2023 - Costruire il futuro n°1 - gennaio febbraio

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Rivista bimestrale di ANCE Brescia 1/2023 ISSN 2612-5595 Poste Italiane S.p.A.Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, LO Brescia

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Un commento a caldo sulla Manovra 2023

La Manovra di Bilancio sconta una grave carenza di risorse, in gran parte destinate a coprire il caro energia e altre misure emergenziali. Ben vengano disposizioni a supporto delle famiglie, ma anche delle stesse imprese, in grado di calmierare le spese di prezzi arrivati alle stelle. Inoltre, accogliamo con piacere, il rinnovo di diverse agevolazioni per l’edilizia, seppur con diverse variazioni. I bonus per il costruito hanno contributo alla crescita economica del Paese negli ultimi due anni, favorendo interventi di rigenerazione e maggior efficientamento energetico degli immobili, ma il loro ridimensionamento, i rinnovi a singhiozzi e le difficoltà ad oggi vissute dalle imprese per il blocco della cessione dei crediti edilizi delineano per il 2023 uno scenario economico incerto e intensificano le gravi preoccupazioni del comparto. Il Centro Studi di Ance nazionale ha previsto nell’anno in corso una riduzione del -5,7% degli investimenti in costruzioni nel confronto con il 2022. Una diminuzione segnata dal calo di interventi di manutenzione straordinaria, a seguito anche della rimodulazione del Superbonus per edifici unifamiliari, che comporterà una flessione del 24%. Nel quadro delle misure approvate, anche la detrazione Irpef commisurata al 50% dell’Iva pagata sull’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B, cedute dalle imprese che le hanno costruite, per i rogiti stipulati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023. Una manovra che incentiva il mercato residenziale e orienta la domanda verso l’acquisto di abitazioni di nuova generazione, con effetti positivi sulla riqualificazione del tessuto urbano e la qualità dell’abitare. Viene così recepita una proposta fortemente sostenuta dall’Ance durante l’iter di discussione della Manovra 2023, ai fini della ripresa del mercato immobiliare. Anche se la detrazione è fissata al 50% e si riferisce esclusivamente ad acquisti effettuati nel 2023, si tratta, comunque, di un significativo segnale di attenzione per il settore, a conferma dell’autorevole ruolo che l’Associazione ricopre nelle competenti Sedi istituzionali, contribuendo a delineare strumenti di politica fiscale

per lo sviluppo che stimolino l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare, riducendo gli sprechi e armonizzando il rapporto tra fabbisogno energetico ed emissioni inquinanti degli edifici. Esprimo invece l’amarezza dell’intera categoria per non essere stati interpellati nella stesura del testo del nuovo Codice degli appalti, redatto senza un adeguato confronto con gli attori principali coinvolti nei processi previsti dal Codice stesso. Impostazione che è stata alla base del fallimento del Codice 50 e che quindi non può né deve ripetersi. Occorrono alcuni essenziali correttivi. Tra questi, si chiede di rendere effettivo il principio dell’equilibrio contrattuale che, nel testo finora disponibile, si scontra con la norma scritta sulla revisione dei prezzi, oggi concepita con troppi limiti e meccanismi di funzionamento complessi, i quali rischiano di renderla inefficace.

Resta il rammarico nel constatare che nulla è stato fatto per risolvere la drammatica crisi di liquidità del settore causata della cessione dei crediti da bonus e delle mancate compensazioni per i rincari dei materiali. Le imprese sono allo stremo e dobbiamo subito intervenire per frenare l’emorragia di liquidità che rischia di farne fallire migliaia mettendo a repentaglio i lavori in corso, sia pubblici che privati. Occorre prevedere subito una misura straordinaria che sia in grado di ridare fiato alle imprese e restituire la liquidità necessaria per continuare a portare avanti i lavori, come una moratoria sul credito. Una misura che ha funzionato molto bene già in precedenza e che ha permesso di salvare centinaia di migliaia di imprese che altrimenti avrebbero chiuso.

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I bonus per il costruito hanno contributo alla crescita economica del Paese negli ultimi due anni, favorendo interventi di rigenerazione e maggior efficientamento energetico degli immobili

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Anno nuovo vecchie abitudini

L’inizio dell’anno, come di consueto, porta con sé novità, ma ci permette anche di tirare le somme e chiudere parentesi rimaste aperte troppo a lungo. Fra i capitoli più piacevoli di una storia da poco conclusa non posso esimermi dall’accennare alla firma dell’accordo fra Ance Brescia, i sindacati dei lavoratori e gli enti bilaterali per il rinnovo del contratto collettivo provinciale, apposta nella parte finale del 2022. Un rinnovo che mancava a livello provinciale da ben cinque anni e che è giunto dopo un lungo periodo di confronto. La versione definitiva dell’accordo apporta fattori modernizzanti come la lotta al dumping contrattuale attraverso la premialità delle imprese che rispettano il Ccnl, ma anche compensi economici per i lavoratori e uno spazio alla formazione con un occhio di riguardo ai giovani. Nonostante le criticità affrontate, la firma dell’accordo trasmette un messaggio di fiducia e di valorizzazione del ruolo della contrattazione collettiva, nel pieno rispetto di tutte quelle imprese che lo applicano correttamente.

Ma il nuovo anno è anche messaggero di novelle poco piacevoli. Nell’arco di tre mesi abbiamo assistito a tre decisive modifiche varate dal Governo, che impattano sull’intera filiera. Parlo ovviamente del decreto Aiuti quater, della riforma del Codice degli appalti e della Legge di bilancio 2023. Le misure hanno un minimo comun denominatore: non sono riuscite a dare una risposta alle vere necessità del settore. Le proposte di collaborazione da parte dell’Ance unitamente alle altre associazioni della filiera per la scrittura di normative utili a risolvere i gravi problemi in corso, sono state ignorate con la conseguenza di avere ad oggi testi legislativi claudicanti e contraddittori.

Per l’ennesimo anno torniamo a parlare del “pasticcio”

Superbonus, perché se nella pubblicazione del decreto Aiuti quater non si è nemmeno presa in considerazione la criticità dei crediti “incagliati”, nella Legge di bilancio si è riusciti a fare di peggio. La soluzione proposta è permettere alle imprese di richiedere prestiti garantiti dalla Sace. Una situazione in sé para-

dossale. Si propone alle imprese di contrarre debito — che comunque ha un costo finanziario — avendo crediti, sui cassetti fiscali, maggiori acquisiti sulla base di una norma dello Stato modificata in corsa. Crediti, in altre parole, la cui conversione in denaro è divenuta complicata per inefficienze dello Stato e non per sprovvedutezza dell’impresa. Chiaro come questa non si avvicini nemmeno lontanamente ad una soluzione plausibile, così facendo si allunga solo l’agonia di attività che vedono il capolinea sempre più vicino. A poco sono servite le richieste avanzate da Ance insieme all’Associazione Bancaria Italiana di intervenire su una situazione che si sta aggravando sempre di più. Le banche ormai incerte hanno chiuso i battenti e le imprese in crisi non riescono a pagare i lavoratori e i fornitori, gettando in difficoltà migliaia di famiglie. Una mossa sprovveduta e masochista che allontana gli obiettivi europei di efficientamento energetico e non solo. Mentre la soluzione avanzata di concerto tra Ance e Abi è rimasta inascoltata. Potenzialmente altrettanto gravi risultano essere le conseguenze della riforma del Codice degli appalti, in cui le associazioni di categoria non sono state minimamente interpellate. Come spesso accade si desidera fare il pane senza essere panettieri. Così il testo presenta contraddizioni evidenti che preannunciano già il fallimento. La riforma richiede correttivi indispensabili per evitare il ripetersi di un insuccesso come è stato già in precedenza con il Codice 50. La saggezza popolare dichiara che non si fanno i conti senza l’oste, allora perché ci si sente autorizzati a costruire normative senza interpellare chi le mette quotidianamente in pratica nella vita reale?

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Alessandro Scalvi Direttore Ance Brescia
Le banche ormai incerte hanno chiuso i battenti e le imprese in crisi non riescono a pagare i lavoratori e i fornitori, gettando in difficoltà migliaia di famiglie.

n.1

sommario

gennaio-febbraio 2023

30-36 / focus l’industria delle costruzioni

fotonotizia

8 copertine 2023

L’arte fotografica per raccontare l’essenza del costruito

10 in primo piano

Il Pnrr nel bresciano: excursus tra fondi perduti e opportunità colte

14 campus edilizia brescia

Il punto del progetto dopo cinque anni

16 sottoservizi

Nasce il gruppo delle imprese specialistiche di Ance Brescia

18 superbonus

Il punto sul DL Aiuti quater

20 energia

Una rivoluzionaria caldaia a idrogeno per riscaldare e produrre energia elettrica

22 storia per il domani

Un capolavoro di costruzione acrobatica: la Gardesana occidentale

27 lavoro

Rinnovo del contratto collettivo nazionale

28 second life

Parola d’ordine: recuperare dalla natura

37 tecnologia

Nasce il digital innovation hub italiano delle costruzioni

38 siti iconici Castello di Padernello

40 economia

I dati aggiornati del made in Brescia

42 il futuro dell’edilizia

Il settore della costruzione. Innovare, scomparire o sopravvivere?

44 ricerca

Il ciclo di vita della produzione di aggregato riciclato

46 dalla natura

Il modello vegetale per ripensare l’ambiente costruito in chiave sostenibile

54 eseb

Riutilizzo dei materiali edili

57 ambiente

End of Waste in Europa

58 ance giovani

Il congresso nazionale

60 cape

Welfare: erogati venti milioni di euro

63 ance informa

48 incontri

Luca Rinaldi di Adriano

Rivista bimestrale del collegio costruttori edili di Brescia e provincia anno 5 - numero 1

Editore: C.E.R. srl Unipersonale

Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia

Direttore responsabile

Adriano Baffelli

Redazione e Direzione

ANCE Brescia - Collegio Costruttori Edili di Brescia e provincia

Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia

Comitato di redazione

Stefano Assini, Ferruccio Benetelli

Roberto Facchetti, Emanuele Plona

Fabio Rizzinelli, Francesca Scolari

Pubblicità: C.E.R. srl Unipersonale

Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia

t. 030 392895 - f. 030 381798 info@cerbrescia.it

Numerica - Divisione commerciale di Editoriale Bresciana SpA Via Solferino, 22 - Brescia t. 030 37401 - clienti@numerica.com

Registrazione del Tribunale di Brescia: 5 settembre 1951, n. 54 Numero singolo anno 2023: euro 10,00 Quote di iscrizione, che danno diritto a ricevere tutte le pubblicazioni curate da ANCE Brescia Collegio Costruttori Edili, escluse quelle destinate riservatamente ai soci:

z Gruppo Corrispondenti: euro 120,00 + IVA 22% pari a euro 146,40;

z Architetti, ingegneri, geometri iscritti ai rispettivi Albi: euro 60,00;

z Gruppo Giovani Costruttori: euro 30,00

La collaborazione alla Rivista è aperta a tutti. Gli articoli devono essere trasmessi alla Redazione e la loro pubblicazione è subordinata al giudizio insindacabile del Comitato di Redazione. L’accettazione di uno scritto non implica da parte del Comitato di Redazione e di ANCE BresciaCollegio Costruttori Edili, di cui la Rivista è l’organo, riconoscimento od approvazione delle teorie o delle opinioni dell’autore. Gli articoli non pubblicati non vengono restituiti. La riproduzione, anche parziale, di articoli o disegni è subordinata alla citazione della fonte.

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@collegiocostruttori.ancebrescia @ancebrescia Ance Brescia
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editoriale/1
Un
commento a caldo sulla Manovra 2023 di Massimo Angelo Deldossi
3 editoriale/2 Anno nuovo vecchie abitudini di Alessandro Scalvi
a cura della redazione
Rivista bimestrale di ANCE Brescia 1 / 2023 Poste Italiane S.p.A. Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. 27/02/2004 46) art. comma LO Brescia
Baffelli Stampa: LITOS srl, Gianico (Bs) Progetto grafico e impaginazione

fotonotizia

Variante di Edolo

IL TRAFFICO INTENSO SULLA STATALE 42 CONTINUA A CAUSARE

RALLENTAMENTI E INGORGHI AL NODO DI EDOLO, ALL’ALTEZZA

DELLA GALLERIA AUSTROUNGARICA CHE COLLEGA CON L’ALTA VALLE CAMONICA. LA REDAZIONE DELLA NOSTRA RIVISTA SI AUGURA CHE

PER I XXV GIOCHI OLIMPICI INVERNALI (MILANO CORTINA 2026), SI

SIA RIUSCITI A RISOLVERE LA QUESTIONE MIGLIORANDO LA VIABILITÀ

E BY-PASSANDO IL CENTRO ABITATO, PENALIZZATO DA FORTI DISAGI

E DALLO SMOG DEGLI AUTOVEICOLI IN CODA. AUSPICHIAMO

DUNQUE NELLA POSITIVA RISOLUZIONE DEL BANDO PER LA

REALIZZAZIONE DELLA VARIANTE DELLA SS42 PREVISTO PER IL 2023.

6 gennaio/febbraio/2023
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CARLOS MORENO NARRILLOS (VOLATAMAG.CC)

L’arte fotografica per raccontare l’essenza del costruito

Si apre un nuovo ciclo annuale di pubblicazioni della rivista di Ance Brescia, Costruire il futuro e, seguendo la prassi introdotta negli anni scorsi siamo già in grado di presentare le sei copertine che nel 2023 caratterizzano la pubblicazione. A maggior ragione quest’anno, considerando che disponiamo degli scatti risultati i primi sei individuati dalla giuria tra gli oltre duemila ricevuti dai partecipanti al concorso fotografico “FotografiAMO il futuro. Obiettivo sull’edilizia”, nato per iniziativa della nostra rivista e promosso da Ance Brescia in collaborazione con il Comune di Brescia. Prima di entrare nel dettaglio delle copertine ritengo doveroso rinnovare il ringraziamento ad Ance Brescia, al presidente Massimo Deldossi, alla direzione e al consiglio direttivo, per il convinto supporto garantito all’iniziativa e per la decisione di continuare con la stessa. Quindi, amiche e amici fotografi preparatevi perché nei prossimi mesi sarà pubblicato il regolamento per la nuova edizione. Possiamo anticipare che ci saranno indicazioni specifiche sulle fotografie da eseguire, in modo rispondano all’obiettivo di far conoscere meglio le attività dei cantieri edili e le persone che vi lavorano. Attenzione che potrà essere posta anche su altri protagonisti e fasi realizzative della filiera del costruito, dalla progettazione alle molte lavorazioni anche molto innovative che la caratterizzano. Un caloroso ringraziamento lo rivolgo ai componenti della giuria, pre-

sieduta da Massimo Tedeschi, presidente dell’Associazione degli artisti bresciani, e composta da Laura Castelletti, assessore alla Cultura e vicesindaco di Brescia, Renato Corsini, direttore artistico del Macof (Centro della fotografia italiana con sede a Palazzo Martinengo Colleoni) e Luigi Serboli, architetto bresciano, e dal sottoscritto in qualità di direttore responsabile della rivista promotrice del concorso. Da quest’ultimo è scaturita anche una mostra, esposta in autunno nella galleria al primo piano del Mo.ca. Un percorso di ventiquattro fotografie che descrivevano la nuova immagine dell’edilizia moderna attraverso l’obiettivo dei fotografi e degli appassionati di tutta Italia che hanno partecipato con entusiasmo al concorso fotografico.

Fabio Rizzinelli, vicepresidente di Ance Brescia, sintetizzando gli obiettivi raggiunti dall’iniziativa promossa dall’associazione e la volontà di replicare il progetto anche in futuro, dichiarava: “Siamo orgogliosi di presentare questa mostra, degna conclusione di un’iniziativa che ha saputo coinvolgere l’intera cittadinanza. Abbiamo raggiunto il nostro scopo promuovendo e portando l’immagine del settore edile oltre quella linea che lo confina al solo ambito del cantiere, per rendere partecipi anche i non addetti ai lavori nel processo costruttivo che interessa tutti, dalla coppia che compra la casa, sino alla città che migliora se stessa per essere più efficiente, attenta all’ambiente e al servizio di chi la vive”.

di Adriano Baffelli
8 gennaio/febbraio/2023 copertine 2023

Scopriamo le sei copertine, nate dal concorso che testimonia la crescita della rivista

Conosciamo meglio le fotografie che impreziosiscono quest’anno le sei copertine di “Costruire il futuro” grazie alle motivazioni proposte dalla giuria:

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CASA SULL’ALBERO di Alfredo Ferro (Albano Laziale, Roma). La fotografia presenta evidenti contenuti artistici e racchiude la metafora di un costruito a misura d’uomo in stretto dialogo con l’ambiente. La realizzazione tecnica, il taglio dell’inquadratura e il perfetto risultato cromatico attribuiscono allo scatto un forte impatto comunicativo.

LA BIBLIOTECA DI HUMBOLDT di Luigi Cafiero (Pompei, Napoli). Immagine di grande suggestione architettonica, evidenzia la valenza culturale di uno spazio pubblico destinato alla formazione e alla cultura, nonché la bellezza geometrica della realizzazione costruttiva a servizio della collettività. Impeccabile la realizzazione tecnica dello scatto.

ROMA MAXXI di Pasquale Comegna (Amelia, Terni). L’istantanea, soffermandosi su un dettaglio del complesso museale, offre una visione al tempo stesso reale e magica, sottolineando la fusione delle forme del costruito e il loro equilibrio con il cielo, simbolo della natura e pendant cromatico. La composizione, apparentemente astratta, assume così una forte valenza simbolica.

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DESIGN SUPER ATTUALI di Gianni Mazzon (Meolo, Venezia). Lo scatto raffigura efficacemente la complessità del costruito contemporaneo rappresentato da architetture ardite, caratterizzate da design innovativo e spettacolare; al tempo stesso evoca il farsi di questi edifici attraverso i cantieri, e la loro finalità ultima, ovvero una vita all’insegna della sostenibilità.

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ARCHITETTURA STILL LIFE di Claudio Amadei (San Felice del Benaco, Brescia). La fotografia restituisce con un linguaggio minimalista la complessità del costruito che si sviluppa verticalmente richiamando il fascino del grattacielo. La presenza delle piante ricorda l’anelito dell’uomo verso la natura e la necessità di rispettare tale esigenza vitale anche nelle soluzioni architettoniche. 6

ARCHITETTURA E SPORT di Tiziana Cini (Poggio a Caiano, Prato). L’immagine mette in dialogo una costruzione contemporanea e lo spazio aperto, utilizzato dai ragazzi per un’attività sportiva tipicamente urbana. Ne risulta una composizione in cui il movimento del ragazzo in skate offre un punto focale dinamico, colorato e fortemente simbolico.

Rivista bimestrale di ANCE Brescia 1 / 2023 ISSN 2612-5595 Poste Italiane S.p.A. Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 46) art. comma LO Brescia Rivista bimestrale di ANCE Brescia 2 / 2023 ISSN 2612-5595 Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. 27/02/2004 46) art. comma LO Brescia Rivista bimestrale di ANCE Brescia 3 / 2023 Poste Italiane S.p.A. Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. 27/02/2004 n. 46) art. comma LO Brescia Rivista bimestrale di ANCE Brescia 4 / 2023 Poste Italiane S.p.A. Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 46) art. comma LO Brescia 5 / 2023esc a Br E ale d ANC t Rivista bimes 6 / 2023esc a Br E ale d ANC t Rivista bimes gennaio/febbraio/2023 9

in primo piano

Il Pnrr nel bresciano Excursus tra fondi perduti e opportunità colte

10 gennaio/febbraio/2023

Ance, nella scorsa primavera, ha condotto un’indagine presso le amministrazioni locali con l’obiettivo di capire lo stato della progettazione degli investimenti finanziati con il Pnrr a livello nazionale. I risultati, relativi a 255 enti territoriali e a 783 progetti, mostrano che:

z il 66% degli interventi candidati e/o finanziati con il Pnrr era allo stato progettuale preliminare;

z il 72% dei progetti candidati e/o finanziati con il Pnrr non era stato aggiornato rispetto agli incrementi dei prezzi dei principali materiali da costruzione registrati nell’ultimo anno.

15% Progetto definitivo

67% Progetto di fattibilità tecnica ed economica

18% Progetto esecutivo

ella nostra provincia pesa ancora il secco “no” ricevuto da ventotto tra comuni e altri enti bresciani in risposta alla partecipazione al bando nazionale di 300 milioni di euro per la rigenerazione urbana finanziato con i fondi del Pnrr. Nessuno di questi ha ricevuto finanziamenti per i progetti presentati. Premiate invece le regioni del sud: la Campania si è aggiudicata 551 milioni, seguita dalla Sicilia (395), dalla Puglia (338), dalla Calabria (294), quindi una regione del centro, le Marche (192). Per Brescia sono stati così bloccati possibili interventi di riqualificazione a scuole, palazzi, piazze, cascine, poli di aggregazione, parcheggi, palestre e molto altro ancora. In particolare, segnaliamo l’esclusione dei comuni di Edolo (con 14 progetti), Gottolengo (10) e Lonato (10), rimasti a bocca asciutta. Più di un centinaio i progetti bresciani posti all’attenzione del ministero dell’Interno:

solo undici avevano superato la prima selezione — facendo sperare l’arrivo nel nostro territorio di sei milioni di euro — ma, all’esito della seconda fase di scrematura, sono stati scartati, creando forte scalpore e mettendo sotto accusa i criteri utilizzati per la selezione dei progetti da finanziare.

Il parametro della discordia

A penalizzare i comuni del Nord è stato l’indice di vulnerabilità sociale e materiale (Ivsm) definito dall’Istat, parametro considerato assurdo oltre che troppo vago, che incide sulla posizione nelle graduatorie nazionali. Si tratta di uno strumento che, attraverso sette indicatori, si propone di descrivere le principali dimensioni “materiali” e “sociali” della vulnerabilità, fornendo elementi utili per l’individuazione di potenziali aree di criticità e agevolando i confronti territoriali e temporali. Chiara è la posizione contraria all’adozione di tale parametro di Marco Bussone, presidente nazionale Uncem, che ha sottolineato anche la mancata premialità per progetti green e intelligenti: “Senza risolvere i problemi, l’Ivsm di fatto aumenta

le sperequazioni, le disuguaglianze, le differenze, le difficoltà. È centrato su un sistema scorretto e con parametri che non fotografano il Paese”. Anche le nostre Valli, penalizzate dall’esclusione dai finanziamenti, fanno eco per Brescia al malcontento manifestato. A partire da Edolo che, in partenariato con altri municipi camuni, era sceso in campo con progetti per potenziare turismo e attrattività. Altra Valle, altro esempio: a Tavernole sul Mella, in Valtrompia, è stata scartata invece l’idea di recuperare un’ex area produttiva per trasformarla in un luogo di socialità, sport e cultura a disposizione di tutta l’Alta Valle.

