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Picnic ad Hanging Rock L. Luisi
from Alternativa 4_2022
PICNIC AD HANGING ROCK
Laura Luisi
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Nota preliminare dell’autrice: “Se Picnic ad Hanging Rock sia realtà o fantasia, i lettori dovranno deciderlo per conto proprio. Poiché quel fatidico picnic ebbe luogo nell’anno 1900 e tutti i personaggi che compaiono nel libro sono morti da molto tempo, la cosa pare non abbia importanza”. Australia, Contea di Macedon Ranges, anno 1900. Le prime pagine del libro raccontano l’inizio di una giornata che sembra nata sotto i migliori auspici, il giorno di San Valentino del 1900, una splendida mattina d’estate che risveglia le creature della macchia australiana, e non solo quelle, inondandole di sole. Le studentesse ospiti del prestigioso Appleyard College (tutte meno la piccola Sara Waybourne, in punizione per il suo scarso rendimento), contagiate dall’euforia di una natura così bella, si preparano per l’evento dell’anno: il picnic di San Valentino che si farà alle pendici della maestosa Hanging Rock, una formazione di roccia preistorica che si erge nel mezzo del fitto bush australiano. Per l’occasione indossano i loro abiti e accessori più belli …Un incipit che, ritraendo il frusciare di mussole e pizzi, di guanti e cappelli, insieme agli scambi di biglietti augurali e romantici in onore del Santo, le chiacchiere, i commenti e i pettegolezzi, raffigura i simboli di una giovane e inquieta popolazione femminile della borghesia di Melbourne. Felici di lasciare anche soltanto per un giorno il lugubre college e la sua perfida direttrice, la signora Appleyard, le ragazze si avviano, insieme a due insegnanti, verso la carrozza che le condurrà alla meta. Ed ecco che, dopo un viaggio attraverso la soffocante pianura dell’estate australe, “ …la Hanging Rock era apparsa spaventosa all’improvviso. Immediatamente davanti a loro, la grigia massa vulcanica tutta lastre e pinnacoli come una fortezza sorgeva dalla deserta pianura gialla. Le tre ragazze a cassetta riuscivano a scorgere le linee verticali delle pareti rocciose, squarciate qua e là da ombrature azzurrine, chiazze di cornioli grigioverdi, massi affioranti immensi, formidabili perfino da questa distanza”. Un’immagine così potente non può che esercitare un’irresistibile attrazione in quelle tre ragazze che per prime l’hanno vista, Miranda, Marion e Irma, le “elette” dal destino per sondare le viscere e i segreti di quella stessa roccia. Saranno loro, seguite dalla piccola e ottusa Edith, dopo il picnic, ad allontanarsi dal gruppo, per esplorare Hanging Rock. Il terzo capitolo è il cuore del romanzo e ne preannuncia il dramma … La descrizione della lenta ascesa di quattro ragazze vestite di bianco, il silenzio, il sole cocente, un’atmosfera dove realtà, spazio e tempo perdono significato, hanno un impatto fortissimo su chi legge ed evocano tristi presagi. Lassù più nulla le trattiene, non la paura dell’ignoto, né le convenzioni, non la fatica, né i richiami angosciati di Edith. Le tre “elette” avanzano verso la sommità in un’atmosfera sospesa, attratte da una fatale connessione con quella strana natura e con il mistero che la pervade, fino a sparire nella feritoia di un monolite. L’oscuro mistero di quelle millenarie formazioni vulcaniche rimane nascosto all’interno di fenditure del terreno e nei passaggi molto stretti che sembrano condurre ad una dimensione “altra”. Soltanto Miranda, che guida la spedizione, personalità gentile, empatica e quasi profetica, sembra consapevole che la sua vita è a una svolta. E intanto Edith, confusa, lacera e terrorizzata, tornerà indietro per dare l’allarme, spettatrice inutile e incapace di raccontare ciò che è successo alle sue compagne e all’insegnante di matematica, Greta McCraw, avventuratasi alla loro ricerca. Il seguito del