
4/2025













4/2025
Massimo Angelo Deldossi
Presidente Ance Brescia
“Il valore del tempo è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando”. Prendo in prestito, forse un po’ impropriamente, le parole di un grande Nobel della fisica del XX secolo, Albert Einstein, senza voler sollevare un dibattito sulla relatività, ma per invitare i lettori a una riflessione sul ruolo giocato da ogni individuo nel cambiamento della società e del mondo in cui abita. Come imprenditori e lavoratori del comparto delle costruzioni siamo protagonisti di questa trasformazione, con il nobile compito di ritornare alla comunità luoghi di vita che possano fare la differenza a livello sociale, economico, ambientale. E il tema del tempo, a cui l’Associazione nazionale ha dedicato un intenso dibattito in occasione dell’Assemblea pubblica 2025, apre così all'importanza di come lo impieghiamo, piuttosto di come lo si misura, valorizzandolo in base alle azioni che compiamo e alle esperienze che facciamo durante il suo inevitabile trascorrere.
L’Assemblea ha condiviso spunti e traiettorie su cui orientare il futuro per agire prontamente e consapevolmente investendo al meglio la risorsa più preziosa, il tempo, con particolare attenzione alle problematiche e alle sfide del nostro secolo. Punti sui quali anche Ance Brescia si fa promotrice di dialogo e confronto. Direttrici quali la rigenerazione urbana, l’accesso alla casa, la digitalizzazione, la dignità del lavoro, la sicurezza, il ruolo centrale della formazione, la capacità di adattare l’offerta del comparto alle necessità del presente, per citarne alcuni, sono tutti aspetti che la nostra associazione territoriale condivide e valorizza nei servizi offerti alle imprese e nell’instancabile dialogo con le istituzioni. Dare valore al tempo per creare futuro: questa, in sintesi, la leva che spinge Ance ad agire per il bene delle sue imprese, per il bene delle comunità e dei territori partendo dalla significato stesso della parola “costruire” e da azioni concrete capaci di ridisegnare lo spazio in cui viviamo. È nella piena comunione di intenti con la nostra estrazione nazionale che ci rendiamo partecipi attivamente delle principali sfide che abbiamo di fronte. È tempo di farci sentire sulla base di un manifesto di volontà che guardi ai temi più urgenti e cruciali. Dall’invecchiamento della popolazione al repentino declino della natalità che, insieme alla fuga all’estero di giovani ed eccellenze, porta a conseguenze pesanti sul piano sociale. Problema che si traduce a livello economico e operativo, con l’effettiva mancanza di personale in età da lavoro e uno spopolamento progressivo. Persiste l’emergenza casa, segnata da povertà abitativa e salari insufficienti, mentre le politiche di rigenerazione urbana sono in stallo e guardano inerti a un patrimonio immobiliare sempre più vetusto. Una delle oziosità di un Paese che deve, al contrario, correre veloce, ridare ai giovani speranza in un futuro in Italia e finanziare con le giuste risorse strategie per l’ammodernamento e l’efficientamento immobiliare, con iniziative rivolte tanto al residenziale quanto al ramo commerciale e produttivo. Serve una strategia capace di investire in innovazione e futuro, senza lasciare indietro la capacità delle imprese di poter far fronte al cambiamento in atto per produrre valore. Seppur protagoniste di una grande stagione di rilancio dell’economia, le stesse faticano ad assicurarsi pagamenti certi, che consentirebbero di programmare investimenti in formazione e tecnologie. L’accelerazione digitale di cui siamo diffusamente attori deve essere affrontata con le competenze e gli strumenti giusti per cogliere più speditamente il processo di innovazione nel nostro settore. Una vera e propria rivoluzione che segna la nostra epoca, che ci chiede di dare senso e concretezza alle opportunità che abbiamo di fronte. Non restiamo semplici spettatori di un mondo che evolve.
C’è un momento, in ogni azienda familiare, in cui le cose iniziano a cambiare senza che nessuno abbia davvero deciso di farle cambiare. Succede quando i giovani iniziano a “esserci”. Prima in cantiere, poi in ufficio, poi nei processi decisionali. Non si tratta solo di un passaggio generazionale. Si tratta, molto più spesso, di un passaggio culturale. Per il settore delle costruzioni questo passaggio è decisivo, perché il contesto sta cambiando a una velocità tale da rendere impossibile affrontare il futuro con gli strumenti del passato. Digitalizzazione, sostenibilità, nuove tecnologie, intelligenza artificiale, modelli organizzativi snelli e interconnessi: la nuova impresa edile è già realtà. Ma perché possa davvero esserlo, servono anche energie nuove. Servono i giovani. E quando si parla di giovani non lo si deve fare solamente in riferimento all’età anagrafica. Quanto anche all’attitudine, all’apertura e alla responsabilità. Alla capacità di mettersi in gioco, al desiderio di voler comprendere — e non semplicemente eseguire — e di voler costruire qualcosa che prima non c’era, o trasformare ciò che esiste. È questa l’eredità che “i più grandi” devono trasmettere: non un’azienda da conservare, ma una missione da portare avanti. Passare il testimone richiede visione da parte di chi lo consegna e coraggio da parte di chi lo riceve. Ed è in questo spazio di confronto, di affiancamento e di coesistenza tra generazioni che può nascere il vero valore: non un cambio al vertice, ma un’evoluzione nella guida. Perché questo accada, è indispensabile puntare sulla formazione strutturata, calata sulla realtà dell’impresa edile di oggi: governance, controllo di gestione, sicurezza, sostenibilità, digitalizzazione, leadership, relazioni. Allo stesso tempo, è necessario che i giovani abbiano lo spazio per esprimere la propria visione. Non come voce fuori dal coro, ma come parte attiva di una comunità imprenditoriale che riconosce il valore della diversità di pensiero. È in questo spirito che il nuovo Gruppo Giovani dell’Associazione sta costruendo nuovi percorsi. Con entusiasmo, ma anche con metodo. Con passione e consapevolezza. Ance Brescia non ha dubbi: investire nei giovani è investire nel futuro dell’intero sistema. E questo investimento deve essere strutturale, non episodico. Serve infine richiamare un aspetto, forse meno evidente, eppure determinante: la responsabilità che ricade su chi oggi guida le imprese nel trasmettere ai giovani il valore autentico del mestiere edile. In questo senso, voglio ricordare le parole pronunciate dal Presidente Massimo Angelo Deldossi in occasione della nostra Assemblea generale dello scorso maggio: “I giovani ci osservano. Ci giudicano. Dobbiamo ridare dignità al lavoro edile. Mostrare la bellezza e la modernità di questo mestiere. Costruire ponti con chi verrà dopo di noi è uno dei compiti più nobili”. Un messaggio chiaro, che interpella l’intero sistema associativo e imprenditoriale. Per attrarre nuove generazioni verso il nostro settore non bastano incentivi o slogan: occorre rendere visibile — con l’esempio e con la narrazione — il significato profondo di questo lavoro, la sua capacità di generare valore per le comunità, di trasformare idee in luoghi, di costruire futuro in senso letterale e simbolico, con un impegno forte nel rinnovare e trasmettere un nuovo storytelling di settore. Il settore edile ha bisogno di giovani che non si sentano semplicemente “chiamati a prendere il posto di qualcun altro”, ma che si sentano parte di un progetto collettivo. Giovani che abbiano le competenze per scegliere, la responsabilità per decidere e la visione per guidare. Perché il futuro non è un punto d’arrivo, ma un cantiere aperto. E i giovani, in quel cantiere, devono sentirsi a casa.
luglio-agosto 2025
1 editoriale/1
Dare valore al tempo per creare futuro di Massimo Angelo Deldossi
3 editoriale/2
Giovani in impresa: il futuro non aspetta di Alessandro Scalvi
8 in primo piano
Il “tempo giusto” per agire e affrontare le sfide del presente
11 riconoscimenti
Il modello bresciano per l’inclusione dei rifugiati nel settore edile
12 istituzioni
Il senso della misura e la regia dialogante di Roberto Rossini
15 territorio
Rigenerare per favorire l’aggregazione sociale
16 sostenibilità
Costruire sostenibile
Tra ambizioni, vincoli e opportunità
19 solidarietà
Ance con il Giornale di Brescia per un nuovo reparto Tmo pediatrico
20 architettura
Il fondamentale dialogo tra progettisti e costruttori
22 digitalizzazione & bim
Il Permesso di Costruire Digitale
26 innovazione e tecnologie
Trovare le parole giuste per parlare della GID alle imprese di costruzione
28 storia per il domani
Opere provvisorie di cantiere: l’ingegneria effimera
40 tecnologia
L’ingegneria al servizio del recupero architettonico di Palazzo della Loggia
42 economia
Edilizia, tra resilienza e sfide
44 siti iconici
Castel dell’Ovo, l’anima di pietra del Golfo di Napoli
46 campus edilizia
L’ingresso di A2A nella compagine sociale
56 ance giovani
Costruire competenze, condividere visione, prepararsi il futuro
59 ance
Ance Lombardia guarda avanti
60 cape
Check premiato ad Ambiente Lavoro
62 eseb
Più formazione con Futuredil Akademy
Rivista bimestrale del Collegio Costruttori Edili di Brescia e provincia anno 7 - numero 4
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UN PROGETTO INFRASTRUTTURALE STRATEGICO PER IL TERRITORIO STA PRENDENDO FORMA. A CONCESIO È STATO VARATO IL PONTE SUL FIUME MELLA CHE COLLEGA SAN VIGILIO E LA ZONA DI CODOLAZZA LUNGO IL NUOVO RACCORDO AUTOSTRADALE DELLA VALTROMPIA. L’INTERVENTO HA VISTO LA POSA DELL’ULTIMA TRAVE DI 65 TONNELLATE CHE COMPLETA LA CAMPATA CENTRALE DEL VIADOTTO DI CENTO METRI REALIZZATO IN ACCIAIO CORTEN. L'OPERA
CONGIUNGE LE DUE SPONDE DEL FIUME MELLA E CREA UN COLLEGAMENTO TRA LE DUE AREE DI CANTIERE PER NON PESARE SUL TRAFFICO VEICOLARE DELLA ZONA.
Pnrr, infrastrutture, casa, rigenerazione urbana
Il “tempo giusto” per agire e affrontare le sfide del presente
L’Assemblea Ance solleva riflessioni su una società in rapido cambiamento
Imparare dal passato, lasciare un segno nel presente, guardare al domani. Incentrato sul tema del “tempo”, l’incontro annuale di Ance nazionale è stata un’occasione per riflettere, anche grazie a un’analisi del Cresme, su come cogliere al meglio le opportunità in una società in rapido cambiamento. Nell’Auditorium della Conciliazione a Roma l’Associazione ha offerto ai partecipanti un momento di confronto tra imprese, istituzioni e stakeholder del comparto delle costruzioni per discutere le sfide e le prospettive future del settore.
Dopo i saluti introduttivi del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e l’intervento di Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione europea, ha preso la parola Federica Brancaccio. La presidente di Ance ha proposto al pubblico in sala una lettura positiva del tempo a disposi-
zione che, dall’essere visto come risorsa scarsa e troppo spesso sprecata, deve diventare leva per mettere al centro la capacità di agire, come imprese, come istituzioni, come collettività. Strette nella morsa del tempo tiranno, il titano Kronos dei Greci, le aziende sono gravate dal peso di complessità burocratiche e da momenti di estrema incertezza, come quelli che stiamo vivendo, durante i quali le scelte sono state condizionate troppo spesso dalla paura, mancando di prospettiva. Proprio quella prospettiva a cui l’Associazione aveva dedicato le riflessioni dell’appuntamento assembleare dello scorso anno. “Dobbiamo reagire, senza paura e con coraggio” ha incalzato la presidente Brancaccio, ricordando che, se la dittatura di Kronos impone immobilità, in un susseguirsi perpetuo che non ammette variazioni, con Kairòs i Greci indi-
cavano, al contrario, un tempo “giusto”, raffigurato da un giovane snello e dotato di ali, che si intende non solo come progressione numerica di istanti, ma come ciò che tutti, nel loro quotidiano, possono scegliere di fare. Per creare occupazione, limitare la fuga di eccellenze, non cedere alla rassegnazione o al disinteresse verso la grave crisi internazionale segnata dai confronti in Ucraina e Medioriente, per abbandonare vecchi paradigmi che limitano visione, risorse e investimenti portando a politiche di breve respiro. La presidente ha ricordato, ad esempio, che Ance ha proposto e messo a disposizione di Governo e Parlamento un pacchetto di dieci punti su cui lavorare per trasformare la transizione ecologica in una vera politica industriale. In generale, “Occorre proporre nuovi strumenti, pensati oggi per domani” ha chiarito Brancaccio. “Ci
vuole flessibilità di progettazione e di utilizzo. Altrimenti non saremo mai in grado di rispondere alle esigenze della società che cambia. Bisogna riuscire a incidere in modo tangibile sulle priorità. Se dare un futuro ai nostri giovani è un’esigenza di questo Paese e dell’Europa intera, allora non abbiamo più tempo da perdere”. Ed è pensando alle nuove generazioni e alle prospettive di fronte a loro che Ance, riprendendo in sede assembleare quanto toccato l’anno precedente sul guardare senza paura al futuro, ha indicato quattro direttrici di cambiamento sulle quali orientare azioni responsabili, concrete e quantomai urgenti: rigenerazione delle città e accesso alla casa, infrastrutture per l’adattamento, rivoluzione digitale e dignità del lavoro e formazione. Sul primo tema la stessa Roma, ha ricordato Gualtieri nel suo intervento, dimo-
Rigenerazione delle città e accesso alla casa
La rigenerazione urbana è un fantastico antidoto a due mali antitetici del nostro tempo: calo demografico e sovraffollamento. Chiediamo al Governo di definire un’agenda per le città, con responsabilità chiare e risorse certe. Per imprimere una vera svolta alle politiche per le città e per la casa occorre, invece, adottare il modello Pnrr: governance e obiettivi chiari, riforme e investimenti certi.
Città sempre più bollenti, fiumi che esondano da Nord a Sud, desertificazione di ampie aree del territorio. Non esiste un piano organico per contrastare il cambiamento climatico e non riusciamo a gestire come dovremmo la risorsa idrica. L’acqua è la Cenerentola del servizio pubblico. Dobbiamo tornare a occuparcene a livello nazionale. L’Europa, intanto, sta lavorando a una strategia per la resilienza idrica. Un approccio giusto che tende a superare gli scontri ideologici in corso da anni sulla sostenibilità con il tema ostaggio di due opposte fazioni: il catastrofismo e il negazionismo.
Seppur protagoniste di una stagione di grande rilancio dell’economia, le imprese faticano ancora ad essere pagate. Senza pagamenti certi, si lede la possibilità di investire in innovazione e quindi nel futuro. Così come si mortifica il ruolo dell’imprenditore impedendogli di qualificarsi attraverso i lavori che subappalta, ma di cui è il primo responsabile.
L’edilizia vanta un rapporto di collaborazione, lealtà e reciproco scambio con tutte le parti sociali. Un unicum che fa dell’edilizia un sistema davvero inclusivo, attento alle esigenze di imprese e lavoratori. Il nostro sistema paritetico è l’unico che si fonda su istituti indipendenti come le Casse edili e gli Enti di formazione che assicurano alti standard.
(dalla relazione della presidente Federica Brancaccio)
stra di voler guardare al futuro con circa mille progetti di trasformazione urbana. Ed è dalle città, piattaforme ideali per individuare forme nuove di sviluppo, come ha precisato Gaetano Manfredi, che si possono far crescere l’economia e migliorare le condizioni sociali. Serve, secondo il presidente Anci, una vera e propria Agenda, in grado di dare un impulso al grande lavoro portato avanti in questi anni dai Comuni in tutta Italia. Sul fronte Pnrr, l’Osservatorio dell’Ance, basato sulle informazioni delle Casse edili, stima che il 60% dei cantieri è in corso o concluso. È un dato incoraggiante ma la scadenza prevista dal Piano si avvicina e, come ha evidenziato Paolo Gentiloni, ex commissario europeo per gli Affari economici e monetari “non può esistere che mezzo Pnrr rimanga incompleto”. “Abbiamo 100 miliardi da spendere, 50 quest’anno e 50 il prossimo. Se ci fermiamo ora — ha aggiunto — abbiamo speso meno della metà del Pnrr. Occorre mettersi a lavorare a testa bassa. Questa dovrebbe essere una straordinaria priorità nazionale”. Come ha chiarito Raffaele
Ance ha proposto e messo a disposizione di Governo e Parlamento un pacchetto di dieci punti su cui lavorare per trasformare la transizione ecologica in una vera politica industriale
Fitto, l’ipotesi di una proroga è però da escludere, da ritenere “un’operazione impossibile non per assenza di volontà politica”. Il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea ha confermato che si sta tuttavia lavorando per garantire “maggiore flessibilità e semplificazione nell’utilizzo delle risorse”. Il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini è intervenuto annunciando lo sblocco delle risorse (660 milioni) per il Caro Materiali per poi tracciare un bilancio sui lavori in corso, dalle ferrovie alle strade, dall’acqua al Ponte sullo Stretto: “Oggi possiamo dire che l’Italia ha in corso investimenti per 204 miliardi di euro. Le opere
riguardano ferrovie e strade, infrastrutture idriche, trasporto pubblico locale e case popolari. Parliamo di 1.200 cantieri ferroviari attivi, di cui 700 per nuove opere e 500 per manutenzioni programmate”. Risorse, oltre che di un coinvolgimento diffuso, sono necessarie anche per rispondere alle sfide della crisi abitativa. L’assemblea dell’Ance è stata l’occasione per affrontare le grandi partite aperte del Paese: insieme ai temi dell’avanzamento del Pnrr e degli investimenti infrastrutturali, ha trovato ampio spazio anche una riflessione sulle grandi emergenze come quella della casa. Irene Tanagli, presidente Commissione speciale sulla crisi degli alloggi nell’Unione europea, ha preso la parola per sottolineare l’emergenza abitativa che investe soprattutto per la classe media in Italia e in Europa. Per affrontare il problema serve, secondo Tanagli, guardare ai meccanismi del Next Generation EU e poter contare su un coinvolgimento ampio di diverse istituzioni, tra cui la Banca europea degli investimenti (BEI). Sul tema Ance ha ricordato il piano per la casa ac-
cessibile elaborato insieme a Confindustria, che permette di mobilitare risorse private, assistite da garanzie pubbliche, sfruttando la sinergia tra operatori ed enti territoriali. “Finora — ha commentato la presidente Brancaccio — non è stato però possibile incanalare il piano nei giusti binari. Se ci crediamo occorre un coordinamento centrale affinché tante iniziative, che oggi sono in corso, confluiscano in un solo progetto Paese”. I lavori sono stati conclusi dal ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo che ha ribadito il ruolo da protagonista della PA nell’affrontare le sfide del presente. “Abbiamo compiuto passi avanti significativi per rendere le nostre amministrazioni sempre più vicine alle esigenze di cittadini e imprese — il suo commento —, ma per far accadere davvero le cose, serve investire sulla formazione delle persone. Un esempio è il protocollo tra il Dipartimento della Funzione Pubblica e Ance, che arricchisce la piattaforma Syllabus, dedicata al capitale umano delle PA, con nuovi contenuti formativi dedicati al settore edilizio”.
Ance Brescia premiata a livello nazionale per il programma
Welcome di Unhcr
Brescia si conferma tra i territori più attivi in Italia nella promozione dell’inclusione lavorativa dei migranti. In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, Ance Brescia ha ricevuto un riconoscimento da UnhcrAgenzia Onu per i Rifugiati, nell’ambito del programma
“Welcome. Working for Refugee Integration”, attivo dal 2017 per favorire l’inserimento professionale dei rifugiati nel mercato del lavoro italiano.