Dove trovare tecnici e amministrativi?

La Valsabbia (per la quale aveva partecipato Vobarno) guarda invece fiduciosa ai fondi ottenuti con la vittoria della “Linea A” del Piano nazionale Borghi, un programma finanziato con i soldi del Pnrr, che ha stanziato importanti risorse (420 milioni di euro) per la valorizzazione del patrimonio storico-artistico di questi luo-

gennaio/febbraio/2023 11
FONTE: INDAGINE ANCE, MARZO 2022

ghi e l’individuazione di una vocazione specifica per ognuno di essi, dal turismo all’industria, passando per la ricerca e la tecnologia. Al borgo di Livemmo, piccola frazione montana nel comune di Pertica

Alta, sono stati destinati 20 milioni di euro da spendere entro il 2026. Qui i finanziamenti sono stati stanziati, ma i freni sono di altra natura. A novembre dello scorso anno si segnalava la mancanza di professionalità tecniche e amministrative necessarie per l’avvio dei progetti a causa del lungo blocco delle assunzioni. E, come ha sottolineato il sindaco di Pertica

Alta, Giovanmaria Flocchini, presidente della Comunità montana della Valsabbia, anche se il Piano nazione di ripresa e resilienza finanzia l’assunzione per quattro anni di tecnici e amministrativi attraverso bandi pubblici, “Il problema persiste perché non se ne trovano, soprattutto in Valle, sia per la collocazione periferica del nostro comune, sia per la complessità delle procedure disposte dall’UE per l’attuazione del Pnrr, compresi i vincoli precisi disposti per l’assunzione del personale (solo a tempo determinato) necessario per realizzare i lavori che faranno di Livemmo un simbolo di rilancio dei piccoli borghi.

Burocrazia, rincari e rischio blocco dei cantieri

Non solleva il morale guardare alla situazione generale in cui versa il Paese, gravata da complessità burocratiche, difficoltà delle amministrazioni degli enti a gestire una mole di risorse e progetti notevole in tempi molto ristretti, rincari dei materiali e delle forniture energetiche e ritardi sul fronte operativo di realizzazione delle opere. Insostenibile è diventata la situazione finanziaria ed economica delle imprese edili che hanno anticipato la copertura dei costi aggiuntivi ai prezzi a base d’asta, scongiurando chiusure massicce dei cantieri in esecuzione. Secondo l’Associazione dei costruttori, a livello nazionale, tale credito ammonta ad almeno cinque miliardi di euro di extracosti per lavori realizzati negli ultimi mesi. Tra le priorità 2023 emergono dunque la necessità di adeguare il Pnrr alle nuove esigenze economiche e mettere mano al lento e incerto meccanismo di compensazione delle somme anticipate dalle imprese.

Le buone notizie

Si stima comunque che a Brescia il Pnrr indirizzerà un tesoretto di circa un miliardo di euro. Risorse preziose per dare avvio a progetti di riqualificazione di comuni e periferie a beneficio di sicurezza, cultura, attrattività e qualità della vita. Il 2023 si è aperto con buone nuove: Fondazione Brescia Musei si è aggiudicata un contributo di 2,5 milioni di euro per il progetto di recupero, valorizzazione e accessibilità del Teatro romano di Brescia. Un tassello significativo nel quadro di interventi di valorizzazione del patrimonio artistico e architettonico del comune capoluogo, pronta a ospitare iniziative per celebrare il titolo di Città italiana della Cultura 2023 insieme con Bergamo. Di prossima inaugurazione sarà invece il «Corridoio Unesco», realizzato con il finanziamento regionale di 250mila euro per collegare il punti d’interesse dell’area archeologica e monumentale cittadina. La Provincia ha invece salutato l’anno 2022 affidando tutti i progetti Pnrr di edilizia scolastica, per la quale ha ottenuto 40 milioni e 459mila euro, rispettando la scadenza di aggiudicazione dei lavori entro il 31 dicembre. Resta il nodo del rincaro dei prezzi, che il Broletto affronta con le liquidità di cassa a disposizione e i tre milioni garantiti dal 10% aggiuntivo previsto dalle norme Pnrr. Si spera possano bastare. Nel frattempo, sul fronte della mobilità, nell’anno che inaugurerà l’apertura della nuova Corda Molle fra Ospitaletto e Azzano, prosegue l’attività di opere infrastrutturali di rilievo, come la Tav fra Brescia-Est e Verona, che dovrebbe essere pronta nel 2026. Il cantiere, in corso per la realizzazione di una tratta di Alta Velocità tra Brescia-Verona-Vicenza, rientra tra quelli finanziati dal Pnrr e viene menzionato come uno degli interventi principali nelle missioni del Piano per la voce “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” (alla quale è riservato il 13,26% dell’importo totale del Pnrr, ovvero 25,40 miliardi di euro).

Inoltre, Rete ferroviaria italiana (Gruppo FS Italiane) nell’elenco di gare pubblicate di recente in Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea (dal valore totale di 135 milioni di euro), finanziate anche con fondi Pnrr, ha destinato 30 milioni all’affidamento della progettazione esecutiva e della realizzazione dei lavori per il potenziamento dello scalo ferroviario di Brescia. L’intervento garantirà l'adeguamento di quest’ultimo per rispondere all’incremento di traffico merci sull’asse Torino-Venezia. Rientrano tra i lavori previsti anche l’inserimento di aree verdi e l’attivazione di un nuovo collegamento ciclopedonale di circa 600 metri.

12 gennaio/febbraio/2023
in primo piano
A novembre dello scorso anno si segnalava la mancanza di professionalità tecniche e amministrative necessarie per l’avvio dei progetti a causa del lungo blocco delle assunzioni

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Campus Edilizia Brescia Il punto del progetto dopo cinque anni di attività

logica e sociale. Si distinguerà ancor più nel prossimo periodo quale strumento utile al territorio per:

Nasce nel 2017, prendendo piede nel 2018, e in questi anni ha rafforzato la propria presenza in territorio bresciano ponendosi quale modello per altri capoluoghi italiani. Si tratta dell’iniziativa Campus Edilizia Brescia, co-partecipata da realtà pubbliche e private impegnate nello sviluppo di moderni programmi di riqualificazione di città e provincia, attraendo investitori nazionali e internazionali sul territorio. Volgendo particolare attenzione allo sviluppo sostenibile, all'innovazione e all’occupazione, il progetto ha coinvolto gli attori della filiera delle costruzioni per discutere dei sistemi urbani, del loro futuro e di percorsi virtuosi per la nostra provincia, favorendo cooperazione e coresponsabilità, con un approccio sinergico e collaborativo.

Dopo cinque anni di attività, sei contando l’anno di avvio dell’iniziativa, Campus si

è decisamente affermato quale contributo concreto allo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio bresciano, che vede la necessità di strutturarsi ulteriormente per proseguire con maggior incisività le azioni salienti che hanno caratterizzato l’ultimo lustro: sviluppare un approccio coeso all'interno della filiera edile per generare percorsi virtuosi e condivisi; favorire lo sviluppo del settore nel segno di innovazione, sostenibilità e crescita culturale e divulgare la cultura della legalità, la concorrenza leale, la trasparenza amministrativa e la pianificazione di lungo periodo.

Ponendosi quale partner autorevole per il territorio e la Pubblica amministrazione, attraverso un nuovo assetto organizzativo, Campus evolve e diventa una vivace palestra per allenare l'innovazione tecno-

z promuovere, coordinare e sviluppare attività di ricerca, formazione e divulgazione relative all’edilizia e alla trasformazione del territorio secondo percorsi di crescita economica e sociale e attraverso pratiche innovative, per la salvaguardia e il miglioramento delle condizioni dell’ambiente; z elaborare per conto proprio o di terzi, progetti, studi, ricerche, analisi e iniziative scientifiche, finalizzate a promuovere percorsi di sviluppo e di crescita dell’edilizia e di rigenerazione del territorio; z compartecipare con le Pubbliche amministrazioni alla definizione delle linee strategiche dello sviluppo del territorio attraverso forme di forme di co-programmazione e co-progettazione.

Grazie a tavoli di confronto, studi, ricerche e analisi per individuare soluzioni tecniche e gestionali, anche in confronto con realtà estere, Campus Edilizia Brescia rafforzerà il proprio ruolo, mettendo a sistema dati e conoscenze che ruotano attorno alla filiera locale delle costruzioni, offrendo le best practice più adatte allo specifico bisogno.

14 gennaio/febbraio/2023
campus
Un nuovo asset organizzativo per rafforzare l’iniziativa

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Sviluppo dati socio-economici con visione al 2050

Bando Pinqua

Torre Tintoretto: 45 milioni di euro di fondi pubblici

Bando Regione Lombardia

La Scuola del futuro: 15 milioni di euro di fondi pubblici

Indice di efficienza energetica

Evitata la penalizzazione nell'ottenimento dei bonus fiscali per le abitazioni allacciate al teleriscaldamento

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Ricerca e analisi sui macro dati economici e sociali di città e provincia, premessa per progettare la rigenerazione verso un ambiente innovativo e sostenibile guidato dal costruito

gennaio/febbraio/2023 15
2019 2021 2021 2021 2022
Il progetto si declina all’insegna dei concetti “costruire abitare vivere”

Nasce il gruppo delle imprese specialistiche di Ance Brescia

La

Ance Brescia costituisce il nuovo Settore specialistico bresciano delle imprese associate impegnate nell’esecuzione diretta di lavori di realizzazione, di manutenzione di sottoservizi e di reti tecnologiche, o di entrambe, per conto di gestori di servizi di pubblica utilità. Il gruppo nasce con l’obiettivo di rappresentare una categoria del settore edile in forte sviluppo, tenendo soprattutto in considerazione la nutrita mole di lavori pubblici in programma per gli obiettivi del Pnrr, che attendono il territorio bresciano e l’intera nazione.

“La categoria specialistica è molto complessa e ha necessità differenti rispetto alle imprese che si occupano di costruzioni edili. Il settore è stato sempre poco considerato o comunque annesso alla categoria generica delle costruzioni. Ma le necessità non sono le stesse, perché le lavorazioni sono molteplici. La costituzio-

ne di questo nuovo gruppo servirà a fornire una guida più dettagliata alla specificità del lavoro. Un maggior supporto ad una categoria di nicchia, ma che ad oggi costituisce una prevalenza sugli iscritti”, dichiara Emanuele Plona portavoce del gruppo e fautore della sua fondazione. È stato proprio il membro del Consiglio dei costruttori bresciani a proporre la costituzione della nuova area, segnalando la crescente esigenza da parte di tali aziende del settore di avere una rappresentanza capace di supportare specifiche necessità nate anche dalla complicazione delle prassi burocratiche. “Le gare sono diventate molto più complesse di una volta, ora i requisiti richiesti sono innumerevoli e devono rispondere anche a stringenti caratteristiche di sostenibilità e sicurezza. Senza tenere conto della difficoltà di gestione dei cantieri dei sottoservizi spesso itineranti e che si ri-

La categoria specialistica è molto complessa e ha necessità differenti rispetto alle imprese che si occupano di costruzioni edili

trovano a dover affrontare problematiche e prassi che un punto di lavorazione stabile non ha come lavorare in strada e in spazi confinati con la conseguenza del pericolo del traffico e della gestione della viabilità”. Proprio per tale ragione la finalità della costituzione del Settore specialistico di Ance Brescia è, in via principale, quella di trattare in modo mirato e approfondito le peculiarità e le questioni

principali che le imprese si trovano a dover affrontare in questi specifici appalti, garantendo in ogni caso l’usuale consulenza fornita dalla struttura di Ance Brescia, cui si unisce questo valore aggiunto. Ma la costituzione del gruppo ha un obiettivo ben più ampio: poter essere riconosciuto anche a livello nazionale, in modo da poter avviare azioni di lobby di portata maggiore che coinvolga l’intero paese. Ance Brescia ha già presentato la proposta ai vertici romani del sistema associativo, alla quale è scaturita una prima azione di raccolta di interesse alla proposta avviata presso tutte le associazioni territoriali. “Siamo in attesa di una risposta da parte di Roma, ma confidiamo che possa arrivare presto. L’idea è fortemente attuale e risponde a necessità reali che il settore sta già riscontrando sia a livello territoriale che nazionale”, aggiunge il consigliere Plona.

16 gennaio/febbraio/2023
sottoservizi
nuova area che risponde alle necessità delle associate occupate nel settore dei sottoservizi

IL GRUPPO IMPRESE SPECIALISTICHE

A.N.S. Costruzioni

Antonutti

Avanzini costruzioni

Bertoli costruzioni

Bonzi

Bosco strade

C.B.C. scavi

Castedil

Co.ro.met.

Elettrolinee

Euro impianti demolizioni e scavi

Facchetti costruzioni

Garda gestioni

Gelmi

Giudici

Guizzetti impianti

I.T.S. di Abrioli & C.

Italimpresa

Lanzetti Domenico

Marzocchi

Mazza

ME-GAS

Nordimpianti costruzioni generali

Olli scavi

P.G.S. impianti

Pavoni

Plona Giovanni

Rambaldini Service s.r.l.

Sofia costruzioni

Sogem

Trentini F.lli

Tubigas impianti

Vezzola

Intanto, il progetto nel territorio bresciano ha già raccolto l’interesse e le adesioni di numerose imprese. Alla prima richiesta di partecipazione al gruppo fatta da Ance Brescia agli associati tramite lettera e vari incontri hanno risposto in quasi trentacinque imprese, che ora compongono l’attuale gruppo. Ma la possibilità di aderire è ancora aperta ad ogni impresa associata interessata a partecipare.

L’adesione al Settore Specialistico è aggiuntiva rispetto all’iscrizione associativa standard e, dunque, si tratta di una ulteriore opportunità, da considerarsi non vincolante ma svolta solo su base volontaria, per ogni impresa associata che abbia determinati e specifici requisiti: essere in possesso dell’attestazione Soa in corso di validità facente parte di una o di entrambe le categorie OG06 (acquedotti, gasdotti, oleodotti, opere di irrigazione e di evacuazione)

e OG10 (impianti per la trasformazione di alta e media tensione e per la distribuzione di energia elettrica in corrente alternata e continua ed impianti di pubblica illuminazione); l’aver stipulato nell’ultimo quinquennio, o aver in corso di esecuzione, uno o più contratti di appalto per la realizzazione oppure per la manutenzione di sottoservizi o di reti tecnologiche per conto di gestori di servizi di pubblica utilità quali pubbliche amministrazioni e multiutilities).

Le imprese associate interessate a far parte del nuovo gruppo possono inviare la propria richiesta compilando il modulo predisposto, unitamente alla documentazione attestante il possesso dei requisiti necessari. Il materiale dovrà essere poi inviato al funzionario rappresentante del progetto dottoressa Sara Meschini per mezzo mail all’indirizzo sara.meschini@ancebrescia.it.

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Il punto sul DL Aiuti quater

Allo scoccare del nuovo anno il Senato ha rinnovato al Governo la fiducia al testo di conversione del dl Aiuti quater pubblicato in gazzetta lo scorso 28 novembre, recante misure urgenti in materia di energia elettrica, gas naturale e carburanti. Il decreto ora in valutazione alla Camera e in attesa della sua conversione definitiva prevista entro il 17 gennaio, prevede uno stanziamento pari a circa 9,1 miliardi di euro, provenienti dall’extragettito fiscale confermati dalla Nadef, per finanziare interventi contro il caro energia.

Caro bollette, gas naturale e supporto alle attività

Nelle misure figurano innanzitutto le proroghe anche per il primo trimestre del 2023 del contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta a favore delle imprese e delle attività come bar, ristoranti ed esercizi commerciali per l’acquisto di energia elettrica, gas naturale e carburanti per le imprese. Per aiutare le attività a fronteggiare l’aumento dei costi viene inoltre concessa la possibilità di richiedere ai fornitori la rateizzazione dei pagamenti, per un massimo di trentasei rate mensili, degli importi dovuti relativi alla componente energetica di elettricità e gas naturale per i consumi effettuati dal 1° ottobre 2022 al 31 marzo 2023 e fatturati entro il 30 settembre 2023. La rateizzazione decade in caso di inadempimento di due rate ed è possibile ottenere la garanzia di Sace. E con l’introduzione della Legge di bilancio 2023 l’aliquota s’innalza dal 40% originario al 45%.

Sempre sul fronte dell’energia, con il fine di incrementare la produzione di gas naturale è previsto un finanziamento a copertura delle spese sostenute dal Gse (Gestore dei servizi energetici) per acquistare, stoccare e rivendere a prezzi calmierati

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gennaio/febbraio/2023
superbonus
Superbonus, aiuti alle famiglie e imprese per il caro energia e l’urgenza crediti “incagliati”

Non hanno tardato a giungere le critiche da parte delle associazioni sulla questione dei così detti crediti “incagliati” alla pubblicazione della prima bozza del decreto Aiuti quater. Secondo i dati ricavati da Cna il problema, che resta tutt’ora irrisolto, interessa 50 mila imprese in difficoltà per un valore di 5 miliardi. In un comunicato stampa congiunto pubblicato in occasione della prima audizione informale avuta il 29 novembre dello scorso anno, l’intera filiera lanciava l’allarme sulla questione che non ha purtroppo trovato una

sua soluzione. La proposta suggerita da Abi e Ance, infatti, mirava a far utilizzare in compensazione una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24 dagli intermediari con i crediti dei bonus edilizia ceduti dalle imprese. Ma l’intervento che avrebbe potuto trovare spazio tra gli emendamenti al decreto Aiuti quater è stato scartato in fase di conversione. Un tentativo di sbrogliare la questione era già stato affrontato con l’introduzione della possibilità di utilizzare in dieci quote annuali i crediti d’imposta che derivano dalle comunicazioni di cessione o di sconto in fattura inviate all’Agenzia delle entrate entro il 31 ottobre scorso. Ma la misura aiuta solo in parte lo sblocco. In

il proprio prodotto. La proroga della misura passa dal 31 dicembre 2022 al 31 marzo 2023. Condivide lo stesso intento l’ok al rilascio di nuove concessioni per la trivellazione e l’estrazione di gas anche in zone di mare tra le 9 e le 12 miglia. All’interno del provvedimento è contenuto inoltre l’innalzamento da 600 fino a 3 mila euro dell’esenzione fiscale dei fringe benefit aziendali, ma solo limitativamente all’anno 2022. Sono premi esentasse che le imprese hanno concesso ai dipendenti per pagare le bollette e che restano validi per i pagamenti fino al 19 gennaio 2023. Ma al momento non è prevista una soluzione in continuità con la misura proposta. Appare però nella Legge di bilancio il potenziamento del bonus sociale per le famiglie in condizioni di disagio economico e fisico con l’innalzamento della soglia Isee da 12 mila a 15 mila euro.

Le altre misure

Nel dl Aiuti quater compaiono anche altri supporti non strettamente collegati ai rincari di energia elettrica e di gas, ma comunque come sostegno all’attuale rincaro dei costi della vita affrontato dal Paese. Un esempio è la quota di 80 mila euro stanziata per la concessione di un credito d’imposta agli esercenti per la trasmissione della fattura telematica all’Agenzia delle entrate. Il contributo è pari al cento per cento della spesa sostenuta, fino a cinquanta euro per ogni registratore te-

primo luogo, perché interessa una parte dei crediti maturati con i bonus edilizia. In secondo luogo, perché, nel breve termine non risolve il problema di liquidità soprattutto nei soggetti con cantieri aperti. Anche con la recente approvazione della Legge di bilancio 2023 la questione resta invariata. Le uniche modifiche applicate sono l’aggiunta di una cessione in più ai soli soggetti “vigilati”, ossia banche, assicurazioni, arrivando ad un totale di cinque possibili passaggi. Viene introdotta anche una novità per i soli crediti “incagliati”: le imprese potranno chiedere prestiti garantiti da Sace per far fronte alla crisi di liquidità. A più

riprese la categoria ha ribadito l’importanza di trovare una rapida soluzione che consenta alle banche di liberare una parte del plafond hanno ancora disponibile per l’acquisizione dei crediti da bonus fiscali. “La priorità del Governo deve essere scongiurare al più presto una pesante crisi di liquidità” sono le dichiarazioni di Deldossi sulla problematica irrisolta, sottolineando inoltre la totale disponibilità all’apertura al dialogo per trovare “un quadro di regole chiaro e stabile che permetta all’Italia di raggiungere gli obiettivi di risparmio e di autonomia energetica che la maggioranza di Governo ha sempre dichiarato di voler perseguire” .

lematico acquistato. Mentre, la proposta avanzata dalla Lega di innalzare la soglia massima per il pagamento in contanti inserita in un primo momento nel testo è stata scorporata per essere inglobata nella Legge di Bilancio del 2023. Dal 1° gennaio 2023 la soglia per il pagamento in contanti passa quindi dai precedenti duemila euro a cinquemila euro.

Anche i lavoratori dei settori quali lo spettacolo e l’istruzione sono inclusi fra i beneficiari delle misure

Superbonus

Con forte rammarico da parte dell’intera categoria sono nuovamente variate le formule di accesso al Superbonus, che non hanno però preso in considerazione la risoluzione del problema dei crediti “incagliati”. La revisione prevede un abbassamento già a partire dal 1° gennaio del 2023 della percentuale di sconto dal 110% a 90% per condomini e edifici da due a quattro unità abitative. Mantengono però il 110% anche nel 2023 i condomini che hanno presentato le Cilas entro il 25 novembre, con delibera assembleare entro il 24, o entro il 31 dicembre, con delibera in assemblea entro il 18 novembre. Si estende la possibilità di accedere al beneficio anche alle villette (solo se è prima casa e se il proprietario ha un reddito inferiore ai 15 mila euro, innalzati in base al quoziente familiare) basta che il 30 % dei lavori siano stati completati entro il 30 settembre 2022.

