidenzia come la sostenibilità non sia semplici documenti burocratici o esercizi comunicativi, bensì veri strumenti di gestione e miglioramento continuo, capaci di generare valore tangibile. Rendicontare la sostenibilità, infatti, significa comunicare con trasparenza, rafforzare la fiducia e promuovere l’innovazione responsabile. In un mondo sempre più attento agli impatti delle scelte economiche, investire nella sostenibilità e nella formazione rappresenta una chiave strategica per costruire un futuro resiliente, competitivo e sostenibile.

sostenibilità

Indicazioni ancora confortanti sono emerse dal comparto edile lombardo: nel terzo trimestre dell’anno da poco concluso — in base agli ultimi dati aggiornati di Unioncamere Lombardia — ha registrato una nuova accelerazione nel volume d’affari, con una variazione rispetto allo stesso periodo del 2023 pari al +6,3%, dopo il +2,1% e il +3,9% dei trimestri precedenti. Positivo anche il dato congiunturale, con un +2% su giugno. Bene pure le commesse con un aumento tendenziale del 4,6% che ha confermato, anzi migliorato ulteriormente, i valori dei periodi iniziali dell’anno. Ancora in frenata i prezzi di vendita, con un incremento congiunturale dell’1,9%, il più contenuto dal 2021 quando i listini avevano iniziato ad accelerare per compensare i forti rincari delle materie prime. È proseguita, inoltre, l’espansione della base occupazionale delle imprese delle costruzioni: la variazione del numero di addetti tra inizio e fine trimestre è stata del +0,2%. Il dato mostra un rallentamento rispetto agli incrementi tra gennaio e giugno, anche per motivi fisiologici legati alle oscillazioni stagionali delle assunzioni, ma conferma il trend positivo degli ultimi quattro anni.

Spostando l’analisi a livello provinciale, il nuovo anno si è aperto nel segno delle sfide dopo un 2024 che, in base ai dati più aggiornati, mostra luci (poche) e ombre. L’analisi del comparto manifatturiero evidenzia lo stop alla fase di discesa dell’attività produttiva: nel terzo trimestre la variazione rispetto allo stesso periodo del 2023 è risultata nulla (0,0%), dopo ben cinque rilevazioni consecutive negative. Tra luglio e settembre il valore delle esportazioni bresciane — pari a 4.639 milioni di euro — ha registrato una nuova flessione su base tendenziale (-1,5%): la sesta rilevazione negativa consecutiva da aprile 2023. Quanto riscontrato in ambito territoriale — in base alle analisi condotte dai Centri Studi di Confindustria e Confapi Brescia — è in controtendenza rispetto al leggero incremento rilevato in Lombardia (+1,4%) e alla stagnazione nazionale (-0,1%). Nei nove mesi del 2024, l’ammontare complessivo dell’export del made in Bs si è attestato a 15.062 milioni di euro, in flessione del 3,6% su base annua, con un andamento più negativo guardando a quanto emerso in Lombardia (-0,5%) e in Italia (-0,7%).

Altri segnali confermano un 2024 non certo brillante in ambito provinciale. Come quelli del mercato del lavoro, rimasto in frenata. Anche i dati relativi al terzo trimestre dell’anno da poco concluso hanno certificano il «fiato corto» dell’economia, con la differenza tra avviamenti e cessazioni che si è assottigliata sempre più: se i primi tre mesi del 2024 si erano chiusi con un +16.163, il secondo trimestre ha portato a un +1.933, mentre tra agosto e settembre il saldo è stato positivo per 1.834 unità. Il saldo dei nove mesi, considerati gli otto Centri per l’impiego bresciani, regi-

Terzo trimestre del 2024:

+6,3%

il volume di affari del comparto edile lombardo rispetto al 2023

Un volume che racchiude l’impegno associativo

Responsabilità sociale e ambientale di Ance Brescia nel Bilancio di sostenibilità 2024

Terzo trimestre del 2024:

-1,5% il comparto manifatturiero provinciale rispetto al 2023

Guarda il Bilancio di sostenibilità 2024 di Ance Brescia

strato dall’Osservatorio del mercato del lavoro della Provincia, parla di una differenza positiva tra nuovi contratti di lavoro e rapporti finiti di 19.930, quasi 3.500 (per l’esattezza, 3.431) nel raffronto con il pari periodo del 2023. Il settore che soffre di più è quello delle attività manifatturiere, da sempre la «spina dorsale» del made in Brescia, che chiude con il periodo gennaio-settembre 2024 con un saldo negativo tra nuovi contratti e cessazione di rapporti per 3.754 unità. Calano anche i servizi alle imprese (-800), mentre resistono agricoltura (+667), costruzioni (+1.683) e il commercio, a quota +1.133. Per quanto riguarda la tipologia contrattuale, anche qui emerge la situazione di difficoltà del mercato: gli avviamenti nei nove mesi evidenziano che i contratti a tempo indeterminato sono scesi da 29.582 a 26.653, mentre quelli a tempo determinato salgono da 92.624 a 94.199.

Bilancio di sostenibilità 2024 di Ance Brescia

novità dalle aziende

VMC “made in Italy”: la gamma Ariosa si espande!

Riconosciute per qualità e facilità di installazione e utilizzo, le soluzioni VMC di Valsir si distinguono nel panorama di prodotti per la ventilazione meccanica controllata. La gamma Ariosa, dedicata soprattutto alle applicazioni residenziali, oggi comprende i prodotti AriosaHV, AriaSilent e AriosaDOT che garantiscono un ricambio continuo e costante dell’aria all’interno degli edifici, al fine di migliorarne la qualità.

AriosaHV è la macchina per l’impianto centralizzato, ad installazione orizzontale o verticale, pensata sia per la nuova costruzione che per la ristrutturazione. Disponibile in tre taglie (170, 250 e 330 mc/h), adatta per superfici fino a 240 mq, si distingue soprattutto per la flessibilità e la semplicità di installazione. Tra le caratteristiche principali: i connettori orientabili, il formato compatto e il peso ridotto (solo 21 cm di altezza, meno di 20 kg di peso), 5 sonde di temperatura e umidità, gestione smart sia da pannello LCD che da remoto, possibilità di monitorare tramite smartphone sia le condizioni di esercizio che lo stato di pulizia dei filtri.

Migliorare il benessere delle persone e risparmiare riducendo al minimo i consumi energetici sono due vantaggi di cui si può beneficiare adottando un sistema di ventilazione meccanica controllata o VMC in spazi chiusi. Purificare l’aria da polveri, smog, pollini e altre sostanze porta inevitabili ricadute positive sulla salute, mentre grazie a un innovativo processo di recupero del calore, si può ridurre la dispersione termica e migliorare l’efficienza energetica di un immobile.

AriosaDOT

Il lancio di tre nuovi modelli a ISH 2025

Una gamma che si è ulteriormente ampliata con la presentazione ufficiale alla fiera ISH 2025 di Francoforte di tre nuovi modelli che soddisfano esigenze specifiche di mercato, in linea con l’obiettivo di Valsir di diventare punto di riferimento nel mercato della VMC con la gamma “Made in Italy” più completa in circolazione.

Presto saranno disponibili i modelli AriosaV, AriosaV compact e AriosaDOT mini.

AriosaV è la soluzione per le superfici più estese, con portate da 350, 450 e 600 mc/h, che introduce novità tecnologiche come il nuovo sistema di pre-riscaldo interno e il bypass totale automatico. Disponibile con scambiatore sensibile o

entalpico, propone configurazione destra o sinistra, ventilatori a portata costante e sistema smart per la gestione dell’unità e il monitoraggio della pulizia dei filtri.

AriosaV compact è l’unità verticale compatta, per l’installazione all’interno di pensili da cucina, lavanderie e moduli tecnici. Portate da 150 e 250 mc/h, configurazione destra o sinistra, ventilatori a portata costante, 4 connettori orientabili, bypass totale automatico, elevatissima efficienza termica.

AriosaDOT mini è la macchina più compatta dell’intero range (l’ingombro è simile a quello di uno split AC), con portate fino a 70 mc/h. Funzionamento a doppio flusso con singolo canale di collegamento con l’esterno, installazione a parete o a incasso (orizzontale o verticale). Utilizza uno scambiatore entalpico ad altissima efficienza termica e, di fatto, rappresenta una rivoluzione del concetto di unità puntuale.

AriaSilent è invece il sistema per la distribuzione dell’aria che riduce il numero di componenti necessari a realizzare l’impianto, semplificando sia le procedure di installazione che la gestione dei codici a magazzino. Tutti i componenti sono compatti, leggeri, facili da assemblare (grazie al sistema di aggancio universale AriaSilent Link) e realizzati in materiale plastico con trattamento antistatico e antibatterico.

AriosaDOT è infine l’unità a doppio flusso dedicata a singoli locali (residenziali e commerciali), che permette di gestire fino a 70 mq, con la possibilità di installare in serie più unità per servire superfici più estese. Si installa in poche ore: necessita soltanto di due fori da 125 mm in una parete perimetrale e della connessione alla rete elettrica. Silenziosa, efficiente, disponibile anche nella versione AriosaDOT HP con circuito frigorifero per deumidificare l’aria in ingresso per il massimo comfort anche nelle stagioni più calde. Come AriosaHV, prevede la gestione smart tramite app dedicata e il controllo di tutti i parametri da remoto.

Qualità di prodotto riconosciuta a livello internazionale

Prima di misurare i feedback del mercato, che sarà il banco di prova dei nuovi modelli a partire dai prossimi mesi, Valsir consegue due risultati eccellenti, che attestano la qualità dei prodotti della gamma Ariosa. Il primo sono le certificazioni ottenute recentemente da AriosaHV da parte di alcuni degli enti internazionali più importanti del settore, quando si parla di efficienza energetica ed edilizia sostenibile: Passive House Institute, EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) e SAP (Standard Assesment Procedure).

Il secondo è la vittoria dell’ambitissimo Red Dot Award, uno dei più importanti riconoscimenti al mondo nell’ambito del design, di cui sarà insignita AriosaDOT il prossimo 8 luglio ad Essen, in Germania.

AriosaV
AriosaV compact
AriosaHV

digitalizzazione & bim

Tecnologia e diritto: no a decisioni basate solo

su un trattamento automatizzato

La decisione amministrativa automatizzata rappresenta l’esito di un procedimento in cui una o più fasi, sino alla decisione finale, sono gestite da sistemi informatici senza intervento umano. Introdotta dal Regolamento (UE) 2016/679 (Gdpr) e ripresa nel contesto nazionale italiano, solleva questioni rilevanti in termini di trasparenza, responsabilità, garanzie procedimentali e tutela dei diritti. Tema complesso, che l’avvocata Chiara Micera, fondatrice dello studio legale Micera con sedi a Bologna, Brescia e Roma, e consulente esperta di Legal Bim e diritto delle nuove tecnologie, consulente di Ance Brescia, sviscera con certosina professionalità per farne comprendere la sua rilevanza anche per le imprese edili a prescindere dalle dimensioni delle stesse. Approfondimento in linea con il servizio della professionista felsinea, che si propone di offrire un supporto alle imprese edili bresciane, rendendo per loro meno complicato il percorso verso la transizione digitale. Dal punto di vista giuridico, l’art. 22 del Gdpr stabilisce che l’interessato ha il diritto di non essere sottoposto a una decisione basata unicamente su un trattamento automatizzato, compresa la profilazione, che produca effetti giuridici o incida significativamente sulla sua persona, salvo eccezioni specifiche (si pensi al consenso esplicito oppure a necessità contrattuali). In ambito amministrativo, ciò impone limiti stringenti alle pubbliche amministrazioni che desiderano impiegare algoritmi decisionali, richiedendo un equilibrio tra efficienza e tutela dei diritti fondamentali. In sintesi, la decisione amministrativa automatizzata costituisce una sfida per il diritto amministrativo, chiamato a coniugare l’innovazione tecnologica con i principi di legalità, imparzialità e buon andamento dell’azione pubblica. Richiede un rafforzamento delle garanzie procedimentali, la tutela del contraddittorio e una rinnovata attenzione alla trasparenza algoritmica.

Adriano Baffelli

La decisione amministrativa automatizzata

a

cura dell’Avv. Chiara Micera

© riproduzione riservata

L’art.30 del Nuovo Codice dei Contratti si intitola “Uso di procedure automatizzate nel ciclo di vita dei contratti pubblici”, e al primo comma il Legislatore, preliminarmente esprimendo l’intento del miglioramento dell’efficienza delle stazioni appaltanti, espressamente prevede la possibilità di automatizzare le proprie attività, ricorrendo a soluzioni tecnologiche, ivi incluse l’intelligenza artificiale e le tecnologie dei registri distribuiti, tra le quali la più nota è la c.d. blockchain. I commi seguenti hanno lo scopo di individuare il perimetro all’interno del quale utilizzare i nuovi mezzi, nel quadro dei principi che regolano l’ordinamento amministrativo.

Preliminarmente deve essere assicurato l’accesso al c.d. codice sorgente, della relativa documentazione e di ogni altro elemento utile a comprendere le logiche di funzionamento.

Inoltre, le decisioni assunte mediante automazione devono rispettare i principi di conoscibilità e comprensibilità, per cui ogni operatore economico ha diritto a conoscere l’esistenza di processi decisionali automatizzati, e in tale caso, a ricevere informazioni significative sulla logica utilizzata.

Inoltre, viene affermato il principio della non esclusività della decisione algoritmica, per cui comunque deve esistere un processo decisionale, un contributo umano capace di controllare, validare ovvero smentire la decisione automatizzata.

Nell’ambito dell’attività di controllo deve ritenersi anche rientrare la verifica che non sussista una discriminazione algoritmica, cioè, impedire una differenziazione delle persone attraverso i dati concernenti la nazionalità, l’origine etnica, le opinioni politiche, la religione, le convinzioni personali, l’appartenenza sindacale, caratteri somatici, lo stato di salute, del genere e l’orientamento sessuale.

Le Pubbliche Amministrazioni inoltre sono obbligate a pubblicare sui propri siti istituzionali, nella sezione “Amministrazioni Trasparenti”, l’elenco delle soluzioni tecnologiche utilizzate ai fini dello svolgimento della propria attività.

Nella norma testé citata vediamo esposti i principi, ma l’applicazione pratica degli stessi, appare non priva di criticità.

In questo articolo ci soffermeremo sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale, tra le tecnologie sicuramente più impattanti sull’automazione dei processi. Preliminarmente è necessario evidenziare che con il termine e con l’ormai invalso acronimo IA, esistono diversi tipi di tecnologie, di cui abbiamo già parlato in un nostro precedente articolo pubblicato in questa rivista, la n.2 del 2024, dal titolo “L’intelligenza artificiale in cantiere: supporto e sicurezza”, a cui rinviamo. In questa sede, e per i fini che ci si propone, possiamo limitarci alla distinzione tra “algoritmi deterministici” e “algoritmi non deterministici”. Per addentrarci nel tema, riportiamo la definizione di algoritmo della Enciclopedia Treccani on line: “Nell’uso odierno, anche con riferimento all’uso dei calcolatori, qualunque schema o procedimento matematico di calcolo; più precisamente, un procedimento di calcolo esplicito e descrivibile con un numero finito di regole che conduce al risultato dopo un numero finito di operazioni, cioè di applicazione delle regole”.

