Noi comunità marzo-aprile 2015

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noi, Comunità Periodico cattolico - Anno XLV - N. 2 - San Cesario di Lecce

Marzo-Aprile 2015

Testimoni del Cristo Risorto Il sepolcro vuoto e la pietra tombale costituiscono la base che sovente gli artisti hanno posto per rappresentare il Cristo risorto. Il luogo che richiama la morte viene a diventare piedistallo su cui evidenziare la vittoria della vita sull’ineluttabile limite da cui nessuna persona può sfuggire. Dalla tomba Cristo esce vivo e glorioso; è il Signore della vita. Le donne vanno al sepolcro per ungere il corpo senza vita di Gesù e così dargli una dignitosa sepoltura. Il loro pensiero è turbato dal sapere che c’è una grossa pietra da smuovere per accedere al sepolcro. Non possono neanche immaginare di vedere ciò che sta per presentarsi davanti ai loro occhi increduli. “Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito di una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: Non abbiate paura! Voi cercate Gesù il Nazareno, il crocifisso: é risorto, non è qui”. (Mc. 16,4-7) L’annuncio dell’angelo rivela alle donne che Gesù non è più preda della morte, ma che ha vinto la morte e ora è “vivo”, di una vita

che non è di quein croce segue il sto mondo. Gesù mistero della è Risorto. gloriosa risurreL’esperienza zione. Ne sono vissuta dalle talmente certi e prime testimoni convinti che la diventa come un loro testimoraggio di luce nianza non si che, diffondenarresta neanche dosi, illumina, davanti alla perdà colore e vita a secuzione e al tutto ciò che colmartirio. pisce. I Vangeli E noi? narrano che Stacchiamo gli quell’evento occhi dal sepolmanifestatosi il cro della mediogiorno dopo il crità cristiana e sabato ha sconcontempliamo il volto dapprima Signore Risorto le donne “che che vuole essere non dicono niencertezza e spete a nessuno per- La Resurrezione di M. Grünewald (1500) ranza per il ché impaurite” nostro cammi(Mc 16,8). Alle donne l’angelo ha no. La vita risorta si nasconde nella assegnato la missione di annunciare vita quotidiana e si manifesta orienai discepoli l’avvenuta risurrezione. tandosi verso l’alto. Dobbiamo Gli apostoli nell’ascoltare le lasciarci affascinare dalla bellezza parole delle donne rimangono scet- della Risurrezione piuttosto che tici e pensano che siano prese da un attrarre, come capita spesso, dal attacco di delirio. Man mano però peso della morte. si ricredono allorquando Gesù Non la tomba di morte, ma il Risorto, apparendo loro in diverse cielo di luce alimenta la speranza circostanze, porta il loro animo a del cristiano. Il nostro sguardo di credere che al mistero della morte fede deve staccarsi dalla tomba e

29 Marzo 2015 - XXX Giornata Mondiale della Gioventù

“Abbiate il coraggio di essere felici!” La Giornata Mondiale della Gioventù 2015 rappresenta l’ultima tappa del cammino di preparazione verso il grande appuntamento mondiale dei giovani che si terrà a Cracovia il prossimo anno. Nel suo messaggio per questa XXX edizione, il Santo Padre Francesco ci chiede di volgere il nostro sguardo sulle Beatitudini evangeliche, in particolar modo, quest’anno, sulla sesta: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5,8). La parola beati, che significa felici, compare ben nove volte nel discorso della montagna: un ritornello che indica l’appassionato invito che Gesù ci rivolge ad essere feli-

ci in Lui e con Lui, e lo slancio che tutti noi cristiani dovremmo avere per raggiungere la felicità vera, nonostante gli ostacoli mondani. Una felicità che si può raggiungere con un cuore puro, pulito e limpido che ci da la forza di dire no a questa cultura contemporanea del “tutto e subito”, del provvisorio, del fugace soddisfacimento di frivoli bisogni per abbracciare e seguire la vocazione naturale a quell’amore vero, sincero, reciproco, fiducioso e corresponsabile che Gesù ci insegna. Così Francesco esorta tutti i giovani d’oggi: “vi chiedo di essere rivoluzionari, vi chiedo di andare controcorrente, vi chiedo di ribellarvi a

questa cultura del provvisorio che, in fondo, crede che voi non siate in grado di assumervi responsabilità, crede che voi non siate capaci di amare veramente! Io ho fiducia in voi giovani e prego per voi. Abbiate il coraggio di essere felici”. Accettiamo l’invito del Signore, rivolto ad ognuno di noi, a incontrarLo! Come degli esploratori, cerchiamoLo ogni giorno senza sosta in qualsiasi luogo e situazione del nostro quotidiano. Avendo Lui come stella polare, potremo realizzare un progetto di vita capace di affascinare i nostri cuori…Beati i puri di cuore perché vedranno Dio! Caterina Corineo e Giulia D’Alfonso

contemplare il Signore Risorto. In questi giorni di Pasqua la Chiesa esorta a ravvivare la fede nel Risorto e a testimoniare l’amore per il Signore che per noi è morto, per noi è risorto. I vostri parroci

Un Giubileo per tornare al cuore del Vangelo Il terzo anno di pontificato di papa Francesco si è aperto con l’annuncio di un “Anno Santo straordinario dedicato alla misericordia” nel cinquantesimo della chiusura del Concilio Vaticano II. Bergoglio lo ha annunciato venerdì pomeriggio 13 marzo al termine della liturgia penitenziale che ha presieduto nella Basilica di San Pietro. L’ultimo Anno Santo straordinario è stato quello indetto da Karol Wojtyla nel 1983 dedicato alla redenzione. Il Giubileo si aprirà l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione, e si concluderà il 20 novembre 2016, festa di Cristo Re. La Bolla di indizione verrà letta dal Papa il 12 aprile, la domenica dopo Pasqua, che dal Giubileo del duemila è dedicata al culto della Divina Misericordia. Questo è il 26° Anno Santo dal 1300, quando Bonifacio VIII iniziò la tradizione. Bergoglio ha spiegato che “tutta la Chiesa in questo Giubileo potrà trovare la gioia per scoprire e rendere feconda la misericordia di Dio con la quale siamo chiamati a dare consolazione a ogni uomo e a ogni donna del nostro tempo”. La Porta Santa della basilica di San Pietro verrà dunque aperta l’8 dicembre e subito dopo verranno aperte le porte sante della basilica di San Giovanni in Laterano, di Santa Maria Maggiore e di San Paolo fuori le mura.


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