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Il dubbio dei crediti “incagliati”
Per il Superbonus la revisione ha portato un abbassamento della percentuale di sconto dal 110% a 90% per condomini e edifici da due a quattro unità abitative

L’azienda è toscana, l’abbiamo visitata

Dal primo generatore al mondo alimentato a idrogeno, attraverso il vapore dallo stesso prodotto, è possibile ricavare energia pulita per riscaldare e raffrescare abitazioni, uffici, ambienti pubblici. Non solo, Il vapore prodotto dal generatore può essere impiegato anche per produrre energia elettrica. Non è fantascienza. Si tratta di realtà, sia pure in fase, avanzata, di sperimentazione, peraltro Made in Italy. Quando un conoscente ci ha parlato di una caldaia speciale, in grado di offrire autonomia energetica a un’abitazione senza nessun allacciamento di gas e corrente elettrica, senza aggiungere elementi utili a capirne di più, abbiamo applicato la sana regola giornalistica della ricerca e dell’approfondimento per verificare la veridicità e il fondamento della notizia. In breve, abbiamo individuato l’azienda, la E.HY. Energy Hydrogen Solution Spa che, come dominio per il proprio website, ha scelto idrogenoverde.it. Contattandola abbiamo saputo che ha sede a San Giuliano Terme, nel Pisano,

sulla statale che da Lucca conduce a Pisa e dopo alcune settimane di attesa abbiamo potuto visitarla e incontrare il suo fondatore, l’ingegner Marco Bertelli, al fine di capire lo stato dell’arte dell’iniziativa. Iniziamo con il dire che l’innovativa caldaia è una realtà anche se non ancora in funzione in abitazioni o in uffici. L’azienda sostiene che da pochi mesi le caldaie sono in produzione a Ospedaletto, a sud di Pisa, una ventina di chilometri da San Giuliano Terme. Per le consegne prospettano un’attesa di oltre dodici mesi. Dopo un approfondito briefing alla presenza di una dozzina di persone, tra le quali tecnici e rivenditori operanti in varie città italiane, è lo stesso Bertelli a condurci in una stanza attigua alla sala riunioni della società, dove si sta testando la caldaia. A colpire è soprattutto la silenziosità della macchina. Agendo sui vari collegamenti l’ingegnere dimostra il concreto funzionamento della caldaia: la sua capacità di produrre energia elettrica senza il supporto della rete; la fornitura di acqua alla giusta

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gennaio/febbraio/2023
Una rivoluzionaria caldaia a idrogeno per riscaldare e energiaprodurreelettrica
energia
di Adriano Baffelli ADRIANO BAFFELLI

temperatura sia termica sia sanitaria. La caldaia, disponibile in tre modelli con caratteristiche energetiche differenti, si chiama Hydro. I tecnici dell’azienda toscana sottolineano che si tratta della prima caldaia a idrogeno capace di produrre in automatico e senza il supporto di fonti energetiche esterne, acqua calda sanitaria e riscaldamen-

La sicurezza della caldaia

Hydro è gestita da una scheda elettronica a doppio circuito, in sostanza un Plc, che monitora ogni sensore presente all’interno. Qualsiasi anomalia meccanica o elettrica viene segnalata tramite Gsm al centro assistenza e attraverso il display all’utilizzatore. Il Plc può anche intervenire automaticamente, qualora l’anomalia fosse riparabile elettronicamente, attraverso la disattivazione e riattivazione di altre componenti. Il controllo remoto permette al centro assistenza di riparare errori di sistema e anomalie sulle quali il Plc non è in grado di intervenire. La smart card identificativa impedisce l’accesso al pannello di configurazione ad estranei e possibili malintenzionati. Per l’azienda tali sistemi costituiscono a pieno la sicurezza presente nella caldaia ad idrogeno. Il modulo Gsm e dotato di una Sim Card che scambia dati di funzionamento con il Centro Assistenza, pronto a intervenire in caso di guasto. I componenti interni di Hydro sono provvisti di sensori analogici e digitali che monitorano costantemente il funzionamento della stessa.

I vantaggi e i dubbi legati alla soluzione

Sono indubbiamente vantaggi economici in quanto l’utilizzo di Hydro consente di eliminare al cento per cento le bollette di gas, in quanto la caldaia fornisce autonomamente l’energia termica necessaria per l’abitazione, peraltro senza la necessità di collegamenti esterni. “Ma sono anche vantaggi sociali – ci spiegano i tecnici della società pisana – in quanto Hydro si differenzia da altri dispositivi presenti sul

to. Grazie alla sua modalità di funzionamento, Hydro ha un valore pari a zero di emissioni di CO2. L’ingegner Bertelli, che iniziò sedici anni fa a studiare, quindi a svilupparne i primi prototipi, che ottennero il primo brevetto nel 2014, spiega come funziona la tecnologia interna, basata soprattutto sulla cella di fusione chimico-fisica che produce calore

mercato grazie proprio alla cella di fusione che non rilascia CO2 . E.HY Energy Hydrogen Solution Spa crede fortemente che il vantaggio più rilevante di Hydro sia l’aspetto sociale, tradotto in ecosostenibilità” . In termini di funzionamento, due volte all’anno si rende necessario ricaricare i combustibili all’interno della caldaia: venti litri di acqua distillata a venti micron e un litro di bioetanolo. Operazioni che dovrebbero richiedere circa seicento euro in un anno, l’unico costo oltre quello d’acquisto della macchina che s’aggira intorno ai diecimila euro. Il tempo dirà se dai prototipi e dalla sperimentazione si potrà passare a breve all’effettiva diffusione sul mercato. Un’ipotesi auspicabile ma non certa per una somma di fattori. Paiono persistere incognite circa l’iter per distaccare le abitazioni dai collegamenti di energia elettrica e gas, incluse possibili resistenze dei grandi player energetici. L’instabilità dell’idrogeno non va sottovalutata, anche se l’ingegner Bertelli si dice certo che il quantitativo minimo dello stesso non provocherebbe danni nemmeno in caso di fuoriuscita fortuita per le caratteristiche intrinseche del gas, oltre 14 volte più leggero dell’aria.

grazie anche agli atomi del syngas di idrogeno insieme all’ossigeno che compongono l’idrogeno di partenza. Lo stesso interagisce con l’acqua e una lieve quantità di energia inziale, grazie a un effetto moltiplicatore si produce velocemente e con continuità vapore a seicento gradi centigradi. Caratteristica dell’impianto è che produce molta più energia di quella, minima, che consuma. “L’acqua, a contatto con le piastre di titanio preriscaldate da resistenze interne — evidenzia Marco Bertelli — si trasforma in vapore ad alta temperatura, che viene immagazzinato in appositi contenitori, per poi essere immesso all’interno di una turbina brevettata dall’azienda. Il trasformatore elettrico provvede a produrre l’energia elettrica, poi imma-

gazzinata nel pacco batterie da 48 Volt.  Il vapore residuo viene utilizzato per il processo nel blocco caldaia”. La macchina dispone di un generatore di idrogeno interno. Il dispositivo è composto da una pompa peristaltica che attinge da serbatoi interni acqua distillata e bioetanolo in percentuali diverse tra loro. All’interno c’è un serbatoio, dove per mezzo di un polo positivo e uno negativo si forma un arco elettrico. Il catalizzatore permette la formazione di biogas, denominato syngas, ad alta percentuale di idrogeno contenente ossigeno. L’idrogeno prodotto viene immagazzinato all’interno di un piccolo contenitore di 40 grammi a sei bar di pressione, il quale permette il transito della componente direttamente a Hydro.

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La caldaia, disponibile in tre modelli con caratteristiche energetiche differenti, si chiama Hydro. I tecnici dell’azienda toscana sottolineano che si tratta della prima caldaia a idrogeno capace di produrre in automatico e senza il supporto di fonti energetiche esterne, acqua calda sanitaria e riscaldamento
ADRIANO BAFFELLI ADRIANO BAFFELLI

storia per il domani

Un capolavoro di costruzione acrobatica: la Gardesana occidentale

i costruttori bresciani può certamente interessare che si colgano qua e là alcune operazioni di notevole rilevanza che nella nostra terra sono state realizzate. È un orgoglio simile a quello dello sportivo che contempla le coppe guadagnate in anni di competizioni. Si è pubblicata, in un precedente numero della rivista, la straordinaria storia della nostra autostrada Brescia-Bergamo, uno dei primi tronchi autostradali del mondo (seconda metà anni ’20-1931) e ora vogliamo parlare di una delle realizzazioni più impegnative, più affascinanti e anche più preziose sotto il profilo paesaggistico: la strada Gardesana occidentale. Si parla della strada costiera che percorre la parte più settentrionale del Lago di Garda bresciano, fra Gargnano e Riva.

Già dalla metà dell’800 si profilarono idee per congiungere in modo più agevole i due centri: lombardo il primo e trentino il secondo. Ricordiamo anche che però, fra Gargnano e Riva, passava il confine fra l’Impero austriaco e il Regno d’Italia. Solo la prima guerra mondiale unificò i due territori. Comunque, per andare da Gargnano a Riva si doveva risalire la montagna e, con un itinerario tortuoso, ridiscendere a Riva. L’appartenenza del territorio nord del Lago di Garda all’Austria non aveva consentito il coordinamento necessario per un progetto stradale costiero, ma, dopo l’inclusione del Trentino nel Regno d’Italia il pensiero fu meglio focalizzato. Da un lato si intendeva appropriarsi delle nuove regioni redente di Trento e Bolzano con via e trasporti più comodi, dall’altro, proprio nel Bresciano, il Lago di Garda fu tema di simbolica appropriazione rispetto ad una mal sopportata egemonia turistico-residenziale di stampo germanico. Su questo versante la personalità di Gabriele d’Annunzio fu determinante. La sua residenza in Gardone Riviera, dal 1921, animò i luoghi di un rivoluzionario fermento italico, turistico e sportivo, de-

di Franco Robecchi, ingegnere e autore
22 gennaio/febbraio/2023

gno di una regia da efficientissimo super-commissario per la valorizzazione del territorio. Fatto è che, però, una strada costiera da Gargnano a Riva di Trento doveva fare i conti con una situazione orografica disarmante, per le difficoltà che presentava. Rocce a strapiombo sul lago esigevano una sfrenata fantasia titanica per essere affrontate da qualche audace progettista e da qualche folle costruttore. In molti tratti la strada si sarebbe trovata molte decine di metri sulle acque del lago e sarebbe dovuta essere letteralmente scolpita sul fianco delle parete di pietra. Si volevano inoltre contemperare le esigenze dei piccoli collegamenti locali con l’asse portante di una strada di alta capacità di collegamento generale fra Lombardia e Centro Europa. Si pensi che paesi come Tremosine, Tignale e Limone erano raggiungibili con sentieri verso l’entroterra o solo dal lago, con imbarcazioni.

Il nuovo progetto prevedeva i 28 chilometri più spericolati della storia delle costruzioni stradali. Certo si aveva l’esperienza vecchia di un secolo della strada dello Stelvio, anch’essa opera di un progettista bresciano, e nella provincia si contavano tre gioielli di audacia costruttiva: la Via Mala, della Valle di Scalve, sopra Angolo Terme, del 1862, la Lago di LedroRiva, detta strada del Ponale, scavata anch’es-

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A sinistra:

Le prime fasi di attacco dello scavo in roccia lungo lo strapiombo della parete.

Il tracciato della nuova strada Gardesana occidentale (in rosso) e l’area austriaca del Sud Tirolo, in alto, in verde.

A sinistra, nel cerchio rosso, Brescia

23 gennaio/febbraio/2023

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Dall’alto: Uno dei passaggi di impostazione della strada, in condizioni impensabili per difficoltà e audacia. Veduta pittorica dell’ardita strada ottocentesca del Ponale, che scende dal Lago di Ledro, verso Riva, intagliata nella roccia.

sa dentro le rocce di pareti verticali, per iniziativa privata di Giacomo Cis nel 1851, e la Strada della Forra, che conduce, scalando 400 metri di dislivello, incuneandosi fra rocce e strapiombi verticali, da Campione, sulla riva del Garda, a Tremosine. Fu pensata alla fine dell’Ottocento e inaugurata nel 1913. Winston Churchill, che ebbe la ventura di percorrerla, la definì “l’ottava meraviglia del mondo”. Si tratta di tre strade dall’immenso fascino ambientale, oggi parzialmente risolte con soluzioni molto meno interessanti, ma lontane dagli originali pericoli, che sono rimaste accessibili come luoghi di suggestive passeggiate da brivido. Anche la Gardesana odierna ha mutato, per ragioni di sicurezza, tratti che avevano un molto maggiore fascino paesaggistico, con pareti rocciose al di sopra e orridi a precipizio sul lago, dove la montagna si esauriva in severe scogliere pietrose. Il progetto esecutivo fu messo a punto negli anni Venti del ‘900 dal podestà di

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A destra, dall’alto: La spettacolare impostazione di un passaggio a ponte, con il castello di centine. Operazioni da speleologi più che da costruttori per attaccare la roccia e costruire, in quelle condizioni, la strada. Passaggi da rocciatori per i lavoratori che costruivano la strada.

Gardone Riviera, l’ingegner Riccardo Cozzaglio, che da tempo studiava il problema, chiodo fisso delle aspirazioni pluridecennali dei residenti in quel territorio, e aveva già realizzato la spericolata Strada della Forra. Avvenne per la strada del Garda qualcosa di molto simile alla coeva nascita

le medesime, appeso a una fune. Furono rilevati i tipi di roccia, le caratteristiche di franosità, il comportamento in momenti di calura estiva, di piogge e di gelate invernali, mentre il rilievo dello stato naturale, in forma dettagliata come il progetto richiedeva, dovette essere eseguito spesso in condizioni di estremo disagio, non esistendo rilevazioni dettagliate preesistenti.

di Piazza della Vittoria in Brescia. Anche in quest’ultimo caso si trattò di dare sbocco a riflessioni, studi, tentativi e desideri che circolavano in Brescia dalla prima metà dell’Ottocento. L’ingegner Cozzaglio si dedicò totalmente all’impresa, studiando ogni metro del tracciato con scalate delle pareti di pietra e con discese lungo

Il progetto era inquadrato in un piano più generale delle riforme stradali nevralgiche italiane, steso dall’onnipresente ingegner Piero Puricelli, allora anche parlamentare. Era lo stesso Puricelli che realizzò l’autodromo di Monza, come promotore diretto e non solo come imprenditore edile. Egli fu, oltre che impresario in mille importanti operazioni stradali, anche il creatore delle primissime autostrade italiane. Al di sopra del Puricelli, l’impresa gardesana poté concretizzarsi anche grazie all’entusiastico appoggio non solo del citato D’Annunzio, ma anche del bresciano, segretario nazionale del Partito nazionale fascista, Augusto Turati, peraltro patron polito anche di Piazza della Vittoria.

storia per il domani
24 gennaio/febbraio/2023
L’impresa gardesana poté concretizzarsi anche grazie all’entusiastico appoggio di D’Annunzio, ma anche del bresciano, segretario nazionale del Partito nazionale fascista, Augusto Turati

I lavori, divisi in numerosi tronconi, furono appaltati a diverse imprese fra cui due bergamasche. In tempi in cui si evocano sinergie storiche e affinità antiche fra Bergamo e Brescia, capitali della cultura 2023, è interessante citare la presenza operativa di due imprese edili bergamasche nella funambolica avventura bresciana della costruzione di quella strada: la Cittadini e la Ghislotti Mutti. Scorrendo le fotografie di quei cantieri si stenta a credere che fosse immaginabile la costruzione di una strada come un’incisione nella parete di sasso, come una fessura orizzontale.

Nelle tre tranche in cui infine fu riassunto l’appalto, si ebbero scavi in roccia, rispettivamente, di 31.000 metri cubi in galleria e 68.000 a cielo aperto, di altri 17.550 metri cubi di roccia in galleria, nonché altri 2.300 mc di scavo a mezza costa, all’aperto. La larghezza della carreggiata fu mantenuta di 7 metri con curve dal raggio superiore ai 17,5 metri. La pavimentazione fu finita con asfalto.

I lavori iniziarono nel maggio del 1930 e la strada fu inaugurata nell’ottobre del 1931. L’ammirazione e l’entusiasmo per

l’opera furono altissimi, giustamente. La strada fu chiamata Via Azzurra ma D’Annunzio ebbe modo di battezzare anche quest’opera con uno dei suoi ricorrenti colpi di genio linguistici applicati a innumerevoli nuove realtà, come la Rinascente, la fusoliera o l’automobile al femminile.

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A sinistra, dall’alto:

La strada “il Meandro”, come la chiamava D’Annunzio, in un poster degli anni Trenta. Un manifesto esplicitamente dedicato alla nuova strada costiera. Ancora la strada soggetto di un'altra affiche turistica.

Chiamò la strada il Meandro, con riferimento al suo andamento sinuoso, come quello di un fiume, affacciato agli splendidi panorami, fra oleandri, cipressi e ulivi, di fronte alle nevi del Monte Baldo o alle fioriture di limonaie, vanto antico della più incredibile e più nordica coltivazione di agrumi. La strada divenne infatti nota anche per la presenza di graziose ragazze che, accanto a bancarelle disseminate lungo il tragitto, vendevano profumati limoni agli automobilisti. Un manifesto pubblicitario fa riferimento proprio a quel gentile aspetto.

Oggi la strada fa parte della statale 45 bis, che corre fra Cremona e Trento. È tuttora, nonostante i tratti coperti per il rischio di franamenti, una strada di grande fascino che sopravanza la simile strada amalfitana o la costiera della Provenza, per la varietà dei paesaggi, anche legati alla riva opposta del lago, sempre ben visibile. In quegli anni anche la gardesana orientale venne perfezionata e completata cosicché fu possibile, per la prima volta, la percorrenza costiera dell’intero lago in forma anulare, tanto che qualcuno la chiamò “circumbenacense”.

25 gennaio/febbraio/2023
La strada fu chiamata “Via Azzurra” ma Gabriele D’Annunzio ebbe modo di battezzare anche quest’opera con uno dei suoi ricorrenti colpi di genio linguistici e la chiamò “il Meandro”

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Rinnovo del contratto collettivo provinciale

L'accordo siglato dalle parti sociali dell’edilizia bresciana interessa oltre 26mila operai e 3mila

Dopo un lungo periodo di contrattazione è stato sottoscritto da Ance Brescia e dai sindacati Feneal-Uil, Filca-Cisl e FilleaCgil l’accordo di rinnovo del contratto collettivo provinciale in vigore sino al 2024. L’accordo giunge in un momento di fermento del settore edile, ma anche di forte preoccupazione per le prospettive future che attendono le imprese, derivante da vari significativi avvenimenti che stanno interessando il mondo e la nostra provincia. “Nonostante le criticità affrontate nelle ultime settimane, dopo un lungo periodo di confronto, abbiamo deciso di firmare l’accordo per valorizzare il ruolo della con-

trattazione collettiva e premiare tutte quelle imprese che la applicano correttamente. Infatti, il fattore modernizzante di quest’ultima intesa è la lotta contro il dumping contrattuale attraverso l’introduzione di un premio rivolto alle imprese che rispettano il Ccnl — dichiara il vicepresidente di Ance Brescia con delega alle Relazioni sindacali, Fabio Rizzinelli —. Inoltre, è stato riconosciuto un premio economico annuo ai lavoratori che può arrivare sino a 600 euro annui con variazioni rispetto alla qualifica dell’interessato”.

In linea con la richiesta da parte del mercato di imprese qualificate e manodopera sempre più specializzata, nel testo del

nuovo contratto è dedicato uno spazio anche alla formazione. Infatti, l’accordo aggiorna gli istituti del precedente rinnovo rinforzando l’attenzione alla formazione in sinergia con gli enti bilaterali. Il contratto edile provinciale interessa ben più dei 15mila operai attualmente iscritti in Cassa edile di Brescia, in totale per la nostra provincia, con gli impiegati e i lavoratori cosiddetti “transitati”, ovvero dipendenti di imprese di altre provincie temporaneamente attivi in cantieri bresciani, l’applicazione del contratto collettivo provinciale riguarda in totale 29mila addetti. Le imprese iscritte alla Cassa edile bresciana sono tremila. Degli operai attivi nella provincia una percentuale del 57% è rappresentata da lavoratori italiani, mentre il restante è di provenienza estera. La maggior parte dei lavoratori si colloca nella fascia di età compresa fra i 30 e 49 anni, ciò comporta che gli aumenti potranno essere un valido supporto per i nuclei familiari rappresentati. Tra i dati emerge ancora una bassa percentuale dei giovani nel settore che è solo l’11%, per questo le parti sociali sottolineano l’importanza di porre sempre più attenzione sulla formazione e il sostegno di progetti di inserimento per la crescita lavorativa nel settore.

A seguito del rinnovo del contratto collettivo provinciale di lavoro, Ance Brescia ha inviato a ogni impresa iscritta in Cassa edile una circolare contenente la prima illustrazione del testo dell’accordo, che ha iniziato a produrre i primi effetti dal 1° gennaio 2023. Le imprese che necessitassero di chiarimenti o approfondimenti circa il contenuto del rinnovo, possono prendere contatto con il Servizio sindacale di Ance Brescia (nelle persone del dottor Francesco Zanelli e della dottoressa Sara Zoni: 030399133 - francesco. zanelli@ancebrescia.itsara.zoni@ancebrescia.it) che resta fin d’ora a disposizione per procedere a un nuovo invio della circolare e per l’opportuna, specifica, assistenza sui passaggi di maggior interesse per la singola realtà aziendale.

gennaio/febbraio/2023 27 lavoro
imprese iscritte alla Cassa edile territoriale. Tra le novità l’impegno per il contrasto del dumping contrattuale attraverso la premialità verso le imprese virtuose

Parola d’ordine: recuperare

Dare nuova vita ai luoghi in disuso grazie all’aiuto della partecipazione e della digitalizzazione

Case diroccate, strutture ormai in disuso, industrie e cantieri dismessi: l’Italia è un paese che si sgretola. Secondo i dati Istat e Cescat il numero delle strutture abbandonate nello stivale si aggira tra 1 e 2 milioni. Quasi il 6% del patrimonio immobiliare statale sta andando in rovina. La parola d’ordine nel nuovo millennio è dunque recuperare. L’introduzione di misure come il Superbonus hanno dato appoggio all’obiettivo della rigenerazione. Ci sono anche interessanti progetti e strumenti accessibili ai cittadini nati con l’obiettivo di sensibilizzare sul tema del recupero urbano. Un esempio è Atlante Second Life, abbreviato in ASL, l’iniziativa nata nel 2019 dalla volontà dell’Ordine degli architetti di Bergamo e adottata poi a livello nazionale, che ha l’ambizione di stimolare un giudizio consapevole delle possibili trasformazioni urbane, per la cura e il miglioramento delle città. Atlante second life è una piattaforma accessibile online al sito aslarchitettura.it, in cui sono raccolti i luoghi dismessi e i desideri delle persone. Un almanacco digitale con le fotografie e le informazioni dei cosiddetti “soggetti urbani”, indicizzati per Comune di appartenenza e tipologia, consi-

derati non adeguati alla vita della città. Collegandosi al sito della piattaforma ogni cittadino può caricare al suo interno una o più immagini del luogo di interesse, includendo le informazioni essenziali quali indirizzo, tipologia e anche alcune che si ritiene possano essere importanti da trascrivere. Bisogna ricordarsi inoltre di raccontare cosa si vorrebbe fosse fatto a riguardo. Possono essere inseriti edifici dismessi o in funzione che si ritiene debbano essere migliorati e destinati ad un uso più corretto, un campo, una piazza, un cavalcavia, un’infrastruttura, un rudere, un giardino poco decoroso. Praticamente, qualunque “soggetto urbano” di cui si conosce la storia che merita di essere risollevato dall’oblio. La piattaforma restituisce poi una cartina in cui ogni visitatore del sito può visualizzare e consultare le schede dei luoghi caricati. Ad oggi sono stati individuati più di cinquecento soggetti urbani nelle sole quattro province in cui è attiva l’iniziativa che sono: Bergamo, Brescia, Cremona e Rimini. Progetto simile è stato intrapreso anche da Ance nel 2019 con l’iniziativa Blocca degrado. Una vera mobilitazione dei nastri gialli nata con l’intento di denunciare i casi di incuria

Atlante second life è una piattaforma accessibile online al sito aslarchitettura.it, in cui sono raccolti i luoghi dismessi e i desideri delle persone

e di abbandono che gravano su alcuni centri urbani nel nostro Paese. Blocca il degrado fa affidamento al coinvolgimento e della partecipazione dei cittadini per poter cambiare le sorti degli edifici abbandonati, ma anche per denunciare i meccanismi di una burocrazia lenta e complessa che incide in modo significativo sul recupero dei siti.