Dalla lettura, ciò sul quale dobbiamo porre la nostra attenzione è la locuzione “...un numero finito di regole che conduce al risultato dopo un numero finito di operazioni...”.

Si può attribuire la definizione richiamata, solo a quell’algoritmo che abbiamo aggettivato come deterministico, quando costruito in una logica strettamente causale, per la quale in base ad un determinato input, corrisponde solo uno specifico successivo passaggio in sequenza, solo quel determinato output.

Sappiamo però che esistono altresì algoritmi, c.d. di apprendimento automatico, meglio noti come machine learning, che forniscono un modello di apprendimento da applicare ai dati cui l’elaboratore ha accesso, per giungere ad una soluzione attraverso l’analisi di esperienze pregresse e situazioni simili. In tale ultimo caso, l’esito non è prevedibile, atteso che la tecnologia esprime un risultato che potremmo definire discrezionale.

Ora, la Pubblica Amministrazione, è sicuramente chiamata ad assumere decisioni intrinsecamente discrezionali, anche se nel perseguimento dell’interesse pubblico specifico stabilito in astratto dal paradigma dalle legge.

Avvocata Chiara Micera
Studio legale Micera
Forma e qualità alla carpenteria metallica

Al contempo però deve contemperare altri e diversi interessi appannaggio di differenti gruppi di interesse, altrettanto meritevoli di tutela, in base ad una valutazione c.d. di prevalenza (si pensi ad esempio al dibattito progresso tecnologico-ecologia).

E tale attività è sicuramente affidata all’interprete, atteso che nemmeno tra i valori costituzionali esiste una gerarchia chiara e certa, anzi la maggiore sensibilità verso l’uno o l’altro principio muta nel tempo e secondo i cambiamenti sociali. A tale fine suppliscono i criteri di ragionevolezza e proporzionalità, a cui deve uniformarsi l’azione amministrativa. Rispetto all’adozione degli algoritmi non deterministici, la dottrina e la giurisprudenza hanno una posizione non unanime.

Riguardo alla prima, alcuni Autori ritengono che la decisione assunta violi il principio di trasparenza, in quanto non è agevole ricostruire l’iter logico attraverso il quale pervengono al risultato; secondo altri, a questa osservazione, possono essere introdotti dei rimedi, quali una corretta programmazione che consenta di accedere al codice sorgente, al dataset utilizzato per l’addestramento.

La Giurisprudenza in prima battuta, si è opposta all’automazione dell’attività amministrativa; in una prima pronuncia del 2018 del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, Sez. III bis, n.9224 scriveva: “gli istituti di partecipazione, di trasparenza e di accesso, in sintesi di relazione del privato con i pubblici poteri non possono essere legittimamente mortificati e compressi soppiantando l’attività umana con quella impersonale, che poi non è attività, ossia prodotto dell’azione dell’uomo, che può essere svolta in applicazione di regole o procedure informatiche o matematiche”.

Secondo tale orientamento, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, contrasterebbe non solo con il principio di trasparenza, e della partecipazione procedimentale, ma altresì con l’obbligo di motivazione dei provvedimenti amministrativi.

Il Consiglio di Stato in una successiva pronuncia del 2019, Sez.VI, n.2270, ne ammette l’utilizzo, ma circoscrivendo solo all’algoritmo deterministico, cioè quelle procedure che prevedano l’elaborazione di ingenti quantità di istanze, caratterizzate dall’acquisizione di dati certi ed oggettivamene comprovabili, escludendo quindi ogni discrezionalità.

Si segnalano altre due pronunce a riprova dell’andamento della Giurisprudenza: la

Le Pubbliche Amministrazioni sono obbligate a pubblicare sui propri siti istituzionali, nella sezione “Amministrazioni Trasparenti”, l’elenco delle soluzioni tecnologiche utilizzate ai fini dello svolgimento della propria attività.

prima anch’essa datata 2019, Consiglio di Stato, sez. VI, n. 8472, compie l’interessante ragionamento che l’utilizzo della tecnologia rappresenta l’espressione dell’attività autoritativa svolta nel perseguimento del pubblico interesse, e pertanto “... Piuttosto, se nell’attività se nel caso dell’attività vincolata ben più rilevante, sia in termini quantitativi che qualitativi, potrà essere il ricorso a strumenti di automazione della raccolta e valutazione dei dati, anche l’esercizio dell’attività discrezionale, in specie tecnica, può in astratto beneficiare delle efficienze, e più in generale, dei vantaggi offerti dagli strumenti stessi”.

Questa apertura all’utilizzo sia dell’algoritmo deterministico che quello non deterministico, appare rafforzata da un altro pronunciamento del Tribunale Amministrativo Regionale della Campania - Napoli Sez. III, del 2022, la n.7003.

Questa pronuncia declina in maniera originale l’osservanza dell’obbligo di motivazione della decisione amministrativa

automatizzata, scrivendo: “l’obbligo di motivazione degli atti amministrativi ex art.3 L.241/90... non può essere soppresso, né ridotto sol per la presenza di un algoritmo all’interno dell’iter procedimentale. Invero, il fatto che il provvedimento venga emanato sulla scorta di una complessa operazione di calcolo produce l’opposto effetto di rafforzare, per certi versi, l’obbligo motivazionale in capo, all’Amministrazione, la quale dovrà rendere la propria decisione finale non solo conoscibile, ma anche comprensibile”. Queste riflessioni senz’altro inducono a pensare della necessità di un apparato statale preparato, adeguatamente formato, in un utilizzo non passivo delle tecnologie, ma dotato di competenze che possano davvero porre queste ultime, in una posizione davvero ancillare rispetto all’attività umana.

La sfida pare quindi, proprio l’intero processo di modernizzazione della macchina amministrativa, intese le persone, e non le macchine.

innovazione & tecnologie

L’impresa di costruzioni e la riduzione di intensità del capitale umano

Università

Di là delle retoriche, dei racconti e delle narrazioni, al netto delle debite, ma puntuali eccezioni, non si può affermare con tranquillità che l’impresa di costruzioni abbia deciso di intraprendere la via dell’autentica digitalizzazione, laddove la centralità del dato la conduca all’interno del processo decisionale e ove si rivisitino le identità, le relazioni e quant’altro.

L’attitudine dell’impresa stessa parrebbe, al contrario, piuttosto attendista, sia nei confronti di un atteggiamento della controparte contrattuale committente e del ceto professionale incerto, nonostante gli obblighi vigenti in materia di contratti pubblici, sia rispetto ai benefici in termini di produttività ancora in buona parte da riscontrare qualora si siano introdotte alcune soluzioni digitali.

Più in generale, è palese come una serie di elementi connotanti, come quelli attinenti alla sostenibilità e alla resilienza, inizino a contare, ma non siano ancora così influenti allorché si tratti di offrirne metriche precise.

A corollario di questa situazione, parzialmente non definita, emerge la necessità di guardare alla trasformazione digitale con un certo conservatorismo analogico.

Ciò che, tuttavia, è indubitabile è che il fenomeno colga l’immaginario del costruttore su alcuni elementi specifici: essi sono, in particolare, l’Intelligenza Artificiale, l’Industrializzazione Edilizia e la Robotica. Che cosa accomuna questi tre aspetti agli occhi dell’imprenditore?

L’opportunità e il bisogno di far fronte alla progressiva riduzione, quantitativa, ancor

prima che qualitativa, della disponibilità di risorse umane, oltreché, appunto, di migliorare la loro affidabilità in termini di competenza e di esperienza.

Ovviamente, tale carenza si registra a livello delle professioni intellettuali (da cui lo sforzo di promuovere ITS Academy e Corsi di Laurea cosiddetti professionalizzanti, con un grado di controllo su di essi più o meno diretto), ma pure delle attività tradizionalmente ad alta intensità di lavoro come per il cantiere (i dati previsionali delle Casse Edili lo suggeriscono).

Ecco, allora, che l’Intelligenza Artificiale, declinata, ad esempio, attraverso il ricorso ai Modelli Linguistici, dovrebbe permettere di predisporre con

minore impegno intellettuale e con maggiore celerità offerte e contratti, senza, poi, accennare alle applicazioni nell’ambito della produzione cantieristica e manifatturiera. Non è, tuttavia, senza significato che, ancora una volta, le attese rivolte alle innovazioni tecnologiche riguardino la produzione e l’ottimizzazione di documenti anziché di dati, per quanto offerte e contratti siano, appunto, documenti che contengano dati cruciali per le sorti delle imprese. In realtà, comunque, ciò che di positivo risalta in questa ambizione è che implicitamente, sia pure con una delega, si valorizzino i temi della Gestione e del Riuso della Conoscenza, facendo intuire a proprietà e a gestori come la produzione, la raccolta e la elaborazione di serie di dati qualitativamente idonei costituisca un cespite di prima grandezza. Meno positivo è che non si colga il desiderio di utilizzare i Modelli Linguistici o altri dispositivi per la produzione di dati, a prescindere dai supporti documentali, investendo su ontologie, semantiche, mo-

delli e dizionari di dati, Linked Data.

Altro segnale da cogliere e su cui riflettere, strettamente legato ai flussi di risorse umane e alla loro qualificazione, è il ritorno di interesse per l’Off Site Construction, rivisitata alla luce della Mass Customization (digitalmente abilitabile) e attagliata alle condizioni dell’intervento sul costruito.

Si tratta, però, di un argomento che pare imprescindibile dalla definizione di una strategia, se non di una politica industriale, dati i volumi produttivi in gioco, la creazione di una domanda pubblica e partenariale da avviare, le relazioni da rivedere con progettisti e con prefabbricatori.

In entrambi i casi, per l’Intelligenza Artificiale e per l’Industrializzazione Edilizia, più che di azioni mirate alla Transizione Digitale, si tratterebbe di Policy sistemiche.

La fascinazione per l’Automazione e per la Robotica, infine, si riconduce tanto alla esigenza di far fronte alla riduzione progressiva di personale qualificato (con tanto di dialogo con le parti sociali) quanto alla contestualizzazione del settore entro una prospettiva di industrializzazione e di datificazione.

Tutto questo, implica, però, alcune considerazioni di fondo.

La prima di esse è, come anticipato, che nessuno strumen-

È palese come una serie di elementi connotanti, come quelli attinenti alla sostenibilità e alla resilienza, inizino a contare, ma non siano ancora così influenti allorché si tratti di offrirne metriche precise

to di intelligenza non naturale (le cui evoluzioni potrebbero essere effettivamente sorprendenti), nessuna fattoria volante né, tanto meno, alcun umanoide, siano in grado di sortire effetti ultimi se decontestualizzati.

Il problema è che il contesto sarebbe offerto da una infrastruttura architetturale che tenda a sovvertire le identità e i rapporti nelle catene della fornitura e che, dunque, occorrerebbe progettare un ecosistema idoneo.

Secondariamente, sarebbe auspicabile domandarsi se il principale interlocutore, al netto della promozione immobiliare, sia davvero il committente o se, al contrario, esso sia incrementalmente sostituito da attori finanziari che posseggano una propria progettualità autonoma e per i quali il dato e l’informazione sortiscano un effetto diretto sulla Gestione del Rischio.

È chiaro, in effetti, che lo storytelling legato alla digitalizzazione solleciti tematiche ben più pregnanti come la dimensione di impresa, la sua

managerializzazione, il rapporto tra fatturato e utile, e così via.

Quantunque certe ipotesi possano apparire estreme e improbabili, altre alternative appaiono sempre più regressive: confermare all’imprenditorialità del settore che lo stato attuale delle cose sia ottimale e immodificabile significa invitare gli imprenditori e i gestori delle imprese a perseverare lungo la via del documento. In realtà, è, invece, la natura ormai composita e duale del

bene immobiliare o infrastrutturale (non per nulla si parla di Gemello Digitale o di altro) fa sì che esso divenga un dispositivo interattivo coi fruitori in cui le dimensioni materiali (fisiologiche e costitutive) e immateriali si pongono in dialogo.

Certo, il tessuto imprenditoriale più sano, più «intraprendente», detiene e conserva alcune caratteristiche localistiche e dimensionali, ma l’essenza stessa del costruire odierno e futuro vorrebbe che, almeno, tramite la digitalizzazione, questa vocazione si accompagni alla capacità di costituire reti di valorizzazione della conoscenza, veicolata dai dati e dalle informazioni, oltre che di realizzare ibridazioni di saperi: e di identità... Ancora una volta, e non attraverso impianti produttivi o robot, bensì per il tramite degli ecosistemi immateriali, si gioca l’atavico confronto col mondo manifatturiero.

I progetti cestinati della Brescia mai nata

di Franco Robecchi, ingegnere e autore

e città hanno una loro vita, con i ricordi delle cose perdute, con le speranze per il futuro e con i progetti andati in fumo. Incuriosisce sempre l’immaginare come oggi saremmo se quel tal evento, quel fatto, quella combinazione casuale non ci avessero modificati. Questa condizione ci esprime la nostra fragilità e anche la nostra capacità di fronteggiarla. Chi non ha ripensato: “Già, se io non fossi andato quell’estate al mare, a Igea Marina, in quell’albergo, in quei giorni e se il mio amico non avesse lì le sue cugine e se non le avessimo invitate quella sera a ballare... Ora lei non sarebbe mia moglie da 55 anni”. Anche le città hanno le loro mogli, le loro amanti perdute, i loro nonni scomparsi, i nipoti mai arrivati. Brescia non fa eccezione.

Talora il progetto inattuato è solo frutto di un’isolata mente bislacca, ma altre volte è invece il frutto di scelte meditate, analizzate in ogni aspetto e collocate nelle aspettative di gran parte dei cittadini. Pensiamo al progetto bresciano di un canale navigabile est-ovest, dal Ticino al Mincio e quindi dalla Svizzera all’Adriatico. Almeno dall’inizio del secolo scorso l’idea affascinò ingegneri e amministratori, per giungere al vero inebriamento del sindaco Bruno Boni, che non si arrese mai al fallimento di un’idea così brillante. Lavorarono al progetto progettisti, politici economisti, con il consenso di tutti i cittadini, ma la resistenza della realtà non fu superabile.

