Voci - Numero 2 Anno 5 - Amnesty International in Sicilia

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Responsabilità sociale

MULTINAZIONALI, CORRUZIONE, POVERTÀ E MIGRAZIONI di Marta D’Alia

Un uomo mostra soldi spicci in valuta CFA in un mercato di Abidjan. In Costa d’Avorio, così come in molti altri paesi dell’area geografica, la mancanza di soldi spicci mette freno alle transizioni quotidiane e incoraggia le popolazioni locali a trovare soluzioni alternative. Abidjan, Costa d’Avorio, 29 marzo 2019 © SIA KAMBOU/AFP/Getty Images

Si sente spesso ripetere il leit motiv “aiutiamoli a casa loro”, riferito ai migranti che scappano da situazioni di povertà diffusa e guerre in numerosi paesi dell’Africa Sub-sahariana, dalla Siria, dallo Yemen e da altri numerosi paesi. Ma pochi si interrogano su come sia possibile trasformare questo modo di dire generalmente vuoto in un esperimento concreto di cooperazione. L’esempio di ciò che può accadere è la Costa d’Avorio, paese che dopo un colpo di stato alla fine degli anni ‘90, ha vissuto una spaccatura del paese letteralmente in due (il Nord e il Sud) per otto lunghi anni in cui la linea di demarcazione al centro del paese è stata controllata dalla Forza Licorne francese. Nel 2010, si sono tenute le prime elezioni democratiche dopo undici anni di empasse e governo di unità nazionale. A seguito di tali elezioni, sono però seguite degli scontri post-elettorali terminati nell’aprile del 2011 quando l’attuale Presidente della Repubblica, Alassane Ouattara, economista stimato a livello internazionale, assume legittimamente la presidenza. Il paese da lui guidato vive sin da quel momento una fase di grande Voci - SETTEMBRE 2019 N.2 / A.5

espansione economica con un PIL annuo che si è aggirato negli ultimi otto anni intorno alla media annua del +7%. Eppure la Costa d’Avorio è attualmente e già da diversi anni uno dei primi paesi di emigrazione dell’Africa dell’Ovest. Allora la domanda è: perché? Se si analizzano i fenomeni socio-economici ivoriani, è possibile notare un enorme divario tra le condizioni di vita della metropoli Abidjan di una classe media sempre più benestante e tendenzialmente non disposta a migrare, e le condizioni di vita nelle campagne e nella zone più remote del paese, in cui i trafficanti di esseri umani effettuano il recruitment di coloro che diventeranno migranti irregolari, in un percorso che li porterà in Libia prima e solo in caso fortunato, in Europa dopo. E allora se la povertà è un elemento atavico che spinge in tutte le parti del mondo gli esseri umani che ne sono afflitti, a migrare, oggi come nel passato, è pur vero che altre altrettanto rilevanti ragioni possono essere individuate come cause o con-cause del fenomeno migratorio. Tra queste, è indubbio che la corruzione e lo sfruttamento delle terre e delle materie prime da parte di multinazionali abbiano una rilevanza enorme. La responsabilità del 10


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