Chiunque può contribuire all’iniziativa indicando la zona che desidera segnalare. Come fare? Basta visitare il sito bloccadegrado.it e scaricare l’apposito 'kit del segnalatore' in cui sono incluse le immagini del nastro giallo da apporre fisicamente davanti al luogo degradato. Scattando una foto e caricandola sul sito la propria segnalazione si aggiunge a quelle già registrate e visibili in qualsiasi momento sul portale. Il repost sui social con l’hashtag #bloccadegrado permetterà la circolazione del messaggio in rete. Si conta sul contributo di tutti! L’iniziativa, dal taglio decisamente partecipativo, spera di stimolare i decisori politici a dare risposte concrete e soluzioni tempestive. La piaga della burocrazia claudicante va estirpata e ogni cittadino può aiutare a smuovere le coscienze e migliorare la vivibilità e il decoro del proprio Paese.

28 gennaio/febbraio/2023
second life
di Valentina Epifani

Superbonus110% uperbonus110%

e altre

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risposte in tempo reale.

Chi fosse interessato ai servizi NK può fin da ora contattare

oppurepureilDottNicolòMariniresponsabiledelTTe il Dott. Nicolò Marini, responsabile del T ricomassardi@ancebresciait-030399133) (enrico.massardi@ancebrescia.it - 030 399133), . Enrico Massardi o EnricoMassard iM Bi AnceBresciailR in Ance Brescia il Rag

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soddisfareisfareleesigenzefinanziariedelcantiere;4)ne le esigenze finanziarie del cantiere; 4) nella appaltatrici; 3) nella richiesta di affidamenti bancari per ltatrici;3)nellarichiestadiaffidamentibancari - contrattualisticaconiCommittentieleImpre della contrattualistica con i Committenti e le Imprese sub sparmiofiscalepotenziale;2)nellapredisposiz del risparmio fiscale potenziale; 2) nella predisposizione aopiùagevolazioniedilizieconlaconseguen ad una o più agevolazioni edilizie, con la conseguente stima ndizionizionirichiestedallanormativainvigoreperac richieste dalla normativa in vigore per accedere condizioni bilità iniziale per la verifica dell’esistenza delle p -fattibilità de fattibilitàinizialeperlaverificadell’esistenza pre di pre utturate assistendole in tutto il processo: 1) nell’analisi strutturateurateassistendoleintuttoilprocesso:1)nelnell’analisi ntesa con Ance Brescia, per le Imprese meno , d'intesa men
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gp K

L’industria delle costruzioni

30 gennaio/febbraio/2023

L’indagine del Centro Studi di Ance nazionale aggiorna sull’andamento del settore e avanza alcune previsioni per il 2023. Presentando i risultati del monitoraggio Enea-Mise-Mite sul Superbonus e lo stato di attuazione del Pnrr per l’edilizia, lo studio offre un chiaro bilancio dell’anno da poco concluso.

gennaio/febbraio/2023 31

L’edilizia cresce. Previsto un calo nel 2023

I dati sull’industria delle costruzioni in Italia

Gli investimenti in costruzioni hanno segnato due anni di crescita record (+20% nel 2021 e +12% nel 2022), ma l’Associazione nazionale dei costruttori edili prevede un significativo calo nel 2023, che si attesterebbe sul 5,7%, nonostante l’incisivo aumento delle opere pubbliche (+25%) con l’avvio dei cantieri Pnrr.

L’analisi congiunturale sull’industria delle costruzioni, presentata dal direttore del Centro Studi Flavio Monosilio nell’ultimo trimestre 2022, ha illustrato il ruolo di forte volano per la crescita che il settore sta svolgendo in questi ultimi anni, evidenziando le criticità che rischiano di frenare questo andamento positivo e di far tornare in crisi l’economia nazionale. Un rischio che dovrebbe essere affrontato dal Paese strutturando quanto prima una politica industriale di settore che consenta alle imprese di affrontare al meglio le sfide dei prossimi anni. Occorre spingere sull’acceleratore del Pnrr che a causa del caro prezzi e dell’inefficienza della macchina amministrativa è già in ritardo di mesi.

Alle proposte e alla disponibilità di collaborazione che Ance ha espresso nei confronti del nuovo Governo, l’indagine del Centro Studi appare quale utile base di riflessione per valutare lo stato di fatto e le criticità che, nel breve orizzonte, frenano uno dei principali motori dell’economia italiana.

32 gennaio/febbraio/2023
focus l’industria delle costruzioni
Il Centro studi di Ance stima per il 2022 un incremento del +12,1% in termini reali, derivante da aumenti generalizzati in tutti i comparti

2021-2022: le costruzioni al centro dell’economia Investimenti in costruzioni

Previsioni per il 2023

Leva per il Pil nazionale

L’evoluzione degli investimenti in costruzioni ha, infatti, accelerato la crescita del Pil. Questa dinamica ha rappresentato una peculiarità tutta italiana, discostandosi da quanto accaduto nei principali Paesi europei. Se in Italia, nel 2021, il contributo del settore delle costruzioni alla formazione del Pil per il 27% della crescita registrata (+6,7%), in Francia si è fermato al 24% dell’aumento del Pil (+6,8%). In Germania il Pil (+2,6%) non ha avuto alcun sostegno dalle costruzioni, mentre in Spagna il contributo degli investimenti in costruzioni sul Pil è stato addirittura negativo.

Nel 2022 il settore delle costruzioni italiano ha confermato il percorso di crescita intrapreso a inizio del 2021, dopo la battuta d’arresto registrata nell’anno della pandemia.

La stima dell’Ance per l’anno da poco concluso è di un significativo incremento del +12,1% in termini reali, derivante da aumenti generalizzati in tutti i comparti. Una crescita importante, che segue l’eccezionale aumento dei livelli produttivi del settore (+20,1%) conseguito nel 2021, e che consente di recuperare ampiamente i livelli pre-Covid, dopo la flessione del -6,2% registrata nel 2020.

I problemi che gravano sul comparto delle costruzioni, tra le quali l’aumento incontrollato del costo delle materie prime e la loro difficoltà di reperimento, rischiano di ridimensionare la ripresa dei livelli produttivi registrata nell’ultimo biennio (+34,5% di investimenti su base annua tra il 2021 e 2022). La previsione Ance per il 2023 è di una flessione degli investimenti in costruzioni del -5,7% rispetto agli elevati valori raggiunti nel 2022. Tale risultato, che comunque conferma un livello di investimenti in costruzioni particolarmente elevato, risente del mancato apporto espansivo della manutenzione straordinaria, per la quale si stima una flessione del -24%, a seguito della scadenza, a fine 2022, degli incentivi fiscali al 110% (oggi rimodulati al 90%) per la riqualificazione degli edifici unifamiliari. Si ricorda, infatti, che questo segmento di mercato ha rappresentato, nel 2021 e nel 2022, circa il 50% degli investimenti realizzati con l’agevolazione fiscale. Riguardo agli altri comparti in cui si articola il settore delle costruzioni, Ance stima un incremento degli investimenti nella nuova edilizia abitativa del +3,4% rispetto al 2022, mentre per il non residenziale privato prevede una diminuzione degli investimenti del -3% su base annua, in considerazione dell’elevata incertezza che domina il contesto economico italiano. Il comparto degli investimenti non residenziali, infatti, è tra quelli che più risente delle dinamiche in atto anche negli altri settori economici. In merito al comparto delle opere pubbliche, la stima Ance per il 2023 è di un significativo aumento del 25% nel confronto con il 2022. Tale aumento è spiegato principalmente dalle aspettative di utilizzo delle risorse del Pnrr, che ha raggiunto un apprezzabile avanzamento nella fase di programmazione e riparto dei fondi ai territori (dei 108 miliardi di euro destinati ad interventi di interesse del settore delle costruzioni, 96 miliardi, pari all’89%, risultano allocati ai territori).

Costruzioni: il motore dell’economia Contributi degli investimenti al Pil +6,8
gennaio/febbraio/2023 33
2023: livelli ancora alti, ma tante le incognite sul futuro Investimenti in costruzioni1
2021 ) 2022( ) 2021( 2020 0% -24 4% 3 18,6% 5,7% ) 2023straordinaria manutenzionenuoveAZZIONI ABIT RUZIONI COST A Variaz euro di Milioni 0% 25 0% -7 975 55 2% 11 2% -10 894 15 21,7% -7,8% 869 1 20,1% -6,2% 051 153 7 quantità in % oni 0% 25 0% 4 -3,0% 8,2% 7,2% ,6% 0% 22 5% 4 8,1% 2,1% i 1 1 6 p di to trasferime per costi de netto Al ) ( n pubblicheprivateRESIDENZIALI NON Ance Stime (°) roprietà 8% 15 6% 2 183 30 20,9% -8,9% 999 50 18,6% -4,8% 182 81 VARIAZIONI % 2021-2020 ELABORAZIONE ANCE SU DATI ISTAT
MILIONI DI EURO A PREZZI COSTANTI 200000 0.0 180.000 160.000 140.000 20 20 19 20 18 20 7 1 0 2 16 20 15 20 14 20 13 20 12 20 11 20 10 20 09 20 22 20 21 20 08 20 07 20 06 20 05 20 04 20 03 20 2 0 0 2 01 20 00 20 120.000 100.000

focus l’industria delle costruzioni

I bandi di gara per lavori pubblici in Italia

Nel 2022 i bandi di gara per lavori pubblici mostrano una significativa accelerazione in termini di importi banditi, dopo la battuta di arresto registrata nel 2021, in parte legata al valore record di confronto raggiunto nel 2020 (circa 38 miliardi di euro). Nei primi nove mesi del 2022, con 42,08 mld di valore complessivamente bandito, tale importo risulta però già abbondantemente superato.

Questo exploit è sicuramente legato al Pnrr, e alle iniziative ad esso collegate, spesso di valore rilevante, che trainano la crescita degli importi. La forte spinta sul mercato determinata dagli interventi promossi con il Piano rappresenta un’opportunità irripetibile per l’ammodernamento e la riqualificazione del nostro Paese. Un obiettivo che deve essere perseguito con ogni mezzo nonostante permangano forti criticità che minano l’effettiva realizzazione delle opere. Tra queste, il riferimento va certamente al difficile contesto internazionale causato dal protrarsi del conflitto tra Russia e Ucraina, il quale continua a favorire forti rincari dei prezzi

I risultati del monitoraggio sul Superbonus

A settembre 2022, secondo i dati del monitoraggio

Enea - Mise - Mite, gli interventi legati all’efficientamento energetico sostenuti dal Superbonus 110%, sono 307.191 interventi, per un ammontare corrispondente di 51 mld (38,8 mld di essi, ovvero il 76%, si riferiscono a lavori già realizzati).

In un solo mese (31 agosto - 30 settembre 2022), si registra un ulteriore e consistente aumento del 25,9% in numero e del 19%

delle materie prime e dei costi dell’energia elettrica, provocando un forte aumento dell’inflazione, giunta ormai al 9%. Inoltre, legato alla problematica degli aumenti eccezionali dei materiali insiste sul mercato anche un altro gravoso fenomeno, ovvero la “desertificazione delle gare”. In altri termini, un consistente numero di bandi pubblicati risulta andare sistematicamente deserto per mancanza di offerte da parte delle imprese. Il valore alla base dell’appalto, infatti, viene giudicato assolutamente inadeguato dal punto di vista economico per le attuali condizioni di mercato.

I primi nove mesi del 2022, secondo il monitoraggio Ance-Infoplus sulle gare pubblicate, mostrano una forte crescita nell’importo, che passa da poco più di 20 mld

PNRR: le risorse territorializzate Ripartizione regionale

nell’importo, ovvero più di 63mila interventi aggiuntivi, per un valore corrispondente di circa 8,2 miliardi. Si osserva un’accelerazione, in particolare, degli interventi su immobili unifamiliari, giunti a rappresentare nell’ultimo mese ben il

58,2% del totale: un livello che ci riporta a febbraio del 2021. Su tale dinamica ha inciso certamente la scadenza della detrazione del 110% per le spese sostenute entro il

31 dicembre 2022, a condizione che alla data del 30 settembre, sia stato realizzato almeno il 30% dei lavori complessivi.

n Edificio condominiale

n Edificio unifamiliare

n Unità immobiliare indipendente

(*) Interventi con almeno un'asseverazione protocollata al 30 settembre 2022

Superbonus: interventi* per tipologia di edificio Composizione percentuale

34 gennaio/febbraio/2023
Regione Investimento inc. % in milioni sul di euro totale Lombardia 11.527 12% Campania 11.462 12% Sicilia 9.072 9% Veneto 8.518 9% Lazio 7.132 7% Puglia 6.848 7% Piemonte 6.843 7% Emilia Romagna 5.545 6% Toscana 4.525 5% Abruzzo 4.277 4% Calabria 4.214 4% Liguria 4.014 4% Sardegna 3.131 3% Marche 2.753 3% Trentino-Alto Adige 2.073 2% Friuli-Venezia Giulia 1.910 2% Umbria 1.591 2% Basilicata 1.484 2% Molise 953 1% Valle d'Aosta 239 0% Nord 40.669 41% Centro 16.001 16% Sud 41.440 42% Totale 98.111 100% ELABORAZIONE ANCE SU DATI PUBBLICI
INTERVENTI
MILIONI 29,5% 58,2% 12,3% 39,5% 43,3% 17,2%
307.191
51.213
ELABORAZIONE ANCE SU DATI MONITORAGGIO ENEA-MISE-MITE

focus l’industria delle costruzioni

del periodo gennaio-settembre 2021 a 42,08 mld dell’anno successivo (+108,2%). Il 2021, come anticipato, aveva segnato una flessione del 14,9% in valore, in parte legata al confronto con l’ammontare record rilevato nel 2020 (a sua volta, +21,5% su base annua).

La significativa crescita in valore registrata nel periodo in esame (+108,2%) risulta pressoché generalizzata a quasi tutte le classi di importo, ma con intensità diverse. L’espansione dei valori banditi risulta infatti trainata dalle gare di importo più rilevante, a partire dalla fascia 20-50 mln che registra variazioni del +92%, fino a valori più che quintuplicati per la classe di importo superiore ai 100 mln. Aumenti caratterizzano anche le fasce da 5 a 20mln e 150mila-1mln. Segno negativo per i segmenti fino a 150mila e 1-5 mln.

Lo stato di attuazione del Pnrr per l’edilizia

Le previsioni per il 2023 tengono conto principalmente dell’attuazione del Pnrr. L’auspicabile impennata della spesa per la concretizzazione del Piano inciderà positivamente sulle prospettive del comparto delle opere pubbliche per l’anno in corso che, secondo la stima dell’Ance, segnerà un aumento del 25% nel confronto con il 2022.

Appare opportuno ricordare che circa la metà dei 222 miliardi di investimenti previsti nel Piano europeo coinvolgono il settore delle costruzioni. Si tratta di 108 miliardi di euro che hanno visto quasi del tutto completata la fase di programmazione e riparto e si apprestano ad entrare nella fase realizzativa.

In particolare, sui livelli produttivi 2023 peserà, oltre alla prosecuzione dei cantieri Pnrr in corso, l’avvio dei lavori che coinvolgono gli enti territoriali, respon-

Occupazione in crescita. Calano le imprese

La ripresa del settore delle costruzioni negli ultimi due anni ha registrato ricadute positive sui livelli occupazionali, che nei primi sette mesi del 2022 hanno portato con sé un +22,2% del numero di ore lavorate e del 17,1% del numero dei lavoratori iscritti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (dati del monitoraggio della Cnce su 113 Casse edili / Edilcasse). Tale andamento positivo segue già l’ottima performance del 2021, che aveva segnato incrementi prossimi al 30% per le ore lavorate e superiori al 10% per i lavoratori iscritti.

Anche i dati Istat sulle forze di lavoro forniscono conferme in tal senso: nel primo semestre 2022 gli occupati nelle costruzioni sono circa 1.550.000 e rappresentano il 25,2% dei lavoratori operanti nell’industria nel complesso e il 6,2% di quelli nell’intero sistema economico nazionale. La crescita degli occupati nel settore (+10,2%) è dovuta soprattutto ai lavoratori dipendenti, i quali incidono per i due terzi sul totale e risultano in aumento del 12,3% rispetto al primo semestre 2021.

l’incremento tendenziale si attesta al 6,5%.

sabili, più o meno direttamente, del 45% dei fondi destinati ad opere edili, ovvero di investimenti di varia natura che vanno dagli interventi di messa in sicurezza ed efficientamento degli immobili pubblici, a quelli per la costruzione di nuove scuole, asili nido e scuole per l’infanzia, fino ad arrivare agli interventi per la rigenerazione urbana.

Per il settore delle costruzioni, il raggiungimento degli obiettivi di spesa del Pnrr nel 2023 richiede uno sforzo senza precedenti, che coinvolge sia l’apparato pubblico, sia gli operatori privati. Al momento persistono, anche per il 2023, le difficoltà che hanno di fatto determinato i ritardi rispetto alle previsioni di spesa del 2022, quali il “caro materiali”, la scarsa capacità amministrativa degli enti, soprattutto locali, e la carenza di manodopera e di figure professionali qualificate.

Dal punto di vista procedurale e finanziario, risulta quasi del tutto completata la fase di riparto dei fondi Pnrr ai territori. Al 15 ottobre 2022, dei 108 miliardi di euro destinati ad interventi di interesse del settore delle costruzioni, 96 miliardi, pari all’89%, risultano «territorializzati», ovvero per tali finanziamenti è possibile individuare i territori nei quali le risorse europee produrranno effetti in termini di investimenti realizzati. Le regioni che ospitano i maggiori investimenti sono la Campania e la Lombardia, entrambe con 11,5 miliardi di euro, seguono la Sicilia con circa nove miliardi di euro e il Veneto con 8,5 miliardi.

Scarica la versione completa dell’indagine congiunturale sull’industria delle costruzioni (ottobre 2022)

36 gennaio/febbraio/2023
Per gli occupati indipendenti
2022 Migliaia Var. % rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente Nord 716,5 712,5 759,7 5,1 6,6 Centro 273,1 265,7 305,7 3,5 5,1 Mezzogiorno 441,2 431,9 489,0 15,4 13,2 ITALIA 1.430,8 1.410,0 1.554,5 7,7 10,2 ELABORAZIONE
Occupati nelle costruzioni Totale
Regione 2021 1° sem. 2021 1° sem. 2022 2022
sem.
ANCE SU DATI ISTAT (NUOVA SERIE - RILEVAZIONE DELLE FORZE DI LAVORO)
Nel primo semestre 2022 gli occupati nelle costruzioni sono circa 1.550.000 e rappresentano il 25,2% dei lavoratori operanti nell’industria

Nasce il innovationdigital hub italiano delle costruzioni

Il settore edile ha un nuovo alleato per lo sviluppo tecnologico. Si chiama Dihcube ed è il primo hub digitale italiano delle costruzioni e dell’ambiente costruito, coordinato da Ance nazionale, selezionato dal Ministero dello Sviluppo economico e dalla Commissione europea per entrare a fare parte della rete iniziale dei Digital innovation hub europei. Dihcube ha come focus tecnologico il trasferimento di conoscenze e tecnologie digitali innovative per le costruzioni e l'ambiente costruito, per promuovere e valorizzare la nascita di un ecosistema innovativo attraverso l’integrazione dei più promettenti trend tecnologici in un processo di trasformazione digitale del settore del settore. Il progetto si rivolge alla filiera delle costruzioni nel suo insieme e alla gestione e innovazione dell’ambiente naturale ed edificato. Oggi, il settore in Italia soffre di scarsa digitalizzazione e bassa produttività, si segnala infatti una crescita media annua del 3,6% per la manifattura e dell’1% delle costruzioni. Mentre nei Paesi che usano metodologie digitali anche nelle costruzioni si è rilevato un

sensibile incremento di produttività, un miglioramento della qualità dei prodotti, una riduzione dei costi e tempi di realizzazione. Dihcube si inserisce quindi in un contesto di rafforzamento della competitività del settore e del Paese.

L’hub è specializzato nel campo e nella diffusione dell'intelligenza artificiale, con conseguenti implicazioni nel campo del calcolo ad alte prestazioni di supporto e ricadute significative anche nel campo della sicurezza informatica, proseguendo la sua azione nella sensibilizzazione verso tutte le tecnologie abilitanti che identificano questo particolare settore di produzione, come ad esempio: i sistemi avanzati di stampa 3D, i rilievi digitali ad altissima definizione, le tecniche di modellazione Bim avanzata.

Il target dei possibili clienti di Dihcube è rappresentato da tutte le aziende e realtà della filiera delle costruzioni, e soprattutto le piccole e medie imprese, sia come imprese di costruzione e artigiani specializzati, sia come produttori di componenti e macchine operative. Sono inclusi anche i committenti e i gestori immobiliari, sia pubblici che privati,

dalle società di ingegneria, architettura e dai professionisti. Non meno decisivi sono i soggetti pubblici, considerato il ruolo di driver al cambiamento svolto dalla Pubblica Amministrazione nei confronti della filiera e alla crescente digitalizzazione degli appalti pubblici. Pertanto, l’hub concretizza il suo intervento attraverso una serie di servizi di livello nazionale ed europeo dedicati alle costruzioni.

