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Mutamenti climatici e fenomeni migratori: non si fugge solo dalle guerre /Attualità

MUTAMENTI CLIMATICI E FENOMENI MIGRATORI: NON SI FUGGE SOLO DALLE GUERRE

di Daniela Brignone

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Il circolo Polare Artico è l’inizio di tutto. Un luogo sperduto, dove la lotta per la sopravvivenza è un problema quotidiano, rappresenta il barometro dei cambiamenti climatici, confermando la regola dell’”effetto farfalla” secondo il quale un minimo mutamento in un territorio può provocare grandi devastazioni all’interno di un sistema. Ne è convinto Franco Guarino, esploratore e reporter, autore di imprese audaci e di racconti di viaggio, che ha trascorso lunghi periodi in quell’area ai confini del mondo per studiare la relazione tra migrazioni e cambiamenti climatici, per indagare l’uomo e il suo habitat in rapporto al territorio, ma anche la fauna e le sue migrazioni. È qui che si concentrano le spedizioni organizzate dai vari Paesi, mirate alle ricerche scientifiche sui temi del buco dell’ozono e dell’ambiente marino e atmosferico, atte a percepirne anche le minime variazioni e a valutarne l’impatto sull’ecosistema.

Orso polare. Mar glaciale artico

Orso polare. Mar glaciale artico

Foto per gentile concessione di Franco Guarino

Lo scioglimento dei ghiacciai, racconta Guarino, un processo inesorabile ormai avviato da tempo, monitorato costantemente dalla Nasa che ne rileva la deriva, da una parte rende accessibili territori che prima non lo erano, dall’altra provoca conseguenze disastrose causate dall’alterazione delle temperature marine e del sistema delle correnti. Nello stesso tempo, il confluire dell’acqua dolce nel mare ne modifica l’habitat. La liberazione del suolo dai ghiacci innesca conseguentemente una corsa all’utilizzo sfrenato delle materie prime a cui partecipano varie potenze mondiali: terre di nessuno in cui non vige alcun trattato, diventano luoghi di scoperta e di opportunità, teatri di speculazioni e manipolazioni ambientali. La Russia, tra gli altri, per facilitare i trasporti fluviali nei territori emersi dalle nevi siberiane, luoghi incolti e ostili, appronta un sistema di comunicazione attraverso una rete ferroviaria che collega i fiumi dei quali sfrutta l’energia elettrica e le risorse.

L’inquinamento, le mutazioni dell’ecosistema, provocati dall’eccessivo sfruttamento e dal conseguente depauperamento dei territori che sfociano in ineluttabili disastri nell’ecosistema, diventano la causa delle nuove migrazioni, dei cosiddetti “rifugiati ambientali”, secondo una definizione coniata dal professore egiziano El-Hinnawi nel 1985. Le geografie mutano lentamente e inesorabilmente di pari passo con i bisogni e le esigenze delle popolazioni per le quali diventa impossibile l’adattamento e inevitabile il cambiamento dei riferimenti vitali.

Insieme al Circolo Polare Artico, anche le aree sahariane costituiscono un punto di osservazione fondamentale per lo studio del clima. In questi territori africani, l’avanzare della desertificazione costringe gli abitanti a spostarsi, mutando le proprie abitudini e generando conflitti per assicurarsi gli approvvigionamenti alimentari. Il Kenya, lacerato da guerre tribali per il controllo dell’acqua, è l’esempio di uno scenario destinato ad allargarsi ad altri Paesi. L’Egitto è tra quelli più a rischio in quanto sfrutta le risorse idriche del Nilo, un fiume condiviso da 9 territori ai quali spetta l’utilizzo di determinate percentuali di acqua che saranno sempre meno rispettate con il passare del tempo a causa della crescita demografica incontrollata. Un dominio che coinvolgerà sempre più nazioni, mercificando un bene essenziale per la sopravvivenza che viene così privato delle sue accezioni vitale e simbolica, ridotto a puro business.

Secondo la Banca Mondiale, entro il 2050 si prevede una migrazione di circa 143 milioni di persone causata dai cambiamenti climatici, delle quali più della metà provenienti dal territorio sahariano.

Camion carico di migranti nel deserto del Sahara

Camion carico di migranti nel deserto del Sahara

Foto per gentile concessione di Franco Guarino

La velocità del riscaldamento globale e i conseguenti mutamenti hanno già iniziato a destare preoccupazione presso gli organi di governo al punto che, già nel 2015, a Parigi, è stato firmato un accordo al fine di elaborare strategie per limitare gli effetti del surriscaldamento, riducendo le emissioni di gas serra, e per bloccare, a partire dal 2020, l’aumento delle temperature al di sotto dei due gradi. Un accordo ratificato dall’Unione Europea ed entrato in vigore il 4 novembre 2016 al quale hanno aderito 195 paesi del mondo, ad esclusione dell’Italia e della Germania. L’impegno dei governi è notevole perché comporterà una revisione dei settori economici, oltre ad un’assunzione di responsabilità in ordine allo sfruttamento e al degrado.

L’attuazione di questi trattati porterà ad una variazione delle abitudini e degli stili di vita della popolazione che diventa necessaria per difendere il patrimonio e la geografia dei luoghi ormai irrimediabilmente alterati, per preservarne quel pò di purezza e di genuinità che ancora permangono.

Le spedizioni di Guarino nei luoghi ancora incontaminati, l’incontro con le popolazioni, l’osservazione dei loro usi e costumi, lo hanno introdotto in realtà destinate ad un mutamento dettato dalle nuove esigenze climatiche. Il suo è un resoconto drammatico di ciò che ha vissuto e che ha testimoniato attraverso i reportage per denunciare gli sprechi, i soprusi e le ingiustizie collegati alle migrazioni. Testimonianze che toccano il profondo dell’animo, che raccontano di una manipolazione, quella della natura e dell’uomo, che condurranno alla distruzione del pianeta senza uno sforzo collettivo. Che racconta, altresì, di valori vitali, perché si diffonda la consapevolezza di quanto stiamo perdendo e di ciò che resterà dopo il nostro passaggio.

Franco Guarino in Kotzebue, Alaska, USA

Franco Guarino in Kotzebue, Alaska, USA

Siberia

Siberia

Foto per gentile concessione di Franco Guarino

Cani da slitta

Cani da slitta

Foto per gentile concessione di Franco Guarino

Colonie di foche in Antartide

Colonie di foche in Antartide

Foto per gentile concessione di Franco Guarino

Un iceberg su cui staziona una colonia di foche in Antartide

Un iceberg su cui staziona una colonia di foche in Antartide

Foto per gentile concessione di Franco Guarino

La tenda di Franco Guarino nel deserto del Sahara

La tenda di Franco Guarino nel deserto del Sahara

Tombe nel deserto. Sahara libico

Tombe nel deserto. Sahara libico

Foto per gentile concessione di Franco Guarino

Daniela Brignone: Storica dell’arte e critica