Un premio che valorizza un impegno già da tempo avviato sul territorio e negli anni via
via perfezionato. Nella sede di Eseb, Ente Sistema Edilizia Brescia, è infatti stato ospitato nella prima parte dell’anno un nuovo ciclo di formazione gratuita per migranti, realizzato da Ance Brescia e Confcooperative Brescia. L’obiettivo è duplice: fornire competenze tecniche immediatamente spendibili nel settore edile e favorire, attraverso il lavoro, un’integrazione sociale solida e duratura.
Il percorso formativo, inserito nel più ampio accordo tra Ance Brescia e Confcooperative Brescia, coniuga esigenze del
mercato e strategie inclusive. Il corso ha previsto 155 ore suddivise in moduli teorici e pratici: sicurezza sul luogo di lavoro; tecnologia dei materiali da costruzione; sicurezza operativa in cantiere; organizzazione dei cicli esecutivi ed infine manualità ed esercizi pratici. Al termine, i partecipanti vengono accompagnati in tirocini e inserimenti lavorativi presso imprese associate, grazie anche al supporto delle cooperative aderenti a Confcooperative Brescia. I dati confermano l’efficacia dell’approccio: dei 15 frequentanti al ciclo formativo, la totalità ha ricevuto il diploma ed effettuato il tirocinio. Circa metà sono stati regolarmente inseriti in azienda. Un risultato che dimostra la replicabilità del modello e il valore della collaborazione tra realtà economiche e sociali. Il progetto vede come prossimo passo quello di trovare una soluzione alla questione abitativa. Il superamento di soglie reddituali minime comporta, infatti, per i rifugiati l’uscita dai sistemi di accoglienza (Sai e Cas), generando difficoltà nel reperire soluzioni sostenibili. Il modello promosso punta alla riqualificazione di immobili dismessi da destinare a locazioni agevolate o soluzioni di cohousing, anche con il supporto tecnico delle imprese associate.
Nel 2024 il programma “Welcome” ha registrato oltre 16.200 percorsi professionali per persone rifugiate (+38% rispetto al 2023), per un totale di oltre 50.300 inserimenti ottenuti dal 2017. Le aziende premiate sono state 227, tra cui Ance Brescia ed Eseb. Il comparto edile ha rappresentato il 18% degli inserimenti, secondo solo all’alloggio e ristorazione (20%).
Ance Brescia si inserisce in questa rete con un progetto che integra formazione, lavoro e casa: tre pilastri per una reale coesione sociale.
di Adriano Baffelli
In occasione dell’assemblea annuale 2025 di Ance Brescia, ospitata in maggio dal Museo della Mille Miglia, momento celebrativo, fra il resto, degli ottant’anni di storia dell’associazione con sede in via Foscolo in città, Roberto Rossini, presidente del Consiglio comunale di Brescia, ha offerto alla folta platea un intervento di forte impatto simbolico e civile, ricordando gli ottant’anni dalla nascita dell’associazione. Prendendo spunto dal primo statuto dell’ente, Rossini ha evidenziato come sin dalle origini l’impegno dei costruttori non si sia limitato all’ambito tecnico ed economico, ma abbia abbracciato una più ampia responsabilità sociale. Il valore fondativo dell’associazione, ha sottolineato, è stato quello di ricostruire, sì, un tessuto urbano e infrastrutturale nel dopoguerra, ma anche di contribuire al rafforzamento del tessuto civile della comunità. In questo senso, Rossini ha rilanciato la figura dell’imprenditore edile come attore sociale, capace di generare benessere, coesione e bellezza, nel segno di una visione condivisa di sviluppo sostenibile e inclusivo. L’intervento si è concluso con un invito a guardare al futuro con la stessa consapevolezza e lo stesso spirito cooperativo che animavano i fondatori dell’associazione nel 1945.
In questo spazio conosciamo meglio Rossini e il suo ruolo di presidente del Consiglio comunale in Loggia. C’è un tempo
per decidere e un tempo per ascoltare. Un tempo per governare e uno per garantire che il governo delle cose si svolga secondo regole chiare, condivise, trasparenti. In questa seconda dimensione, meno visibile ma essenziale, si colloca il lavoro quotidiano dell’attuale presidente del Consiglio comunale di Brescia. Considerato una figura sobria, di grande equilibrio istituzionale, Rossini incarna un’idea di politica che non cerca i riflettori ma la coerenza, la tenuta democratica delle istituzioni.
Non è un caso che il suo nome sia legato da anni a percorsi di impegno civico, sociale, culturale. Oggi, da presidente dell’assemblea cittadina, esercita un ruolo di garanzia e di regia, in un tempo che spesso confonde il dibattito con il conflitto e la rappresentanza con la visibilità. Il presidente del Consiglio comunale non è solo un “moderatore” tecnico. È, o dovrebbe essere, il custode della grammatica democratica.
A lui spetta il compito di assicurare che il confronto tra maggioranza e minoranza si svolga in modo ordinato, rispettoso, produttivo. È il garante della centralità dell’aula, del diritto di parola, del metodo. Rossini non cerca protagonismi. Ma la sua impronta si avverte nei gesti precisi con cui presiede le sedute, nell’ascolto paziente delle posizioni più diverse, nella cura con cui ricorda che le regole non sono un ostacolo alla politica, bensì la sua
condizione di possibilità. In un’epoca di accelerazioni eccessive, in cui la fiducia nelle istituzioni è troppo spesso logorata dal clamore o dalla superficialità, la figura di Roberto Rossini restituisce un’idea più alta e necessaria della politica: quella che costruisce legami, custodisce processi, fa della misura uno strumento di forza. Consentiteci il richiamo alla nostra testata per ricordare che Costruire il futuro significa anche questo: dialogare con chi, giorno dopo giorno, rende possibile il dialogo, tenendo il filo delle istituzioni con discrezione, fermezza e senso del bene comune. L’intervista di seguito, al presidente Rossini, contribuisce a farci conoscere il suo attuale ruolo istituzionale e soprattutto la sua visione sociale.
Iniziamo dall’intervento da lei proposto all’Assemblea di Ance Brescia, può sintetizzare il senso delle sue parole in quell’occasione?
Terminata la Seconda guerra mondiale e la tragica vicenda fascista, la repubblica parte con un forte slancio. La parola “pro-
nnn
In alto a destra Roberto Rossini, presidente del Consiglio comunale di Brescia; in alto una seduta del Consiglio comunale
Nato a Brescia nel 1964, sposato, due figlie. Dottorato in Scienze politiche, è docente presso il Canossa Campus di Brescia, di cui è anche membro del Comitato scientifico. È stato presidente provinciale e presidente nazionale delle Acli e di Enaip; attualmente è membro permanente del Consiglio nazionale delle Acli. È stato portavoce nazionale dell'Alleanza contro la povertà in Italia. È stato consigliere di circoscrizione del Comune di Brescia; attualmente è presidente del Consiglio comunale di Brescia.
gresso” - che campeggia nel terzo articolo dello statuto della nascente Ance Brescia e che ritroviamo anche nel quarto articolo della nostra Costituzione quando si parla del lavoro che contribuisce al progresso materiale e spirituale della società — ha una potenza evocativa straordinaria, in quegli anni. È una parola che concentra tutto il desiderio e tutta la volontà di voltare pagina e andare avanti, di fare cose migliori ma anche di essere migliori, di non scoraggiarsi di fronte al presente per farsi guidare dal futuro, di contribuire a costruire un Paese più avanzato. Oggi abbiamo un po’ perso questa parola, anche perché ne usiamo altre: si pensi a espressioni come benessere condiviso, sviluppo sostenibile, crescita inclusiva e resiliente e altro ancora. Oggi qualifichiamo meglio l’idea di progresso, anche se lo slancio popolare è meno travolgente di quello che i nostri padri e le nostre madri avevano vissuto in quegli anni. In compenso, la fase è più intensa. Non a caso Papa Francesco ci ricordava che non stiamo vivendo un’epoca di passaggio, ma un passaggio d’epoca. Quindi l’idea di progresso — pur con altre parole — è ancora valida. Semmai è importante ricordare che non esiste il progresso di una parte, perché il progresso deve essere di tutti. Detto in altre parole, è doveroso e giusto proteggere i propri interessi — gli interessi di categoria, per esempio — ma serve promuovere il progresso di tutti, altrimenti
il mancato progresso di qualcuno produce il regresso di tutti. Se si pensa ad alcune aree del mondo dove le città sono la somma di grattacieli e bidonville, si capisce al volo il concetto. Gli squilibri della crescita generano sottosviluppo, non armonia. Per questo trovo interessante il ruolo di Ance Brescia rispetto ad iniziative tipo Campus Edilizia o a studi tipo Next Vision, perché offrono l’opportunità di immaginare e implementare la comunità urbana.
Come descriverebbe il suo attuale ruolo istituzionale?
Beh, il Regolamento dice tutto: rappresentare e far funzionare il Consiglio comunale, luogo dove si ritrovano le forze politiche cittadine, garantendo l’analisi dei problemi e dei provvedimenti posti a mitigazione o risoluzione dei problemi, poi il confronto informato, libero e aperto alla cittadinanza e infine il voto, la decisione, la sintesi. Tutti e tre i passaggi sono da presidiare affinché scorrano in modo disciplinato. Poi c’è tutto un altro lavoro che definirei di pedagogia civile, che ha come obiettivo il far leggere “le cose della città” attraverso la grammatica della democrazia. In questo senso si comprende il perché di iniziative come il Festival della pace o il Consiglio comunale dei ragazzi o le molte iniziative ed eventi che si progettano assieme ai diversi soggetti che “fanno” la città, a partire della società civile. Dunque, ascolto molto e, se possibile, accompagno le loro intenzioni.
Brescia vanta una rete molto attiva di associazioni e realtà del volontariato. In che modo questi soggetti possono incidere concretamente sulle politiche cittadine e sul benessere collettivo?
Le città sono vive se la partecipazione si muove. Noi non abbiamo l’idea di una città dove il governo è esercitato su una massa indistinta di cittadini. Semmai pensiamo ad una civitas dove i soggetti pubblici, i soggetti privati e quelli del terzo settore operano per realizzare il bene comune sostenibile. L’immagine che ho in mente è l’allegoria del Buon governo (del Lorenzetti): la città ben governata ha le giuste istituzioni, è laboriosa, ricca di differenze ma unita dalle virtù condivise; la città mal governata ha istituzioni tiranne, vive nella paura, manca di fiducia e di generosità.
Brescia ha una tradizione e una realtà molto vicine al primo tipo di città, sia grazie ad una generale fiducia verso le istituzioni cittadine, note da decenni per la
“Italo
che in questo caso ci si accorge che siamo di fronte ad un passaggio epocale.
Come può l’urbanistica contribuire a creare non solo spazi funzionali, ma anche luoghi che favoriscano relazioni, inclusione e senso di appartenenza per i cittadini? La città non è un insieme di edifici, serve un’anima e un senso: per esempio il senso sociale, per favorire la costruzione di legami, oppure il senso del bello, per favorire il benessere, oppure ancora il senso del sostenibile, per vivere in armonia con l’ambiente e tanto altro ancora. Non possiamo più limitarci a privilegiare un aspetto: perché il bello senza il giusto è solo decoro, così come il giusto senza il bello è solo calcolo, utilità. Serve un’urbanistica che favorisca lo sviluppo della città e della persona: “abitare male” è la causa di molti altri problemi. Italo Calvino scriveva che
Calvino scriveva che le città sono fatte della stessa sostanza dei sogni, sono costruite da desideri e paure. Dobbiamo essere molto attenti alle paure — si pensi alla povertà, alla solitudine, alla malattia — ma non dobbiamo rinunciare a realizzare un desiderio di città”
lungimiranza e il buon governo, sia grazie alla spontanea solidarietà e generosità dei bresciani. Siamo sempre stati una delle “capitali” del volontariato e ancora oggi abbiamo un tessuto associativo aperto al bene comune che non si riscontra in molte altre città.
Brescia e i progetti di rigenerazione urbana. Qual è, secondo lei, il giusto equilibrio tra sviluppo edilizio e sostenibilità ambientale?
L’equilibrio è posto dalla persona umana, che è il centro di gravità dell’agire. La persona ha diritto a che siano soddisfatti i suoi bisogni — tra cui l’abitare — così come ha diritto ad un ambiente sano. In passato si è costruito molto, ora l’orientamento è consumare il meno possibile, ridurre l’impatto. Il Comune di Brescia, per esempio, ha posto come principio l’idea del “consumo zero” del suolo. Serve equilibrio così come rigorosità, visto che l’ambiente influisce molto sugli stili di vita e dunque sulla salute collettiva. Le sfide poste dalla contemporaneità sono più ardue di quelle dei decenni precedenti: an-
le città sono fatte della stessa sostanza dei sogni, sono costruite da desideri e paure. Dobbiamo essere molto attenti alle paure — si pensi alla povertà, alla solitudine, alla malattia — ma non dobbiamo rinunciare a realizzare un desiderio di città.
Immaginando la città tra 10 o 15 anni, quale pensa debba essere il ruolo delle politiche sociali per garantire coesione, equità e partecipazione?
Le politiche sociali — intese come politiche di benessere delle persone e del contesto urbano — devono guidare il nostro agire. In questi anni la città si è ripopolata: eravamo scesi ben sotto i duecentomila abitanti e oggi siamo tranquillamente sopra. Significa che a Brescia si sta bene: ci piacerebbe che questo fosse un elemento più noto. Star bene in città richiede una pluralità di azioni, si pensi alla cultura, all’ambiente, alla scuola, alla mobilità, allo sport, al commercio… Costruire una città per star bene è un mosaico, dunque serve pazienza e prudenza, mano ferma e un disegno in testa, un’idea di città. Siamo fiduciosi di avere tutte queste virtù.
Nell’ambito dell’impegno rivolto da Ance Brescia verso comunità e territorio, c’è anche il sostegno finanziario e il supporto al progetto Co-Crea (Cortili Creativi) dell’Associazione True Quality, portato avanti in partnership con la Cooperativa Manolibera, per la rigenerazione di complessi di edilizia residenziale pubblica nel quartiere Primo Maggio in città. Un sostegno che, a seguito di positive esperienze di coprogettazione e co-realizzazione di opere artistiche e di iniziative culturali negli spazi comuni del complesso residenziale, si è già tradotto concretamente in due grandi opere di arte urbana. L’iniziativa apre quindi alla seconda fase che prevede, fra il resto, la rifunzionalizzare degli spazi comuni di quattro complessi di edilizia residenziale pubblica strutturati a blocco in via Morosini 65-71, affinché diventino, attraverso azioni rigenerative, luoghi di socialità e condivisione. L’intervento si concentrerà sulle piccole piazze presenti tra le strutture, foca-
Ance Brescia con Eseb per il progetto Co-Crea di True Quality e Cooperativa Manolibera
lizzandosi principalmente sulle aree pavimentate, richiedendo anche la realizzazione e l’installazione di arredo urbano con piccoli elementi in muratura e cemento.
Il progetto si inserisce nel palinsesto di Link - urban art festival e vede riunirsi diverse realtà del territorio, tra cui Ance Brescia ed Eseb, con l’obiettivo di realizzare opere capaci di favorire l’aggregazione sociale. Alcuni studenti della Scuola edile bresciana saranno coinvolti direttamente per realizzare le attività di arredo urbano delle aree comuni, in base a progetti selezionati dalla società di architettura DVA - DVision Architecture ed elaborati dai ragazzi della Laba di Brescia. Gli studenti di Eseb scenderanno
dunque in campo per costruire panchine, posare piccole pavimentazioni e fioriere, diventando protagonisti di un progetto di collaborazione e di miglioramento di un'area della città piuttosto critica, che si affaccia da un lato su un’area agricola e dall’altro sulla linea ferroviaria BresciaEdolo. Per la realizzazione di alcuni elementi di arredo è previsto anche l'utilizzo della stampante 3D per calcestruzzo, che trova spazio nei capannoni della Scuola edile bresciana per formare i futuri operatori del settore all’utilizzo delle ultime tecnologie offerte dal mercato, portando innovazione continua. Co-Crea è un progetto che si sviluppa grazie alla forte partecipazione della comunità
che abita i complessi interessati dall’intervento. I lavori dialogheranno infatti con il luogo e il contesto urbano circostante, rispondendo a quanto emerso nel report somministrato ai residenti che occupano le abitazioni gestite da Aler. Report che ha evidenziato, tra i vari punti, l’esigenza di un nuovo arredo urbano, di spazi esteticamente più accoglienti e vivibili, che si valorizzino anche attraverso la vegetazione, aumentando fiori ed alberi nelle aree esterne comuni. Ance Brescia, con Eseb, collabora al progetto affinché quanto immaginato dai residenti del quartiere si possa tradurre concretamente in luoghi del vivere quotidiano più moderni, attrattivi e funzionali alle esigenze dei cittadini.
L’Associazione ha attivato servizi per accompagnare le imprese nel percorso e promuove una cultura della sostenibilità nella dimensione completa: non solo attenzione all’ambiente, ma anche investimento strategico per la durabilità dell’impresa
La sostenibilità nel settore delle costruzioni non è più un’opzione, ma una traiettoria obbligata. Lo conferma il rapporto “Sostenibilità e qualità, 2025” realizzato da Fondazione Symbola, Ipsos e Camera di Commercio di Brescia. Presentato presso l’ente camerale nel maggio scorso, il documento ha dedicato anche un focus specifico all’edilizia, restituendo uno spaccato articolato su percezioni, pratiche e ostacoli ancora da superare.
I dati mostrano una cittadinanza sempre più sensibile al tema sostenibilità, con una forte fiducia riservata alle aziende che si comportano in maniera sostenibile, rispetto a quelle non attente al tema. Permane tuttavia un certo
scetticismo nei confronti del comparto produttivo: due terzi degli intervistati dichiara di non riuscire a distinguere le aziende che adottano davvero pratiche sostenibili da chi invece si limita a dichiararle e, con riferimento specifico al settore edile, solo il 45% degli intervistati ritiene che le imprese stiano facendo abbastanza in termini di sostenibilità ed etica. Un dato che evidenzia quanto il settore sia ancora alla ricerca di criteri condivisi e di una comunicazione più chiara e trasparente. Per Ance Brescia, che ha partecipato alla presentazione del rapporto con il presidente Massimo Angelo Deldossi, la sostenibilità è già da tempo al centro dell’azione associativa, non solo per adempiere a ob-
blighi normativi, ma come leva strategica per lo sviluppo. L’Associazione ha attivato servizi per accompagnare le imprese nel percorso e promuove una cultura della sostenibilità nella dimensione completa: non solo attenzione all’ambiente, ma anche investimento strategico per la dura-
bilità dell’impresa. Il contesto è complesso, ha ricordato Deldossi, dimostrato anche dal fatto che spesso le imprese operano su progetti definiti da altri, con margini limitati per incidere sulle scelte progettuali. Da qui la necessità di rafforzare la sinergia tra progettisti, costruttori e committen-
Il termine indica un insieme di comportamenti e scelte, individuali e collettive, orientate a principi etici e a logiche di lungo periodo, con l’obiettivo di coniugare la salvaguardia di risorse limitate e il benessere delle generazioni presenti e future, generando un circolo virtuoso. Sostenibilità si declina in tre ambiti principali: economica, sociale e ambientale.
ti, affinché le soluzioni sostenibili siano integrate fin dalle prime fasi. A ciò si aggiunge la varietà del tessuto imprenditoriale, con grandi aziende e piccole realtà artigiane attive in ambiti molto diversi — dal nuovo costruito al restauro — che richiederebbero analisi più segmentate. Un’altra criticità richiamata nell’intervento del leader dei costruttori edili bresciani ha riguardato la frammentazione dei criteri di valutazione: clienti, istituti finanziari, stazioni appaltanti adottano parametri diversi, a volte in contrasto tra loro. Questo genera costi, rallentamenti e incertezza, soprattutto per chi investe seriamente in processi sostenibili. All’interno del rapporto, un altro dato significativo riguarda la percezione della sostenibilità di un edificio legata alla classe energetica: il 74% degli intervistati tiene in considerazione quest’ultima nella scelta dell’immobile da acquistare, nella convinzione che sia garanzia di risparmio in bolletta. Va tuttavia ricordato che un edificio in classe alta non garantisce necessariamente un basso impatto ambientale né risparmi diretti in bolletta, poiché le attuali certificazioni non sempre consi-
derano il ciclo di vita dell’edificio o il reale comportamento in esercizio. Anche su questo fronte serve maggiore chiarezza e trasparenza.