La domanda di innovazione digitale che Dihcube intende soddisfare è rafforzare l’azione nella prima digitalizzazione diffusa e fornire al contempo consulenza specializzata per alcuni particolari impieghi di nicchia.

Partner Dihcube

Ance

Federcostruzioni

ITC - CNR

Ente nazionale per il Microcredito

Officine Innovazione Srl

Politecnico di Milano - DABC

SMILE-DIH

STAM Srl

STRESS Distretto Tecnologico Costruzioni Sostenibili

Università degli Studi di Brescia - DICATAM, DII Università degli Studi di Napoli - Federico II

Università Politecnica delle Marche - DIISM, DII, DICEA

ad entrare a farne parte. Dihcube prevede, infine, di costituire sette cluster tematici: Ict&dih; Industria, Sostenibilità ed Economia circolare; Pubblica amministrazione; Competence center e Laboratori di ricerca; Patrimonio immobiliare; Fondi; Standard e normative. I cluster supporteranno l’hub nella sensibilizzazione del mercato sugli aspetti digitali, raccogliendo le esigenze dello stesso per migliorare la tipologia dei servizi da offrire. La piattaforma di Dihcube permetterà inoltre di valutare la maturità digitale degli utenti prima e dopo la fornitura dei servizi. In questo modo sarà possibile verificare l’effettiva crescita digitale degli utilizzatori. I risultati saranno poi condivisi con il Digital transformation accelerator, il servizio creato dalla Commissione Europea per supportare e monitorare le attività degli hub digitali. tecnologia

Dihcube prevede un percorso di incremento della maturità digitale di imprese e pubbliche amministrazioni promosso dalla Commissione europea. Lo sviluppo delle competenze sarà centrale in quanto contribuirà a definire processi innovativi di analisi dei fabbisogni formativi strettamente correlati ai fabbisogni di competenze richiesti dalle aziende e si concentrerà su azioni di orientamento e bilancio di competenze rivolte sia ai lavoratori del settore sia ai giovani interessati gennaio/febbraio/2023 37

Immerso nel verde della Bassa Bresciana il Castello di Padernello s’erge orgoglioso a testimoniare come la bontà del costruito sappia resistere ai secoli e alle traversie. Fondamenta solide, struttura possente ma aggraziata, il maniero è stato restituito quasi completamente all’originario splendore grazie alle cure dapprima, siamo negli anni Ottanta del secolo scorso, dell’Associazione Amici del Castello, e in seguito della Fondazione Castello di Padernello. Quest’ultima nasce nel 2005 come Fondazione di partecipazione, da allora continuamente e attivamente impegnata a recuperare e a gestire il Castello, anche attraverso un’efficace opera della sua promozione. Nello stesso anno, infatti, la struttura è acquistata dal Comune di Borgo San Giacomo e da un gruppo di imprenditori che diedero il via ai lavori di restauro. Sia la proprietà pubblica sia quella privata offrono in comodato d’uso gratuito ventennale l’immobile alla neocostituita Fondazione. Ogni visita che compio al borgo e al Castello rinnova il piacere di un incontro con la storia e l’architettura dei secoli andati, e apre una riflessione sulle efficaci tecniche di restauro delle quali oggi disponiamo. Come ogni castello del passato che si rispetti, la nobile fortificazione della Bassa Bresciana è circondata da un fossato e l’accesso è consentito da un ponte levatoio, tuttora funzionate. Una superficie di quattromila metri quadri ospita 130 stanze. Al tramonto del XIV secolo è Bernardino Martinengo, dell’omonima famiglia di origine bergamasca, legata alla Serenissima Repubblica di Venezia, il protagonista della costruzione del castello a pianta quadrata con gli angoli protetti da quattro torri di difesa. Da circa tre secoli prima la famiglia che prese il nome dal ricco centro della Bassa Bergamasca era insediata a Borgo San Giacomo, che in quei secoli si chiamava Gabiano. Vi sarebbe rimasta sino ai prime decenni del 1800, mentre nella seconda meta del XIX secolo le loro proprietà, compreso il Castello di Padernello, si trasferiscono in capo alla famiglia Salvadego Molin Ugoni. Terminato intorno al XV secolo, il maniero è oggetto nel tempo di profondi interventi sin dal secolo successivo. Un considerevole cambiamento dell’architettura, fun-

Castello di Padernello Una testimonianza del rinascimento motore di cultura

Struttura possente e al contempo aggraziata, restituita al territorio grazie alle cure dapprima dell’Associazione Amici del Castello, e in seguito della Fondazione Castello di Padernello

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siti iconici

Immerso nel verde della Bassa Bresciana il Castello di Padernello s’erge orgoglioso a testimoniare come la bontà del costruito sappia resistere ai secoli e alle traversie. Fondamenta solide, struttura possente ma aggraziata, il maniero è stato restituito quasi completamente all’originario splendore

zionale al nuovo utilizzo della struttura, trasformata in signorile villa, avviene nel Settecento, epoca nella quale si realizza l’imponente scalone, affidato al quotato architetto Giovanni Battista Marchetti, che riveste in quegli anni anche il ruolo di direttore dell’edificazione del duomo nuovo di Brescia. Con la morta di Girolamo Silvio II Martinengo, nel 1834, si estingue per mancanza di eredi maschi la casata dei Martinengo di Padernello. Le proprietà bresciane passano al cugino Alessandro Molin e successivamente alle sorelle Maria e Alba, sposate l’una al conte Panciera di Zoppola e l’altra al nobile Pietro Salvadego. Padernello, il castello e altre proprietà sono assegnate, dopo la divisione proprietaria del 1861, ai nobili Salvadego. Ultimo conte a risiedere al castello fu Filippo Molin Ugoni Salvadego, il quale, per motivi di salute, preferì trasferirsi nel 1961 nel suo palazzo di Brescia, dove morì nel 1965.

L’abbandono e la rinascita

In seguito, la struttura è abbandonata, vittima degli agenti atmosferici, dell’incuria, di furti e danneggiamenti, pur in presenza del riconoscimento del ministero della Pubblica istruzione, che nel 1912 ne evidenziava: “l’alto alto pregio architettonico e l’interesse nazionale”. Nel 2002 si registra il crollo di una significativa porzione

della cinta muraria, del tetto e della soletta che copre la cucina storica. L’evento spinge il comune di Borgo San Giacomo alla decisione di acquistare quella che era stata la residenza dei Martinengo. La costituzione dell’apposita Fondazione rende più virtuoso ed efficace il cammino. Il restauro diventa concreta azione, seguendo passaggi che anno dopo anno regalano nuova vita alla fortezza. Nel 2006 si recuperano la cinquecentesca cucina, il salone da ballo e il tetto. L’anno successivo il restauro riguarda la zona della biblioteca, posta sul lato ovest. Spazio per la sistemazione della pavimentazione del cortile interno, delle facciate sempre interne e dello scalone settecentesco, nel biennio 2008 e 2009. Nei due anni seguenti è la volta della Sala rossa, impreziosita dal soffitto ligneo. Il 2014 è caratterizzato dalla rinascita del salone da ballo, mentre al termine del 2015 è la cappella gentilizia a riprendere vigore. Nel 2016 al maniero è conferita la targa di segnalazione dell’Istituto Italiano dei Castelli per l’ottimo restauro strutturale, architettonico, ambientale e l’ottima manutenzione e la consentita l'accessibilità.

Con costanza e determinazione, anche attraverso un’intensa attività di iniziative culturali e l’ottenimento di consistenti finanziamenti e contributi economici, la Fondazione appositamente creata si è resa protagonista di un’efficace azione di recupero, facilmente constatabile varcando il ponte levatoio. Negli anni recenti il castello è un riconosciuto punto di riferimento per varie attività culturali e per l’approfondimento di vari temi ambientali e sociali. L’ambiente, non casualmente, insieme all’enogastronomia, alla storia, all’arte nelle sue varie declinazioni, alla letteratura, alla musica e al teatro, sono gli ingredienti di una ricca offerta d’iniziative che richiama molte presenze durante l’arco dell’anno. Una vivacità di cui beneficiano le attività di ristorazione nate nell’adiacente borgo e più in generale l’intero territorio della Bassa Bresciana. Il tutto nell’ottica del duplice impegno della Fondazione Castello di Padernello: il recupero di un patrimonio architettonico con adeguato restauro conservativo e il riutilizzo del maniero come leva del sistema culturale locale.

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ADRIANO BAFFELLI ADRIANO BAFFELLI

I dati aggiornati del made in Brescia Un bilancio dell’anno trascorso

Un 2022 non privo di incognite, che tuttavia, iniziando dalla produzione industriale e dall’export è andato in archivio con il segno più. Anzi, per quanto riguarda in particolare le esportazioni, all’insegna dei record

Già concentrato e pronto per affrontare al meglio un 2023 segnato dall'aumento dei tassi di interesse abbinato alla crisi di liquidità delle aziende, il made in Brescia trova nuove forze nel preconsuntivo 2022. Un anno, non privo di incognite, che tuttavia, iniziando dalla produzione industriale e dall’export è andato in archivio con il segno più. Anzi, per quanto riguarda in particolare le esportazioni, all’insegna dei record. Lo confermano i dati — attualmente disponibili — aggiornati al terzo trimestre 2022. In tal contesto, come vedremo in seguito con maggiore approfondimento, il settore bresciano dell’edilizia non solo ha tenuto ma è cresciuto, mostrando interessanti parametri positivi. Nonostante la frenata registrata nel terzo trimestre dell’anno da poco concluso (5,1% su base annua, per il caro energia e le incognite internazionali), l’andamento delle aziende manifatturiere del territorio nei nove mesi ha mostrato ancora un incremento (+3,1%) sullo stesso periodo del 2021. A seguito delle evoluzioni registrate, il tasso acquisito, ovvero la variazione

media annua prevista con un indice dell’attività senza variazioni fino a fine 2022, è pari a +4,5% in buona parte frutto di quanto ereditato dai dodici mesi precedenti: un dato incoraggiante, in attesa comunque di conferme da quello definitivo.

Sul fronte delle esportazioni, Brescia ha firmato un nuovo primato, dopo quelli registrati nei trimestri precedenti. Nel periodo luglio-settembre 2022 le vendite oltre confine hanno raggiunto il valore di circa 5,2 miliardi di euro, in crescita del 14,3% su base annua: è stato il miglior terzo trimestre, in termini monetari, da quando è disponibile la serie storica. Complessivamente, nei nove mesi del 2022, l’export targato Bs ha raggiunto i 16,872 miliardi di euro (+21,1% su settembre ’21). Da gennaio il saldo commerciale è risultato positivo per 5,763 miliardi di euro (le importazioni, sono aumentate del 34% nei nove mesi), segnando un +2% su gennaio-settembre 2021. Il quadro, che deriva da una rielaborazione dei dati Istat, è stato accompagnato da una precisazione: la dinamica all’estero è, almeno in parte, ascrivi-

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bile alle quotazioni elevate in prospettiva storica da parte delle principali materie prime industriali utilizzate dall'industria bresciana. Andando oltre questi indicatori, l’industria bresciana nel complesso può vantare di aver retto bene l’urto della crisi generato dalla pandemia: anzi, nel 2021 è cresciuta e si è rafforzata, superando i già ottimi livelli del 2019. A confermarlo è l’ultimo aggiornamento, diffuso a fine 2022, di Ism - Indice sintetico manifatturiero, nato dalla collaborazione tra il Centro Studi di Confindustria Brescia e OpTer (Osservatorio per il territorio: impresa, formazione, internazionalizzazione)

dell’Università Cattolica del Sacro Cuore: uno strumento che restituisce in un unico valore lo stato di salute delle società di capitali attive nel settore secondario. Analizzando un campione significativo di realtà del territorio, evidenzia che non solo le aziende più grandi e patrimonializzate, ma l’intero made in Brescia ha tenuto nel 2020 e si è ulteriormente rafforzato l’anno dopo rispetto ai livelli pre-crisi. Alle «luci» che finora hanno accompagnato il primo bilan-

cio 2022 del sistema produttivo territoriale, si contrappongono le ombre addensate continuamente durante l’anno dalla corsa dei prezzi energetici. L’ultimo aggiornamento disponibile evidenzia una nuova proiezione dei rialzi per l’industria: lo ha fatto recependo l’andamento dei valori ma anche le informazioni sui consumi, che nel 2021 sono aumentati rispetto al 2019, e che sono stati tenuti come ipotesi di riferimento (molto realistica) anche per l’anno da poco concluso. Tutto questo ha portato a un leggero peggioramento della situazione complessiva, dettato dalla combinazione tra valori in rialzo e l’utilizzo. In particolare, per quanto riguarda l’energia elettrica per l’industria è stato previsto un incremento dai 447 milioni di euro del 2019 a quasi 2,9 miliardi di euro nel 2022, segnando un +544% nel periodo considerato. Il costo del gas (sempre per l’industria) si è impennato dai 139 milioni di euro del 2019 a poco meno di 1,4 miliardi di euro stimati per il 2022, segnando un +874%. Complessivamente, quindi, la bolletta per energia elettrica e gas, a carico dell’industria

Dati al terzo trimestre 2022

+3,1%

16.872

miliardi

+21,1%

+2%

delle importazioni

bresciana nell’anno mandato da poco in archivio, in base alle proiezioni è stata di oltre 4,2 miliardi in più nel confronto con il 2019 (cioè +623%), anno preso a riferimento come normalità pre-Covid. Il caro-energia, oltre a dare una nuova spinta alla Cassa integrazione, tornata progressivamente a crescere dopo la sosta estiva, ha avuto alcune ripercussioni anche sulle scelte delle aziende sul fronte occupazionale: nel terzo trimestre 2022 in provincia di Brescia le cessazioni di rapporti di lavoro hanno superato le assunzioni e il saldo è risultato negativo per quasi 900 unità. In questo contesto, il comparto delle costruzioni ha trovato comunque il modo e lo spazio per essere protagonista. Il volume d’affari delle imprese lombarde nel periodo aprilesettembre 2022 ha mostra un trend positivo: il secondo trimestre è stato caratterizzato da ritmi molto elevati, con una variazione che ha raggiunto il +20,3% su base annua, superando i 5 punti percentuali nel confronto congiunturale. Il terzo trimestre pur mostrando i primi segnali di rallentamento, ha comunque evidenziato un +16,1% su base annua e un +3% circa su giugno. La spinta della prima parte dell’anno — ha prospettato l’indagine di Unioncamere Lombardia, Ance Lombardia e Regione — dovrebbe aver consentito di chiudere il 2022 in territorio ampiamente positivo, anche se il dato risente dell’incremento registrato dai listini. Un andamento orientato all’ottimismo, sostenuto dal clima di fiducia delle aziende: le aspettative per la parte finale del 2022 hanno visto nelle risposte degli imprenditori un saldo tra previsioni di crescita e diminuzione ancora positivo (pari a +4%) sia per il business, sia per l’occupazione, anche se in ridimensionamento guardando ai valori registrati nell’ultimo anno e

gennaio/febbraio/2023 41
mezzo. Delle aziende manifatturiere rispetto allo stesso periodo del 2021 di euro rispetto allo stesso periodo 2021 per quanto riguarda l’export made in Brescia

il futuro dell’edilizia

Il settore della costruzione Innovare, scomparire o sopravvivere?

Nel momento in cui le misure di finanziamento e di incentivazione della riqualificazione dell’edilizia residenziale (specialmente privata) e di infrastrutturazione della mobilità e del territorio paiono garantire prospettive favorevoli per il settore della costruzione e dell’immobiliare nei prossimi anni, nonostante le note criticità relative agli andamenti generali dell’economia e della politica a livello internazionale, specie in termini di produttività e di inflazione, la forte sollecitazione che il versante della domanda pubblica e privata sta esercitando sul versante della offerta privata sollecita un cruciale interrogativo sulla necessità di riconfigurazione del tessuto professionale e imprenditoriale che si basa sugli effetti reciproci riguardanti la digitalizzazione e la sostenibilità e i relativi valori. In altri termini, si tratta di capire se la offerta privata di lavori, di servizi e di forniture sia in grado di rispondere adegua-

tamente alle richieste ricevute nell’arco temporale assegnato, anche in dipendenza del contesto amministrativo in cui essa sia tenuta a muoversi, ma pure è auspicabile comprendere se ciò potrà avvenire anche con il concorso di realtà imprenditoriali sinora percepite come relativamente esterne, dotate di considerevole capitale umano e finanziario, che stanno, peraltro, internalizzando conoscenze, competenze e abilità tradizionalmente detenute dagli operatori convenzionali. Non sembra, tuttavia, del tutto convincente la convinzione secondo cui, in assenza di innovazione, gli operatori economici siano minacciati di scomparsa dal mercato, nel senso che il settore, nel passato, è sempre stato in grado di assimilare

parzialmente e incrementalmente il cambiamento, senza mettersi realmente in discussione.

Ciò non significa, ovviamente, che il mercato nei primi due decenni del nuovo secolo non si sia notevolmente trasformato, ma, comunque, resta la constatazione che alcune sfide strutturali siano rimaste sempre sostanzialmente poco evase: da un secolo a questa parte, investendo le identità degli attori, oltre che i loro sistemi di convenienza, come dimostra la questione, annosa, della cultura industriale. Per quanto concerne, in particolare, la digitalizzazione, vi sono due aspetti che devono essere attentamente considerati.

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In primo luogo, anzitutto, per quanto riguarda la pubblica amministrazione, nella duplice funzione di acquisizione e di esecuzione dei contratti pubblici (ad esempio, per gli investimenti in capitale fisso sociale) e di gestione dei processi autorizzativi (ad esempio, per il rilascio dei titoli abilitativi), prevale attualmente una concezione della digitalizzazione improntata alla remotizzazione e alla digitalizzazione, come è evidente per le piattaforme telematiche dell’e Procurement e per quelle inerenti all’edilizia privata e alle attività produttive.

Si tratta di una impostazione che, spesso, è incentrata sul documento, sia pure nella sua forma immateriale, anziché sul dato, possibilmente strutturato, in quanto tale.

È evidente che un simile approccio alla trasformazione digitale non possa che essere riduzionista, ma, al contempo, è innegabile che esso sia inscritto più facilmente in una interpretazione maggiormente generale del tema e, dunque, più facilmente comprensibile e familiare sia alla collettività sia ai decisori.

In secondo luogo, alla costante espansione delle applicazioni digitali al settore non si accompagna una sufficiente maturità digitale, sia perché essa è proposta come semplice sommatoria di soluzioni tecnologiche decontestualizzate da un ecosistema e da una metodologia sia perché le caratteristiche (a titolo esemplificativo, dimensionali) degli operatori economici non posseggono le congruenti capacità di investimento.

Per questa ragione, il rischio principale consiste nella possibilità che si rafforzi, da un lato, l’interpretazione più banale della digitalizzazione, mentre, da un altro lato, esiste la possibilità che la dilatazione impressionante dell'universo digitale resti confinata ai campioni nazionali e alla letteratura o alla pubblicistica, mentre la

reale implementazione capillare nella pancia profonda del mercato delle soluzioni (dei metodi e degli strumenti) elementari rimane affatto di là da venire.

Di fatto, potrebbe registrarsi una preoccupante convergenza tra la mancata integrazione tra Information, Risk & Project (Portfolio & Programme) Management, la scarsa cultura del dato, la critica introduzione della digitalizzazione nei quadri giuridico-contrattuali e negli ambiti socio-tecnici.

Al fondo, occorre, inoltre, osservare come la digitalizzazione stia divenendo progressivamente un elemento abilitante la sostenibilità ambientale, sociale ed economica, anziché rimanere in qualità di agente autoreferenziale.

Bisogna, perciò, interrogarsi su quale possa essere, a dispetto dei tentativi di aggregazione, una via credibile per la digitalizzazione del sistema delle costruzioni, pervaso dalla micro e dalla piccola dimensione delle organizzazioni, per quanto essa possa essere stato in piccola parte recentemente ridimensionata.

Tutto ciò, a prescindere dagli obblighi legislativi e dai meccanismi incentivanti, riporta a due esigenze fondamentali: ripartire dalle esperienze, in gran parte analogiche, maturate col Super Bonus 110%

e, più in generale, con quelle, molto parzialmente digitali, relative all’intero Piano nazionale di ripresa e di resilienza (Pnrr), per ragionare sulla evoluzione del sistema settoriale, o meglio, dell’eco-sistema digitale legato a esso.

È necessario comprendere quali ripercussioni, di natura organizzativa, queste misure possano avere veramente generato come legato in termini di innovazione. Al fondo, la priorità andrebbe assegnata alla rivisitazione delle relazioni tra la componente committente, quella professionale (o meglio, interprofessionale, tra professioni tecniche e non tecniche) e quella imprenditoriale (articolata nelle declinazioni tra attori della costruzione e dell’immobiliare oltreché tra entità attive nella catena di fornitura), così come al rapporto tra soggetti pubblici e soggetti privati nelle formule partenariali, in funzione della rigenerazione urbana.

Iniziative quali il Campus Edilizia Brescia, prossimo a costituirsi in fondazione, e l’European Digital Innovation Hub Dihcube, promosso da Ance, che vede una importante presenza di Ance Brescia (e di Eseb) e dell’Università degli Studi di Brescia, si rivelano, quindi, decisive per passare a un piano meno retorico e più pragmatico, capace di supportare una transizione digitale e sostenibile che rimane difficile e non priva di incognite. L’Hub, in effetti, operando nei dominî della informazione, della formazione, anche tramite coaching, e del testing before investing, con oneri accettabili per i tessuti poc’anzi citati e con una predisposizione a essi prossima, parrebbe l’entità meglio attrezzata all’uopo.

Non si dimentichi che, ad esempio, in Francia, il sistema delle costruzioni sta affrontando da anni il tema della digitalizzazione nelle infrastrutture tramite il Projet National MINnD in termini sistemici, a tal punto che, traguardando il 2050, sta avviandosi a un dialogo alla pari con sistemi analoghi, come quello dell’aerospazio o quello dell’autoveicolo.

Più di tutto, la partita ultima si profila, al proposito, essere quella attinente al rapporto tra il settore della costruzione e dell’immobiliare e quello della finanza, da intendersi nel doppio risvolto agente tra le raccomandazioni emanate dalla European Banking Authority (Eba) sulla finanza sostenibile e sui criteri Esg (Environmental Social Governance) e le linee guida, sempre della medesima autorità, relative a Loan Originating and Monitoring (Lom): digitalmente abilitabile?