E che dire della Brescia per le vacanze, che sarebbe dovuta sorgere in sommità al colle della Maddalena. Famiglie notabili della città acquistarono molti terreni lassù, 30 ettari, suddivisi in 330

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lotti piccoli e un centinaio maggiori, e un socio del gruppo promotore di una funivia per la salita facile al colle si diede molto da fare, costituendo anche una società per azioni, per la costruzione della stessa funivia. I manifesti reclamizzavano la montagna a portata di mano, la città di montagna pronta per giornate, settimane di vacanza fra i boschi, magari per sciare. Un sogno a mezz’ora da Brescia. La funivia si fece, si cominciò a costruire qualche villetta, ma non abbastanza per remunerare gli investitori. Ancora Bruno Boni ebbe la cattiva idea (cattiva per i proprietari delle aree) di proseguire la strada che saliva ai Ronchi già dagli anni Trenta, fino in cima alla Maddalena. La funivia perse gran parte di suoi clienti. La motorizzazione nascente, negli anni Cinquanta-Sessanta, rese più vicino il lago di Garda e altre mete di vacanza meno casalinghe. La funivia, aperta nel 1955, chiuse nel 1969. Un sogno breve, rapidamente perduto.

Ancora restando nel tema dei progetti sfumati nel nulla non possiamo dimenticare due idee che furono disegnate dall’architetto Marcello Piacentini nel 1929, contestualmente all’eseguito programma per piazza della Vittoria. Rispetto al reticolo viario ad angoli retti, due strade centrali avrebbero dovuto prendere vita con direzione obliqua. Una rimase nelle previsioni urbanistiche di Brescia per decenni. Ne fu solo abbozzato l’inizio con qualche demolizione che restò tale per molto tempo, sino a una decina d’anni fa, pressoché all’incrocio fra via Dante e corsetto S. Agata. La via, non a caso denominata “traversa della Pallata”, sarebbe dovuta partire dal luogo citato e, a

suon di demolizioni, avrebbe dovuto tagliare in obliquo la zona antica per raggiungere, appunto, la torre della Pallata. Si voleva la fluidità di percorso di quella croce di strade cui ambiva il piano di Piacentini. Chissà per quale strana logica egli riteneva che si dovessero creare due assi di rapido attraversamento del centro antico di Brescia: nord-sud ed est-ovest. Il tratto nord-sud doveva consistere nella via S. Faustino, in un ampiamente allargato corsetto S. Agata, per poi concludersi nelle attuali vie Fratelli Porcellaga e Martiri della Libertà. Il tratto est-ovest sarebbe dovuto consistere, con partenza da piazzale Arnaldo, in una dilatata via Tosio, che, anche perforando i fabbricati a est di via X Giornate, avrebbe raggiunto piazza Vittoria per proseguire poi con la citata

nnn

Foto 1. Veduta avveniristica ed entusiastica di una Brescia metropoli, con canale navigabile, negli anni Sessanta.

Foto 2. La Traversa della Pallata in una veduta ipotetica, vista dall’alto, obliqua verso destra.

Foto 3. La Traversa della Pallata (in alto) e la via che avrebbe dovuto collegare la stazione ferroviaria con il centro città, avendo come fondale il trasferito monumento a Zanardelli.

storia per il domani

Le città hanno una loro vita, con i ricordi delle cose perdute, con le speranze per il futuro e con i progetti andati in fumo. Incuriosisce sempre l’immaginare come oggi saremmo se quel tal evento, quel fatto, quella combinazione casuale non ci avessero modificati. Questa condizione ci esprime la nostra fragilità e anche la nostra capacità di fronteggiarla

traversa della Pallata e con il seguente corso Garibaldi. Anche questo peregrino progetto rimase nel cassetto. L’altra via obliqua avrebbe invece dovuto facilitare il collegamento fra il centro città e la stazione ferroviaria, dirigendosi, da quest’ultima zona, verso il punto in cui oggi si trova il monumento a Zanardelli. Anzi, ricordiamo che il monumento è lì perché vi fu trasferito, nel 1929, proprio per costituire il fondale scenografico di quella strada. Quello che è certamente il più bel monumento celebrativo di Brescia si trovava infatti, sino ad allora, nell’attuale piazzale della Repubblica, sul lato nordovest.

Gli anni di cui stiamo parlando, cioè la seconda metà degli anni Venti del XX secolo sono stati i più fecondi di progetti mai eseguiti. Erano previsioni avanzate come proposte dai molti partecipanti al concorso nazionale per un piano regolatore di Brescia del 1927. Vi fu chi creò un’alta torre a fianco della Loggia, chi pose la torre della Pallata al centro di una

piazza circolare, chi voleva creare un ponte sopra via Turati che collegasse i Ronchi con il Castello cittadino e chi intendeva sventrare l’area di Porta Bruciata per rendere evidente la torre in pietra, che oggi si intravede, e liberare alla vista la curiosissima chiesetta antica, dal tetto a cono, che si nasconde dietro ad essa: la chiesa di S. Rita, nota anche come S. Faustino in Riposo. I progetti cestinati non sono mancati anche in anni più recenti. Fortunatamente fu cestinato un progetto dell’architetto Leonardo Benevolo, associato a un collega locale, che voleva aggiungere una perla nel cuore di Brescia dopo aver aggiunto il suo capolavoro nella periferia, a S. Polo. Disegnò un edificio in ferro, su alti pilastri che lasciavano libero il piano terra, sul-

l’area della cosiddetta piazza Rovetta. L’architettura, addossata alla Loggia, si permetteva inoltre di perforarne la volta con un ponte-corridoio che doveva consentire l’accesso al volume interno della copertura del palazzo. Di regali di Benevolo alla città ce ne basta uno, e avanza. Un maestro dei progetti vanificati fu l’architetto Bruno Fedrigolli, certamente il migliore progettista in Brescia dal dopoguerra ad oggi. A seguito dell’ultimo sventramento bresciano, tra fine anni Cinquanta primi anni Sessanta, di tutta l’area in cui si trovavano i resti antichi del convento di S. Domenico e, fino al 1953, l’ospedale cittadino, si aprì la richiesta di un progetto al Fedrigolli per la nuova sede della Camera di commercio. Egli disegnò per quell’edificio un blocco edilizio

dominato da una torre dalla forma lenticolare, molto interessante, anche se i maligni dicevano fosse copiata da una recente architettura statunitense. Si creò un putiferio di critiche sino al punto di vietare quel progetto. La Camera di commercio di Fedrigolli resta comunque un’ottima architettura. Le mancò quel guizzo di eccezionalità che l’avrebbe resa l’edificio più brillante della città moderna. Il partito degli antifedrigolli si rifece vivo una ventina danni dopo quando l’architetto osò disegnare un piccolo grattacielo quasi all’imbocco del neonato cavalcavia sui binari verso Brescia Due. Altezza 130 metri. La canea contro il Fedrigolli invocò anche voci amiche nell’intellighenzia romana, perché l’edificio era troppo alto. In realtà la figura di Bruno Fedrigolli fu sempre provocatoria e divisiva. Esisteva un pregiudiziale partito avverso alle sue scelte e alla sua persona, soprattutto nel mondo dei colleghi e anche dei politici della loro parte. Non era stata digerita la sua feroce critica alla nascita del nuovo S. Polo di Benevolo e Bazoli. Tanto si fece e tanto si brigò che anche questo progetto fu bocciato. La forma, molto innovativa, dovette essere semplificata secondo il più gradito luogo comune del parallelepipedo e l’altezza dovette essere decurtata di 30 metri. Nacque il Crystal Palace di Brescia Due e la patria fu salva.

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Foto 4. Il monumento a Zanardelli nella sua collocazione originaria, sul perimetro dell’attuale piazzale della Repubblica.

Foto 5. Ipotesi della torre della Pallata isolata al centro di una piazza circolare.

Foto 6. Ipotesi di costruzione di una torre addossata alla Loggia.

Foto 7. La liberazione del nucleo monumentale di Porta Bruciata.

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Foto 8. Progetto originario del Crystal Palace di Bruno Fedrigolli in Brescia Due. Bocciato.

Foto 9. Il progetto di ingombro di piazza Rovetta, di Leonardo Benevolo.

Foto 10. La torre dalla pianta a ellisse, di Bruno Fedrigolli, prevista per la sede della Camera di Commercio.

Assemblea Generale 2025

Ogni anno appuntamento imperdibile per discutere i temi centrali del settore edile e della filiera del costruito, per celebrare un settore chiave per il territorio, lasciando spazio ad autorevoli interventi che raccontano il percorso da compiere per un’edilizia moderna e attrattiva. “Imprese familiari. Nuove sfide. Finanza. Tecnologia e Ai”: questo il titolo dell’Assemblea 2025, che ha passato in rassegna le trasformazioni di un settore in continua evoluzione, valorizzando il saper fare che da sempre distingue, nel solco della tradizione, i costruttori bresciani.

Assemblea Ance Brescia 2025 Il ruolo del settore e delle imprese familiari di fronte alle sfide di globalizzazione e digitalizzazione

AL’assise occasione di confronto sul tema, con ospiti di rilievo che hanno commentano il quadro geopolitico ed economico mondiale

nche quest’anno la parte pubblica dell’Assemblea Generale di Ance Brescia è stata un momento per rendere omaggio a un settore che lavora sodo per dare forma e rigenerare gli spazi in cui viviamo quotidianamente. Negli spazi del Museo Mille Miglia in città, in presenza degli associati e di una platea partecipata di ospiti e istituzioni, l’Associazione ha ricordato ottant’anni di attività a favore del settore, della sua crescita e competitività, sottolineando lo spirito costruttivo e di squadra che anima imprenditori e lavoratori del comparto bresciano. “Quando molti vedono problemi, noi costruttori vediamo possibilità. Quando il mondo si ferma, noi tiriamo su impalcature” esordisce nel suo discorso il presidente di Ance Brescia, l’ingegnere Massimo Angelo Deldossi, alla guida dell’Associazione bresciana

e vicepresidente nazionale di Ance, per sottolineare l’approccio pragmatico che da sempre caratterizza l’edilizia anche nelle più delicate fasi storiche. Con la stessa energia e lo stesso entusiasmo l’allora Collegio dei costruttori edili fu riferimento per gli imprenditori che rimisero in piedi l’Italia stremata dal secondo conflitto mondiale; oggi Ance Brescia prosegue nel solco dell’impegno passato per affrontare la complessità del presente. Sostenibilità, innovazione e digitalizzazione sono sfide quotidiane, pilastri su cui elevare il futuro del settore, mentre questo si trova di fronte a forti tensioni dettate da pressioni ambientali e sociali crescenti, una geopolitica instabile, economie in transizione.

Dinamiche che sono state analizzate nel corso della parte pubblica dell’appuntamento assembleare

dall’editorialista Federico Rampini che, nello specifico, ha approfondito le influenze delle odierne “guerre commerciali” nel contesto internazionale e il nuovo ruolo degli Stati Uniti nel mondo, esaminando le strategie di risposta dei principali interlocutori: Europa e Cina. Rampini ripercorre i principali attori di un mondo in ridefinizione dopo il Liberation Day di Donald Trump e l’elezione del nuovo papa americano. Il tycoon, ha chiarito l’editorialista del Corriere della sera, è un ‘rinoceronte grigio’, grosso, scomodo e inquietante, di cui preferiamo ignorare l’esistenza. Non possiamo tuttavia parlare di un fenomeno senza precedenti: il trumpismo è un fenomeno antiglobalizzazione, prettamente americano. Già dopo il 2008 nascono movimenti di sinistra populista contro i trend che hanno favorito la globalizzazione.

La Cina è invece un cumulo di contraddizioni, un buco nero dove le statistiche spariscono, che ha annesso — con un’Opa amichevole - la più grande superficie terrestre, la Russia, come sua alleata commerciale, non senza preoccupazioni da parte degli Usa. Su un altro fronte, le tensioni tra due potenze nucleari, Pakistan e India, compromettono invece il posto di quest’ultima nella scacchiera terrestre, rischiando di farle perdere la prospettiva di diventare una nuova Cina. Per l’Italia, Rampini ha definito esemplare la condotta di Giorgia Meloni in tema di politica estera, ma ci sono debolezze strutturali. I dieci miliardi di investimenti da parte di grandi aziende italiane negli Stati Uniti, per contribuire al clima amichevole dell’incontro con Trump alla Casa Bianca, dimostrano che siamo ancora ‘piccoli investitori’ ri-

focus assemblea generale 2025

spetto a colossi come la Germania che ha investimenti per sessanta miliardi.

A continuare l’approfondimento sulle dinamiche mondiali la giornalista e conduttrice di Sky Tg24 Mariangela Pira che ha fatto il punto su una Cina in pesante deflazione, che guarda al mercato interno e al sud-est asiatico. Ci vorrà del tempo prima che si riprenda, ma se vorrà farlo, dovrà cambiare il suo modello economico come ha fatto in passato la Germania. Oltreoceano, il patto che gli Usa intendono siglare con il Regno Unito è per Pira un “patto farsa”.

La giornalista invita Washington a “recuperare competen-

za” per tornare alla normalità e alla stabilità dei mercati: “Bisogna avere rispetto per gli investimenti delle persone sul mercato americano e il presidente degli Stati Uniti non può, con un ‘tweet’ diventare il re dell’insider trading, usando informazioni riservate per ottenere un vantaggio nel mercato finanziario”.

Dal quadro emerso, per tornare al più diretto impatto delle politiche globali sulle imprese, Ance ha richiamato le ricadute che scaturiscono dalle relazioni e dalle forze in gioco a livello mondiale: “Le dinamiche dei flussi energetici, i dazi commerciali e le decisioni delle banche centrali im-

pattano sulle commesse, sulla competitività delle aziende, specialmente quelle di dimensioni più contenute” chiarisce il presidente Deldossi, dando subito una lettura positiva e propositiva alla platea di imprenditori presente in sala: “Non possiamo attendere tempi migliori: siamo noi a doverli creare”. Questo puntando su organizzazione e visione aziendali, per imprese più strutturate, capaci di governare i cambiamenti in corso adottando strategie lungimiranti, ispirandosi ai modelli vincenti del settore manifatturiero per puntare a un’industrializzazione del processo edilizio. “La riorganizzazione della filiera, la digitalizzazione dei processi, l’efficienza produttiva — ha precisato il leader

dell’Associazione — sono le nuove fondamenta su cui dobbiamo costruire il nostro futuro”.