I segnali di cambiamento ci sono. È stato ricordato durante l’incontro come il riuso dei materiali, il riciclo spinto nei cantieri, l’uso crescente dell’intelligenza artificiale nella selezione dei rifiuti da demolizione siano pratiche esistenti da diffondere. Le demolizioni sempre più selettive, ad esempio, permettono di recuperare anche oltre il 70% dei materiali impiegati — cartongesso, alluminio, calcestruzzo, ecc. — reinserendoli poi in filiere circolari.
La sfida ora è trasformare queste esperienze in standard diffusi, rendendo la sostenibilità un terreno comune per tutti gli attori della filiera, ben compreso e condiviso. Costruire un’edilizia all’altezza delle aspettative del nostro tempo è l’obiettivo che ci aspetta.
I segnali di cambiamento ci sono. Il riciclo spinto nei cantieri, l’uso crescente dell’intelligenza artificiale nella selezione dei rifiuti da demolizione siano pratiche esistenti da diffondere
Con la GdB Run e il raddoppio di Editoriale Bresciana e dell’Associazione, raccolti oltre 60mila euro
Èstato consegnato all’Ail, l’Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma, l’assegno di oltre 40mila euro (40.640 per l’esattezza) che contribuirà alla riqualificazione del reparto pediatrico di Trapianto del midollo osseo degli Spedali Civili. La somma è frutto dell’impegno di Ance Brescia ed Editoriale Bresciana di raddoppiare, ciascuna, quanto raccolto durante la GdB Run (20.320 euro), corsa non competitiva che a inizio giugno, per celebrare gli 80 anni del Giornale di Brescia e fare del bene sostenendo l’Ail, ha raccolto ben 2.300 adesioni. Quasi 61mila euro sono stati dunque destinati ad “Aiutiamo Tom”. Questo il nome dell’operazione di riqualificazione del Tmo pediatrico che, grazie ai
fondi già stanziati dall’Ail stessa e dal fondo Cavaliere del Lavoro Francesco Folonari, Monica e Luca Folonari, non è lontana dal raggiungere l’obiettivo di 1,5 milioni di euro per poter dare via ai lavori.
“L’inizio dell’intervento di riqualificazione del reparto —ha precisato il presidente dell’Ail, Giuseppe Navoni, è previsto per l’autunno di quest’anno per concludersi entro il primo semestre del 2026”. “Il progetto — aggiunge — è alla firma del direttore degli Spedali civili, che sta valutando uno spazio adeguato all’interno della struttura ospedaliera per spostare provvisoriamente i bambini del reparto e il day hospital che verrà inglobato nel nuovo Tmo pediatrico e sarà grande quasi il doppio di quello attuale”.
Presente per Ance Brescia alla consegna dell’assegno, il vicepresidente Fabio Rizzinelli, che ha rivolto ad Ail Brescia e al Giornale di Brescia i ringraziamenti di tutta l’Associazione per il coinvolgimento nell’iniziativa: “Rappresenta un investimento a cui crediamo fortemente per il futuro della nostra comunità — dichiara Rizzinelli. — Non potevamo esimerci dal partecipare a un progetto così significativo, dal forte impatto collettivo. Uno dei valori del nostro mestiere consiste nel trasformare il territorio e le infrastrutture per contribuire al benessere sociale. È quindi con grande entusiasmo che abbiamo fatto la nostra parte per sostenere un’operazione che avrà ricadute dirette sia per la comunità bresciana, sia per tutti i bambini e le famiglie che affrontano momenti difficili e che guardano al Civile di Brescia, polo di eccellenza internazionale, per affrontare sfide complesse”.
Pienamente soddisfatta della risposta all’iniziativa di solidarietà collettiva, Editoriale Bresciana, che ha ricordato il prezioso supporto di Ance Brescia in altre occasioni di raccolta fondi promosse dal Giornale di Brescia. La donazione dell’Associazione si inserisce, infatti, nel solco del consolidato rapporto con la testata, che negli anni ha dato vita a vari progetti a favore della comunità, come nel caso dell’intervento di ricostruzione di un polo scolastico a seguito del terremoto del 2016 avvenuto a Gualdo, nelle Marche, sostenuto tramite l’Associazione “Non lasciamoli soli”. La vicinanza e il coinvolgimento delle due realtà sosterrà la riqualificazione completa del reparto dedicato ai piccoli pazienti oncoematologici degli Spedali Civili per dare vita a un luogo che non sarà solo all’avanguardia sotto il profilo tecnologico e sanitario, ma anche capace di accogliere e rassicurare, mettendo al centro il benessere fisico ed emotivo di bambini e famiglie. La rinnovata struttura prevede nuove stanze di degenza, ciascuna con bagno privato; spazi dedicati alle famiglie, per restare vicine durante il percorso di cura, tecnologie avanzate, come il sistema di telemetria per il monitoraggio dei parametri vitali e locali accoglienti, a misura di bambino.
contribuire
“Siamo soddisfatti di aver intercettato una progettualità valida come quella dell’Ail nell’anno che celebra l’ottantesimo anniversario del nostro giornale, ripercorrendo la strada della solidarietà che caratterizza la nostra storia”, ha commentato Pierpaolo Camadini, presidente dell’Editoriale Bresciana. “La corsa, che sopravanzato le aspettative, aprendo a ulteriori gesti generosi, ha rappresentato un bellissimo momento di condivisione attorno al Giornale per un’iniziativa che tocca tutta la comunità bresciana”.
di Adriano Baffelli
La visita a DVArea e Defendini Architects
L’iniziativa “Open! Studi aperti”, promossa del Consiglio nazionale degli Architetti, è risultata anche un’utile occasione per approfondire a riflettere sulle tante suggestioni legate all’inscindibile, per quanto non sempre considerato con l’attenzione che merita, rapporto organico tra la progettazione e la fase realizzativa, con protagonisti architetti, ingegneri, geometri, e naturalmente imprese di costruzione. Due mondi complementari, quello della progettazione e quello dell’impresa, che sempre più sono chiamati a lavorare in sinergia per affrontare le sfide poste da rigenerazione urbana, transizione ecologica e innovazione tecnologica. Come è emerso in una recente intervista con l’architetto Massimo Crusi, presidente del Consiglio nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (Cnappc), tra architetti e costruttori il dialogo è più che mai necessario, rappresentando un ideale e concreto ponte tra visione e realizzazione. Un dialogo che i vertici di Cnappc e di Ance hanno costruito all’insegna della concretezza: il Consiglio nazionale degli Architetti promuove, con il suo ruolo istituzionale e culturale, la centralità del progetto come motore di trasformazione del territorio e garanzia di qualità del vivere. Dal canto suo, l’Ance rappresenta il cuore operativo del sistema edilizio, portando competenze esecutive, capacità organizzativa e visione imprenditoriale. Come giornalista, direttore responsabile di Costruire il futuro, ho ricevuto l’invito a visitare DVArea e Defendini Architects. Di seguito il breve racconto delle due interessanti esperienze.
La visita a DVArea, in occasione di “Open! Studi aperti”, mi ha consentito un’intensa full immersion nelle molte innovazioni che caratterizzano il costruito, nel segno e nel senso delle riflessioni cui accennavo sopra. Ad esempio, lo studio di progettazione presieduto da Pietro Bianchi, con Armando Casella nel ruolo di Ceo, è protagonista in tema di Digital twin e di Edificio cognitivo con Bimfactory, la società del Gruppo. Un’applicazione del Digital twin, tecnologia strategica per la gestione avanzata degli asset complessi, “Capace di integrare modelli informativi, dati dinamici e processi operativi in un ecosistema coerente e interattivo”, spiegano in DVArea, che sta implementando per Sacbo Spa il gemello digitale dell’aeroporto di Bergamo. Il tutto attraverso una piattaforma che supporta le decisioni gestionali e ottimizza la pianificazione della manutenzione. “Nell’ambito dell’incarico per la riqualificazione della sede di via Cefalonia di Confindustria Brescia — afferma Casella - Bimfactory ha proposto una prospettiva di sviluppo innovativa per la sede associativa: un edificio cosiddetto ‘cognitivo’ orientato al benessere e al comfort degli occupanti, capace di reagire in tempo reale ai dati ambientali e funzionali”. In questa visione, il Digital twin si evolve in edificio cognitivo, trasformandosi in un sistema attivo e
consapevole, al centro di una nuova cultura del progetto e della gestione del costruito. DVArea è la tredicesima realtà italiana per rilevanza di fatturato nel settore. Il quartier generale bresciano ospita 125 dipendenti e collaboratori, altri 25 sono a Milano, mentre è al debutto la nuova sede di Roma. Rilevante il capitolo della progettazione data-driven, dei modelli digitali e del partenariato pubblico-privato come leva strategica per il futuro. “Tracciando un bilancio dei primi dieci anni di attività di DVArea, evidenzio con orgoglio la crescita solida e coerente con i valori fondanti: qualità progettuale, benessere delle persone e responsabilità verso il territorio”, afferma Pietro Bianchi, co-founder e presidente DVArea, una società che progetta edifici, promuovendo un modo nuovo di pensare lo sviluppo, per coniugare estetica e funzione, sostenibilità e innovazione, dialogo e responsabilità, con lo sguardo rivolto al futuro. Il futuro non è un’ipotesi, come canta Enrico Ruggeri, ma un solido presente.
“Nel mio lavoro ho sempre rifiutato la teoria che sia importante specializzarsi in un settore. Non credo che la specializzazione non sia un’idea giusta, ogni progetto di per sé è un caso particolare. Per questo disegno case, uffici, piazze, ristoranti e molti altri ambienti diversi. Credo che la vera specializzazione sia tenere conto delle persone e del loro spazio quotidiano per dar vita a progetti unici e fortemente radicati sul territorio”, afferma l’architetto Matteo Defendini fondatore di “Defendini Architects”, società general contractor di architettura e ingegneria con sede a Brescia e attività internazionale. Come detto in premessa, ho visitato la sede dello studio, a Bresciadue, in occasione dell’iniziativa “Open! Studi aperti”, scoprendo una dinamica realtà che progetta spazi residenziali, commerciali e industriali, sulla base di competenze multidisciplinari opportunamente mixate nei campi dell’architettura, dell’urbanistica e del design. “Operiamo in tutta la Lombardia e anche a livello nazionale e internazionale — racconta Matteo Defendini — grazie a una rete di partner locali, valorizzando materiali e tecnologie innovative per offrire soluzioni su misura, sostenibili e fortemente integrate nel contesto ambientale e culturale in cui ogni nostro progetto”. Vincitore del premio Europe 40 Under 40®, che ogni anno seleziona i 40 migliori giovani architetti emergenti in Europa e ha realizzato progetti pubblici e privati pubblicati su riviste e libri di settore, formatosi in Italia, Usa, Svizzera, Australia, Francia, Austria, Defendini è un architetto con una visione internazionale e comprovata esperienza nella progettazione architettonica e urbanistica. Relatore in diversi convegni e università, nominato dal ministero della Cultura e dalla Farnesina Ambasciatore del design italiano in Arabia Saudita, è componente di commissioni, enti pubblici e istituzionali, associazioni con vision e mission diverse. Ha viaggiato in 50 Paesi del mondo e lavorato in: Italia, Svizzera, Australia, Sudafrica, Burkina Faso, Tanzania, Colombia, Grecia, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti. Tra i progetti da segnalare, la Scuola Girasole in Tanzania, con aule ispirate dai petali per una struttura in armonica fusione con l’ambiente circostante. Fondamentali il confronto con gli abitanti del posto, l’attenzione alle condizioni climatiche, ai metodi costruttivi e ai materiali che caratterizzano l’area, tutti fattori, argomenta con convinzione Defendini, “che hanno rappresentato gli elementi principali per sviluppare l’intero progetto”. Una realizzazione armonica che nasce dall’intuizione progettuale di ispirarsi al vasto campo di girasoli che circonda l’area destinata alla scuola.
Nel labirinto della burocrazia edilizia, il Permesso di Costruire Digitale (Digital Building Permitting, Dbp) si propone come uno strumento rivoluzionario per semplificare, velocizzare e rendere più trasparente l’iter autorizzativo. Non si tratta di sostituire l’uomo con le macchine, ma di affiancarlo con tecnologie intelligenti capaci di ridurre errori, tempi e ambiguità normative. Lo spiega con efficacia nel suo articolato approfondimento l’avvocata Chiara Micera, fondatrice dello studio legale Micera con sedi a Bologna, Brescia e Roma, e consulente esperta di Legal Bim e diritto delle nuove tecnologie, consulente di Ance Brescia, nell’ambito dell’apposito servizio sui temi del digitale e del Bim allestito per le imprese associate dall’organizzazione di via Foscolo. Alla base di questo processo c’è una chiara volontà europea di digitalizzazione della pubblica amministrazione, come dimostrano le recenti normative comunitarie (dal Regolamento eIdas al nuovo Ai Act) e l’adozione di strumenti come il Bim, i modelli digitali tridimensionali dell’edificio, e i software di intelligenza artificiale. Il Dbp prevede un processo end-toend completamente digitale: dalla presentazione della domanda alla verifica automatizzata della conformità normativa, dalla consultazione pubblica al rilascio del titolo edilizio, fino al monitoraggio post-rilascio. Sistemi automatizzati basati su algoritmi regolano le fasi più ripetitive, mentre i funzionari pubblici mantengono il controllo nei momenti di valutazione discrezionale. Esempi virtuosi non mancano: l’Estonia è leader nel settore, seguita da Finlandia, Paesi Bassi e Singapore. Tuttavia, permangono ostacoli come la frammentazione normativa e la mancanza di standard tecnici condivisi. La sfida ora è duplice: da un lato, sviluppare infrastrutture digitali sicure e interoperabili; dall’altro, formare personale pubblico e tecnico all’uso consapevole di questi strumenti. Il Dbp non è solo un cambio tecnologico, ma culturale. È un nuovo modo di concepire l’amministrazione: più efficace, trasparente e vicina ai cittadini. E forse, il primo vero passo verso città davvero intelligenti.
Adriano Baffelli
a
Il Digital Building Permitting (Dbp), in italiano Permesso di Costruire Digitale, è un nuovo modello che mette ordine e automatizza i processi autorizzativi pubblici in campo edilizio, riducendo i tempi di evasione delle pratiche, di rilascio delle autorizzazioni e il rischio derivante da errori umani, garantendo che ogni decisione abbia basi verificabili, giuridicamente solide e accessibili a tutti. Non si tratta di sostituire l’essere umano, ma di dargli strumenti più efficienti. Il tema dell’automazione del processo decisionale trova il suo vettore nell’utilizzo della gestione informativa digitale combinata all’utilizzo dell’intelligenza artificiale con la programmazione di algoritmi decisionali in materia di concessione di permessi edilizi, pienamente conforme ai principi di accountability, legalità, affidabilità e trasparenza.
L’Europa guida il cambiamento e il Dbp si candida quale strumento di semplificazione strutturale, con l’ausilio di piattaforme digitali interoperabili, capaci di garantire il dialogo tra sistemi e le banche dati pubbliche.
L’automazione applicata ai procedimenti autorizzativi in materia edilizia trova fondamento in un preciso quadro strategico comunitario. La Comunicazione della Commissione Europea Com(2020)102 indica l’adozione di standard tecnici condivisi, l’interoperabilità e la valorizzazione e implementazioni di tecnologie emergenti, quali il Bim e i software dotati d’Ia. Assumono rilevanza il Regolamento (UE) n. 910/2014 (eIdas) e il successivo Regolamento n. 1183/2024 (cd. eIdas 2.0), che disciplinano il quadro normativo per l’identificazione elettronica, i servizi fiduciari qualificati, l’utilizzo delle firme elettroniche e dei meccanismi di autenticazione digitale sicura, includendo innovazioni quali l’archiviazione elettronica certificata (eArchiving) e il portafoglio eu-
ropeo di identità digitale (European Digital Identity Wallet). Grande importanza hanno anche le direttive Epbd e Red in materia di efficienza energetica e infrastrutture digitali e l’Ai Act, che qualifica i sistemi automatizzati impiegati implicando obblighi significativi in termini di governance, auditing e garanzia dei diritti degli interessati. Sul piano procedurale, la digitalizzazione del rilascio dei titoli edilizi richiede una profonda revisione dei modelli organizzativi e operativi tradizionali. Le istituzioni europee promuovono workflow strutturati e scanditi da termini certi. L’intero iter autorizzativo deve potersi svolgere in modalità digitale end-to-end, mediante piattaforme certificate e affidabili. In tale contesto, l’introduzione di Digital Service Level Agreement (Sla) consentirebbe di formalizzare gli impegni in termini di qualità del servizio, tempi di risposta e responsabilità delle amministrazioni competenti. Inoltre, i portali digitali deputati alla gestione dei procedimenti devono essere basati su formati standard aperti e interoperabili, al fine di garantire l’integrazione funzionale tra i modelli Bim presentati dai progettisti e le regole tecniche incorporate nei sistemi di controllo automatizzato.
Il processo autorizzativo digitale di numerose esperienze europee si struttura in otto fasi distinte e funzionalmente integrate:
la presentazione della domanda in formato digitale;
la verifica preliminare della completezza e regolarità della documentazione;
il controllo automatizzato di conformità alle normative edilizie applicabili;
l’analisi del rischio (strutturale, ambientale o paesaggistico);
l’eventuale fase di consultazione pubblica, la valutazione territoriale tramite strumenti Gis;
il rilascio del provvedimento in forma digitale;
e, infine, il monitoraggio post-rilascio per la verifica del rispetto delle condizioni autorizzative.
Questo modello, pur implicando un investimento iniziale considerevole, promuove una progressiva autonomia operativa dei sistemi automatizzati, i quali devono tuttavia restare subordinati alla supervisione di soggetti umani qualificati. Ritorna qui il ruolo del Bim quale modello digitale tridimensionale che consente di codificare le informazioni catastali, geometriche, funzionali e normative di un edificio (o complesso di edifici) in un unico ambiente integrato, favorendo la valutazione della conformità alla normativa edilizia delle costruzioni. Grazie a tale strumento, le autorità competenti possono effettuare controlli analizzando direttamente il modello 3D dell’edificio e, attraverso software di validazione conformi allo standard Ifc, è possibile operare un confronto automatizzato tra le proprietà del modello e i requisiti normativi.
Quanto all’utilizzo dell’Ia, si articola su più livelli applicativi:
i sistemi basati su regole (rule-based systems) consentono la trasposizione delle disposizioni normative in regole algoritmiche, che permettono controlli automatizzati di conformità;
gli algoritmi di apprendimento automatico (machine learning) possono essere impiegati per l’analisi predittiva e la classificazione del rischio connesso ai singoli interventi edilizi, nonché per ottimizzare l’instradamento delle pratiche verso iter semplificati o rafforzati; le tecnologie di Natural Language Processing (Nlp) rendono possibile l’estrazione di informazioni rilevanti da elaborati testuali (come relazioni illustrative, documenti/dichiarazioni tecniche o relazioni/valutazioni d’impatto).
Tali sistemi sono inquadrabili — ai sensi dell’Ai Act — come ad alto rischio e richiedono garanzie rafforzate di trasparenza, “auditabilità”, tracciabilità delle decisioni e supervisione tecnica qualificata. L’implementazione operativa del Dbp in ambito europeo trova una delle sue più compiute espressioni nell’esperienza estone. Si segnalano poi i progetti pilota avviati in Finlandia (Vantaa) e nei Paesi Bassi e, in ambito comunitario, il network EUnet4Dbp che ha coinvolto 19 Stati membri. A livello internazionale, vi sono plurime esperienze,
L’adozione di strumenti di automazione decisionale nei procedimenti edilizi rappresenta una svolta di grande rilievo. Il successo del Dbp dipenderà dalla capacità di promuovere un ecosistema collaborativo e multilivello
come il sistema Corenet X sviluppato a Singapore.