Bisogna interrogarsi su quale possa essere una via credibile per la digitalizzazione del sistema delle costruzioni, pervaso dalla micro e dalla piccola dimensione delle organizzazioni
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KIMON MARITZ / UNSPLASH

Il ciclo di vita della produzione di aggregato riciclato

Ance Brescia e la collaborazione per la ricerca di dottorato sulla valutazione degli impatti

Il settore delle costruzioni consuma circa il 50% del totale delle materie prime disponibili, utilizzando enormi quantità di risorse naturali e di suolo da cui queste materie prime vengono estratte. Allo stesso tempo, i rifiuti da costruzione e demolizione corrispondono a più del 35% del totale dei rifiuti prodotti con circa 60 milioni di tonnellate ricavate annualmente solo in Italia.

Da questi elevati quantitativi è chiaro come la possibilità di riciclare il materiale sia molto alta e permetterebbe di ottenere benefici dal punto di vista ambientale, migliorando inoltre la qualità della vita di ogni essere umano. Dimostrazione di ciò è l’elevato tasso di recupero che si cresce di anno in anno, sino ad arrivare ad includere circa il 78% dei rifiuti in ingresso negli impianti di tutto il Paese.

Nonostante tali considerazioni, gli attuali riutilizzi dei materiali riciclati si limitano a riusi meno nobili, come ad esempio per sottofondi stradali o riempimenti. Mentre potrebbero essere utilizzati per innumerevoli tipologie di lavorazione, senza invidiare nulla per caratteristiche di qualità

e resistenza ad altri materiali. Allo stesso tempo, assume sempre più rilevanza la necessità di valutare gli impatti ambientali di un prodotto o di un processo lungo tutto il suo ciclo di vita. Tali dati vengono analizzati tramite una metodologia analitica e sistematica che si chiama Life cycle assessment (Lca).

Con lo scopo di promuovere i temi legati alla sostenibilità nel settore delle costruzioni, Ance Brescia in collaborazione con l’Università degli studi di Brescia, ha finanziato il dottorato di analisi sul Life cycle assessment. Scopo della ricerca è valutare gli impatti ambientali generati dalla produzione degli aggregati riciclati, mettendoli a confronto con quelli naturali ricavati dall’estrazione di sabbia e ghiaia da cave.

Per svolgere questo confronto, è stato studiato e analizzato il caso specifico di un impianto di recupero di rifiuti di un’impresa della provincia di Brescia. La collaborazione diretta ha permesso di ricavare il maggior numero possibile di dati primari e veritieri, senza dover occorrere a database online, se non per alcune informazioni specifiche.

I risultati

I rifiuti da costruzione e demolizione, da cui poi si ottiene l’aggregato riciclato, vengono ricavati da diversi processi di demolizione e trasportati poi per circa 20 km fino all’impianto di trattamento. Il materiale, dopo essere stato accumulato, tra le diverse operazioni, viene poi frantumato e deferrizzato tramite un frantoio mobile e raccolto in cumuli, pronto per la caratterizzazione. Tale processo permette di definire e individuare le varie specifiche tecniche del prodotto per ottenere poi la sua compatibilità ambientale. A differenza dei rifiuti da costruzione e demolizione che per poter raggiungere l’impianto di trattamento devono percorrere diversi chilometri, gli aggregati naturali vengono estratti direttamente dalla cava presente in impianto per poi subire il processo di lavorazione che genera il prodotto finito.

Dalla raccolta dati svolta presso l’impianto, analizzando quindi gli impatti calcolati sulla base di tutte le lavorazioni svolte per entrambe le tipologie di aggregato, dato il maggior numero di macchinari im-

44 gennaio/febbraio/2023 ricerca
di Andrea Piccinali in collaborazione con Irma Cavallotti, Giovanni Plizzari e Sabrina Sorlini

La metodologia di studio applicata

Lo studio del dottorato è stato svolto applicando la metodologia Life cycle assessment (norme Uni En Iso 14040:2021 e Uni En Iso 14044:2021). La metodologia prevede quattro fasi strettamente interconnesse tra loro.

La prima fase è la definizione dello scopo e dell’obiettivo è la valutazione della sostenibilità e degli impatti ambientali generati dalla produzione di aggregato riciclato e aggregato naturale. Per quanto riguarda l’unita funzionale a cui fanno riferimento i calcoli svolti e i risultati, si è considerato il calcolo rapportato ad una tonnellata di aggregato.

La seconda fase è l’analisi dell’inventario, cioè tutte le immissioni di materie prime ed energia da prendere in considerazione lungo l’intero ciclo di vita, tra cui anche l’uso di diesel e corrente elettrica per il funzionamento dei macchinari, fino ad arrivare a tutte le emissioni in atmosfera, nel suolo ed in acqua. Infine, ci sono le due fasi che fanno riferimento alla valutazione degli impatti e le conclusioni che si possono trarre dallo studio svolto. Lo studio è stato svolto, inoltre, applicando la relativa Pcr (Product category rule) che ha permesso di definire al meglio gli indicatori da dichiarare, quali fasi del ciclo di vita, le regole per l’elaborazione degli scenari di valutazione, le regole per il calcolo d’inventario e la valutazione di impatto.

piegati e l’utilizzo di diesel da parte del frantoio mobile e l’elevata distanza di consegna, l’aggregato riciclato prodotto da rifiuti da costruzione e demolizione risulta aver un più alto livello di emissioni nell’ambiente.

Sebbene il primordiale intento della ricerca fosse la sola raccolta dei dati, per valutare da vicino in ogni punto della sua esistenza l’intero ciclo di un aggregato riciclato, a partire dalla sua nascita sino al suo recupero, la ricerca ha fatto scaturire un elemento inaspettato e decisamente più interessante.

Infatti, per quanto riguarda gli aggregati riciclati, il 73% circa del totale dell’impatto ambientale è dovuto al solo trasporto dei rifiuti da costruzione e demolizione dal cantiere all’impianto, e solo il restante 27% invece è imputabile alle diverse operazioni che questi subiscono per la produzione dell’aggregato stesso. Il peso di produzione di questo materiale è di circa 4.5 Kg di Co2 equivalenti, che rappresentano l’unità di misura del Gwp (Global warming potential), l’indicatore utilizzato per raggruppare le diverse categorie di valutazione dell’impatto

ambientale di un processo. Per la produzione di aggregato naturale, invece, l’82% fa riferimento all’estrazione del materiale vergine dalla cava situata in impianto e il restante 18% ai trasporti interni alla cava e alla fase di vagliatura, portando ad un impatto totale di circa 2.5 Kg di Co2 equivalente. I risultati ricavati dalla ricerca, hanno quindi rilevato che l’impatto ambientale maggiore è generato non dai processi di elaborazione degli aggregati, ma bensì dal trasporto dei rifiuti dal cantiere all’impianto. Nell’analisi specifica del dato ottenuto, lo studio svolto dal dottorato di ricerca ha individuato la distanza di riferimento in modo che gli impatti di produzione di aggregato riciclato ed estrazione di aggregato naturale possano essere pressoché gli stessi, definendo in circa 7 o 8 km il raggio di distanza “sostenibili”.

Inoltre, nel caso, comunque impossibile, di eliminazione della distanza di trasporto dei rifiuti in impianto, l’impatto ambientale generato dalla produzione di aggregati riciclati risulta inferiore rispetto a quello a quello prodotto dall’estrazione di materiale di cava.

gennaio/febbraio/2023 45 n Pala gommata n Pinzatura n Frantoio n Trasporto 20 km n Pala gommata n Lavaggio n Estrazione e vagliatura Aggregato riciclato Aggregato naturale 72,79% 82,41% 8,56% 11,79% 6,86% 16,84% 0,75% FOTO DI
MIKA BAUMEISTER SU UNSPLASH Valutazione
degli impatti degli aggregati

dalla natura

“Nature is not a place to visit. It is home”, ovvero “La natura non è un posto da visitare. È casa”. Le parole del poeta statunitense Gary Snyder, tra i precursori dell'ecopoesia, imprimono con eloquente sintesi l’intima relazione tra il mondo vegetale e gli spazi di vita dell’uomo, suggerendo un invito a rivalutare le connessioni esistenti con l’ambiente naturale per diffonderne i modelli nella cultura antropica. Un richiamo primordiale che ha alimentato un approccio bio-ispirato nelle architetture moderne, restituendo in quantità crescente nel contesto urbano design sostenibili e soluzioni costruttive sempre più ecologiche e in simbiosi con l’ambiente naturale circostante.

Partendo dal concetto filosofico di “biofilia”, diffuso ampiamente dal biologo americano Edward Osborne Wilson con riferimento alla propensione umana ad essere attratti dalla vita e dai processi vitali, la progettazione architettonica cerca, fondendo le diverse discipline che confluiscono nella cultura del design, di creare una miscela armoniosa tra elementi viventi e artefatti. Rendendo evidente il legame dell’uomo con la natura, il biophilic design suggerisce una relazione positiva tra il mondo delle piante e il mondo antropico. Guardare e imparare dalla natura insegna a ripensare l’ambiente edificato combinando soluzioni intelligenti e sostenibili, in connessione con gli organismi viventi, investendo nella relazione con i modelli vegetali per incrementare salute, benessere psicofisico e produttività. A promuovere una connessione sinergica tra l’ambiente naturale e quello artificiale nei contesti urbani è un gruppo di esperti — biologi, designer, scienziati e imprenditori — che si sono riuniti nella start-up Pnat (Project Nature), costituita nel 2014 come spin-off dell’Università di Firenze, per ideare tecnologie innovative e concept ispirati alla ricerca sulle piante. Un think tank che elabora soluzioni creative basate sulle scoperte scientifiche sviluppate nel Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale (Linv) per applicarle nelle città, nelle abitazioni, nei luoghi di lavoro e nello stile di vita delle persone. Dall’approccio multidisciplinare di Pnat sono nati prestigiosi esempi di progettazione urbana sostenibile finalizzati a migliorare non solo la qualità degli spazi di vita quotidiani, ma anche quella del clima e dell’atmosfera. A raccontarci il mix di scienza e design che anima il team di Pnat, descrivendone alcuni dei più rile-

Studio e applicazione del comportamento delle piante per la diffusione di un’architettura biofilica.

Le soluzioni ideate da Pnat per mettere in connessione uomo e natura

vanti lavori, è l’architetto Antonio Girardi, professore a contratto dell’Università di Firenze e socio fondatore di Pnat.

Architetto Girardi, da dove nasce l’idea di dare vita a una start-up come Pnat?

Pnat è un team multidisciplinare composto da botanici, architetti, scienziati vegetali e ingegneri. L’assemblaggio di saperi, conoscenze e modalità di lavoro diverse tra loro in un'unica struttura è stato ed è un lavoro continuo e complesso. Mi piace dire che Pnat è il progetto più ambizioso mai realizzato da Pnat. L’idea di costruire questa start-up nasce nel 2014 dall’incontro tra me e il professor Stefano Mancuso. Gli ho proposto un progetto

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Il modello vegetale per ripensare l’ambiente costruito in chiave sostenibile
di Laura Mesa FOTO DI MATTO DE MAYDA

che sembrava fantascientifico: una serra galleggiante per le coltivazioni in grado di depurare l’acqua di mare usando solo energia solare (progetto che poi abbiamo effettivamente realizzato). Stefano, entusiasta, ha rilanciato: perché oltre a realizzare questo progetto non fare una società che lavori in maniera interdisciplinare tra il design e la botanica?

Facendo riferimento alla sua esperienza, quale apporto possono dare gli elementi organici e naturali alla rigenerazione delle metropoli del futuro e al miglioramento della qualità degli spazi di vita (domestica e lavorativa) delle persone?

Partiamo da un punto fisso: le piante producono tanti e tali benefici che, senza le piante, la vita dell’uomo e degli altri animali sulla terra non potrebbe esistere. Le piante depurano l’aria, l’acqua e il terreno, forniscono il cibo e le principali materie prime per sostenere la vita e lo sviluppo dell’uomo sul pianeta. Di tutti questi benefici possono avvantaggiarsi anche i sistemi urbani, tanto che è stato coniato un termine, “Nature Based Solutions” (Nbs) — per identificare tutta la gamma di Soluzioni Basate sulla Natura di cui si può avvalere l’ambiente costruito. La principale resistenza alla diffusione delle piante in città è culturale. Le città storicamente nascono per difendere l’uomo dalla natura, e la fauna e la flora è accettata se e solo se è ben controllata e confinata in spazi molto delimitati: aiuole, parchi o giardini. Le cose stanno cambiando rapidamente e la cultura architettonica sempre più promuove l’uso di piante per rendere più salubri, confortevoli e belli i nostri spazi di vita.

In merito all’innovativo sistema di riduzione degli inquinanti indoor “Fabbrica dell’Aria”, installato anche negli spazi della sede di Ance Brescia, perché optare per questa rivoluzionaria tecnologia di purificazione dell’aria rispetto ai più comuni sistemi di filtrazione?

Fabbrica dell’Aria è una bio-macchina in cui natura e tecnologia si fondono per

rendere più sani e più belli gli ambienti. È in grado di catturare gli inquinanti presenti nell’aria indoor e di rimuoverli per grandi volumi di aria e con altissima efficienza. Dal punto di vista tecnico, è migliore rispetto a un filtro comune perché non va mai cambiato: i tradizionali filtri a setaccio si saturano e vanno sostituiti periodicamente, mentre nella Fabbrica dell’Aria gli inquinanti vengono degradati dalle piante ed entrano a far parte della loro biomassa, ed è quindi un filtro dalla durata indefinita.

In un pianeta che, sotto la pressione di gravi emergenze ambientali e climatiche globali, dà sempre maggiore importanza alla sostenibilità, quali sono le soluzioni Pnat adottabili dalle imprese per imparare dalle piante a ridurre la propria impronta ecologica, oltre che a migliorare la qualità della vita sul posto di lavoro?

Pnat è il punto di riferimento in Italia per la progettazione biofilica, ossia che usa piante ed elementi naturali nel progetto di architettura e di interior design. È stato ormai ampiamente dimostrato da decine di studi scientifici che la presenza di verde negli spazi di lavoro aumenta il benessere psicologico dei fruitori e dei lavora-

La Fabbrica dell'Aria è una serra da interni dotata di Stomata™, sistema di filtrazione botanica brevettato da Pnat, che usa le piante per la depurazione dell’aria dagli inquinanti.

Nella pagina precedente:

Il team di Pnat: da sinistra Antonio Girardi, Stefano Mancuso, Cristiana Favretto, Elisa Azzarello, Camilla Pandolfi.

Jellyfish Barge: modulo galleggiante per l’urban farming firmato Pnat, completamente autonomo dal punto di vista di suolo, acqua ed energia. Nell’immagine l’installazione sulla Darsena per Expo2015, Milano (2015).

Ance Brescia, attenta al contributo che il settore edile può dare all’applicazione di soluzioni sostenibili per l’ambiente costruito, ha integrato nei propri spazi associativi il sistema di purificazione la Fabbrica dell'Aria di Pnat, dando concreto e accorto esempio di come l’elemento vegetale non debba essere visto meramente come componente decorativa, ma come modello a cui fare riferimento per una progettazione più “verde” e per il miglioramento della qualità della vita nelle città. La Fabbrica dell'Aria è infatti una bio-macchina con potenzialità immense: può essere pensata per le facciate degli edifici, o, in scala più estesa, come elemento che depura l'aria urbana. Può essere applicata a capannoni in disuso o a grandi spazi da riqualificare, e diventare il punto fondante del rinnovamento di intere aree della città.

tori, riduce i giorni di assenza per malattia, migliora l’umore e la socialità. Progettare in chiave biofilica gli spazi di lavoro è quindi anche un investimento economico che ripaga per la maggiore salute, efficienza e produttività dei lavoratori. Sempre più aziende, in tutti i settori, ritengono di fondamentale importanza prestare attenzione alle questioni ambientali, sociali e di governance (Esg). Perciò Pnat segue anche aziende che desiderano investire nell’ambiente naturale, ad esempio per mitigare il proprio impatto ecologico. Ma gli investimenti nell’ambiente sono di interesse soprattutto se portano a risultati concreti e misurabili, e Pnat non solo lavora a progetti che usano soluzioni basate su elementi naturali alla scala del territorio, ma ne certifica e dimostra anche l'efficacia.

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DISEGNO DI CRISTIANA FAVRETTO FOTO DI ALESSANDRO FIBBI

Luca Rinaldi

LA SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA, BELLE ARTI E PAESAGGIO PER LE PROVINCE DI BERGAMO E BRESCIA È UN ORGANO PERIFERICO DEL MINISTERO DELLA CULTURA, ISTITUITO A SEGUITO DELLA RIORGANIZZAZIONE DEL MINISTERO PER EFFETTO DI APPOSITO DECRETO DEL 2016 IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE 28 DICEMBRE 2015, N. 208, CON LA QUALE SI SONO UNIFICATE LE RESPONSABILITÀ DI TUTELA ACCORPANDO LE COMPETENZE DEI SETTORI ARCHEOLOGICO, STORICO-ARTISTICO, ETNOANTROPOLOGICO, ARCHITETTONICO E PAESAGGISTICO.

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incontri
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La difesa dell’interesse pubblico e del patrimonio ambientale

L’impegno della Soprintendenza di Bergamo e Brescia

La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia ha sede in via Gezio Calini, via parallela di Corso Magenta, posta a sud della stessa, nel Palazzo Chizzola Porro Schiaffinati, considerato una delle più rilevanti realizzazioni architettoniche a Brescia della metà del XVIII secolo in quanto sintesi tra gli elementi assodati del primo Settecento ed esperienze innovative derivanti da ricerche progettuali sempre più approfondite. Secondo recenti studi, condotti dai discendenti della linea austriaca del casato e da alcuni storici locali, l'origine dei Chizzola risalirebbe a tempi molto antichi, come testimoniato dalla presenza del blasone familiare all'interno del grande salone del Broletto cittadino. Accompagnato dai suoni musicali provenienti dal Conservatorio, l’avvicinamento agli uffici del Soprintendente consente di percepire la bellezza, sovente nascosta, dell’apparente austera e bellissima Brescia. Lavorare in un pregevole palazzo sicuramente aiuta chi è preposto alla salvaguardia di cotanto patrimonio.

Architetto Rinaldi, Brescia unitamente a Bergamo s’appresta a vivere il 2023 da Capitale della Cultura. La Soprintendenza per le due province, quale visione ha dell’iniziativa?

Si tratta di un’iniziativa che nasce dal ministero della Cultura, da un’idea del ministro Franceschini, che prevede dei finanziamenti contenuti. La Soprintendenza è quindi direttamente coinvolta. Il ministero ha interesse che le città

rispondano e Brescia e Bergamo hanno risposto molto bene, non solo nelle città capoluogo ma anche nei territori provinciali, con iniziative in gran parte seguite da questo ufficio. Non compariamo ma ci siamo e alcune proposte sono state migliorate dopo il confronto con noi e il recepimento delle nostre indicazioni. Partecipiamo anche direttamente, come Soprintendenza, con l’apertura della nostra sede per visite in primavera. Stiamo anche lavorando all’ipotesi di una mostra in collaborazione con i Carabinieri, per esporre opere d’arte recuperate dall’apposito nucleo Tutela patrimonio culturale di Monza dell’Arma, competente per il territorio della Lombardia. Sempre nell’ottica di valorizzazione del patrimonio della Soprintendenza in occasione del 2023, sarà possibile anche ammirare, esposti nel sottoportico, i reperti romani trovati negli scavi di due anni fa per la sistemazione di via Milano in città. Si tratta di reperti di grande valore, che presentano figure storiche e il secondo Miglio del Capitolium, che troveranno spazio accanto ad altre testimonianze del terzo e quarto secolo, in particolare due colonne particolarmente interessanti. Il tutto sarà presentato d’intesa con la Loggia. Cosa si aspetta, come Soprintendente, dalle due città che condividono il titolo di Capitale culturale nazionale?

Una maggiore sensibilità verso i temi della tutela e della valorizzazione del nostro patrimonio culturale, per questo auspico che non si tratti solo del 2023 e poi tutto finisca. Ci sono iniziative di varie realtà, come il Festival delle luci o i mega archi installati davanti al municipio di Bergamo e forse in piazza Vittoria a Brescia. Se si tratta di iniziative fini a se stesse sposterebbero solo investimenti che sarebbero dedicati ad altro. È opportuno tornare nell’alveo del restauro, della manutenzione, anche perché la vera scommessa è che diventino a pieno titolo città d’arte. Per entrambe manca ancora un aspetto strutturale e non c’è la giusta mentalità. La potenzialità è alta ma, ad esempio, mancano strutture ricettive all’altezza. Quali sono le maggiori criticità nel rapporto tra Brescia e provincia e le sfere da salvaguardare di vostra competenza? Il nostro è un ruolo di difesa dell’interesse pubblico rispetto a quello privato. Nasciamo nel 1907 (l’istituzione delle Soprintendenze risale al 1904 con un regio decreto. Le Soprintendenze furono poi regolate con la legge n. 386 del 27 giugno 1907, a firma del ministro Luigi Rava, rimasta in vigore sino all'istituzione del ministero per i Beni e le Attività culturali, nel 1974, Ndr), e nel 1922 ci fu la legge promossa da Benedetto Croce per la tutela delle bellezze naturali e degli immobili di particolare

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interesse storico, con forte attenzione al rispetto dell’interesse pubblico. Ci sono amministrazioni che sperano nel nostro intervento perché loro non hanno in più di un caso gli strumenti adeguati a favorire la salvaguardia del bene collettivo. Un compito difficile per le singole amministrazioni locali, dovrebbe esserci un ente sovraordinato, che potrebbe forse essere la Regione. La Valcamonica è un esempio positivo in tal senso, è in corso una valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale, accade meno nelle altre due valli. Lungo l’Oglio si sta lavorando e creando sinergia, penso al ruolo del vino nella sua nuova stagione, alla riscoperta del Romanino, al restauro della Via Crucis di Cerveno. Nel loro insieme sono iniziative che consentono ai turisti di

Laureato a Firenze, dottore di ricerca in Conservazione dei Beni Architettonici e Ambientali, dal 1990 nell’amministrazione dei Beni Culturali, e dal 2000 Soprintendente nelle sedi di Brescia, Trieste, Torino, Genova e Milano, Luca Rinaldi, 65 anni, è conosciuto per la sua costante azione in difesa dell’ambiente.

Dal 2021 è Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle province di Bergamo e Brescia.

L’architetto Rinaldi fu nominato soprintendente di Brescia all’inizio del secondo millennio, aveva 43 anni ed era il più giovane in Italia in quel ruolo. Rimase all’ombra del Cidneo sino al 2009, anno in cui fu destinato a Trieste. Nel 2012 arriva l’incarico alla Soprintendenza di

Torino. Nella città sabauda non mancano le sue prese di posizione nette rispetto a progetti e installazioni contemporanee a suo dire in contrasto con le caratteristiche architettoniche e storiche della città della Mole.