Ed è con uno sguardo verso il futuro che, durante la parte pubblica dell’evento, si è trovato spazio per una delle più innovative tecnologie al servizio del settore edile: il robot umanoide sviluppato dall’Istituto italiano di tecnologia, accolto con stupore e curiosità dai partecipanti, insieme al cane robot Spot di Boston Dynamics, oggi in dotazione agli studenti dei corsi dell’Its Academy I Cantieri dell’Arte negli spazi di Eseb (Ente Sistema Edilizia Brescia). L’umanoide ha salutato e stretto le mani ai presenti, mentre Manuel Catalano, ricercatore Soft Robotics for Human Cooperation

In mezzo alle incertezze, noi costruttori abbiamo una certezza: costruire è generare speranza. Ogni edificio è un atto di fiducia. Ogni cantiere è una dichiarazione di futuro. Continuiamo a costruire: con coraggio, con umiltà, con responsabilità, con umanità. Perché non stiamo solo costruendo edifici. Stiamo costruendo comunità.

and Rehabilitation dell’Istituto italiano di tecnologia (IIT) di Genova, raccontava gli studi che hanno portato alla realizzazione del robot e alle delicate questioni di natura etica e applicativa che ruotano introno alla robotica e all'intelligenza artificiale. Un momento che l’Associazione ha voluto proporre al pubblico e agli iscritti per conoscere da vicino come l’automazione sta cambiamento l’edilizia per rendere più agevoli e meno pericolose le operazioni nei cantieri.

A chiudere gli interventi degli ospiti della mattinata assembleare, Marina Puricelli, Tenure Lecturer del Dipartimento di Management e Tecnologia dell’Università Bocconi, che ha ripercorso le sfide che riguardano nello specifico le Pmi del settore edile, oggi chiamate a cogliere, in epoca di globalizzazione, le opportunità per innovarsi, crescere nel solco di una maggiore competitività e abbracciare

“Non

siamo primi e non lo saremo mai, ma il modello originario di sviluppo economico italiano basato sulle Pmi familiari ha mostrato di tenere e di superare gli anni della globalizzazione, il 2008 con la crisi dei subprime, il crollo delle Torri Gemelle, la pandemia, l’iperinflazione del post-Covid”

nuovi mercati. Uno sforzo che le Pmi devono fare, ma senza seguire modelli utopistici che non appartengono alla piccola e media impresa italiana. Puricelli ha difeso a spada tratta l’unicità del sistema imprenditoriale italiano, che ci ha permesso di essere oggi il settimo Paese al mondo. “Non siamo primi e non lo saremo mai, ma il modello originario di sviluppo economico italiano basato sulle Pmi familiari ha mostrato di tenere e di superare gli anni della globalizzazione, il 2008 con la crisi dei

subprime, il crollo delle Torri Gemelle, la pandemia, l’iperinflazione del post-Covid” ha sostenuto con determinazione Puricelli. “Non rinunciamo al manifatturiero, non puntiamo a delocalizzare le produzioni o a un’economia di servizi. Serve riconoscere l’originalità del modello italiano smettendo di vederne solo i limiti. Dobbiamo piuttosto concentrarci su sfide di natura educativa, culturale ed esistenziale. Occorre lavorare sull’umano, sulla condizione umana, soprattutto in un settore quale

quello edile. L’Associazione gioca in questo un ruolo rilevante, partendo dal modello originale di sviluppo”. Forte sostenitrice dell’internazionalizzazione delle Pmi, Ance fornisce supporto e strumenti specifici per supportarle nel loro percorso di crescita, aiutandole ad affrontare un contesto di mercato in continua trasformazione, mentre promuove in tutta la filiera nuovi modelli di business, capaci di rispondere a una domanda sempre più evoluta, ma nel solco della tradizione e delle specificità che caratterizzano il contesto economico e imprenditoriale italiano. L’incontro assembleare ha offerto così agli iscritti ad Ance Brescia e al pubblico un momento di approfondimento sui temi di punta del settore, che passano dalla forte digitalizzazione in corso — chiave elementi quali l’intelligenza artificiale e la robotica — all’influenza delle politiche globali che delineano uno scenario di forti cambiamenti e plasmano le prospettive future per il comparto delle costruzioni. Un appuntamento atteso ogni anno, sul quale la filiera e i media puntano l’attenzione per conoscere gli sviluppi del settore e le linee strategiche che l’Ance studia per aumentarne la crescita e la competitività sul mercato locale e nazionale.

Sostenibilità “senza pensieri”

Open Network, tramite il dipartimento Sostenibilità, diretto dalla Dott.ssa Beatrice Scappini (professionista con oltre un decennio di esperienza in consulenza, insegnamento e ricerca in ambito universitario sul tema) fornisce servizi all'avanguardia nel settore dell'ESG –Environmental, Social, and Governance –, sempre più cruciale per il tessuto imprenditoriale contemporaneo.

Open Network, in un'epoca in cui la consapevolezza ambientale e l'etica aziendale giocano un ruolo sempre più rilevante nelle strategie di business, si propone di offrire un supporto completo e specializzato alle aziende che ambiscono a integrare principi di sostenibilità nelle loro operazioni.

Rilevante in questo contesto è il supporto che Open Network offre

anche al settore edile e delle costruzioni.

In questo ambito, l'adozione di principi di sostenibilità assume un ruolo importante: ancora oggi, il settore è fortemente legato all'utilizzo di materiali “estrattivi vergini” e poco orientato alla circolarità.

Grazie alla convenzione stipulata con Ance Brescia, Open Network rivolge a tutti gli associati servizi su misura orientati all’adozione dei criteri Esg, riservando condizioni di particolare favore.

L’obbiettivo è quello di guidare le imprese edili verso pratiche più sostenibili, ponendo le basi per una business continuity che tenga conto dell'importanza di un impiego responsabile delle risorse e della minimizzazione dell'impatto ambientale. La consulenza prevede innanzitutto l'implementazione di strategie di sostenibilità mirate, che permettano

alle imprese di allinearsi con gli standard ESG globali. Questo non solo migliora l'immagine aziendale e rafforza la fiducia degli stakeholder, ma apre anche la strada a nuove opportunità di mercato e a una maggiore resilienza operativa.

Inoltre, Open Network risolverà per il cliente il problema della complessità normativa e della rendicontazione in ambito ESG.

Molte aziende si trovano infatti alle prese con la sfida di interpretare e applicare le normative sul tema, che sono effettivamente molto articolate e in continuo aggiornamento.

Chi fosse interessato, può fin da ora contattare Open Network s.r.l. ai seguenti recapiti: info@opennetworksrl.it tel. 030 6480473

Dott.ssa Beatrice Scappini

Le persone: la risorsa più grande

Competenze, formazione e inserimento lavorativo per un’edilizia in crescita

Per rendere i cantieri sempre più efficienti, sicuri e innovativi, l’edilizia si sta approcciando a nuovi strumenti per la digitalizzazione e all’intelligenza artificiale, adottando soluzioni tecnologiche moderne e all’avanguardia, capaci di automatizzare i processi, evolvere e facilitare il lavoro e la gestione delle commesse. A queste innovazioni il settore continua però ad affiancare l’apporto umano, imprescindibile per garantire qualità delle opere. “La tecnologia, da sola, non basta — sostiene in più occasioni il presidente Deldossi —. Occorre investire nelle competenze delle persone, nella formazione continua, nella consapevolezza dei nuovi strumenti. La digitalizzazione sostenibile, che chiamiamo transizione 5.0, deve mettere l’uomo al

centro. Le persone sono il cuore pulsante di ogni cantiere, di ogni progetto, di ogni visione”. Nei prossimi sette anni è previsto il pensionamento di circa il 10% della forza lavoro nel settore. Per questo Ance Brescia sottolinea l’urgenza di lavorare a una nuova narrazione dell’edilizia, capace di attrarre giovani, valorizzare la formazione professionale e includere risorse umane qualificate, anche attraverso percorsi di inserimento e integrazione dei migranti. Un’edilizia che si fa motore di inclusione per costruire il di qualità, percorsi di formazione concreti, anche per stranieri. Per questo Ance Brescia ha lavorato per costruire un Its lombardo (Its Academy I Cantieri dell’Arte) e una laurea specialistica in tecniche per l’edilizia (Ted), mentre in Eseb, in collaborazione

Presentato in anteprima il nuovo video associativo

I costruttori hanno una grande responsabilità: costruiscono le case dove custodiamo i nostri affetti, gli spazi di lavoro, di cura, di servizio alla comunità e le infrastrutture, che servono tutti noi. Un nobile compito portato avanti implementando tecnologie e innovazione continua, con riferimento continuo alla tradizione e alle competenze che si tramandano nelle imprese di famiglia di generazione in generazione. A restare immutato l’orgoglio di portare avanti un lavoro bellissimo, con Ance Brescia al fianco degli imprenditori edili, per costruire insieme gli spazi in cui viviamo. Il messaggio del nuovo video istituzionale associativo, presentato in via inedita durante l’Assemblea, ha tenuto a sottolineare l’impegno delle imprese per un’edilizia innovativa con le fondamenta sulla tradizione e il saper fare che da sempre distingue la categoria. Un impegno complesso e sfidante ma ricco di soddisfazioni e in continua evoluzione.

Puoi rivederlo sul canale Youtube di Ance Brescia. Buona visione!

focus assemblea generale 2025

con il tavolo formazione-lavoro “Sai”, si svolgono corsi per muratori dedicati ai migranti.

Durante la parte assembleare riservata ai soci dell’Associazione, hanno preso la parola i presidenti degli enti bilaterali, Cassa edile ed Ente sistema edilizia Brescia, seguiti dal presidente del Gruppo Giovani di Ance Brescia. Tre interventi che hanno sottolineato il prezioso apporto nel tessuto economico locale e nelle imprese del settore delle nuove generazioni e degli immigrati, che si fanno parte attiva nella crescita di un comparto alla continua ricerca di giovani imprenditori e di maestranze preparate da inserire nel mondo dell’edilizia.

Il futuro deve saper investire in formazione e sviluppo di competenze. Con impegno l’Ente sistema edilizia Brescia (Eseb), fa da ponte tra la scuola e il mondo del lavoro, tra il sapere e il fare. “Dobbiamo intercettare i bisogni delle aziende, ma anche anticiparli, accompagnarli, interpretarli — ha chiarito il presidente dell’Eseb, Paolo Bettoni, nel discorso agli associati tenuto durante la parte privata riservata ai Soci Ance —. E dobbiamo farlo restituendo dignità alla formazione, soprattutto in un settore come il nostro. Una formazione che non sia vissuta come obbligo, ma come occasione. Che non sia “erogata”, ma costruita con cura. Che non si limiti a trasmettere contenuti, ma che generi cultura professionale, senso del la-

voro, rispetto per la sicurezza, orgoglio per le proprie competenze”. Una formazione che deve essere anche inclusiva, soffermandosi su un tema di grande rilevanza in questo periodo storico: l'importanza degli immigrati nel campo dell'edilizia. Negli ultimi anni, hanno chiarito i dati della Cassa edile di Brescia esposti sempre durante la parte privata dell’Assemblea, si è registrato un aumento significativo di lavoratori provenienti da diverse parti del mondo. “Più del 56% degli iscritti in Cape — ha precisato il presidente della Cassa, Raffaele Collicelli —

ha origine straniera, e se consideriamo solo i nuovi iscritti per il 2024 più del 72% (3 su 4) sono immigrati. Questi lavoratori non sono solo una risorsa, ma un vero e proprio valore aggiunto. In particolare, stiamo vedendo la nascita di nuove imprese edili con titolari stranieri. Oggi sono 503, il 17,3% del totale. Queste realtà portano con sé non solo esperienze diverse, ma anche una visione innovativa del mercato. È fondamentale che riconosciamo e accogliamo questa diversità, integrandola nel nostro tessuto imprenditoriale e nel nostro spirito associativo”. Associazionismo che si nutre giorno dopo giorno delle idee e del prezioso scambio con le nuove generazioni di costruttori, oltre che delle alleanze con la Pubblica Amministrazione, il mondo della formazione e i territori, e che vede nel Gruppo Giovani di Ance Brescia il cuore di un proficuo dialogo tra imprenditori giovani e senior. “Da qui nasce un’alleanza che porta innovazione e nuove competenze, senza tralasciare esperienza e saggezza” ha affermato il neoeletto presidente, Davide Castelli, alla guida del Gruppo da aprile di fronte ai Soci Ance Brescia. “Non c’è innovazione, senza radici. Molti degli iscritti al Gruppo Giovani, sono figli di imprenditori; probabilmente, molti sono anche nipoti di imprenditori. Il futuro delle imprese familiari dipende anche dalla capacità di coltivare le competenze dei giovani e consentire loro di esprimersi”.

Premiazioni

L’Assemblea è stata infine l’occasione per premiare le nuove imprese iscritte, quelle che si sono distinte per il proprio impegno associativo, per le performance economiche, gli imprenditori senior e le figure che hanno contribuito alla crescita dell’Associazione.

Premio nuove associate: 2V Srl | Alessi Marco | Arte Coperture di Maresca Srl | Bertoletti Costruzioni Srl | Botticino via Mazzini Srl | C.S.W.B. Srl | Calcestruzzi Ferandi Srl | Cama Srl | D.A.M. Impianti Srl | DI.MA. Srl | Dinamica Costruzioni Brescia Srl | DVT Srl | Eco Recycling Srl | Edil Marmentino di Fontana Alex | Edilforniture Srl | Facchini Angelo e Bregoli W. Snc | Geoalpi Srl | Geoedil Costruzioni Srl | Goffi Giovanni Srl | I.C. Italiana Cantieri Srl | IEB Impresa Edile Baitelli Srl | LB Soluzioni Srl | Lume Luxury Home S.Rl. Socio Unico | Magri & Marini Snc di Magri Guido & C. | MMT Srl | Monvi Srl | Primo Srl | Quarantini Pietro Carlo | R.C. Costruzioni Srl | RD Costruzioni Srl di Ragnoli & Danesi | T.L.A. di Paterlini Lucina Margherita | TAG Srl | Urban Costruzioni Srl | Premio senior: Andreoli Giuseppe (Sp.A.M. Srl) | Della Fiore Giuseppe (Della Fiore Costruzioni Srl) | Fenotti Enzo (Fen-Imm Investimenti Immobiliari Srl) | Perini Beniamino (Perini Beniamino & C. Snc) | Salvoni Michele (Maiko Costruzioni Srl) | Premio dedizione: Ardesi Emilia (Ardesi Enrico Srl) | Bertoli Fabrizio (Bertoli Costruzioni Spa) | Campana Davide (Campana 1942 Srl) | Premio performance Autonomia Finanziaria: Fornari Giuseppe Srl | Premio performance MOL: Lume Luxury Home Srl Socio Unico | Premio performance ROI: Domenighini Costruzioni Srl | Premio ambasciatore: Premoli Giampaolo (Erkos Srl) | Silvioli Alberto (Incom Srl) | Vezzola Stefano (Vezzola Spa)

La situazione del made in Brescia e le previsioni sull’economia nazionale

Un contesto ancora fragile, condizionato dalle incognite a livello internazionale, che lascia comunque spazio a qualche segnale positivo

Luci e non poche ombre sul comparto delle costruzioni che, quest’anno, subirà un calo del 7% rispetto al 2024 a sua volta in frenata sull’anno prima come emerge dai dati dell’Osservatorio congiunturale Ance. La previsione è influenzata dal mancato apporto della manutenzione straordinaria abitativa, in riduzione del 30% su base annua: è una conseguenza diretta dell’ulteriore rimodulazione delle aliquote fiscali, sia per gli interventi di riqualificazione abitativa riguardanti la prima casa, sia le seconde case. Per la nuova edilizia abitativa, l’Ance prevede un calo del 2,6% su base annua, in considerazione della contrazione dei permessi riferiti alle nuove superfici abitative concesse. Di contro, per i nuovi investimenti non residenziali privati la previsione è di un aumento tendenziale del 3,2%. Nel comparto delle opere pubbliche, Ance per il 2025 stima un ulteriore aumento del 16% rispetto all’anno precedente, trainato dalla accelerazione nella realizzazione dei progetti Pnrr negli ultimi anni del Piano. Ance spiega che tra il 2025 e il 2026 occorrerà realizzare e rendicontare circa 54 miliardi di euro di investimenti, con obiettivi sempre più ambiziosi. La stima tiene conto, inoltre, di alcuni effetti negativi determinati dai tagli agli investimenti locali, disposti dalla Legge di bilancio 2025-2027 e dalle rimodulazioni e riduzioni al Piano nazionale complementare operati dal decretolegge 19/2024.

