Voci - Numero 2 Anno 5 - Amnesty International in Sicilia

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Sociologia

LE NOSTRE REAZIONI ALL’IMMIGRAZIONE di Aristide Donadio

Ragazze etiope-israeliane con il volto dipinto a una manifestazione contro il razzismo e la discriminazione. Gerusalemme, Israele 2012 © SEBASTIAN SCHEINER / AP Photo

“L’illuminismo, nel senso più ampio di pensiero in continuo progresso, ha perseguito da sempre l’obiettivo di togliere agli uomini la paura e di renderli padroni. Ma la terra interamente illuminata splende all’insegna di trionfale sventura” M. Horkheimer, T. W. Adorno “Dialettica dell’illuminismo” Cercare di fornire motivazioni etiche e spiegazioni razionali a quanti, dalle singole persone ai grandi raggruppamenti, mostrino atteggiamenti e condotte intolleranti o razziste, è inutile e può addirittura sortire effetti controproducenti, inducendo non certo dei ripensamenti, ma ulteriori difese come la costruzione di nuovi alibi. Erich Fromm 1 sostiene che, per poter aggredire altri esseri umani, sono necessarie due condizioni: deumanizzarli e deresponsabilizzarsi. E’ necessario de-umanizzare le prossime vittime poiché, altrimenti, il percepirle come simili a sé indurrebbe inevitabilmente sentimenti di colpa con tutte le possibili conseguenze, come sintomi psico-somatici ed altro; per evitare l’innesco di percezioni sim 1  -  cfr. E. Fromm, Anatomia delle distruttività umana, Mondadori, Milano, 1978

Voci - SETTEMBRE 2019 N.2 / A.5

patiche va ridotta, se non annullata, la co-specificità, l’idea dell’appartenenza alla stessa specie, e, quindi, allo stesso destino. Per questo motivo Goebbels, responsabile della propaganda nazista, diffuse immagini di due figure, quella di una capra e quella di un ebreo, che lentamente convergevano, sino a indurre nel pubblico la conclusione della somiglianza fra i due e, quindi, della lontananza degli ebrei dalla specie umana. Allo stesso modo si evita di usare il termine, con tutti gli inevitabili rimandi che esso può avere, di -persone- quando ci si riferisce a quanti scappano da guerre, calamità o carestie, preferendo espressioni asettiche, neutre e giuridico-burocratiche come -clandestini-. La de-responsabilizzazione punta invece a ridurre o eliminare la percezione di sé come causa o fonte dell’atto distruttivo. Esempio tipico, almeno fino a non molti anni fa, veniva dato dalla presenza di tre diversi agenti di polizia penitenziaria, che premevano tre diversi pulsanti, ignorando quale dei tre effettivamente avrebbe dato la scossa letale al condannato a morte per sedia elettrica negli U.S.A. Allo stesso modo è possibile non sentirsi in colpa nel determinare il “reato di solidarietà” (favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, nda), come lo definisce Roberto Escobar 2 all’interno di ciò che Mimmo Lucano definisce il “decreto della disumanità” 3 (il  2 - AA.VV, E’ stato il vento, Novanta, Roma, 2019, p. 144  3  -  op. cit., p. 138

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