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Migrazione /Editoriale

EDITORIALE

di Chiara Di Maria

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MIGRAZIONE: “in genere ogni spostamento, definitivo o temporaneo, di gruppi di esseri viventi (uomini o animali) da un territorio ad un altro, da una ad un’altra sede, determinato da ragioni varie, ma essenzialmente per necessità di vita”

Questa è la definizione di migrazione trovata in un vecchio vocabolario di lingua italiana della libreria di casa.

Sono banalmente partita da un vocabolario perché credo che per ben comprendere un fenomeno bisogna innanzitutto partire dalla comprensione delle parole che lo identificano. Il fenomeno migratorio quindi, dalla citata definizione, non si qualifica come una situazione emergenziale o eccezionale, ma come un fenomeno assolutamente naturale per gli esseri umani e gli animali la cui causa è essenzialmente legata all’altrettanta naturale propensione dell’essere vivente alla conservazione della propria specie e alla sopravvivenza.

Ebbene, l’errore di base in cui spesso oggi si incorre parlando di fenomeno migratorio è quello di demonizzarlo solo perché esiste la percezione che esso possa intaccare gli equilibri di una nazione o più nazioni coinvolte senza però soffermarsi sulla naturalezza dello stesso. Uomini e donne, infatti, migrano proprio per “necessità di vita”: povertà, corruzione delle forze politiche, sfruttamento delle terre e delle materie prime da parte delle multinazionali, cambiamenti climatici, conflitti armati, persecuzioni etniche e di genere.

Nessuno lascia la propria casa se non per necessità, perché nessun luogo è migliore della propria casa!

Questa è l’idea di casa che è emersa dalle tante storie di migranti raccolte da Amnesty International che tentano di raggiungere l’Europa via terra o via mare: uomini e donne che si muovono per fuggire dai pericoli dei loro paesi di origine perché vogliono vivere, e vogliono farlo al meglio! E, invece, si trovano costretti ad affrontare gli ulteriori pericoli del viaggio legati a rotte e percorsi non sicuri, e all’inospitalità dei porti in cui arrivano.

E mentre in questi giorni può essere valutato positivamente l’accordo raggiunto a Malta riguardante un meccanismo temporaneo di sbarco delle persone soccorse nel Mediterraneo centrale, a lungo sollecitato dall’organizzazione per i diritti umani, Amnesty International si augura che l’attuazione di questo patto ponga fine all’osceno spettacolo di persone lasciate in mare per settimane a bordo delle navi che le hanno soccorse, in attesa di sapere dove, o persino se, potranno sbarcare.

Sebbene riguardi solamente le persone soccorse nel Mediterraneo centrale, l’accordo raggiunto dai ministri degli Interni di Francia, Germania, Italia e Malta e da rappresentanti della presidenza del Consiglio dell’Unione europea e della Commissione europea è il segnale che i leader europei possono iniziare finalmente a gestire l’immigrazione in modo più responsabile e umano. Adesso è fondamentale che molti altri stati membri si uniscano presto all’accordo.

Amnesty International continua a chiedere ai governi europei la cessazione della criminalizzazione della solidarietà e degli attacchi al sistema dell’immigrazione e dell’asilo e il contrasto all’odio derivante da un’errata percezione del fenomeno migratorio. Chiediamo al Governo Italiano di rafforzare il dialogo con gli altri leader dell’Unione europea nell’elaborazione di un serio piano riguardante gli sbarchi, la riforma del sistema di Dublino e percorsi sicuri e legali che forniscano alternative alle persone che si imbarcano in viaggi pericolosi; subordinare la cooperazione con la Libia ad alcune condizioni imprescindibili circa il trattamento di migranti e rifugiati; rivedere il sistema introdotto con il Decreto sicurezza in materia di protezione internazionale e avviare politiche di integrazione serie e di ampio respiro, a partire dal pieno reintegro del sistema Sprar.

Solo l’integrazione fondata sul rispetto e la valorizzazione della multiculturalità, infatti, può condurre ad una ragionevole gestione del fenomeno migratorio, non certo la paura e l’odio generalizzato.

Chiara Di Maria: Responsabile Circoscrizione Sicilia Amnesty International Italia