Persistono però criticità che condizionano l’implementazione su vasta scala del Dbp: la frammentazione giuridico-normativa che rende complessa la definizione di standard uniformi e interoperabili; l’assenza di ontologie normative condivise; la necessità di predisporre architetture informatiche modulari, scalabili e basate su codici open-source, che garantiscano aggiornabilità, sicurezza e adattabilità ai diversi contesti territoriali. È, altresì, fondamentale assicurare la tracciabilità delle operazioni automatizzate attraverso sistemi di logging robusti, distinguere in modo chiaro gli atti generati da processi automatizzati da quelli deliberati da soggetti umani, e garantire la protezione dei dati personali secondo quanto stabilito dal Regolamento (UE) 2016/679 (Gdpr). Talune iniziative sperimentali impiegano la tecnologia blockchain per certificare ogni passaggio del procedimento amministrativo, nonché l’adozione di soluzioni
di edge computing (l’elaborazione distribuita dei dati in prossimità dei punti di generazione/raccolta).
Apparirebbe auspicabile che le autorità pubbliche investano in alcuni processi sottesi allo sviluppo del Dpb, quali lo sviluppo di interfacce applicative (Api) e di ontologie giuridiche interoperabili, al fine di tradurre le disposizioni normative in linguaggio formalizzato e leggibile da sistemi informatici (machine-readable), oppure implementare il Digital Twin quale strumento evoluto per la gestione integrata dell’intero ciclo di vita dell’opera. Risulta sempre centrale però investire al contempo in percorsi di formazione continua e qualificata.
L’adozione di strumenti di automazione decisionale nei procedimenti edilizi rappresenta una svolta di grande rilievo. Il successo del Dbp dipenderà dalla capacità di promuovere un ecosistema collaborativo e multilivello, fondato sulla condivisione delle conoscenze, la standardizzazione tecnica e l’innovazione giuridica.
Angelo Luigi Camillo Ciribini
Università degli Studi di Brescia
3HS274
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Tra il 1° e il 3 luglio 2025 l’Università degli Studi di Brescia, col supporto di Ance Brescia, ha ospitato una importante riunione del gruppo di lavoro dell’Iso che sta rivedendo le norme internazionali Uni En Iso 19650, le norme di riferimento sui mercati internazionali per la Gestione Informativa Digitale, resa parzialmente obbligatoria dal Codice dei Contratti Pubblici in Italia.
La nuova versione delle norme (o meglio, delle prime tre parti della serie normativa) è attesa per la pubblicazione tra la fine del 2026 e l’avvio del 2027.
I contenuti dei documenti normativi rifletteranno l’ulteriore evoluzione e maturazione della cultura digitale del settore, ma, al contempo, evidenzieranno la difficoltà oggettiva della maggior parte degli attori e, in particolare, non solo in Italia, di quelli che operano nel versante della domanda pubblica, di comprendere e di interiorizzare i metodi e le prassi di un’autentica trasformazione digitale. Paradossalmente, e provocatoriamente, per assurdo, si potrebbe affermare che la progressione della maturità digitale degli esperti del settore renda con maggiore fatica comprensibile il fenomeno agli operatori economici medi, che si muovono, al contrario, in un contesto profondamente conservativo e analogico.
Occorre, quindi, ragionare seriamente sulle potenzialità e sui limiti della digitalizzazione nel comparto e, nello specifico, per le imprese di costruzione, una sforzo che Ance sta conducendo a livello nazionale in collaborazione con il Politecnico di Milano e con l’Università degli Studi di Brescia.
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Il senso generale è che se, da un lato, gli stessi autori dei Quaderni indirizzati ad Ance, dedicati proprio alla digitalizzazione nelle imprese di costruzione, non possono che contribuire attivamente all’approfondimento di un vero e proprio corpo disciplinare che riguarda la digitalizzazione quale fenomeno in continua dilatazione, ben oltre la modellazione informativa, vale a dire il Bim, da un altro canto, gli stessi studiosi non possono che ritenere che sia necessario trovare le parole adeguate per rendere comprensibile e praticare la questione per l’impresa di costruzione.
L’obiettivo è, infatti, quello di portare la gestione attiva dei dati strutturati in informazioni, non più solo congelati nei documenti, nel vissuto quotidiano dell’impresa di costruzione, sia a livello dei processi generali di sede sia a livello di quelli inerenti alla commessa e al cantiere.
L’aspirazione primaria è, infatti, quella di evitare di proporre in questo ambito la teoria, il gergo e gli acronimi che, peraltro, ritornano obbligatoriamente per le imprese nella cogenza contrattuale di una parte dei lavori pubblici e privati, per letteralmente provare a ritrovare i dati e le informazioni nelle pratiche quotidiane e nelle interazioni tra dipendenti, consulenti e fornitori (e subappaltatori): quei dati che, oltre a tutto, saranno sempre più valorizzati e apprezzati (nel senso letterale) in occasione dell’adozione dei dispositivi e delle soluzioni legate all’Intelligenza Artificiale.
Questo obiettivo dovrebbe essere conseguibile attraverso una dimensione, per così dire, ludica, attraverso una sorta di gioco attraverso cui l’impresa di costru-
zione possa prendere consapevolezza dell’utilità reale della transizione digitale, a partire dalla condivisione dei dati tra soggetti eterogenei e tra unità organizzative differenti e talvolta contrapposti.
Le risultanze di questo approccio dovrebbero consentire all’impresa di costruzione di selezionare metodologie e strumenti, oltre che di reclutare risorse umane, atte a raggiungere gli esiti adombrati nel corso del gioco.
Una volta che si fosse valutato il punto di equilibrio tra gli investimenti necessari e i ritorni attesi, non solo all’interno dell’impresa di costruzione, ma anche nei confronti dei consulenti esterni e degli operatori economici con cui forma catene di fornitura, l’impresa di costruzione potrebbe avviarsi a sottoporsi a una valutazione della propria dimensione digitale non fine a se stessa, ma tesa ad accreditarsi presso i finanziatori e gli investitori, non esclusivamente davanti ai committenti.
Il sistema di valutazione ipotizzato, che parte dall’effettuazione preliminare di investimenti mirati alla specificità della singola impresa, tende a considerare diversi livelli di intensità e differenti dimensioni,
Trovare le parole giuste vuol dire mettere a profitto i dati e le informazioni che erano sinora racchiuse in documenti cartacei o dematerializzati
così da permettere, con un processo incrementale, entro una ipotetica piattaforma digitale, ai potenziali committenti (almeno privati) e, soprattutto, agli investitori e ai finanziatori, la profilazione dei soggetti imprenditoriali adatti e consoni per lo specifico progetto di investimento. Si tratta, perciò, di utilizzare i dati e le informazioni per permettere all’impresa di costruzione di incrementare la propria produttività, intesa come aumento dell’efficacia e dell’efficienza dei processi interni e di offrire garanzie agli interlocutori esterni per la mitigazione dei rischi di insuccesso, a iniziare dal mettere a disposizione elementi tempestivi di trasparenza e di misurabilità delle proprie prestazioni. Tra le altre cose, una impresa di costruzione che non abbia semplicemente assunto una posizione reattiva nei confronti di una committenza che, a sua volta, in buona parte, si sente di doversi «mettere in regola», con portati sterili e notevoli probabilità di innesco di conflittualità, potrebbe migliorare la propria reputazione valoriale e incontrare, come offerta, una domanda più sensibile e remunerativa, confortata a sua volta dai soggetti finanziari e dagli investitori che la supportano. È possibile, dunque, per l’impresa di costruzione perseguire un percorso alternativo a quello del mero adempimento formale richiesto, se non imposto, dall’atteggiamento prevalente, almeno per ora, dalle stazioni appaltanti e dagli enti concedenti.
Trovare le parole giuste vuol dire, perciò, mettere a profitto i dati e le informazioni che erano sinora racchiuse in documenti cartacei o dematerializzati.
di Franco Robecchi, ingegnere e autore
suggestivo chiamarla “ingegneria effimera” perché si abbina un impegno di alto livello a un prodotto che pare di rango inferiore, destinato a scomparire anzitempo, quasi un’opera minore e marginale. Invece spesso queste opere effimere sono di un’estrema importanza e senza di esse l’opera principe, che sfiderà il tempo, non sarebbe mai potuta nascere. Mi riferisco alle strutture di cantiere, che scompaiono con il cantiere stesso lasciando, con grande generosità, alla sola sorella maggiore, il lustro dell’ammirazione forse eterna. È un po’ come il disinteresse per la placenta, quando nasce un bimbo. Chi mai se ne è curato, salvo i medici durante la gravidanza? Sarebbe invece da porre su un altarino, visto la funzione fondamentale che ha svolto nel costruire il miracolo di una nuova vita.
Le opere effimere sono talora di impegno non inferiore all’opera madre. Pensiamo al caso eccelso delle costruzioni umane: le piramidi. Si narra che la loro costruzione sia stata possibile grazie all’accumulo, attorno al nucleo definitivo della struttura e forse tutto attorno ad esso, di un immenso terrapieno, che cresceva con la piramide, cui si addossava. Lungo le rampe che si poggiavano a quella vera montagna, forse di mattoni e sabbia, salivano, con l’immensa fatica e abilità che ha sempre stupito tutti, i macigni che dovevano essere portati in quota per far crescere la mole sterminata. Si è trovato un esempio simile, benché in scala enormemente ridotta, costruito con legname per il cantiere di una chiesa ottocentesca. Un terrapieno, invece simile a quello delle piramidi, perché appunto in terra, ma anch’esso in
proporzionale miniatura, è comparso proprio a Brescia cinque anni fa. Alcuni conoscono la tristissima vicenda della demolizione della cosiddetta “Torre Tintoretto” di S. Polo, tra il 2021 e il 2022. L’edificio, 16 piani, esempio di edilizia sociale, ospitava 195 famiglie. La situazione pesante della vita al suo interno, in parte dovuta alla progettazione dell’edificio e in parte all’accozzaglia degli inquilini, indusse il Comune, nel 2008, a deliberare l’espulsione di tutti i residenti e la distruzione dell’edificio. L’esempio recente di una così drastica soluzione era stato offerto dalla demolizione di una struttura simile, le Vele di Napoli, anch’essa nata dall’intelligenza di archistar votate
al bene del popolo, nello stile di Leonardo Benevolo. Appunto per la demolizione di Brescia l’impresa Vitali escluse il sistema delle esplosioni. Per ridurre lo spargimento di polveri si preferì procedere a erosioni progressive con ganasce meccaniche montate su mezzi cingolati. I bracci avevano una portata notevole ma non sufficiente per giungere dal suolo alla sommità dell’edificio. Fu quindi creato, accanto al fabbricato, circa fino all’ottavo piano, un imponente terrapieno sul quale il mezzo meccanico saliva con una rampa sino a giungere a portata dei piani più alti e sbocconcellare il fabbricato a partire dalla sommità. Anche quella fu un’impegnativa opera effimera di cantiere. Non era della mole dei terrapieni delle piramidi, ma fu egualmente molto massiccia. Le opere di cantiere sono in genere costituite dai ponteggi. Vi sono grandi opere, come grossi serbatoi pensili, ponti, viadotti e cupole che richiedono una selva di ponteggi, costruiti con un impegno progettuale non minore di quello messo in atto per l’opera principale. Abbiamo qualche tennn
Spesso queste opere effimere sono di un’estrema importanza e senza di esse l’opera principe, che sfiderà il tempo, non sarebbe mai potuta nascere. Le opere effimere sono talora di impegno non inferiore all’opera madre. Pensiamo al caso eccelso delle costruzioni umane: le piramidi
Foto 1. Ricostruzione pittorica dei terrapieni avvolgenti le piramidi in corso di costruzione.
Foto 2. Il grande terrapieno creato dall’impresa Vitali per la demolizione della torre Tintoretto di S. Polo, nel 2021.
Foto 3. Impalcature con rampa di risalita in legno per la costruzione di una chiesa ottocentesca.
Fabbri che battono sull’incudine, donne che filano o mungono, operai in un’acciaieria, ragazzi che vendemmiano: è il mondo umano che vive e produce. Un miracolo che l’uomo stesso non ha mai cessato di ammirare come un prodigio dell’universo
stimonianza storica in Brescia, anche se non si tratta delle strutture provvisorie più mastodontiche. Tuttavia la rete di ponteggi metallici per la costruzione del serbatoio a fungo dell’OM, che si vede lungo via Volturno, fu certamente un’opera interessante, messa in atto dall’ingegner Mario Moretti, nel 1964. Non minore fu l’impianto fitto di tubi Innocenti per le impalcature delle tettoie a sbalzo dello stadio cittadino, costruito a metà degli anni Cinquanta. Si pubblicano qui entrambe le immagini per dare un’idea dell’impegno profuso in queste strutture provvisorie.
La complessità formale dei fitti tralicci di ponteggi ha anche un suo fascino estetico, che non è sfuggito a fotografi e all’occhio creativo di molti pittori. Fra questi in Italia emerge il futurista Umberto Boccioni. Il dinamismo dell’edilizia nascente si inseriva, in lui, in quella visione del movimento come nocciolo della pittura e della realtà, oltre che cuore concettuale del culto della velocità come manifestazione del progresso e della modernità. Nel suo dipinto La città che sale, sia pure nel realismo squassato della sua pittura, Boccioni pone sul fondo un’impalcatura edile come emblema di un organismo, quello urbano, che nelle nuove costruzioni riconosce il proprio incessante progresso. Altri pittori hanno immortalato le impalcature, quando ancora erano in legno, come una ragnatela inquietante, che nasconde il nuovo che sta nascendo. In alcuni casi si nota l’interesse dell’artista a raffigurare la fase di cantiere ben più che non l’opera finita. Le forme insolite dei ponteggi gli risultavano molto più interessanti della più ovvia forma di un qualsiasi ponte in pietra, ormai molto noto agli osservatori. D’altra parte, l’amore per “il fare” è celebrato in una sconfinata serie di immagini artistiche. Fabbri che battono sull’incudine, donne che filano o mungono, operai in un’acciaieria, ragazze che filano i bozzoli, ragazzi che vendemmiano, soldati che combattono: è il mondo umano che vive e produce. Un miracolo che l’uomo stesso non ha mai cessato di ammirare come un prodigio dell’universo.
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Foto 4. Selva di impalcature per la costruzione del serbatoio dell’Om.
Foto 5. Monumentali impalcature per il sostegno provvisorio delle mensole nella tettoia dello stadio di Brescia.
Foto 6. Quadro di Umberto Boccioni, La città che sale, con impalcature di cantiere sul fondo.
Foto 7. Incisione del primo Ottocento con le impalcature per la costruzione di un ponte.
Dall’analisi della Direzione Affari economici, Finanza e Centro Studi Ance, un focus sulle dinamiche macroeconomiche e settoriali nazionali e regionali, congiuntamente a un’analisi dell’evoluzione del settore delle costruzioni in Lombardia, con particolare riferimento ai temi che toccano demografia, imprese, credito, mercato immobiliare e lavori pubblici.
Dall’analisi della Direzione Affari economici, Finanza e Centro Studi Ance, un focus sulle dinamiche macroeconomiche e settoriali nazionali e regionali, congiuntamente a un’analisi dell’evoluzione del settore delle costruzioni in Lombardia, con particolare riferimento ai temi che toccano demografia, imprese, credito, mercato immobiliare e lavori pubblici.
La congiuntura del mercato edilizio in Italia
L’economia italiana registra segnali positivi nel 2024, chiudendo l’anno con un +0,7% su base annua — dato che ha superato le previsioni dell’Istat, le quali stimavano un Pil pari al + 0,5% — sostenuto da fattori quali la ripresa dei consumi e l’andamento positivo degli investimenti. Scenario precario, invece, per il 2025, condizionato dall’incertezza causata dai conflitti in corso in Ucraina e in Medio-Oriente e dalle misure protezionistiche adottate dall’amministrazione Trump, in particolare dall’introduzione dei dazi che potrebbe avere effetti negativi sulle imprese italiane. Complessivamente, le stime di crescita del Pil si aggirano intorno al +0,6%. Per ciò che concerne il comparto edilizio, per il 2024 Ance ha ipotizzato una contrazione degli investimenti pari al -5,3% rispetto al 2023. Un dato, quest’ultimo, che riflette l’andamento divergente tra il comparto abitativo (che rappresenta il 40% del totale degli investimenti del settore edilizio) e quello non residenziale: il primo, penalizzato dal venir meno della spinta legata alla manutenzione straordinaria residenziale che ha fatto registrare un -22%; il secondo, trainato positivamente dal boom delle opere pubbliche (+21%) favorite dal Pnrr.
A incidere sul comparto del recupero abitativo sono stati soprattutto l’eliminazione del Superbonus e le limitazioni alla possibilità di usufruire di strumenti quali la cessione di credito e lo sconto in fattura. Anche gli investimenti in nuove abitazioni hanno subito un calo (-5,2%), mentre il comparto delle opere pubbliche ha mostrato una risposta molto positiva, con una crescita favorita dal sostegno di misure come il Pnrr. Tale situazione conferma una tendenza già in atto da qualche anno, caratterizzata dalla crescita progressiva delle opere pubbliche, le quali hanno oramai acquisito un peso sempre più significativo sull’andamento complessivo del mercato, in contrasto con il rallentamento della riqualificazione abitativa. Guardando al 2025, le previsioni di Ance ipotizzano un calo degli investimenti in costruzioni del -7% su base annua, a cui si aggiunge un’ulteriore stima negativa relativa agli investimenti di manutenzione straordinaria non residenziale privata, pari al -2,5% rispetto al 2024. Positivo, invece, l’andamento dei nuovi investimenti non residenziali privati, con un +3,2% su base annua, che si aggiunge al già significativo aumento delle opere pubbliche pari al +16%.
Il comparto abitativo rappresenta il 40% degli investimenti del settore edilizio
Secondo le stime di Prometeia, nel 2024 la Lombardia ha registrato un andamento positivo, caratterizzato da una crescita moderata del Pil (+0,8% su base annua), con un dato superiore, seppur lieve, alla media nazionale (+0,7%). Questo riscontro positivo è stato favorito dalla risalita dei consumi e dalla ripresa delle esportazioni che hanno mostrato segnali incoraggianti soprattutto nei settori dell’elettronica, della chimica e dei mezzi di trasporto. Deludente, invece, l’andamento di metallurgia, meccanica, abbigliamento e calzature, sfavoriti da una contrazione da parte di Germania e Stati Uniti. Restano incoraggiati i segnali provenienti dal settore terziario che, con le sue attività turistiche, mantiene performance positive.
Le prospettive di crescita regionale per il 2025 restano incerte, ugualmente condizionate dalle questioni geopolitiche legate ai conflitti in corso e dall’operato dell’amministrazione Usa. Secondo Prometeia, il Pil lombardo aumenterà dello 0,7% su base annua, una percentuale influenzata dagli investimenti nelle costruzioni, un settore che incide a livello regionale con un peso davvero enorme (corrispondente al 9,5% del Pil della Lombardia). A destare attenzione è l’inversione di tendenza avvenuta nel 2024: lo scorso anno, infatti, si è registrata la prima performance negativa dal 2016, interrompendo così una lunga fase
di crescita continua. Sulla base dei dati elaborati da Prometeia e riferiti al 2024, Ance ha ipotizzato per la Lombardia un calo degli investimenti in costruzioni del -5% in termini reali rispetto al 2023. Tale previsione è la conseguenza di tendenze opposte: da un lato i segnali di rallentamento negli interventi di riqualificazione del patrimonio immobiliare; dall’altro un’accelerazione nelle opere pubbliche con numerosi investimenti che stanno conferendo al comparto un ruolo sempre più rilevante e strategico. Considerevole anche il trend negativo, evidenziato dai dati Istat, riguardante la concessione dei permessi di costruzione in riferimento sia all’edilizia abitativa sia a quella non residenziale.