Nel comparto industriale il 2025 si conferma non privo di sfide per il made in Brescia, iniziando dalla produzione industriale: nel primo

trimestre dell’anno - come testimonia la recente indagine di Confindustria Bs - registra un calo del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2024 e si conferma in territorio negativo da ben otto periodi, considerato che l’ultimo segno «più» risale addirittura a marzo 2023. La bassa domanda proveniente dai mercati domestici e internazionali, ma non solo, è considerata dalle imprese tra i principali fattori di freno alla produzione. La variazione rispetto al 4° trimestre del 2024 (congiunturale) è comunque positiva (+1,5%): ciò indicherebbe una capacità di reazione da parte del sistema manifatturiero, oltre a offrire elementi di cauto ottimismo per i mesi a venire. Il quadro di incertezza trova riscontro nell’andamento della Cassa integrazione, che ha iniziato il nuovo anno schiacciando sull’acceleratore. L’Osservatorio dell'Inps evidenzia che, nei primi tre mesi del 2025, le ore di cassa autorizzate alle aziende della provincia sono state pari a 6,54 milioni, in

Imprenditoria giovanile

Confortanti i segnali che si ravvisano nell'imprenditoria giovanile, con un +7,2% tendenziale di iscrizioni. Tiene l'imprenditoria femminile (+34 unità). Le start up innovative nel Bresciano si attestano a 231, in lieve aumento guardando alle 225 di inizio anno. Complessivamente ammontano a 116.515 le società registrate in Camera di commercio al 31 marzo scorso, con un a tasso di crescita trimestrale dello 0,13%, migliore di quello medio lombardo (+0,04%) e di quello nazionale (-0,05%).

Nel primo trimestre 2025 sono

le nuove società di capitali

L’analisi «Movimprese» della Camera di commercio di Brescia, riferita al periodo gennaiomarzo 2025, evidenzia un saldo positivo di 157 attività: un risultato migliore di quello dell’anno scorso

crescita del 26,7% su base tendenziale (e del 24,5% sul pari periodo 2023) e rappresentano già un terzo del dato dell'intero 2024, quando le ore concesse sono state pari a 19,75 milioni. Il periodo gennaio-marzo di quest’anno si tratta del dato più alto degli ultimi sei esercizi, fatta eccezione del 2021 influenzato dal Covid, che ha registrato 8,4 milioni di ore autorizzate. L'impennata riscontrata in provincia di Brescia riflette l’andamento a livello nazionale: in Italia, nei primi tre mesi dell'anno si è arrivati a 173,81 milioni di ore, dato in aumento tendenziale del 31,2% e del 42,5% sul primo trimestre 2023. Per l'Inps, «l'andamento della Cassa integrazione guadagni è in linea con l’evoluzione dei processi produttivi e gli obiettivi di ristrutturazione industriale».

Le nuove preoccupazioni arrivano dopo un 2024 che, per il mercato del lavoro bresciano, è stato positivo, con una crescita degli occupati, a quota 555mila unità — toccando il massimo storico —, e una contestuale flessione dei disoccupati, a 16mila, il valore più basso da quando è disponibile la serie storica, con un tasso di senza lavoro pari al 2,8%. A evidenziarlo sono i dati Istat elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia. La dinamica rilevata l’anno scorso per l’occupazione (+6mila unità sul 2023) ha visto una sostanziale tenuta della componente maschile (da 325mila a 324mila unità), a fronte di un incremento di quella femminile (da 224mila a 230 mila). Tali variazioni hanno determinato lievi incrementi nel tasso di occupazione (1564 anni), che nel 2024 si è attestato al 67,2%, rispetto al 66,7% del 2023. Il tasso di occu-

pazione rilevato in provincia di Brescia è tuttavia inferiore di quello riscontrato in Lombardia (69,4%), ma ampiamente superiore alla media nazionale (62,2%). Con riferimento alla segmentazione settoriale delle variazioni nell’occupazione, l’incremento sperimentato tra il 2024 e il 2023 è frutto del lieve rafforzamento nell’industria in senso stretto e nei servizi, a fronte di un ridimensionamento nell’ambito delle costruzioni. Indicazioni incoraggianti, nonostante il contesto, arrivano dalla voglia di fare impresa che ancora caratterizza il territorio. L'analisi «Movimprese» della Camera di commercio di Brescia, riferita al periodo gennaio-marzo 2025, evidenzia un saldo positivo di 157 attività: un risultato migliore di quello dell'anno scorso (132 unità). Le iscrizioni di nuove società sono state 2.416, le cessazioni 2.259 in calo su base tendenziale (erano 2.458). «Il primo trimestre 2025 — commenta il presidente della Camera di commercio, Roberto Saccone — consolida il trend, in atto da tempo, che vede il calo costante delle aziende nei settori tradizionali della manifattura, del commercio e dell'agricoltura, segno che il difficile momento conferma una scarsa propensione ad avviare nuove attività in tali comparti. I dati però vanno letti con particolare riguardo alla significativa crescita delle società di capitali» (+273 nel trimestre), «a testimonianza del fatto che si va verso forme sempre più strutturate e meglio in grado di affrontare le complesse sfide che la competizione globale propone. Inoltre, si evidenzia la sempre più marcata terziarizzazione dell'economia».

C’è un luogo a Venezia dove storia, architettura e innovazione si incontrano in modo unico. È l’Arsenale, un complesso monumentale che non solo ha segnato la potenza marittima della Serenissima, ma rappresenta ancora oggi una sfida e un’opportunità per il mondo della progettazione, del restauro e della valorizzazione del patrimonio costruito. La visita alla Biennale, ospitata negli ampi spazi delle vecchie Corderie, dove trova spazio anche l’iniziativa Construction Futures, interessante progetto che presenta quattro robot e che vede il settore delle costruzioni impegnato sino a novembre 2025, con il curatore della Biennale, Carlo Ratti e con quattro Università internazionali: Eth di Zurigo, Mit di Boston, Politecnico di Torino, Tongji University, mi consente di apprezzare gli spazi dell’Arsenale, che assume in questa circostanza anche la caratteristica di luogo di sperimentazione. Negli ultimi decenni, restauri consistenti come quelli dei Tese, le grandi capriate lignee che coprono le officine storiche, e delle citate Corderie, hanno mostrato come sia possibile coniugare conservazione e contemporaneità, tradizione e tecnologia. Materiali compatibili, consolidamenti invisibili, impianti integrati in modo discreto, tecniche Bim per la gestione del costruito storico, rilievi laser scanner e modellazione Hbim: l’Arsenale è una palestra ideale per l’uso avanzato delle tecnologie digitali applicate al patrimonio. Per arrivare a questa moderna versione c’è stato un lungo percorso, iniziato con quello che potremmo chiamare modello di proto-industrializzazione. L’Arsenale fu il cuore pulsante dell’industria navale veneziana dal XII secolo sino all’età moderna. Nel suo apice, tra il XV e il XVI secolo, impiegava oltre 16mila persone e produceva in alcuni periodi una nave al giorno, grazie a un’organizzazione della produzione seriale che anticipava di secoli la catena di montaggio fordista. Un’area di oltre 48 ettari, chiusa da mura fortificate, con cantieri, magazzini, bacini di carenaggio, officine e spazi logistici, alimentati da un sistema di ca-

L’Arsenale di Venezia: architettura, ingegneria e futuro di un patrimonio vivo

Un complesso monumentale che non solo ha segnato la potenza marittima della Serenissima, ma rappresenta ancora oggi una sfida e un’opportunità per il mondo della progettazione, del restauro e della valorizzazione del patrimonio costruito

Verso un futuro sostenibile

Sono molte e qualificate le voci che ritengono che pensare al futuro dell’Arsenale significhi immaginarlo come un polo multifunzionale: centro culturale, sede di ricerca, spazio per l’artigianato di qualità, distretto della formazione. Un luogo vivo, in grado di generare economia e cultura, senza tradire la sua identità storica. Ma per farlo serve un cambio di paradigma: dalla logica del “progetto isolato” a una visione di sistema. Servono piani di gestione integrata, modelli di partenariato pubblico-privato, competenze trasversali che uniscano ingegneria, architettura, economia del patrimonio e partecipazione sociale. Il tema della resilienza, in una città fragile come Venezia, diventa centrale: non solo resilienza idraulica, ma anche sociale e funzionale. L’Arsenale, con la sua struttura flessibile e la sua potenza simbolica, può diventare un nodo strategico per la rigenerazione urbana della città storica. Possiamo in conclusione affermare che l’Arsenale di Venezia non è solo un monumento, ma un organismo urbano complesso, un laboratorio di idee e un banco di prova per l’innovazione nel costruito. Per i professionisti del settore, rappresenta una sfida progettuale e culturale di rara intensità: come intervenire su un patrimonio straordinario senza congelarlo, come farne un motore di sviluppo senza banalizzarlo. In questa tensione tra passato e futuro, tra tutela e trasformazione, l’Arsenale continua a navigare. E chiede ai progettisti, agli ingegneri, agli architetti e ai costruttori di oggi lo stesso spirito di ingegno e visione che animava gli arsenalotti della Serenissima.

nali interni connessi alla laguna. Dal punto di vista architettonico, l’Arsenale è un palinsesto di tecniche costruttive stratificate: murature in laterizio a vista, capriate lignee, tetti a falda, solai lignei e poi, nei secoli successivi, inserimenti in ferro, cemento e acciaio. Un sistema edilizio e infrastrutturale unico per scala e complessità. Impegnato anche a vincere la sfida della conservazione, oggi l’Arsenale si presenta come un insieme composito: in parte militare, in parte civile, in parte ancora dismesso. Il suo stato attuale è il risultato di molteplici trasformazioni: la decadenza post-napoleonica, l’uso bellico sino alla Seconda guerra mondiale, e una lenta riconversione verso

usi culturali e scientifici, come la Biennale di Venezia e l’Istituto di Scienze Marine del Cnr. Per i professionisti del costruito, l’Arsenale è un caso di studio esemplare: la sua scala urbana e la varietà tipologica degli edifici impongono approcci integrati tra restauro, consolidamento strutturale, rigenerazione energetica e pianificazione urbana. Le criticità sono molte: infiltrazioni, dissesti statici, presenza di materiali e tecniche costruttive storiche non standardizzate, vincoli ambientali e paesaggistici stringenti. Intervenire sull’Arsenale significa operare in un contesto ad alta sensibilità storica, dove ogni scelta — dal tipo di malta alla modalità di consolidamento — ha implicazioni sulla leggibilità dell’opera e sulla sua fruibilità futura. È qui che la cultura della manutenzione programmata, dell’indagine diagnostica non distruttiva e del progetto reversibile trova piena applicazione. Da ricordare come le recenti aperture del ministero della Difesa e del Comune di Venezia verso una maggiore accessibilità pubblica e una destinazione a usi civili hanno rilanciato il dibattito sul futuro del sito. Il “Protocollo d’intesa per l’Arsenale” firmato nel 2019 ha segnato un punto di svolta, avviando un processo di rigenerazione urbana orientato alla sostenibilità e alla valorizzazione culturale.

WEB
ADRIANO BAFFELLI
ADRIANO BAFFELLI

architettura

Con “Fondamentale” Ance partecipa alla Biennale di Architettura di Venezia

Alla Biennale di Venezia, il padiglione della filiera Fondamentale apre lo sguardo sul futuro del settore edilizio attraverso la robotica umanoide, l’intelligenza artificiale e l’automazione.

Quest’anno, tra i protagonisti della 19° Mostra internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, anche Ance insieme alle undici sigle del settore del costruito, tra imprese e sindacati e gli enti bilaterali (Anaepa Confartigianato Edilizia, Cna Costruzioni, Fiae Casartigiani, Claai, Confapi Aniem, Agci Produzione e Lavoro, Confcooperative Lavoro e Servizi, Legacoop Produzione e Servizi, FenealUil, Filca Cisl, Fillea Cgil e gli enti bilaterali del settore, Formedil e Sanedil). La prima e significativa partecipazione di Ance che, con la campagna “Fondamentale: noi che veniamo da lontano”, ha sostenuto il progetto Construction Futures rivolto alle innovazioni tecnologiche e digitali per la rivoluzione del futuro del mondo dell’edilizia. Da maggio a novembre la filiera Fondamentare sarà dunque tra i protagonisti di uno degli eventi espositivi culturali più apprezzati al mondo. Tantissimi i progetti speciali che mostreranno le incredibili potenzialità dei robot umanoidi, il cui utilizzo sarà particolarmente vantaggioso nel settore edile. Questi nuovi strumenti tecnologici rappresentano una risorsa fondamentale per aumentare la sicurezza nei luoghi di lavoro. Oltre a supportare i tecnici di cantiere nelle operazioni a più alto rischio, contribuiscono a semplificare le attività, rendendole più agevoli, riducendo sia lo sforzo fisico che la ripetitività dei compiti.

La presidente di Ance Federica Brancaccio — presente all’iniziativa insieme al curatore della Biennale Carlo Ratti — ha dichiarato: “Una meravigliosa follia ma anche una realtà, qualcosa di visionario ma anche di concreto. Un processo in grado di dare una spinta importante a un settore dove, secondo un recente sondaggio, più del 50% degli intervistati vuole investire nell’intelligenza artificiale. Confermando come il cantiere sia ancora il luogo più inclusivo del mondo”. All’incontro hanno partecipato anche il segretario della Fillea Cgil, Antonio Di Franco, il sociologo di fama internazionale ed esperto di cultura digitale Derrick de Kerckhove e il curatore Daniele Pitteri, insieme ai rappresentanti delle associazioni e degli enti che fanno parte di Fondamentale.

