Noi comunità 3 14

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“Vegliate: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino

noi, Comunità Periodico cattolico - Anno XLIV - N. 3 - San Cesario di Lecce - Suppl. al N. 48 de L’Ora del Salento

Novembre Dicembre 2014

“AVVENTO” attendiamo la venuta del Signore Anche prima del cristianesimo, il “Tempo di Avvento” era il termine utilizzato per indicare la preparazione ad un grande evento comunitario: l’arrivo in città di un sovrano o di una grande personalità. Tutto ciò richiedeva imponenti preparativi. L’Avvento, allora, è tempo dedicato ad una grande attesa. La Chiesa vuole rivivere l’attesa dei profeti dell’Antico Testamento che annunciavano l’arrivo del Messia Salvatore. Il Messia è già venuto nella persona di Gesù Cristo, figlio di Dio e figlio di Maria, ma la comunità dei credenti vuole mantenere ancora viva l’attesa di Lui: Gesù è già presente in mezzo a noi, ma aspettiamo la piena manifestazione della sua Gloria, quando finalmente Dio sarà tutto in tutti. Ecco dunque il senso del nostro

“Avvento”: preparandoci alla festa di Natale, riconosciamo che quel Bambino attende di essere pienamente Signore nel cuore di ciascuno di noi; attende che noi riconosciamo i segni della sua presenza in mezzo a noi, perché nella sua manifestazione definitiva possa riconoscerci come suoi discepoli. Tra i grandi modelli spirituali che la Liturgia propone nell’Avvento troviamo gli antichi profeti, soprattutto Isaia; san Giovanni Battista, che additò come presente l’Agnello di Dio che prende su di sè il peccato del mondo; ma soprattutto la Vergine Maria, che accolse il Figlio di Dio prima nel cuore e nella vita, e poi nel suo grembo verginale. Le 4 domeniche di Avvento rispondono ad uno schema comune: nella prima si contempla la gloriosa manifestazione del

Salvatore alla fine dei tempi; nella seconda la persona e la predicazione di Giovanni Battista; nella terza, chiamata anche “domenica della gioia”, l’attenzione è ancora sul ministero del Battista. La quarta domenica di Avvento, ripropone gli eventi che precedettero immediatamente la Nascita di Cristo. I giorni feriali, sono dominati dalle figure del profeta Isaia e di Giovanni Battista e a partire dal 17 dicembre, sono sospese tutte le memorie dei Santi, e l’attenzione è tutta concentrata sull’imminenza del Natale. Molti saranno gli appuntamenti e i preparativi ma uno solo è l’atteggiamento: aspettare con impazienza l’Avvento del Regno di Dio nei nostri cuori. Allora sì, “BUON AVVENTO” a tutti. Don Giorgio

Maria è strumento nella mani di Dio per il piano di salvezza; è discepola in ascolto e in atteggiamento di umile serva del Signore.

Lettera del Vescovo alla comunità diocesana dopo la Visita Pastorale

“La Sfida della Comunione ” “Dopo aver visitato la Chiesa che il Signore mi ha affidato … posso rendere lode all’unico Vero e Bel Pastore delle nostre anime, Cristo Gesù, perché mi ha donato la gioia di un incontro ravvicinato con tutti voi da me vissuto come singolare e rinnovata esperienza di (comunione) conoscenza”. Con queste parole l’Arcivescovo si rivolge, nella lettera La Sfida della Comunione, a tutto il “popolo di Dio” affidato alle sue cure pastorali. Il nostro Vescovo afferma con chiarezza che la parrocchia è e rimane la comunità-per-tuttie-di-tutti e sottolinea che è importante l’apertura materiale delle nostre chiese, con una presenza dei sacerdoti più costante e disponibile. Padre Domenico, proprio come un padre, esorta i suoi figli, i presbiteri, ad essere più presenti nella “casa del Signore”, a non tralasciare ciò che è veramente essenziale: il servizio, il rendersi disponibili e, nella preghiera, a domandare allo Spirito: “Dammi la sapienza che siede accanto al tuo trono … mandala dal trono della tua gloria perché sia vicino a me e mi affianchi nella fatica”.

(Sap.9,4.10). Il Vescovo ribadisce che la parrocchia rende presente in un determinato luogo la Chiesa: chi è interessato, attento al Vangelo, trova nella parrocchia l’essenziale per essere cristiano e fare Chiesa. È la parrocchia che permette a chiunque lo voglia di coinvolgersi nel mistero della salvezza. La parrocchia deve sempre più andare all’essenziale e per questo sono da privilegiare:

l’assemblea eucaristica domenicale come luogo e momento di incontro con Cristo nel segno della Parola; - la lettura orante della Parola di Dio (lectio divina): il bisogno di andare a dissetarsi alla fonte originaria della fede; la forza insostituibile della testimonianza che manifesta la novità del Cristo, uomo per gli altri. La parrocchia deve mantenere uno stretto rapporto con la Chiesa particolare: l’unica guida è il vescovo, segno di Cristo Pastore e il parroco lo rende presente nella parrocchia nella comunione dell’unico presbiterio. C’è una convinzione che deve sempre più maturare in tutti noi; scrive l’Arcivescovo: “se non c’è comunione non può esserci una pastorale efficace”. La scelta di un comune itinerario pastorale realizzerà un tessuto di relazioni stabili. Lucia Pellegrino


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