Sotto il profilo occupazionale, il settore delle costruzioni mostra invece dati favorevoli. Le evidenze di Cnce sulle Casse edili nel 2024 dimostrano infatti un incremento delle ore lavorate (+3,5%) e dei lavoratori iscritti (+ 5,8%). A partire dalla seconda metà dell’anno, però, questo trend ha presentato segni di rallentamento.
Sulla base dell’elaborazione dei dati Prometeia, per il 2025 Ance prevede un calo degli investimenti pari al -6,4% per il settore lombardo delle costruzioni, un dato più sfavorevole rispetto alle previsioni dell’anno precedente.
Struttura e caratteristiche delle imprese di costruzioni in Italia
Gli ultimi dati Istat del Registro Asia relativi al 2023 mostrano la presenza, in Italia, di ben 543mila imprese attive, una cifra che corrisponde all’11,5% dell’intero sistema produttivo dell’industria e dei servizi. Di queste, oltre il 77% si occupa di lavori di costruzione specializzati, il 21,5% è operativo nel comparto della costruzione di edifici, mentre l’1,2% del totale opera nell’ingegneria civile. Esaminando le imprese nel settore delle costruzioni suddividendole per classi di addetti si evince che il 61,8% delle aziende è composto da un solo addetto, il 32,9% da 2 a 9 addetti, il 5,0% da 10 a 49 addetti, mentre lo 0,4% riguarda le aziende con un numero di addetti pari o superiore a 50. Se si guarda invece al fatturato, prevale la netta preponderanza di imprese (quasi il 70%) con un fatturato inferiore ai 200mila euro. Seguono, con il 14,9%, le aziende con un fatturato tra i 200mila e i 500mila e quelle con fatturato tra i 500mila e 1 milione che corrispondono al 7,1%. Infine, con percentuali molto esigue, troviamo le aziende con un fatturato che si aggira tra l’1 i 2 milioni (4,3%), tra i 2 e i 5 milioni (2,9%) e con fatturato che supera i 5 milioni (1,6%).
Le dinamiche degli ultimi anni, evidenziano un incremento delle aziende del settore pari al + 11,5%, percentuale che corrisponde a un totale di oltre 56mila imprese. Gli aumenti evidenziati riguardano tutte le categorie, ma rientrano perlopiù nella categoria composta da 10 o più addetti. Indicatore, questo, di un comparto che, superata la grave crisi, si sta rafforzando assumendo dimensioni più solide.
Imprese nel settore delle costruzioni per provincia
Struttura e caratteristiche delle imprese di costruzioni in Lombardia
Secondo gli ultimi dati Istat disponibili, relativi al 2023, in Lombardia il numero di imprese del settore ammonta a 101.725, suddivise in: 80% per lavori di costruzione specializzati, 19,3% per costruzione di edifici e 0,7% per ingegneria civile. Si nota inoltre una netta prevalenza di aziende composte da un solo addetto, per una quota del 65,1%. Seguono le aziende con un numero di addetti tra 2 a 9 (29,3%), mentre le imprese con addetti da 10 a 49 costituiscono il 5,1%. Infine, quelle con oltre 50 addetti coprono solo lo 0,5% del totale. Complessivamente, a livello di fatturato, è possibile affermare che la maggioranza delle aziende — ben l’82% — non supera il mezzo milione di euro. Significativa è anche la distribuzione territoriale: dall’analisi dei grafici emerge che circa il 30% dell’offerta produttiva si concentra nella provincia di Milano, che può contare ben 30mila imprese, seguita da Bergamo (14,1%) e Brescia (13,5%).
Imprese nel settore delle costruzioni
La crisi finanziaria del 2008 ha introdotto cambiamenti importanti e nuove regole che hanno sfavorito e reso più difficoltoso il finanziamento di alcuni settori, portando a una sensibile contrazione dei capitali investiti in costruzioni. I dati del 2024, infatti, mostrano una flessione degli investimenti rispetto al 2023 pari al -6,6% del totale, con3,4% per l’edilizia residenziale e -11,2% per il non residenziale. L’analisi dei finanziamenti
Le dinamiche degli ultimi anni
Nel decennio segnato dalla crisi che ha investito l’Italia a partire dal 2008, la Lombardia è stata senza dubbio la regione maggiormente penalizzata, registrando la perdita di quasi 27mila imprese di costruzioni. A partire dal 2020, però, si è assistito a un’inversione di marcia: il settore ha finalmente ripreso a crescere raggiungendo una percentuale del +10,6%, quasi 9.800 realtà in più nel settore, recuperando pertanto poco più di un terzo del gap accumulato negli anni di crisi.
Il mercato immobiliare residenziale in Italia e in Lombardia
Positive le considerazioni per il mercato immobiliare residenziale italiano, che chiude il 2024 con un aumento del +1,3% rispetto all’anno precedente. Ciò che è emerso è una nuova tipologia di domanda abitativa, maggiormente orientata alla funzionalità della casa. Ne consegue che il valore di un’abitazione sia oggi strettamente legato ai servizi di prossimità presenti, prima fra tutti l’accessibilità dei collegamenti con i centri nevralgici della città. Alla luce di questi cambiamenti, la domanda abitativa continua ad essere intensa: nel 2024 oltre 2,4 milioni di famiglie hanno manifestato il desi-
destinati al comparto residenziale su scala nazionale mostra dinamiche dissimili: alcune regioni hanno registrato considerevoli aumenti, mentre altre hanno subito cali. Il comparto non residenziale, al contrario, presenta una situazione di maggiore omogeneità tra le varie regioni italiane. In Lombardia si è riscontrata la medesima tendenza mostrata in Italia, relativamente alle erogazioni di finanziamenti destinati agli investimenti in edilizia residenziale, con una percentuale del -3,3%. Nel comparto non residenziale le erogazioni scendono fino al -5,1% rispetto al 2023.
A partire dal 2020 il settore ha ripreso a crescere
+10,6%
Anche in Lombardia l’andamento del mercato immobiliare residenziale ha espresso segnali positivi. A livello provinciale, i segnali positivi si riscontrano in molte delle province lombarde con miglioramenti che oscillano tra il +0,7% di MonzaBrianza e il +5,7% di Bergamo
derio di cambiare casa. Da ciò scaturisce l’esigenza di una rigenerazione urbana che sia in grado di rispondere alle necessità di città più moderne e degli individui che le abitano. Un altro rilevante tema da inserire in agenda è il problema dell’accesso alla casa. In tale contesto, il Centro Studi dell’Ance ha ideato un indice di accessibilità, utile a misurare la quota di reddito disponibile che le famiglie devono desti-
nare al pagamento delle rate del mutuo per l’acquisto di un’abitazione. Ciò che emerge è l’impossibilità, per molte famiglie, di accedere all’acquisto di un’abitazione, con il risultato che il mercato dell’affitto rappresenti l’unica opzione praticabile. Considerata la gravità di tale problema, Ance e Confindustria hanno dato vita a un documento volto a individuare soluzioni abitative accessibili per lavoratori e fa-
miglie, un sostegno per rendere più pratiche, veloci e intuitive le procedure riducendo i tempi necessari per ottenere i permessi.
Anche in Lombardia l’andamento del mercato immobiliare residenziale ha espresso segnali positivi. L’Agenzia delle Entrate rivela che il 2024 si è concluso con 151.465 compravendite residenziali, decretando così un aumento del + 0,5% rispetto al 2023. A livello provinciale, i segnali positivi si riscontrano in molte delle province lombarde con miglioramenti che oscillano tra il +0,7% di Monza-Brianza e il +5,7% di Bergamo. Buona anche la situazione di Brescia che registra un +1,8%. Nel contesto lombardo, accanto alla mancata valorizzazione delle aree urbane, si pone un’ulteriore questione di rilievo: l’emergenza abitativa. Secondo gli studi condotti da Ance per Regione Lombardia, infatti, l’acquisto di un’abitazione nei principali comuni capoluoghi risulta insostenibile per le fasce di reddito più basse.
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Nel 2024 gli investimenti in opere pubbliche sono incrementati +21%
rispetto all’anno precedente
In merito agli investimenti in opere pubbliche per il 2024, si registra un significativo incremento (+21%) rispetto all’anno precedente. Questo risultato è stato principalmente favorito dall’impulso degli investimenti previsti dal Pnrr, diventati pienamente esecutivi proprio durante l’anno. Le misure del Piano dedicate alla realizzazione di opere pubbliche sono tra le principali voci ad aver influito sulla spesa complessiva. Oltre la metà della spesa riguarda infatti interventi direttamente collegati al settore delle costruzioni. In merito al Pnrr, il Piano ha permesso l’accelerazione delle fasi per l’assegnazione dei fondi. Sulla base dei dati Anac e Italia Domani è stato possibile determinare che il 76% delle gare Pnrr è stato affidato, mentre, grazie al monitoraggio di Ance basato sui dati Cnce EdilConnect, sono stati individuati 12.115 cantieri (aperti o conclusi) che corrispondono al 51% del totale delle gare per lavori Pnrr tra novembre 2021 e febbraio 2025. Si riscontra un ritardo maggiore nel Mezzogiorno, dove le opere in corso o terminate sono il 46% del totale, rispetto al 57% del Nord e al 51% del Centro.
Bandi di gara per lavori pubblici
Nel 2024 la domanda di lavori pubblici subisce un ridimensionamento, rispetto al biennio 20222023, caratterizzato da un’incredibile spinta, che porta gli indici percentuali a livelli poco più elevati di quelli registrati nel 2020. Le cause sono rintracciabili nell’esaurimento delle fasi di gara del Pnrr, che hanno lasciato spazio all’avvio e all’effettiva realizzazione delle opere. In conclusione, possiamo affermare che, sulle considerazioni effettuate da Ance-Infoplus, nel 2024 sono stati pubblicati 18mila bandi di gara per lavori pubblici, per un totale di 44 miliardi, registrando un aumento rispetto all’anno precedente del 27% in numero e del 38,5% in valore. Ci spostiamo nel 2025 per i primi dati positivi sia per il numero di pubblicazioni sia per l’entità degli importi banditi che si attestano a più del doppio rispetto al primo trimestre del 2024. Su questi ultimi incidono fortemente alcune gare di lavori pubblici caratterizzate da importi molto elevati che potrebbero invertire la dinamica dei primi tre mesi, confermando una crescita di poco superiore al +2% rispetto ai dati 2024 relativi al medesimo periodo.
Il settore delle opere pubbliche lombardo è stato al centro di una profonda crescita, favorita dalla spinta degli investimenti Pnrr e di quelli legati alla pianificazione dei Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina 2026. Tutti questi interventi hanno riguardo i settori più svariarti: dalla riqualificazione urbana all’accoglienza turistica, dalla mobilità alle infrastrutture sportive. Nel complesso possiamo affermare che, se si prendono in considerazione i comuni responsabili della maggior parte della spesa per investimenti locali nel 2024, si evidenzia una percentuale del +11% rispetto al 2023. Nello specifico, gli investimenti infrastrutturali nel 2024 hanno subito un incremento del +18,8% rispetto al 2023, mentre il primo trimestre del 2025 si conferma positivo con un +16,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sulle valutazioni dei mesi successivi influenzeranno le scadenze previste per il Pnrr e il taglio a diversi programmi di spesa introdotti dalla Legge di Bilancio per il 2025. Sulla base degli ultimi dati trasmessi, si individuano in Lombardia oltre 19mila progetti per l’attività edilizia, con un totale di 9.791 milioni di euro di finanziamento Pnrr. Per meglio comprendere lo stato di avanzamento del Pnrr, è fondamentale analizzare l’evoluzione dei lavori nei cantieri. Attraverso i dati raccolti dal Sistema delle Casse Edili mediante la piattaforma Cnce Edilconnect, Ance ha stabilito che delle gare finanziate in Lombardia, il 53% dei cantieri è stato avviato o concluso; una percentuale significativa in quanto supera la media nazionale del 51%. I campioni analizzati fanno riferimento alle gare finanziate, interamente o parzialmente, dal Pnrr e pubblicate tra l’inizio di novembre del 2021 e gennaio 2025.
alla collaborazione tra Ingegneria Italia e Ance Brescia nasce un documentario che porta alla scoperta del Palazzo della Loggia, sede del Municipio della città di Brescia. I lavori di costruzione dell’edificio iniziarono nel 1492, proprio al di sopra del corso d’acqua del Garza, che in passato attraversava, lungo quella che oggi è via San Faustino, il centro storico di Brescia da nord a sud. Lo scopo del documentario è l’esplorazione delle criticità che hanno interessato la copertura della costruzione simbolo della Leonessa — dai cedimenti strutturali alle infiltrazioni d’acqua —, al fine di approfondire il contributo determinante e decisivo dell’ingegneria nella risoluzione di tali problematiche. Il video è un’indagine dettagliata delle soluzioni e delle tecniche costruttive messe in pratica nel corso del tempo, volte a garantirne la conservazione: dal recupero della copertura in piombo e in legno, ai lavori effettuati per rendere più resistenti le fondazioni che avevano subito danni. Da decenni si è assistito allo scorrimento delle lastre di piombo della struttura, con conseguente infiltrazione d’acqua, che aveva già compromesso lo stato del legno. Successivamente agli interventi di riparazione delle lastre, si è deciso di intervenire sulla struttura con operazioni più drastiche e mirate. Prima di procedere, però, il Comune di Brescia ha deciso di affidarsi all’Università degli Studi di Brescia per ottenere il giudizio, più preciso e affidabile, degli esperti in materia. L’Uni-
L’intervista al professor Ezio Giuriani dell’Università di Brescia
versità ha dato il via libera all’avvio dei lavori, in seguito a una valutazione positiva sulla possibilità di recupero della struttura lignea esistente. Tuttavia, l’intervento si è rivelato più complesso e articolato del previsto. Infatti, per rendere possibile il recupero è stato necessario procedere alla realizzazione di una struttura portante, da posizionare al di sopra del salone Vanvitelliano. Il suo collocamento ha richiesto notevoli sforzi: attraverso un passaggio creato sul fianco della copertura in piombo (ancora visibile a causa della differente colorazione), sono state introdotte le travi necessarie alla costruzione della piattaforma.
Oggi i lavori per sanare i problemi di cedimento della struttura sono ancora in corso.
Guarda il documentario
Per meglio comprendere l’entità dei problemi affrontati nelle varie fasi di recupero della copertura che hanno interessato la Loggia, il tema è stato approfondito con alcune domande rivolte al professore Ezio Giuriani dell’Università di Brescia
Professor Giuriani, potrebbe raccontarci il ruolo chiave svolto dall’Università di Brescia nell’analisi e nella risoluzione dei problemi di quella che è la situazione della Loggia?
Il progetto di rifacimento della cupola fu allestito perché le indagini svolte dall’ufficio tecnico del Comune avevano fatto emergere una situazione apparentemente preoccupante: oltre alle grandi deformazioni della copertura, infatti, erano stati rilevati il fuori piombo della parete sud e una notevole marcescenza all’interno della struttura. All’epoca, oltretutto, lo svolgimento delle indagini era reso più complicato dall’accesso al sottotetto, che avveniva attraverso le condotte del riscaldamento con percorsi complessi. Alla luce di questa situazione, il Comune decise di affidare allo studio di progettazione del professor Finzi, con sede a Milano, il compito di allestire un progetto per il rifacimento della copertura, che nel 1980 non era storicamente significativa, essendo stata realizzata agli inizi del ‘900. Durante le procedure di approvazione sono state segnalate tecniche innovative che avrebbero consentito il recupero della struttura esistente con un costo inferiore. Per orientare la scelta fu coinvolta l’Università di Brescia per esprimere un parere sulla possibilità del recupero conservativo della copertura.
Dopo la fase di studio e analisi, quali sono state le principali azioni intraprese per mettere in sicurezza l’intero intervento? In primo luogo, è stata condotta un’accurata indagine al fine di valutare l’entità del degrado della struttura lignea. Inoltre, il fuori piombo è risultato “storico” e quin-
di non è stato considerato come fenomeno ancora in atto. Per poter dare risposta al quesito che si poneva il Comune, è stata individuata una tecnica speciale per valutare l’entità del degrado degli assoni della struttura reticolare. Dalle indagini è emerso che le marcescenze erano abbastanza localizzate e che dunque era possibile il ricupero conservativo. Durante le indagini è emerso un problema preoccupante: le grandi deformazioni degli arconi che avevano provocato pericolose fenditure negli assoni degli arconi. Per riparare tali lesioni, era necessario collocare dei ponteggi nel sottotetto, una zona inagibile in quanto il soffitto del Salone Vanvitelliano non avrebbe retto un tale peso. Nel 2012, è stato dunque svolto un importante e costoso intervento di formazione del nuovo impalcato, in grado di sostenere i ponteggi e rendere possibili le riparazioni proposte.
Qual è stato l’iter che ha permesso di individuare le modalità di intervento sulle fondazioni?
Durante l’esame dei documenti storici è emersa la messa in opera di una palificata lignea per consolidare il terreno sotto le fondazioni, trattandosi di un’area a quei tempi paludosa. A seguito di un gravissimo dissesto che si è manifestato negli anni ’80 in una chiesa di Milano, causato dalla marcescenza della palificata, è stato rilevato, anche per il Palazzo della Loggia di Brescia, il rischio di cedimento: quando c’è una palificata in legno e si registrano variazioni di falda è possibile, infatti, che questa vada incontro a marcescenza, causando assestamenti violenti, istantanei e non monitorabili. Per accertarsi della buona condizione della palificata, è stato necessario procedere a ulteriori e delicate indagini attraverso la realizzazione di uno scavo profondo, con una profondità di metri: un’operazione molto delicata in quanto avrebbe potuto mettere a rischio l’intera struttura. La ricerca è stata sottoposta al Ministero dei Beni Culturali, a Roma, dove le indagini sono state presentate e discusse. Nel 2009 è stato messo in opera l’intervento di consolidamento del terreno mediante il riempimento delle cavità in corrispondenza dei piloni più critici.
I dati della Cassa edile evidenziano tenuta e crescita del
Dai dati Cape, aggiornati a luglio 2025, emerge un quadro generale stabile per il settore edile nella provincia di Brescia. La fotografia attuale vede in aumento le ore lavorate (+3.47% sul 2024 e +33,41% rispetto al 2021), così come in crescita risulta il dato riferito all’imponibile salariale. L’esercizio 2025, che per la Cassa edile va da ottobre 2024 a settembre 2025, sta registrando percentuali positive per numero medio di imprese attive (+0,57% rispetto allo stesso periodo 2024 e +21,11% rispetto al 2021). Anche per gli operai occupati i dati sono in positivo: +5,62% rispetto all’esercizio 2024 e +45,55% rispetto al 2021.
settore tiene, ma soffiano venti d’incertezza
di Roberto Ragazzi
Dopo quattro anni di crescita ininterrotta, l’edilizia rallenta, pur confermandosi pilastro dell’economia. A dirlo sono i dati Unioncamere Lombardia e Ance, che evidenziano come il comparto delle costruzioni abbia saputo non solo tenere testa a turbolenze macroeconomiche, ma anche rafforzare il proprio ruolo strategico, favorito soprattutto da una domanda in tenuta grazie al settore pubblico.