Uno

spazio nnovativo per

presentare

le nuove frontiere della robotica

Quello della robotica è un argomento che da tempo sta a cuore di Ance, che ha dedicato ampio spazio alla tematica anche in occasione dell’ultima Assemblea annuale di Ance Brescia. È in questo solco che si inserisce lo speciale progetto Construction Futures Research Lab, uno spazio innovativo dove prendono forma le nuove frontiere della robotica e dell’intelligenza artificiale relazionate al mondo dell’edilizia.

Il laboratorio sperimentale di Venezia ha accolto i progetti di alcuni degli atenei più prestigiosi al mondo (tra i quali Politecnico di Torino, Tongji University, Mit, Eth di Zurigo) che hanno utilizzato diverse tecnologie all’avanguardia e robot umanoidi per offrire nuovi strumenti di lavoro agli operatori in cantiere. Le soluzioni tecnologiche presentate al pubblico non intendono sottrarre mansioni all’uomo, bensì affiancarlo, offrendo supporto nelle operazioni considerate più ad alto rischio o usuranti. Il focus è migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro, strizzando un occhio alla sostenibilità nel pieno rispetto del valore umano. Il coeso sistema delle costruzioni ha raggiunto un importante traguardo, divenendo partner di un evento culturale di così ampio respiro. La partecipazione assume un valore ancora più significativo se si considera il suo obiettivo finale: promuovere l’impiego della robotica in cantiere per favorire la sostenibilità e garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro e dei professionisti.

Fondamentale, la campagna che racconta il mondo dell’edilizia

Dalla collaborazione tra dodici sigle della filiera delle costruzioni nasce Fondamentale, una campagna ideata per connettere i protagonisti del settore dell’edilizia, congiuntamente a imprese e sindacati. L’obiettivo è unire visioni, competenze e risorse, per affrontare con strumenti adeguati le sfide attuali e cogliere le opportunità future. Un’iniziativa che mette al centro innovazione e sicurezza, promuovendo con determinazione la sostenibilità e l’evoluzione continua attraverso la ricerca. Il racconto del settore che Fondamentale intende divulgare, si fonda proprio su questi pilastri, valorizzandone i principi e rivolgendosi a un pubblico vasto e diversificato: dai professionisti del settore ai giovani, sempre più interessati alle opportunità offerte da questo ambito.

Dalla collaborazione tra Ance Lombardia e Cresme Europa servizi nasce il rapporto “Il mercato delle opere pubbliche per le imprese di costruzioni nelle province della Lombardia 2019-2024”, un’analisi approfondita volta a monitorare l’andamento del mercato attraverso lo studio di oltre cento cantieri Pnrr attivi nelle province lombarde, accompagnata da un esame dettagliato dell’intero iter che ha condotto alla realizzazione dei lavori. In primavera sono stati diffusi i primi risultati di sintesi del monitoraggio dei cantieri Pnrr-Pnc al 31 dicembre 2024, rappresentativi dei 12 territori provinciali della Lombardia.

I dati presenti nel documento sono stati raccolti dal nuovo Sistema informativo lombardo sulla realizzazione delle opere pubbliche (Silrop), lanciato da Ance Lombardia e Cresme Europa servizi, e rappresentano per i vertici Ance Brescia uno strumento utile a rendere accessibili a tutti gli operatori del mercato degli appalti pubblici i dati più rilevanti del mercato delle opere pubbliche, relativi agli interventi di maggior interesse caratterizzati da un importo superiore a 150mila euro. Grazie a questa piattaforma, infatti, è ora possibile monitorare in tempo reale l’andamento dei lavori e individuare con tempestività eventuali criticità o rallentamenti.

In data 31 dicembre 2024, ciò che emerge dall’analisi del monitoraggio dei cantieri distribuiti in dodici province del territorio

Dai dati Silrop una panoramica sulle opere pubbliche in territorio bresciano

La nostra provincia, con Bergamo e Milano, tra i mercati provinciali più rilevanti

lombardo — Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio, Varese — è un costo complessivo di 2,234 miliardi relazionato a 104 cantieri Pnrr-Pnc, di cui 1,460 (65%) coperto da risorse Pnrr, Pnc e Fondo Opere indifferibili. Dei cinque cantieri monitorati per la provincia di Brescia si registra un costo complessivo di 47 milioni di euro, di cui 39 milioni provenienti da risorse Pnrr, Pnc e Fondo

Opere Indifferibili assegnate, che coprono l’82% dell’importo. I restanti otto milioni sono coperti con altri finanziamenti pubblici che sono in misura prevalente a carico della Regione Lombardia e degli Enti locali interessati.

Alle cinque gare in esame, hanno preso parte 14 partecipanti, tra operatori singoli e raggruppamenti temporanei (in media quasi 3 offerenti per gara). Analizzando più nel dettaglio le tempistiche richieste

Mercato OOPP in Provincia di Brescia - Aggiudicazioni 2019-2024 Sede di provenienza delle imprese - Importo

La situazione dei mercati provinciali nei quattro anni presi in esame che vanno dal 2019 al 2024, evidenzia la netta predominanza di tre province: Bergamo, Brescia e Milano

dalle varie fasi, emerge che il tempo medio necessario per l’affidamento (che va dalla richiesta di offerta del bando fino alla sua aggiudicazione) è di circa quattro mesi. Cinque mesi, in media, dall’aggiudicazione alla firma del contratto; quattro, infine, sono i mesi per l’avvio dei lavori. Proseguendo nell’analisi dei dati rilevati dal sistema Silrop emerge che, nel periodo 2021-2024, le opere Pnrr-Pnc hanno rappresentato in provincia di Brescia il 17% del totale dei bandi, pari a 306 gare su 1.792 totali. Analizzando lo stesso dato, ma considerando l’importo economico, si osserva che nel nostro territorio, negli anni 2021-2024, l’incidenza degli appalti Pnrr-Pnc, su un totale di 3,522 miliardi, è pari al 21% (ossia 751 milioni di euro). Dallo studio del numero delle imprese che si sono aggiudicate gli appalti per sede di provenienza, si possono mettere a confronto due diversi intervalli di tempo — dal 2019 al 2021 e dal 2022 al 2024 — i cui dati evidenziano una sostanziale stabilità. Ai vertici, infatti, troviamo sempre le imprese bresciane (con il 35%), seguite dalle imprese provenienti dal resto della Lombardia. La situazione cambia, invece, se si guardano gli importi delle aggiudicazioni. Nel periodo 2019-2021 le imprese della provincia di Brescia si ritagliano solo il 17% dell’importo complessivo (percentuale pari a 240 milioni), a fronte dei 395 milioni delle imprese del Centro, seguite da quelle del Sud e delle Isole con 344

milioni e del resto della Lombardia con 289 milioni. Meglio nel triennio 20222024, dove la percentuale sale al 25% (circa 471 milioni), le imprese bresciane sono seconde solo alle imprese delle altre province lombarde che si aggiudicano 576 milioni di euro.

La sintesi del monitoraggio rileva inoltre la predominanza, relativamente all’intero periodo 2019-2024, degli appalti tradizionali, di sola esecuzione. Nel 2024 questi costituiscono per la nostra provincia oltre il 90% contro meno dell’1% registrato per gli appalti integrati, ovvero gare che includono sia la progettazione che l’esecuzione dei lavori per una singola opera. Se si guarda agli importi, gli appalti integrati si ritagliano il 31% nel 2024 a fronte del 52,9% degli appalti tradizionali. Per quanto riguarda la dimensione economica dei lavori, si evidenziano tante piccole opere (da 150 mila a un milione di euro), che passano dal 82,3% nel 2019 al 78,9% nel 2024. Seguono i lavori da uno a cinque milioni e quelli da oltre cinque milioni, che lo scorso anno registrano rispettivamente il 14 e oltre il 7%. In termini di importo, invece, risulta che nel biennio 2023-2024 il 71% della spesa è stata destinata alle grandi opere. In merito al tipo di procedura scelto dal contraente, si evidenzia una crescente tendenza orientata alle procedure negoziate, favorita dalle semplificazioni introdotte nella fase procedurale, che hanno

determinato un incremento significativo, passando da una percentuale iniziale del 52,8%, relativa al 2019, fino al 78% circa per l’anno 2024. Per lo scorso anno si registra tuttavia un importo medio in calo per le procedure negoziate. Nel biennio 2023-2024, le procedure aperte rappresentano il 63% degli importi, mentre le procedure negoziate il 31,5%.

Dall’analisi dei dati relativi alla committenza dei lavori emerge, inoltre, che i principali committenti delle opere oggetto di indagine sono enti territoriali e gestori di reti e infrastrutture. I settori di mercato maggiormente coinvolti sono quelli dell’edilizia e delle infrastrutture, con un incremento nel numero di bandi rivolti a quest’ultima categoria (355 nel 2024 contro i 223 riguardanti l’edilizia). In questo contesto, la situazione dei mercati provinciali nei quattro anni presi in esame che vanno dal 2019 al 2024, evidenzia la netta predominanza di tre province: Bergamo, Brescia e Milano che, sia in relazione al numero di bandi che all’importo di riferimento, costituiscono la fetta di mercato più estesa. Guardando più nello specifico alla provincia di Brescia si sottolinea, nell’ultimo quadriennio, un considerevole aumento dell’importo destinato ai bandi per opere pubbliche, con il passaggio dai 676 milioni del 2019 ai 1.346 milioni di euro del 2024. Tradotti in aggiudicazioni questi importi, scendono poi rispettivamente a 356 milioni e 566 milioni.

FONTE: CRESME EUROPA SERVIZI

Matteo Baroni

L’ITS I CANTIERI DELL'ARTE È UN ISTITUTO DI FORMAZIONE TECNICA SUPERIORE CHE OFFRE CORSI POST-DIPLOMA PER GIOVANI INTERESSATI A LAVORARE NEL SETTORE DELL'ARTE E DELLA CULTURA. LA MISSIONE DICHIARATA È QUELLA DI FORNIRE AGLI STUDENTI UNA FORMAZIONE DI ALTA QUALITÀ, CON UN FORTE LEGAME CON IL MONDO DEL LAVORO. CON I CORSI PROPOSTI DALL’ISTITUTO, GLI STUDENTI CHE LO FREQUENTANO ACQUISISCONO LE COMPETENZE E LE CONOSCENZE NECESSARIE PER DIVENTARE FIGURE PROFESSIONALI QUALIFICATE E COMPETENTI IN UN SETTORE IN CONTINUA ESPANSIONE, CHE PER QUESTO RICHIEDE FIGURE TECNICHE ALTAMENTE SPECIALIZZATE NEI CAMPI DELL’EDILIZIA, DELL’ARTE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE PER LE COSTRUZIONI. L’ITS I CANTIERI DELL’ARTE HA SEDI A: BERGAMO, BRESCIA, CREMONA, MILANO, PAVIA. SONO ATTIVI I CORSI DI: DIGITAL CONSTRUCTION MANAGER; DIGITAL CONSTRUCTION MANAGER –HISTORICAL BUILDINGS; DIGITAL CONSTRUCTION MANAGER –SUSTAINABILITY; BIM CONSTRUCTION MANAGER.

Conosciamo il presidente dell’Its I Cantieri dell’Arte

Gli Istituti tecnologici superiori a supporto di giovani e imprese per un costruito

e un futuro di successo

Raggiungo il presidente Baroni nella sede bresciana dell’Its I Cantieri dell’Arte, attiva negli spazi di Eseb, l’Ente sistema edilizia Brescia, che in questi ultimi anni ha contribuito a qualificare come una delle realtà più dinamiche e innovative dell’intero panorama nazionale del settore. Ci troviamo nella zona nord della Leonessa d’Italia, in un’area pedecollinare verde, che nel recente periodo ha visto realizzare e funzionare una nuova sede dell’Università Cattolica che, grazie a un poderoso intervento di rigenerazione urbana su buona parte del ex seminario, si è dotata di quello che ha tutte le sembianze di un Campus universitario. Varcando i suoi cancelli è facile capire quanta distanza ci sia tra lo stereotipo dell’edilizia percepita da molti rispetto alla realtà: un settore giovane, innovativo, grazie alla presenza di macchinari digitali, “cane robot”, stampante per calcestruzzo in 3D. Insomma, l’humus ideale perché fiorisca e prosperi la virtuosa pianta dell’Its.

Presidente Baroni, quale obiettivo prioritario caratterizza il suo fresco impegno alla presidenza dell’Its I Cantieri dell’Arte?

Aver assunto questo prestigioso incarico mi riempie di grande orgoglio. Its I Cantieri dell’Arte è una struttura lungimirante, impegnata a formare i futuri tecnici dei nostri cantieri, per cui il mio scopo come presidente è cercare di rendere questa Fondazione la più solida e la più grande possibile, affinché possa essere

un collettore e un enzima per formare i nostri futuri tecnici di cantiere, aumentando la possibilità per le nostre aziende di trovare sul campo, grazie a questa Fondazione, le persone che nel futuro a breve e medio termine saranno inserite negli organici delle nostre imprese.

Negli ultimi anni l’attenzione nei confronti degli Its è molto aumentata, gli Istituti tecnologici superiori sono considerati un interessante strumento formativo. Perché tanto interesse?

Its è una struttura di formazione che non è nuova all’interno del nostro ordinamento scolastico, che ha già tantissimi anni di storia, tuttavia è solo ultimamente che, grazie anche a una rinnovata volontà del Governo, si sta molto sentendo parlare di queste realtà. In Germania gli Its sono degli istituti accademici che esistono da trenta se non quarant’anni e in tanti legano la crescita economica della Germania anche alla presenza degli Its, ovvero in funzione di aver cercato di formare negli ultimi decenni dei tecnici di cantiere che poi sono entrati operativamente nelle aziende. Pertanto, ultimamente c’è questa nuova esigenza perché le aziende si sono rese conto che mancano queste figure tecniche. Negli ultimi anni c’è stata una tendenza nel puntare tutto negli

studi universitari, ma l’Accademia non è l’unico strumento, piuttosto un’opportunità per incrementare il valore aggiunto di un percorso formativo. Senza dimenticare l’altissima percentuale di studenti che iniziano gli studi universitari e poi li interrompono senza portarli a termine. Credo gli Its rappresentino un ottimo strumento per formare figure operative, tecnici specializzati che aiuteranno le imprese nella loro crescita economica. Risponde al vero che a fronte della sempre più stretta connessione tra la dimensione formativa e la dimensione lavorativa, gli Its Academy rappresentino per il settore dell’edilizia un canale strategico?