romanzo racconta il frenetico susseguirsi di ricerche e indagini che condurranno, grazie all’intervento di Mike e Albert, personaggi non secondari nello svolgersi degli eventi, al ritrovamento della sola Irma. Anche Irma, incredibilmente viva nonostante la lunga permanenza sulla Hanging Rock, e vittima di amnesia, non potrà testimoniare. Ricerche e domande senza risposta si collocano attorno alla sparizione di Miranda, Miriam e dell’insegnante, come fosse un buco nero nel tessuto della realtà. Un buco nero diventato causa di una catena di avvenimenti, scelte ed esclusioni che si determinano lungo il percorso del romanzo. Nel ricordo, nei sogni e nell’immaginario di coloro che le hanno conosciute, ammirate, accudite, e che forse avrebbero voluto specchiarsi in loro, le ragazze scomparse continuano ad essere presenti come una ricchezza. Al contrario, per chi le ha considerate semplici allieve del Appleyard College, non lasceranno tracce, se non presagi infausti che porteranno alla rovina delle loro stesse vite. Le conseguenze coinvolgeranno le giovani compagne delle scomparse, il personale del collegio, la direttrice, travolta dallo scandalo, e la stessa struttura del college. Un impatto drammatico che distruggerà quella piccola comunità, regolata da troppe leggi e da relazioni ambigue mascherate dal perbenismo vittoriano. L’autrice ha voluto enfatizzare il mistero e dilatare le curiosità del lettore oltre lo sviluppo dei fatti, per consentirgli una interpretazione personale. Se alla domanda: “che cosa è successo lassù?”, la risposta più ovvia, e cioè che le vittime si trovano in un punto irraggiungibile di quella cattedrale di lava vecchia milioni di anni, non soddisfa il lettore, colpito invece dall’atmosfera inquietante che attraversa tutto il romanzo, altre prospettive gli si possono offrire. Una roccia non è soltanto un’enorme escrescenza della
superficie terrestre, con rientranze e rilievi simili a volti umani, attraversati da nuvole rosse, ma forse è anche un punto dello spazio dove si perdono le tracce, luogo che collega terra e cielo, naturale e soprannaturale; Hanging Rock è il cuore del Bush, della macchia australiana, uno spazio immenso, sconfinato, selvaggio e sconosciuto, con quelle connotazioni di inviolabilità che appartengono anche a Uluru (Ayers Rock), il gigante sacro dei nativi australiani. E forse è anche un luogo senza tempo o, meglio, in cui il tempo non ha importanza, nel giorno di san Valentino, in un’ora imprecisata, perché gli orologi si sono fermati. Al libro di Joan Lindsay, pubblicato nel 1967, si ispirò il film omonimo (1975) - ora visibile su Prime Video - diretto da Peter Weir, regista australiano. La grande visibilità internazionale che ottenne, mostrò la bravura del regista, divenuto successivamente famoso per altri film di successo, come “L’attimo Fuggente” (1989).
P.S. Il libro fu pubblicato - in seguito ad un accordo “strategico” tra l’editore e l’autrice - privo dell’ultimo capitolo, il n. 18. Capitolo finale che la Lindsay consentì di divulgare soltanto dopo la sua morte, avvenuta nel 1984. Così, nel 1987 fu stampato, soltanto in Australia e in Gran Bretagna, un libretto intitolato “The secret of Hanging Rock”. Si tratta di un piccolo volume, mai tradotto e pubblicato in Italia, di 58 pagine diviso in tre parti, una della quali, di appena 12 pagine, contiene il capitolo diciotto. A proposito del quale riporto la recensione di un lettore: “… il testo presenta il finale pensato dall'autrice non pubblicato. Difficile dire se sia un finale convincente. forse l'ambiguità della storia narrata nel libro e nel film era più intrigante. non mi sento di rivelare di più a chi volesse leggerlo”.
ILLIB RO IL LIB RO
Autrice: Joan Lindsay Titolo: Picnic a Hanging Rock Editore: Sellerio editore Palermo Anno edizione: 2008 Traduzione: Maria Vittoria Malvano Pagine: 281