I numeri
Il 2024 è stato un anno da incorniciare per l’edilizia lombarda: il settore delle costruzioni ha registrato un balzo del volume d’affari del 4,1%. Le imprese hanno mostrato una sorprendente vitalità continuando ad investire (il 33% ha dichiarato nuovi investimenti, il dato è solo lievemente inferiore al 35% del 2023) e ad assumere: +3,3% di addetti in più secondo i dati Infocamere-Inps. 2025 col freno tirato
Traguardo non da poco, considerando lo scenario macroeconomico e il lento, ma inesorabile crollo dell’effetto «Superbonus» con la conseguente ca-
duta delle ristrutturazioni residenziali (-20,8% nel 2025). Secondo i dati Unioncamere Ance il primo trimestre del 2025 evidenzia un rallentamento del volume d’affari delle imprese: la variazione tendenziale è pari al +1,3%, mentre la variazione congiunturale segna un -0,5%. A compensare parzialmente il rallentamento dei fatturati c’è l’andamento delle commesse: +3,5% su base annua, in linea con il trend di fine 2024. I prezzi di vendita, dal canto loro, confermano la tendenza all’aumento (+2,4% la variazione congiunturale), mentre l’occupazione nel primo trimestre 2025 registra un balzo del +1,6%. Tale dato arriva dopo la flessione registrata nel quarto trimestre 2024 (-0,6%) e ha una giustificazione di tipo stagionale: i contratti di durata annuale, solitamente chiusi a fine anno, vengono spesso attivati nel primo trimestre. Tuttavia la crescita evidenziata risulta superiore anche rispetto agli analoghi periodi del 2023 e 2024, confermando una domanda di lavoro dinamica.
Le prospettive
Il comparto sta dunque correggendo la rotta dopo la corsa senza precedenti segnata dal periodo 2020-2023 quando gli investimenti erano cresciuti del
Il comparto sta correggendo la rotta dopo la corsa senza precedenti segnata dal periodo 2020-2023 quando gli investimenti erano cresciuti del 45,3% Nel 2024 in Lombardia +4,1% il volume di affari nel settore delle costruzioni
I problemi non mancano: su tutti la difficoltà nel reperire personale qualificato, sfida acuita dal pensionamento di molti operai esperti e dalla necessità di integrare nuove competenze: sono la transizione green e il digitale a dettare le nuove regole del gioco. Oltre ai tradizionali profili operativi, le imprese cercano infatti figure capaci di gestire nuove tecnologie, materiali innovativi, sistemi digitali e requisiti ambientali. Sullo sfondo, restano aperti nodi strutturali come il costo dei materiali (problema per il 14% delle imprese), la burocrazia (12%) e un clima di incertezza che frena investimenti e fiducia. Un tema sempre più rilevante per il settore è quello della sostenibilità, intesa dal punto di vista ambientale e sociale: due terzi delle imprese lombarde delle costruzioni (il 67%) lo reputa infatti molto o abbastanza importante per il proprio business. Ma rispetto al 2023, quando l’analoga percentuale era pari al 73%, si nota un certo raffreddamento dell’atteggiamento da parte
delle imprese: in particolare la quota delle imprese che giudica la sostenibilità molto importante scende dal 20% al 15%.
La sensibilità a riguardo aumenta al crescere della dimensione di impresa, con percentuali che passano da circa il 60% delle micro imprese alla quasi totalità delle grandi. Il 44% dichiara di avere adottato degli standard di valutazione collegati alla sostenibilità, tra cui quelli più diffusi risultano le certificazioni ISO 9000 (35%), ISO 45001 (27%) e ISO 14001 (23%): si tratta di percentuali elevate, anche in confronto agli altri settori dell’economia regionale, e testimoniano l’impegno delle imprese edili sui temi della qualità, della salute e
Quali scenari per il futuro? In un recente rapporto il Cresme mostra come il mercato delle costruzioni continuerà nei prossimi anni a correggere le proprie dimensioni, dopo la folle crescita 2020-2023. Nel biennio 2026-2027 si completerà il raffreddamento avviato nel corso 2024, con un rallentamento strutturale nel 2026 (-2,1%) ed un 2027 di stagnazione (+0,1%).
Sfide importanti attendono i costruttori, ma l’edilizia lombarda ha dimostrato una straordinaria capacità di tenuta. Le imprese insomma continuano a investire, a innovare, e chiedono strumenti concreti per affrontare la doppia transizione – ecologica e digitale – senza perdere slancio.
45,3%. Un’accelerazione seguita ora da una frenata che però non cancella il salto di scala compiuto dal settore.I dati dell’analisi Unioncamere sono solo in parte confortanti. Solo il 45% delle imprese segnala un aumento del fatturato nel 2025, il dato più basso registrato negli ultimi anni, mentre il 35% dichiara una flessione e il restante 20% vede stabilità. Le aspettative per i prossimi mesi non brillano: il saldo tra previsioni di crescita e diminuzione è nullo, e il 60% degli imprenditori si attende una situazione stazionaria. Un’inerzia che tradisce incertezza più che fiducia.Il termometro più sensibile del raffreddamento del settore è la domanda privata. Le aspettative per il mercato delle ristrutturazioni crollano (-28 punti), così come per il residenziale (-19) e il comparto non residenziale (-10). Il mercato pubblico regge meglio, con un modesto +1 per le infrastrutture civili grazie agli effetti positivi del Pnrr, anche se il dato risente di un atteggiamento prudente da parte degli operatori. Ricordiamo che le imprese edili che operano nel settore pubblico rappresentano circa un terzo del totale.
L’impatto con Castel dell’Ovo era stato piacevole già nelle precedenti visite alla splendida città di Napoli. Fu in occasione di un soggiorno al Grand Hotel Vesuvio, in via Partenope, a due passi dalla Riviera di Chiaia e da uno dei templi internazionali delle cravatte, Marinella, che l’osservazione del maniero si fece più intensa. Dall’albergo emblema internazionale dell’ospitalità napoletana sin da fine dell’Ottocento — che ospitò, tra gli altri, la Regina Victoria di Svezia e il suo medico personale, Axel Munthe, scrittore, autore del libro autobiografico “La storia di San Michele” che idealmente mi proietta nell’atmosfera unica di Capri, e a Villa San Michele dove il medico scrittore scandinavo visse — lo sguardo che spazia sul Golfo di Napoli si ferma, rapito da una presenza silente, massiccia eppure aerea nella sua proiezione verso il mare. Sì, parlo della sagoma di Castel dell’Ovo, da secoli avamposto immobile sulla lingua di tufo di Megaride, e sembra più generato dalla roccia che costruito dall’uomo. È una fortezza, certo, ma anche una soglia. Come un ponte tra leggenda e storia, tra terra e acqua. E come spesso accade nei luoghi iconici, la sua architettura non si limita a occupare uno spazio: lo fonda. “Castel dell’Ovo” trae origine da una leggenda: un uovo nascosto da Virgilio, mago, poeta, custode arcano della città, sotto le fondamenta della fortezza, da cui deriverebbe la stabilità stessa dell’intera Napoli. Se si rompe, la città crolla. Una favola, dite? Forse. Ma in una città come questa, dove il mito è realtà ad ogni angolo, nulla può essere scontato. Certo, la realtà storica ci parla di una fondazione greca: l’isolotto di Megaride fu approdo dei coloni rodii nel VII secolo a.C., e fu qui che, secondo Strabone, sorse il primo nucleo urbano della Partenope pre-romana. Ma è con l’età imperiale romana che l’area assume una fisionomia architettonica: Lucullo vi costruisce una sontuosa villa, una domus marittima che abbracciava l’isolotto con terrazzamenti digradanti verso il mare. Della stessa restano oggi le stratificazioni profonde, inglobate nel corpo del castello. La struttura
di Adriano Baffelli
Da secoli avamposto immobile sulla lingua di tufo di Megaride, sembra più generato dalla roccia che costruito dall’uomo. È una fortezza, certo, ma anche una soglia. Come un ponte tra leggenda e storia, tra terra e acqua
Cosa rende Castel dell’Ovo un sito iconico? Non solo la sua storia stratificata, né soltanto la sua posizione scenografica. La sua forza sta nell’aver cristallizzato un dialogo perfetto tra natura e costruzione. Il castello non è “sopra” Megaride: è la sua prosecuzione minerale. È architettura che nasce dal luogo, che non lo tradisce mai. Anche quando assume forme difensive, anche quando si fa carcere o presidio, Castel dell’Ovo resta profondamente integrato nel paesaggio. La sua iconicità non è urlata, ma suggerita: è la sagoma che taglia l’orizzonte nelle cartoline storiche, è lo sfondo quieto delle vedute ottocentesche, è il punto d’equilibrio visivo che tiene insieme il Vesuvio, il lungomare e Capri. È anche, oggi, uno spazio vivo: usato per eventi, esposizioni, mostre, e visitabile in tutta la sua estensione. Un monumento che ha saputo resistere al tempo senza farsi rovina. In un’epoca in cui il costruito spesso dimentica il contesto, Castel dell’Ovo ci ricorda che l’architettura può essere atto di ascolto. “Le sue pietre non urlano, ma parlano. – commentava un amico architetto – E lo fanno con la voce del tufo, del mare e del vento. Perché, in fondo – aggiungeva il professionista – l’uovo di Virgilio non è mai stato rotto” . E forse è proprio per questo che Napoli, con tutte le sue contraddizioni, continua a restare in piedi, sospesa tra incanto e disincanto, tra il mito e il mare.
che vediamo oggi è una sedimentazione di epoche, un palinsesto murario e architettonico che racconta la storia della città meglio di molti trattati. In epoca normanna, intorno all’XI secolo, l’isolotto viene fortificato per la prima volta. I Normanni comprendono l’importanza strategica del sito, e il loro impianto difensivo, compatto e lineare, detta l’ossatura dell’attuale edificio. Ma è con gli Svevi e soprattutto con gli Angioini che la struttura si consolida nella forma di un vero castello. Alfonso d’Aragona, nel XV secolo, completa il passaggio: Castel dell’Ovo si trasforma in residenza fortificata, avamposto militare, carcere di Stato. Le torri si moltiplicano, la cinta si allarga, le cortine murarie si ispessiscono. Eppure, nonostante l’apparato difensivo, l’architettura di Castel dell’Ovo mantiene un rigore sobrio, privo di retorica. È un’architettura dell’essen-
ziale, della pietra. L’utilizzo del tufo giallo napoletano, materiale litico estratto dalle cave dell’area flegrea, è costante: poroso, resistente, leggero, capace di assorbire l’umidità marina senza sfaldarsi. È proprio questa pietra che dona al castello quella tonalità calda e antica, che muta nei riflessi del sole e si dissolve nella luce del tramonto. La pianta del castello è irregolare, adattata all’andamento naturale dell’isolotto. L’accesso avviene tramite un ponte che collega la terraferma con Megaride, passando per Borgo Marinari, l’attuale quartiere di pescatori e ristoranti, ma un tempo presidio militare. Superata la rampa d’ingresso, ci si addentra nel sistema a piani sfalsati, tra cortili interni, camminamenti scoperti e terrazze panoramiche. La struttura è organizzata per livelli difensivi: bastioni, caditoie, feritoie, gallerie di ronda. Le torri, tra cui la Torre Normanna e la Torre Maestra, segnano la verticalità dell’insieme, ma non cercano il cielo: si pongono piuttosto come nodi visivi, come articolazioni della massa compatta. Le murature sono a sacco, con paramento esterno in blocchi squadrati di tufo e riempimento interno di pietrame e malta. Gli spessori sono imponenti: dai due ai quattro metri nelle cortine principali. Notevoli sono anche gli interventi successivi, soprattutto quelli borbonici, che adattarono la struttura alle esigenze dell’artiglieria moderna. Le piattaforme d’artiglieria, i parapetti bombati, le cannoniere rivolte verso il mare testimoniano il progressivo adeguamento della fortezza alle nuove tecnologie belliche.
La Fondazione in supporto a diversi progetti di trasformazione del territorio, con attenzione alla sostenibilità, grazie alla partecipazione attiva di istituzioni, associazioni, centri di ricerca e accademie
Dalla sua costituzione Fondazione Campus Edilizia Brescia Ets si è data subito da fare per dare il proprio contributo a iniziative che guardano allo sviluppo sostenibile del territorio bresciano. Continuando nel solco delle attività intraprese in passato dall’omonimo progetto, sta affiancando le istituzioni promotrici di piani di trasformazione urbana e di sviluppo economico e sociale per supportarne le scelte strategiche. All’attivo, un incarico di collaborazione per fornire una parte del quadro conoscitivo utile per delineare i punti dell’Agenda Urbana Brescia 2050, documento strategico dell’amministrazione comunale di Brescia che definisce le linee guida per lo sviluppo sostenibile della città passando da una visione condivisa — con istituzioni, cittadini, associazioni e operatori economici — delle politiche urbane. Il progetto coinvolge Campus Edilizia Brescia, che ha garantito anche un autonomo supporto finanziario, nella complessa sfida di elaborare un’analisi dell’esistente, fornendo anche previsioni di lungo periodo su aspetti sociali, economici, demografici e tecnologici.
La Fondazione sta inoltre verificando la possibilità di elaborare un Piano di residenzialità a partire dai dati dell’Agenda stessa, per avere, tra l’altro, dati certi circa l'offerta e la domanda di alloggi nel comune capoluogo. Sul fronte abitativo, l’Ets è inoltre impegnata nella predisposizione di uno studio sulle aree montane con una particolare attenzione al tema della casa, mentre porta avanti, a supporto della Provincia di Brescia che sta predisponendo il Piano Territoriale di coordinamento provinciale, la collaborazione con il Centro di ricerche Cresme per la predisposizione dei dati demografici, sociali ed economici funzionali alla stesura del Ptcp. Sempre in ottica di valorizzare e promuovere la ricerca e l’analisi per il miglioramento dei territori la Fondazione sta predisponendo un progetto per dare alle amministrazioni un supporto nell’individuare le soluzioni tecniche migliori nel cercare finanziamenti che possano sostenere le attività di sviluppo delle aree urbane. Il coinvolgimento di Campus Edilizia Brescia in diversi progetti di rigenerazione dei territori, partendo dall’analisi compiuta degli stessi, è teso ad alimentare un confronto costruttivo e uno scambio di idee con i vari Gruppi di lavoro ai quali partecipano i soci dell’Ets. “Le attività della nostra Fondazione — precisa il presidente Massimo Angelo Deldossi — si
La formalizzazione dell’ingresso di A2A in Fondazione Campus Edilizia Brescia rende ancor più chiaro l’impegno nel supportare le scelte strategiche delle Amministrazioni rendendo ancor evidenti le correlazioni fattuali con temi di grande rilevanza, quali il risparmio energetico e le energie rinnovabili, per cui le competenze di A2A potranno dare un contributo sostanziale
basano sulla condivisione di esperienze, di progettualità e competenze in un clima di arricchimento reciproco e di unione di intenti verso obiettivi comuni per promuovere una visione strategica capace di riflettere e combinare quanto emerso dal confronto con gli stakeholder territoriali”. Modelli di sviluppo urbano attenti alla sostenibilità. È in questo solco che si inserisce l’attività della Fondazione Campus Edilizia Brescia, Ente del terzo settore che conta sulla partecipazione attiva di istituzioni, organizzazioni associative, centri di ricerca e accademie per affiancare, se richiesto, le Pubbliche amministrazioni nelle loro scelte politiche relative alla trasformazione urbana del territorio bresciano. Un percorso condiviso dal Gruppo A2A che, nelle scorse settimane, ha aderito alla Fondazione presieduta dall’ingegner Deldossi, rafforzandone la compagine sociale. “La preziosa collaborazione della multiutility porterà un indubbio beneficio all’azione intrapresa dalla Fondazione Campus Edilizia Brescia” dichiara il presidente Deldossi, ricordando che sin dall’inizio, quando Campus Edilizia Brescia era un progetto associativo condiviso, A2A aveva garantito il proprio supporto facendosi parte attiva, con la partecipazione del vicepresidente Giovanni Comboni, nella vita dell’Associazione. “La rigenerazione urbana — prosegue — è un processo complesso e multidimensionale, dove energia, acqua e ambiente sono temi centrali nello sviluppo di progetti che guardano a un rinnovamento sostenibile dei territori in linea con gli obiettivi green del quadro internazionale ed europeo. La formalizzazione dell’ingresso di A2A in Fondazione Campus Edilizia Brescia rende ancor più chiaro l’impegno nel supportare le scelte strategiche delle Amministrazioni rendendo ancor evidenti le correlazioni fattuali con temi di grande rilevanza, quali il risparmio energetico e le energie rinnovabili, per cui le competenze di A2A potranno dare un contributo sostanziale”. Il metodo individuato dalla realtà bresciana del terzo settore, un unicum a livello nazionale, per contribuire a costruire un positivo futuro a favore dell’intera comunità bresciana, si fonda sulla compartecipazione, sulla corresponsabilità e sulla fiducia fra il pubblico e il privato in cui l’Amministrazione tiene però la barra circa le strategie e le decisioni da assumere. “Le potenzialità della nostra provincia — ricorda il presidente Deldossi — sono tante, ma ci sono evidenti punti da migliorare. Riconoscerli è solo il primo passo di un processo strategico evolutivo del territorio. La collaborazione e l’unione sancita con i partner ci avvicina sempre di più verso i nostri obiettivi comuni”.
• Linee vita
• Sistemi anticaduta
• Parapetti
• Scale
• Passerelle
• Griglie anticaduta per lucernari
Èstata una sessione di lavori partecipata e intensa quella dell’ultima Assemblea dei delegati territoriali di Ance Brescia, svolta nella sede associativa in città. Alla presenza di tanti imprenditori del comparto delle costruzioni si sono toccati temi all’ordine del giorno, che hanno passato in rassegna le principali novità a livello associativo, dal neocostituito Consiglio di Presidenza di Ance Lombardia al rinnovo del CdA del Gruppo Giovani, per poi lasciare spazio all’approfondimento di argomenti che hanno ricadute operative sul lavoro delle imprese. A trovare ampio spazio di confronto l’ordinanza regionale “anti-caldo” — pubblicata ufficialmente a distanza di alcune ore dal termine dell’Assemblea — finalizzata a tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori esposti alle alte temperature. Le limitazioni, valide fino al 15 settembre, vietano l’attività lavorativa all’aperto tra le 12.30 e le 16 nelle aree edili e nelle cave limitatamente ai giorni in cui la mappa giornaliera pubblicata quotidianamente sul sito del Progetto Worklimate di INAIL-CNR riferita a: “lavoratori esposti al sole” con “attività fisica intensa” alle ore 12, segnali un livello di rischio “alto”. Ance Brescia si è mossa su due fronti: da un lato nel fornire alle imprese le informazioni necessarie per far fronte all’ordinanza, dall’altro nel dialogo con le amministrazioni comunali. Un primo positivo confronto si è immediatamente tenuto con l’amministrazione comunale del capoluogo bresciano, volto all’individuazione di soluzioni sia per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori che per affrontare le emergenti criticità operative, soprattutto per l’esecuzione di lavori pubblici e privati soggetti a stringenti tempistiche e vincoli contrattuali. Partendo dalla città, dopo un positivo confronto con la Loggia, i lavori sul territorio comunale di Brescia — in funzione anche di parametri quali l’urgenza dell’intervento e la posizione dello stesso — potranno ottenere, previa autorizzazione da parte del Comune, la possibilità di iniziare le lavorazioni nei cantieri in deroga rispetto a quanto previsto ordinariamente dal regolamento vigente, anticipando l’avvio mattutino al fine di lavorare nella fase meno calda della giornata. Altro tema centrale dell’incontro, l’avvio del Servizio cantieri all’estero di Ance Brescia che supporterà le imprese nelle operazioni di internazionalizzazione delle attività aziendali, in particolare il supporto riguarderà lo svolgimento di lavori all’estero, la mobilità dei lavoratori e i subappalti
L’Assemblea dei delegati territoriali si riunisce in città per fare il punto sulle ultime novità d’interesse per il settore
Prezziario regionale, avvio del servizio cantieri all’estero, polizze catastrofali tra i temi al centro dell’incontro
ad imprese straniere. Tramite Ance Brescia, le imprese potranno ricevere assistenza su aspetti lavoristici, previdenziali e fiscali, nonché supporto per il conseguimento di visti, permessi di soggiorno, autorizzazioni e per l’attivazione di contatti con istituzioni, amministrazioni e soggetti competenti nel Paese di destinazione. In questo contesto, l’Associazione ha sottoscritto una convenzione con la sede di Brescia di Andersen, studio esterno di dottori commercialisti, avvocati e consulenti del lavoro in grado di assistere le imprese in più di 170 paesi nel mondo. Presentato poi l’aggiornamento del prezziario regionale a seguito dell’approvazione da parte della Giunta regionale dell’edizione 2025. A un’introduzione della Piattaforma digitale (www.prezzario.regione.lombardia.it) e della nuova struttura, è stato spiegato ai presenti come contribuire per verificare e perfezionare l’analisi prezzi e quindi la valorizzazione dei costi unitari di prodotti, attrezzature e lavorazioni.
