Bob Lauriski, il mormone timido

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a cura di Alessandro Gamba

BOB LAURISKI IL -MORMONE TIMIDO promosso in seA ppena rie A, il Brina Rieti si scatenò nel mercato giocatori con molta decisione per accaparrarsi i migliori pezzi in circolazione. Ma la impresa non era delle più facili perché nessuna squadra, più o meno grande, era intenzionata a cedere atleti d 'una certa importanza e, per la verità, nessun giocatore d'una ce·rta importanza solitamente gradisce di andare a giocare per una neo-promossa. Dopo molti sondaggi e tentativi s'arrivò, in extremis, all'ingaggio de·l gigante Vendemini per una cifra che fece scalpore e fu chiacchierata per mesi. Questo colpo grosso chiudeva il capitolo giocatori italiani, di cui ha fatto parte anche Tony Gennari, e apriva quello sempre rischioso e nebuloso della scelta dello straniero. Compito sempre estremamente difficile perché il fattore ambientamento e diverso sistema di gioco a volte causano dei brutti scherzi, sottoforma di delusioni cocenti. Per una fresca promossa nella massima serie, c'è sempre l'interrogativo di come reagirà la squadra con l'innesto di un giocatore molto più forte degli altri, e se questo giocatore capirà la situazione del suo nuovo club il quale gioca, la maggior parte delle volte, per sfuggire alla zona retrocessione. Questa situazione retrocessione-promozione è del tutto ignorata dagli statuBob Lauriski, l'ottimo americano del Brina-. Gioca ala-pivot e i fondamentali del basket non hanno per lui alcun segreto. Eccelle In attacco e In difesa. Nel fotocolor lo vediamo mentre, in palleggio, elude 'la marcatura di Lino Paschini della Snaidero.

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Il gioco di Lauriski è sempre positivo. Alto 2,01, largo di spalle e muscoloso, lo si penserebbe leggermente stati· co, Invece è di un' agilità sorprenden· te. Mite e calmo nella vita, si trasforma In una for· za della natura quando gioca. Qui In una fase della partita Brlna-lgnls dell'andata · lo ve· diamo In entrata sotto canestro mentre Meneghln cerca di contrastarlo.

nitensi che al loro paese partecipano a campionati dalle formule completamen. te diverse senza problemi di ... declassamento. Comunque, prova e ripr0va, visiona di qui ed interpella di là, il Brina, non molto tempo prima dell'inizio del campionato, sceglie decisamente una quercia di due metri, Bob Lauriski, che per un paio di mesi aveva scorrazzato per l'Italia con i bianco-azzurri della Riccadonna, facendo razzie di trofei nel carosello dei tornei estivi. Avendo assistito a molte di queste competizioni ad alto livello, posso dire che Lauriski non ha mai sbagliato una partita, è sempre stato d'una continuità impressionante in difesa ed m attacco ha lavorato sempre con una grinta da far paura. E' un giocatore tipo Kenney, per intenderci, che non disdegna la lotta, che incute timore agli avversari; è quattro centimetri più basso, ma tira meglio del rosso Arthur. Ho fatto questo cParagone per descrivere di che tempra è questo 259

giocatore che alcune squa· dre italiane, in cerca del nuovo americano, hanno sottovalutato e trascurato con troppa leggerezza. A riprova di tutto ciò è il campionato che Bob sta disputando: la sua positi· vità è dimostrata dalle classifiche e dalle statistiche che settù:nanalmente vengono stilate dalle rubriche specializzate dei giornali sportivi. Come rendimento medio non è molto lontano dai primi posti. Bob Lauriski proviene dall'Università Statale dello Utah, nella città di Logan. Ventiduenne è biondiccio e lunghicrinito. Quando indossa abiti « borghesi " è l'immagine dello studente secchione e cresciuto troppo in fretta, soprattutto quando inforca i grossi occhiali da vista. Ha l'aria semplice e candida che quasi fa tenerezza e quando si esprime nel suo italiano americane~giato è di una simpatia umca. In mutandine e maglietta, Lauri· ski non ispira certo tene· rezza, tutt'altro. Collo corto e taurino, due spalle larghissime e possenti, ro-

ba da sollevatore di pesi. Muscoli da tutte le parti che gli danno quella potenza atletica con cui si scrolla di dosso tutti gli avversari sui rimbalzi, e trascina con sé il difensore che gli vuole impedire l'entrata a canestro. Ciò che sorprende in lui è l'a~ilità. Di solito i giocaton molto massicci hanno un'azione semplice e lineare, sempre sospinta dalla loro forza fisica. Bob1 invece, possiede quell'agilità che lo rende imprevedibile nei movimenti sempre pericoloso a qualsiasi distanza dal canestro. Ora Lauriski è l'idolo di Rieti. L'ha scelto l'allenatore Dado Lombardi, dopo aver ·s eguito ed a 1lun~o interpellato il messicano Guerrero (un po' il sosia di Raga) e iSutter che ha scelto Cagliari, e pare proprio che Dado non abbia sbagliato. Come tutti ~li arrivati di fresco, i primi contatti con la squadra furono incerti. Ma dopo brevissimo tempo, Bob cominciò a non avere più avversari sia in allenamento che in partita.

Sempre allegro e mite, ha con9uistato le simpatie di tutti coloro che lo circondano ed accetta volentieri la compagnia spensierata e la buona tavola. E' nato a Dragherton nello Utah, ed ha un numero imprecisato di sorelle che lo hanno reso zio una quindicina di volte. Come tutti gli originari dello Utah, è mormone. All'uòiversità ha giocato per quattro anni segnando una media di venti punti e prendendo dodici rimbalzi per partita. Niente male queste cifre perché lo Stato dello Utah è una zona che ha sempre prodotto giocatori e squadre fortissime. A Rieti vive in un appartamento 'c on Vendemim ed altri due compagni di squadra; ama la musica leggera, il foot-ball americano ed il nostro calcio Io lascia del tutto indifferente perché troppo confusionario. E' appassionato cacciatore ed ama mostrare in giro una foto, che lo ritrae col padre, in cui è raffigurato armato di tutto punto per la caccia. Lauriski è la tipica ala statunitense: sa giocare negli angoli, vicino al canestro od alto in lunetta indifferentemente, oppure nella posizione classica dell'ala sui prolungamenti della linea di tiro libero. Conosce ogni movimento che propizia un buon tiro da tutte le posizioni; i fondamentali di ala sono pressoché perfetti; la difesa è buona ed avallata da un gran temperamento e da due ~ambe d'acciaio. La precisione del suo « jumpshot », da lunga distanza, permette al pivot Vendemini di muoversi in maggiore spazio. Tiro che si smorza morbido nella retina, malgrado i marcamenti arei- gni. lgnis e Forst, pur vincendo col Brina, hanno dovuto subìre consistenti bottini di punti da parte di Bob . . A volte il timido mormone si dispera per la classifica non di primo piano della sua squadra, ma il pubblico reatino lo ama e lo sprona ·c ome se ogni incontro fosse uno spareggio per lo scudetto. Alessandro Gamba

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