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È stata la mano di Dio A. Magrì

È STATA LA MANO DI DIO

Alessandro Magrì

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n Italia si producono film quasi ai livelli degli anni ’60, più del doppio degli anni scorsi, ed erano già troppi. Qui ne è arrivata la maggior parte e vi assicuro che abbiamo visto una quantità di cose orribili.” Comincia con questo commento lapidario di Alberto Barbera, direttore del Festival di Venezia, un articolo-inchiesta sullo stato del cinema in Italia post-Covid, pubblicato su Repubblica alla fine di ottobre. Il quadro tracciato dall’articolo è al contempo tragico e surreale. Gli incassi delle sale a livello nazionale sono crollati durante il Covid (come nel resto d’Europa) ma non si sono più ripresi (a differenza del resto d’Europa), eppure il numero di pellicole prodotte annualmente è in crescita costante: mentre se ne producevano 141 nel 2010, lo scorso anno sono state ben 481. Come è possibile? Secondo Repubblica la risposta sta “nel sistema di incentivi pubblici, fondi e crediti d’imposta, che nel nostro Paese consentono all’opera di ripagarsi prima ancora di uscire. Questo fa sì che sul cinema italiano a rischiare del suo sia rimasto soltanto lo Stato, mentre per il produttore i film è sufficiente girarli. L’esito del botteghino è del tutto irrilevante, come dimostrano i vari titoli che hanno incassato pochino e di cui pure sono stati subito messi in cantiere i sequel”. L’articolo ha un approccio decisamente tranchant al tema, che non è piaciuto ad alcuni produttori e distributori, ma è un fatto che di quei 481 film (un’enormità), solo 153 sono stati distribuiti in sala. Fabrizio Accatino conclude il pezzo con il colpo di grazia: “La pioggia di denaro pubblico, che incentiva la produzione di film che in larga parte nessuno vedrà mai, non contribuisce nemmeno alla qualità del prodotto. Innanzi tutto, perché – per andare sul sicuro con i finanziamenti –i produttori scelgono come interpreti i soliti noti, e questo lascia al palo la nuova generazione di attori emergenti. […] Tra i criteri richiesti dai bandi ci sono poi i temi sociali e civili, che gli sceneggiatori finiscono per infilare dappertutto”. Per risollevarci da questo quadro desolante, ma volendo restare sul cinema italiano, non ci resta che andare sul sicuro e segnalare di un Grande Film, uno dei pochissimi tra quei 481 prodotti nel 2021: È stata la mano di Dio, ultima opera di Paolo Sorrentino, presentato a Venezia lo scorso anno, dove ha vinto il Leone d’Argento, distribuito per un brevissimo periodo nelle sale per poi arrivare su Netflix (qui ci sarebbe da aprire un altro capitolo sulle cause del crollo degli incassi in sala).

IIl riferimento calcistico del titolo (che richiama il gol di mano di Diego Armando Maradona ai mondiali di calcio del 1986) è solo un pretesto per inquadrare con un’immagine di grande forza evocativa tanto un punto di svolta del film (e nella vita dell’autore) quanto l’essenza di una città. È infatti proprio questo, È Stata la Mano di Dio: una reinvenzione autobiografica di quando Sorrentino perse i genitori a 16 anni, e quindi un film sui legami, sulla famiglia, sull'identità e sull'elaborazione del lutto e al contempo un ritratto partecipato e lontano dallo stereotipo dello spirito di Napoli. Molti lo hanno visto come il film più intimo, magico ed essenziale di Sorrentino. Un racconto maturo e commovente che si lascia alle spalle manierismi eccessivi e riesce a valorizzare un cast umanamente vincente. E lo fa con una continua tensione tra commedia e tragedia, con risate sguaiate che si alternano a momenti di grande intensità, a volte mischiandosi in maniera dissacrante. Come dice il Mereghetti, il film è adatto “per chi ama Sorrentino e per chi non tanto, ma vuole riappacificarsi con lui”.

SCHEDA DEL FILM:

Regia: Paolo Sorrentino Sceneggiatura: Paolo Sorrentino Fotografia: Daria D’Antonio Montaggio: Cristiano Travaglioli Scenografia: Carmine Guarino Interpreti principali: Filippo Scotti (Fabietto Schisa), Toni Servillo (Saverio Schisa), Teresa Saponangelo (Maria) Produzione: The Apartment, Fremantle Distribuzione italiana: Netflix, Lucky Red Durata: 130' Origine: Italia Data di uscita italiana (Cinema): 24/11/2021 Data di uscita in streaming (Netflix): 15/12/2021

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