Non poteva mancare, infine, un approfondimento sul tema delle polizze catastrofali. La previsione normativa impone a tutte le imprese con sede legale o stabile organizzazione in Italia, che sono tenute
all'iscrizione nel registro delle imprese, di stipulare contratti assicurativi a copertura dei danni a terreni, fabbricati, impianti, macchinari e attrezzature industriali e commerciali causati direttamente da eventi quali sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni. Fornendo un quadro degli strumenti normativi in materia, rispondendo ad alcuni dei quesiti più richiesti da parte delle imprese, Ance Brescia ha fornito un prospetto delle scadenze per la sottoscrizione delle polizze sulla base delle dimensioni dell’impresa, del totale dello Stato patrimoniale, dei ricavi netti di vendita/prestazioni e del numero medio dei dipendenti. Ne deriva che, se per le grandi imprese il termine iniziale al 31 marzo 2025 è stato prorogato dal Dl 39-2025 di 90 giorni senza sanzioni, le medie imprese hanno tempo fino al 1° ottobre 2025, mentre le piccole e microimprese fino al 1° gennaio 2026. Gli uffici dell’Associazione restano a disposizione per una consulenza sui punti trattati durante l’Assemblea, che si dimostra essere, incontro dopo incontro, un positivo momento di allineamento sul percorso evolutivo intrapreso da alcune tematiche vicine al settore, che hanno un impatto diretto sulle imprese del comparto.
ANCE (ASSOCIAZIONE NAZIONALE COSTRUTTORI EDILI) È L’ORGANIZZAZIONE DI RIFERIMENTO DELLE IMPRESE ITALIANE CHE OPERANO NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI. RAPPRESENTA OLTRE 20MILA AZIENDE DI OGNI DIMENSIONE, ATTIVE NEI LAVORI PUBBLICI, NELL’EDILIZIA ABITATIVA E COMMERCIALE, NELLE INFRASTRUTTURE E NELLA RIGENERAZIONE URBANA. L'ASSOCIAZIONE TUTELA GLI INTERESSI DELLE IMPRESE PRESSO ISTITUZIONI, ENTI PUBBLICI E PRIVATI, PROMUOVE L’INNOVAZIONE, LA SOSTENIBILITÀ, LA LEGALITÀ E LA SICUREZZA NEI CANTIERI. OFFRE SUPPORTO TECNICO, NORMATIVO E CONTRATTUALE, E PARTECIPA AI TAVOLI DI CONFRONTO SU TEMI CHIAVE COME APPALTI, PNRR, TRANSIZIONE ECOLOGICA E FORMAZIONE PROFESSIONALE. PRESENTE SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE, ANCE SVOLGE UN RUOLO STRATEGICO NELLO SVILUPPO DEL COMPARTO EDILIZIO E NELLA CRESCITA ECONOMICA DEL PAESE.
di Adriano Baffelli
Raggiungo la presidente Federica Brancaccio a Roma, nella sede di Ance, in via Guattani, a pochi passi dalla Nomentana, antica via consolare che ancora oggi conserva l’allure discreta di un tempo sospeso. Il palazzo, sobrio e solido, si inserisce con misura in un contesto urbano stratificato: un intreccio di villini umbertini, residenze anni Cinquanta e spazi verdi silenziosi, che custodiscono la memoria di una Roma borghese e laboriosa. Varcando l’ingresso, si coglie subito il carattere operativo dell’edificio: ambienti funzionali, razionali, senza ridondanze, pensati per favorire il dialogo tra professionisti, imprese e istituzioni. Non c’è monumentalità, ma una coerenza rigorosa, quasi etica, nella distribuzione degli spazi, nella scelta dei materiali, nella luce che accompagna il passo. È una sede che riflette, con discrezione e concretezza, l’identità dell’associazione: costruire futuro, partendo da basi solide e da una visione condivisa.
Presidente Brancaccio, siamo a metà del decennio e l’edilizia italiana pare trovarsi ancora in bilico tra rilancio e incertezza. Qual è oggi, secondo lei, il termometro reale del settore?
Siamo in una fase ancora positiva, il settore viaggia su livelli produttivi elevati, ma ci sono alcuni segnali di flessione che occorre leggere per tempo. Questo è il momento per guardare oltre e disegnare adesso le politiche per il prossimo futuro. Le cose da fare
sono tante: dall’emergenza abitativa alla cura del nostro fragile territorio e alla rigenerazione urbana. Dobbiamo liberarci dalla trappola dell’emergenza e impegnarci per agire con coraggio e lungimiranza.
Riqualificazione energetica: manca ancora una vera strategia. Come dovrebbe essere? Dopo una stagione di misure frammentarie e politiche di breve respiro, dovremmo finalmente mettere in campo un grande piano, credibile e di lungo periodo, per ridurre le emissioni e mettere in sicurezza gli edifici. Le proposte ci sono. Noi come Ance abbiamo elaborato un decalogo a disposizione di Governo e Parlamento. Dieci leve concrete per trasformare la transizione ecologica in una vera politica industriale. Con la definizione di obiettivi chiari, vincolanti, misurabili e strumenti per monitorarne l’attuazione.
Come la transizione ecologica anche la rigenerazione urbana è spesso evocata ma meno spesso concretizzata. Dove vede oggi i nodi principali e dove invece gli spiragli più promettenti?
Sulla rigenerazione urbana siamo fermi da troppo tempo. Ancora oggi abbiamo regole nate negli anni ’40 e non siamo ancora riusciti ad approvare nuovi strumenti normativi che
siano adatti alle esigenze di oggi. Ma speriamo finalmente di farcela: la volontà c’è da parte di tutti gli attori coinvolti e i segnali di Governo e Parlamento sono incoraggianti. Per noi sarebbe un passo in avanti indispensabile poter contare finalmente su un’agenda per le città, con responsabilità chiare e investimenti certi. A livello locale abbiamo raccolto e toccato con mano tante esperienze positive, percependo la passione di tanti sindaci e amministratori che, pur tra mille difficoltà, cercano di restituire ai cittadini spazi urbani abbandonati e degradati. Ma sono ancora interventi isolati che impiegano troppi anni prima di essere realizzati. Serve una vera svolta.
La carenza di manodopera specializzata è ormai cronica. Si sta facendo abbastanza per aggiornare e migliorare la formazione?
Si stanno compiendo tanti sforzi che vanno riconosciuti e sottolineati. Il nostro sistema paritetico è l’unico che si fonda su istituti indipendenti come le Casse edili e gli Enti di formazione che assicurano alti standard.
Ogni cosa certamente è perfettibile ma su tutti i territori si lavora quotidianamente per migliorare le prestazioni e l’offerta formativa che deve essere in grado di attrarre giovani, integrare immigrati e da-
re una seconda opportunità ai detenuti.
La casa continua a rappresentare un pilastro economico e culturale per le famiglie italiane. In cosa consiste la proposta Ance di un piano nazionale per l’housing accessibile e sostenibile?
Ance ha elaborato, insieme a Confindustria, un piano per la casa accessibile che permette di mobilitare risorse private, assistite da garanzie pubbliche, sfruttando la sinergia tra operatori ed enti territoriali. Ma finora non è stato possibile incanalarla nei giusti binari. Se ci crediamo occorre un coordinamento centrale affinché tante iniziative, che oggi sono in corso, confluiscano in un solo progetto Paese. Il disagio delle famiglie si tocca con mano anche in grandi centri dinamici come Milano, bloccati dall’assenza di soluzioni capaci di rispondere alle esigenze dei cittadini. Bisogna introdurle rapidamente: non possiamo tenere le famiglie in un limbo. Inoltre, pensiamo a come favorire l’affitto a lungo termine che potrebbe alleggerire l’emergenza casa alla quale i sindaci non riescono a fare fronte.
Le imprese lamentano ancora tempi biblici per le autorizzazioni e ostacoli burocratici che scoraggiano gli investimenti.
Federica Brancaccio è la prima donna e il primo presidente del Sud alla guida dell’associazione nazionale costruttori edili (Ance), eletta nel giugno 2022 con ampia maggioranza. Nata a Napoli, ha conseguito la laurea in Lingua e Letterature Moderne all’Università Federico II. Costruttrice di “seconda generazione”, è al timone della Brancaccio Costruzioni Spa dal 1995: impresa fondata nel 1956, specializzata in opere pubbliche, dagli ospedali alle metropolitane, dagli ospizi alle infrastrutture ferroviarie e portuali, operativa su tutto il territorio nazionale. Attiva da tempo nella vita associativa, Brancaccio ha ricoperto incarichi di rilievo: vicepresidente e poi presidente di Acen (Associazione
costruttori edili di Napoli) tra cui deleghe a Relazioni industriali, Affari sociali e tesoreria. Ha guidato Federcostruzioni (sino al 2021), organismo Confindustriale che rappresenta circa 30mila imprese. Prima di approdare alla presidenza Ance, è stata vice presidente nazionale della Commissione Relazioni industriali e Affari sociali e membro del Consiglio generale.
Quanto pesa, secondo lei, il fattore “amministrativo” sulla competitività del comparto?
La fluidità del funzionamento della macchina amministrativa è un fattore di competitività essenziale, sia tra territori che rispetto agli altri paesi europei. Noi non siamo messi ancora bene, tra procedure infinite e finanziamenti a singhiozzo. Se parliamo di tempi biblici sono ancora eccessivi quelli che riguardano i pagamenti alle imprese. Dopo oltre dieci anni dall’apertura della procedura di infrazione Ue, ci vogliono ancora più di cinque mesi contro i trenta giorni previsti. Un problema che si ripercuote su tutta la filiera e
lede la possibilità di investire nel futuro.
In molte città, le trasformazioni urbane si confrontano con resistenze culturali e paure legate al cambiamento. Come si costruisce oggi, non solo in
senso materiale, il consenso intorno al progetto urbano? Di come dare nuova vita alle nostre città si parla sempre troppo poco o comunque il più delle volte condizionati da pregiudizi. E invece è un tema che tocca la vita di tutti noi e per
Ance ha elaborato, insieme a Confindustria, un piano per la casa accessibile che permette di mobilitare risorse private, assistite da garanzie pubbliche, sfruttando la sinergia tra operatori ed enti territoriali. Ma finora non è stato possibile incanalarla nei giusti binari
La sfida per me più appassionante, e certamente più complessa, è quella che riguarda la crisi di prospettiva per i nostri giovani, a cui dobbiamo garantire lo studio, la casa e quel futuro che troppo spesso viene loro negato.
questo è essenziale costruire insieme una vera cultura della rigenerazione urbana, per stimolare i cittadini a non arrendersi all’immobilismo e a guardare ai migliori esempi che ci sono nel Paese. E ce ne sono tanti, come abbiamo potuto vedere e toccare con mano attraverso Città in scena, il Festival che stiamo realizzando dal 2023 insieme a Mecenate 90, che valorizza i tanti progetti realizzati o in corso di realizzazione sui territori.
Lei guida l’Ance in una fase in cui servono anche nuovi sguardi, leadership più inclusive, approcci trasversali. Quanto conta, oggi, portare anche una
sensibilità diversa nel modo di pensare l’edilizia?
Il nostro settore sta cambiando profondamente in questi anni ed è inevitabile che cambi anche il ruolo della rappresentanza. Come Ance stiamo abbracciando una serie di iniziative culturali e sociali, che guardano a temi sempre più di ampio respiro e di interesse generale. Penso all’innovazione tecnologica, alla sostenibilità, all’adattamento climatico, alla gestione dell’acqua. Sfide che ci coinvolgono come imprenditori ma prima di tutto come cittadini e sulle quali cerchiamo di dare il nostro contributo concreto, dialogando e confrontandoci con tanti
Stiamo abbracciando una serie di iniziative culturali e sociali, che guardano a temi sempre più di ampio respiro e di interesse generale come l’innovazione tecnologica, la sostenibilità, l’adattamento climatico, la gestione dell’acqua
partner e stakeholder di mondi diversi.
Chiudiamo con uno sguardo personale: tra le tante sfide che la attendono nei prossimi mesi, qual è quella che sente più urgente, e quale invece la più appassionante?
Difficile sceglierne solo una, ma direi che la più urgente è la rigenerazione urbana. Mi
auguro davvero di poter commentare a breve l’approvazione di una nuova legge, con le risorse necessarie.
La più appassionante, e certamente più complessa, è quella che riguarda la crisi di prospettiva per i nostri giovani, a cui dobbiamo garantire lo studio, la casa e quel futuro che troppo spesso viene loro negato.
Il futuro non si aspetta, si costruisce. È questo lo spirito che guida il Gruppo Giovani di Ance Brescia, che ha recentemente rinnovato il proprio Consiglio Direttivo ed è sempre più orientato a offrire ai giovani imprenditori bresciani strumenti, competenze e relazioni per affrontare in modo consapevole le sfide del presente e guidare con visione e competenze le imprese di domani
Nel triennio appena avviato, il Gruppo ha delineato un programma ambizioso, che mette al centro due assi portanti: la governance d’impresa e il controllo di gestione. Due leve fondamentali per chi si trova a ereditare ruoli di responsabilità all’interno delle aziende familiari o a sviluppare nuove iniziative imprenditoriali. Conoscere in profondità i meccanismi che regolano la gestione strategica ed economico-finanziaria è oggi un requisito imprescindibile per condurre un’impresa in modo efficace, consapevole e sostenibile.
A partire da questi due assi, si articolano una serie di tematiche tra loro
strettamente connesse, che rappresentano le principali linee di sviluppo del programma formativo e culturale del Gruppo: la digitalizzazione dei processi aziendali, le logiche sottostanti al controllo economico-finanziario, la sostenibilità ambientale, la sicurezza sul lavoro, il tema delicato e sempre più attuale del passaggio generazionale, senza dimenticare le nuove frontiere tecnologiche, come l’intelligenza artificiale applicata all’edilizia, e gli aspetti legati alla privacy e alla cybersicurezza. L’obiettivo è offrire ai giovani associati occasioni per approfondire questi temi non solo in modo teorico, ma anche attraverso esperienze dirette: visite in cantiere, incontri tecnici presso siti produttivi, confronti con esperti del settore, con l’intento di favorire un apprendimento dinamico e calato nella realtà. A ciò si aggiungono percorsi dedicati allo sviluppo delle competenze manageriali, che affronteranno
Il rafforzamento del legame tra mondo delle costruzioni e sistema educativo rappresenta un altro pilastro strategico. In questa direzione, il nuovo Gruppo Giovani continuerà a collaborare con gli istituti scolastici e in particolare con i percorsi Its promossi da Eseb, contribuendo a orientare i giovani e giovanissimi verso una carriera nel mondo dell’edilizia e a valorizzare le opportunità professionali offerte dal comparto
aspetti trasversali ma fondamentali come la gestione del tempo, la leadership e la costruzione di relazioni professionali efficaci.
Il rafforzamento del legame tra mondo delle costruzioni e sistema educativo rappresenta un altro pilastro strategico. In questa direzione, il nuovo Gruppo Giovani continuerà a collaborare con gli istituti scolastici e in particolare con i percorsi Its promossi da Eseb, contribuendo a orientare i giovani e giovanissimi verso una
carriera nel mondo dell’edilizia e a valorizzare le opportunità professionali offerte dal comparto. Rendere il settore attrattivo per le nuove generazioni è oggi una delle sfide più urgenti, dovuto anche a un calo sempre più massiccio della forza lavoro, e passa anche attraverso la capacità di raccontare un’edilizia diversa dalla quale il senso comune ci ha abituati: un’edilizia che oggi è innovativa, tecnologica, sicura, sostenibile. Accanto a tutto questo, il
Gruppo Giovani lavorerà anche su un importante processo di rinnovamento interno. Tra gli obiettivi prioritari del triennio vi è infatti l’armonizzazione dello Statuto proprio del Gruppo con quello di Ance Brescia, in particolare per quanto riguarda la durata e le modalità dei mandati elettivi. Un passaggio che mira a rafforzare l’identità e la rappresentatività del Gruppo, rendendolo più coerente, inclusivo e pronto ad accogliere nuove energie.
È proprio in quest’ottica che il Gruppo Giovani si rivolge a tutti i giovani imprenditori edili della provincia di Brescia, lettori del nostro bimestrale: aderire al Gruppo significa entrare a far parte di una comunità viva, orientata alla crescita personale e professionale, al confronto e alla condivisione. È l’occasione per acquisire strumenti, sviluppare relazioni, contribuire con idee e visioni al futuro del nostro settore.
L’associazione regionale proseguirà il proprio impegno su alcuni temi chiave per il comparto: transizione ecologica e digitalizzazione, sicurezza nei luoghi di lavoro, semplificazione normativa, qualificazione delle imprese e formazione delle competenze
Cambio al vertice di Ance Lombardia, l’associazione regionale che dal 1971 rappresenta il sistema delle costruzioni presso le istituzioni e gli interlocutori economici e sociali della Regione. L’assemblea degli associati ha eletto all’unanimità John Bertazzi alla presidenza per il quadriennio 2025-2029. Succede al bresciano Tiziano Pavoni, Past President di Ance Brescia, che ha guidato l’organizzazione dal 2021 e ha concluso il proprio mandato con parole di soddisfazione: “Lascio un’associazione coesa e solida, come dimostra l’elezione all’unanimità della nuova squadra. È stato un onore lavorare con colleghi preparati e appassionati, e poter contribuire, tra le altre cose, alla definizione del prezzario regionale, uno strumento fondamentale per il settore che da quest’anno dispone anche di una piattaforma digitale”. A Pavoni è stato rivolto un sentito ringraziamento, da parte degli associati locali e regionali, per la qualità del lavoro svolto in questi anni. La sua presidenza è stata apprezzata non solo per gli ottimi risultati raggiunti, ma anche per lo stile con cui ha guidato l’associazione: equilibrio nei rapporti, capacità di dialogo, disponibilità all’ascolto e forte spirito di servizio. Il passaggio di testimone si è svolto in modo sereno e condiviso, segno di un contesto coeso e di una leadership che ha saputo preparare con cura e visione il futuro dell’organizzazione.
John Bertazzi, già vicepresidente di Assimpredil Ance Milano, Lodi, Monza e Brianza, assume con il nuovo incarico la guida di un sistema che riunisce le associazioni provinciali di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco-Sondrio, Mantova, Milano-Lodi-Monza-Brianza, Pavia e Varese. Ance Lombardia agisce come centro di rappresentanza politico-sindacale e supporto tecnico-specialistico per il settore delle costruzioni, offrendo consulenza normativa, attività di formazione, coordinamento istituzionale e promozione di iniziative su sostenibilità, innovazione e mercato del lavoro. Accanto a Bertazzi, la nuova squadra vede la presenza di Corrado Gatti, tesoriere di Ance Brescia, nominato vicepresidente. “Sono grato per la fiducia ricevuta — ha dichiarato Gatti — e orgoglioso di poter contribuire a dare continuità a un lavoro che, grazie alla guida di Tiziano Pavoni, ha saputo creare coesione e visione condivisa. La nuova squadra è competente e affiatata: insieme affronteremo le sfide che attendono il comparto, lavorando per rafforzare il ruolo strategico della Lombardia e delle sue imprese. Aiuteremo inoltre le aziende edili ad affrontare il mercato odierno che, dopo il ciclo espansivo
degli ultimi anni, vedrà un fisiologico assestamento. Sarà prioritario consolidare un’azione di rappresentanza forte, autorevole e virtuosa”.