Dopo Torino, prima del ritorno a Brescia, vive a Milano una nuova esperienza alla guida della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Sondrio e Varese.

trascorrere due giorni all’insegna della scoperta di un territorio interessante.

E in tale contesto come considera la Franciacorta?

Come in altre situazioni mancano gli strumenti adeguati alla tutela del territorio, a differenza del Garda dove sono vigenti quelli degli anni Cinquanta. Dal 1985 la Regione è tenuta a redigere i Piani ambientalistici in collaborazione con il ministero della Cultura. Possiamo dire che sino ad ora si è trattato di un Piano osteggiato, in attesa dell’autonomia differenziata. È una questione che seguo dal 1990, ero qui 32 anni fa, e che ha prodotto dei Piani territoriali regionali autoreferenziali, con pretesa avessero il valore di un Piano ambientalistico, ma questo può nascere solo dalla collaborazione tra Regione e mini-

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Il ministro Sangiuliano prevede nei prossimi anni di assumere circa tremila persone, ma quante vanno nel frattempo in pensione?
Quanto alla sede di Brescia, sono tornato nel 2019 e nei tre anni seguenti i carichi di lavoro sono aumentati del 30%
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stero della Cultura. Sino al 2008-2009 si sono redatti dei Pgt che non hanno aiutato a preservare il territorio. Più recentemente, gli insediamenti logistici favoriti dalla Brebemi hanno creato devastazione nella bassa Bergamasca. La soluzione ottimale è la redazione dei Piani paesaggistici. Lei ha più volte indicato che il Bigio dovrebbe tornare in Piazza Vittoria. Quali sono le motivazioni in tal senso?

Con il comune di Brescia c’è un rapporto costante e proficuo, poi ognuno deve fare il proprio lavoro. Personalmente motivo le scelte, il discorso è inserito in un orientamento della cultura attuale, non si tratta di un parere personale.

C’è coerenza nelle nostre indicazioni, ad esempio per quanto riguarda il no a ciclabili a sbalzo sui laghi. Il Bigio fa parte di Piazza Vittoria, dove si trova l’arengario pieno di simboli fascisti e allora che facciamo?

Perché la statua di Arturo Dazzi nonostante il suo pronunciamento continua a rimanere in magazzino?

Siamo amministrazioni pubbliche, c’è il nostro pronunciamento, quello del ministero, poi i tempi delle amministrazioni, della politica, ci mettono del loro.

Quali sono gli aspetti della copertura in acciaio e vetro del cortile della Pinacoteca Tosio Martinengo che non la convincono e quali altre strade sarebbero percorribili?

Abbiamo molto discusso con il comune che ha interpretato un’autorizzazione a un’idea del progetto come un’autorizzazione definitiva. Il fatto è che lo stesso nei vari passaggi è diventato più impattante rispetto all’idea iniziale. La prima soluzione poteva essere adeguata, le successive no. Ora l’orientamento probabile consiste nella previsione di un progetto migliorato, pur se temono che anche per via dell’aumento dei costi alla fine non si realizzi nulla. Ma lei crede che si farà l’ascensore in Castello? Eppure, hanno sviluppato trecento tavole... C’è sintonia con la Commissione comunale Paesaggio, ad esempio sui pannelli fotovoltaici l’indicazione del comune è di non consentirli nel centro storico, che è la stessa nostra visione. Non intendiamo bloccare l’uso dell’energia alternativa, ma in determinati casi, come per il centro, invitiamo a scegliere prodotti compatibili. Lei guardi agli intonaci, decenni fa imperava l’orientamento cementizio, oggi è dif-

fuso l’utilizzo di calce e di prodotti specifici per i centri storici, con caratteristiche particolarmente avanzate, come mi spiegano architetti e restauratori con i quali mi confronto costantemente. Si è letto sulla stampa di una sua contrarietà alla stazione Tav sul Lago di Garda, è davvero così?

Non è la stazione in sé a preoccupare ma tutto l’entroterra di Desenzano ne soffrirebbe, come è stato per la ciclovia a sbalzo: guardandola dal lago si vede come il profilo sia stato notevolmente modificato, soprattutto per le travi conficcate nella roccia. Sono situazioni da vedere nella Conferenza dei servizi, dove l’aspetto ambientale entra in discussione con tutti gli altri aspetti. Hanno ragione i professionisti e le imprese che in talune circostanze lamentano difficoltà burocratiche e tempi lunghi da affrontare quando vi sono interventi da sottoporre alla Soprintendenza?

Il nostro ministero ha subito grandi cambiamenti sotto la gestione Franceschini. Sino a tre anni fa il numero dei dipendenti previsto era di 25mila unità, il ministro Franceschini nel 2020 li ha abbassati

a 19mila e ora in totale sono 11mila, ma contemporaneamente sono stati aumentati gli uffici. Il ministro Sangiuliano prevede nei prossimi anni di assumere circa tremila persone, ma quante vanno nel frattempo in pensione? Quanto alla sede di Brescia, sono tornato nel 2019 e nei tre anni seguenti i carichi di lavoro sono aumentati del 30%, i protocolli sono passati da meno di ventimila a venticinquemila pratiche per anno. Mancano collaboratori amministrativi e tecnici. Cerchiamo di far fronte anche inserendo stagisti. Noi facciamo un servizio prima di tutto alle amministrazioni e molte lo riconoscono, tanto che c’è un rapporto molto positivo con tutti. Il problema c’è soprattutto sul paesaggio. Se ci occupiamo di restauro di quadri o del recupero di una tomba antica non interessa a nessuno. Le difficoltà s’incontrano quando i temi sono l’espansione edilizia e le infrastrutture. Ne so qualcosa data la mia vicenda personale sfociata nel trasferimento a Trieste nel 2009. In seguito alla stessa ci furono due interrogazioni parlamentari, quindi il mio ricorso, chiusosi circa tre anni fa con successo in tutti i gradi di giudizio, Cassazione compresa.

Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, che sovente interviene a difesa dell’ambiente ha recentemente espresso le sue perplessità sull’ascensore per il Castello cittadino. Lei che cosa ne pensa?

Il sottosegretario Sgarbi non risparmia le sue critiche ad alcune forme di rinnovabili, soprattutto alle pale eoliche e ad alcuni progetti non rispettosi delle caratteristiche dei luoghi, che si possono leggere anche come una critica nei confronti degli interventi dei cosiddetti archistar. La sua è un’opera di difesa del paesaggio con esempi calzanti, gli stessi che se potessi farei anch’io, ma il nostro codice di disciplina non per-

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Il parere espresso dal sottosegretario Sgarbi sull’eventuale ascensore in Castello è molto chiaro: l’opera
è troppo costosa e potrebbe intaccare la consistenza delle mura del maniero
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mette di fare critiche. La grande fortuna è che lui ha un’audience elevata, fa notizia e contribuisce a scardinare un sistema che, nel caso del nostro ministero, era costruito più sui musei e sui grandi attrattori più che sulla tutela. Quest’ultima è fondamentale per far nascere un dibattito. Il parere espresso dal sottosegretario Sgarbi sull’eventuale ascensore in Castello è molto chiaro: l’opera è troppo costosa e potrebbe intaccare la consistenza delle mura del maniero. Soprattutto la stazione terminale rappresenta la criticità più elevata. Fra il resto, non mi parrebbe un’opera prioritaria. Diverso è il caso del Castello di Breno, dove probabilmente l’ascensore si farà, ma in quel caso l’accesso naturale è difficile. Per Brescia e per al-

tre situazioni analoghe potrebbe essere presa in considerazione l’opzione dell’ascensore interno, come è stato fatto a Bellinzona. Rimane il fatto che anche in questo caso non c’è la volontà della Soprintendenza di bloccare l’opera, il nostro è un parere favorevole di massima, resta poi da vedere la valutazione della proposta completa e della sua compatibilità, nonché dei possibili accorgimenti che potrebbero essere suggeriti.

Quali sono le principali azioni di tutela del territorio bresciano intraprese dall’istituzione che lei dirige?

Sono state molte, da sottolineare l’alto livello anche per i contributi scientifici, espresso dal settore archeologico del nostro ufficio. Ora si è dotato anche del controllo preventi-

vo sugli interventi, efficace e con ottimi standard. Sono soddisfatto, ad esempio, della salvaguardia garantita alla galleria austriaca di Edolo e, non dimentichiamolo, al centro storico del paese che sarà aggirato dalla nuova tangenziale da Sonico verso Ponte di Legno, risolvendo il nodo della viabilità.

Lei nota oggi un diverso atteggiamento nei confronti dell’ambiente e dei beni culturali rispetto ad esempio a trent’anni fa?

Sì, forse anche per la maggiore consapevolezza del valore anche economico dell’ambiente. Cosa che non accade dove il territorio è già molto compromesso e non c’è turismo. È il caso di aree come la Bassa Bresciana dove si registrano sul tema maggiori difficoltà che altrove. Nei momenti di relax quali attività l’aiutano a recuperare energie?

Ho la fortuna che capita a pochi di fare esattamente il lavoro che mi sarebbe piaciuto fare. Nei momenti di relax vado a visitare luoghi d’interesse artistico, continuando in qualche modo ad approfondire la materia che mi appassiona.

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I veri valori non sono cambiati. E mai cambieranno.

Dal 1977 una storia imprenditoriale con forte orientamento al servizio e presenza sul territorio.

Dal 2007 produttore di pannelli fotovoltaici di alta qualità ed un punto di riferimento per gli specialisti del fotovoltaico.

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Riutilizzo dei materiali edili

Eseb tra i partner del progetto CDW Circle per il programma europeo Life 2022

Eseb partecipa al programma “Economia circolare e qualità della vita” del bando Life 2022 indetto dalla Commissione europea come partner di un gruppo di lavoro che ha come capofila il Gruppo Gatti Spa. Aderiscono anche l’impresa di costruzioni Pavoni Spa, l’Università degli studi di Brescia, l’azienda austriaca Binder+Co e la società bergamasca di impianti industriali CavArt. La proposta del progetto avanzato dalla sinergia tra queste realtà, che prende il titolo di “CDW Circle - Value-added recycled materials from construction and demolition waste”, ha come obiettivo riciclare il 100% dei rifiuti da costruzione tramite un impianto che sfrutta dei selettori ottici a intelligenza artificiale che separano il calcestruzzo dai laterizi. Questi materiali verranno, quindi, reinseriti all’interno del ciclo produttivo. Si tratta, quindi, di un progetto di innovazione che mira alla valorizzazione e al recupero degli scarti da demolizione e scavo e che si impegna a creare una filiera di riutilizzo di questi materiali nel settore dell’edilizia, promuovendo un modello di economia circolare. Per perseguire tali obiettivi, è stato implementato un processo di trattamento e di separazione selettiva che consente di riutilizzare il 100% di tali rifiuti. È prevista, infatti, la predisposizione di un impianto articolato in diversi macchinari, in cui gli inerti da costruzione vengono man mano separati in tutte le loro frazioni.

 Una fase di separazione primaria consente di separare fra loro i rifiuti più piccoli e i rifiuti leggeri (metallo, vetro, plastica, isolante) dai rifiuti pesanti. Le prime due tipologie di rifiuto saranno indirizzate verso specifici processi di recupero e riciclo.

 I rifiuti pesanti (principalmente calcestruzzo e laterizi) subiscono un processo di separazione selettiva: attraverso nuove tecnologie di intelligenza artificiale, il calcestruzzo viene separato dai laterizi attraverso un riconoscimento della forma, del colore e della qualità del materiale. Entrambi vengono poi frantumati per ottenere delle frazioni fini e grossolane.

 Le frazioni fini e grossolane di laterizio verranno utilizzate per creare malte da intonaco, mentre la sola frazione grossolana di laterizio verrà usata come aggregato riciclato all’interno del calcestruzzo non strutturale.

 Il calcestruzzo frantumato verrà utilizzato come inerte riciclato per calcestruzzo strutturale.

 Una fase di vagliatura consente di separare fra loro i rifiuti da scavo, quindi la terra dalla parte rocciosa (sassi e ghiaia): quest’ultima viene frantumata per ottenere inerti naturali da utilizzare all’interno del calcestruzzo strutturale e non strutturale.

La proposta del progetto ha come obiettivo riciclare il 100% dei rifiuti da costruzione tramite un impianto che sfrutta dei selettori ottici a intelligenza artificiale che separano il calcestruzzo dai laterizi

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Il partenariato intende in questo modo creare un modello di filiera di riutilizzo dei rifiuti da demolizione e scavo. In primo luogo, sfruttando le più moderne tecnologie di separazione selettiva per suddividere fra loro i diversi materiali, facilitando il riciclo degli stessi all’interno di un nuovo ciclo produttivo delle costruzioni. In secondo luogo, tramite il supporto dell’Università degli studi di Brescia, il progetto punta a perfezionare la conoscenza dei materiali riciclati, per creare prodotti sempre più performanti e con le migliori prestazioni possibili. Infine, tramite l’azione dell’Ente sistema edilizia Brescia, l’iniziativa mira a una diffusione dei risultati ottenuti all’interno del settore.

Tramite attività formative nei confronti di aziende esterne, si sensibilizzano i possibili futuri acquirenti dei materiali riciclati sulle potenzialità di tali prodotti; inoltre, si informano i tecnici delle imprese edili riguardo l’inserimento dei materiali riciclati all’interno dei capitolati d’appalto. Il contributo di ogni partner permette, in questo contesto, di creare una best practice del settore edile, in un’ottica di sostenibilità ed economia circolare.

I punti cardine del progetto

INNOVAZIONI Presentato in Eseb il robot mobile che rivoluziona il lavoro in cantiere

L’Ente sistema edilizia Brescia è in prima linea nel proporre a imprese e professionisti del comparto innovazioni utili a ottimizzare il lavoro in cantiere e a garantire elevate performance costruttive. Per questo motivo ha ospitato nei propri spazi la presentazione di Spot, cane robot della Boston Dynamics che consente di automatizzare le attività di ispezione e l'acquisizione dei dati in modo sicuro, accurato e frequente. Cattura infatti immagini e video a 360° in interni o su siti esterni impegnativi. Le istantanee sullo stato di avanzamento del cantiere, acquisite di frequente, possono essere contestualizzate nei documenti di costruzione e utilizzate per automatizzare approfondimenti e rapporti sul lavoro attraverso le tecnologie di intelligenza artificiale emergenti. Camminando senza difficoltà nel cortile dell’ente ha trasportato, muovendosi sia in piano sia salendo gradini e scale, un laser

scanner sul dorso, grazie al quale ha prodotto una nuvola di punti su cui i partecipanti alla presentazione hanno lavorato e discusso nell’auditorium di Eseb, Lab dell'edilizia. Equipaggiato con tecnologie di scansione laser tridimensionale, Spot raccoglie dati 3D estremamente precisi sull'avanzamento della costruzione. Misura in remoto le aree critiche del sito e confronta le condizioni as-built con l'intento progettuale, all'interno del Bim, di rilevare tempestivamente le interferenze e di ridurre al minimo le rielaborazioni.

Lo stupore dei presenti si è mescolato alla consapevolezza che il futuro del mondo delle costruzioni, fatto di nuovi straordinari strumenti, è già qui. Spot è inoltre un alleato per migliorare le condizioni di sicurezza nei cantieri: ispeziona infatti gli spazi ristretti e tiene i lavoratori fuori da ambienti pericolosi.

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La tutela ambientale: si riduce la necessità di sfruttare e consumare risorse naturali, le quali vengono preservate. Inoltre, si evita che i rifiuti da demolizione e scavo vadano a incrementare il materiale presente nelle discariche. Al contrario, questi rifiuti diventano il punto di partenza per creare nuovi materiali riciclati da utilizzare nel settore delle costruzioni.

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Il riutilizzo delle materie prime: attraverso un processo di separazione selettiva, i diversi rifiuti da demolizione vengono suddivisi fra loro, in modo da facilitare il loro trattamento e riutilizzo all’interno di nuovi materiali da costruzione.

I punti di forza di Spot

 Trasporta e alimenta fino a 14 kg di apparecchiature di ispezione

 Usa la percezione a 360° per mappare il terreno ed evitare gli ostacoli quando appaiono

 Garantisce equilibrio dinamico in ambienti incerti con carichi utili fino a 14 kg

 Utilizza soluzioni predefinite da una rete esistente di fornitori di software e hardware di terze parti

Il nuovo “piano cave”: in futuro, il materiale che sarà possibile estrarre dalle cave sarà sempre più limitato, proprio per preservare le risorse naturali. Questo progetto mira, quindi, a trovare una soluzione sostenibile e vantaggiosa per le aziende, in quanto ai materiali che prima erano estratti dalle cave vengono sostituiti quelli derivanti dai rifiuti da demolizione.

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 È controllabile da lontano utilizzando un'applicazione tablet intuitiva e telecamere stereo integrate

 Programma missioni autonome ripetibili per raccogliere dati coerenti

 Naviga su ghiaia sciolta, erba, cordoli e scale

 Collega e integra hardware esterno unico utilizzando guide di montaggio e porte di carico utile

 Utilizza il Software Development Kit (SDK) per creare controlli personalizzati, programmare missioni autonome e integrare gli input dei sensori negli strumenti di analisi dei dati

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ofe ri pr utu r i f zamro a fcon un o do u ggia il t Scuola i delle Co ssionist ale ione pr on solide f u ani s m e dile br e struzioni. ello o liv di alt damenta sciana w et via della Garz ttta51 - 25133 Brescia - tel. 030 2007193 - info@eseb.it - www..eseb.it

La disciplina dell’End of waste, introdotta nel 2008 con la ricezione delle direttive europee in materia di rifiuti, ha lo scopo di definire quando avviene la cessazione della qualifica di rifiuto al termine di un processo di recupero. Il regolamento ha lo scopo di uniformarne l’applicazione della normativa nel territorio dell’Ue, senza creare disparità tra gli operatori economici dei diversi stati membri. La sua introduzione punta a facilitare e promuovere il riciclaggio, garantendo allo stesso tempo un elevato livello di tutela ambientale, riduzione del consumo di risorse naturali e della quantità di rifiuti avviati allo smaltimento. Eppure, in Italia la gestione dei rifiuti risulta ad oggi ancora complessa ed articolata dovuta proprio dalle ambiguità interpretative della normativa dell’End of waste e dalla mancanza di criteri nazionali specifici per determinati rifiuti.

Le differenze in Europa

Paragonando i regolamenti in vigore si riscontra che i rifiuti da demolizione e costruzione composti da cemento, calcestruzzo, mattoni, piastrelle e ceramica, sono accettati e generalmente considerati come materiali base per il recupero da quasi tutti i paesi europei. La difficoltà maggiore riguarda l’elenco dei parametri da verificare in termini di composizione chimica e lisciviazione, che risulta abbastanza diversa tra i paesi e ciò implica che sia l'importazione che l’esportazione di questi materiali non può, a priori, essere effettuata senza requisiti aggiuntivi da parte degli Stati membri. In particolare, si specifica che il Regno Unito non prevede alcun limite normativo per entrambe le verifiche di conformità ambientale, mentre il Belgio (Vallonia) prevede solo il rispetto dei limiti per il test di lisciviazione. In Francia e in

End of Waste in Europa

La normativa End of Waste in Italia

Austria i valori limite risultano differenziati in funzione dell’uso degli aggregati riciclati o di utilizzo finale a cui l’aggregato riciclato verrà destinato.

Si nota che, in termini di composizione chimica, l’Italia prevede il rispetto di un numero di parametri molto maggiore rispetto ai parametri previsti invece dagli altri Stati membri.

I limiti imposti risultano inoltre essere molto più restrittivi soprattutto per i Btex (sommatoria di benzene, toluene, etilbenzene e xilene), Pcb e idrocarburi policiclici aromatici (Ipa). In molti casi la concentrazione ammissibile di alcuni parametri (per esempio Idrocarburi, Ipa e Btex) tiene conto dell’eventuale presenza di componenti bituminose o di asfalto, sia elevando il valore massimo che, più spesso, considerando non determinante il valore ottenuto ai fini della valutazione di idoneità all’uso degli aggregati riciclati.

Oltre che in termini di parametri e limiti normativi da rispettare, le principali differenze si riscontrano anche in termini di modalità di esecuzione del test di cessione.

Relativamente ai valori limite da rispettare l’Austria non presenta limiti di lisciviazione per un numero considerevole di parametri rispetto agli altri paesi, soprattutto rispetto a Belgio e Paesi Bassi. Inoltre, i limiti richiesti da questi paesi

sono per la maggior parte dei parametri più tolleranti. Ciò significa che i materiali con lo status di EoW non possono essere prontamente accettati nei Paesi Bassi o Belgio senza ulteriori test sul rilascio di contaminanti, che consistono in diversi metodi di prova e sostanze da analizzare. Viceversa, quando i materiali vengono esportati dai Paesi Bassi e Belgio, i produttori devono verificare se i propri prodotti riciclati soddisfano i valori limite per lo più inferiori negli altri Stati membri.

Nella quasi totalità dei casi i valori massimi delle concentrazioni ammissibili risultano molto più elevati di quelli proposti in Italia e non mostrano alcuna somiglianza con i valori di concentrazione massima dei suoli, tanto meno con quelli relativi ad una destinazione residenziale e verde. Si è ancora in attesa di eventuali di evoluzioni del testo pubblicato in gazzetta lo scorso novembre, che attende i canonici 180 giorni per essere poi effettivamente operativo a maggio. In questo lasso di tempo il Governo può recepire gli eventuali correttivi proposti per la normativa, e se valutati utili potranno essere applicati al decreto, altrimenti resteranno i parametri già comunicati e per il settore del recupero da costruzione e demolizione si prospetteranno tempi duri.

Il regolamento del Mite sull’End of Waste per i rifiuti di costruzione e demolizione è entrato in vigore il 4 novembre scorso generando forti malcontenti nella categoria. La normativa stabilisce quali materiali o sostanze e in quali quantità possono essere presenti nel prodotto per poter cessare di essere definito rifiuto ed essere immesso in seguito nel mercato. Fra gli stati membri dell’Unione solo l’Italia risulta aver interpretato in maniera limitante tali criteri specifici di definizione dell’EoW, derivante da una preoccupazione generale degli utenti finali circa le proprietà chimiche, fisiche e meccaniche di questi materiali. L’Ance Lombardia ha lanciato sin da subito il grido di avvertimento, per segnalare che la normativa così composta, rischia di compromettere il mercato e buttare al macero tonnellate di inerti da recuperare. Purtroppo, mentre la ricerca ha sviluppato conoscenze per promuovere l'utilizzo degli aggregati riciclati in applicazioni più nobili, come la produzione di calcestruzzo, le carenze normative legate alla classificazione End of Waste restano un limite importante per il pieno raggiungimento di una completa economia circolare. Nel caso della produzione di aggregati riciclati, in Italia le principali criticità operative emergono relativamente alle procedure di valutazione dei componenti e degli inquinanti previsti dalla normativa sulla cessazione della qualifica di rifiuto. I nuovi limiti fissati dal Decreto spesso sono in contrasto con le scelte effettuate dai cinque Stati membri che hanno già adottato i criteri legislativi EoW per i rifiuti da demolizione e costruzione che sono: Olanda, Germania, Belgio, Austria e Francia.