È assolutamente un canale formativo strategico perché, ad esempio, il nostro Its che racchiude le esperienze e la formazione di Ance, è anche un collettore per raccogliere tutte quelle esperienze che già sono in essere e che quindi possono essere veicolate agli studenti. Pertanto, il valore aggiunto del nostro sistema bilaterale si riflette anche sull’Its, con le nostre imprese, la nostra classe imprenditoriale di Ance, impegnate a formare gli studenti su delle vere e tangibili attività, fornendo in prospettiva utili strumenti per la crescita delle nostre aziende.

In che modo il vostro Istituto prepara i tecnici in tema di competenze avanzate da applicare sui fronti edilizia sostenibile, gestione del cantiere, sicurezza sul lavoro e uso delle nuove tecnologie?

Abbiamo dei laboratori pratici, pertanto i nostri ragazzi non stanno solo sui banchi di scuola, ma nei laboratori dove possono sperimentare le nuove tecnologie oggi disponibili, quindi siamo impegnati, anche con il coinvolgimento delle nostre scuole edili, sempre figlie della bilateralità, a formare gli studenti anche con strumenti acquistati negli ultimi anni con un grandissimo sforzo economico. Il tutto per per far sì che i ragazzi possano toccare con mano quegli strumenti e quei device che troveranno nelle aziende e che possono davvero incrementare il valore aggiunto del nostro comparto aziendale.

Il Pnrr ha messo a disposizione fondi anche per gli Its, I Cantieri per l’Arte ne hanno beneficiato, e se sì, a supporto di quale iniziativa specifica?

Ne abbiamo beneficiato, per fortuna. Il Pnrr ci ha dato una boccata d’ossigeno molto, molto grande, che abbiamo sfruttato acquistando strumenti operativi che possano all’interno dei nostri laboratori formare gli studenti con queste nuove tecnologie di cui le

Laureato in architettura nel 2006 al Politecnico di Milano con tesi finale in Economia Urbana, nata dall’esperienza di scambio accademico in Messico, dal titolo “Genesi e crescita delle città. Italia e Messico due realtà a confronto” . Durante gli studi universitari ha conseguito un diploma in Sviluppo e cooperazione internazionale presso l’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale). Master in Urbanistica e Sviluppo presso la London School of Economics and Political Science nel 2007, avente come focus di studio gli sviluppi economici urbani e le dinamiche sociali e culturali cittadine. Finita l’esperienza di studio ha raccolto l’eredità imprenditoriale del padre per seguire l’impresa di famiglia a Milano, la Mba Costruzioni, della quale oggi è titolare.

nostre imprese oggi hanno bisogno. Grazie al Pnrr siamo stati dunque in grado di acquistare strumenti che diversamente non erano alla nostra portata.

Ritiene che l’offerta formativa possa essere ampliata, introducendo Corsi destinati a più settori della filiera del costruito?

Assolutamente sì. La nostra Fondazione deve essere una Fondazione in divenire, deve essere un enzima per raccogliere le volontà e quelle necessità che le nostre imprese manifestano; pertanto, essendo uno strumento flessibile, malleabile, nel futuro potremmo anche creare dei corsi per figure e compiti oggi sconosciuti ma che prossimamente risulteranno centrali per l’attività delle nostre imprese. Quindi sì, ci saranno dei nuovi corsi che saranno creati e realizzati in funzione delle effettive esigenze della nostra classe imprenditoriale.

Come immagina sia possibile per il mondo dell’edilizia attrarre i giovani?

Il nostro mondo paga lo scotto di essere considerato un lavoro “brutto e sporco” che va a ledere anche la figura della persona. Non è così. Noi costruiamo le città, il futuro, lo spazio in cui viviamo. Quindi, quello che noi dobbiamo cercare di fare, è superare l’ostacolo mentale e far compren-

L’architetto Baroni è da pochi mesi il presidente dell’Its Academy I Cantieri dell’Arte. Nel mondo associativo è stato presidente del Gruppo Giovani imprenditori di Assimpredil Ance Milano, quindi presidente Ance Giovani Lombardia e successivamente coordinatore a livello nazionale in Ance Giovani del Gruppo marketing e comunicazione. Ora è al vertice di una realtà d’eccellenza per la formazione in Lombardia di giovani professionisti dell’edilizia e del costruito.

Ci servirebbero più risorse economiche, anche per sviluppare più corsi, che possano declinarsi su diverse sfaccettature, cercando di far capire quanto il costruito sia davvero essenziale per la crescita economica del nostro Paese e per modificare e creare lo spazio in cui viviamo

Its è una struttura di formazione che non è nuova all’interno del nostro ordinamento scolastico, che ha già tantissimi anni di storia, tuttavia è solo ultimamente che, grazie anche a una rinnovata volontà del Governo, si sta molto sentendo parlare di queste realtà

dere a tutti quanti quanto il nostro sia un mondo specializzato, dove crescere anche a livello economico. Giova ricordare che il contratto edile offre stipendi tra i più alti presenti nel mercato del lavoro. Le imprese hanno dimostrato attenzione e concreta partecipazione ai progetti dell’Its con sede in Eseb. Forse servirebbe un maggior coinvolgimento dell’opinione pubblica e delle famiglie?

Sicuramente, tornando allo scoglio culturale di cui parlavo prima, dobbiamo entrare anche nella testa dei genitori e di quella generazione che vede nello strumento dell’Università l’unica opportunità formativa per i propri figli. Dobbiamo far capire che l’Università non è la sola strada. Ci sono altre strade altrettanto lu-

minose e altrettanto formative per il futuro dei figli. Quindi sì, è uno scoglio culturale che dobbiamo superare; serve una strategia di marketing, ancora in gran parte da scrivere, per far capire quanto il nostro mondo sia bello e anche di successo.

Avesse la bacchetta magica, quale provvedimento prenderebbe per far incrementare l’appeal del settore edile e dei percorsi formativi per accedervi?

Sicuramente ci servirebbero più risorse economiche, anche per sviluppare più corsi, che possano declinarsi su diverse sfaccettature e l’altra bacchetta magica la userei, ricordando quanto accennato poc’anzi, per toglierci quell’aurea di polvere che il nostro settore sconta da tanti anni, cercando di

Abbiamo dei laboratori pratici, pertanto i nostri ragazzi non stanno solo sui banchi di scuola, ma nei laboratori dove possono sperimentare le nuove tecnologie oggi disponibili. Il tutto per per far sì che i ragazzi possano toccare con mano quegli strumenti e quei device che troveranno nelle aziende

far capire quanto il costruito sia davvero essenziale per la crescita economica del nostro Paese e per modificare e creare lo spazio in cui viviamo. Quali sono i passatempi preferiti del presidente Baroni nelle parentesi tra un impegno e l’altro sui vari fronti, imprenditoriale e associativo? Stare con le mie bambine, di tre anni e uno e mezzo, alle

quali dedico con piacere tantissimo tempo, e viaggiare, che mi ha permesso negli anni di conoscere delle realtà, magari anche lontane da noi, ma che mi hanno portato ad avere anche una formazione molto più a 360 gradi e a capire quanto le diverse modalità di appiglio alla vita possano essere declinabili anche nelle nostre realtà.

Giovani costruttori: “propositività” la chiave del nostro impegno

Nell’intervista al neoeletto presidente del Gruppo Giovani

Ance Brescia, Davide Castelli, approfondiamo gli obiettivi e i principali punti operativi che guidano il suo mandato e il futuro che vede le nuove generazioni protagoniste dell’edilizia di domani al fianco degli imprenditori senior sia in Associazione sia nelle imprese di famiglia

Davide Castelli, quali sono le attività che la sua presidenza intende portare avanti per il prossimo triennio?

In piena continuità con quanto svolto dal mio predecessore, Santo Prandelli, che rimane al mio fianco nel direttivo con la carica di vicepresidente, perseguirò l’obiettivo di aumentare il numero dei giovani associati, promuovendo una partecipazione e un coinvolgimento sempre maggiore delle nuove generazioni. Proseguiremo poi nell’impegno di

far conoscere un settore in costante crescita e sempre più attrattivo, che si allontana dai pregiudizi che l’hanno pesantemente penalizzato in passato, per rinnovarsi alla luce di nuove tecnologie, strumentazioni innovative e materiali sostenibili. Anche nelle scuole continueremo a portare la nostra testimonianza di giovani imprenditori, mostrando il comparto delle costruzioni per quello che è realmente: un settore in evoluzione, che assorbe innovazione e gioca un

ruolo primario nella trasformazione del mondo in cui abitiamo.

Dovesse riassumere in una parola l’impegno del suo mandato, quale sarebbe? Sicuramente “proposività”, ovvero il fatto o la capacità di avanzare proposte positive e interessanti per il futuro del settore, che è poi la base su cui si poggia l’attività di “innovare”. Vogliamo portare innovazione, senza che questa si traduca in un cambiamento radicale, che prende le distan-

ze da ciò che è stato fatto in precedenza. È possibile trovare innovazione, infatti, anche nella revisione di un singolo processo aziendale o produttivo, nella scelta di esplorare un nuovo mercato, in una rinnovata gestione del personale, nel cambio dei rapporti con i fornitori, nell’efficientamento del controllo di gestione della nostra impresa, nella presa di coscienza relativamente a quale sia l’assetto organizzativo della nostra impresa e nell’identificazione della strada da prendere per consolidarlo e ottimizzarlo. Infatti, nel triennio che ci aspetta, cercheremo di approfondire vari aspetti collegati alla Governance delle nostre imprese, alla loro organizzare, alla loro gestione. Questi strumenti sono necessari a migliorare la competitività delle imprese, caratteristica che è sempre più necessaria in un contesto economico complicato e sempre in rapida evoluzione. Siamo orientati a fornire sempre una nostra chiave di lettura dei fenomeni in corso, che abbraccia la fiducia nel futuro e la voglia di fare proprie delle nuove generazioni.

Per il raggiungimento di questi obiettivi, qual è il valore aggiunto dell’attività associativa? Per gli obiettivi che ci poniamo, l’Associazione è spazio prezioso di dialogo e confronto, dove nascono e si consolidano relazioni e idee. È un luogo dove ci si forma, si cresce, si fa squadra. Più siamo, più saremo in grado di essere incisivi sul territorio, di costruire un futuro associativo solido, rappresentativo e capace di affrontare le sfide che il settore ha di fronte a sé. Entrare a far parte dell’Associazione significa mettersi in gioco e portare la propria esperienza imprenditoriale per condividerla con gli altri al fine di tracciare una rotta comune di sviluppo, che abbracci sostenibilità, innovazione e digitalizzazione.

Qual è l’apporto dei giovani imprenditori e come vivono le aziende familiari il passaggio generazionale?

Come dicevo prima, i giovani imprenditori portano una chiave di lettura propria dei fenomeni in corso, che conta della voglia di mettersi in gioco e di contribuire all’evoluzione del settore verso una maggiore competitività, digitalizzazione, sostenibilità e innovazione dello stesso. Il dialogo e la simbiosi tra giovani e senior, nelle nostre imprese, così come all’interno dell’associazione, sono aspetti da curare: da qui deve nascere un’alleanza che porti innovazione e nuove competenze, senza tralasciare esperienza e saggezza. Non c’è innovazione, senza radici. Non c’è associazione senza condivisione e confronto.

In merito alle aziende familiari e al passaggio generazionale, nello scorso triennio, il Gruppo Giovani ha lavorato molto proprio sul tema, organizzando un ciclo di incontri per affrontare sfide come la pianificazione del futuro, la gestione delle relazioni e la prevenzione dei conflitti.

Nelle imprese di famiglia, infatti, la successione generazionale rappresenta un momento unico ma allo stesso tempo critico, per le molteplici problematiche che si possono creare, sia all’interno della famiglia, che all’interno dell’azienda e dovrebbe essere affrontato con un’adeguata pianificazione. Gli incontri organizzati dal nostro Gruppo hanno rivelato che il cosiddetto “passaggio di testimone” non può, ma soprattutto non deve, essere lasciato al caso. Richiede tempo, dialogo, programmazione, azione. È proprio nel passaggio generazionale che si gioca una delle sfide più complesse e, al contempo, una delle opportunità più affascinanti per la continuità e l’innovazione delle nostre imprese.

Il Consiglio direttivo del Gruppo Giovani per il triennio 2025-2028

Davide Castelli (presidente)

Direttore tecnico Castelli Srl; iscritto al Gruppo Giovani dal 2018

Michelle Amadei

Responsabile amministrativo Amadei Costruzioni Srl; iscritta al Gruppo Giovani dal 2010

Laura Parietti

Manager P. & R. Pavimenti e Rivestimenti Srl; iscritta al Gruppo Giovani dal 2021

Santo Prandelli (vicepresidente)

Responsabile commerciale e direttore organizzativo Prandelli Santo Srl; Amministratore Genesi Srl; iscritto al Gruppo Giovani dal 2011

Mattia Facchetti

Project Manager Facchetti Costruzioni Spa; iscritto al Gruppo Giovani dal 2020

Francesca Scolari

Responsabile amministrativo Società Generali Costruzioni Srl; iscritta al Gruppo Giovani dal 2016

Marcello Vezzola (vicepresidente)

Direttore tecnico commerciale Vezzola Spa; iscritto al Gruppo Giovani dal 2021

Andrea Galetti

Amministratore Galetti & Co Srl; iscritto al Gruppo Giovani dal 2014

Valentina Tonelli

Direttore tecnico, consigliere e vicepresidente del Cda Costruzioni Edili Tonelli Spa; iscritta al Gruppo Giovani dal 2019

Scuola edile bresciana

Poggia il tuo domani su solide fondamenta con una formazione professionale di alto livello per i futuri professionisti delle Costruzioni.

Prestazioni assistenziali Cape

Rimborso per le attività estive dei figli dei lavoratori iscritti ed erogazione dell’Ape

Nata per assicurare continuità salariale e previdenziale ai lavoratori del comparto edile, Cassa edile Brescia garantisce sussidi e prestazioni di tipo mutualisticoassistenziale a beneficio dei dipendenti delle imprese edili e delle loro famiglie e s’impegna al pagamento della gratifica natalizia e delle ferie (Gnf) e al pagamento dell’anzianità di lavoro (Ape). Proprio in merito a quest’ultima prestazione, per l’anno 2025, con la volontà di venire incontro alle famiglie dei lavoratori iscritti, il Comitato di Presidenza della Cassa edile ha deciso di anticipare l’erogazione dell’anzianità professionale edile a metà aprile. Oltre otto milioni di euro sono stati dunque suddivisi per gli operai del settore edile che fanno riferimento alla Cassa bresciana, in base alla loro anzianità di servizio. La prestazione, erogata annualmente, solitamente in occasione del 1° maggio e calcolata in base alle ore di lavoro, è un premio economico che riconosce l'esperienza e la competenza maturata nel settore. Insieme all’Ape per l’anzianità professionale, l’ente ha già corrisposto anche circa 17mila euro per l’Ape 300, una prestazione a favore degli eredi dei defunti o degli inabili al lavoro.