Completano la vicepresidenza Massimo Colombo, presidente di Ance Varese, e Francesco Molteni, presidente di Ance Como. Il ruolo di tesoriere è stato affidato a Luca Fabi, presidente di Ance Lecco-Sondrio. Da segnalare anche la nomina del bresciano Fabio Rizzinelli, Vicepresidente di Ance Brescia, quale referente della Commissione RIAS (Relazioni industriali e affari sociali), a conferma dell’attiva partecipazione del sistema associativo bresciano all’interno della struttura regionale.
L’associazione regionale proseguirà il proprio impegno su alcuni temi chiave per il comparto: transizione ecologica e digitalizzazione, sicurezza nei luoghi di lavoro, semplificazione normativa, qualificazione delle imprese e formazione delle competenze. Il ruolo di Ance Lombardia è sempre più centrale nel confronto con Regione, enti pubblici, sistema economico e parti sociali, in rappresentanza di oltre 3.500 imprese lombarde delle costruzioni. Anche in questa nuova fase, Brescia continuerà a offrire un contributo determinante, grazie all’esperienza, alla visione e all’impegno delle sue figure apicali.
Il software rientra tra “le buone pratiche” per la sicurezza. A ritirare il riconoscimento la Cassa edile di Brescia, impegnata a diffonderne l’utilizzo
In occasione della fiera
Ambiente Lavoro di Bologna, appuntamento nazionale di riferimento per aziende e professionisti della salute e della sicurezza sul lavoro, il portale di cantiere “Check”, nato a Brescia per semplificare e automatizzare il lavoro degli operatori del settore edile, è stato premiato come buona pratica da implementare nei cantieri. Il software è infatti tra i vincitori della seconda edizione del concorso nazionale “Archivio delle buone pratiche per la salute e la sicurezza sul lavoro nei cantieri temporanei o mobili”, organizzato dall’Inail e dal Gruppo tecnico interregionale salute e sicurezza sul lavo-
ro in collaborazione con il Consiglio nazionale degli ingegneri. Un’iniziativa che si prefigge di raccogliere e diffondere soluzioni innovative e procedure che giocano un ruolo strategico nella prevenzione dei rischi in cantiere e nel garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori dell’edilizia. A candidare Check, classificatosi al terzo posto per la categoria degli “Enti pubblici e Organismi paritetici del settore delle costruzioni”, la Cassa assistenziale paritetica edile di Brescia (Cape), presente per il ritiro del premio nelle figure del presidente, Raffaele Collicelli, e del direttore, Nicolò De Pellegrin.
“Ormai operativo da quasi nove anni, il portale conta oggi oltre 6.000 utenti attivi tra imprese, committenti e professionisti, affermandosi qua-
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In alto: il presidente e il direttore di Cape ritirano il riconoscimento. Nei primi piani, Tiziana Petrillo del Cni e Marcello Fiori, direttore generale dell'Inail. In basso a sinistra il direttore di Cassa edile illustra ai presenti la piattaforma Check.
le valido strumento per il coordinamento delle attività di cantiere, agevolando e permettendo un controllo accurato di ogni aspetto legato all’avanzamento delle commesse” dichiara il presidente Collicelli. “Il riconoscimento ricevuto — sottolinea — valorizza il percorso intrapreso da Check e dalle realtà che ne hanno sostenuto la nascita e la diffusione nei cantieri per condurre i lavori in sicurezza, rapidità e totale trasparenza”. Check è l’unico software ideato e approvato dalle associazioni datoriali e dai sindacati di categoria e permette a tutti gli utenti abilitati di controllare costantemente i processi di lavoro, l’avanzamento delle attività e la documentazione di cantiere. La piattaforma, frutto del “Patto di legalità” sottoscritto da Ance Brescia, Cape, Ente sistema edilizia Brescia (Eseb), sigle sindacali di categoria, ordini professionali provinciali e Comune di Brescia, rientra ora tra le “buone pratiche” da implementare per cantieri più sicuri e salubri, attestandosi quale strumento che contribuisce a fare la differenza e diffondere la cultura della sicurezza negli ambienti di lavoro del settore delle costruzioni.
“Per un ente che orienta la propria attività a garantire il benessere delle persone, nello specifico di quelle che operano nel settore edile, è naturale essere sensibili all’implementazione, anche nella propria organizzazione, di tutte le strumentazioni che possono incidere positivamente sulla salute dell’uomo e dei lavoratori”. Con queste parole il presidente e la vicepresidente della Cassa edile bresciana, Raffaele Collicelli e Sara Piazza, commentano l’installazione nella sede della Cape di un dispositivo medico fondamentale per salvare vite in caso di improvviso arresto cardiaco.
Dopo aver trovato spazio da ormai alcuni anni anche negli spazi dell’Eseb, oggi all’ingresso dello stabile in via Oberdan della Cassa edile si trova un defibrillatore esterno semiautomatico (Dae) progettato per essere di facile utilizzo, portatile e alimentato a batteria.
In Italia ogni anno le vittime per arresto cardiaco sono oltre 60mila ed è assodato che un tempestivo e adeguato intervento di primo soccorso aiuta a ridurre il tasso di mortalità del 30%.
Se l’installazione in Eseb è volta a tutelare soprattutto i ragazzi della scuola edile, i lavoratori che partecipano ai corsi di formazione dell’Ente, gli studenti dei vicini poli universitari e i cittadini della zona, in Cape invece il defibrillatore sarà, in caso di necessità, a disposizione dei lavoratori della stessa Cassa edile e
Con i servizi Sanedil le imprese iscritte in Cape guardano al benessere dei loro lavoratori
della comunità, nonché dei fruitori delle attività commerciali della zona, dei vicini parchi e campi sportivi. Con il posizionamento nelle proprie sedi di questi dispositivi salva vita gli enti del sistema bilaterale delle costruzioni vogliono agire concretamente per favorire la prevenzione della morte cardiaca nei luoghi di lavoro e di vita contribuendo alla diffusione dei Dae sul territorio bresciano. Cape ha inoltre previsto nei prossimi mesi la formazione di personale interno all’utilizzo dei defibrillatori automatici esterni affinché allo strumento si affianchi un utilizzo corretto ed efficace.
Elevati standard qualitativi e medici, strutture convenzionate vicine a casa e un’assistenza sanitaria e sociosanitaria integrativa con tempi di risposta rapidi e certi. In sintesi, sono questi i vantaggi che le imprese del settore delle costruzioni garantiscono ai propri dipendenti con l’iscrizione alla Cassa edile di Brescia, che promuove i servizi e i piani sanitari del Fondo Sanedil (www.fondosanedil.it).
Entrando a far parte del mondo delle costruzioni, i lavoratori dell’edilizia beneficiano di una serie di pacchetti welfare e di assistenze pensati per la
salute e il benessere della propria persona e della propria famiglia, che permettono di accedere a una sanità privata con tempi decisamente più brevi rispetto a quella pubblica. Inoltre, gli operatori dell’edilizia, per il fatto di essere parte del sistema delle costruzioni, possono tramite Sanedil ricevere rimborsi per le prestazioni sanitarie, risparmiando, ad esempio, fino a 250 euro all’anno per lenti correttive e/o montatura, fino a 500 per trattamenti fisioterapici riabilitativi, duemila per servizi di implantologia dentale eseguiti sull’iscritto e il relativo
nucleo familiare. L’offerta welfare di cui i lavoratori possono beneficiare si compone di prestazioni sanitarie gestite dal fondo Sanedil o dalla polizza Unisalute e garanzie per infortunio. Per richiedere un rimborso o prenotare una visita servono pochi semplici passaggi e Cape è a disposizione per fornire supporto professionale nell’espletamento delle procedure operative e per illustrare tutte le assistenze a favore degli operatori del settore edile.
Il progetto di Start up premiato alla Changemaker Competition di InVento Lab
Dopo la recente vittoria alle selezioni regionali dell’Ediltrophy, gara di arte muraria che disputerà le finali nazionali a ottobre in occasione della fiera Saie di Bari, i ragazzi della Scuola edile bresciana (Eseb) sono stati premiati anche a Parma, durante la Changemaker Competition 2025 di B Corp School, l’iniziativa di InVento Innovation Lab riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione e del Merito come iniziativa di valorizzazione delle eccellenze e che ha coinvolto più di 400 aziende e oltre 44 mila studenti in progetti di attivismo sui temi dell’imprenditorialità rigenerativa. Negli spazi dell’Ape Parma Museo sette studenti, tra i quali Simone Moreni, Luigi Cominardi, Francesco Negroni, Enzo Cuzzati e Samuel Kuqo, affiancati dalla docente Alessandra Magri e dalla formatrice InVento Lab Sophie Her, hanno ricevuto un riconoscimento al proprio impegno per aver dato vita alla startup “Futuredil Akademy”, che eroga un servizio di formazione sulle competenze edili valorizzando il lavoro artigianale nel settore dell'edilizia.
L’Ente sistema edilizia Brescia si unisce così all’entusiasmo dei suoi studenti rientrati a casa vittoriosi: “Celebriamo il successo dei nostri ragazzi, il loro impegno e la loro dedizione nel portare avanti un modello di edilizia di qualità,
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Al centro, Simone Moreni e Luigi Cominardi, affiancati da Annarosa De Luca, Giulia Detomati e Gaia Urati di InVento Innovation Lab e da Andrea Arcelloni e Matilde Pasquini di Kerakoll, vincono il premio B Community alla Changemaker Competition di B Corp School.
che guarda alle competenze pratiche e artigianali tanto quanto all’innovazione, boost prezioso per evolvere il settore nella direzione giusta” dichiara il presidente dell’ente, il geometra Paolo Bettoni. “Partecipare a queste competizioni rappresenta uno stimolo per i nostri studenti che si mettono in gioco con grande professionalità e spirito di squadra, rendendoci pieni di orgoglio per la strada percorsa e i risultati raggiunti”.
Nello specifico, la startup Futuredil Akademy ha vinto il premio “B Community”, dedicato alla B startup con i migliori risultati in termini di im-
patto e coinvolgimento della comunità, ottenendo anche la menzione Kerakoll, partner che ha sostenuto B Corp School e il progetto candidato da Eseb. Facendo ponte tra passato, presente e futuro, la startup nata per la formazione dei futuri operatori e artigiani edili coinvolge mentor pensionati del settore delle costruzioni bresciano per trasmettere ai giovani conoscenze con una metodologia esperienziale. Un’iniziativa che valorizza competenze e abilità di esperti qualificati facendo fronte alla perdita del know-how artigiano, al passaggio generazionale nelle aziende e alla mancanza
“Più formato Più sicuro”
L’impegno di Eseb per diffondere la cultura della sicurezza in cantiere continua con una nuova iniziativa, che ha ricevuto il contributo di Regione Lombardia e Inail. Dalla sinergia fra gli Enti unificati per la formazione e la sicurezza –Formedil, guardando alla stretta correlazione fra formazione e lotta agli infortuni, nasce il progetto “Più formato più sicuro”, che racchiude in sintesi la vision di dodici realtà impegnate ad ampliare la formazione sulla sicurezza in edilizia a tutti i livelli, promuovendo un processo di aggiornamento continuo che mantenga elevate le competenze e la consapevolezza dei lavoratori. L’iniziativa prevede l’organizzazione, nelle sedi dei partner del progetto, di una serie di corsi gratuiti di formazione aggiuntiva non obbligatoria orientati a diffondere la cultura della sicurezza nei cantieri edili per mettere a fuoco alcuni temi legati alla salute e alla tutela del lavoratore. Il calendario degli appuntamenti sarà diffuso sui siti delle realtà partner del progetto. Insieme ad Eseb, portano avanti l’iniziativa l’Ente scuola edile cremonese – Cpt, l’Ente unificato formazione e sicurezza – Esem-cpt, Esedil-Cpt Pavia formazione e sicurezza in edilizia, la Scuola professionale edile Cpt prevenzione infortuni della provincia di Varese, Efes Lecco-Sondrio, Cpta Bergamo, l’Ente unico formazione e sicurezza - Formedil Mantova, Inera srl e l’Ets "Il piccolo principe".
di una comunità di apprendimento del settore.
“I nostri studenti hanno avuto l'opportunità di creare una startup dall'alto valore ambientale e sociale, sviluppando un progetto innovativo che fonde innovazione e lavoro artigianale proiettando antichi saperi verso un futuro sostenibile e di qualità” sottolinea la professoressa Magri. “Siamo pronti ora a candidare il progetto anche alla ‘Maker Faire Rome - The European Edition 2025’ - Call for Schools 2025, manifestazione organizzata in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito che si terrà, dal 17 al 19 ottobre 2025 al Gazometro Ostiense di Roma, uno spazio dedicato ai progetti innovativi ideati dagli studenti delle varie scuole”.
Dalle newsletter settimanali di luglio e agosto 2025, una panoramica su alcune delle ultime novità in tema di lavori pubblici, tributi, trasporti e ambiente. Tutte le notizie sono riportate anche sul sito internet dell’Associazione: ancebrescia.it
luglio / Prezzario regionale opere pubbliche. Nuova edizione 2025
La Giunta regionale della Lombardia ha approvato la Dgr “Modifica e sostituzione dell’aggiornamento annuale 2025 del prezzario regionale dei lavori pubblici di Regione Lombardia approvato con D.g.r. n. XII/4034 del 10 marzo 2025”. Il file con le modifiche sarà messo a disposizione sui siti dedicati. Le voci non riportate nell’elenco non hanno subito modifiche di contenuto e prezzo. Entrambe le versioni, quella originale (LOM251) e quella aggiornata (LOM252), saranno visualizzabili sulla piattaforma digitale di Regione Lombardia. Gli uffici di Ance Brescia
restano a disposizione per eventuali chiarimenti.
luglio / Comunicato Anac e Fvoe. L’accesso al fascicolo virtuale diventa automatico
L’Anac con il comunicato del Presidente (da subito applicabile a tutte le procedure di gara in corso e future) ha pubblicato chiarimenti volti a semplificare l’utilizzo del Fvoe (Fascicolo virtuale dell’operatore economico).
L’intervento principale ha riguardato il consenso al trattamento dei dati tramite Fvoe e i casi di malfunzionamento. Dal 1° gennaio 2024 la digitalizzazione è divenuta obbligatoria per tutto il ciclo di vita dei contratti pubblici e il suo elemento
centrale è la Banca dati nazionale dei contratti pubblici (Bdncp), di cui il Fvoe è parte integrante. Nelle procedure di affidamento, la verifica dei requisiti degli operatori economici avviene tramite accesso a una Piattaforma di approvvigionamento digitale (Pad), la quale accede al Fvoe attraverso l’interoperabilità con la Piattaforma digitale nazionale dati (Pdnd), che rappresenta l’infrastruttura
abilitante per lo scambio sicuro e standardizzato delle informazioni tra le pubbliche amministrazioni. In caso di malfunzionamento, la norma autorizza l’organo competente a disporre comunque l’aggiudicazione, che diviene immediatamente efficace, a condizione che sia acquisita un’autocertificazione che attesti il possesso dei requisiti richiesti. Per approfondire: www.ancebrescia.it
Puoi ricevere la newsletter di Ance Brescia mandando una richiesta via e-mail a info@ancebrescia.it
luglio / Agevolazioni nella dichiarazione dei redditi 2025. Online la guida dell’Agenzia delle Entrate
La raccolta di guide “Tutte le agevolazioni della dichiarazione 2025”, messa a punto dall’Agenzia delle Entrate, intende illustrare, in modalità semplificata, le molteplici detrazioni, deduzioni e crediti d’imposta utilizzabili dai contribuenti nelle proprie dichiarazioni Redditi/2025 e 730/2025. L’iniziativa ha come obiettivo l’applicazione uniforme delle norme sull’intero territorio nazionale, ai fini delle dichiarazioni dei redditi 2025 ed include le novità normative intervenute relativamente all’anno d’imposta 2024, fornendo chiarimenti e richiamando i documenti di prassi più rilevanti. Chi volesse ricevere maggiori informazioni può contattare gli uffici di Ance Brescia scrivendo a enrico.massardi@ancebrescia.it.
luglio / Rinnovo tacito del contratto di locazione: necessario l’aggiornamento dell’Ape
Il Ministero dell’Ambiente ha dichiarato che, in caso di rinnovo tacito del contratto di locazione abitativa, è necessario procedere al rinnovo dell’Attestato di Prestazione Energetica (Ape) nel caso in cui non sia più valido. L’obbligo di fornire un Ape aggiornato sussiste anche in assenza di una nuova sottoscrizione contrattuale. Quest’ultimo deve essere prodotto e fornito dal proprietario
all’acquirente o al locatario, in caso di vendita, trasferimento di immobili a titolo gratuito o nuova locazione di edifici o unità immobiliari. Per maggiori informazioni contattare gli uffici di Ance Brescia.
luglio / Rimborso accise gasolio. Secondo trimestre 2025
Entro il 31 luglio 2025 si potrà presentare la dichiarazione per il recupero delle accise sul gasolio utilizzato nel secondo trimestre 2025.
L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha reso disponibile sul proprio sito (www.adm.gov.it) il software aggiornato per la compilazione e la trasmissione delle domande per il rimborso. In assenza del Servizio telematico doganale, le domande possono essere presentate agli uffici dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli tramite invio con raccomandata r/r della modulistica cartacea e copia dei dati su supporto informatico. Ne potranno usufruire gli esercenti di attività di autotrasporto merci per conto proprio o per conto terzi, con veicoli di massa massima complessiva
pari o superiore a 7,5 tonnellate, ma sono esclusi dall’agevolazione i veicoli di categoria Euro 4 o inferiore. Per favorire le imprese associate, Ance Lombardia ha dato corso a una convenzione con la società Tecno Accise Srl del Gruppo Tecno, al fine di offrire servizi di consulenza in tema di agevolazioni fiscali sulle accise carburanti. Gli interessati possono contattare Ance Brescia al seguente indirizzo: enrico.massardi@ancebrescia.it.
luglio / Albo gestori ambientali. Obbligo di geolocalizzazione per il trasporto di rifiuti speciali pericolosi: scadenze e modalità operative
L’Albo gestori ambientali ricorda che i soggetti obbligati all’iscrizione al Rentri che traportano rifiuti speciali pericolosi in categoria 5 sono tenuti ad installare sistemi di geolocalizzazione su tutti gli autoveicoli adibiti al traporto di rifiuti speciali e pericolosi e attestare l’avvenuta installazione tramite dichiarazione sostitutiva, generata automaticamente dal sistema Agest e sottoscritta dal legale
rappresentante. La prima deve essere inviata entro il 31 dicembre 2025, la seconda entro il 1° gennaio 2026. I dispositivi di geolocalizzazione devono consentire: tracciabilità del percorso, associazione univoca a targa e telaio del veicolo, esportazione dei dati in formati standard e visualizzazione su piattaforme digitali. Gli uffici di Ance restano a disposizione per fornire ulteriori dettagli.
luglio / Subappalto necessario. Mit e giurisprudenza confermano la piena vigenza dell’istituto
Si propone il commento della Direzione Legislazione Opere Pubbliche di Ance in merito al tema del subappalto necessario e al parere Mit e alla recente giurisprudenza. Il Mit ha fornito una risposta definitiva chiarendo che “l’abrogazione dell’art. 12 del DL 47/2014 non ha fatto venir meno la possibilità di ricorrere al subappalto necessario/qualificante per le categorie scorporabili divenute tutte a qualificazione obbligatoria, trattandosi di un istituto che ha acquisito rilevanza generale in quanto volto a colmare il deficit di qualificazione del concorrente”. In conclusione, possiamo affermare che questa interpretazione risponde alla ratio del principio del risultato chiarendo l’applicabilità del subappalto necessario anche a seguito dell’abrogazione dell’articolo in questione. Gli interessati possono contattare Ance Brescia al seguente indirizzo e-mail: sara.meschini@ancebrescia.it.