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ambiente
La normativa stabilisce quali materiali o sostanze e in quali quantità possono essere presenti nel prodotto per poter cessare di essere definito rifiuto ed essere immesso in seguito nel mercato

ance giovani

Aggregati industriali Non chiamateli rifiuti ma risorse!

Il convegno, organizzato dal Gruppo giovani dell’Ance territoriale in collaborazione con Ance giovani, apre le attività del Consiglio nazionale dei giovani costruttori edili

Ogni anno nel mondo vengono consumati dai 16 ai 23 miliardi di tonnellate di materie prime, quali sabbia, ghiaia e cemento, per la costruzione di edifici e infrastrutture. Data la crescente scarsità di materie prime disponibili per l'estrazione dalle cave e il volume in aumento delle discariche, la necessita� di trovare un'alternativa ai materiali naturali sta diventando sempre più urgente. L’edilizia è il principale settore coinvolto nel processo di cambiamento, che individua nell’economia circolare e nello sfruttamento di aggregati riciclati enormi risorse per una produzione più attenta al rispetto dell’ambiente. Ma alcuni fattori limitano tale inversione di rot-

ta. Basti pensare che ad oggi il tasso di sostituzione degli inerti vergini con quelli da recupero è solo del 4%. Fra le principali cause si elencano una scarsa conoscenza delle opportunità legate al riciclo degli aggregati e delle sue proprietà. Ad oggi sono le tre strade che si possono seguire per la produzione di calcestruzzo: la prima l’utilizzo di aggregati naturali, cioè di origine minerale estratto principalmente da cave, la seconda l’impiego di aggregati riciclati, ossia materiali in organico prodotti da rifiuti da costruzione e demolizioni, e infine la terza il risultato dell’aggregato artificiale, come le scorie d’acciaieria, derivante da un processo industriale. Quest’ultima opzione rappre-

senta una risorsa dalle incredibili opportunità. Infatti, con una produzione totale di circa 23 milioni di tonnellate di acciaio nel 2019, l'Italia è il secondo produttore in Europa dopo la Germania. La quasi totalità dei forni si concentra nel nord dello stivale e in particolare in Lombardia. Mentre, una delle province più virtuose per quanto riguarda il settore siderurgico italiano è Brescia che conta 182 aziende operative delle quali undici contribuiscono per circa il 25-30% alla produzione di acciaio nazionale. Parallelamente alla produzione di acciaio, si registra anche la produzione di una grande quantità di scorie con valori intorno a 1,1 milioni di tonnellate nel 2019. Purtroppo, una parte considerevole di queste scorie non viene recuperata e viene ancora smaltita in discarica nonostante le buone caratteristiche prestazionali e i vari campi di utilizzo. Ma a portare il buon esempio in tema di economia circolare è ancora una volta Brescia, che nel convegno dal titolo “Recupero degli aggregati industriali e riutilizzo in calcestruzzi e asfalti” organizzato dal gruppo giovani dell’Ance territoriale in collaborazione con Ance giovani nazionale, ha presentato ai costruttori di tutta Italia buone prassi ed esempi concreti dell’impiego di tali risorse. Ne è una prova la collaborazione fra le imprese per la realizzazione del depuratore della Valtrompia. La progettazione dell’opera assegnata all’impresa Facchetti costruzioni Spa, ha coinvolto anche il Gruppo Gatti Spa unitamente alla Di.Ma Spa per la fornitura e realizzazione di un calcestruzzo riciclato

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nnn

Nella pagina precedente: da sinistra Nicola Mondini responsabile qualità di Di.Ma Inerti, Pasquale Zambito consulente del Gruppo Gatti, Santo Prandelli presidente di Ance Giovani Brescia, Angelica Donati presidente di Ance Giovani, Marcello Vezzola responsabile ricerca e sviluppo di Antonutti, Enrico Massardi funzionario servizio tributi e ambiente di Ance Brescia, Roberto Facchetti amministratore della Facchetti costruzioni.

In alto: Un momento dell’intervento di Marcello Vezzola.

con contributo ambientale significativo. “Siamo stati incaricati di studiare una miscela che contenesse la percentuale più alta di aggregato a fronte di una richiesta di ben 8000 mc di calcestruzzo e 1650 tonnellate di acciaio - dichiara Pasquale Zambito direttore tecnico di Cavetest e consulente del Gruppo Gatti Spa — Da qui è nata l’idea di creare la linea Green base con miscele ad alta prestazione garantita e di lunga durabilità”. Il calcestruzzo utilizzato per la realizzazione delle enormi vasche di stoccaggio del depuratore è frutto di una miscela composta da cinque diversi materiali fra sabbie, ghiaie e l’aggregato Di.Ma 8-20, il quale ha permesso al prodotto di mantenere una costanza simile a quella degli aggregati naturali e una massa volumica ridotta. In questo modo è stato possibile limitare al massimo i viaggi per il trasporto del materiale, riducendo le emissioni e il consumo di gasolio. Un lavoro di concerto supportato anche dalla Di.Ma, azienda di Montichiari specializzata nella produzione di aggregati industriali non legati, misti cementati, calcestruzzi e asfalti a freddo. “Nel 2022 abbiamo trattato sino a 571mila tonnellate di rifiuti, che corrispondo a circa 19mila bilici carichi di aggregato naturale, i quali incolonnati su una strada coprono un raggio di 247 km, più o meno la distanza che separa Brescia da Genova. Il benessere quindi è indubbio, perché si risparmiano materie prime in esaurimento, vengono meno le emissioni prodotte dalle macchine per l’estrazione e per il trasporto” dichiara Nicola Mondini, re-

sponsabile del controllo di qualità di Di.Ma Srl.

I vantaggi nell’impiego di materiali riciclati si riscontrano anche nel caso dell’assegnazione di gare d’appalto. Le normative favoriscono sempre di più l’utilizzo di prodotti green. Nello stesso piano del Pnrr è inserito il principio Do No Significant Harm (DNSH) il quale prevede che gli interventi in programma non arrechino nessun danno significativo all’ambiente. Mentre, nel 2008 è stato introdotto in Italia il Piano d’azione nazionale GPP che ha previsto l’adozione, con successivi decreti ministeriali, dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) per ogni categoria di prodotti, servizi e lavori acquistati o affidati dalla Pubblica amministrazione, volti a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita, tenuto conto della disponibilità di mercato. Un principio fondamentale per accedere ai finanziamenti.

Esperienza confermata anche da Roberto Facchetti, amministratore dell’omonima azienda vincitrice della gara d’appalto del depuratore della Valtrompia. “Un fattore premiante del progetto è stata la scrupolosa selezione dei fornitori che permettessero di rispettare determinati parametri. Innanzitutto, la vicinanza di 150 km dal cantiere, che ha permesso di ridurre le emissioni per il trasporto, oltre alle caratteristiche tecniche del prodotto pienamente soddisfatte”. Questo ha permesso all’azienda di entrare nel range prestabilito nel capitolato e aggiudicarsi la realizzazione dei lavori.

Ma l’impiego più comune delle scorie di acciaieria consiste nella realizzazione di pavimentazioni stradali. Come la nuova autostrada del Brennero realizzata con l’utilizzo di un materiale ricavato dagli aggregati industriali d’acciaieria targato made in Brescia. A produrlo è stata l’impresa di Lonato del Garda Antonutti Srl, del Gruppo Vezzola Spa, che si occupa della realizzazione stradali di pregio, con l’impiego di materiali innovativi e dalle ottime performance. Per la pavimentazione di un tratto dell’autostrada l’impresa ha studiato appositamente un conglomerato bituminoso ad alto tenore di vuoti, dalle caratteristiche drenanti e fonoassorbenti. “Abbiamo introdotto nel mix-design granelle che hanno permesso di aumentare l’aderenza e quindi la sicurezza della strada durante la sua percorrenza” dichiara Marcello Vezzola, responsabile della ricerca e sviluppo del Gruppo Vezzola Spa.

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Welfare Nel 2022 erogati venti milioni di euro

Il sostegno di Cape a lavoratori, impiegati e imprese iscritte

La Cassa edile di Brescia registra un bilancio positivo dei sostegni erogati nel corso del 2022. L’ente dichiara che sono stati assegnati 17 milioni destinati a oltre 19mila lavoratori come copertura per l’annuale gratifica natalizia, istituto storico e peculiare del sistema edile. Inoltre, sono stati erogati quasi tre milioni di euro a sostegno di impiegati, operai e imprese iscritte in Cassa. Le richieste per il riconoscimento destinato ai giovani operai tornano ai livelli del 2020. È il premio istituito dalla Cassa edile come forma di supporto per avvicinare i ragazzi al comparto, che viene consegnato ad ogni operaio iscritto (di età compresa tra i 15 e i 18 anni) che ne fa richiesta, con almeno un anno di esperienza. Ma restano ancora poche le domande rispetto a un’opportunità di gratifica interessante per i giovani. In contrapposizione ai dati positivi, si segnala un timido incremento dell’erogazione dei sussidi di pensione, che evidenzia la problematica del ricambio generazionale sofferta dal sistema. In tre anni le richieste dei sussidi hanno mantenuto una variabile pressoché stabile con un incremento nel 2022 solo dell’11% rispetto allo scorso anno. Dato che risulta inconciliabile con la crescita elevata degli addetti.

Più che positivo è l’incremento dell’erogazione dei sussidi scolastici che la Cassa edile bresciana riconosce ad ogni figlio fiscalmente a carico del lavoratore iscritto, che frequenti la scuola media, superiore o l'università. Nell’anno 2022 la Cassa ha erogato quasi 400mila euro, per un totale di 1.062 sussidi. Le richieste maggiori interessano gli assegni di studio per le scuole superiori che raggiungono un importo pari a 185mila euro. Le spese didattiche delle scuole elementari si aggirano attorno ai 45mila euro. Crescono infine le richieste per le borse di studio universitarie: centosettanta due domande per un valore superiore ai 152mila euro.

Dal 1° ottobre del 2020 è operativo anche il fondo Sanedil, che riconosce un’assistenza integrativa in campo sanitario, costituito dal sistema Ance, unitamente alle altre realtà associative e alle organizzazioni sindacali Feneal, Filca e Fillea. Il fondo garantisce prestazioni sanitarie che spaziano dalle cure odontoiatriche, fino a pacchetti di screening specialistici, a disposizione non solo degli operatori, ma anche dei propri familiari. Da ultimo si segnala nel 2022 un aumento dell’8,8% dei rimborsi di malattia per le imprese, a conferma della sempre maggior attenzione del sistema edile al benessere dei dipendenti. Questo elemento positivo fa ben sperare sulla capacità di Cape di essere percepita, anche dai nuovi imprenditori come centrale per il buon andamento del settore.

Nicolò Depellegrin è il nuovo direttore

Dal 1° gennaio Cape è sotto la guida di un nuovo direttore, il dottor Nicolò Depellegrin, che succede al ragioniere Enrico Parmiani, dal 2006 alle redini della Cassa edile, che ha maturato il diritto alla pensione. Impegnandosi per lavorare in continuità con quanto portato avanti dal direttore uscente sul fronte della legalità, della sicurezza, dei servizi assistenziali e del welfare aziendale, Depellegrin esprime la volontà di rafforzare i percorsi delineati a favore dello sviluppo digitale del settore e di consolidare la sinergia esistente tra gli enti bilaterali dell’edilizia bresciana.

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cape
Il fondo garantisce prestazioni sanitarie che spaziano dalle cure odontoiatriche, fino a pacchetti di screening specialistici, a disposizione non solo degli operatori, ma anche dei propri familiari

CASSA EDILE AWARDS 2022

Per Brescia il podio in tre categorie

Livio Pasini, classe 1961, lavora per la Pavoni SpA da 35 anni e ha ricevuto il premio Maratoneta 2022 come vincitore assoluto con più ore lavorate da sempre, grazie alla segnalazione della Cassa edile di Brescia. Per l’occasione è stato accompagnato dai rappresentanti dell’azienda, Damiano Pavoni e Tiziano Pavoni. Quest’ultimo, presidente del Consiglio di amministrazione della Pavoni Spa, durante la cerimonia di premiazione, ha speso alcuni emozionanti parole nei confronti del proprio dipendente: “Livio ha iniziato con noi il proprio percorso lavorativo e il suo contributo ha indubbiamente fatto crescere l’azienda, così come penso che quest’ultima abbia fatto crescere lui. Oggi sta formando un giovane che lo sostituirà. L’azienda gli deve tutto e spero che, nel corso degli anni, questa sia riuscita a dargli in cambio tutto ciò che era giusto tornare a un lavoratore così dedito alla sua professione”.

Al secondo posto nel 2020 nella categoria Top Player (per maggior numero di ore lavorate) e poi sul primo scalino del podio nel 2021 e nel 2022 nella categoria Endurance (per denunce ininterrotte presso la Cassa edile, senza sospensioni), lo Studio di consulenza Pelizzari-Bracuti ha eccelso per il terzo anno consecutivo ai Cassa edile awards. Grande è stata l’emozione nel salire di nuovo sul palco, che alla soddisfazione personale dei premiati, ha aggiunto l’orgoglio di rappresentare la provincia bresciana: “Abbiamo rappresentato la nostra provincia in un contesto molto significativo per il mondo dell’edilizia quale è il Cassa edile awards. Un’iniziativa che va aldilà delle semplice manifestazione di settore, visto che premia l’importanza fondamentale del rispetto della legalità e della correttezza dei comportamenti, in un comparto dove questi due aspetti devono avere sempre di più un ruolo di fondamentale centralità” commenta il ragionier Alberto Pelizzari.

“Il nostro Studio opera nel campo della consulenza del lavoro dal 1957. In questi 65 anni tantissime cose sono cambiate. Si pensi solo a come dai vecchi libri paga scritti a mano, che non si potevano rimuovere dalle sedi aziendali, siamo passati alla digitalizzazione spinta dei nostri tempi, dove la carta è quasi ormai abolita e tutto viaggia in rete per i rapporti con i vari Istituti previdenziali e assistenziali.

Livio

Per giungere, infine, alla consultazione della “busta paga” direttamente sullo smartphone del singolo dipendente. L’approccio del nostro Studio è sempre stato caratterizzato dai due aspetti cui facevamo cenno prima, il rispetto della legalità e la correttezza dei comportamenti. Aspetti che a nostro avviso saranno sempre più raggiungibili se nel futuro ci sarà anche una semplificazione dell’abnorme mole di obblighi che attanaglia il settore edile. Semplificazione che ci auguriamo giunga quanto prima”.

Ad aggiudicarsi, infine, il premio Cassa edile awards come lavoratore più giovane ad oggi in servizio, Leonardo Bertoletti, studente della Scuola edile bresciana, che lavora per l’impresa edile di famiglia Edil Bertoletti Srl: “Essere premiato davanti a centinaia di persone come vincitore della categoria Giovane promessa mi rende veramente contento e orgoglioso. Un grazie lo devo anche alla Scuola edile di Brescia, che frequento alternando scuola e lavoro. In questo modo posso ottenere una formazione completa: tra i banchi al mattino e il pomeriggio nell’impresa di famiglia. Mi sono appassionato al mondo delle costruzioni proprio andando da piccolo con mio padre nei cantieri, così ho deciso di intraprendere questa strada che spero possa darmi nel corso degli anni ancora più soddisfazioni”.

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Pasini, secondo da sinistra, sul palco per la consegna del premio. A destra nella fotografia Tiziano Pavoni. Al centro della fotografia, per lo Studio Pelizzari Bracuti, Federica Bertasio, Silvia Mantovani e Alberto Pelizzari.
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Un momento della premiazione di Leonardo Bertoletti.
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UN SUPPORTO PER I LAVORATORI E LE IMPRESE EDILI INNOVAZIONE E WELFARE

ance brescia

Dai notiziari mensili di gennaio e febbraio 2023, una panoramica su alcune delle ultime novità in tema di tributi, ambiente, trasporti, lavori pubblici e lavoro.

Tutte le notizie sono riportate anche sul sito internet dell’Associazione: ancebrescia.it

TRIBUTI gennaio / Detrazione del 50% per l’acquisto di case in classe

A e B per tutto il 2023

La Legge di Bilancio 2023 ha previsto una detrazione Irpef pari al 50% dell’Iva pagata sull’acquisto di abitazioni in classe A e B cedute dalle imprese costruttrici. Questa misura, fortemente voluta dall’Ance, si applicherà ai rogiti stipulati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023.

AMBIENTE gennaio / Adr: trasporto rifiuti pericolosi.

Quando è obbligatorio il consulente per la sicurezza

L’Accordo europeo per il trasporto internazionale su

strada delle merci pericolose (Adr) raccoglie la complessa disciplina che deve essere rispettata dagli operatori coinvolti nel trasporto di merci pericolose.

In merito all’obbligo del consulente per la sicurezza, si ritiene che siano esentate le imprese che movimentano merci pericolose (es. gasolio, benzina) entro i limiti dell’esenzione di cui al capitolo 1.1.3.6 dell’Adr. Dovranno,

invece, nominare il consulente le imprese che risultino essere soggetti “speditori” di una merce considerata pericolosa anche ai fini Adr e ciò anche se per il trasporto si avvalgono di un’impresa a ciò abilitata. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in attesa di uno specifico decreto, con circolare del 21 dicembre 2022, ha fornito alcuni chiarimenti sui casi di esenzione dalla nomina

del consulente Adr per gli “speditori”. Per maggiori informazioni, visitare il sito dell’Associazione.

TRASPORTI gennaio / Calendario dei giorni vietati alla circolazione (anno 2023)

Il Ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili ha reso disponibile il decreto 13 dicembre

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2022 contenente il calendario per le limitazioni alla circolazione stradale dei mezzi pesanti fuori dai centri abitati per l’anno 2023. Sul sito di Ance Brescia il decreto ministeriale con l’elenco completo delle date.

gennaio / Rimborso sui quantitativi di gasolio consumati nel mese di dicembre 2022

L’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli segnala che, a seguito dell’incremento dell’aliquota di accisa sul gasolio usato come carburante, riprende efficacia dal 1° dicembre 2022 al 31 dicembre 2022 il beneficio fiscale previsto per gli esercenti determinate attività trasporto di merci e di persone. Scopri di più sul sito dell’Associazione.

LAVORI PUBBLICI gennaio / Obbligo di utilizzo dei prezzari aggiornati, pena l’annullamento della gara

Secondo il Tar Campania (05/12/2022, n. 7596), la Stazione appaltante ha l’obbligo di applicare i prezzari aggiornati. Il mancato utilizzo dei nuovi prezzari determina l’annullamento della gara. Con riferimento all’art. 26, D.L. 50/2022 (c.d. Decreto Aiuti), al fine di fronteggiare gli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali da costruzione, nonché dei carburanti e dei prodotti energetici, in relazione agli appalti pubblici di lavori, si impone alle Regioni l’aggiornamento infrannuale dei prezzari in uso e l’applicazione dei prezziari

aggiornati alle procedure di gara avviate successivamente all’entrata in vigore del medesimo decreto.

gennaio / Legge di Bilancio 2023. Proroga della disciplina sull’incremento dei prezzi (Dl Aiuti)

Con specifico riferimento al settore delle opere pubbliche, la Legge di Bilancio per il 2023 (n. 197/2022) riveste particolare importanza, in quanto contiene, all’art. 1, alcune disposizioni sia in tema di aggiornamento dei prezzari, sia di revisione dei prezzi dei lavori in corso di esecuzione, volte a supportare le imprese nel fronteggiare gli aumenti eccezionali dei prezzi anche per il 2023. Le disposizioni, fortemente attese dagli

operatori del settore, sono state frutto di un’intensa azione da parte di Ance.

LAVORO

gennaio / Tasso disparità uomo/ donna. Decreto interministeriale 16 novembre 2022, n. 327

È stato pubblicato sul portale informatico del Ministero del Lavoro il Decreto interministeriale del 17 novembre 2022, n. 327, che individua, per l’anno 2023, i settori e le professioni caratterizzati da un tasso di disparità uomodonna che, sulla base delle elaborazioni effettuate dall’Istat nel 2021, supera almeno del 25% il valore medio annuo nazionale.

Per saperne di più: www.ancebrescia.it.

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ance informa
Nel corso dell'Open day svolto a dicembre la Scuola edile bresciana ha aperto le porte a ragazzi e famiglie interessati a conoscere l’offerta formativa del prossimo anno scolastico
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CASSA EDILE AWARDS 2022

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Welfare Nel 2022 erogati venti milioni di euro

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Aggregati industriali Non chiamateli rifiuti ma risorse!

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pages 60-61

End of Waste in Europa

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pages 59-60

I punti cardine del progetto

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Riutilizzo dei materiali edili

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La difesa dell’interesse pubblico e del patrimonio ambientale

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pages 51-55

dalla natura

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La metodologia di studio applicata

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Il ciclo di vita della produzione di aggregato riciclato

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il futuro dell’edilizia Il settore della costruzione Innovare, scomparire o sopravvivere?

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I dati aggiornati del made in Brescia Un bilancio dell’anno trascorso

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pages 42-43

Castello di Padernello Una testimonianza del rinascimento motore di cultura

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pages 40-41

focus l’industria delle costruzioni

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focus l’industria delle costruzioni I bandi di gara per lavori pubblici in Italia

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L’edilizia cresce. Previsto un calo nel 2023

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pages 34-35

Parola d’ordine: recuperare

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pages 30-31

Rinnovo del contratto collettivo provinciale

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storia per il domani Un capolavoro di costruzione acrobatica: la Gardesana occidentale

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pages 24-28

Il punto sul DL Aiuti quater

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Nasce il gruppo delle imprese specialistiche di Ance Brescia

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pages 18-19

Campus Edilizia Brescia Il punto del progetto dopo cinque anni di attività

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Scopriamo le sei copertine, nate dal concorso che testimonia la crescita della rivista

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L’arte fotografica per raccontare l’essenza del costruito

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editoriale / 2 Anno nuovo vecchie abitudini

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editoriale / 1 Un commento a caldo sulla Manovra 2023

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