noi, Comunità
Periodico cattolico - Anno XLIV - N. 4 - San Cesario di Lecce - Suppl. al N. 51 de L’Ora del Salento
Dic. 2015 - Gen. 2016
Natale del Signore “Dio nel cuore dell’uomo” Oggi c’è un gran parlare di Dio; diventa oggetto delle nostre argomentazioni più disparate; c’è chi lo afferma e chi lo nega. Qualcuno lo riduce a mistificazione; altri affermano essere un pensiero vuoto che non trova collocamento nel nostro tempo. Già Papa Benedetto ci sollecitava con queste domande: “Abbiamo veramente posto per Dio quando Egli cerca di entrare in noi? Abbiamo tempo e spazio per Lui? … Non abbiamo tempo per Dio”. Quanta confusione. Abbiamo reso superfluo Dio. Dio è posto ai lati della nostra storia. Noi vogliamo noi stessi; vogliamo le cose che si possono toccare e ci gratificano; cerchiamo solo ciò che procura piacere, successo, appagamento. Non rimane alcuno spazio per Dio, ma quanta sete, quanta arsura c’è nel cuore dell’uomo.
Lettera di Gesù Bambino ai “grandi” Cari amici, anche quest’anno è arrivato il mio compleanno, il Natale. In realtà si festeggia da più di 2000 anni. All’inizio sembrava che gli uomini avessero capito quanto io ho fatto per loro, però oggi la gente si raduna e si diverte, senza sapere la ragione della festa, e fanno regali a tutti meno che a me. Qualcuno dice: “Come faccio a farti un regalo se nemmeno ti vedo?”. Io rispondo: “Lasciami nascere nella tua vita. Non mi mandare via col peccato, con l’indifferenza o con il rinnegare il mio amore. Se desideri incontrarmi, ascolta la mia Parola; se vuoi ricevermi, avvicinati alla Santa Comunione. A Betlemme mia madre mi teneva fra le mani, il sacerdote sull’Altare mi tiene tra le sue. Se vuoi aiuta i poveri, visita gli ammalati e quelli che sono soli, perdona le offese, pensa ai tuoi fratelli e mi vedrai in ognuno di loro. Questi sono i regali che mi piacerebbe ricevere. E se hai poco o niente da offrirmi, lasciami entrare nel tuo cuore. Per me sarà il più bel dono che tu mi possa fare”. Con infinito amore, il tuo migliore amico. Gesù Bambino
Dobbiamo allontanarci dall’esteriorità in cui abbiamo nascosto il Natale e rientrare in noi stessi, sintonizzarci con l’azione di Dio, per vivere nella gioia la “lieta notizia” che Gesù viene a portarci a Natale: Dio ci ama!. C’è bisogno di un incontro. Dio in Cristo manifesta il grande amore che ha per l’uomo. Dio non vuole solo riempire la mente sempre in ricerca; Dio vuole essere accolto nel cuore e colmarlo del suo amore. L’amore ha sete di intimità… Dio ha tanto amato l’uomo che si è fatto uno di noi per farci come Lui. Gesù desidera un intimo rapporto personale con ciascuno di noi. “Egli viene. E con Lui che viene, viene la gioia. Se lo vuoi ti è vicino. Anche se non lo vuoi ti è vicino. Ti parla anche se non gli parli. Se non lo ami, Egli ti ama ancor di più. Se ti perdi viene a cercarti”. (d. Mazzolari). Abbiamo iniziato il Giubileo della Misericordia e Papa Francesco ci ha più volte detto che Dio non si stanca mai di cercare, perdonare, amare, ogni uomo. Dobbiamo solo dargli spazio nella nostra vita; dobbiamo aprire il nostro cuore e accogliere Gesù. Solo così è vero Natale! Un Natale di fede, di gioia, di speranza, di pace, per ognuno di noi, per le nostre famiglie, per il nostro paese. I vostri parroci
MESSAGGIO PER GIORNATA DELLA PACE - 1 gennaio 2016
“Vinci l’indifferenza e conquista la pace” Dio non è indifferente! A Dio importa dell’umanità, Dio non l’abbandona! Queste le parole di esordio del Messaggio di Papa Francesco per la 49a Giornata Mondiale della Pace, che verrà celebrata il primo gennaio 2016. Vivere nell’indifferenza porta a chiudersi in se stessi, a non “vedere”, “ascoltare” il vicino. Le condizioni di disastro ambientale in cui viviamo dimostrano che non abbiamo neanche più “amor proprio”, in quanto aggrediamo il mondo e l’umanità nella quale viviamo noi stessi. Dio però non ci abbandona mai a noi stessi: ci segue, ci protegge, ci illumina; a Lui importa di noi. Papa Francesco scrive: “… ai nostri giorni l’atteggiamento indifferente ha superato decisamente l’ambito individuale per assumere una dimensione globale e produrre il fenomeno della “globalizzazione dell’indifferenza”. ...La prima forma di indifferenza è quella verso Dio, dalla quale scaturisce anche l’indifferenza verso il prossimo e verso il creato. ...L’uomo pensa di essere l’autore di sé stesso, della propria vita e della società; egli si sente autosufficiente e mira non solo a sostituirsi a Dio, ma a farne completamente a meno; di conseguenza, pensa di non dovere niente a nessuno, eccetto che a sé stesso, e pretende di avere solo diritti”.
La “globalizzazione dell’indifferenza” ha portato l’uomo a vivere una condizione di assuefazione: molti conoscono vagamente i drammi che affliggono l’umanità ma non si sentono coinvolti, non vivono la compassione. Questo è l’atteggiamento di chi sa, ma tiene lo sguardo, il pensiero e l’azione rivolti a sé stesso. ... L’indifferenza, e il disimpegno che ne consegue, costituiscono una grave mancanza al dovere che ogni persona ha di contribuire al bene comune, in particolare alla pace, che è uno dei beni più preziosi dell’umanità. Pace che è dono di Dio e opera degli uomini; dono di Dio, affidato a tutti gli uomini e a tutte le donne, che sono chiamati a realizzarlo. Nello spirito del Giubileo della Misericordia, ciascuno è chiamato a riconoscere come l’indifferenza si manifesta nella propria vita e ad adottare un impegno concreto per contribuire a migliorare la realtà in cui vive, a partire dalla propria famiglia, dal vicinato o dall’ambiente di lavoro. Partecipare quindi alla “costruzione” del mondo, così da poterlo vivere al meglio e non nello sfruttamento, e consegnarlo in eredità alle future generazioni e andare “oltre” la chiusura egoistica del nostro cuore e vivere questo tempo di “misericordia, responsabilità e impegno”. a cura di Lucia Pellegrino