Tra le ultime comunicazioni diffuse agli operatori del settore, la Cassa edile ha inoltre comunicato il rinnovo, voluto dalle Parti Sociali edili della provincia di Brescia, anche per il 2025, dello stanziamento del fondo destinato alla copertura delle spese per le iniziative estive ricreative e ludico-sportive svolte dai figli dei lavoratori iscritti, fino a un massimo di 200 euro per ciascun figlio in età scolare.

“Invitiamo i lavoratori a usufruire appieno dei servizi di cui beneficiano gli iscritti alla Cassa edile e che passano da un supporto assistenziale, nonché da una serie di misure concrete e sussidi a sostegno degli operatori del comparto e delle loro famiglie.

Aderendo ai servizi welfare di Cape le imprese puntano al benessere del dipendente per favorire una positiva conciliazione tra lavoro e vita familiare

Le prestazioni erogate da Cape si orientano a un maggior benessere dei lavoratori, a una loro piena soddisfazione nello svolgimento dell’impiego svolto e nella positiva conciliazione tra lavoro e la vita familiare” affermano unitariamente il presidente di Cape, Raffaele Collicelli, e la vicepresidente Sara Piazza, invitando tutti gli iscritti a compilare la richiesta di rimborso delle spese sostenute.

Il sussidio “Attività estive” è destinato a tutti i ragazzi e a tutte le ragazze di età compresa tra i 5 e i 17 anni ancora fiscalmente a carico del lavoratore. È previsto per tutte quelle attività ricreative e per il tempo libero proposte da parrocchie, oratori, società sportive, cooperative, associazioni del terzo settore, compresi i corsi di lingua svolti all’estero.

I lavoratori interessati possono richiedere il rimborso scaricando l’apposito modulo disponibile sul sito della Cassa Edile. La domanda è da trasmettere a Cape, congiuntamente alla documentazione richiesta, entro martedì 30 settembre.

Sanedil: come scaricare il riepilogo delle prestazioni sanitarie

Per chi ancora non conoscesse le prestazioni sanitarie e i rimborsi gestiti dal Fondo nazionale d'assistenza sanitaria complementare Sanedil, Cassa edile Brescia ricorda che fino al 31 dicembre 2025, è consultabile online il Piano sanitario valido per l’anno assicurativo corrente, che prevede prestazioni di diversa tipologia, dal monitoraggio dello stato di salute attraverso pacchetti di prevenzione fino alle visite specialistiche. Sono ricompresi servizi odontoiatrici, inclusi interventi e cure conservative, protesi mobili dentarie e implantologia. Non mancano coperture per trattamenti fisioterapici riabilitativi, protesi ortopediche e acustiche, controlli in gravidanza, ricoveri in istituto di cura per intervento chirurgico rilevante e rimborsi ticket per accertamenti diagnostici e di pronto soccorso.

Scarica la guida al Piano sanitario completo disponibile sul sito del Fondo Sanedil

In Eseb la prima edizione delle Olimpiadi della sicurezza

Gli studenti dell’Its Academy I Cantieri dell’Arte messi alla prova per individuare i potenziali rischi in cinque cantieri simulati

La formazione in materia di sicurezza è un tassello fondamentale per tutti i soggetti che operano all’interno dei cantieri edili. Conoscere i riferimenti normativi sul tema e sapere come applicarli può favorire la prevenzione di incidenti, aiutando i lavoratori nella comprensione dei comportamenti responsabili da adottare sul luogo di lavoro. È stata questa la tematica al centro della prima Olimpiade della Sicurezza, organizzata negli spazi dell’Ente sistema edilizia Brescia (Eseb) da Fondazione Its Academy I Cantieri dell’Arte in collaborazione con Ats Brescia. L’iniziativa, rivolta agli studenti dell’Istituto tecnico superiore e ai ragazzi che frequentano la Scuola edile bresciana in Eseb, ha voluto sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza della prevenzione, intesa come strumento per scongiurare incidenti e infortuni, promuovendo una cultura della sicurezza che parta fin dagli albori, durante i percorsi formativi e professionali.

La giornata si è aperta con i saluti istituzionali del presidente dell’Its, l’architetto Matteo Baroni, che hanno dato ufficialmente il via ai lavori: “Con questa iniziativa abbiamo voluto fornire, a quelli che saranno i tecnici di cantiere di domani, la possibilità di confrontarsi direttamente con quelli che possono essere i pe-

ricoli del contesto in cui andranno a lavorare, al fine di conoscere e adottare responsabilmente e consapevolmente le misure preventive per operare in sicurezza” ha dichiarato Baroni. “Come Its crediamo che una maggiore integrazione tra teorica e pratica sia la chiave per una formazione completa ed efficace delle nuove generazioni di costruttori” è stato il suo commento conclusivo.

Non solo lezioni in aula, ma anche e soprattutto esperien-

za sul campo. A seguire, terminato l’intervento del vicepresidente di Ance, Roberto Facchetti, sulla sicurezza in cantiere in relazione ai sistemi anti-collisione applicati alle macchine movimento terra, l’evento ha infatti messo alla prova direttamente gli studenti dell’Its Academy I Cantieri dell’Arte, provenienti da cinque province lombarde: Bergamo, Brescia, Cremona, Milano, Pavia. Divisi in squadre per entrare nel vivo della prima edizione delle Olimpiadi

della sicurezza, nella seconda parte della giornata sono stati messi alla prova attraverso la “Missione Check List”. Ai giovani futuri tecnici di cantiere è stato chiesto di dare una dimostrazione pratica di quanto appreso sinora attraverso l’analisi di cinque situazioni di

“cantiere simulato”, progettate dagli allievi della Scuola edile e dai tecnici della sicurezza di Eseb. Per ognuna, i partecipanti hanno dovuto individuare e segnalare gli errori appositamente predisposti per la competizione.

“Questa giornata ha voluto affiancare a quanto i nostri ragazzi apprendono in aula una sessione pratica nel solco del binomio su cui si fonda la proposta formativa che sia Its sia Eseb rivolgono ai propri studenti” ha commentato il presidente dell’Ente sistema edilizia Brescia, il geometra Paolo Bettoni. “L’auspicio è che i nostri ragazzi sappiano fare tesoro di tutte queste attività formative per approcciarsi al mondo del lavoro in modo coscienzioso e attento. L’obiettivo comune che ha spinto la Fondazione e il nostro Ente a lanciare questo evento è stato il desiderio di promuovere attivamente il benessere e la tutela dei lavoratori di un comparto che ogni anno attrae sempre più giovani, garantendo loro un futuro più sicuro”. Dopo la “Missione Check List”, che ha visto un’entusiasta partecipazione da parte di ragazzi e ragazze dell’Its, il dottor Piersandro Chiodini di Ats Brescia ha portato come testimonianza il racconto di un caso di infortunio mortale avvenuto in cantiere per rimarcare che investire nella sicurezza vuol dire contribuire a formare ambienti di lavoro più sicuri, in grado di favorire il benessere e la sicurezza di chi vi gravita intorno. Al termine della giornata le premiazioni dei tre gruppi di studenti che hanno saputo riconoscere il maggior numero di errori nei “cantieri simulati”. Il workshop ha rappresentato un momento particolarmente significativo per gli iscritti all’Its che nel tradurre in azione le competenze acquisite, hanno dimostrato entusiasmo e attenzione alle attività proposte dall’iniziativa.

Eseb ad Ediltrophy 2025

Maghini e Fusi si sono classificati per la finale nazionale che si terrà a ottobre al Saie a Bari

Eseb presente anche quest’anno alla gara di arte muraria Ediltrophy, nata nel 2008 e promossa dal Formedil in collaborazione con il Saie. L’Ente sistema edilizia Brescia ha partecipato alle selezioni regionali della nuova edizione, che si sono svolte a Saluzzo, in provincia di Cuneo, con due squadre junior, composte ciascuna da uno studente del primo e uno del secondo anno del corso triennale per Operatore edile. La prima squadra era formata da Gabriele Maghini e Leonardo Fusi, l'altra da Matteo Poli e Gabriele Brioni. L’oggetto della competizione: realizzare una panchina lineare in muratura e pietra su base in legno. Impegnati nella realizzazione del manufatto, i ragazzi hanno dimostrato professionalità, precisione e spirito di squadra. Maghini e Fusi si sono classificati per la finale nazionale che si terrà a ottobre al Saie a Bari.

UN SUPPORTO PER I LAVORATORI

E LE IMPRESE EDILI INNOVAZIONE

E WELFARE

ance brescia

Dalle newsletter settimanali di maggio e giugno 2025, una panoramica su alcune delle ultime novità in tema di tributi, economia, lavoro e lavori pubblici. Tutte le notizie sono riportate anche sul sito internet dell’Associazione: ancebrescia.it

TRIBUTI

maggio / Ritenute negli appalti. Durf e operazioni non imponibili ad Iva

L’Agenzia delle Entrate ritorna sull’applicabilità dell’obbligo di versamento, senza possibilità di compensazione, delle ritenute fiscali, contributive e assistenziali da parte dell’appaltatore per i propri dipendenti impiegati in appalti di importo superiore a 200mila euro e per i quali si verificano anche una serie di ulteriori condizioni. Niente Durf (Documento unico di regolarità fiscale) se i versamenti in conto fiscale dell’ultimo triennio sono inferiori al 10% dei ricavi del medesimo periodo a causa di operazioni relative a servizi di

spedizione per trasporti di beni in esportazione, transito o in temporanea importazione. Ciò perché queste prestazioni non sono imponibili ad Iva e non comportano alcun versamento dell’imposta, neppure “teorico”.

maggio / Nuovi codici Ateco 2025

L’Associazione segnala che è operativa la nuova classificazione delle attività economiche Ateco, con novità nei codici, nei titoli e nella struttura. Un cambiamento significativo che coinvolge imprese, professionisti e pubbliche amministrazioni. La nuova classificazione è stata adottata in concreto a partire dal 1° aprile 2025 e sostituisce la versione della classificazione

Ateco 2007 — aggiornamento 2022. Per saperne di più visita il sito di Ance Brescia.

maggio / Prima casa. Rivendita: il termine di due anni vale anche retroattivamente

L’Agenzia delle Entrate precisa che il nuovo e più esteso termine di due anni per procedere alla rivendita della “prima casa”,

mantenendo le agevolazioni fiscali ai fini dell’imposta di Registro e dell’Iva sul nuovo acquisto, opera in maniera retroattiva. Esso, dunque, trova applicazione non solo per gli atti di riacquisto stipulati a partire dal 1° gennaio 2025 — data di entrata in vigore del nuovo termine — ma anche per i precedenti, purché al 31 dicembre 2024 non sia scaduto il previgente termine di un anno. Per approfondire: www.ancebrescia.it

Puoi ricevere la newsletter di Ance Brescia mandando una richiesta via e-mail a info@ancebrescia.it

ance brescia

ECONOMIA

maggio / Piano transizione 4.0. Regole e procedure

Previste nuove disposizioni in materia di prenotazione delle risorse del Credito d’imposta 4.0. Ance Brescia ricorda che le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 al Credito d’imposta 4.0 prevedono un limite massimo di spesa di 2,2 miliardi. L’assegnazione delle risorse avverrà in ordine cronologico di presentazione delle nuove prenotazioni, al raggiungimento di prenotazioni pari a 2,2 miliardi il Credito d’imposta 4.0 verrà chiuso. Le nuove disposizioni non si applicheranno ai beni che verranno completati nel 2025 per i quali al 31 dicembre 2024 è stato sottoscritto l’ordine d’acquisto ed è stato versato un acconto pari almeno al 20% del costo di acquisizione. Chi volesse avere maggiori informazioni può contattare gli uffici di Ance Brescia (enrico.massardi@ancebresc ia.it).

LAVORO

maggio / Progetto Thamm+. Adesione imprese per assunzione profili di elettricista, muratore e carpentiere

Per supportare le imprese di fronte alle difficoltà di reperire lavoratori, Ance, insieme all’Associazione Centro Elis, al Cesf e al Formedil, è parte attiva del progetto denominato “Towards a Holistic Approach to Labour Migration Governance and Labour Mobility in Italy and

North Africa” (Thamm+), componente Tunisia, coordinato dall’Organizzazione internazionale per le Migrazioni (Oim) e finanziato dall’Unione Europea. Il progetto coinvolge duemila lavoratori stranieri e prevede lo svolgimento, nel Paese di origine e prima dell’ingresso in Italia, della formazione civico-linguistica, professionale e in materia di sicurezza del lavoro, finalizzata all’inserimento in azienda con contratto di lavoro di durata a lungo termine (almeno 12 mesi). Attualmente sono disponibili 297 profili formati nei ruoli di elettricista, muratore e carpentiere, a cui si aggiungono ulteriori 99 lavoratori che stanno completando la formazione. Visto il valore strategico dell’iniziativa per il soddisfacimento dei

fabbisogni occupazionali del settore, le imprese

interessate ad aderire al progetto e ad assumere i profili disponibili possono rivolgersi preventivamente all’Ufficio sindacale di Ance Brescia, che rimane a disposizione delle imprese per supportarle in tutte le fasi del processo di adesione.

LAVORI PUBBLICI

maggio / Il Consiglio di Stato sull’omessa indicazione del Ccnl negli appalti pubblici

La sentenza 28 marzo 2025, n. 2605/2025, del Consiglio di Stato — sezione V — ha reso evidente che l’applicazione di un determinato contratto collettivo incide direttamente sul costo del lavoro indicato in offerta (parametro fondamentale sia per la valutazione iniziale sia per il sub-procedimento di anomalia, correttezza e sostenibilità). Non è pertanto sostenibile la tesi

dell’appellante secondo cui la mera e generica accettazione preliminare delle condizioni di gara esonererebbe l’offerente dall’indicare tale informazione specifica e decisiva, né che possa “correggere” automaticamente l’indicazione di un contratto che offre garanzie inferiori rispetto a quello previsto come riferimento nella legge di gara. Per la sentenza completa e il riepilogo del caso si invita a visitare la relativa news sul sito di Ance Brescia.

maggio / Errore indotto dalla modulistica di gara. Non può essere escluso l’operatore economico che ha utilizzato il facsimile predisposto dalla stazione appaltante

Con riferimento alla sentenza del 28 marzo 2025, n. 2612, del Tar Campania, Napoli, sezione I, «La necessità di apprestare tutela all’affidamento inibisce alla stazione appaltante la possibilità di escludere dalla gara pubblica un’impresa che abbia compilato l’offerta in conformità al facsimile all’uopo dalla stessa predisposto; nessun addebito può essere contestato alla ditta partecipante per essere stata indotta in errore, all’atto della presentazione della domanda di partecipazione alla gara, da un negligente comportamento della stazione appaltante, che aveva predisposto la modulistica da allegare alla domanda». Il caso di specie è approfondito sul sito Ance Brescia.

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